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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Crispi attuò un’aggressiva politica coloniale. Nel 1889<br />

firmò con il negus Me<strong>nel</strong>ik di Etiopia il trattato di<br />

Uccialli, e parallelamente si fu interessando alle coste<br />

somale dove procedette con una serie di pacifiche<br />

penetrazioni, mediante trattati con i piccoli sultani<br />

locali.<br />

I limiti <strong>della</strong> penetrazione in Somalia ebbero però<br />

nuova definitiva sanzione mediante una convenzione<br />

firmata <strong>nel</strong> 1892 con il sultano di Zanzibar, in forza<br />

<strong>della</strong> quale in questa regione venne, sotto forma di<br />

affitto, attribuita all'Italia l'amministrazione dei<br />

porti. E poi, <strong>nel</strong> 1905, l'intera zona fu riscattata dal<br />

governo italiano e formò il nucleo principale <strong>della</strong><br />

nuova colonia <strong>della</strong> Somalia italiana.<br />

Nel frattempo, la situazione sul fronte abissino<br />

dell’Etiopia si fu pericolosamente deteriorando fino a<br />

sboccare in aperte ostilità militari. E in quel contesto<br />

accadde che, dopo vari insuccessi, il l0 marzo 1896 un<br />

contingente di 15.000 soldati italiani venne<br />

massacrato ad Adua. Il giorno seguente alla disfatta,<br />

Crispi si dimise da primo ministro.<br />

Alla fine del XIX secolo, quindi, l'impero coloniale<br />

italiano altro non comprese, che le modeste colonie<br />

dell'Eritrea e <strong>della</strong> Somalia, entrambe abbastanza<br />

povere di risorse naturali.<br />

Gli ultimi quattro anni del secolo furono per l’Italia<br />

anni tumultuosi e difficili. Furono anni di eccidi di<br />

piazza, come quello perpetrato dal generale Bava<br />

Beccaris che sciolse una manifestazione a Milano con<br />

la forza, uccidendo cinquanta manifestanti.<br />

Il governo passò dalle mani del Di Rudinì a quelle di<br />

Pelloux, poi a Saracco e infine a Zanardelli. La classe<br />

dirigente oscillò tra misure democratiche e tentativi<br />

autoritari. Il vecchio secolo si chiuse con l’assassinio<br />

del re Umberto I e con il primo sciopero generale dei<br />

lavoratori, quello dei portuali di Genova <strong>nel</strong> dicembre<br />

1900, contro la chiusura <strong>della</strong> Camera del lavoro.<br />

Il re Umberto I fu ricordato positivamente da alcuni<br />

per il suo atteggiamento dimostrato <strong>nel</strong> fronteggiare<br />

sciagure come l'epidemia di colera a Napoli del 1884,<br />

e per la promulgazione del codice Zanardelli che,<br />

sotto il primo governo Crispi, apportò alcune<br />

innovazioni <strong>nel</strong> codice penale, come l'abolizione <strong>della</strong><br />

pena di morte.<br />

Da altri fu invece aspramente avversato per il suo<br />

duro conservatorismo, il suo indiretto coinvolgimento<br />

<strong>nel</strong>lo scandalo <strong>della</strong> banca romana, l'avallo alle<br />

repressioni dei moti popolari del 1898 e l'onorificenza<br />

concessa al generale Fiorenzo Bava Beccaris per la<br />

sanguinosa azione di soffocamento delle<br />

manifestazioni del maggio dello stesso anno a Milano.<br />

il Bastione Cappelli di fronte alla stazione<br />

ferroviaria, e sul quarto lato la muraglia dal Bastione<br />

San Giacomo a Porta Lecce. É tracciato il quadrato<br />

che sarà di piazza Cairoli e sono indicatele tracce del<br />

corso che sarà Umberto I° e del corso che sarà<br />

Garibaldi e che poi in quel tratto sarà Roma, con al<br />

suo estremo la chiesa dell´Addolorata, poi <strong>della</strong><br />

Pietà.<br />

La Tav. II è quella del quadrilatero di nordovest: su<br />

un lato la strada Carmine, sull´altro la strada<br />

Armengol più il pendio Fontana Salsa che scende da<br />

Largo S. Paolo fino alla spiaggia sul Seno di Ponente,<br />

quindi la riva fino al Castello di terra che funge da<br />

bagno penale, e sul quarto lato la muraglia tra il<br />

castello e Porta Mesagne. Domina l´enorme Piazza<br />

Castello, adiacente al castello e ancora<br />

completamente vuota, e ci sono la chiesa di S.<br />

Benedetto e quella di S. Anna.<br />

La Tav. III è quella del quadrilatero di nordest: su un<br />

lato corso Garibaldi piazza Commestibili e corso<br />

Umberto I°, sull´altro la strada Conserva più la<br />

strada Armengol più il pendio Fontana Salsa, quindi<br />

il terzo e quarto lato lo costituiscono le banchine<br />

contigue del Seno di Ponente, da corso Garibaldi a<br />

Montenegro una, e da lì al pendio Fontana Salsa<br />

l´altra. Sono compresi in questo settore il Duomo<br />

con il Seminario, le chiese S. Teresa, S. Paolo, S.<br />

Chiara, S. Cosimo detta poi delle Scuole Pie, S.<br />

Giovanni al Sepolcro e la chiesa degli Angioli.<br />

La Tav. IV è quella del quadrilatero di sudest: su un<br />

lato i corsi Garibaldi e Umberto I°, sull´altro la strada<br />

Conserva tra corso Umberto I° e Porta Lecce, quindi<br />

il terzo e il quarto lato lo costituiscono le banchine<br />

contigue del Seno di Levante, da Porta Lecce fino<br />

allo sbocco <strong>della</strong> strada Vialata una, e da lì alla<br />

Sanità e futura Stazione Marittima, l´altra. Sono<br />

anche ben visibili le chiese di Cristo, S. Lucia, S.<br />

Sebastiano o Le Anime, e poi le chiese<br />

dell´Annunziata e del Monte...» ‐Gianfranco Perri‐<br />

Bibliografia:<br />

- I GRANDI LAVORI DEI PRIMI ANNI DEL XX SECOLO:<br />

<strong>Brindisi</strong>web.it<br />

- BRINDISI RACCONTATA: G. Perri – 2014<br />

- LE MAPPE DI BRINDISI: G. Perri – 2012<br />

- IL BRIGANTAGGIO POLITICO NEL BRINDISINO<br />

DOPO L’UNITÀ: V. Carella – 1973<br />

- IL BRIGANTAGGIO POST‐UNITARIO NEL<br />

BRINDISINO: F. Cocciolo – 1996<br />

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