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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Le misure repressive portarono a un'insanabile<br />

frattura tra la monarchia e la classe intellettuale; le<br />

pene colpirono non solo i democratici, ma anche<br />

riformisti di fede monarchica che, perciò <strong>nel</strong> 1799,<br />

non esitarono ad abbracciare la causa repubblicana.<br />

Nel 1796, al giovane semisconosciuto ufficiale corso,<br />

Napoleone Bonaparte, che si era distinto <strong>nel</strong>la<br />

soppressione <strong>della</strong> ribellione realista di Parigi, il<br />

Direttorio <strong>della</strong> rivoluzione francese affidò il comando<br />

dell’armata del fronte italiano, per intraprendere una<br />

campagna diversiva <strong>della</strong> guerra, ben più importante,<br />

in atto <strong>nel</strong> centro d’Europa contro l’impero asburgico.<br />

Napoleone, sconfitti più volte Piemontesi e Austriaci,<br />

entrò a Milano il 15 di maggio. La successiva caduta<br />

<strong>della</strong> fortezza di Mantova e la minaccia di una marcia<br />

su Vienna da parte delle truppe francesi, che già<br />

erano alle porte <strong>della</strong> città, indussero l'Austria a<br />

firmare il 17 ottobre del 1797 il trattato di<br />

Campoformio che sancì, da una parte il dominio<br />

francese sul Belgio <strong>nel</strong> fronte nordeuropeo e su<br />

Milano e Emilia Romagna <strong>nel</strong> fronte italiano, e<br />

dall’altra il passaggio all'impero asburgico dei<br />

territori italiani dell’antica repubblica di Venezia.<br />

Madonna dell’Assunta <strong>nel</strong>la chiesa di San Paolo<br />

ln quel settembre del 1742, giunse poi a <strong>Brindisi</strong> la<br />

risoluzione che stabilì che anche la chiesa pagasse i<br />

tributi sui propri beni, tributi comunque equivalenti<br />

alla metà <strong>della</strong> tariffa generale stabilita. E, inoltre,<br />

per dare attuazione a tale disposizione statale, si<br />

ordinò la formazione di uno specifico catasto.<br />

In conseguenza, a <strong>Brindisi</strong> l’autorità civile nominò<br />

immediatamente una commissione composta da sei<br />

deputati civili e due ecclesiastici, un agrimensore ed<br />

un estimatore di campagne.<br />

Il tutto accadde perché, finalmente, il 26 d’agosto del<br />

1741, dopo anni d’insistenza da parte del re Carlo<br />

Borbon, si firmò tra la Santa Sede e la Corte di<br />

Napoli il Trattato di accomodamento: un concordato<br />

con il quale scemarono molte delle immunità reali,<br />

locali e personali, che c’erano state fino a quel<br />

momento in tutto il regno in favore <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Il terremoto del 1743 a <strong>Brindisi</strong><br />

A <strong>Brindisi</strong> «... A dì 20 febbraro 1743, giorno di<br />

mercoledì, all’ore ventitré e tre quarti fu in questa<br />

città un terribilissimo terremoto, che in tre repliche<br />

durò minuti due, e fu così orribilissimo che rovinò<br />

tutte l´abitazioni, palazzi, molti caduti e molti non<br />

atti ad essere abitati, ma tutte le case generalmente<br />

danneggiate, e risentite molto.<br />

Il domo non più atto a farsino i sacrificj e le funzioni<br />

divine, tanto che i capitolari officiarono a Santa<br />

Chiara... E fu così spaventoso, che ritirandosi il mare<br />

faceansi vedere aperture <strong>della</strong> terra, et il molo di<br />

Porta Reale diviso in tre parti...<br />

Il novo Seminario precipitato dalla facciata, e così<br />

pure tre camere del palazzo del monsignore<br />

arcivescovo Maddalena. Ai Cappuccini cadè la<br />

campana e cascò pure la campana delli Agostiniani.<br />

Un frate zoccolante, morì per esserli cascato un<br />

muro sopra, avanti il palazzo Blasi alla marina. E<br />

morì pure avanti la Conserva una figliola di tre anni<br />

coricata in letto, che le cascò la casa sopra.<br />

A 26 detto, venne a <strong>Brindisi</strong> il signor Mauro Manieri<br />

di Lecce, ingegnere, e mastro Pascale di Martano,<br />

muratore, li quali consigliarono a monsignore<br />

Maddalena che se ne calasse dal suo palazzo, atteso<br />

il pericolo che minacciava lo smantellare la<br />

Cattedrale... che si incominciò il 28 e si fini di<br />

demolire il primo marzo la prima nave, o sia lamia di<br />

mezzo del domo...» c.d.s.d.b. 1529‐1787<br />

La tradizione popolare vuole che <strong>nel</strong>l’occasione di<br />

quel terremoto, la statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Assunta <strong>della</strong> chiesa di San Paolo, aprisse le mani<br />

che prima teneva congiunte, quasi <strong>nel</strong>l’atto di<br />

chiedere al Signore di placare l’ira divina sulla città:<br />

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