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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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E per ricondurre entro la nuova politica conservatrice<br />

anche quei sacerdoti e monaci che su posizioni più o<br />

meno gianseniste avevano aderito alla rivoluzione, il<br />

nuovo governo incaricò i vescovi di controllare tutti<br />

gli istituti religiosi delle rispettive diocesi affinché<br />

ovunque si rispettasse l'ortodossia tridentina.<br />

Il 27 settembre 1799 l'esercito napoletano conquistò<br />

Roma mettendo fine all'esperienza repubblicana<br />

rivoluzionaria anche <strong>nel</strong>lo Stato Pontificio e<br />

reinsediandovi il principato del Papa.<br />

Tra la fine del 1799 e l’inizio del 1800 però, con il<br />

ritorno di Napoleone dall’Egitto, ci fu in tutta Italia la<br />

riscossa francese, con la rifondazione <strong>della</strong><br />

Repubblica Cisalpina e la riconquista di Toscana,<br />

Piemonte, Roma e Napoli.<br />

Nel 1801, infatti, gli interventi militari napoletani, <strong>nel</strong><br />

tentativo di abbattere la Repubblica Cisalpina, si<br />

spinsero fino a Siena, dove si scontrarono senza<br />

successo con le truppe d'occupazione francesi del<br />

generale Gioacchino Murat.<br />

Alla sconfitta delle truppe borboniche seguì<br />

l'armistizio di Foligno, il 18 febbraio 1801, e poi la<br />

pace di Firenze del 28 marzo 1801 tra il re di Napoli e<br />

Napoleone, a seguito <strong>della</strong> quale furono varati una<br />

serie d’indulti che permisero a molti giacobini<br />

napoletani di uscire dalle carceri.<br />

L’abbandono totale in cui è stato lasciato il porto, ha<br />

dato vita a paludi estesissime che circondano la città<br />

e riempiono l’aria di esalazioni pestilenziali, per cui<br />

non esiste più un volto roseo in <strong>Brindisi</strong>. La febbre<br />

malarica regna durante tutto l’anno e sono pochi<br />

quelli che tirano innanzi la loro miserabile vita sino<br />

all’età di sessant’anni...’’.<br />

E l’illustre viaggiatore non esitò a entrare in<br />

polemica con Pigonati ribattendogli, tra altro, anche<br />

una delle tante asseverazioni che, dimostrando<br />

molta poca benevolenza verso gli abitanti di<br />

<strong>Brindisi</strong>, egli scrisse <strong>nel</strong>la “Memoria del riaprimento<br />

del porto di <strong>Brindisi</strong>” pubblicata <strong>nel</strong> 1781.<br />

Carl Ulysses von Salis scrisse:<br />

‘’… Ma con quale giustizia si può rimproverare ai<br />

brindisini la loro indolenza, perché lavorano solo<br />

quattro ore al giorno e passano il rimanente <strong>della</strong><br />

giornata <strong>nel</strong>le taverne, cercando di affogare <strong>nel</strong> vino<br />

la loro miseria? I lavori di alcuni anni addietro<br />

vennero così mal eseguiti dall’ingegner Pigonati,<br />

forse per ignoranza o altra ragione, che la città è<br />

tuttora così miserabile e insalubre com’era prima<br />

<strong>della</strong> sua venuta. Sebbene siano appena passati soli<br />

undici anni dacché l’opera di Pigonati è stata<br />

compiuta, già il canale è nuovamente bloccato dalle<br />

alghe e dalla rena...’’.<br />

I vari lavori poi realizzati da Pollio, furono in parte<br />

utili, ma furono solo accessori al problema di fondo:<br />

«… Si costruì il nuovo Lazzaretto <strong>nel</strong> fianco sinistro<br />

del porto interno, che prima era sull’isola di<br />

Sant’Andrea.<br />

Fu anche colmata e rialzata sul livello del mare la<br />

strada <strong>della</strong> Mena, <strong>nel</strong> mezzo <strong>della</strong> quale passava un<br />

canalone che la bisecava e in cui si ricevevano le<br />

acque del mare che s’imboccavano in quello e da<br />

ponente e mezzogiorno, le acque che calavano dai<br />

rialti <strong>della</strong> città e che, ristagnando cagionavano aria<br />

micidiale. I residui di molti pezzi di legno di barche e<br />

di altri attrezzi pescarecci avean fatto credere, che<br />

era un ramo del porto. La strada così riformata si<br />

chiamò Carolina, come la regina. Vi furono formati<br />

de canali sotterranei, che con declivio artificioso<br />

ricevessero le acque <strong>della</strong> città e le portassero a<br />

mare, senza che questo potesse in avvenire<br />

parteciparli le sue.<br />

Infine, dall’arsenale sino alla barca di Santa Maria,<br />

furono formate delle banchette di smisurati macigni.<br />

Il re, che aveva molto a cuore l`opere del restauro, fu<br />

a <strong>Brindisi</strong> e volle di persona visitar l’opera del porto<br />

il 27 aprile del 1797, e colle reali sue mani volle<br />

scandagliare i fondi del canale…» c.d.s.d.b. 1787‐1860<br />

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