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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Teodoro Monticelli: <strong>Brindisi</strong> 1758 ‐ Pozzuoli 1845<br />

La clausola, naturalmente, venne disattesa e vi furono<br />

scaramucce e vere e proprie battaglie, tra navi inglesi,<br />

francesi e napoletane.<br />

Finalmente, con la pace di Amiens stipulata dalle<br />

potenze europee <strong>nel</strong> 1802, si accordò che i territori<br />

del regno napoletano fossero liberati, sia dalle truppe<br />

francesi e sia da quelle inglesi e russe, e così la corte<br />

borbonica da Palermo tornò a Napoli.<br />

Il 18 maggio 1804 il senato francese proclamò<br />

Napoleone imperatore e il 2 dicembre del 1804, <strong>nel</strong>la<br />

cattedrale di Notre Dame, fu celebrata la cerimonia di<br />

incoronazione: dopo che le insegne imperiali furono<br />

benedette da papa Pio VII, Napoleone incoronò prima<br />

sé stesso imperatore dei francesi, e quindi imperatrice<br />

sua moglie Giuseppina.<br />

Napoleone incoronato re d'Italia <strong>nel</strong> Duomo di Milano<br />

Scultura di Gaetano Monti ‐ Palazzo Brera – Milano<br />

«… Sin dal 1792, intorno a Teodoro Monticelli, nato<br />

a <strong>Brindisi</strong> <strong>nel</strong> rione Sciabiche il 5 ottobre 1759, si<br />

raccoglieva il primo club giacobino sorto a Napoli e<br />

forse in Italia, trasformazione di una già operante<br />

loggia massonica.<br />

Monticelli Teodoro era figlio cadetto del barone<br />

Francesco Antonio e di Eleonora dei conti di Sala.<br />

Compì i suoi primi studi presso i Padri Scolopi delle<br />

Scuole Pie, si trasferì poi a Lecce dai Padri Celestini<br />

dove prese l’abito talare; passò al collegio di<br />

Sant`Eusebio di Roma, e infine <strong>nel</strong> 1792 giunge a<br />

Napoli per insegnare filosofia, e qui trascorre tutta<br />

la sua vita di studio, di insegnamento e di ricerca.<br />

Morì a Pozzuoli il 5 ottobre 1845.<br />

Teodoro Monticelli fu uno dei primi in Italia ad<br />

infervorarsi ed a soffrire per le nuove idee di libertà<br />

e di emancipazione sviluppatesi <strong>nel</strong>l’ambiente<br />

illuministico napoletano, e che dalla rivoluzione<br />

francese del 1789 ebbero impulso all’azione, onde la<br />

sua figura giganteggia eroicamente <strong>nel</strong> processo<br />

<strong>della</strong> congiura giacobina del 1794 e in quello del<br />

1798: per incrollabile saldezza di carattere, fu tra i<br />

pochissimi che s’imposero…» c.d.s.d.b. 1787‐1860<br />

Fondata a Napoli la repubblica tra il 22 e il 24<br />

gennaio 1799, a <strong>Brindisi</strong> le notizie non giunsero<br />

immediatamente, né da Napoli né da Lecce.<br />

Il 4 febbraio, Vittoria e Adelaide, due principesse<br />

francesi zie del re Luigi XVI, giunsero <strong>nel</strong> porto di<br />

<strong>Brindisi</strong> accompagnate da un gruppo di nobili in<br />

fuga dalle truppe napoleoniche e in attesa di un<br />

sicuro imbarco per Corfù, dove furono poi portati<br />

tutti da due fragate Russe.<br />

L’8 febbraio, finalmente, si seppe a Lecce e quindi<br />

<strong>nel</strong>la provincia, e incluso a <strong>Brindisi</strong>, <strong>della</strong> fuga del re<br />

Ferdinando IV da Napoli a Palermo e <strong>della</strong><br />

proclamata repubblica partenopea.<br />

«… La notte del 14 febbraio, il popolo di <strong>Brindisi</strong><br />

tumultò contro quelli che <strong>nel</strong>la città congiurassero<br />

contro il re, pretendendo così di prenderne la difesa.<br />

Gli abitanti del quartiere <strong>della</strong> marina, sciabicoti,<br />

erano alla testa <strong>della</strong> rivoluzione che <strong>nel</strong> seguente<br />

giorno 15 divenne assai grave.<br />

Quasi tutti i gentiluomini, e l’arcivescovo Annibale<br />

De Leo, furono arrestati e tradotti al castello. Si<br />

sarebbe forse passato a misure più gravi se non<br />

fosse stato per un avvenimento provvidenziale.<br />

Sull’ore 16 si sparse la voce, infondata, che il<br />

principe ereditario di Napoli fosse in incognito tra<br />

un gruppo di emigrati corsi, che erano giunti in città<br />

in cerca di un imbarco per Corfù, essendosi<br />

dichiarati contrari alla rivoluzione francese.<br />

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