13_rivista_ITAeventi
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Malika Ayane<br />
Giovanni De Mauro Babel Film Festival Speciale Arte<br />
n.<strong>13</strong>
sommario<br />
in questo numero<br />
10.<br />
Moda, Accessori e Cosmesi<br />
22.<br />
Malika Ayane<br />
34.<br />
Giovanni De Mauro<br />
38.<br />
Speciale Arte<br />
56.<br />
Feltrinelli 60 anni<br />
60.<br />
Cinema: L’arte sul grande schermo<br />
62.<br />
67.<br />
Babel, festival del cinema<br />
di Cagliari<br />
Musica: Mamma mia!,<br />
Premio Etta Limiti, Club to Club<br />
74 . Notes<br />
76.<br />
Benessere<br />
78.<br />
Benedetta Parodi<br />
82.<br />
Atelier dei Sapori<br />
84.<br />
Palato Curioso<br />
88.<br />
Zapping: Paola Marella<br />
92.<br />
Libri: Fatma Ruffini<br />
n.<strong>13</strong><br />
Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale<br />
di Milano al numero 335 del 25/10/20<strong>13</strong><br />
www.itaeventi.it<br />
www.facebook.com/itaeventi<br />
twitter.com/itaeventi<br />
Direttore responsabile<br />
Guido Biondi<br />
Grafiche e impaginazione<br />
Massimiliano Pallai<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Bruno Quiriconi, LAmanu, Andrea Thomas,<br />
Antonio Distefano, Palato Curioso, Atelier dei<br />
Sapori, HeLLeR, Antonello Zanda<br />
Editore - Concessionaria di Pubblicità<br />
MediaAdv s.r.l.<br />
Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano<br />
Tel. +39 02 43986531<br />
info@mediaadv.it<br />
www.mediaadv.it<br />
Stampa<br />
Mediaprint s.r.l.<br />
Via Brenta, 7<br />
37047 San Giovanni Lupatoto (VR)<br />
finito di stampare novembre 2015
editoriale<br />
Profondità e leggerezza.<br />
Una caratteristica tutta italiana nella<br />
musica pop divide dagli anni Settanta<br />
i cantautori cosiddetti impegnati<br />
dal resto della musica leggera. Spesso<br />
l’impegno altro non è che carenza<br />
di idee o mediocri composizioni spacciate per<br />
musica di livello intellettuale. Negli ultimi anni,<br />
complice una maggior apertura a modelli internazionali,<br />
questo cliché sta in parte ridimensionandosi.<br />
E non perché vediamo ospiti a X Factor<br />
Franco Battiato o Francesco De Gregori. Basta<br />
ascoltare Cesare Cremonini dal vivo, in questi<br />
giorni, per comprendere che si può unire sensibilità<br />
e leggerezza senza per questo essere considerato<br />
un artista commerciale. Oltre a Cesare<br />
Cremonini, senza dubbio tra i migliori autori pop<br />
del nostro paese, vale lo stesso per Tiziano Ferro<br />
e molti altri tra i nuovi big dell’intrattenimento.<br />
Ma, in particolare, una cantante rappresenta<br />
al meglio questa nuova incarnazione tra profondità<br />
e leggerezza: è Malika Ayane, alla quale dedichiamo<br />
la copertina. L’artista riesce ad attraversare<br />
con la stessa credibilità il premio della<br />
critica per composizioni sopra le righe e canzoni<br />
da fischiettare sotto la doccia, sempre con grande<br />
dignità e autorevolezza. Non è solo la voce, il<br />
più grande strumento a disposizione di un grande<br />
artista pop (Adele è solo l’esempio più contemporaneo);<br />
è la classe e lo stile di costruire<br />
una carriera scegliendo sempre il meglio tra autori,<br />
compositori, produttori e scelta delle canzoni.<br />
La voce di Malika è unica come lo è stata ed è<br />
tutt’ora quella di Mina: assistere a un suo concerto<br />
durante la performance di “Ricomincio da qui”<br />
è sentire e capire come l’artista riesca a dare importanza<br />
alle parole e alle emozioni sprigionate<br />
dalla forza di una composizione. E, con la stessa<br />
forza espressiva, giocare con l’apparente facile<br />
“Tre cose” e i sorrisi del pubblico. Profondità e<br />
leggerezza senza mai tradire l’imprinting di essere<br />
artisti liberi e senza etichette, capaci di farsi<br />
regalare un brano da Paolo Conte e, nello stesso<br />
tempo, di strizzare l’occhio alle donne che “vogliono<br />
distrarsi e ridere” per “ridurre tutto ad un<br />
giorno di sole” (“Senza fare sul serio”).<br />
Chapeau. (g.b.)<br />
8<br />
ITA EVENTI
moda&accessori<br />
Concept: LAmanu<br />
DEPARTMENT 5<br />
Abito in flanella<br />
Il Natale frizzante<br />
per la donna SUN68<br />
(cardigan)<br />
Il Natale diventa seducente con la<br />
Lingerie gioiello per il natale<br />
firmato VERDISSIMA<br />
Un’autentica parure gioiello<br />
dalle cuciture lineari e invisibili<br />
che danno vita ad un reggiseno<br />
push up a regola d’arte, in total<br />
lace, impreziosito a centroseno<br />
da un vezzoso ciondolo luminoso<br />
e completato da una brasiliana<br />
in pizzo con motivo floreale,<br />
abbinato a inserti di pizzo in<br />
ton sur ton, in vita e sul retro.<br />
Reggiseno Push-up gioiello.<br />
Brasiliana in pizzo gioiello.<br />
verdissima.it<br />
CHRISTMAS<br />
WISH LIST:<br />
ROSSO!<br />
Gonna rossa<br />
con spacco ampio<br />
frontale DAKS<br />
ELISABETTA FRANCHI<br />
Per il Natale 2015, Elisabetta<br />
Franchi crea una serie di special<br />
gifts segnati dall’inconfondibile<br />
stile chic della maison.<br />
elisabettafranchi.com<br />
PAS DE ROUGE<br />
Mocassino con carrarmato in suede<br />
ABATON Chinotto Dark<br />
sobrio e al tempo stesso<br />
stravagante, deciso, profondo,<br />
virile ed autorevolmente elegante.<br />
Le note di testa fresche, verdi ed<br />
agrumate delle foglie del frutto<br />
del chinotto verde,lasciano spazio<br />
ad un cuore rotondo, balsamico,<br />
quasi liquoroso con un fondo di<br />
assenzio, ginepro ed incenso,<br />
che rievocano il gusto che si<br />
prova nell’assaporare questa<br />
delizia dolce-amara. Prodotti<br />
artigianali italiani, che non solo<br />
soddisfano un bisogno materiale<br />
ma regalano anche emozioni. In<br />
vendita nelle migliori profumerie<br />
artistiche. In vendita nelle migliori<br />
profumerie artistiche, concept<br />
store e profumerie di nicchia<br />
e online su abatonbros.com -<br />
ilchinottonellarete.it<br />
10 ITA EVENTI
ABATON<br />
Cappello tesa<br />
mezzaluna fiocco<br />
Concept Store Nicchia<br />
abatonbros.com<br />
Stella Albero di Natale<br />
ELISABETTA FRANCHI<br />
Vestito rosso smanicato DAKS<br />
Rouge Divin di STENDHAL<br />
Un profumo floreale/<br />
speziato, con note<br />
cipriate, che avvolge e<br />
persiste nel tempo, un<br />
richiamo alla passione e<br />
alla sensualità<br />
Un gioiello cosmetico:<br />
Rossetto Art Design<br />
di COLLISTAR<br />
Fuori, il rigore ascetico<br />
ed essenziale di un guscio<br />
di metallo che gioca sul<br />
dualismo platino-oro,<br />
suggerendo le linee<br />
architettoniche di un<br />
moderno totem.<br />
Dentro, la passione che<br />
pulsa, cromie e texture<br />
che si fanno insieme<br />
audaci e carezzevoli.<br />
RUE DES MILLE<br />
bracciali “Fur” in pelliccia<br />
di visone, disponibile<br />
in differenti colori,<br />
con ciondolo in argento<br />
e oro rosa<br />
PAS DE ROUGE Tronchetto in suede color block<br />
La Tradizione e modernità: due anime cucite insieme dalla passione<br />
per il bello e dalla ricerca del vero comfort. Il risultato è una scarpa<br />
che seduce lo sguardo con elegante leggerezza e incanta il piede<br />
con una comodità facile da calzare e perfetta in ogni occasione: da<br />
mattina a sera. Tutto questo senza rinunciare allo slancio sexy di un<br />
tacco: le Pas de Rouge, infatti, possono vantare il primato di aver<br />
portato la comodità ad altezze mai raggiunte - pasderouge.com<br />
ITA EVENTI 11
Sciarpa in maglia rossa ROBE DI KAPPA<br />
Berretto in maglia rossa ROBE DI KAPPA<br />
JOSHUA SANDERS slipon Santa Claus<br />
Snowman red green e white<br />
www.joshua-sanders.com<br />
www.excelsiormilano.com<br />
JOSHUA SANDERS<br />
Red Christmas Sneakers<br />
AMANITA www.amanitamilano.it<br />
Le scarpe disegnate da Francesca<br />
Trezzi sono rigorosamente prodotte da<br />
artigiani qualificati del nord Italia con<br />
pregiati pellami italiani: ne risulta un<br />
prodotto completamente made in Italy.<br />
Forme e dettagli interni le distinguono<br />
per comodità e adeguatezza ai piedi dei<br />
bambini, anche i più delicati. Il look delle<br />
scarpe unisce gusto classico a materiali e<br />
abbinamenti di colore ricercati e divertenti.<br />
12 ITA EVENTI
MERÙ GIOIELLI<br />
anello Chevalier<br />
in oro giallo 18kt<br />
con lavorazione in<br />
similfiligrana, smalto<br />
rosa e cuore in oro<br />
bianco 18kt con<br />
pavè di Diamanti.<br />
BALLANTYNE DONNA<br />
Capsule collection<br />
by Olimpia Zagnoli<br />
Colori e grafiche iper-femminili<br />
si alternano in una serie di<br />
caldi maglioni dai volumi over<br />
che mixano filati sottilissimi a<br />
coste piatte, trecce e punti più<br />
spessi per un effetto tricot.<br />
MERÙ GOIELLI<br />
anello Chevalier in<br />
oro giallo 18kt con<br />
tormalina rosa<br />
a taglio cabochon<br />
BEATRICE B<br />
Anello in oro giallo<br />
18 carati e gemme<br />
TOUS<br />
collezione LYRA<br />
Le luci di Natale si<br />
riflettono in questa<br />
collezione nella quale i<br />
motivi iconici di TOUS<br />
si convertono in sottili<br />
intagli ed effimeri<br />
barlumi di luce.<br />
FRANCOMINA<br />
Bag con pattern ispirato<br />
ad un mood parisienne,<br />
stile Moulin Rouge<br />
Pendente in oro giallo<br />
18 carati e gemme<br />
L’Amore, forse di Barbara Fabbroni Edizionicroce<br />
Un romanzo ricco e appassionante. Un viaggio attraverso forti<br />
emozioni dove l’amore, tradimento e perdono si intersecano.<br />
Barbara Fabbroni in veste narrativa ripercorre un lavoro psicologico<br />
sull’amore. Un ottimo spunto per chi vuole dedicarsi alla lettura<br />
ricercata e poetica dell’amore e un’idea regalo da fare per Natale.
Pioggia di stelle tra smalto e glitter sui gioielli<br />
petite by STROILI per il Natale 2015<br />
PIJAMA<br />
Zip cover Macbook<br />
Girocollo in ottone<br />
rutenio e glitter<br />
STROILI<br />
SPARKLE<br />
MIAHATAMI<br />
Capi dal sapore mediorientale<br />
provenienti dall’affascinante e<br />
misterioso mondo della persia.<br />
Tocchi fashion per uno stile non<br />
convenzionale.<br />
LEITMOTIV<br />
Lo spirito natalizio pop<br />
è protagonista.<br />
Chiodo da donna<br />
in ecopelle<br />
metallizzato con inserti<br />
in materiali tecnici<br />
MISS GRANT (kids)<br />
T-shirt in jersey stretch<br />
color grigio mélange,<br />
impreziosita da una<br />
deliziosa stampa con<br />
strass oro e cristallo<br />
e piccole borchie.<br />
Quando il look non fa un “plissè”<br />
gonna ecopelle laminata<br />
di BETARICE B<br />
www.beatriceb.it<br />
CROCS KIDS<br />
Ballerine dolce vita in glitter<br />
by SCARPE&SCARPE<br />
14 ITA EVENTI
LET IT SNOW!<br />
Maglione blu<br />
fantasia Natale<br />
GANT MEN<br />
Maglione grigio<br />
fantasia Natale<br />
GANT WOMEN<br />
BLIZZARD VIVA<br />
versatilità e divertimento per la<br />
nuova linea tutta dedicata alle<br />
donne. La nuova linea di Blizzard<br />
offre puro divertimento alle sciatrici<br />
amanti della velocità, che vogliono<br />
godersi il brivido della discesa<br />
abbinata alla manovrabilità con<br />
meno sforzo. Sci un po’ più morbidi<br />
e leggeri per dare sicurezza fin<br />
dalle prime curve, ma ricchi di<br />
caratteristiche high-tech ereditate<br />
dai modelli classici, per adattarsi<br />
allo stile di ognuna. Un design<br />
pulito per evidenziare i tratti salienti<br />
di questi sci high-tech e sportivi.<br />
ALESSANDRO LA STELLA<br />
Caldo, avvolgente e<br />
soprattutto ironico. Sul<br />
classico maglione girocollo<br />
in pura lana fa capolino<br />
una simpatica balena<br />
che si lascia trasportare<br />
leggera dalle mongolfiere.<br />
E’ il regalo perfetto per un<br />
uomo che ama l’ironia e<br />
un tocco di eccentricità.<br />
TECNICA MACH1 Calzata perfetta e performance elevata<br />
Uno scarpone comodo alla prima calzata, perché si<br />
adatta alla forma anatomica di ogni piede. E’ l’ultima<br />
innovazione del Tecnica Mach1. Per personalizzare<br />
ulteriormente lo scarpone Tecnica ha ampliato<br />
le aree della scarpetta realizzate con il “Custom<br />
Adaptive Shape”, dotato di materiale a microcellule<br />
termoformabili che, riscaldate a 80°, si adattano a<br />
ogni singola forma del piede. Ulteriore novità anche<br />
la possibilità di un trattamento supplementare<br />
di scafo e suola per la personalizzazione. La<br />
trasmissione della forza dallo sciatore allo<br />
sci è tanto maggiore quanto più naturale è<br />
la posizione dello sciatore sugli sci. Basta<br />
aprire le leve, infilare il piede, chiudere e<br />
leve e si è pronti a partire.<br />
Jazzy Christmas è l’album<br />
natalizio del Paolo Fresu Quintet<br />
featuring Daniele di Bonaventura.<br />
E’ la registrazione di una speciale<br />
esibizione tenutasi a Sassari nel<br />
dicembre del 2012, e contiene<br />
brani ispirati dallo spirito natalizio.<br />
16 ITA EVENTI
Scrivimi sospensione design<br />
MATTEO UGOLINI 2015<br />
Invitano a lasciare un messaggio<br />
i dischi di ceramica bianca delle<br />
sospensioni Scrivimi, sulla cui<br />
parte inferiore sono riprodotti gli<br />
effetti della carta accartocciata:<br />
una peculiarità offerta da un<br />
materiale sorprendente come la<br />
ceramica, che consente di essere<br />
fusa in forme inaspettate.<br />
Nuda, ma brillante! Florinda (Desnuda)<br />
E’ spogliata totalmente del rivestimento,<br />
ma mostra ugualmente lo splendore<br />
della sua struttura: multipli di paralume<br />
che formano una corolla a forma<br />
di tronco di cono, realizzati in filo<br />
metallico con finitura ottone, piegato<br />
e poi saldato manualmente così a<br />
formare composizioni circolari dal<br />
diametro 63 all’imponente 150 cm.<br />
MODO LUCE SRL<br />
NATALE<br />
DOLCE<br />
CASA<br />
Per regalare un fiore… con originalità: AMPOULE<br />
Una goccia di luce, una forma archetipa e pura che nel<br />
suo dinamico slancio racconta l’ineguagliabile poesia del<br />
dono di un fiore. Questo il pensiero ispiratore di un vaso<br />
gigante per un unico fiore, un’opera che caratterizza ogni<br />
spazio con la sua semplicità, raccontando la magia della<br />
sua storia. Il set comprende anche Ampoule S, per una<br />
presenza elegante a centro tavola.<br />
Produttore: MyYour // 2014. Design: Brogliatotraverso<br />
Awards: Bronze A’Design Award<br />
Betty Lounge Chair + pouf -<br />
Design by Christoph Jenni<br />
Ispirata alle curve femminili<br />
(l’omaggio è all’icona<br />
dell’animazione Betty Boop),<br />
la poltrona Betty combina<br />
funzionalità ed estetica in una<br />
forma armonica e definita.<br />
Le sue rotondità e volumi offrono<br />
molteplici possibilità di combinare<br />
differenti rivestimenti e colori.<br />
MAXIDESIGNE ITALIA SRL<br />
Per chi è indeciso se mettere uno<br />
specchio o un orologio: MOMENT<br />
Produttore: Cattelan Italia // 2015<br />
Uno specchio di 90 cm di<br />
diametro scandisce il tempo<br />
nella sua veste elegante e<br />
contemporanea.<br />
Studio di design Brogliatotraverso<br />
Pulcino, seduta informale che<br />
si può anche illuminare grazie<br />
all’impianto luce interna.<br />
Design di Eero Aarnio.<br />
SERRALUNGA srl serralunga.com<br />
Exclusive Meeting Terrace<br />
showroom@serralunga.com<br />
ITA EVENTI 17
HAPPY<br />
NEW<br />
YEAR!<br />
Abito BEATRICE B<br />
SFIZIO Abito bicolor<br />
La couture si declina nell’abito<br />
bicolore rosso e nero, in versione<br />
new glamour: gioca su linee<br />
svasate e texture in tecno cadì, le<br />
maniche sono lunghe e il motivo<br />
di passamaneria luxury in lurex<br />
permette di brillare con classe<br />
al Christmas party più cool.<br />
SFIZIO Tuta pantalone<br />
Dedicato a chi fa della raffinatezza e<br />
della classe il proprio must è la jumpsuit<br />
con pantalone ampio realizzata in tecno<br />
cadì con top in macramè placcato con<br />
un originale rame. Ipermassimalista e<br />
superricco, perfetto per chi non vuole<br />
rinunciare a stupire anche nel periodo<br />
più sfavillante dell’anno!<br />
Abito fashion ma<br />
non convenzionale<br />
di MIAHATAMI<br />
Top degradé<br />
in cashmere<br />
BALLANTYNE<br />
18 ITA EVENTI
CARLO PIGNATELLI SARTORIAL<br />
Smoking in lana jacquard a<br />
micropois con rever a scialle;<br />
fascia e bordino in raso.<br />
Pantaloni a sigaretta, tasca piatta<br />
Camicie e cravatta in setaù<br />
ITA EVENTI 19
moda&accessori<br />
TUTORIAL DI NATALE<br />
Cantante, scrittrice e modella, Heller Gratitude è un esperta di comunicazione audiovisiva.<br />
Conosciuta in rete con i suoi canali YouTube HeLLeRNet e HellStationMusic<br />
(10 milioni di visualizzazioni). Per Itaeventi ha realizzato un make up concepito per il Natale.<br />
VISO<br />
Per la base viso stendi innanzitutto una crema idratante (1)<br />
o un primer (2), poi un fondotinta (3) dello stesso colore del<br />
tuo incarnato e fissa con una cipria trasparente (4). Illumina<br />
e sottolinea i contorni del viso con una terra abbronzante<br />
(5) e passa un po’ di blush color pesca (6) sugli zigomi.<br />
BOCCA<br />
Per le labbra ho usato un rossetto rosso stile anni 50 (7), ho<br />
delineato i contorni con una matita per labbra dello stesso<br />
colore e ho opacizzato il tutto tamponando leggermente con<br />
un fazzolettino di carta.<br />
SGUARDO<br />
Per quanto riguarda gli occhi stendi un ombretto color<br />
burro opaco su tutta la palpebra mobile e sfuma il blush<br />
e la terra usati per gli zigomi nella piega dell’occhio per<br />
dare profonditá. Con un pennellino a penna (8), sfuma<br />
il blush e la terra anche sotto la rima inferiore<br />
dell’occhio. Tira una riga di eye-liner (9) a partire<br />
da metà occhio fino all’angolo esterno.<br />
Se vuoi realizzare una codina a punta<br />
di eye-liner verso l’esterno dell’occhio,<br />
puoi aiutarti con un po’ di scotch<br />
che prima avrai passato sulla mano<br />
per scaricare l’eccesso di colla. Sotto<br />
l’arcata sopraccigliare passa un po’ di<br />
illuminante (10), come anche nell’angolo<br />
interno dell’occhio. Sottolinea le sopracciglia<br />
con una matita dura per sopracciglia dello stesso<br />
colore dei tuoi capelli. Come finish ti consiglio<br />
di passare abbondante mascara (11) sulle ciglia<br />
o addirittura di utilizzare delle ciglia finte per<br />
sottolineare lo sguardo.<br />
BONUS<br />
Puoi utilizzare qualche brillantino su occhi e zigomi<br />
per illuminare il tuo Natale! Ma ricordati che il<br />
MakeUp più bello in assoluto sarà il tuo sorriso! Ti<br />
aspetto su www.youtube.com/hellerchannel per altri<br />
interessantissimi video tutorial! (HeLLeR Gratitude)<br />
20 ITA EVENTI
CLINIQUE<br />
Smart SPF 15<br />
Custom-Repair<br />
Moisturizer<br />
Uno skin care<br />
multi-tasking,<br />
oggi anche<br />
smart<br />
KORFF base<br />
levigante<br />
uniformante,<br />
crea una base<br />
perfetta per il<br />
maquillage.<br />
CLINIQUE<br />
Pop Lip Colour<br />
+ Primer<br />
rossetto di colore<br />
intenso e primer<br />
levigante 2-in -1 .<br />
AMAZING MATTETM<br />
Loose Finish Powder<br />
Questa polvere sciolta è un<br />
prodotto traslucido che usa la<br />
polvere di riso per eliminare<br />
l’effetto lucido della pelle.<br />
CLINIQUE<br />
Chubby Stick<br />
Cheek Colour<br />
Balm, un blush<br />
in stick leggero<br />
e cremoso, che<br />
dona un radioso<br />
tocco di colore.<br />
JANE IREDALE<br />
Una linea di makeup<br />
in grado di offrire<br />
un valido contributo<br />
alla vita delle donne<br />
salvaguardando al<br />
contempo la salute<br />
della pelle.<br />
MICHAEL KORS In tre diverse<br />
tonalità di polveri setose che donano<br />
una naturale abbronzatura.<br />
JANE IREDALE<br />
24-karat Gold Dust<br />
Contiene oro alimentare<br />
a 24 carati. Questa<br />
ricca polvere d’oro può<br />
essere applicata con<br />
l’apposito pennello su<br />
occhi, guance e labbra.<br />
Dona alla pelle un<br />
effetto luminoso senza<br />
conferirle eccessiva<br />
brillantezza.<br />
ANNEMARIE BÖRLIND<br />
Un’ampia varietà di prodotti pensati per<br />
esaltare il fascino femminile e curarne<br />
contemporaneamente la bellezza,<br />
attraverso la scelta di ingredienti di<br />
elevata qualità e innovativi, che sfruttano<br />
le proprietà degli estratti vegetali.<br />
RILASTIN CAMOUFLAGE<br />
mascara volumizzante<br />
Rilastil Camouflage<br />
è la linea studiata<br />
appositamente per garantire<br />
un maquillage di qualità per<br />
le pelli sensibili e reattive<br />
che presentano esigenze<br />
specifiche e necessitano<br />
formulazioni delicate.<br />
COLLISTAR<br />
Mascara ARTdesign<br />
Zero grumi e zero<br />
sbavature. Oltre<br />
a una tenuta<br />
longlasting e a<br />
un’applicazione<br />
100% sicura,<br />
grazie alla formula<br />
oftalmologicamente<br />
testata.<br />
BLINC Ultrathin<br />
Liquid Eyeliner Pen<br />
Eyeliner ultra preciso<br />
ad alta tenuta<br />
ITA EVENTI 21
notes<br />
di Andrea Thomas<br />
I<br />
gioielli di Pilgiò (Antonio Piluso) sono realizzati<br />
grazie ad una lavorazione originale chiamata<br />
Oro Muto che rende la materia scabra e<br />
spugnosa. Tramite trattamenti termici e galvanici,<br />
la superficie dell’oro viene resa simile d’aspetto alla<br />
roccia lavica, al cemento, all’argilla, al legno o alla<br />
sabbia. Nella collezione Inclusioni a questo metallo<br />
vengono uniti, come a fondersi in un’unica amalgama,<br />
l’acciaio, il ferro, il bronzo per creare contrasti<br />
di colore in contrapposizione alle zone d’ombra. È<br />
la vita che si rivela nella materia e che l’uso del gioiello<br />
contribuisce ad alimentare. Infatti, attraverso<br />
la reazione chimica tra il metallo e la pelle, la superficie<br />
del monile si trasforma, modificando nel tempo<br />
i suoi colori a seconda del pH, raccontando lo<br />
stato d’ animo di chi li indossa.<br />
Orecchini in bronzo, oro, ferro e diamanti<br />
Orecchini in bronzo, oro, diamanti bianchi e neri<br />
Anello in argento, bronzo, acciaio, ferro, rame, lava,<br />
mattone, lapislazzuli e diamante rosetta<br />
Anello in bronzo, argento, klinker e diamanti<br />
Fedine in oro bianco, rosso, giallo e diamanti<br />
22 ITA EVENTI
L’UNIVERSO DI MALIKA<br />
Il perfetto equilibrio tra profondità e leggerezza è un lusso concesso a pochi<br />
artisti: la capacità di interpretare brani d’autore e, contemporaneamente, essere<br />
popolari e trasmessi dalle radio. Malika Ayane sta girando l’Italia con un tour<br />
sold-out e, in questa intervista, ci racconta come riesce a colpire con la sua<br />
intensità emozionando prima ancora del pubblico, se stessa. di Guido Biondi<br />
Gli esordi<br />
Quando ha realizzato che la musica<br />
poteva diventare una professione oltre<br />
che una passione?<br />
Io non ho mai avuto la smania di diventare<br />
una cantante famosa. Mi sono<br />
semplicemente accorta che cantare mi<br />
faceva stare bene. E questo, per me, è<br />
sempre stato sufficiente. Già quando<br />
ero una ragazzina e sono entrata al<br />
Teatro alla Scala mi pareva tutto bellissimo;<br />
crescendo ho pensato “se entro<br />
i 25 anni non riesco a mantenermi<br />
con la musica farò altro”. Prima di incontrare<br />
la Sugar (l’etichetta discografica<br />
di Caterina Caselli, ndr) lavoravo<br />
come assistente in uno studio di pubblicità<br />
e, fondamentalmente, mi pagavano<br />
per ascoltare dischi. Potevo andare<br />
a suonare la sera e mi pareva un<br />
ottimo “piano b”: ascoltare musica tutto<br />
il giorno e riuscire a fare i concerti<br />
la sera era splendido! Tutto quello che<br />
è capitato dopo, dallo spot pubblicitario<br />
al primo singolo e così via l’ho vissuto<br />
benissimo, mai con l’ossessione e<br />
l’ansia di non arrivare al traguardo. La<br />
cosa positiva è che la mia carriera è cresciuta<br />
gradualmente, mai di botto con<br />
popolarità improvvisa; ma un percorso<br />
fatto di un passo alla volta che mi auguro<br />
duri il più a lungo possibile.<br />
Musica come terapia<br />
Quindi c’è stata anche una sorta di<br />
scelta responsabile: una sfida con se<br />
stessa.<br />
Esatto. La musica - spesso lo si dimentica<br />
-, è anche un mercato: quando<br />
produci della musica devi avere una<br />
intensità emotiva e una gioia che viene<br />
diretta dal tuo vero essere mentre spesso<br />
ho incontrato persone che pensavano<br />
solo ad arrivare al successo perdendo<br />
di vista l’obbiettivo per il quale la<br />
musica è meglio di ogni medicina: arrivare<br />
a cento persone o a mille cambia<br />
se tu vuoi essere cambiato da questo.<br />
Per lei la musica è qualcosa di terapeutico:<br />
la fa star bene e, di fatto, si<br />
riflette su chi la ascolta.<br />
Assolutamente. E contemporaneamente,<br />
essendo io una grande ascoltatrice<br />
di musica oltre a una musicista,<br />
credo che l’ascolto della musica sia<br />
un’attività tanto quanto produrla. Per<br />
essere fortemente reattivi all’ascolto<br />
della musica devi avere una percezione<br />
molto sviluppata: aprire completamente<br />
i canali auditivi e sensibili. Non penso<br />
ci sia una terapia diversa per chi la fa<br />
che per chi l’ascolta.<br />
Lo strumento della voce<br />
L’avere una voce così particolare e<br />
definendola un dono, pensando anche<br />
alle grandi voci di Adele o di<br />
Mina, è uno strumento che bisogna<br />
saper salvaguardare, modulare, calibrare.<br />
Energia che si trasforma in<br />
uno strumento musicale, il più virtuoso<br />
tra tutti, comporta anche una<br />
grande forza interiore di comunicazione<br />
e di responsabilità.<br />
Una bella voce è un dono. Una voce<br />
particolare direi, al di là della bellezza<br />
che è qualcosa di oggettivo; una voce<br />
particolare è un dono straordinario ma<br />
non è questo dono che fa il cantante<br />
24 ITA EVENTI
proprio perché – come hai anticipato –<br />
la voce è uno strumento. Questo aspetto<br />
viene molto sottovalutato dagli operatori<br />
dell’ambiente musicale: essendo<br />
uno strumento bisogna studiarlo e imparare<br />
a usarlo. Pensiamo alla tecnica<br />
di Mina: lei è l’esempio perfetto, oltre<br />
alla personalità conta l’essere convincente<br />
dell’emotività di certe parole. Riesce<br />
a fare dei virtuosismi con la voce<br />
ed ha fatto un lavoro pazzesco per poterla<br />
gestire. La responsabilità, secondo<br />
me, è nell’utilizzarla con le migliori<br />
intenzioni e l’onestà; non si campa<br />
sul timbro e infatti vediamo cantanti<br />
che perdono il senso di quanto sia<br />
impegnativo lavorare su una canzone.<br />
Adele mi pare l’esempio più adatto: nel<br />
suo primo disco la cosa più impressionante<br />
non era solo la su voce ma cosa e<br />
come cantava; non è per niente così facile.<br />
Proprio per questo è una responsabilità:<br />
hai raggiunto dei livelli per cui la<br />
gente ti ascolta e, inevitabilmente, devi<br />
meritarti le orecchie.<br />
Questo concetto di responsabilità<br />
mi fa pensare a George Michael,<br />
una voce così va tutelata, curata.<br />
Senz’altro. Bisogna curare tutta una<br />
serie di aspetti. Non tutti siamo i Led<br />
Zeppellin e le loro attitudini, una<br />
“sporcatura” di scrittura eccetera, eccetera.<br />
Non avrebbe senso su altre<br />
persone. Bisogna lavorare duro, è la<br />
stessa cosa per gli atleti. Bisogna trattarsi<br />
bene: a nessuno interessa avere<br />
una cosa che funziona a metà. Non c’è<br />
un metodo in assoluto: troppo salutista<br />
per uno o troppo sbracato per un altro,<br />
ognuno ha il suo modo. Ma “il modo”<br />
deve essere tutelato. L’onestà di fare la<br />
cosa che si vuole fare e si sa fare.<br />
Nulla vieta di essere Tom Waits.<br />
…Che poi ha smesso di bere da<br />
vent’anni (ride, ndr). Questo ti fa capire<br />
che lui era Waits prima, nel mentre<br />
e ancora adesso. Ha il suo modo di essere<br />
la stessa cosa che era prima. Pazzesco,<br />
non trovi?<br />
L’emotività nelle parole<br />
Prima parlava dell’intensità collegata<br />
all’emotività delle parole che<br />
canta: possiamo azzardare un parallelo<br />
con Joni Mitchell, specialmente<br />
nelle sue prime composizioni<br />
che non ha mai inciso (si trovano<br />
su You Tube, ndr), per la sua capacità<br />
di penetrare l’animo umano. Nel<br />
suo repertorio l’esempio più eclatante<br />
è “Ricomincio da qui”, emotivamente<br />
un crescendo con una grande<br />
catarsi finale. Un brano prezioso e<br />
da centellinare negli ascolti, capace<br />
di sciogliere i nostri grovigli: commovente<br />
e nello stesso tempo capace<br />
di riportare all’essenza chi lo riceve.<br />
È evidente che per ottenere questo<br />
risultato è stato necessario mettere<br />
nel brano tutta se stessa, sbaglio?<br />
È così. Aggiungo che oltre all’intensità<br />
delle parole c’è quella del suono. E<br />
vedo l’effetto che produce quando la<br />
canto dal vivo: è come se fosse una mia<br />
manifestazione d’intenti. Mi fa molto<br />
piacere che hai colto questa cosa: è una<br />
sintesi concentrata dell’aspetto più forte<br />
della mia personalità, non solo musicale.<br />
L’altro brano che rappresenta un’altra<br />
parte di sè è “Glamour”, scritta<br />
da Paolo Conte: rarefatta, ironica,<br />
sottile, anche professionale; qui<br />
emerge tutto lo stile e la classe acquisita<br />
nella sua interpretazione.<br />
Non c’è artista donna contemporanea<br />
in grado di interpretare questo<br />
brano con la stessa intensità.<br />
Nel momento storico del pop super-prodotto,<br />
“Glamour” è effettivamente<br />
– nel paradosso, nella sua antichità<br />
come scrittura – quanto di meno<br />
recente ci sia e, per me, è una boccata<br />
d’aria fresca. Tra l’altro la canzone è<br />
inserita in un album che ospitava una<br />
canzone di Sergio Endrigo e un’altra di<br />
Tricarico, canzoni decisamente toste.<br />
Ti fai portavoce di questa integrità che<br />
rappresentano queste canzoni preziose<br />
senza battere ciglio.<br />
26 ITA EVENTI
Lei preferisce la prima o la seconda<br />
versione di “Glamour”?<br />
Io chiaramente sono molto legata<br />
alla mia versione: quando sono andata<br />
in studio di registrazione a lavorare<br />
con Paolo Conte e ho ascoltato<br />
il brano sembrava una scelta ardita;<br />
sono partita dal pianoforte che lui<br />
aveva suonato e ho chiamato Daniele<br />
Di Gregorio – suo percussionista<br />
e arrangiatore che adesso è in Tour<br />
con me – e, insieme, abbiamo creato<br />
un arrangiamento basato sui colori<br />
delle percussioni. La versione finale<br />
mi ricorda molto alcune cose scure<br />
e percussive di Grace Jones, molto<br />
avanguardiste a loro tempo. Nessuna<br />
delle due versioni prevarica l’altra,<br />
per me sono come due figli…<br />
Per l’album Naïf ha tenacemente<br />
voluto la produzione di Axel Reinemer<br />
& Stefan Leisering (Jazzanova),<br />
maestri di un suono davvero<br />
originale e, a mio parere,<br />
sottovalutato.<br />
Io li amo! Stanno facendo il disco<br />
nuovo che è qualcosa di spettacolare.<br />
Ho insistito molto per produrre<br />
l’album insieme a loro: hanno inventato<br />
uno stile – alcuni anni fa – inedito.<br />
Loro non sapevano nulla di<br />
me: hanno lavorato seguendo le mie<br />
indicazioni di alcuni modelli di produzione<br />
ma, in qualche modo, ho<br />
dovuto dimostrare tutto di me proprio<br />
perché non mi conoscevano.<br />
Dimostrare soprattutto di meritare<br />
il loro rispetto.<br />
Leggerezza e profondità<br />
Ancora una volta la canzone che<br />
ha presentato a Sanremo ha ricevuto<br />
il premio della Critica<br />
Mia Martini della sala stampa.<br />
Ma la percezione è di essere<br />
– unica in Italia – l’artista con licenza<br />
di passare da “Tre Cose” a<br />
“Glamour” con la stessa credibilità.<br />
Senza essere per forza una<br />
seguace di Dylan o una cantautrice<br />
legata a schemi da torre d’avo-
io, tipica di un Paese conservatore.<br />
Questa leggerezza, che ovviamente<br />
ha un’accezione positiva del termine,<br />
emerge in “Senza fare sul serio”:<br />
contiene delle frasi che sono realmente<br />
desideri di innocente evasione<br />
femminile, senza malizie. È un<br />
continuo altalenarsi senza mai uscire<br />
da un binario di credibilità; un<br />
lusso che attualmente ha solo lei.<br />
Secondo me dovrebbero farlo tutti<br />
questo percorso. Io rido molto di me<br />
stessa, non mi considero né carne né<br />
pesce: per il “mainstream” sono troppo<br />
“indie” e per l’”indie” sono troppo<br />
commerciale. Questa situazione<br />
di mezzo, una sorta di imprendibilità,<br />
non è calcolata; a me piace andare<br />
a vedere i musei e le chiese tanto quanto<br />
andare a ballare. La vita non è fatta<br />
di assoluto, non sono abbastanza intelligente<br />
da prendermi troppo sul serio.<br />
La musica per me è terapeutica e rappresentativa<br />
della vita; credo che la leggerezza<br />
sia forse la cosa più complicata<br />
da sostenere e da difendere. Fare l’esistenzialista<br />
sarebbe anacronistico e anche<br />
troppo facile entrare nel meccanismo<br />
dell’incomprensione. Passare da<br />
“Glamour” a “Senza fare sul serio” a<br />
me diverte molto.<br />
Le canzoni degli anni ‘60<br />
Le è mai stato proposto un disco<br />
per il mercato internazionale?<br />
Il paradosso è che all’estero la musica<br />
cantata in italiano ha più presa della<br />
versione in inglese. Io quattro anni<br />
fa scrivevo testi in inglese e mi rendo<br />
conto, cantando ora in italiano, di<br />
come sia più moderno ascoltare in portoghese<br />
Gilberto Gil senza avvertire<br />
nessuna difficoltà linguistica. È comunicazione:<br />
l’importante è che le parole<br />
abbiano dei significati. Le canzoni<br />
degli anni sessanta nella loro semplicità<br />
avevano testi molto chiari rispetto a<br />
molte cose attuali decisamente banali,<br />
con poco amore.<br />
Nel suo ultimo singolo – scritto a<br />
quattro mani con Pacifico - “Tem-
Naif, l’ultimo album di Malika Ayane<br />
pesta”, si avverte questo amore per i<br />
testi degli anni sessanta, apparentemente<br />
semplici ma con frasi taglienti.<br />
In particolare, c’è un passaggio<br />
davvero intrigante: “la libertà è un<br />
concetto semplice se non rinunci al<br />
complicato”.<br />
Con Gino Pacifico, quando scriviamo<br />
insieme, facciamo sempre il gioco della<br />
rima baciata: si potrebbero scrivere<br />
canzoni nuove riutilizzando frammenti<br />
di testi già pubblicati. Le parole hanno<br />
un potere immenso per chi le ascolta:<br />
a volte sorrido quando vedo chi<br />
canta una delle mie canzoni, significa<br />
che qualcuno ha capito o ha interpretato<br />
qualcosa che io ho pensato. È una<br />
delle cose che più danno orgoglio a chi<br />
fa un lavoro come il mio.<br />
Il tour e le endorfine<br />
Il tour sta registrando una serie<br />
di ripetuti sold out, con lei c’è una<br />
band di tantissimi elementi; cosa si<br />
prova a stare per due ore dall’altra<br />
parte del palco?<br />
È la parte migliore di tutto ciò che è<br />
il mio universo. È un momento equamente<br />
diviso tra razionale e irrazionale:<br />
entrano una quantità di aspetti<br />
dell’essere umano tali da non riuscire<br />
a distillarli. Credo che sarebbe la droga<br />
più potente del mondo. Ti trovi<br />
in mano l’energia di questo pubblico<br />
che hai davanti e, contemporaneamente,<br />
devi restituirla affinché non<br />
si spenga. Prendere, dare, restituire,<br />
scambiare… Ci sono nove musicisti<br />
sul palco ed è un continuo scambio<br />
di energia con loro. Come un magnete<br />
quello che prendo lo restituisco al<br />
pubblico. È qualcosa di pazzesco, riesco<br />
solo ad avere tre momenti per respirare<br />
veramente. Ma non lo cambierei<br />
con nient’altro. Posto che faccio una<br />
vita salutista quasi ascetica, non conosco<br />
niente di così forte come le endorfine<br />
che si sviluppano – in totale sobrietà<br />
- nell’abbandono alla musica. I<br />
sensi sono inebriati molto più dell’effetto<br />
di un buon vino. È il potere della<br />
musica quando sei nella totale apertura,<br />
non hai bisogno più di niente. Pensiamo<br />
ai monaci, ai Dervisci: la musica<br />
porta alle visioni.<br />
Musei, mercatini vintage<br />
e osservare<br />
PIassando dal sacro al profano per<br />
ribadire questa sua arte quasi da<br />
farfalla di passare dall’alto al basso,<br />
quali sono le fonti di ispirazione<br />
di Malika o, semplicemente, le scelte<br />
per svagarsi e passare il tempo libero?<br />
Io adoro guardare: mi piace girare per<br />
gallerie, soprattutto quando sono a<br />
Berlino; l’arte contemporanea è, per<br />
me, talmente misteriosa ed è affascinante<br />
vedere quanti modi ci sono di<br />
interpretare il mondo. Mi piace vedere<br />
artisti che non conosco, di cui magari<br />
poi dimenticherò anche il nome.<br />
Poi cammino tantissimo, soprattutto<br />
girando tra i mercatini vintage: ho<br />
l’ossessione per l’abbigliamento e il design.<br />
Una delle cose che preferisco fare<br />
è sedermi in un bar per bere un caffè<br />
e guardare la gente: è il mio sport preferito.<br />
32 ITA EVENTI
itratti<br />
Internazionale è un punto di riferimento<br />
autorevole per leggere il meglio della<br />
stampa straniera e approfondire i grandi<br />
temi di attualità. Itaeventi ha intervistato<br />
il suo fondatore e direttore. di Guido Biondi<br />
Come viene definita dal suo direttore<br />
Internazionale è una sorta<br />
di isola nel panorama editoriale<br />
italiano. In edicola dal 1993, il settimanale<br />
è una vetrina autorevole su<br />
quanto di meglio viene pubblicato dalla<br />
stampa straniera sull’attualità e sui<br />
temi della politica, ecologia, letteratura,<br />
spettacolo etc. Una lente d’ingrandimento<br />
per una rassegna stampa salutare<br />
e l’approfondimento sui grandi<br />
temi e i dibattiti del momento. Giovanni<br />
De Mauro ha “sposato” la sua<br />
professione insieme ad alcuni suoi amici<br />
con i quali ha fondato il magazine:<br />
“Faccio Internazionale da 22 anni ne<br />
ho 50 quindi grande parte della mia<br />
vita professionale è girata intorno a Internazionale”.<br />
Curioso che ha cominciato come<br />
grafico, conferma?<br />
Sì, ho cominciato a lavorare a 18 anni<br />
all’Unità, entrando come sostituto<br />
per le ferie di un collega. Ero nel servizio<br />
grafico dell’Unità: negli anni Ottanta<br />
era l’organo del Partito Comunista,<br />
vendeva centinaia di migliaia di<br />
copie – in particolare di domenica -,<br />
aveva una grande redazione, uffici di<br />
corrispondenza, un quotidiano nazionale<br />
tra i più venduti in Italia. Quando<br />
sono arrivato stavano dismettendo<br />
le ultime linotype, stava arrivando<br />
la rivoluzione tecnologica; avevamo<br />
ancora le macchine da scrivere. Il mestiere<br />
di grafico in un quotidiano in<br />
quegli anni era completamente diverso<br />
rispetto ad oggi: tutto fatto su carta<br />
con enormi menabò… Io già mi divertivo<br />
durante la scuola media ad immaginarmi<br />
questi giornali: al liceo già facevo<br />
dei ciclostilati, impaginati molto<br />
rudimentali. Il divertimento consisteva<br />
nel disegnarli, incollare i pezzi di carta<br />
oltre che scriverli: ho sempre combinato<br />
questo gusto e questa passione per il<br />
lato progettuale e visivo e quello tipicamente<br />
di scrittura. Quindi sono sempre<br />
stato diviso tra grafica e giornalismo.<br />
Dopo il liceo mi divertivo a fare<br />
i manifesti nazionali della Fgci nella<br />
quale militavo. Dopo l’Università e<br />
l’esperienza quale grafico sono passato,<br />
sempre all’Unità, alla cronaca di Roma<br />
e, successivamente, a Tango, il supplemento<br />
satirico “genitore” di Cuore.<br />
Nella redazione di Tango facevo il ragazzo<br />
di bottega e oltre ad aver conosciuto<br />
Staino, il direttore, erano di casa<br />
Ellekappa, Altan, Andrea Pazienza,<br />
Roberto Perini, un giovanissimo Corrado<br />
Guzzanti, e tanti altri, un’esperienza<br />
straordinaria e molto formativa.<br />
Sono poi andato a lavorare al Salvagente,<br />
altro inserto del quotidiano, sui diritti<br />
dei consumatori.<br />
E arriviamo a Internazionale.<br />
Com’è nata l’idea?<br />
L’ho fondato insieme a tre amici: loro<br />
facevano ancora l’università ed erano<br />
poco più giovani di me; facevamo<br />
sempre le vacanze insieme. Ero l’unico<br />
con qualche esperienza di giornalismo,<br />
loro facevano storia dell’arte, filosofia<br />
e scienze politiche. Tutt’ora sono i<br />
vicedirettori di Internazionale. L’idea è<br />
nata scoprendo un po’ per caso Courrier<br />
International che era ed è il settimanale<br />
francese a cui ci siamo ispirati:<br />
“perché non proviamo a farlo anche<br />
in Italia?”. Con questo spirito abbiamo<br />
fatto il numero zero, il conto economico<br />
e abbiamo cominciato a cercare i finanziamenti<br />
per partire.<br />
34 ITA EVENTI
ITA EVENTI 35
determinate testate?<br />
Siamo divisi per aree geografiche<br />
continentali e aree tematiche: un<br />
editor segue l’America latina, un<br />
altro il Medioriente e l’Africa eccetera;<br />
ci sono anche collaboratori<br />
che svolgono un lavoro di<br />
preselezione. Lo stesso vale per i<br />
temi: economia, scienza, ecologia<br />
e così via. Quando il giornale<br />
è nato nel 1993 Internet non esisteva,<br />
si viveva di rapporti di persone<br />
sul posto, con l’invio degli<br />
articoli di notte via fax.<br />
Internazionale è sempre stato<br />
ed è indipendente?<br />
Sì, non appartiene a nessun<br />
grande gruppo editoriale.<br />
Avete mai ricevuto delle offerte<br />
da uno di questi gruppi editoriali?<br />
Mai.<br />
Capita di “strappare” alla concorrenza<br />
dei quotidiani o settimanali<br />
italiani alcuni articoli<br />
di testate internazionali?<br />
Sì, capita. Con gli articoli - a differenza<br />
dei libri per i quali si fanil<br />
primo numero di Internazionale<br />
Quindi non c’è stato bisogno<br />
di comprare la licenza per riprodurre<br />
il settimanale francese?<br />
Abbiamo stabilito un rapporto<br />
con loro, molto buono, che dura<br />
tutt’ora. Ma nessuna formalizzazione<br />
contrattuale. Oggi loro<br />
sono all’interno del gruppo Le<br />
Monde.<br />
Una volta portato in edicola<br />
Internazionale come vi siete<br />
organizzati per riprodurre il<br />
meglio delle notizie degli altri<br />
giornali?<br />
È abbastanza semplice: puoi<br />
comprare a singolo articolo o<br />
fare accordi coi vari giornali di<br />
ogni nazione; intervengono tante<br />
variabili. A volte paghi i giornalisti,<br />
altre gli agenti o le testate o le<br />
syndication; da Le Monde al New<br />
York Times ogni testata ha i suoi<br />
codici. Sintetizzando paghi i diritti<br />
per la riproduzione di un articolo.<br />
Nella vostra redazione ciascuno<br />
ha l’incarico di monitorare<br />
36 ITA EVENTI
no delle aste – succede di avere<br />
un prezzo predefinito: se lo vuoi,<br />
accetti; a meno che non ci sia un<br />
accordo differente. Oggi, con l’esperienza<br />
acquisita, abbiamo già<br />
moltissimi accordi con diverse<br />
testate con tariffe fisse o variabili.<br />
Nel magazine vengono pubblicati<br />
anche articoli di giornalisti<br />
o artisti italiani.<br />
Sì, ma sono pochissimi, a parte<br />
qualche rubrica. È veramente<br />
raro pubblicare un articolo di<br />
un giornalista italiano; l’abbiamo<br />
fatto – a tratti – ma la nostra<br />
“missione” è concentrarci su articoli<br />
dalla stampa straniera e a<br />
quello ci atteniamo: è il motivo<br />
per il quale i lettori ci seguono.<br />
Nonostante la crisi delle vendite<br />
pare che Internazionale<br />
goda di ottima salute, lo può<br />
confermare?<br />
Sì, il giornale va bene nella versione<br />
cartacea e anche in quella<br />
digitale. Le copie vendute in edicola<br />
sono in crescita, tra edicola<br />
e abbonamenti vendiamo circa<br />
120.000 copie.<br />
Le è mai stato richiesto di dirigere<br />
un settimanale come Panorama<br />
o L’Espresso?<br />
No, mai. Consideri che siamo<br />
abbastanza un ’isola nel panorama<br />
editoriale: manteniamo la<br />
nostra indipendenza, non frequentiamo<br />
molti giornalisti del<br />
settore.<br />
Per i vostri lettori un momento<br />
di confronto – anche “fisico”<br />
e non virtuale – è il festival<br />
di Internazionale a Ferrara,<br />
un appuntamento che si rinnova<br />
di anno in anno.<br />
Il festival si snoda in tre giorni<br />
di incontri e dibattitti che ruotano<br />
intorno a ciò che succede nel<br />
mondo, cercando di spaziare a<br />
360 gradi come nel settimanale.<br />
Oltre ad approfondire cerchiamo<br />
anche di anticipare i grandi temi<br />
di attualità e le aree geografiche<br />
più interessanti. Ovviamente ci<br />
sono autori, giornalisti, collaboratrici<br />
e collaboratori che durante<br />
l’anno scrivono su Internazionale.<br />
È come se durante i tre<br />
giorni del festival costruissimo<br />
un grande numero del giornale<br />
dal vivo.<br />
sopra: visuale dall’alto del Festival<br />
Internazionale 2015 a Ferrara<br />
ITA EVENTI 37
arte<br />
Il suo vero nome è Barbara Millicent Roberts, ma per tutti<br />
è solo Barbie. Definirla una bambola sarebbe riduttivo.<br />
Barbie è un’icona globale, che in 56 anni di vita è riuscita<br />
ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale,<br />
antropologica. di Andrea Thomas<br />
Il Museo delle Culture di Milano<br />
le dedica una mostra,<br />
curata da Massimiliano Capella,<br />
dal titolo Barbie The Icon,<br />
prodotta da 24 Ore Cultura in<br />
collaborazione con Mattel. Fino<br />
al <strong>13</strong> marzo 2016, la mostra racconta<br />
l’incredibile vita di questa<br />
bambola che si è fatta interprete<br />
delle trasformazioni estetiche<br />
e culturali della società lungo<br />
oltre mezzo secolo di storia, ma<br />
- a differenza di altre, o di altri<br />
miti della contemporaneità che<br />
sono rimasti stritolati dal passare<br />
del tempo - ha avuto il privilegio<br />
di resistere allo scorrere<br />
degli anni e attraversare epoche<br />
e terre lontane, rappresentando<br />
ben cinquanta diverse nazionalità,<br />
e rafforzando così la sua<br />
identità di specchio dell’immaginario<br />
globale. Dal giorno in<br />
cui ha debuttato al New York International<br />
Toy Fair, esattamente<br />
il 9 marzo 1959, Barbie ha intrapreso<br />
mille diverse professioni.<br />
È andata sulla luna, è diventata<br />
ambasciatrice Unicef e ha indossato<br />
1 miliardo di abiti per 980<br />
milioni di metri di stoffa. Ma soprattutto<br />
Barbie è cambiata con<br />
lo scorrere del tempo, non solo<br />
delle mode o della moda, ma si<br />
è trasformata per essere sempre<br />
al passo con il mondo. Ed è diventata<br />
una vera e propria icona.<br />
La prima Barbie è stata venduta<br />
per tre dollari e a oggi sono state<br />
vendute oltre un miliardo di<br />
esemplari. La mostra è articolata<br />
in 5 sezioni e preceduta da una<br />
sala introduttiva, Who Is Barbie?,<br />
dove si trovano i 7 pezzi iconici<br />
e rappresentativi per decadi dal<br />
1959 ad oggi, oltre alle curiosità,<br />
ai numeri e al making of globale<br />
di Barbie; le altre sezioni sono:<br />
Barbie è la moda, Barbie Family,<br />
Barbie Careers, Regina, diva e celebrity,<br />
Barbie icona globale. A<br />
fine percorso viene presentata<br />
Barbie Mudec, con una casella<br />
di posta dove i bambini possono<br />
lasciare a Barbie lettere, suggerimenti<br />
o disegni.<br />
Libro Barbie<br />
The Icon,<br />
24 Ore Cultura,<br />
di Massimiliano<br />
Cappella,<br />
208 pagine.<br />
MUDEC - Museo delle Culture<br />
via Tortona 56, Milano<br />
fino al <strong>13</strong> marzo 2016<br />
info: 02 54917 - www.mudec.it<br />
Ruth<br />
Handler e il<br />
marito Elliott ©<br />
Mattel Inc.<br />
Ruth e Elliot Handler,<br />
creatori di Barbie,<br />
con un modello<br />
Bubblecut del<br />
1962.<br />
ITA EVENTI 39
Barbie’s evolution style<br />
(Collectors edition) ©<br />
Mattel Inc.<br />
La storia di Barbie, qui in uno<br />
scatto per la linea Collectors,<br />
dal modello Teen Age Fashion<br />
Model Barbie Doll (1959) fino<br />
alla Hard Rock Cafe #2<br />
Barbie (2004)<br />
Barbie Twist’N’ Turn,<br />
1967 © Mattel Inc.<br />
Barbie Twist’N’ Turn appare<br />
nel 1967, con il busto ruotabile, il<br />
makeup completamente cambiato,<br />
le ciglia in fibra sintetica applicate<br />
agli occhi più grandi. Barbie non è più<br />
identificabile con le Pin up americane<br />
o con le grandi dive di Hollyvood<br />
degli anni Cinquanta, bensì con<br />
le nuove icone britanniche della<br />
moda, da Jean Shrimpton a<br />
Twiggy.
Barbie Grace Kelly<br />
sposa, 2011 © Mattel Inc.<br />
Barbie come leggenda del<br />
cinema hollywoodiano con<br />
abiti altrettanto leggendari:<br />
Grace Kelly con l’abito da sposa<br />
disegnato per le nozze con il<br />
principe Ranieri di Monaco nel<br />
1956 dalla costumista della<br />
Metro-Goldwyn-Mayer<br />
Helen Rose.<br />
ITA EVENTI 41
Barbie as Audrey<br />
Hepburn, 1998 ©<br />
Mattel Inc.<br />
Audrey Hepburn con<br />
il Black evening gown<br />
disegnato per Breakfast<br />
at Tiffany’s da Hubert<br />
de Givenchy (1961).<br />
Barbie<br />
as Marilyn,<br />
1997 ©<br />
Mattel Inc.<br />
ITA EVENTI 43
arte<br />
BELLISSIMA<br />
L’ITALIA<br />
DELL’ALTA<br />
MODA<br />
1945-1968<br />
Più che una mostra un luogo<br />
per respirare – dal vivo – l’eleganza<br />
e la creatività di un periodo unico.<br />
Una selezione di capolavori assoluti<br />
tra abiti e gioielli, con alcune delle<br />
fotografie d’epoca per entrare in<br />
ununiverso nel quale la donna è<br />
l’incontrastata interprete di bellezza.<br />
di Bruno Quiriconi<br />
La grande mostra sull’alta moda<br />
italiana, inaugurata lo scorso<br />
anno a Roma negli spazi del MA-<br />
XXI, si può visitare alla Villa Reale di<br />
Monza in forma rinnovata, con una<br />
sezione totalmente nuova dedicata<br />
ai tessuti, con cui i curatori – Maria<br />
Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano<br />
Tonchi – hanno voluto caratterizzare<br />
il nuovo appuntamento espositivo, allestito<br />
dallo Studio Migliore+Servetto<br />
Architects appositamente per la Villa<br />
Reale di Monza. Negli Appartamenti<br />
della Reggia, al Secondo Piano Nobile,<br />
sono esposti alcuni dei maggiori “capolavori”<br />
dell’alta moda dal dopoguerra<br />
al 1968, provenienti da prestigiose<br />
collezioni pubbliche e private: abiti che<br />
hanno fatto la storia della moda e dello<br />
stile italiano, grazie ai quali è possibile<br />
rivivere atmosfere e suggestioni<br />
dell’alta moda nell’Italia di quegli<br />
anni straordinari. Gli abiti da sera e da<br />
giorno realizzati da autori come Maria<br />
Antonelli, Renato Balestra, Delia Biagiotti,<br />
Biki, Carosa, Roberto Capucci,<br />
Gigliola Curiel, Enzo, Fabiani, Fendi,<br />
Forquet, Irene Galitzine, Fernanda<br />
La marchesa Lisa Corti di Santo Stefano<br />
Belbo indossa un modello Valentino sopra<br />
il colosso in granito di Andrea Cascella,<br />
1966. “Fotografie Ugo Mulas © Eredi Ugo<br />
Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy<br />
Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria<br />
Lia Rumma, Milano/Napoli”<br />
La foto fa parte del servizio “La bella e<br />
la statua” realizzato nel parco di Villa<br />
Bona, una delle residenze fuori Torino<br />
di Gianni e Marella Agnelli, apparso su<br />
‘Vogue Italia’, luglio-agosto 1966.<br />
Gattinoni, Pino Lancetti, Germana<br />
Marucelli, Emilio Pucci, Fausto Sarli,<br />
Mila Schön, Emilio Schuberth, Simonetta,<br />
Sorelle Fontana, Valentino,<br />
Jole Veneziani rivivono attraverso una<br />
coreografia di manichini La Rosa e ricostruiscono<br />
una galassia di voci spesso<br />
caratterizzate da rapporti molto stretti<br />
con il mondo dell’arte e del cinema. A<br />
completare la selezione di abiti, ci sonoo<br />
gli accessori di Gucci, Ferragamo,<br />
Fragiacomo, Frattegiani, Roberta di<br />
Camerino, i cappelli di Clemente Cartoni<br />
e di Gallia e Peter, gli spettacolari<br />
bijoux di Coppola e Toppo, e campioni<br />
di ricami provenienti dall’archivio Sorelle<br />
Fontana e Pino Grasso. È inoltre<br />
esposta una eccezionale selezione di<br />
44 ITA EVENTI
Biki nel suo atelier a Milano, 1953.<br />
Foto Federico Garolla.<br />
© Archivio Federico Garolla.<br />
gioielli di Bulgari, pezzi unici rappresentativi<br />
di un’epoca che ha visto il<br />
marchio emergere come protagonista<br />
di spicco della scuola italiana di<br />
gioielleria. Fra i pezzi in mostra, oltre<br />
alle iconiche creazioni Serpenti in oro<br />
e smalti policromi, uno spettacolare<br />
sautoir fine anni ’60 il cui pendente è<br />
realizzato con uno smeraldo intagliato<br />
di circa 300 carati e una collana degli<br />
anni ’50 in platino e favolosi rubini. La<br />
relazione tra moda italiana e arti figurative<br />
sarà testimoniata da alcune opere<br />
di artisti quali Accardi, Alviani, Campigli,<br />
Capogrossi, Fontana e Scheggi.<br />
Cuore di Bellissima, a Villa Reale a<br />
Monza, è la galleria a cui si connettono<br />
tutte le sale, dove si dispiegano i vari<br />
temi della mostra. La Galleria ospita<br />
infatti una spettacolare selezione di<br />
materiali che testimoniano l’importanza<br />
e la centralità della nostra industria<br />
tessile per l’ideazione e la promozione<br />
della moda italiana, ieri come oggi. Il<br />
rapporto dell’alta moda italiana con le<br />
industrie tessili, nelle sue espressioni<br />
più riuscite come l’abbigliamento da<br />
giorno, diventa il modo per capire gli<br />
BELLISSIMA.<br />
L’Italia dell’alta moda 1945-1968<br />
Villa Reale di Monza<br />
fino al 10 gennaio 2016<br />
info: 199 15 11 40<br />
mostrabellissima.it<br />
Il Biglietto di ingresso dà diritto alla visita<br />
degli Appartamenti privati al Secondo<br />
Piano Nobile della Villa, dove è<br />
allestita la mostra, dell’Appartamento<br />
degli Imperatori di Germania, dell’Appartamento<br />
di riserva, dove è proiettato<br />
un documentario sulla Reggia a<br />
cura di Philippe Daverio e del Belvedere,<br />
dove è presentata, a cura della<br />
Triennale, una selezione di oggetti di<br />
design italiano.<br />
sviluppi recenti della moda. Fra gli archivi<br />
aziendali coinvolti nel progetto<br />
sono presenti Agnona, Bedetti Pedraglio,<br />
Botto Giuseppe & Figli, Bozzalla,<br />
Clerici Tessuto, Faliero Sarti, Lanerossi,<br />
Lanificio Fratelli Piacenza, Lanificio<br />
G.B. Conte, Lanificio Trabaldo Piero<br />
Togna, Lanificio Zignone, Luigi Verga,<br />
Marzotto, Pria, Ratti, Rivetti, Tallia<br />
di Delfino, Taroni, Valditevere. Insieme<br />
alle importanti istituzioni italiane<br />
volte a valorizzare il nostro patrimonio<br />
tessile: la Fondazione Antonio Ratti, il<br />
Museo del Tessuto di Prato, il DocBi<br />
- Centro Studi Biellesi, il Centro Rete<br />
Biellese Archivi Tessile e Moda, in collaborazione<br />
con Sistema Moda Italia.<br />
Lungo il percorso espositivo sono presentate<br />
foto dei protagonisti tratte dagli<br />
archivi di Federico Garolla, Johnny<br />
Moncada, Ugo Mulas, e filmati di RAI<br />
Teche e dell’Istituto Luce che restano<br />
documenti insostituibili di quegli anni.<br />
In una sala dedicata al cinema è proiettato<br />
un video realizzato montando<br />
gli spezzoni più significativi dei film<br />
di registi come Antonioni, Rossellini e<br />
Fellini, che negli anni della Hollywood<br />
sul Tevere hanno accompagnato la<br />
moda e l’evoluzione del gusto. Una selezione<br />
di riviste, pubblicazioni ed altri<br />
documenti, fra cui preziose testimonianze<br />
provenienti dall’Archivio Giorgini,<br />
completa la rassegna. Il percorso<br />
di visita della Villa comprende infine il<br />
Belvedere nel quale, a cura della Triennale,<br />
sono esposti i più importanti oggetti<br />
di design italiano realizzati negli<br />
stessi anni che caratterizzano la mostra.<br />
ITA EVENTI 45
1969<br />
‘Omaggio a Burri’<br />
Roberto Capucci<br />
Prima presentazione:<br />
Roma Atelier Via Gregoriana<br />
Cappotto, base in georgette nera,<br />
con elementi asimmetrici<br />
applicati in lana bianca.<br />
Foto Claudia Primangeli<br />
Archivio Storico<br />
Fondazione Roberto<br />
Capucci<br />
1967<br />
Roberto Capucci<br />
Prima presentazione:<br />
Parigi Atelier<br />
Rue Cambon<br />
Abito materico in cotone bianco<br />
laminato d’argento con top<br />
in materiale plastico con dadi<br />
in plexiglass applicati rossi e<br />
bianchi.<br />
Foto Claudia Primangeli<br />
Archivio Storico<br />
Fondazione Roberto<br />
Capucci<br />
1961<br />
“Azalea Rosa”<br />
Roberto Capucci<br />
Prima presentazione:<br />
Firenze Sala Bianca<br />
Palazzo Pitti<br />
Abito – scultura corto sul<br />
davanti in mikado ciclamino<br />
con elemento a cappa e coda<br />
Foto Claudia Primangeli<br />
Archivio Storico<br />
Fondazione Roberto<br />
Capucci<br />
46 ITA EVENTI
sopra: Collezione autunno/inverno 1960-61<br />
Cappotto doppio petto in visone con lavorazione<br />
chevron in tre colori alternati per la parte superiore e<br />
bianco assoluto a fasce orizzontali per quella inferiore<br />
unita da una zip; sotto: Collezione autunno/inverno<br />
1967-68. Abito pantalone in lapin nero realizzato con<br />
lavorazione diagonale simmetrica, impreziosito da<br />
bottoni gioiello e chiffon e pizzo su collo e polsi<br />
Allestimento Foto: Filippo Podestà
Necklace in platinum<br />
with rubies and diamonds,<br />
1959<br />
Sautoir in gold<br />
with emeralds, amethysts,<br />
tourquoise and diamonds,<br />
1968<br />
“Serpenti”<br />
bracelet-watch<br />
in gold with rubies<br />
and diamonds,<br />
1967<br />
48 ITA EVENTI
arte<br />
Trentacinque opere<br />
documentano l’attività<br />
dei tre principali<br />
protagonisti della pittura<br />
italiana dell’Ottocento<br />
nella Parigi della Belle<br />
Époque. di Bruno Quiriconi<br />
Giovanni Boldini (Ferrara<br />
1842 – Parigi 1931),<br />
Giuseppe De Nittis (Barletta,<br />
1846 - Saint-Germain-en-<br />
Laye, 1884), Federico Zandomeneghi<br />
(Venezia, 1841 – Parigi,<br />
1917), esponenti di spicco della<br />
pittura italiana e internazionale<br />
di fine Ottocento, sono i protagonisti<br />
del nuovo appuntamento<br />
espositivo di GamManzoni, in<br />
programma sino al 21 febbraio<br />
2016. Curata da Francesco Luigi<br />
Maspes e da Enzo Savoia, la<br />
mostra ripercorre, attraverso una<br />
preziosa selezione di 30 opere, le<br />
tappe fondamentali della carriera<br />
dei tre Italiens de Paris, che seppero<br />
interpretare i sogni di un<br />
mondo in bilico fra Ottocento<br />
e Novecento e, in particolare,<br />
quello della Parigi della Belle<br />
Époque, nella quale decisero di<br />
vivere stabilmente, condividendo<br />
amici, fama e successo professionale.<br />
I lavori di Boldini, De Nittis<br />
e Zandomeneghi sono messi a<br />
confronto con quelli di altri artisti<br />
italiani, attivi a Parigi nello<br />
stesso periodo, quali Vittorio<br />
Matteo Corcos, Antonio Mancini,<br />
Edoardo Tofano che seppero<br />
catturare non solo l’atmosfera<br />
effervescente e modaiola,<br />
ma anche quella più umile e riservata<br />
della élite internazionale,<br />
protagonista degli anni ruggenti<br />
della Belle Époque. Particolarmente<br />
valorizzata è l’opera di<br />
Giuseppe De Nittis, pittore della<br />
vita moderna, che ha esaltato nei<br />
suoi quadri il vivere borghese dei<br />
salotti parigini. Le tele esposte<br />
in mostra manifestano la qualità<br />
di un artista che ha saputo ritrarre<br />
personaggi e luoghi dell’alta<br />
borghesia parigina, ma anche<br />
vedute urbane che testimoniano<br />
la grandeur urbana raggiunta<br />
dalla capitale francese alla fine<br />
dell’Ottocento. La sua abilità nel<br />
cogliere le variazioni cromatiche<br />
sopra: Federico Zandomeneghi,<br />
Donna allo specchio, olio su tela<br />
65 x 50 cm, Collezione privata<br />
sotto: Giuseppe De Nittis, Tra le<br />
spighe del grano, olio su tavola,<br />
33 x 25 cm, Collezione privata;<br />
a detsra: Federico Zandomenghi,<br />
Visita in camerino, olio su tela<br />
53 x 34 cm, Collezione privata<br />
GAMManzoni<br />
Via A. Manzoni 45, Milano<br />
fino al 21 febbraio 2016<br />
info: 02 62695107<br />
gammanzoni.com<br />
della luce naturale nel dipinto di<br />
sapore impressionista Au jardin<br />
(1873), dove una giovane donna<br />
– ritratta di spalle – incede con<br />
eleganza in un viottolo di campagna<br />
baciato dal sole caldo del<br />
mattino e punteggiato da fiori<br />
dai mille colori. Altri capolavori<br />
in mostra sono Tra le spighe di<br />
grano (1873), Flirtation (1874),<br />
Passeggiata con i cagnolini (1874)<br />
e Leontine in canotto (1875), tutti<br />
ambientati nell’elegante mondo<br />
parigino e caratterizzati da<br />
una esecuzione dai tocchi morbidi<br />
e leggeri.
ITA EVENTI 51
Magistretti registra queste esperienze<br />
in una serie di fotografie in bianco/<br />
nero di cui sono conservate le stampe<br />
originali visibili alla mostra: fotografie<br />
in cui emerge lo sguardo ora “stupefatto”<br />
ora già attento a particolari<br />
che in seguito riprenderà e rielaborerà<br />
nei suoi progetti di design e di architettura,<br />
spesso ironico, sempre acuto.<br />
Dagli album in cui sono stati raccolti<br />
i “provini” degli scatti fatti (oltre 700),<br />
sono state selezionate circa 300 immagini<br />
montate in un video: con queste<br />
Vico racconta i suoi viaggi in famiglia,<br />
le sue vacanze, sempre attento a semarte<br />
“HO GIRATO IL MONDO…”<br />
Una mostra con due temi: Vico Magistretti viaggiatore e turista (dal 1947 al 1960) attraverso<br />
fotografie inedite dagli album di famiglia e l’architetto e designer con tre progetti realizzati tra<br />
il 1959 e il 1986 in Argentina, Francia, Giappone. di Bruno Quiriconi<br />
1. foto del viaggio<br />
negli Stati Uniti<br />
del 1965;<br />
2. foto del viaggio<br />
in Brasile nel 1955;<br />
3. foto del viaggio<br />
a Londra del 1980;<br />
4. foto del viaggio<br />
in Marocco del 1962<br />
(Tutte le foto<br />
di Archivio Studio<br />
Magistretti/<br />
Fondazione<br />
Vico Magistretti)<br />
“Ho dovuto e ho voluto viaggiare…<br />
insomma ho girato il mondo abbastanza<br />
bene. Mi è servito enormemente,<br />
ma mi è servito enormemente<br />
soprattutto un viaggio che ho fatto<br />
quando ero ancora giovane…”. Comincia<br />
così la storia di Magistretti<br />
viaggiatore, dall’Argentina, al Cile<br />
fino al Perù e poi New York: “Questo<br />
arrivare a New York quando avevo 34<br />
anni e... essere stupefatto da questa incredibile<br />
città di cui mi aveva fatto impressione<br />
vedere che le donne fumavano<br />
per strada, per esempio...”. E poi<br />
Londra, Francia, Spagna. E l’Italia.<br />
54 ITA EVENTI
plici particolari (un pavimento a motivi<br />
geometrici, una sedia contadina<br />
in legno… ), quasi a voler costruire<br />
una sorta di archivio di possibili spunti<br />
creativi a cui attingere. La seconda<br />
parte della mostra è dedicata a Magistretti<br />
architetto e designer: a Campana,<br />
nella provincia di Buenos Aires,<br />
Magistretti realizza tra il 1959 e il<br />
1963 per la Techint un residence (ora<br />
rinnovato e riaperto nel 2008 come<br />
Tenaris University Residence) che doveva<br />
essere un primo edificio all’interno<br />
del progetto, mai realizzato, di<br />
un centro civico. A Parigi, in Place<br />
de la Madeleine, nel 1967 Magistretti<br />
inaugura lo show room progettato<br />
e arredato per Cerruti 1881. Il progetto<br />
è documentato da una ricca serie<br />
di schizzi e disegni mai pubblicati, oltre<br />
che da fotografie in stampe originali.<br />
Per casa Tanimoto, realizzata tra<br />
il 1985 e il 1986, Magistretti cura l’intero<br />
arredamento, ad esclusione della<br />
sala da tea, e in tutto il progetto emerge<br />
la volontà di ricondurre una concezione<br />
abitativa e architettonica occidentale<br />
alle suggestioni del contesto<br />
giapponese. La mostra è a cura di Rosanna<br />
Pavoni.<br />
FONDAZIONE<br />
STUDIO MUSEO<br />
VICO MAGISTRETTI<br />
via Conservatorio 20<br />
Milano<br />
fino al 29 dicembre<br />
info: 02 76002964<br />
vicomagistretti.it<br />
ITA EVENTI 55
itratti<br />
60 VOLTE FELTRINELLI<br />
Da Roma a Bari, da Torino a Palermo, da Napoli a Bologna e Milano si è celebrata la grande<br />
festa dei sessant’anni compiuti dalle librerie Feltrinelli, attraverso la Notte Rossa e djset con<br />
autori e pubblico. E la stagione natalizia sarà ricca di sorprese, con nuovi libri e appuntamenti<br />
con artisti e scrittori. I visitatori sono quasi cinquanta milioni all’anno. di Andrea Thomas<br />
Per Feltrinelli quest’anno la<br />
stagione del Natale è partita<br />
con grande anticipo. I<br />
primi brindisi infatti si sono tenuti<br />
già a fine ottobre, domenica<br />
25, quando i tappi sono saltati in<br />
tutta Italia per festeggiare i sessant’anni<br />
dalla nascita della casa<br />
editrice (la prima libreria, a Pisa,<br />
arriva appena due anni dopo, nel<br />
1957). Da Roma a Bari, da Torino<br />
a Palermo, da Napoli a Bologna,<br />
e poi a Padova, Firenze, Genova,<br />
scrittori e musicisti si sono<br />
ritrovati in libreria per una “Notte<br />
Rossa” in cui erano invitati a<br />
parlare del libro della loro vita, si<br />
trattasse di Luca Carboni o Andrea<br />
De Carlo, di Boosta dei<br />
Subsonica o di Niccolò Fabi. E<br />
dopo le parole, si sono aperte le<br />
danze: le librerie Feltrinelli si<br />
sono trasformate in discoteche<br />
per dare il via a “Balla coi libri”,<br />
un djset che ha ripercorso in musica<br />
i sei decenni di vita della Feltrinelli.<br />
Ampia libertà ai disc-jockey<br />
delle singole città, ma a<br />
partire da un nucleo di brani<br />
uguali per tutti, scelti da un consulente<br />
musicale d’eccezione<br />
come Michele Serra. Cuore dei<br />
festeggiamenti, ovviamente, Milano,<br />
la città dove la Feltrinelli è<br />
nata nel 1955. Nella grande libreria<br />
di Piazza Duomo, da poco<br />
completamente rinnovata, a lanciare<br />
il brindisi sono stati direttamente<br />
Inge Feltrinelli e suo figlio<br />
Carlo Feltrinelli, Presidente del<br />
gruppo. Erano circondati da una<br />
famiglia di autori della casa,<br />
molti milanesi, altri in città per<br />
Bookcity, il grande festival della<br />
letteratura che proprio quella<br />
sera giungeva a conclusione, altri<br />
ancora venuti apposta per festeggiare<br />
la loro casa editrice. Intanto,<br />
nel megastore di piazza Piemonte,<br />
Alessandro Baricco<br />
incantava il pubblico raccontando<br />
cosa abbia significato per lui e<br />
la sua carriera di scrittore la lettura<br />
giovanile di Viaggio al termine<br />
della notte del sulfureo<br />
Louis-Ferdinand Céline. Tanto<br />
affetto per una sigla editoriale?<br />
Non c’è da stupirsi, se si pensa<br />
che tra tanti libri che continuiamo<br />
a comprare, a leggere, a regalare,<br />
molti ci accompagnano dagli<br />
anni immediatamente<br />
successivi alla fondazione della<br />
casa editrice. A partire dal Dottor<br />
Zivago di Boris Pasternak e il<br />
Gattopardo di Tomasi di Lampedusa,<br />
di poco successivo, forse il<br />
romanzo italiano più famoso di<br />
tutti i tempi. Che negli anni verranno<br />
seguiti da Gabriel García<br />
Márquez con i suoi Cent’anni di<br />
solitudine, da Nadine Gordimer,<br />
Manuel Vázquez Montalbán,<br />
Richard Ford, Daniel Pennac,<br />
Jonathan Coe, per arrivare ancor<br />
più recentemente a Karl Owe<br />
Knausgård e al suo romanzo fiume<br />
La mia lotta… e tra gli italiani<br />
Stefano Benni, Michele<br />
Serra, Maurizio Maggiani, Simonetta<br />
Agnello Hornby, i gio-<br />
56 ITA EVENTI
vani e fenomenali Chiara Gamberale<br />
di Per dieci minuti e<br />
Marco Missiroli di Atti osceni in<br />
luogo privato. Per non parlare<br />
delle librerie, un’insegna che milioni<br />
di italiani hanno imparato<br />
a riconoscere e a cercare nei centri<br />
storici di tutta Italia e da qualche<br />
anno anche nei centri commerciali,<br />
nelle stazioni, negli<br />
aeroporti, sul web. Le librerie<br />
Feltrinelli sono diventate un centro<br />
di aggregazione in molte città,<br />
luoghi dove non si va semplicemente<br />
per comprare un libro,<br />
un cd, un dvd, ma dove si va a<br />
vedere cosa è uscito, ci si dà appuntamento<br />
con gli amici, ci si<br />
trova per studiare, si fissano incontri<br />
di lavoro, magari ai tavoli<br />
di una caffetteria, o dove ci si<br />
concede un piacevole pranzo in<br />
una delle recenti Feltrinelli RED<br />
di Milano e Firenze, che uniscono<br />
a un’ottima libreria un vero e<br />
proprio ristorante. Un capitolo a<br />
parte meritano poi gli eventi, migliaia<br />
di presentazioni di libri, incontri<br />
con musicisti, attori e registi,<br />
piccoli concerti di musica<br />
pop, jazz e classica, mostre, animazioni<br />
per bambini, cicli di<br />
conferenze e corsi, che ogni giorno<br />
contribuiscono ad animare la<br />
vita culturale di decine di città<br />
italiane. Le Librerie Feltrinelli<br />
sono il punto di approdo di ogni<br />
scrittore e musicista che voglia<br />
promuovere la sua ultima opera e<br />
che voglia incontrare un pubblico<br />
tanto affettuoso quanto attento,<br />
si tratti di Banana Yoshimoto<br />
o di Niccolò Ammaniti, di Zerocalcare<br />
o Stefano Bollani, di<br />
Francesco De Gregori o Fedez.<br />
Sono tanti i clienti di Feltrinelli -<br />
in un anno i visitatori delle librerie<br />
sfiorano i cinquanta milioni -<br />
e ben tre milioni di loro hanno<br />
in tasca una Carta Più Feltrinelli.<br />
Con queste persone Feltrinelli<br />
parla tutti i giorni, in tanti modi<br />
diversi. Per esempio attraverso il<br />
sito lafeltrinelli.it una vera e pro-<br />
Notte Rossa a Milano in Piazza<br />
Duomo e Piazza Piemonte.<br />
Inge Feltrinelli (sinistra)<br />
e Carlo Feltrinelli (destra)<br />
pria libreria in cui comprare, informarsi<br />
sulle nuove uscite, scoprire<br />
eventi e promozioni. Un<br />
po’ come avere una Feltrinelli nel<br />
proprio salotto. Strettamente legati<br />
al sito ci sono gli immancabili<br />
social network, a partire da<br />
Facebook e Twitter, dove mezzo<br />
milione abbondante di followers<br />
quotidianamente si informano e<br />
dicono la loro, suggerendo, elogiando<br />
e quando è il caso criticando.<br />
Strumenti necessari, preziosissimi<br />
e oggi irrinunciabili.<br />
Resta il fatto che il punto di forza<br />
di una libreria fisica risiede<br />
proprio nel costringerci a uscire<br />
di casa, passeggiare, entrare in<br />
un luogo piacevole e accogliente,<br />
affidarci al caso e mentre cerchiamo<br />
il volume di cui si è letto<br />
sul giornale o ci ha consigliato<br />
un amico, scoprire per puro<br />
ITA EVENTI 57
caso, perché ci casca sotto gli occhi<br />
su un tavolo o in uno scaffale,<br />
un libro che non conoscevamo<br />
e che ci sorprende, che si<br />
impone e ci convince. E tutto<br />
questo in mezzo ad altre persone<br />
che se sono lì, quel giorno, in<br />
quella libreria non possiamo non<br />
sentire simili e complici delle nostre<br />
passioni. Se poi ci sentiamo<br />
un po’ persi tra tante novità o<br />
non ricordiamo il titolo che ci<br />
era stato segnalato, la libreria offre<br />
uno strumento informativo<br />
esclusivo ed efficientissimo: il libraio.<br />
Preparati, formati in anni<br />
di corsi e di affiancamento ai più<br />
vecchi ed esperti, i librai di Feltrinelli<br />
sono per molti clienti guide<br />
e confidenti. Anche in una catena<br />
grande e complessa come<br />
Feltrinelli, infatti, con negozi in<br />
cui lavorano decine di persone<br />
organizzate in turni e giornate<br />
(la gran parte delle librerie è<br />
aperta sette giorni su sette con<br />
orario continuato dalle 9 di mattina<br />
alle 8 di sera) c’è spazio per<br />
un rapporto personale tra cliente<br />
e libraio. C’è chi chiama per sapere<br />
se quel tal libraio è di turno<br />
e si organizza per passare solo<br />
quando c’è lui. O lei, visto il<br />
gran numero di donne che lavorano<br />
in libreria, comprese molte<br />
direttrici. Un bravo libraio, ma il<br />
discorso non cambia se si va nei<br />
reparti di musica o cinema, sa<br />
trovare quel che cerchiamo, sa<br />
interpretare le nostre indicazioni<br />
spesso confuse e lacunose. E<br />
dopo un po’ conoscerà i nostri<br />
gusti e ci saprà indirizzare a colpo<br />
sicuro verso i titoli che fanno<br />
per noi. Eppure, specie in un paese<br />
in cui più della metà della popolazione<br />
non riesce a leggere<br />
neanche un libro all’anno, tutto<br />
questo ancora non basta. Bisogna<br />
arrivare a tutti, seminare anche<br />
lontano dal proprio campo,<br />
inseguire i distratti ovunque si<br />
trovino e rammentare a chi è già<br />
cliente che per l’appunto deve ricordarsi<br />
di fare una visita in libreria!<br />
È per questo che il Natale<br />
Feltrinelli sarà particolarmente<br />
animato, con Babbi Natale che<br />
leggeranno favole e leggende in<br />
libreria, promozioni esclusive e<br />
soprattutto una guida ai libri, ai<br />
cd, ai dvd, alla cartoleria e ai giocattoli<br />
tirata in un milione di copie<br />
e distribuita non solo nelle oltre<br />
cento librerie Feltrinelli di<br />
tutta Italia e on line, ma in allegato<br />
a riviste, all’ingresso di cinema,<br />
musei e teatri amici. Nel<br />
notiziario, alcuni scrittori molto<br />
Alessandro Baricco
a destra: Notte Rossa all’interno<br />
della Feltrinelli di Genova<br />
amati dal pubblico si affiancano<br />
ai librai Feltrinelli e regalano i<br />
propri personali consigli per gli<br />
acquisti di Natale in libreria. In<br />
queste pagine anticipiamo i consigli<br />
di Isabel Allende, che con<br />
il suo ultimo romanzo ha dominato<br />
le classifiche di vendita delle<br />
ultime settimane. Impossibile<br />
che ognuno di noi non trovi in<br />
quelle pagine, in quelle librerie,<br />
di che arricchire il proprio Natale.<br />
Perché se è vero che in una libreria<br />
ci sono tutte le storie, tutte<br />
le idee e tutte le emozioni del<br />
mondo, allora è davvero impossibile<br />
non trovare l’idea, la storia,<br />
l’emozione che sentiremo più nostre.<br />
O che vorremo condividere<br />
con chi amiamo.<br />
Il primo regalo che Isabel Allende fa quest’anno ai suoi lettori è L’amante<br />
giapponese, il suo nuovo attesissimo romanzo.<br />
Ogni nuovo romanzo di Isabel Allende è un appuntamento atteso con piacere<br />
pari all’impazienza dalle lettrici e dai lettori di tutto il mondo. E così è<br />
stato per L’amante giapponese, da poco edito da Feltrinelli come tutti gli altri<br />
suoi romanzi a partire dallo strepitoso esordio di La casa degli spiriti nel 1983.<br />
Già sappiamo che uno dei libri più regalati di questo Natale sarà proprio la storia<br />
d’amore tra Alma Belasco e il giardiniere Ichi. Ma cosa regalerà Isabel Allende<br />
ai suoi amici e parenti? “Non so se i libri che vorrei consigliare sono stati tradotti in italiano… però ho<br />
amato tanto The Nightingale (uscirà in italiano, col titolo L’Usignolo a inizio 2016), di Kristin Hannah, una<br />
bravissima costruttrice di storie americana: grandi personaggi, grandi vicende, grandi sentimenti, cosa<br />
chiedere di più a un romanzo? Ma il libro che assolutamente va letto<br />
e immagino uscirà presto in Italia (da Einaudi da marzo) è Purity,<br />
di Jonathan Franzen. All’altezza di Le correzioni e di Libertà. Se avete<br />
amici che leggono in inglese correte a regalarglielo in lingua originale.<br />
Ve ne saranno grati”. Tutti abbiamo un libro “feticcio” che regaliamo<br />
a tutti. Può essere un classico che ci accompagna da anni o una<br />
scoperta recente. Qual è il libro feticcio di Isabel Allende? “La raccolta<br />
di poesie di Pablo Neruda Venti canzone d’amore e una poesia disperata<br />
(in Italia pubblicato da Passigli) è il libro che continuo a regalare,<br />
anno dopo anno. È la prima raccolta di poesie pubblicata dal<br />
grande poeta cileno, nel 1924, quando aveva appena vent’anni, ed<br />
è una prova di sorprendente maturità poetica e di inarrivabile intensità.”<br />
E Isabel Allende che libro vorrebbe ricevere per Natale? “Non ho<br />
in mente titoli specifici, ma ci sono alcuni argomenti che mi interessano<br />
particolarmente in questo momento della mia vita: l’amore, la<br />
perdita, l’invecchiare, la passione. Buoni romanzi che trattano questi<br />
temi sarebbero molto ben accetti.”<br />
ITA EVENTI 59
cinema<br />
MR. HOLMES – IL MISTERO DEL CASO IRRISOLTO<br />
Thriller, 2015, Gran Bretagna, dal 19/11<br />
Regia di Bill Condon<br />
Con Ian McKellen, Milo Parker, Laura Linney, Hattie Morahan<br />
Il film narra l’ultimo periodo di vita di Sherlock Holmes, ormai pensionato in<br />
una casa di campagna. Qualcosa pero lo incuriosisce ancora: un incrocio di<br />
eventi collegati tra loro e apparentemente distanti. Il rapporto con la donna<br />
badante e un viaggio in Giappone e persino la sua coltivazione di api. Il suo<br />
ultimo caso sarà proprio qualcosa di irrisolto poco prima di chiudere la sua<br />
brillante carriera.<br />
A cura di: Andrea Thomas<br />
MISS JULIE<br />
Drammatico, 2014, Gran Bretagna, dal 19/11<br />
Regia di Liv Ullmann<br />
Con Colin Farrell, Samantha Morton, Nora McMenamy<br />
Nel 1880 in Irlanda la giovane Julie si ritrova a ballare con John, il cameriere<br />
di suo padre; nasce un serrato corteggiamento spinto da un’attrazione reciproca.<br />
Ben presto diventano amanti nonostante le diverse posizioni sociali.<br />
Ma il dramma è dietro l’angolo e col tempo il presagio si annuncia alla coppia<br />
con un disperato finale in agguato.<br />
IL SAPORE DEL SUCCESSO<br />
Commedia, 2014, U.S.A., dal 26/11<br />
Regia di John Wells<br />
Con Uma Thurman, Bradley Cooper, Alicia Vikander<br />
La storia dello Chef Adam Jones interpretato da Cooper: complice il suo carattere<br />
si ritrova dalle stelle al lastrico. Ma arriverà un’altra posibilità nella sua<br />
vita, per raggiungere il traguardo più ambito, le tre stelle della Guida Michelin.<br />
Grazie anche all’aiuto della sua partner Helen riuscirà ad aprire un nuovo<br />
ristorante e vivere un’intensa storia d’amore.<br />
STAR WARS EPISODIO VII - IL RISVEGLIO DELLA FORZA<br />
Fantastico, 2015, U.S.A., dal 16/12<br />
Regia di J. J. Abrams<br />
Con Harrison Ford, Carrie Fischer, Mark Hamill, Anthony Daniels<br />
La saga di Guerre Stellari vivrà una seconda giovinezza. Il settimo episodio,<br />
infatti, non è un maldestro tentativo di chiudere il passato ma un nuovo inizio<br />
di una trilogia che avrà un prologo con l’ottavo episodio già programmato<br />
per uscire sul grande schermo nel 2017 e il nono previsto per il 2019. Il film è<br />
ambientato trent’ani dopo Il ritorno dello Jedi.<br />
60 ITA EVENTI
cinema<br />
LA GRANDE<br />
ARTE<br />
SUL GRANDE<br />
SCHERMO<br />
Firenze e La Galleria degli Uffizi, Leonardo<br />
da Vinci, il Teatro alla Scala, L’Accademia<br />
Carrara, Renoi Goya, i giardini di Monet<br />
e Matisse: artisti, musei e scrigni delle<br />
meraviglie arrivano sul grande schermo<br />
per un ciclo di appuntamenti senza<br />
precedenti. di Andrea Thomas<br />
Dopo il grande successo dei titoli dello<br />
scorso anno che hanno portato<br />
in sala oltre 180 mila persone solo in<br />
Italia, quello con La Grande Arte sul Grande<br />
Schermo è uno di quegli appuntamenti immancabili<br />
che il pubblico attende come l’apertura<br />
delle grandi stagioni. Nella stagione<br />
2015-2016 Nexo Digital proporrà un’inedita<br />
serie di eventi cinematografici sulla ricchezza<br />
dell’arte e dei luoghi che ne sono custodi. La<br />
replica di Firenze e gli Uffizi 3D, L’Accademia<br />
Carrara: il museo riscoperto di<br />
Davide Ferrario, Goya. Visioni di carne e<br />
sangue dalla National Gallery di Londra, e<br />
Leonardo, Renoir sconosciuto della Barnes<br />
Foundation di Philadelphia, Le Basiliche<br />
Papali di Roma in 3D in occasione del Giubileo<br />
2016, Istanbul e il Museo Dell’innocenza di<br />
Pamuk, Da Monet a Matisse: l’arte di dipingere<br />
giardini. Ha dichiarato l’AD di Nexo Digital<br />
Franco di Sarro: “Per noi quella dell’arte al cinema è<br />
stata una scommessa vinta. Osservare quadri e sculture<br />
nel dettaglio, ascoltare il racconto degli organizzatori,<br />
entrare nelle segrete stanze e negli spazi in genere<br />
inaccessibili che hanno visto le mostre prendere forma:<br />
un’occasione unica per tutti gli appassionati d’arte, di<br />
viaggi, di cinema e di cultura alla scoperta di storie<br />
che segnano il nostro modo di essere e di vivere”. La<br />
Grande Arte al Cinema è distribuita da Nexo Digital<br />
in partnership con MYmovies.it<br />
ITA EVENTI 61
cinema<br />
Sull’idea di “nuovi sguardi”<br />
il Babel Film Festival mostra<br />
e dimostra una forza<br />
innovativa tutta da esplorare.<br />
Lo sguardo nuovo nasce dalla<br />
forza immaginativa che hanno<br />
le lingue minoritarie dei tanti<br />
popoli che nel mondo le praticano.<br />
Il corpo sonoro della parola<br />
(e quindi della lingua) non è solo<br />
phoné: è un deposito concreto<br />
di forme (idee, forze, imprevisti)<br />
che evocano, rievocano, richiamano<br />
e rimandano. In un certo<br />
senso nella sonorità della parola<br />
c’è un racconto che è il racconto<br />
della sua vita (la vita della parola,<br />
l’origine e le sue trasformazioni)<br />
e questo racconto è un concentrato<br />
di contenuti mantenuti<br />
insieme, anche nascosti, ma sempre<br />
pronti ad uscire quando vengono<br />
espressi. Da una parola può<br />
nascere un’immagine, un’idea<br />
visiva, un racconto, uno storyboard.<br />
Tanto più se la parola ha<br />
dentro di sé la trama di una inscindibilità<br />
dei corpi, delle cose,<br />
delle persone, della nominazione<br />
dal contesto sociale e storico in<br />
cui trovano senso ed espressione,<br />
quando cioè la lingua è componente<br />
essenziale dello spirito di<br />
un popolo, di una comunità.<br />
Proviamo a pensare cosa sarebbe<br />
stato del film di Ermanno Olmi<br />
L’albero degli zoccoli, realizzato in<br />
anni (1978) in cui era raro trovare<br />
un realismo così carico di<br />
densità storica. Un film parlato<br />
in dialetto bergamasco, interpretato<br />
da attori non professionisti,<br />
che racconta la vita contadina di<br />
alcune famiglie alla fine dell’Ottocento.<br />
La versione in dialetto<br />
immerge dentro la vita in quelle<br />
cascine del bergamasco ed è quel<br />
suono di quel dialetto che invera<br />
di forza visiva il film e lo fa essere<br />
il film straordinario che conosciamo,<br />
niente di meno. Non c’è<br />
alcuna vocazione introspettiva in<br />
questo: non c’è un chiudersi, non<br />
c’è un limitare e un complicare la<br />
comunicazione. Non lontano da<br />
qui si muoveva un grande filosofo<br />
come Ludwig Wittgenstein<br />
quando diceva che immaginare<br />
un linguaggio significa immaginare<br />
una forma di vita. Nelle sue<br />
Ricerche filosofiche scrive addirittura<br />
che “Il nostro linguaggio<br />
può essere considerato come una<br />
vecchia città: un dedalo di stradine<br />
e di piazze, di case vecchie<br />
e nuove, e di case con parti aggiunte<br />
in tempi diversi; e il tutto<br />
circondato da una rete di nuovi<br />
sobborghi con strade dritte e re-<br />
62 ITA EVENTI
Il Babel Film Festival, con questa quarta edizione, consolida il suo progetto e conferma che il cinema<br />
parlato nelle lingue minoritarie cresce, matura e propone nuovi sguardi. di Antonello Zanda<br />
golari, e case uniformi”. Questo<br />
paesaggio lo ritroviamo tradotto<br />
nel linguaggio cinematografico<br />
di ogni film. La lingua minoritaria<br />
è uno dei vicoli della nostra<br />
infanzia. Ed è uno stradario che<br />
non ci lascia mai, come individui<br />
e tanto meno come comunità: è<br />
come la carta di identità del nostro<br />
essere. Il Babel Film Festival<br />
rimette in gioco sul tavolo le carte<br />
di identità delle lingue. Ma è<br />
una partita in cui non si vince e<br />
non si perde: semplicemente si<br />
gioca. E anche qui ritorna Wittgenstein:<br />
perché il nominare è<br />
solo uno degli infiniti giochi linguistici.<br />
Il linguaggio è creativo<br />
di suo e la lingua nel ritrovare se<br />
stessa rinnova il suo paesaggio, la<br />
sua città interiore, i sensi unici e i<br />
doppi sensi. Il Babel Film Festival<br />
nel promuovere il cinema parlato<br />
nelle lingue minoritarie promuove<br />
la creatività e la ricchezza<br />
della diversità linguistica. Dei<br />
115 film pervenuti ne abbiamo<br />
scelto 79, che animeranno, con<br />
la loro pluralità linguistica (44<br />
lingue diverse da 16 paesi diversi,<br />
8 europei e 8 extraeuropei, africani,<br />
neozelandesi, messicani,<br />
brasiliani, canadesi, turchi, ecc.)<br />
il programma del Festival. La<br />
presenza di un nutrito numero<br />
di film in kurdish (7) e in romanés<br />
(5) testimonia il carattere<br />
e la forza di istanze politiche-culturali<br />
legate non solo all’attualità<br />
degli orizzonti dell’integrazione<br />
e dell’interculturalità, ma anche<br />
al tema cruciale dell’autodeterminazione<br />
dei popoli, che investe<br />
anche gruppi etnolinguistici<br />
europei forti come i catalani, gli<br />
scozzesi, i baschi, gli irlandesi e<br />
- non ultimi - i sardi . Le lingue<br />
hanno un potere politico unificante<br />
determinante: il romanés<br />
è evidentemente il fattore principale<br />
di unità e identità del popolo<br />
rom, strumento di coesione<br />
interna e mezzo di difesa contro<br />
il mondo esterno; il kurdish è la<br />
lingua dell’identità etnica di un<br />
popolo separato su quattro stati<br />
(Iran, Iraq, Siria e Turchia) che<br />
cerca di realizzare, contro tutti,<br />
il suo diritto all’autodeterminazione.<br />
Il cinema recepisce queste<br />
tensioni e le restituisce, le rimette<br />
in gioco, sollecitandoci a fare<br />
i conti con il nostro tempo. È<br />
chiaro allora che il paradosso che<br />
ci portiamo dietro (cioè dentro)<br />
è solo apparente e il presidente<br />
Schulz non lo ha nascosto: la<br />
diversità linguistica è alla base<br />
dell’identità europea.<br />
ITA EVENTI 63
La IV edizione del Babel<br />
Film Festival avrà luogo<br />
nella città di Cagliari dal 30<br />
Novembre al 5 Dicembre 2015.<br />
Quest’anno il Festival ha ottenuto<br />
i seguenti riconoscimenti<br />
istituzionali: Premio di rappresentanza<br />
della Presidenza della<br />
Camera dei Deputati, Premio di<br />
rappresentanza della Presidenza<br />
del Senato della Repubblica. E i<br />
patrocini del Parlamento Europeo,<br />
Mibac (Ministero dei Beni<br />
Culturali), Presidenza del Consiglio<br />
dei Ministri, Ambasciata<br />
norvegese, Comune di Cagliari.<br />
Nei sei giorni del Festival varranno<br />
proiettati 79 film: tutti<br />
quelli in concorso e fuori concorso<br />
nelle sale a disposizione del<br />
Festival nella città di Cagliari.<br />
L’inaugurazione è prevista per<br />
il 30 novembre alle 21 al Cinema<br />
Odissea con il film Song<br />
Of My Mother (in concorso) di<br />
Erol Mintas con la presenza del<br />
regista. Due momenti di approfondimento<br />
del festival saranno<br />
dedicati al cinema norvegese<br />
(mercoledì 2 dicembre, con il<br />
Patrocinio dell’Ambasciata norvegese<br />
e alla presenza di due<br />
esponenti del cinema norvegese)<br />
e al cinema occitano (sabato 5<br />
dicembre alle ore 11.00). I film<br />
in concorso avranno tre fasce<br />
orarie: mattina, dalle 9:00 alle<br />
<strong>13</strong>.30, pomeriggio dalle 15.00<br />
alle 19.30, sera dalle 21.00 alle<br />
23.00 presso la Sala della Cineteca<br />
Sarda di Cagliari in viale<br />
Trieste 126. Molti registi saranno<br />
presenti per presentare il<br />
loro film. Hanno già aderito e<br />
garantito la loro presenza: Erol<br />
Mintas, Christian Mathieu<br />
Fournier, Anna Bofarull, Gregor<br />
Bozic, Renato Morelli, Antonio<br />
Spanò, Gaetano Crivaro, Fabrizio<br />
Lecce, Claudio Accheri,<br />
Antonio Rojch, Fabio Caramaschi,<br />
Pantaleo Rielli, Christian<br />
Manno, Monica Dovarch, Andrea<br />
Cannas, Francesco Valvo,<br />
Massimiliano Mazzotta, Andrea<br />
Marras, Umberto Cao, Ignazio<br />
Mascia, Paolo Ansaldi, Giuseppe<br />
De Donno e Claudio Cavallo<br />
Giagnotti. Le proiezioni sono a<br />
ingresso gratuito.<br />
64 ITA EVENTI
Babel: è nominata dal Babel<br />
Film Festival: assegna<br />
i premi per miglior lungometraggio,<br />
miglior cortometraggio,<br />
miglior documentario; è<br />
composta da Daniele Ciprì (presidente);<br />
Mauro Gervasini, Telmo<br />
Esnal, Antonia Iacvcarino<br />
e Fredo Valla. Ficc: è composta<br />
dagli iscritti ai Circoli aderenti<br />
alla Federazione Italiana dei<br />
Circoli del Cinema; su richiesta<br />
degli organizzatori i Circoli<br />
potranno assegnare anche delle<br />
menzioni speciali.<br />
“Diritto di Parola”: è composta<br />
da un gruppo di studenti<br />
delle scuole di istruzione secondaria<br />
superiore di Cagliari e<br />
hinterland. Holden: è nominata<br />
dalla Scuola Holden, Torino;<br />
assegnerà un premio speciale al<br />
migliore autore sardo in concorso.<br />
Unica: composta dagli studenti<br />
universitari iscritti all’Università<br />
di Cagliari; assegna il<br />
premio Città di Cagliari.<br />
Italymbas: composta dalle giurie<br />
popolari delle minoranze linguistiche.<br />
Fedic: composta dagli iscritti<br />
alla Federazione Italiana Cineclub<br />
di Cagliari.<br />
Aamod: giuria composta da un<br />
pubblico selezionato dall’Archivio<br />
del Movimento Operaio e<br />
Democratico di Roma. C.a.r.a.:<br />
I film in proiezione tutte le mattine<br />
del festival, dal 1 dicembre<br />
al 4 dicembre avranno una giuria<br />
composta dagli immigrati ospiti<br />
del Cara di Elmas, il centro Accoglienza<br />
Richiedenti Asilo.<br />
(elenco dei film in programma:<br />
www.babelfilmfestival.com)
musica<br />
2 dicembre<br />
Pala Alpitour<br />
Torino<br />
30 novembre<br />
Mediolanum Forum<br />
Milano<br />
27 novembre<br />
Nuovo Teatro<br />
Carisport<br />
Cesena<br />
2 dicembre<br />
Teatro Galleria<br />
Legnano (MI)<br />
4 dicembre, Teatro Quirinetta, Roma<br />
11 dicembre, Hiroshima Mon Amour, Torino<br />
(con Godblesscomputers)<br />
3 dicembre<br />
Teatro Quirinetta<br />
Roma<br />
10 dicembre<br />
Teatro Puccini<br />
Firenze<br />
22 dicembre<br />
Teatro<br />
Franco<br />
Parenti<br />
Milano<br />
14 e 15 dicembre<br />
Teatro della Concordia, Venaria Reale (TO)
IL RITORNO DI MAMMA MIA!<br />
Il musical più visto nel globo ritorna in Italia – in versione originale -, dal 24 novembre<br />
a Milano al Teatro degli Arcimboldi e dal 9 dicembreal Teatro Politeama di Trieste.<br />
di Bruno Quiriconi<br />
Il musical più visto nel globo<br />
ritorna in Italia – in versione<br />
originale -, dal 24 novembre<br />
a Milano al Teatro degli Arcimboldi<br />
e dal 9 dicembre al Teatro<br />
Politeama di Trieste. Il musical<br />
nasce dalla geniale idea di Judy<br />
Craymer di mettere in scena la<br />
magia delle canzoni senza tempo<br />
degli Abba con un’affascinante<br />
storia di famiglia e amicizia che<br />
si svolge su una paradisiaca isola<br />
greca. Ad oggi, lo spettacolo<br />
è stato visto da oltre 54 milioni<br />
di persone in 49 produzioni e in<br />
17 lingue diverse. Mamma Mia!<br />
The Movie è il film musicale che<br />
ha incassato di più nella storia<br />
del cinema a livello mondiale<br />
e, nel Regno Unito, una famiglia<br />
su quattro possiede il Dvd;<br />
su Amazon, ad oggi, è il più venduto<br />
di tutti i tempi. Da spettacolo<br />
locale della West End di<br />
Londra a fenomeno globale, la<br />
produzione londinese di Mamma<br />
Mia! è stata vista da oltre il<br />
10% dell’intera popolazione bri-<br />
tannica. È uno dei cinque musical<br />
al mondo ad essere rimasto<br />
in scena per oltre dieci anni sia<br />
a Broadway che nella West End<br />
e, nel 2011, è diventato il primo<br />
musical occidentale ad essere<br />
rappresentato in lingua mandarina<br />
nella Repubblica Popolare<br />
Cinese. Sara Poyzer interpreterà<br />
Donna Sheridan, Shobna Gulati<br />
sarà Tanya, Sue Devaney sarà<br />
Rosie e l’irlandese Niamh Perry<br />
interpreterà Sophie Sheridan.<br />
Sara Poyzer è già stata nel ruolo<br />
di Donna con la produzione<br />
di Mamma Mia! della West End<br />
e ha inoltre interpretato i ruoli<br />
di Janet in Rutherford & Son,<br />
di Emilia in Othello e di Mam in<br />
Billy Elliot. Shobna Gulati ha lavorato<br />
molto in televisione, interpretando,<br />
tra gli altri, i ruoli<br />
di Sunita Alahan in Coronation<br />
Street, di Anita nella famosa serie<br />
di Victoria Wood Dinnerladies<br />
trasmessa dalla BBC, di<br />
Nisha Clayton nell’ultimissima<br />
serie di Where the Heart is trasmessa<br />
da ITV e, più recentemente,<br />
di Fiona nella nuova serie<br />
di Kay Mellor In the Club, su<br />
BBC. Sue Devaney ha interpretato,<br />
per la televisione, Jane in<br />
Dinnerladies, Liz Harker in Casualty<br />
per Quattro anni, Rita in<br />
Jonny Briggs per tre anni, e Debbie<br />
Webster in Coronation Street<br />
per due anni. Farà parte del cast<br />
anche il vero marito di Sara Poyzer,<br />
Richard Standing, nel ruolo<br />
di Sam Carmichael; Michael<br />
Beckley nel ruolo di Bill Austin,<br />
Mark Jardine nel ruolo di Harry<br />
Bright; Justin Thomas come<br />
Sky, Daniella Bowen come Ali,<br />
Tara Young come Lisa, Alex<br />
Simmons come Pepper e Charlie<br />
Stemp come Eddie. Per alcune<br />
repliche il ruolo di Donna sarà<br />
coperto da Francesca Ellis. Inoltre<br />
sono presenti nel cast: Michael<br />
Anthony, Holly Ashton,<br />
Charlotte Bradford, Devon-Elise<br />
Johnson, Matt Kennedy, Gemma<br />
Lawson, Scott Mobley, Dean<br />
Read, Matthew Ronchetti, El-<br />
68 ITA EVENTI
lie Rutherford, Parisa Shahmir,<br />
Katy Stredder, Rhodri Watkins,<br />
Tom Stanford-Wheatley, Simon<br />
Willmont, Sarah Wilkie e Jamie<br />
Wilkin. Mamma Mia! International<br />
Tour prima di raggiungere<br />
l’Italia è stato in Sud Africa,<br />
Giordania, Irlanda, Belgio, Israele.<br />
Proseguirà poi alla volta del<br />
Portogallo nel gennaio 2016.<br />
Con le musiche e i testi di Benny<br />
Andersson e Björn Ulvaeus,<br />
Mamma Mia! è scritto da Catherine<br />
Johnson e diretto da Phyllida<br />
Lloyd; la coreografia è di Anthony<br />
Van Laast, il design della<br />
produzione è di Mark Thompson,<br />
le luci sono state progettate<br />
da Howard Harrison, e il suono<br />
da Andrew Bruce e Bobby Aitken,<br />
la supervisione musicale e<br />
gli arrangiamenti sono di Martin<br />
Koch. Mamma Mia! International<br />
Tour è prodotto da Judy<br />
Craymer, Richard East e Björn<br />
Ulvaeus per Littlestar in associazione<br />
con Universal, Stage Entertainment<br />
e NGM.<br />
Per maggiori informazioni<br />
mamma-mia.com<br />
ITA EVENTI 69
musica<br />
PREMIO ETTA LIMITI OPERA 2015<br />
Paolo Limiti premia i giovani talenti della lirica assegnando borse di studio per 20.000 euro.<br />
L’evento alla sua terza edizione. di Bruno Quiriconi<br />
Dopo il grande successo<br />
delle prime due edizioni<br />
si è svolto a Milano il<br />
Concorso Internazionale per Giovani<br />
Cantanti Lirici Premio Etta<br />
Limiti - Opera. Il concorso, promosso<br />
dal conduttore tv Paolo<br />
Limiti ha il fine di scoprire e premiare<br />
i giovani talenti della lirica<br />
mondiale. I vincitori delle scorse<br />
edizioni hanno avviato importanti<br />
carriere nel mondo della<br />
lirica anche grazie alla grande<br />
visibilità che il Premio Etta Limiti<br />
ha loro conferito e oggi lavorano<br />
nei più importanti teatri<br />
internazionali. I nomi dei giurati<br />
sono stati di altissimo livello:<br />
Sabino Lenoci, storico direttore<br />
della <strong>rivista</strong> L’Opera e direttore<br />
artistico del Premio, Luciana<br />
Serra (soprano), Paolo Gavazzeni<br />
(Direttore artistico della Fon-<br />
dazione Arena di Verona), Fabio<br />
Armiliato (tenore), Nicoletta<br />
Mantovani (Fondazione<br />
“Luciano Pavarotti”),<br />
Francesco<br />
Cilluffo (Direttore<br />
d’orchestra),<br />
Saverio Clemente<br />
(InArt Management).<br />
I 10 finalisti<br />
si sono esibiti<br />
il 21 novembre<br />
durante la serata<br />
di Gala nel<br />
nuovissimo Auditorium<br />
IULM davanti<br />
al pubblico presente<br />
ed al comitato ospite<br />
composto da molti direttori<br />
artistici dei più prestigiosi teatri<br />
italiani. I premi per i vincitori<br />
ammontano alle ragguardevoli<br />
cifre di 10.000 euro per il primo<br />
classificato, 7.000 euro per il secondo<br />
e 3.000 euro per il terzo.<br />
Nicoletta Mantovani ha assegnato<br />
al miglior tenore il Premio Luciano<br />
Pavarotti.<br />
premioettalimiti.com<br />
70 ITA EVENTI
musica<br />
CLUB2CLUB<br />
Il miglior festival di musica elettronica in Italia festeggia 15 candeline e<br />
trasforma, ancora una volta, Torino nella capitale del beat offrendo uno<br />
scenario con il gotha degli artisti contemporanei: Thom Yorke, Jeff Mills,<br />
Jamie XX, Todd Terje, Apparat, Four Tet e tanti altri. di Guido Biondi<br />
Avanguardia e pop si sono sposati<br />
perfettamente nella selezione<br />
degli artisti chiamati a<br />
rappresentare, per la quindicesima edizione<br />
del Festival Club 2 Club a Torino,<br />
la scena elettronica internazionale.<br />
In totale 100 artisti, una line up invidiabile<br />
con punta di diamante l’esibizione<br />
– in esclusiva per l’Italia – di<br />
Thom Yorke: insieme all’inseparabile<br />
produttore Nigel Godrich è entrato<br />
in azione all’1 e 30 di notte con un live<br />
per presentare il suo ultimo album Tomorrow’s<br />
Modern Boxes. Prima e dopo<br />
il leader dei Radiohead Four Tet e il<br />
dj set di Jamie XX, autore di uno dei<br />
migliori album di musica elettronica<br />
dell’anno. Yorke ha voluto con tenacia<br />
essere presente al Festival di quest’anno<br />
“in compagnia dei miei amici”: così<br />
ha riferito a Sergio Ricciardone, direttore<br />
artistico del Festival. Contemporaneamente<br />
nella sala gialla Red Bull<br />
del Lingotto si è esibito Todd Terje,<br />
con passione e un set allegro e coinvolgente.<br />
Ma sono solo alcuni momenti<br />
di una maratona durata dal 4 all’8 novembre,<br />
nel quale l’AC Hotel Lingotto<br />
si è trasformato in un vero e proprio<br />
hub AbsolutSymposium con panel, dj<br />
set, discussioni animate, confort-zone<br />
e dibattiti con i protagonisti della scena<br />
elettronica olandese e berlinese. E<br />
ancora, il Salone dei Concerti del Conservatorio<br />
per Apparat, il Teatro Carignano<br />
con Floating Points. Altri eventi<br />
da ricordare sono il Carlsberg San Salvario,<br />
una grande festa urbana e la terza<br />
edizione di A Great Symphony realizzato<br />
con British Council dedicato<br />
ai giovani producer italiani ed intenazionali.<br />
72 ITA EVENTI
1-2: Thom Yorke<br />
(foto di Sean Evans)<br />
3: Mina Tosti intervistata<br />
da uno dei fondatori di C2C,<br />
Giorgio Valletta.<br />
4: Sergio Ricciardone,<br />
Direttore artistico di C2C<br />
con Robert Urquhart<br />
e Luca Ballarini.<br />
(tutte le altre foto<br />
di Andrea Macchia)<br />
ITA EVENTI 73
notes<br />
IL SUCCESSO<br />
DI FORMAZIENDA<br />
TRA INNOVAZIONE<br />
E BUONE PRASSI<br />
Il direttore Rossella Spada: “Le imprese ci scelgono per la qualità”.<br />
La formazione ci aiuterà a<br />
uscire dalla crisi. Questa<br />
consapevolezza sta alla base<br />
del lavoro quotidiano del fondo<br />
Formazienda che, nel corso del<br />
2014, ha incrementato le proprie<br />
adesioni di circa il 50% rispetto<br />
all’anno precedente. Abbiamo<br />
parlato dell’importanza<br />
dello strumento della formazione<br />
con Rossella Spada, direttore<br />
del Fondo Formazienda.<br />
Per Formazienda la formazione<br />
è uno strumento a disposizione<br />
delle imprese che<br />
vogliono investire nel proprio<br />
futuro. Per quale ragione<br />
un’impresa dovrebbe ricorrervi?<br />
Un’impresa dovrebbe considerare<br />
la formazione come un valido<br />
alleato per la propria competitività<br />
e per i propri dipendenti.<br />
Infatti, è proprio attraverso la<br />
partecipazione attiva a percorsi<br />
formativi che entrambi (impresa<br />
e lavoratori) possono concorrere<br />
a una maggiore crescita<br />
in un mercato del lavoro sempre<br />
più dinamico. In altri termini,<br />
il valore aggiunto che Formazienda<br />
offre alle imprese è<br />
dato dalla possibilità di finanziare<br />
percorsi formativi aziendali,<br />
andando così a ridurre l’investimento<br />
che l’azienda dovrebbe<br />
attuare per curare la formazione<br />
professionale e tecnica dei propri<br />
lavoratori. Rendere accessibile la<br />
formazione significa anche consentire<br />
all’azienda di non disperdere<br />
eventuali abilità e attitudini<br />
possedute dai dipendenti, anzi<br />
di valorizzarle coinvolgendoli in<br />
percorsi formativi mirati. È in<br />
questo contesto che il ruolo svolto<br />
dal fondo interprofessionale<br />
diventa strategico.<br />
Le imprese stanno cogliendo<br />
l’opportunità offerta da Formazienda?<br />
La formazione, specialmente in<br />
questi anni di crisi, ha rappresentato<br />
una vera e propria occasione<br />
di rilancio per molte aziende che,<br />
attraverso un suo utilizzo strategico,<br />
hanno provveduto a innovarsi,<br />
a sviluppare nuovi prodotti<br />
e a intercettare nuove collocazioni<br />
nei mercati internazionali.<br />
Nel 2014, il sistema dei fondi<br />
interprofessionali ha avuto,<br />
in termini di imprese aderenti,<br />
un incremento dell’8% rispetto<br />
al 20<strong>13</strong>, un dato che rende manifesta<br />
la progressiva crescita del<br />
sistema formativo italiano a supporto<br />
dell’intero tessuto economico.<br />
Formazienda, in particolare,<br />
è cresciuta del 50% sia in<br />
termini di adesioni sia in termini<br />
di piani formativi, e questo evidenzia<br />
come l’offerta di accesso<br />
ai finanziamenti ideata dal fondo<br />
risponda in modo puntuale<br />
ed efficace alle necessità delle<br />
imprese aderenti.<br />
L’aumento delle imprese iscritte<br />
al Fondo e della qualità dei<br />
servizi offerti è un dato interessante<br />
che va contestualizzato<br />
nel periodo storico.<br />
Nel momento in cui il paese sta<br />
faticosamente uscendo dalla crisi,<br />
la parola d’ordine non può che<br />
essere innovare. Questo spiega<br />
come l’innovazione, insieme con<br />
le buone prassi, sia una delle caratteristiche<br />
imprescindibili del<br />
Fondo – a tal proposito abbiamo<br />
vinto per tre anni consecutivi<br />
due importanti riconoscimenti -,<br />
oltre che una vera e propria leva<br />
strategica. Queste peculiarità,<br />
unite al costante miglioramento<br />
organizzativo e al preciso monitoraggio<br />
qualitativo degli interventi<br />
formativi finanziati, orientano<br />
le imprese e le aziende verso<br />
Formazienda. Per noi non è tanto<br />
importante che ogni impresa<br />
debba essere formata, quanto che<br />
a ogni impresa venga trasmesso<br />
il desiderio di essere formata.<br />
Sta qui, in questo differente approccio,<br />
la differenza con gli altri<br />
fondi.<br />
Perché gli strumenti di accesso<br />
ai finanziamenti da voi ideati<br />
risultano così soddisfacenti?<br />
In generale, con l’adesione a Formazienda,<br />
l’impresa può vedersi<br />
finanziati percorsi formativi per<br />
promuovere, incrementare e/o<br />
cambiare la propria realtà produttiva,<br />
A questo fine abbiamo<br />
74 ITA EVENTI
ideato strumenti particolarmente<br />
snelli ed efficienti, modellati di<br />
volta in volta sulle esigenze delle<br />
aziende. Così, è possibile candidare<br />
piani formativi per qualsiasi<br />
impresa, dalla micro alla grande,<br />
ma anche ai consorzi di impresa<br />
e alle holding. E per ciascuna di<br />
esse vi è uno strumento che meglio<br />
di altri si confà alle proprie<br />
esigenze.<br />
Come può aderire al vostro<br />
fondo l’impresa non ancora<br />
iscritta?<br />
Aderire a Formazienda è semplice<br />
e non comporta nessun<br />
costo per l’impresa. È sufficiente<br />
inserire il codice FORM<br />
nella denuncia contributiva e<br />
retributiva mensile (modello<br />
UNIEMENS). L’adesione, ricordiamo,<br />
può essere espressa anche<br />
da parte delle aziende agricole<br />
(modello DMAG). Il Fondo<br />
Formazienda accoglie il contributo<br />
versato dalle imprese per le<br />
figure dirigenziali. Per ulteriori<br />
informazioni circa le modalità di<br />
adesione si può visitare il nostro<br />
sito internet e/o prendere contatti<br />
con i nostri uffici.<br />
COS’È IL FONDO FORMAZIENDA Formazienda è uno dei 19 fondi paritetici interprofessionali nazionali per la<br />
formazione continua. Il Fondo Formazienda è stato autorizzato ad operare con decreto del Ministero del Lavoro<br />
e delle Politiche Sociali del 31 ottobre 2008. Il Fondo Formazienda promuove e finanzia piani formativi<br />
aziendali, territoriali, settoriali e individuali concordati tra le parti sociali – la confederazione generale dei sindacati<br />
autonomi dei lavoratori (Confsal) e la confederazione autonoma italiana del commercio, del turismo,<br />
dei servizi, delle professioni e delle PMI (Sistema Commercio e Impresa) - nonché eventuali ulteriori iniziative<br />
propedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti. Il Fondo è l’unico ad<br />
aver sede nel nord Italia, in Lombardia, a Crema (CR).<br />
COSA FINANZIA Il Fondo Formazienda promuove e finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali e<br />
individuali concordati tra le parti sociali.<br />
I DESTINATARI L’obiettivo principale di Formazienda è rendere semplice ed accessibile alle aziende (anche<br />
quelle di piccolissime dimensioni) l’utilizzo della formazione come leva strategica per favorire l’innovazione e<br />
lo sviluppo. Sono destinatari della formazione finanziata: apprendisti, operai, impiegati, quadri, dirigenti, collaboratori.<br />
ACCESSO AI FINANZIAMENTI Le aziende che hanno aderito a Formazienda possono accedere ai finanziamenti<br />
partecipando agli Avvisi che il Fondo emanerà durante l’anno o presentando piani formativi a valere sui<br />
propri Conto Formazione Impresa o Conto Formazione di Rete.<br />
FORMAZIENDA via Olivetti 17, 260<strong>13</strong> Crema (CR) tel: 0373 472168 - fax: 0373 472163 - formazienda.com<br />
ITA EVENTI 75
enessere<br />
“Sono il Dr. Antonio Distefano, Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica.<br />
Da questo mese sono a disposizione di coloro che sono interessati alla materia”.<br />
Questa la prima affermazione<br />
della prima lezione alla facoltà<br />
di Medicina e Chirurgia nel<br />
1989. Avevo 18 anni e cominciava una<br />
fase della mia vita che sarebbe sfociata<br />
nella professione di medico e avrebbe<br />
formato con essa un connubio inscindibile.<br />
A 31 anni sono riuscito a<br />
realizzare la mia più forte aspirazione:<br />
diventare specialista in Chirurgia<br />
Plastica, Ricostruttiva ed Estetica seguendo<br />
un duro corso di studi, durato<br />
5 anni, presso idonea facoltà universitaria<br />
post-laurea, dopo aver superato<br />
un concorso che permette l’accesso a<br />
due soli vincitori l’anno. Realizzando il<br />
mio sogno vagheggiato fin da ragazzo,<br />
non avrei tuttavia immaginato che sarei<br />
potuto essere simultaneamente attore<br />
e spettatore di un film inedito: la<br />
grande disfatta della grande bellezza.<br />
La capacità di poter modificare l’aspetto<br />
umano avrebbe dovuto rendermi<br />
forte e abile a resistere ad eventi avversi<br />
ed umiliazioni da considerare come<br />
temibili e potenziali complicanze. La<br />
deregulation, voluta dall’allora ministro<br />
dell’Economia Bersani, rappresentò<br />
la più grande e indelebile catastrofe<br />
professionale per ogni medico. La<br />
commercializzazione con conseguente<br />
mercificazione della salute sul web,<br />
sui giornali, fino allo svilimento televisivo,<br />
hanno quasi annientato la dignità<br />
e il diritto di riconoscenza ad una professione<br />
che fino agli anni ‘90 era considerata<br />
intoccabile e sacra. Siamo l’unico<br />
Paese in Europa che ha consentito<br />
oltre alla liberalizzazione delle professioni<br />
anche quella dell’equipollenza<br />
medica. Siamo l’unico Paese in Europa<br />
che consente ad un non vero e certificato<br />
specialista in Chirurgia Plastica<br />
di poter investire anche notevoli<br />
somme in comunicazione, con slogan<br />
76 ITA EVENTI
e messaggi che fin dal mattino illuderanno<br />
ignare impiegate che leggeranno<br />
sui quotidiani da distribuzione gratuita<br />
in metropolitana di come questo<br />
o quel medico “regalerà” loro un sogno<br />
di bellezza o di ringiovanimento<br />
sempre desiderato e agognato. Scorrettezza<br />
etica e professionale e falso<br />
ideologico nuocciono all’ IO più intimo<br />
e fragile di ogni essere umano. Arroganza<br />
e presunzione di chi vero specialista<br />
non è danneggiano chi esercita<br />
con professionalità e correttezza. L’Italia,<br />
unico Stato della CE dove vige il<br />
principio della equipollenza: un medico<br />
che ha frequentato un corso anche<br />
di una settimana sul tema della Rinoplastica<br />
o della Lipoaspirazione è abilitato<br />
ad esercitare come un vero specialista<br />
che si è impegnato per 5 anni<br />
in studi teorici e non avulsi dalla pratica<br />
riguardanti anche Chirurgia Oncologica,<br />
Malformativa, Traumatologica<br />
ed Estetica. Medici già specialisti<br />
in altre branche si improvvisano invece<br />
Chirurghi Plastici perché affini disciplinariamente<br />
alla loro specialità:<br />
Dermatologia, Oftalmologia, Chirurgia<br />
Oncologica, Chirurgia Generale,<br />
Ginecologia. A nessun vero Chirurgo<br />
Plastico verrebbe mai in mente di cimentarsi<br />
in un parto, eseguire una mastectomia,<br />
riparare un distacco di retina,<br />
eseguire un trapianto di cornea.<br />
Questo mie parole vogliono essere un<br />
campanello di allarme che deve far riflettere<br />
tutti coloro che sono interessati<br />
al settore: vanno sempre accertati i corretti<br />
titoli di studio dello specialista a<br />
cui ci si rivolge. Laddove non esistono,<br />
cambiare medico: ne vale la vostra forma<br />
e salute.<br />
Per informazioni o domande contattatemi<br />
a: info@antoniodistefano.it o<br />
visitate il sito drantoniodistefano.it<br />
ITA EVENTI 77
zapping<br />
BENEDETTA PARODI<br />
Ha venduto più di due milioni di libri di ricette di cucina: conosciuta<br />
attraverso Cotto e mangiato, I menù di Benedetta e Bake Off Italia.<br />
La vedremo su Real Time con l’edizione Junior Bake Off e uno speciale<br />
natalizio con la sua famiglia. di Bruno Quiriconi<br />
“I miei ricettari vendono due milioni<br />
di copie perché non so cucinare” è il titolo<br />
di una intervista trovata in rete:<br />
Benedetta Parodi vende più libri di<br />
Umberto Eco ed il suo segreto sembrerebbe<br />
essere l’assoluta naturalezza con<br />
la quale tenta di cucinare, spesso con<br />
prodotti già pronti, pietanze alla portata<br />
di tutti, persino per la cosiddetta<br />
“casalinga di Voghera”. Tanta semplicità<br />
unita a un’impeccabile spontaneità<br />
hanno portato al successo la conduttrice<br />
di Cotto e mangiato e, adesso, di<br />
Junior Bake off Italy, in onda dal 27<br />
novembre alle 21.10 su Real Time. La<br />
prima stagione di questo programma<br />
farà mettere alla prova i concorrenti<br />
tra gli 8 e i 12 anni provenienti da<br />
tutta Italia per aggiudicarsi il titolo<br />
di miglior piccolo pasticcere d’Italia.<br />
Insieme a Benedetta ci saranno Ernst<br />
Knam e Clelia D’Onofrio; la location<br />
prescelta è la settecentesca dimora storica<br />
Villa Annoni di Cuggiono (Mi).<br />
Ma non è finita: subito dopo la puntata<br />
finale, il 18 dicembre, andrà in onda<br />
sempre su Real Time alle 22.10 Natale<br />
con Benedetta Ricette in famiglia, condotto<br />
direttamente dalla casa della<br />
conduttrice insieme al marito Fabio<br />
Caressa e i suoi tre figli Matilde, Eleonora<br />
e Diego. Non provate a chiederLe<br />
di raccontare una sintesi del suo esordio<br />
perché vi sentirete rispondere con<br />
un pizzico di ironia che forse è meglio<br />
consultare Wikipedia. Ma, una volta<br />
superata la risata iniziale, Benedetta<br />
inizia a poco a poco ad aprirsi con Itaeventi:<br />
“Ho iniziato come giornalista a<br />
Studio Aperto”, racconta, “e ho avuto un<br />
direttore anch’egli appassionato come me<br />
di cucina che, nel tempo, mi ha proposto<br />
di inserire una rubrica all’interno del telegiornale<br />
e poco dopo la mia vita è cambiata<br />
in meglio”. La rubrica si chiamava<br />
Cotto e mangiato, un minuto e mezzo<br />
nel quale la Parodi presentava la sua ricetta<br />
del giorno a casa sua.<br />
78 ITA EVENTI
A margine della trasmissione pubblica<br />
un libro con lo stesso titolo con un successo<br />
inaspettato: quasi 1.500.000 di<br />
copie vendute alle quali fanno seguito<br />
le 900.000 del secondo libro Benvenuti<br />
nella mia cucina, entrambi per l’Editore<br />
Vallardi. Nel 2011 inizia una nuova<br />
trasmissione su La 7 chiamata I menù<br />
di Benedetta, che diventa anche il titolo<br />
del suo terzo libro. Quindi il passaggio<br />
a Real Time con Bake Off Italia Dolci<br />
in forno e Molto bene. “Il feedback con<br />
il pubblico è iniziato soprattutto dai<br />
tempi di Cotto e mangiato, lì ho capito<br />
che c’era stata una svolta. Il successo del<br />
libro dallo stesso titolo è stato il mio più<br />
grande successo, sono arrivata a vendere<br />
quasi 2 milioni di copie e per un libro di<br />
cucina è un record in Italia; l’editoria<br />
mi ha dato una grande soddisfazione nel<br />
mio lavoro”. Senza dubbio un risultato<br />
da fare invidia: “Io non l’ho mai sentita,<br />
al massimo la soddisfazione di aver<br />
fatto un buon lavoro”. Benedetta avrà<br />
il suo piatto preferito? “Si, la pasta alla<br />
Norma. E come dolce la torta di mele”.<br />
Uno dei segreti del suo successo è senza<br />
dubbio far identificare le persone<br />
che amano cucinare senza per questo<br />
cercare un approccio accademico: “Io<br />
faccio le stesse cose che preparo a casa: se<br />
una ricetta non mi va – perché la trovo<br />
faticosa o non rispecchia il mio gusto -,<br />
non la faccio e basta. Cerco di essere molto<br />
naturale: il pubblico capisce che quello<br />
che cucino è lo stesso anche a telecamere<br />
spente. Adesso sto preparando lo speciale<br />
di Natale su Real Time e cercherò di<br />
riproporre in tv le stesse atmosfere del<br />
pranzo natalizio. Ci saranno i parenti,<br />
i miei figli e saremo tutti in una baita e<br />
oltre a cucinare faremo un grande albero<br />
di Natale. Arriverà anche un nuovo<br />
programma tv per l’anno nuovo”. E se ci<br />
tenete a fare un regalo è appena uscito<br />
il suo nuovo libro intitolato Ricette in<br />
famiglia (Rizzoli), 150 idee dallo spuntino<br />
a mezzanotte. Buon appetito!<br />
80 ITA EVENTI
food<br />
LE RICETTE DI NATALE<br />
DELL’ATELIER DEI SAPORI<br />
Collocata nel cuore di Milano, la sede dell’associazione Atelier dei Sapori offre un modo<br />
diverso e originale per passare alcune ore all’insegna della cultura gastronomica, accuditi<br />
dalle tre maestre di cucina: Paola, Patrizia e Cristina<br />
Si sceglie il tema della lezione,<br />
si cucina assieme, si discute<br />
appassionatamente<br />
tra teoria e pratica, appagando<br />
non solo il gusto ma anche vista,<br />
olfatto, tatto e udito. Momento<br />
molto particolare è la presentazione<br />
dei piatti: tavolozze eleganti<br />
a tutto tondo, autentici trionfi<br />
di colori, forme, abbinamenti<br />
da far invidia alla genialità del<br />
grande pittore milanese Arcim-<br />
boldo. Ampia la scelta delle proposte<br />
dell’Atelier dei sapori: serate<br />
gastronomiche (anche in lingua<br />
inglese, francese, tedesco), corsi<br />
individuali o per piccoli gruppi,<br />
eventi privati (addio al nubilato,<br />
compleanni, anniversari, battesimi).<br />
Molto curati i team building<br />
aziendali. Un’attenzione particolare<br />
è rivolta ai bambini e ragazzi<br />
che posso imparare le prime nozioni<br />
di cucina o festeggiare con<br />
gli amici all’insegna della cucina<br />
divertente. Particolari eventi collaterali:<br />
a scuola tra prosa, arte,<br />
aneddotica sempre in chiave gastronomica.<br />
Dulcis in fundo, la<br />
lezione può diventare un’idea regalo,<br />
da scegliere direttamente<br />
o fare decidere al destinatario<br />
dell’omaggio. Per regalare creatività,<br />
raffinatezza, colore e convivialità.<br />
Con un mood indovinato<br />
che punta sul buon gusto.<br />
www.atelierdeisapori.it<br />
Facebook: AtelierDeiSaporiMilano<br />
Twitter: atelier_sapori
INGREDIENTI<br />
450g di cranberries<br />
4 arance, una intera, tre pelate a vivo<br />
400g di ananas in scatola<br />
250g di zucchero<br />
25g di colla di pesce<br />
stampo a forma di stella<br />
di Natale capacità lt. 2<br />
PREPARAZIONE<br />
Mettere ad ammollare la colla di pesce in acqua<br />
fredda e lo stampo in freezer a raffreddare. Tritare<br />
i cranberries e le arance in un mixer con lama<br />
metallica, facendo attenzione a lasciare la frutta<br />
a pezzetti, aggiungervi l’ananas tritato e lo zucchero.<br />
Mettere la frutta in un colino ed estrarre<br />
tutto il succo in essa contenuto. Riscaldare poco<br />
succo per sciogliervi la colla di pesce, poi mischiarlo<br />
con il resto del succo. Versare un po’ di<br />
liquido sul fondo dello stampo ben freddo e mettere<br />
in frigorifero a rassodare. Aggiungere poi la<br />
frutta mescolata con il resto del succo. Riporre in<br />
frigorifero per alcune ore. Per sformare il dolce,<br />
immergerlo il fondo dello stampo per pochi minuti<br />
in acqua molto calda, poi rovesciarlo velocemente<br />
su un piatto e decorare a piacere.<br />
INGREDIENTI<br />
200 gr. di cioccolato fondente<br />
180 gr. di burro<br />
180 gr. di zucchero<br />
100 gr. di farina 00<br />
2 uova intere<br />
3 tuorli<br />
Mikado di tre gusti<br />
Perline di cioccolato<br />
Burro chiarificato<br />
PREPARAZIONE<br />
Fare sciogliere il cioccolato in un polsonetto<br />
messo in una casseruola con acqua in leggera<br />
ebollizione, facendo attenzione che il polsonetto<br />
non sia a contatto con l’acqua. Togliere la casseruola<br />
dal fuoco, amalgamare prima il burro a<br />
piccoli pezzi e dopo lo zucchero ( il burro si aggiunge<br />
fuori dal fuoco perché il cioccolato risulti<br />
più brillante). Trasferire il composto in una terrina<br />
e unire le uova uno alla volta, continuando a<br />
lavorare con un cucchiaio di legno. Aggiungere<br />
la farina setacciandola direttamente nel composto.<br />
Versare il tutto nello stampo. Fare cuocere in<br />
forno preriscaldato a 170° C per circa 25 minuti.<br />
Togliere la torta dal forno, farla raffreddare o almeno<br />
intiepidire. Sformarla su un piatto e prima<br />
di servire infilate nel dolce a distanza regolare i<br />
mikado, alternando bene i colori.<br />
Arricchitelo con le palline di cioccolato.<br />
ITA EVENTI 83
food<br />
PALATO CURIOSO<br />
“Uno non può pensare bene, amare bene, dormire<br />
bene, se non ha mangiato bene”. (Virginia Woolf)<br />
Siamo quattro amici, molto diversi. Ci spinge una passione comune: andare alla ricerca del<br />
massimo livello in fatto di ospitalità ed enogastronomia. Abbiamo la fortuna di vivere in una<br />
regione del centro Italia che ci permette di raccontare storie molto differenti tra loro, culture<br />
concettualmente lontanissime, a pochi chilometri di distanza.<br />
Queste sono le nostre recensioni per i lettori di Itaeventi. (www.palatocurioso.com)<br />
HOSTARIA DEL PAVONE<br />
Metti una sera a cena il profumo del mare…<br />
L’Hostaria del Pavone si trova nel centro storico di<br />
Vasto in provincia di Chieti, locale molto accogliente<br />
e caldo, elegante e familiare al tempo stesso.<br />
Ci accoglie il patron Nicolino Di Renzo che,<br />
dopo averci fatto accomodare, inizia ad illustrare<br />
le specialità che il ristorante propone; immediatamente<br />
ci affascina la ricercatezza del menu. Decidiamo<br />
- come nostra abitudine -, di esplorare un<br />
percorso completo a mano libera. Senza indugio<br />
inizia la carrellata attraverso piatti di straordinaria<br />
qualità e accostamenti audaci e stuzzicanti come<br />
il baccala con tartufo nero o la ventresca di tonno<br />
con cous cous e scampo crudo. Siamo colpiti dalla<br />
bontà delle pietanze e dall’eccellente freschezza<br />
del pesce. Proseguendo notiamo che l’alto livello<br />
delle materie prime è una costante. È il momento<br />
dei carpacci: gallinella, gambero rosso e riduzione<br />
di Montepulciano, scorfano sfilettato direttamente<br />
davanti ai nostri occhi e pesce spada con cubetti di<br />
melone; siamo inebriati da questo tripudio di sapori<br />
eccelsi. L’utilizzo del sale nero conferisce una<br />
gradevolissima croccantezza e contrasta alla perfezione<br />
i sapori che accarezzano il palato. Chiudiamo<br />
la tappa dei crudi con un bel plateau di frutti<br />
di mare, ricci e ostriche a richiamare tutto il profumo<br />
e il sapore del mare. Un breve accenno agli<br />
antipasti caldi che comprendono un calamaretto al<br />
vapore con purea di patate e una passata di fagioli<br />
con gambero al peperoncino, pane tostato e clorofilla<br />
di prezzemolo. Non possiamo nascondere la<br />
nostra soddisfazione. Arriviamo al primo: Pacchero<br />
Vicidomini con funghi porcini, scampi e gamberi;<br />
ci troviamo davanti ad un piatto strepitoso, equilibrio<br />
degli ingredienti, mantecatura favolosa, solita<br />
materia prima eccellente. Ecco il piatto perfetto,<br />
applausi. Crediamo che questo sia il miglior primo<br />
piatto assaggiato finora dai nostri palati curiosi,<br />
chapeau. Arrivati al secondo ci viene proposto un<br />
bel filetto di spigola con capperi e olive, anche qui<br />
riscontriamo l’eccellente qualità, ahimè dobbiamo<br />
ripeterci. A completare il favoloso percorso, scegliamo<br />
due tipologie di dolci che, indubbiamente<br />
concludono ottimamente la cena ma, vista l’eccellenza<br />
proposta finora, risultano buoni ma altrettanto<br />
normali. In conclusione, la qualità provata in<br />
questo locale ci ha assolutamente colpiti, semplicità<br />
e ricercatezza allo stesso tempo costituiscono un<br />
connubio perfetto che i clienti dimostrano di gradire<br />
e premiare visto il successo di questo locale, assolutamente<br />
meritato. L’ambiente è piacevolmente<br />
informale e abbiamo gradito molto l’amicalità del<br />
proprietario che ci ha concesso anche di visitare la<br />
cantina. Questa merita una nota particolare per il<br />
numero di etichette a disposizione. Menzione speciale<br />
anche per la mise en place assolutamente di<br />
alto livello.<br />
84 ITA EVENTI
ZUNICA 1880<br />
Il guerriero nella sua Fortezza<br />
Un viaggio nel tempo, questo è stato l’appuntamento<br />
a Civitella del Tronto. Il viaggio di cui parliamo,<br />
però, è un’escursione spazio-temporale che<br />
ha come sfondo la splendida Fortezza medievale,<br />
simbolo della cittadina e, come protagonista, lo<br />
Chef Sabatino Lattanzi che ha saputo creare la sua<br />
fortezza attraverso le sue creazioni. Pensavamo di<br />
tuffarci in una cucina “old style” e, invece, siamo<br />
stati rapiti e trasportati in un percorso sorprendente<br />
e non scontato. Ci siamo resi conto immediatamente<br />
che bisognava prestare molta attenzione, lo<br />
speck di oca con uva bianca, mais e marmellata di<br />
lamponi fa scattare sull’attenti le papille gustative.<br />
Qualunque piatto ne fosse seguito avrebbe avuto<br />
un successo relativo; azzeccata, invece, la scelta<br />
di proporre una panzanella liquida di pomodoro<br />
con pepe nero, piatto che attenua il ricordo dello<br />
speck e prepara alla portata successiva. Lo Chef assesta<br />
poi il secondo colpo: tartare di carne su letto<br />
di avocado, cocco, riduzione di Montepulciano e<br />
gelatina di ananas; piatto delizioso e audace che ci<br />
impressiona. Proseguendo, un altro pezzo da novanta.<br />
il carpaccio di maiale con bacche di ginepro<br />
mandorle e mela verde; fantastico e con un finale<br />
graffiante, gran piatto. Non è ancora il momento<br />
di rallentare, Sabatino spinge forte come in una<br />
gara di velocità: uno strepitoso foie gras scottato<br />
con pesche sciroppate melissa e zenzero, impossibile<br />
non essere conquistati da questi slanci di pura<br />
passione. Il profumo poi della zuppetta di pecori-<br />
no con tartufo nero inebria il tavolo ben prima che<br />
il piatto si mostri nei suoi colori. Dopo una piccola<br />
pausa, terminiamo gli antipasti e arriviamo al<br />
primo piatto: chitarrina al ragù bianco di agnello<br />
con zafferano e pecorino; un biglietto da visita<br />
della nostra amata regione. Veniamo omaggiati da<br />
un gradito fuori menu improntato alla tradizione<br />
e siamo lieti di assaggiare le “Ceppe” con ragù napoletano<br />
ripassate in padella, pasta all’uovo simile<br />
ad un bucatino ottenuta arrotolando l’impasto<br />
su un ferro da maglia, il ceppo appunto. Un piatto<br />
che ad ognuno di noi ricorda l’infanzia, il tipico<br />
colore del ragù ripassato in padella è foriero di<br />
ricordi di domeniche in famiglia. Ultima proposta<br />
prima del dessert è un maialino teneramente<br />
croccante con purè di sedano rapa e crema di yogurt<br />
bianco, un altro grande piatto ricco di sapore<br />
con un equilibrio perfetto. Cottura della carne impeccabile.<br />
Terminiamo il percorso con i dolci molto<br />
buoni e freschi: un gelato all’anisetta di Ascoli<br />
Piceno e un semifreddo con papaya e mango. In<br />
conclusione non possiamo esimerci dal rinnovare<br />
i complimenti allo Chef che, nonostante la sua<br />
giovane età, dimostra di avere idee e personalità da<br />
vendere, cimentandosi con specialità della cucina<br />
francese e interpretandole con abilità, senza però<br />
dimenticare i grandi piatti della tradizione italiana<br />
e abruzzese in particolare. Complimenti anche<br />
al personale di sala sempre attento, elegante e mai<br />
invadente.<br />
86 ITA EVENTI
EFFICIENZA, CELERITÀ e FLESSIBILITÀ<br />
a servizio del cliente<br />
La Sorrento Logistica S.r.l. dal 2008<br />
si occupa di trasporto merci conto<br />
terzi. Il nostro parco veicolare è<br />
composto da 11 mezzi di nuova fabbricazione<br />
tra i quali 8 bilici, 1 autotreno<br />
e 2 motrici.
zapping<br />
PAOLA MARELLA<br />
L’AFFASCINANTE<br />
MEDIATRICE<br />
La sesta edizione di Vendo casa…<br />
disperatamente, in onda su Real Time,<br />
ci propone tutti i segreti per migliorare<br />
l’appartamento da mettere in vendita.<br />
Con un tocco di classe e tanta<br />
competenza. di Andrea Thomas<br />
Il canovaccio è semplice: se cercate<br />
di vendere la vostra abitazione e incontrate<br />
delle difficoltà a causa di<br />
problematiche strutturali ed estetiche<br />
la soluzione si chiama Paola Marella!<br />
Per valorizzare l’appartamento la mediatrice<br />
immobiliare più famosa della<br />
tv è pronta a soccorrervi con la sesta<br />
stagione di Vendo casa… disperatamente,<br />
in onda ogni giovedì alle 21.10 su<br />
Real Time (produzione Endemol Italia).<br />
Ad aiutare la conduttrice l’architetto<br />
Andrea Spera e una squadra di operai<br />
edili. Il programma oltre ad intrattenere<br />
offre una serie di spunti utili per<br />
decorazione d’interni e consigli pratici<br />
per far risaltare al meglio lo spazio da<br />
vendere. La percezione – guardando lo<br />
spot del programma – è che Paola sia<br />
diventata il volto di Real Time, canale<br />
femminile di Discovery Italia. Itaeventi<br />
l’ha intervistata.<br />
88 ITA EVENTI
Ci racconta in sintesi la sua storia<br />
professionale e l’esordio in tv?<br />
Io da quando mi sono laureata nel lontano<br />
1988 – mi sembrano veramente<br />
passati dei secoli -, mi sono sempre<br />
occupata di case: compravendita, cantieri,<br />
etc. Le case sono nel mio Dna da<br />
sempre. Ho visto la trasformazione dei<br />
cantieri negli anni Novanta, senza tutta<br />
la tecnologia che abbiamo adesso;<br />
dovevi fare capire al cliente i progetti<br />
con delle planimetrie che erano dei<br />
lenzuoli. Il mondo intorno alla casa<br />
è sempre stata la mia passione vera.<br />
Quando è iniziata la crisi, nel 2006,<br />
avevo un momento di stallo lavorativo<br />
e così ho iniziato ad interessarmi<br />
a un programma televisivo sulla casa.<br />
Nel 2007 non c’era ancora nulla del genere<br />
in tv: mi sono lanciata nell’avventura<br />
di Cerco casa che avrebbe dovuto<br />
durare solo un breve periodo ed invece<br />
ha avuto un buon successo. Così<br />
mi sono dedicata per alcuni anni alla<br />
tv al 60/70% e al 40/30% alla professione<br />
della compravendita di immobili.<br />
Oggi direi che sono al 50 di ciascuna<br />
professione. Faccio un’enorme fatica a<br />
portare avanti tutto ma ci provo.<br />
Il programma in onda di giovedì su<br />
Real Time si chiama Vendo casa…<br />
disperatamente, con qualche modifica<br />
rispetto al passato pur mantenendo<br />
sempre la stessa cifra stilistica:<br />
come migliorare il proprio<br />
immobile per renderlo più competitivo<br />
e appetibile alla vendita.<br />
La mission del programma è quella di<br />
cercare di vendere al meglio il proprio<br />
immobile, soprattutto nel contesto di<br />
una crisi che dura da sette anni e solo<br />
da poco accenna a diminuire. I dati<br />
odierni parlano di una media di 23, 7<br />
mesi di attesa per vendere una casa: da<br />
ITA EVENTI 89
Paola Marella<br />
con il suo<br />
collaboratore,<br />
l’architetto<br />
Andrea Spera<br />
questo dato si capisce quanto diventa<br />
importante lo staging che è realmente<br />
il focus del programma tv. Lo staging<br />
altro non è che una sorta di remise en<br />
forme dell’appartamento per cercare<br />
di dare un impressione buona al cliente<br />
che viene a vedere la casa. Il cliente<br />
compra anche con il sentimento: quando<br />
entri in una casa devi essere conquistato<br />
come quando scegli un marito o<br />
una moglie, lo stesso vale per una casa.<br />
Ci vuole empatia per una casa.<br />
C’è un grande lavoro da parte vostra<br />
per abbellire e rendere funzionale<br />
l’immobile da vendere.<br />
Sempre più si va in questa direzione.<br />
Un tempo si vendevano appartamenti<br />
“nudi e crudi” mentre oggi – e ti parlo<br />
del mio vero lavoro, l’agente immobiliare<br />
– anche nei cantieri proponiamo<br />
degli appartamenti finiti proprio per<br />
dare l’idea, al cliente, come può essere<br />
quello spazio. Questo perché spesso<br />
il cliente non ha la capacità di immaginare<br />
come possa essere lo spazio fintanto<br />
che non lo vede strutturato. Noi, nel<br />
programma, lo facciamo magari approssimativamente,<br />
poi il cliente una<br />
volta comprato l’immobile può fare<br />
delle migliorie ulteriori, ad esempio al<br />
bagno. Ma in questo modo riusciamo<br />
a dare al cliente l’idea dell’insieme.<br />
Cosa ne pensa dei nuovi portali<br />
come Airbnb.it per affittare l’appartamento?<br />
Posso rispondere che mio figlio utilizza<br />
90 ITA EVENTI
esclusivamente di Airbnb.it per i suoi<br />
soggiorni all’estero. Credo che funzioni<br />
molto bene. Poi anche lì possono esserci<br />
dei problemi ma la mia esperienza<br />
famigliare è positiva e credo che anche<br />
in Italia ci stiamo muovendo in questa<br />
direzione. Nelle città europee è una<br />
consuetudine da molto tempo, in Italia<br />
abbiamo una legislazione normativa<br />
limitativa anche se si sta cercando di<br />
cambiare qualcosa in merito.<br />
Lei ha un’immagine molto elegante<br />
e affascinante, quasi regale: dalla<br />
postura alla scelta degli abiti; un<br />
modello per le donne.<br />
Io credo molto nel rapporto umano e<br />
anche nel feedback con coloro che mi<br />
scrivono attraverso i social che cerco di<br />
seguire soprattutto la sera. Rispondo<br />
sempre alle domande, anche in modo<br />
breve, delle persone che mi scrivono:<br />
spesso mi chiedono consigli sull’abbigliamento<br />
e la moda, le donne si divertono<br />
molto a vestirsi e a seguire le novità;<br />
da sempre mi piace seguire la moda.<br />
Devo dire che mi fa molto piacere essere<br />
considerata un modello positivo.<br />
Sento molto affetto intorno a me, riesco<br />
a percepirlo. Difficilmente ho una<br />
critica sui social.<br />
Le piacerebbe seguire un programma<br />
televisivo proprio sull’altra sua<br />
passione, la moda?<br />
Non le nascondo che potrebbe interessarmi<br />
ma ancora non me l’hanno proposto…<br />
ITA EVENTI 91
libri<br />
L’autore è professore di Ingegneria acustica all’Università di Salford, in Gran<br />
Bretagna, dove conduce ricerche nel campo dell’acustica architettonica,<br />
dell’elaborazione dei segnali audio e della percezione dei suoni. L’intento dichiarato<br />
di Cox è quello di preservare e conoscere i suoni rari e i rumori bizzarri.<br />
Il libro è un viaggio nei misteri delle meraviglie sonore nel mondo: nel<br />
deserto del Mojave vi sono dune che cantano, in Francia un eco che racconta<br />
barzellette, in California una strada musicale nella quale si ascolta l’ouverture<br />
di Guglielmo Tell. E ancora: la piramide Maya cinguettante in Messico, il guaciaro<br />
con l’ecolocalizzatore in Venezuela, i magnifici uccelli lira in Australia, il<br />
canto glissato delle foche barbate a Svalbard. Il libro è una grande occasione<br />
per scoprire l’origine dei suoni, come il nostro corpo reagisce ad essi. (g.b.)<br />
Ecco l’autobiografia di una delle più grandi personalità del calcio italiano.<br />
Giovanni Trapattoni racconta la vita, la filosofia, le imprese compiute nella<br />
sua carriera tra campo e panchina. Arrivato al Milan da ragazzino, in pochi<br />
anni si ritrova protagonista nel ciclo di vittorie rossonero più grande si sempre,<br />
insieme a Rocco, Rivera e Altafini. Da calciatore ad allenatore l’elenco dei<br />
successi comprende – oltre al Milan -, la Juventus, l’Inter, il Cagliari, il Bayern<br />
di Monaco, la Fiorentina e la grande avventura della nazionale italiana, quindi<br />
Benfica, Stoccarda e Irlanda. La sua dialettica è inimitabile e inconfondibile<br />
e il titolo stigmatizza una delle sue frasi più celebri. (b.q.)<br />
I due autori sono rispettivamente Docente di Fisica teorica e Docente di Genetica<br />
molecolare all’Università di Surrey, in Gran Bretagna. Come si crea la<br />
vita? Non lo spiega la biologia sintetica, tuttavia si comincia a capire cosa<br />
succede nel profondo delle cellule viventi. L’incredibile forza della fotosintesi,<br />
ad esempio, oppure il funzionamento degli enzimi. E il passero europeo<br />
che ogni anno migra dal Nord Europa al Nord Africa? Lo strano mondo dei<br />
quanti e la complessità della vita sembravano due punti distanti fino all’avvento<br />
della biologia quantistica, una nuova scienza che intreccia le cose svelando<br />
antichi misteri: il libro spiega tutto in maniera accessibile anche ai non addetti<br />
ai lavori. (a.t.)<br />
Il nuovo libro del fondatore di Riza Psicosomatica è dedicato a tutti coloro che<br />
vogliono smettere di lamentarsi, di credere che è capitata loro una vita sbagliata.<br />
È scritto per chi ritiene che siamo abitati da forze provvidenziali, capaci<br />
di farci guarire come per miracolo. Scrive Morelli nella presentazione: “Mentre<br />
pensiamo alle delusioni che hanno segnato la nostra vita, perdiamo di vista<br />
che un processo creativo continua instancabilmente a produrre la nostra unicità.<br />
Se penso di essere quello che è stato ferito, la mia interiorità viene riempita<br />
dal passato e dal ricordo, che prendono così il sopravvento su tutte le risorse<br />
dell’inconscio che, invece, sarebbero capaci di veri prodigi terapeutici”. (b.q.)<br />
92 ITA EVENTI
libri<br />
94 ITA EVENTI
FATMA RUFFINI<br />
L’IMMAGINARIO<br />
COLLETTIVO DI MEDIASET<br />
Gran parte dei programmi storici di intrattenimento di Mediaset<br />
portano la sua firma. La “donna di ferro” ha deciso di pubblicare<br />
un libro, raccontando il grande fermento intorno alla nascita della<br />
tv privata italiana. di Guido Biondi<br />
“Le è piaciuto il libro? Non è rimasto<br />
deluso? In tanti sostengono che sono stata<br />
troppo buona, si aspettavamo cose molto<br />
più dure, commenti, episodi…”. È un<br />
libro sobrio, asciutto, scritto con dovizia<br />
di particolari su autori, artisti con i<br />
quali la Ruffini ha collaborato (e, spesso,<br />
lanciato) ma senza “sassolini nella<br />
scarpa”, piccole angherie tanto in voga<br />
nei libri attuali. Signorilità, parola forse<br />
datata nella società odierna, ed eleganza.<br />
Con molta classe Fatma Ruffini<br />
racconta “l’epoca del possibile” in un<br />
territorio inesplorato come quello della<br />
tv privata, concentrandosi sui dettagli<br />
o, se preferite, i veri ingranaggi della<br />
macchina da guerra da lei condotta in<br />
prima persona a Mediaset. E, per chi<br />
sa leggere tra le righe, un prontuario<br />
per capire com’è cambiata – in peggio?<br />
– la televisione e, soprattutto, le dinamiche<br />
per fare ancora programmi innovativi,<br />
oggi praticamente inesistenti<br />
se escludiamo X Factor. Da circa tre<br />
anni Fatma Ruffini ha creato una sua<br />
casa di produzione: “E sono consulente<br />
di Mediaset, con rapporti molto buoni.<br />
La mia società si chiama Ftm e produce<br />
programmi televisivi, in un prossimo<br />
futuro magari anche per altre reti tv”.<br />
Sfogliando il libro La signora di Mediaset<br />
(Mondadori) un grande capitolo<br />
è dedicato agli esordi di Fatma, in un<br />
clima quasi fiabesco: si legge che Silvio<br />
Berlusconi, dopo averla conosciuta<br />
le abbia testualmente detto: “Bene,<br />
vada e faccia”. “È andata proprio così.<br />
Quando l’ho incontrato la prima volta<br />
non esisteva Mediaset ma solamente TeleMilano,<br />
una piccola tv privata legata<br />
al circuito di Milano2. E subito dopo<br />
mi sono chiesta “Cosa devo fare adesso?”,<br />
non avevo un incarico preciso e neppure<br />
la competenza necessaria. È stato lui<br />
a formare la mia professionalità in tv.<br />
Avevo alle spalle solo piccoli programmi<br />
con il regista Davide Rampello e prima<br />
avevo lavorato nella discografia. Come<br />
dei veri pionieri eravamo in pochi nel<br />
panorama delle prime tv private e Berlusconi<br />
ci dava delle direttive. Una volta<br />
in una riunione ci rimproverò perché<br />
– a suo dire – non rispondevamo<br />
alle chiamate delle persone; ci disse che<br />
la mattina dovevamo scrivere l’elenco<br />
delle dieci priorità e rispondere sempre<br />
alle telefonate”. Lo stesso schema si è<br />
ripetuto a Fatma Ruffini in occasione<br />
dell’avventura con Le Cinq in Francia,<br />
anche in questo contesto ricevette un<br />
incarico generico. Oggi sembra quasi<br />
surreale che qualcuno proponga carta<br />
bianca: “Sarebbe auspicabile non trova?<br />
Nel 1981-82 nessuno avrebbe mai detto<br />
che ci sarebbe stato lo spazio per mettere<br />
in piedi una grande televisione privata,<br />
quasi al livello della Rai. Eppure qualcuno<br />
ci ha creduto”. Quindi oggi mancano<br />
dei personaggi di riferimento?<br />
“Può essere oppure ci sono e ancora non<br />
li conosciamo. Il mestiere televisivo non<br />
s’improvvisa, purtroppo come non c’erano<br />
negli anni che descrivo neanche adesso<br />
vi sono delle scuole per imparare a fare<br />
tv. Bisogna avere delle idee molto precise<br />
di quello che si vuol fare. In ogni campo<br />
ITA EVENTI 95
La signora di Mediaset, libro di Fatma<br />
Ruffini edito da Mondadori<br />
se uno ha un’idea ben precisa e si ingegna<br />
per realizzarla – se ha le capacità – con<br />
costanza e determinazione senza mai<br />
arrendersi ce la può fare. E superando<br />
molte difficoltà: negli anni ottanta ne<br />
avevamo davvero moltissime”. Urbano<br />
Cairo, tra l’altro ex collaboratore di<br />
Silvio Berlusconi ha, secondo lei, le caratteristiche<br />
di competenza necessarie?<br />
“Direi che l’ha dimostrato con una realtà<br />
come La 7 che compete con Mediaset<br />
e la Rai oltre ad aver dato una precisa<br />
linea editoriale alla rete”. C’è stato un<br />
tempo in cui Italia uno era una sorta<br />
di laboratorio, una fucina di nuovi<br />
programmi fuori dal mainstream; oggi<br />
sembra mancare del tutto la capacità di<br />
osare e di rischiare di fare qualcosa di<br />
innovativo; forse l’unico Editore che<br />
innova oggi si può considerare Sky con<br />
i suoi grandi budget? “Ecco. I grandi<br />
budget. Lei pensi che tutta la televisione<br />
commerciale vive di pubblicità quindi il<br />
periodo che stiamo vivendo legato alla<br />
crisi ha soffocato la creatività e la possibilità<br />
di innovare. Oggi i palinsesti sono<br />
fatti con programmi che garantiscono<br />
ascolti al cliente e un ritorno dell’investi-<br />
mento. Mediaset che è un’azienda molto<br />
sana cerca di mantenere i costi e ottenere<br />
dei risultati ma certamente è stato un<br />
momento difficile per tutti”. Nel libro<br />
descrive i suoi viaggi nel mondo “a<br />
caccia” di nuovi format, spesso trovati<br />
dove meno uno se lo aspetta: “Nei<br />
mercati dove si presentano i nuovi format<br />
manca il nuovo inteso come nuovo<br />
filone televisivo. Non c’è, ad esempio, un<br />
Grande Fratello che, quando è stato presentato,<br />
ha avuto un notevole successo. Ci<br />
sono solo programmi ispirati da altrettanti<br />
programmi già esistenti”. Ad alcuni<br />
personaggi televisivi la Ruffini non<br />
risparmia elogi, uno per tutti Fiorello;<br />
nessuno, invece, le ha manifestato<br />
gratitudine: “Nell’ambiente dello spettacolo<br />
la gratitudine non esiste” chiosa<br />
senza esitazione. “Fiorello è veramente<br />
il personaggio più forte che abbiamo in<br />
questo momento. Ha una personalità<br />
prorompente, tutte le reti tv vorrebbero<br />
averlo”. Pochi lo sanno ma prima di diventare<br />
una delle protagoniste della tv<br />
privata “la signora di Mediaset” faceva<br />
la discografica e nel libro racconta una<br />
inedita liason - mai veramente iniziata<br />
-, nientemeno che con Lucio Battisti:<br />
“Ho lavorato alla casa discografica Ricordi;<br />
tutte le esperienze lavorative servono<br />
nella vita, da ciascuna di impara<br />
qualcosa. Siamo la somma di tutto ciò<br />
che abbiamo fatto. Lavorare con questi<br />
personaggi musicali, chiamiamoli artisti,<br />
mi ha dato un modo di approcciare<br />
le persone. La musica non era tutta la<br />
mia vita ma sicuramente mi riempiva<br />
tutta la giornata”. Alla fine del libro si<br />
parla dei nuovi format imperanti oggi,<br />
imperniati su personaggi che vengono<br />
dalla vita reale portando in tv il loro<br />
vero mestiere: da Carlo Cracco (Chef<br />
nella vita) a Paola Marella (Agente<br />
immobiliare nella vita). “Il rischio più<br />
grande è quello di basare un programma<br />
solo sul personaggio. È il programma che<br />
è vincente… va bene avere un personaggio<br />
forte ma è il programma che deve risultare<br />
tale”.<br />
96 ITA EVENTI