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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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I governi <strong>nel</strong>l’Italia unita dell’800<br />

Nei primi anni di esistenza del regno d'Italia, i governi<br />

<strong>nel</strong> post‐Cavour furono formati dalla cosiddetta<br />

“destra storica”, un partito che rappresentò gli<br />

interessi dei grandi proprietari fondiari imborghesiti<br />

e anche di una parte <strong>della</strong> grossa borghesia.<br />

Il partito <strong>della</strong> destra, con a capo Minghetti e Lanza,<br />

creò l'apparato amministrativo statale, l'esercito e la<br />

flotta dello stato unitario, e stanziò inoltre molti<br />

mezzi per la costruzione delle ferrovie, destinate a<br />

collegare le diverse parti d'Italia.<br />

L'opposizione alla destra fu condotta dal partito <strong>della</strong><br />

sinistra, che contò con molti ex repubblicani con a<br />

capo De Pretis e Crispi, ex garibaldini. La sinistra fu<br />

appoggiata anche dai grandi finanzieri, dagli<br />

industriali e dai commercianti, che mirarono a<br />

prendere la direzione del paese <strong>nel</strong>le proprie mani.<br />

Nel 1876 cadde l'ultimo governo <strong>della</strong> destra e salì al<br />

potere la sinistra che, con il primo ministro De Pretis,<br />

concluse trattati commerciali a condizioni più<br />

vantaggiose per gli industriali, estese e accelerò la<br />

costruzione delle ferrovie e <strong>della</strong> flotta mercantile.<br />

Nel 1878, il 9 gennaio, morì Vittorio Emanuele II e salì<br />

sul trono d’Italia l’erede Umberto I.<br />

In questo periodo vennero compiuti i primi tentativi<br />

di espansione coloniale. La borghesia italiana aspirò<br />

alla Tunisia, che però, <strong>nel</strong> 1881, fu occupata dalla<br />

Francia.<br />

I rapporti fra Italia e Francia s'inasprirono, e così, <strong>nel</strong><br />

1882 l'Italia entrò <strong>nel</strong>la Triplice Alleanza con la<br />

Germania ‐l’ex Prussia‐ e l'Austria‐Ungheria.<br />

L'espansione coloniale italiana si rivolse allora<br />

all'Africa orientale. Nel 1885 l'Italia occupò la città di<br />

Massaua, sul litorale africano del Mar Rosso e penetrò<br />

poi <strong>nel</strong>l'interno, fondando la sua prima colonia,<br />

l'Eritrea. Tre anni dopo dichiarò il protettorato su<br />

una parte <strong>della</strong> Somalia.<br />

La sinistra promosse un nuovo allargamento del<br />

diritto elettorale, portando il numero degli elettori a<br />

due milioni, ma larghi strati di operai, di artigiani e di<br />

contadini rimasero ancora ai margini <strong>della</strong> vita<br />

politica. Venne abolita la tassa sul macinato, ma poi<br />

vennero introdotte nuove e non certo meno pesanti<br />

tasse.<br />

Nel 1887, morto il primo ministro De Pretis, divenne<br />

presidente del consiglio per la prima volta un politico<br />

meridionale, Francesco Crispi, che da giovane era<br />

stato mazziniano e uno dei Mille. Dopo l’unificazione<br />

passò alla monarchia, rimanendo primo ministro<br />

quasi interrottamente fino al 1896.<br />

in cui è identificata la Strada S. Benedetto ed è<br />

rappresentata l´omonima caserma. Seguendo una<br />

direttrice parallela a quella <strong>della</strong> Strada Maestra,<br />

tutto il settore Nord <strong>della</strong> città è solcato, da Ovest<br />

verso Est, dalla Strada S. Barbara, ancora un errore<br />

<strong>della</strong> “Pianta” giacché non si tratta <strong>della</strong> santa ma<br />

del cognome Santabarbara, fino a Largo S°<br />

Prefettura, quindi la Strada delle Scuole Pie fino a<br />

Largo Cattedrale e poi la Strada Colonne. Su Largo<br />

Cattedrale, oltre alla chiesa sono identificati il<br />

Collegio, il Palazzo arcivescovile, e l´Ospedale civile,<br />

e da quel largo partono la Strada Santa Chiara e la<br />

Strada Montenegro in direzione Nord, e la Strada del<br />

Duomo verso Sud.<br />

Più a Nord, partendo ancora dal castello di terra, c’è<br />

la Strada S. Aloy fino a Largo S. Paolo con indicata<br />

l´impronta <strong>della</strong> chiesa tutt´una con quella<br />

dell´adiacente S° Prefettura e quindi, la Strada De<br />

Leo e il Largo S. Teresa con l´impronta <strong>della</strong> chiesa.<br />

Da S. Paolo, da De Leo e da S. Teresa, si poteva<br />

scendere alle Sciabiche e quindi al mare, transitando<br />

su uno dei tre pendii dei quali il meno ripido e più<br />

esteso era quello centrale, il Pendio Marinazzo tra la<br />

Strada De Leo e la via Sciabiche. L´altro era il<br />

Fontana Salsa.<br />

Il lungomare centrale tra la Sanità Marittima e le<br />

Sciabiche, si chiama Strada Marina, e su quel<br />

lungomare è già chiaramente posizionato l´Albergo<br />

delle Indie Orientali.<br />

Le Sciabiche, lo storico e antichissimo quartiere<br />

marinaro, insediato ai piedi di S. Teresa, così come<br />

<strong>nel</strong>le mappe dell´800, è rappresentato sulla “Pianta”<br />

dai lati del grande blocco triangolo compreso tra S.<br />

Teresa la Strada Montenegro e la via Forno<br />

Sciabiche, e da altri sette blocchi minori allineati di<br />

fronte al mare lungo la banchina del Seno di<br />

Ponente, compresi tra il pendio che scende da S.<br />

Paolo a Ovest e la Strada S. Chiara a Est.<br />

La via Forno Sciabiche finalmente, sbuca a Nordest<br />

su Piazza Monticelli e di fronte alla Strada<br />

Montenegro è indicato Largo Montenegro.<br />

In quanto invece al “Piano regolatore del 1873”,<br />

l’assemblaggio delle originali quattro tavole l’ho<br />

predisposto e rappresentato come se si trattasse di<br />

una mappa unica orientata con il Nord in alto, in cui<br />

i colori indicano: in verde le demolizioni e in rosso<br />

cupo le nuove lottizzazioni da incorporare allo<br />

schema urbano. La rete stradale è mantenuta bianca.<br />

La Tav. I è quella del quadrilatero di sudovest: su un<br />

lato la strada Porta Lecce più la strada Conserva,<br />

sull´altro la strada Carmine, quindi la muraglia da<br />

Porta Mesagne al Bastione San Giacomo con a metà<br />

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