12 storie di microfinanza

BABBAJOLA, IN SARDEGNA PER LAVORARE
SERVE LA FORTUNA DELLA COCCINELLA
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Certo però, che per portare avanti
iniziative che valorizzino il contesto
e le competenze già presenti sul
territorio servono fondi. Nello specifico,
diverse attività si affidano ai sussidi
attivati dalle Regioni, ma esistono paletti
all’ingresso, in particolare per
cooperative e associazioni che vantano
un curriculum recente. In molti
casi, infatti, per accedere ai bandi
di assegnazione sono necessari tre
anni di costituzione.
E anche una volta ottenuti i fondi,
l’erogazione non è immediata, ma
nel frattempo il progetto deve partire.
Così accade a Babbajola nell’autunno
2015, quando vince il bando scolastico
della Sezione Primavera per i bambini
tra i 24 e i 36 mesi che non possono
accedere ancora alla scuola d’infanzia.
E qui entra in gioco l’accesso al
microcredito. «I tempi della Regione,
e comunque degli enti pubblici in
generale, sono estremamente dilatati.
Avevamo necessità di un budget di fondo
per portare avanti il progetto. Banca
Etica ci ha fornito un paracadute che
ci ha permesso di iniziare il nostro
percorso», racconta Saba. È stato
il bancario itinerante, presso cui la
cooperativa aveva già aperto il conto
corrente al momento della costituzione,
a suggerire l’idea del microcredito
e la possibilità di accedere al fondo
di garanzia istituito da Banca Etica.
Una scialuppa di salvataggio, insomma,
per un soggetto che non era in grado
di fornire una storia e, di conseguenza,
una garanzia creditizia per gli istituti
bancari tradizionali.
«Dallo scorso ottobre abbiamo
iniziato il lavoro per la nostra scuola
per l’infanzia – racconta Saba – .
Sono le tre nuove socie le colonne
di questo progetto, in quanto educatrici
del servizio primavera». La
diversificazione dei servizi offerti
alla cittadina logudorese è collegata
direttamente alle competenze delle
socie di Babbajola. Per il momento la
predominanza è femminile «a questo
proposito offriamo servizi che sono
declinabili come nettamente femminili,
ma speriamo, in futuro, di aprirci
a competenze, tradizionalmente
e socialmente più affini al genere
maschile».
Intanto la cooperativa sta per soffiare
sulla seconda candelina, manca ancora
qualche mese, chissà, magari la terza
la spegnerà un nuovo socio.