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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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L’uragano napoleonico<br />

Dopo che i territori italiani conquistati da Napoleone<br />

<strong>nel</strong> nord Italia furono organizzati <strong>nel</strong>la Repubblica<br />

Cisalpina, che fu fondata impostandola politicamente<br />

sul modello francese, il Direttorio a Parigi ordinò di<br />

invadere Roma e creare, sullo stesso modello, anche<br />

una repubblica Romana.<br />

L’occupazione di Roma inasprì i rapporti tra Francia<br />

e regno di Napoli, e il re Ferdinando IV tentò di<br />

liberare Roma. L'esercito napoletano però, capitanato<br />

dal generale austriaco Karl Mack e costituito da circa<br />

116.000 uomini, dopo aver inizialmente raggiunto<br />

Roma subì una serie di pesanti sconfitte e si disgregò<br />

<strong>nel</strong>la ritirata.<br />

L'operazione, dunque, si risolse in un insuccesso e le<br />

truppe francesi del generale napoleonico Jean Etienne<br />

Championnet, incontrarono aperta la strada su<br />

Napoli, costringendo il re Ferdinando IV a rifugiarsi<br />

in Sicilia, alla fine del 1798.<br />

E pressoché contemporanea alla caduta <strong>della</strong><br />

monarchia napoletana fu quella piemontese: infatti, il<br />

re Carlo Emanuele IV di Savoia fu costretto a firmare<br />

un atto col quale, di fatto, cedette ai Francesi ogni<br />

autorità sul Piemonte. Infine, ai primi di marzo del<br />

1799, i Francesi procedettero all’occupazione del<br />

Granducato di Toscana, costringendo il granduca<br />

Ferdinando III ad abbandonare Firenze.<br />

La Cattedrale di <strong>Brindisi</strong><br />

Restaurata dopo il terremoto del 1743<br />

la statua vestita <strong>della</strong> Madonna, la mattina seguente<br />

al terremoto, fu trovata in quella configurazione<br />

dietro l’uscio <strong>della</strong> chiesa, dai fedeli accorsi, e da<br />

allora si è conservata così fino a tutt’oggi <strong>nel</strong>la stesa<br />

chiesa.<br />

«… Per quell´anno, la processione <strong>della</strong> domenica<br />

infra ottava del Corpus Domini andò al Sedile, dopo<br />

per li Granafei, e l´Arcivescovato, voltò per le Scuole<br />

pie, e poi voltò per Santa Ippolita, e si ritirò agli<br />

Angioli. Ella processione del giovedì, ottava del<br />

Corpus Domini, uscì dagli Angioli, s´indirizzo per<br />

Santa Ippolita, per San Paolo, <strong>nel</strong>la qual chiesa entrò<br />

preceduta da quei religiosi con fiori e torce accese;<br />

andò a Santa Teresa, avanti la chiesa benedisse a<br />

vista il castello, poi uscì e calò per la marina per<br />

avanti Montenegro, voltò per San Giovani, entrò a<br />

Santa Chiara, salì per il caduto domo, entrò <strong>nel</strong>la<br />

chiesa Scuole pie, voltò per avanti l´arcidiacono Stea,<br />

per la Concordia, per avanti Santa Ippolita, e si ritirò.<br />

Nonostante i lavori di demolizione del duomo<br />

procedessero con tutte le possibili cautele, il 20 di<br />

giugno a mezzogiorno, crollò fragorosamente la<br />

metà <strong>della</strong> chiesa e la notte seguente, crollò il<br />

campanile, con due campane che non erano state<br />

ancora ammainate, delle quattro che ce n´erano in<br />

tutto. Il 17 luglio si pose finalmente la prima pietra<br />

per le fondamenta <strong>della</strong> nuova Cattedrale dalla parte<br />

dell´ospedale civile...» c.d.s.d.b. 1529‐1787<br />

In realtà, sembra potersi dedurre che il terremoto,<br />

«… anche se destò grande effetto, produsse danni<br />

molto relativi andando a incidere sensibilmente solo<br />

sul patrimonio edilizio già in fatiscenza ed offrendo,<br />

per altro verso, l’occasione per una ridefinizione<br />

globale degli scenari urbani...<br />

Il numero delle vittime fu estremamente contenuto<br />

e i registri parrocchiali non registrarono, per<br />

febbraio 1743, un indice di mortalità superiore al<br />

consueto…<br />

Il terremoto incise, in maniera rilevante, su<br />

fabbricati quindi già senescenti o comunque in<br />

degrado fornendo così l’occasione per una<br />

ridefinizione in direzione ritenuta più consona ai<br />

tempi, <strong>della</strong> città. Ciò, in certo senso, giustifica le<br />

spese che vollero sostenersi trasformando quelli che<br />

potevano essere lavori di restauro o consolidamento<br />

statico in veri e propri rifacimenti...<br />

Il terremoto aveva offerto l’occasione per adeguare<br />

la cattedrale al gusto del secolo; che l’avesse<br />

distrutta è falso. Di fatto venne presto formandosi<br />

l’opinione che essa fosse crollata a terra fin dal<br />

1743: ’’per lo tremendo terremoto accaduto’’…» ‐<br />

Giacomo Carito‐<br />

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