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LAURIA<br />
<strong>Città</strong> <strong>del</strong> <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong>
Saluto <strong>del</strong> Sindaco<br />
<strong>Lauria</strong> è un romanzo che non smette mai di stupirti, una lunga<br />
serie di pagine sfogliate dal tempo, che ti conducono abbracciandoti<br />
dentro una catena senza fine di esperienze uniche, in un<br />
crocevia immaginario dove si incontrano la bellezza <strong>del</strong>la natura,<br />
la maestosità <strong>del</strong>l’arte, il rigore <strong>del</strong>la storia, la saggezza <strong>del</strong>la<br />
cultura e la passione <strong>del</strong>le tradizioni.<br />
Per me è un orgoglio presentare da sindaco il profilo <strong>del</strong>la nostra<br />
città, a partire dal carattere <strong>del</strong> suo popolo, forgiato dagli<br />
oltre mille anni di esistenza su questa terra. Un popolo che non<br />
si è mai piegato davanti alle tragedie, sia esse provocate dalla<br />
natura o dall’uomo stesso, un popolo che sempre ha saputo risorgere<br />
dalle rovine per tornare più forte di prima. Un popolo<br />
di lavoratori e di artigiani, che ha saputo fare comunità ovunque<br />
il destino lo ha portato. Un popolo che ha saputo proteggere il<br />
volto <strong>del</strong>la città e restituirlo ai posteri così come è oggi.<br />
<strong>Lauria</strong> oggi è scoprire le emozioni <strong>del</strong> maestoso Monte Sirino,<br />
perdersi nel verde <strong>del</strong> Piano Malerba oppure <strong>del</strong> Lago Rotonda.<br />
<strong>Lauria</strong> è guardare la città dai ruderi <strong>del</strong> Castello e immaginare<br />
la vita medievale ai tempi <strong>del</strong>l’Ammiraglio Ruggiero, detto l’Invincibile.<br />
Ci sono tante <strong>Lauria</strong>, tante quanto i suoi monumenti, i suoi Pa-<br />
LAURIA<br />
1
lazzi e soprattutto le sue chiese: il suggestivo Santuario <strong>del</strong>la<br />
Madonna <strong>del</strong>l’Armo che custodisce dall’alto la città, la Chiesa<br />
di San Giacomo Apostolo, con la sua cupola orientaleggiante,<br />
e quella dedicata a San Nicola di Bari, che contiene le spoglie<br />
mortali <strong>del</strong> nostro Protettore, il <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong>.<br />
<strong>Lauria</strong> si rispecchia nella figura <strong>del</strong> suo Protettore, la cui vita e<br />
il cui pensiero il visitatore potrà incontrare lungo le stradine <strong>del</strong><br />
rione Cafaro, il quartiere più antico <strong>del</strong>la città.<br />
<strong>Lauria</strong> è anche tradizione. Tradizione innanzitutto a tavola, con<br />
una molteplicità di prodotti squisiti: sfido chiunque a restare indifferenti<br />
dopo aver degustato i nostri “biscotti a otto”, “viscuttini”,<br />
“pizzetti” e “anginetti”, tutti prodotti tipici registrati e di<br />
grande qualità!<br />
<strong>Lauria</strong> ha un cuore vivo che batte e il forte sentimento popolare<br />
è espresso in particolare durante le numerose feste religiose,<br />
che si passano il testimone lungo tutto l’arco <strong>del</strong>l’anno: da febbraio<br />
con la Festa Patronale in onore <strong>del</strong> <strong>Beato</strong> <strong>Lentini</strong> a maggio<br />
con la Festa di San Nicola, per passare in luglio con i festeggiamenti<br />
in onore di San Giacomo e ad agosto con la Festività <strong>del</strong>la<br />
Madonna Assunta.<br />
<strong>Lauria</strong> è una terra aspra e orgogliosa - e <strong>del</strong> resto il suo motto<br />
“Noli Me Tangere” (Non mi toccare) parla chiaro - ma all’occorrenza<br />
sa avvolgerti nella sinuosità <strong>del</strong>la sua disarmante genuinità,<br />
accogliendoti come solo una mamma è capace di fare e<br />
conquistandoti con il proprio calore, la propria generosità e la<br />
propria amicizia.<br />
Angelo Lamboglia<br />
Sindaco di <strong>Lauria</strong><br />
LAURIA<br />
3
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LAURIA<br />
La città<br />
Naturale centro di riferimento<br />
di un territorio molto ampio,<br />
corrispondente alla regione<br />
storica <strong>del</strong>la Lucania sud–occidentale,<br />
<strong>Lauria</strong> è il maggiore<br />
e più popoloso centro <strong>del</strong><br />
versante tirrenico <strong>del</strong>la regione<br />
Basilicata. La sua posizione<br />
geografica, in una ristretta<br />
zona di transito tra Campania e<br />
Calabria, ne favorisce gli scambi<br />
commerciali e i flussi migratori<br />
attraverso il territorio. Fu,<br />
nel Medioevo, conteae sede<br />
vescovile de facto, con un’evoluzione<br />
demografico-istituzionale<br />
simile, per molti aspetti, a<br />
quella di Matera. La città ebbe<br />
una drammatica battuta d’arresto<br />
nel corso <strong>del</strong>la sua storia<br />
con il massacro di <strong>Lauria</strong> <strong>del</strong><br />
1806, dovuto a una sfortunata<br />
vicenda che portò <strong>Lauria</strong>, sede<br />
<strong>del</strong> potere costituito, a divenire<br />
luogo di un’ostinata resistenza<br />
borbonica contro l’avanzata<br />
napoleonica. Le conseguenze<br />
di questa sanguinosa repressione<br />
furono gravi per la città:<br />
oltre al devastante incendio e<br />
alla perdita <strong>del</strong>l’archivo cittadino,<br />
si operò il trasferimento di<br />
tutti i presidi statali (l’ospedale,<br />
il tribunale e le forze <strong>del</strong>l’ordine)<br />
verso i centri limitrofi minori<br />
(Lagonegro e Trecchina). Tuttavia,<br />
grazie alle caratteristiche<br />
geografiche <strong>del</strong>la città, alle<br />
sue dimensioni territoriali, ad<br />
una lunga e stimata tradizione<br />
di commercio, imprenditoria<br />
e manodopera, all’inevitabile<br />
lenta ripresa di alcune funzioni<br />
statali territoriali, è oggi il<br />
centro più popoloso <strong>del</strong>l’area.<br />
La presenza di un numero cospicuo<br />
di abitanti nel territorio<br />
rurale, molto più popolato rispetto<br />
al centro cittadino rende<br />
l’intero territorio comunale<br />
quasi totalmente antropizzato.<br />
Il centro abitato è suddiviso in<br />
due rioni, separati dall’antico<br />
quartiere Ravita: quello superiore,<br />
tradizionalmente denominato<br />
il Castello (Castiddu),<br />
e quello inferiore, chiamato<br />
altrimenti il Borgo (Burgu), facenti<br />
capo alle rispettive parrocchie<br />
di san Nicola di Bari<br />
e san Giacomo apostolo i cui<br />
santi patroni sono festeggiati il<br />
9 maggio e il 25 luglio; dal 25<br />
febbraio 2000 il riconoscimento<br />
di patrono <strong>del</strong>l’intera comu-<br />
LAURIA<br />
5
nità religiosa è stato assegnato<br />
al beato <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong>, sacerdote<br />
<strong>del</strong> luogo morto nello<br />
stesso giorno <strong>del</strong>l’anno 1828.<br />
Simbolo <strong>del</strong> comune di <strong>Lauria</strong><br />
è il basilisco aggrappato ad<br />
una pianta di lauro che ostenta<br />
il motto Noli me tangere<br />
(“Non mi toccare”), il cui significato<br />
tende ad enfatizzare<br />
la temibilità e intoccabilità dei<br />
suoi abitanti.<br />
cano dando vita ad archi, sottopassi,<br />
portici e motivi architettonici<br />
caldi ed armoniosi. Il<br />
territorio lauriota, uno dei più<br />
grandi <strong>del</strong>la Basilicata, offre un<br />
susseguirsi di paesaggi pittoreschi<br />
ad agresti, naturali ed<br />
artificiali: le vette <strong>del</strong> massiccio<br />
<strong>del</strong> Sirino (la più alta, quella <strong>del</strong><br />
monte Papa, raggiunge i 2005<br />
metri), innevate per buona parte<br />
<strong>del</strong>l’anno; il lago artificiale di<br />
Nel centro storico, che rivela<br />
segni tipici <strong>del</strong>l’epoca medievale,<br />
con le abitazioni aggrappate<br />
alla collina, si aprono angoli<br />
caratteristici ed intricate<br />
viuzze e stradine, che s’inerpi-<br />
Cogliandrino; il lago Rotonda;<br />
le fresche sorgenti <strong>del</strong> Sinni e<br />
di Fiumicello; il pino loricato<br />
<strong>del</strong> monte Serra la Spina; il castello<br />
di Seluci (latino: Seleuci)<br />
nella contrada dove sono stati<br />
LAURIA<br />
7
Orografia<br />
• Massiccio <strong>del</strong> Sirino: nei confini<br />
amministrativi <strong>del</strong> comune<br />
di <strong>Lauria</strong> ricade parte <strong>del</strong> massiccio<br />
<strong>del</strong> Sirino, le cui vette<br />
sono innevate sei mesi all’anno.<br />
Sia la cima più alta, quella<br />
<strong>del</strong> monte Papa (2005 metri),<br />
che la vetta <strong>del</strong> Sirino (1907<br />
metri), sono luoghi di attrazioriportati<br />
alla luce reperti archeologici<br />
e individuati giacimenti<br />
petroliferi.<br />
Nel 1998 ha ricevuto ufficialmente<br />
dalla Presidenza <strong>del</strong>la<br />
Repubblica Italiana il riconoscimento<br />
e la dignità di “città”.<br />
Geografia fisica<br />
La città, una <strong>del</strong>le più popolate<br />
<strong>del</strong>la Basilicata, situata tra<br />
Campania e Calabria, è punto<br />
di snodo di tre principali direttrici<br />
viarie: l’autostrada A3<br />
Napoli–Reggio Calabria, che<br />
ricalca pressappoco l’antica<br />
via romana Capua-Rhegium,<br />
la Fondovalle Sinnica, che porta<br />
alla costa ionica lucana, e la<br />
Fondovalle <strong>del</strong> Noce che collega<br />
l’autostrada A3 con la costa<br />
tirrenica calabro–lucana. Inoltre<br />
la città rappresenta il punto<br />
d’incontro di tre valli: <strong>del</strong><br />
Noce, <strong>del</strong> Sinni e <strong>del</strong> Mercure.<br />
Ad esse si dovrebbe aggiungere<br />
storicamente anche la Val<br />
d’Agri raggiungibile tramite<br />
l’antico percorso per Moliterno,<br />
ormai di livello secondario<br />
e in lunga attesa di adeguamento.<br />
<strong>Lauria</strong> è collocata in<br />
uno dei più suggestivi paesaggi<br />
<strong>del</strong>l’Appennino Meridionale,<br />
comprendente la cittadina<br />
turistica di Maratea, il Parco<br />
nazionale <strong>del</strong> Pollino, il Parco<br />
nazionale <strong>del</strong>l’Appennino Lucano-Val<br />
d’Agri-Lagonegrese<br />
(5,8% <strong>del</strong> territorio comunale,<br />
pari a 1016 ettari) e il massiccio<br />
<strong>del</strong> Sirino. Il comune fa parte<br />
<strong>del</strong>la provincia di Potenza e<br />
confina con i centri, <strong>del</strong>la stessa<br />
provincia, di Castelluccio<br />
Inferiore, Castelluccio Superiore,<br />
Latronico, Castelsaraceno,<br />
Moliterno, Lagonegro, Nemoli,<br />
Trecchina, e con quelli <strong>del</strong>la<br />
provincia di Cosenza, Tortora<br />
e Laino Borgo. Il territorio comunale<br />
è collocato in una zona<br />
esposta ad un rischio sismico<br />
di media entità, come dimostrano<br />
gli eventi calamitosi registrati<br />
negli ultimi decenni;<br />
l’ultimo dei quali, di particolare<br />
rilevanza, si è verificato il 9 settembre<br />
1998.<br />
LAURIA<br />
9
ne per escursionisti o semplici<br />
appassionati <strong>del</strong>la montagna.<br />
La montagna vanta piste da<br />
sci di buon livello, con cinque<br />
impianti di risalita, fra cui una<br />
seggiovia (questa per la maggior<br />
parte ubicata in territorio<br />
di Lagonegro), scuole di sci,<br />
nolo di attrezzature, affittacamere,<br />
bar e punti di ristoro. È<br />
possibile campeggiare d’estate<br />
presso la località Conserva<br />
di <strong>Lauria</strong>, a 1400 metri d’altitudine.<br />
• Monte Timpa <strong>del</strong> Capitano<br />
(1690 metri).<br />
• Monte Serra Orticosa (1676<br />
metri).<br />
• Monte Serra la Spina: alto<br />
1652 metri e situato entro la<br />
perimetrazione <strong>del</strong> Parco nazionale<br />
<strong>del</strong> Pollino, è noto per<br />
la presenza di numerosi esemplari<br />
<strong>del</strong> secolare pino loricato.<br />
• Monte Castello Starsia (1387<br />
metri).<br />
• Monte Serra Rotonda: è alto<br />
1285 metri e anche qui si riscontra<br />
la presenza di qualche<br />
giovane esemplare di pino loricato.<br />
Fra esso e il monte Serra<br />
la Spina, a quota 914 metri, vi<br />
è un laghetto di origine carsica<br />
chiamato lago <strong>del</strong>la Rotonda.<br />
Idrografia<br />
• Fiume Sinni: è uno dei più importanti<br />
<strong>del</strong>la Basilicata. Trattasi<br />
di un fiume dal regime estremamente<br />
torrentizio con piene<br />
turbinose nella stagione piovosa<br />
e magre notevoli in estate.<br />
Nasce a quota 1380 metri dalla<br />
Serra <strong>del</strong>la Giumenta, nel versante<br />
orientale <strong>del</strong> massiccio<br />
montuoso <strong>del</strong> Sirino, in territorio<br />
di <strong>Lauria</strong>. Scorre quindi verso<br />
lo Ionio e sfocia nei pressi<br />
di Policoro, nella piana di Metaponto.<br />
Il suo percorso viene<br />
sbarrato due volte: dapprima<br />
dalla diga di Cogliandrino e<br />
successivamente, presso Senise,<br />
dalla diga di Monte Cotugno,<br />
la più grande d’Europa in<br />
terra battuta.<br />
• Fiume Noce: nasce dal versante<br />
nord <strong>del</strong> massiccio <strong>del</strong><br />
Sirino, in territorio di Lagonegro.<br />
Il suo bacino idrografico,<br />
nei pochi chilometri quadrati<br />
di estensione a <strong>Lauria</strong>, presenta<br />
una rilevante escursione altimetrica,<br />
che va dagli oltre 2000<br />
metri <strong>del</strong> monte Papa fino al<br />
livello <strong>del</strong> mare, sfociando nel<br />
Tirreno nei pressi di Castrocucco<br />
di Maratea, ai confini con<br />
Tortora (CS). Da esso prende il<br />
nome la valle che attraversa.<br />
LAURIA<br />
11
• Torrente Carroso: affluente<br />
<strong>del</strong> fiume Noce.<br />
• Torrente Cafaro: passante<br />
per il centro storico <strong>del</strong> rione<br />
superiore, è oggi coperto. In<br />
epoca medioevale assumeva<br />
un’importanza strategica poiché<br />
era un’ulteriore difesa <strong>del</strong><br />
castello posto a monte. È un<br />
affluente secondario <strong>del</strong> fiume<br />
Noce.<br />
• Torrente Gaglione: affluente<br />
secondario <strong>del</strong> fiume Noce.<br />
• Torrente Fiumicello: affluente<br />
secondario <strong>del</strong> fiume Noce.<br />
• Torrente Cogliandrino: sorge<br />
dai rilievi <strong>del</strong> massiccio <strong>del</strong><br />
Sirino ed è uno dei principali<br />
affluenti <strong>del</strong> Sinni. Nei pressi<br />
<strong>del</strong>l’omonima contrada viene<br />
sbarrato da una diga.<br />
Lago La Rotonda<br />
Bacino lacustre di 71 ettari, a<br />
914 metri sul livello <strong>del</strong> mare,<br />
è posto in una conca ai piedi<br />
<strong>del</strong> monte omonimo, sul versante<br />
di sud est; oggi ridotto<br />
a poco più di un pantano, in<br />
uno spazio di 800 per 100–150<br />
m, profondo al massimo 2 m,<br />
raccoglie per lo più le acque<br />
alluvionali e di scorrimento superficiale<br />
provenienti dai versanti<br />
dei monti Serra Rotonda<br />
e Serra la Spina. È situato in<br />
direzione nord–est a 13 km dal<br />
centro urbano.<br />
Invaso di Cogliandrino<br />
È la diga <strong>del</strong>l’omonima contrada,<br />
posta a 672 metri sul livello<br />
LAURIA<br />
13
<strong>del</strong> mare, nell’alta valle <strong>del</strong> Sinni<br />
alla confluenza <strong>del</strong> torrente<br />
Cogliandrino nel fiume Sinni.<br />
Conosciuta anche come diga<br />
di Masseria Nicodemo, è gestita<br />
dall’ENEL (sezione di Napoli)<br />
e le sue acque sono utilizzate<br />
per la produzione di energia<br />
elettrica.<br />
La Storia<br />
Le origini<br />
Nelle fonti scritte, fortemente<br />
penalizzate dalla distruzione<br />
<strong>del</strong>l’archivio cittadino, avvenu-<br />
to durante il massacro di <strong>Lauria</strong>,<br />
l’antico nome Uria compare<br />
per la prima volta in un<br />
documento redatto nel 1079<br />
dall’arcivescovo di Salerno, Alfano.<br />
Appare però improbabile<br />
che la sua area, attraversata<br />
anche dalla via romana Popilia,<br />
sia rimasta disabitata fino al X<br />
secolo. Una teoria leggendaria<br />
fa risalire la fondazione <strong>del</strong>la<br />
città in epoca precedente al<br />
400 a.C. ad opera di una colonia<br />
greco–cretese, guidata da<br />
Teocle e Menippe, che giunta<br />
nell’attuale valle <strong>del</strong> Noce,<br />
a Piano dei Peri (Trecchina),<br />
LAURIA<br />
15
<strong>Lauria</strong> (PZ) · Contrada San Paolo, 77<br />
Tel. 0973- 823719 · lauria@visionottica.it<br />
VisionOttica <strong>Lauria</strong> · VisionOttica <strong>Lauria</strong>
decise d’insediarsi nel posto<br />
chiamandolo Iriae, in memoria<br />
<strong>del</strong>l’iride (latino: iris) che li aveva<br />
benevolmente accolti. La<br />
tesi <strong>del</strong>la colonizzazione greca<br />
non è mai stata verificata per<br />
l’assenza di una sistematica<br />
campagna di scavi sul territorio<br />
comunale e nei paesi limitrofi;<br />
rimane ampia pure la gamma<br />
di possibilità sulle origini <strong>del</strong><br />
nome. Il canonico don Nicola<br />
Curzio ha spiegato la nascita<br />
<strong>del</strong>la città come il risultato <strong>del</strong>la<br />
migrazione, in tempi diversi,<br />
di gente scampata alla distruzione<br />
<strong>del</strong>le vicine Iriae, Seleuci<br />
e Blanda. Iriae si presume possa<br />
essere la città, menzionata<br />
prima, i cui abitanti decisero<br />
di trovare rifugio, per qualche<br />
sconosciuta ragione (presumibilmente<br />
tra il 280 e il 275 a.C.<br />
a causa <strong>del</strong>le incursioni di Pirro<br />
che combatteva contro i romani),<br />
nei luoghi in cui poi sorgerà<br />
il castello di Ruggiero di <strong>Lauria</strong><br />
e che all’epoca erano ricoperti<br />
abbondantemente di piante di<br />
lauro; Seleuci, viene idealmente<br />
collocata nella contrada, che<br />
poi ha italianizzato il suo nome<br />
in Seluci, rasa al suolo dai romani<br />
nel corso <strong>del</strong>la seconda<br />
guerra punica (fine <strong>del</strong> III seco-<br />
lo a.C.) per il sostegno offerto<br />
ai cartaginesi; Blanda, invece,<br />
sarebbe stata individuata in<br />
una porzione di territorio, nei<br />
pressi di Tortora, che nel 914<br />
d.C. fu definitivamente distrutta<br />
dai saraceni con la conseguenza<br />
di essere abbandonata<br />
dalla popolazione, spostatasi<br />
in parte nell’attuale quartiere<br />
Ravita, tra i due rioni <strong>del</strong>la città.<br />
Dalla contrazione <strong>del</strong>le parole<br />
latine laurus (lauro) e Iriae<br />
sarebbe, quindi, derivato originariamente<br />
il nome, <strong>Lauria</strong>, anche<br />
se l’etimologia ipotizza che<br />
il suo nome derivi invece dal<br />
contenitore per l’olio, posto<br />
sotto il torchio, che i bizantini<br />
chiamavano laurion. Più verosimile<br />
è l’ipotesi che la rifondata<br />
Iriae sia poi diventata Uria (città<br />
aurea) per volere <strong>del</strong> tribuno<br />
consolare Caio Emilio Mamercino<br />
(latino: Caius Æmilius Mamercinus)<br />
che volle premiare<br />
la laboriosità degli abitanti. Lo<br />
scrittore francescano, Giovanni<br />
Franchini, <strong>del</strong>l’Ordine dei Frati<br />
Minori Conventuali, facendo<br />
riferimento agli antichi latini,<br />
chiama <strong>Lauria</strong> coi nomi di Ulci,<br />
Ulciana Colonia, Luria e Laorina.<br />
Nel 406 i visigoti di Alarico<br />
la distrussero ma nel 460,<br />
LAURIA<br />
17
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mentre i vandali proseguivano<br />
l’opera di distruzione <strong>del</strong>l’Impero<br />
Romano d’Occidente di<br />
Maggioriano che decadeva<br />
lentamente, fu interamente<br />
ricostruita ai piedi <strong>del</strong>la torre<br />
costruita dai saraceni, la quale<br />
sarà, in seguito, sostituita dal<br />
castello <strong>del</strong>l’ammiraglio aragonese<br />
Ruggiero di <strong>Lauria</strong>. Nel<br />
VII secolo confluì nei domini<br />
longobardi <strong>del</strong> ducato di Benevento<br />
e soffrì di frequente<br />
<strong>del</strong>le incursioni di saraceni, i<br />
quali infine distrussero il borgo<br />
nel 916. L’imperatore Michele<br />
IV il Paflagone liberò la città<br />
dai saraceni e le diede il simbolo<br />
<strong>del</strong> basilisco con la scritta<br />
Noli me tangere. Guglielmo<br />
d’Altavilla la chiamò infine<br />
<strong>Lauria</strong>, ispirandosi a un lauro<br />
verdeggiante che fece anche<br />
dipingere sullo stemma, a fianco<br />
<strong>del</strong> basilisco. La prima fonte<br />
scritta di quest’antica città lucanarisale,<br />
come già accennato,<br />
all’XI secolo e fa riferimento<br />
a una laura di monaci basiliani<br />
insediati sulla sommità <strong>del</strong> colle<br />
Armo, dove l’antica chiesa,<br />
distrutta nel 1806dalle truppe<br />
napoleoniche <strong>del</strong> generale Andrea<br />
Massena, fu poi ricostruita<br />
per devozione alla Madonna<br />
Assunta.<br />
Il Medioevo<br />
Nella documentazione scritta<br />
ritroviamo <strong>Lauria</strong>, per la prima<br />
volta, almeno dal punto di vista<br />
di una chiara identificazione<br />
toponomastica, nel Medioevo.<br />
Secondo studiosi accreditati il<br />
centro abitato sorse nel X secolo<br />
intorno ad una laura basiliana,<br />
che era sita nel luogo ove<br />
poi è stato edificato il santuario<br />
<strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong>l’Armo.<br />
Probabilmente furono i Normanni,<br />
che si stabilirono nella<br />
zona saracena, detta Ravita<br />
(arabo: rabit, zona vicina o annessa),<br />
ed edificarono il castello<br />
di Ruggiero. Dal XII secolo<br />
<strong>Lauria</strong> fu sede di un feudo in<br />
cui fiorivano artigianato e commercio.<br />
<strong>Lauria</strong> rappresentava<br />
a quell’epoca il centro politico<br />
ed economico <strong>del</strong>la Valle <strong>del</strong><br />
Noce: il feudatario era il capo<br />
incontrastato di questo microcosmo<br />
autonomo. Capostipite<br />
<strong>del</strong>la baronia normanna è Gibel<br />
de Loria, cui seguì Riccardo<br />
(dal 1254 al 1266), fe<strong>del</strong>issimo<br />
di re Manfredi, che, insieme a<br />
lui, trovò la morte nella battaglia<br />
di Benevento. È proprio<br />
con Riccardo che la città divie-<br />
LAURIA<br />
19
ne, anche se per pochi anni, la<br />
prima sede <strong>del</strong> Giustizierato<br />
di Basilicata. Il primogenito di<br />
questi, Ruggiero, divenne celebre<br />
perché nominato ammiraglio<br />
d’Aragona da Pietro III:<br />
non fu mai sconfitto in combattimento<br />
e riuscì, più volte, ad<br />
uscire vittorioso da scontri con<br />
la flotta angioina.<br />
L’epoca<br />
napoleonica<br />
Il regime <strong>del</strong>la<br />
Prima Repubblica<br />
francese<br />
fu imposto<br />
anche in Italia<br />
con l’instaurazione<br />
<strong>del</strong>la<br />
Repubblica<br />
Partenopea,<br />
nel 1799. In<br />
quel breve<br />
periodo, durato<br />
circa sei<br />
mesi e cominciato con l’usurpazione,<br />
da parte <strong>del</strong> generale<br />
francese Championnet, <strong>del</strong><br />
Regno di Napoli di Ferdinando<br />
IV di Borbone, l’organizzazione<br />
amministrativa <strong>del</strong> territorio, almeno<br />
sulla carta, subì notevoli<br />
cambiamenti. Il Governo Provvisorio,<br />
sulla base <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo<br />
francese, istituì diversi dipartimenti,<br />
tra cui quello <strong>del</strong> Crati,<br />
che ebbe il suo capoluogo<br />
a Cosenza; esso era costituito<br />
a sua volta da dieci unità amministrative<br />
minori, tra le quali<br />
figurava anche il cantone di<br />
<strong>Lauria</strong>; rientravano certamente<br />
in quest’area i comuni lucani di<br />
Rivello, Castelluccio Superiore,<br />
Castelluccio<br />
Inferiore, Viggianello,<br />
Rotonda,<br />
Trecchina,<br />
Maratea,<br />
Nemoli, Lagonegro<br />
e i comuni<br />
calabresi<br />
di Tortora,<br />
Aieta (inclusa<br />
l’odierna Praia<br />
a Mare), San<br />
Nicola Arcella<br />
e Scalea.<br />
Nel 1806, alla<br />
ripresa <strong>del</strong>le<br />
ostilità tra i regnanti <strong>del</strong>la<br />
casa di Borbone e gli occupanti<br />
francesi, la città divenne<br />
un focolaio di rivolta: molti<br />
abitanti, tra il 7 e il 9 agosto,<br />
furono barbaramente trucidati<br />
dai soldati napoleonici, guidati<br />
dal generale Massena, perché<br />
rei di aver sostenuto la causa<br />
LAURIA<br />
21
orbonica: l’evento è passato<br />
alla storia come il massacro di<br />
<strong>Lauria</strong>. Dopo il saccheggio e<br />
la sconfitta, per ritorsione alla<br />
città e sulla base <strong>del</strong>la legge<br />
n. 132 <strong>del</strong>l’8 agosto 1806,<br />
il nuovo ente amministrativo<br />
<strong>del</strong> Regno di Napoli, chiamato<br />
distretto, nonché il giudicato,<br />
vennero ubicati dal re Giuseppe<br />
Bonaparte in un centro<br />
limitrofo, minore per abitanti,<br />
cioè nel comune di Lagonegro,<br />
un paese decentrato rispetto<br />
al territorio. Alla restaurazione<br />
borbonica <strong>del</strong> 1816 <strong>Lauria</strong><br />
era capoluogo di circondario<br />
nell’ambito <strong>del</strong>lo stesso distretto<br />
di Lagonegro.<br />
Il Novecento<br />
Rimane tristemente noto nella<br />
memoria collettiva di <strong>Lauria</strong><br />
il bombardamento effettuato<br />
dalle Forze Alleate il 7<br />
settembre 1943, finalizzato<br />
alla distruzione <strong>del</strong> comando<br />
tedesco, sito nel centro <strong>del</strong>la<br />
città, in cui perirono 37 civili.<br />
Altre fonti, tra le quali quella<br />
<strong>del</strong> giornale L’eco di Basilicata,<br />
che riporta, a sua volta, le testimonianze<br />
dirette <strong>del</strong>l’allora<br />
vivente sacerdote don Antonio<br />
Spagnuolo e di diversi super-<br />
stiti, affermano che il numero<br />
<strong>del</strong>le vittime civili fu superiore,<br />
ossia in numero pari a 39, che<br />
il bombardamento fu effettuato<br />
da aerei americani e che l’obiettivo<br />
militare prioritario fosse<br />
individuato in un deposito di<br />
munizioni nel quartiere Ravita<br />
e non semplicemente, com’è<br />
facile immaginare in guerre di<br />
tale portata, nelle vie di comunicazione<br />
principali, quali sono<br />
strade e ferrovie, che da sempre<br />
in guerra vengono ritenute<br />
bersagli strategici. In particolare,<br />
come si apprende dai rapporti<br />
dei comandanti di squadriglia<br />
<strong>del</strong>le missioni n. 116 e<br />
117, compiute nei giorni 7 e 8<br />
settembre 1943 dal 321º Bombardment<br />
Group americano a<br />
bordo di 36 bombardieri B-25<br />
(tra i quali pochi B-25G), furono<br />
colpiti i nodi viari principali.<br />
Il diario di guerra riporta anche<br />
che alcune bombe colpirono il<br />
centro abitato e non tutti i bersagli<br />
furono individuati a causa<br />
<strong>del</strong>la presenza di banchi di nuvole.<br />
È da annoverare, tra le vicende<br />
di cronaca nera di un certo rilievo,<br />
il pagamento <strong>del</strong> riscatto<br />
e il successivo rilascio di John<br />
Paul Getty III, nipote <strong>del</strong> pe-<br />
LAURIA<br />
23
troliere Jean Paul Getty, allora<br />
noto per essere considerato<br />
l’uomo più ricco <strong>del</strong> mondo,<br />
lungo il tratto autostradale che<br />
interessava <strong>Lauria</strong>, a seguito<br />
<strong>del</strong> sequestro di persona compiuto<br />
dalla ‘ndrangheta il 10<br />
luglio 1973 a Roma.<br />
Società<br />
Evoluzione demografica<br />
Contrariamente a quanto è<br />
avvenuto per la maggior parte<br />
<strong>del</strong> Mezzogiorno, il numero<br />
dei residenti a <strong>Lauria</strong> è cresciuto<br />
nel Novecento, sebbene<br />
negli ultimi decenni la popolazione<br />
si sia arrestata sulla<br />
soglia dei 14 000 abitanti. Lo<br />
sviluppo urbano <strong>del</strong> comune<br />
è stato in parte favorito dalla<br />
presenza di infrastrutture quali<br />
sono gli svincoli autostradali di<br />
<strong>Lauria</strong> Nord e <strong>Lauria</strong> Sud <strong>del</strong>la<br />
A3 SA-RC e le strade statali <strong>del</strong><br />
Fondovalle <strong>del</strong> Noce e Sinnica,<br />
e conseguentemente dallo<br />
sviluppo industriale <strong>del</strong>l’area di<br />
Galdo.<br />
Dialetto<br />
Il dialetto lauriota trae origine<br />
dalla fusione dei linguaggi dei<br />
monaci bizantini e <strong>del</strong>le genti<br />
orientali. La divisione sociale<br />
che ha contraddistinto fin dal<br />
Medioevo il castello e il borgo<br />
ha generato evidenti differenze<br />
fonetiche tra i dialetti <strong>del</strong><br />
rione superiore (u castiddu) e<br />
<strong>del</strong> rione inferiore (u burgu);<br />
tale diversità lessicale rappresenta<br />
una <strong>del</strong>le caratteristiche<br />
peculiari di <strong>Lauria</strong>.<br />
La parlata lauriota è entrata a<br />
far parte dei dialetti <strong>del</strong>l’area<br />
arcaica calabro-lucana, essendo<br />
<strong>Lauria</strong> collocata nelle propaggini<br />
meridionali <strong>del</strong>la provincia<br />
di Potenza, proprio al<br />
confine con quella di Cosenza.<br />
Questa fascia di territorio, che<br />
comprende altri comuni <strong>del</strong><br />
potentino meridionale e <strong>del</strong><br />
cosentino settentrionale, <strong>del</strong>imita<br />
l’area Lausberg, così chiamata<br />
in memoria <strong>del</strong> linguista<br />
che la individuò.<br />
Oggigiorno il dialetto è parlato<br />
principalmente dalle persone<br />
più anziane, mentre fra<br />
i giovani subisce un processo<br />
d’italianizzazione. Negli ultimi<br />
anni è stato ampiamente rivalutato<br />
dalle varie rappresentazioni<br />
teatrali che si sono tenute<br />
a livello locale, anche grazie al<br />
contributo di alcune associa-<br />
LAURIA<br />
25
zioni culturali e <strong>del</strong> celebre attore<br />
teatrale e cinematografico<br />
Rocco Papaleo.<br />
Folclore<br />
È caratterizzato dal susseguirsi<br />
di manifestazioni civili e festività<br />
popolari che, per lo più, accompagnano<br />
le feste religiose.<br />
Dal 25 febbraio 2000, il beato<br />
<strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong> è il patrono<br />
<strong>del</strong>l’intera comunità di fe<strong>del</strong>i di<br />
<strong>Lauria</strong>, ma la caratteristica <strong>del</strong><br />
paese d’essere diviso in due<br />
grandi rioni e avere contrade<br />
molto popolose, lontane dal<br />
centro, ha portato alla venerazione<br />
di diversi santi protettori.<br />
Oltre alla festa <strong>del</strong> beato si<br />
annoverano quelle popolari di<br />
lunghissima tradizione. Il rione<br />
superiore festeggia il 9 maggio<br />
San Nicola di Bari, al quale è<br />
dedicata la chiesa madre. Il rione<br />
inferiore, invece, celebra il<br />
suo santo protettore, san Giacomo<br />
maggiore apostolo, nel<br />
giorno 25 luglio; al santo è intitolata<br />
la chiesa <strong>del</strong>la parrocchia<br />
rionale e una <strong>del</strong>le piazze<br />
principali.<br />
La parrocchia di contrada Seluci<br />
è dedicata alla Madonna <strong>del</strong><br />
Carmine; si festeggia la prima<br />
domenica di agosto. Feste<br />
molto sentite sono anche quelle<br />
di: Sant’Antonio, celebrato<br />
il 13 giugno, a cui è dedicato<br />
il convento dei padri Cappuccini<br />
<strong>del</strong> rione superiore; San<br />
Rocco, l’ultima domenica di<br />
settembre, a devozione <strong>del</strong><br />
quale è intitolata una cappella<br />
e una piccola piazza <strong>del</strong> rione<br />
inferiore. Particolarmente suggestiva<br />
è la festa che si svolge<br />
il 15 agosto sul colle Armo nei<br />
pressi <strong>del</strong> santuario <strong>del</strong>la Madonna<br />
Assunta e <strong>del</strong> castello<br />
di Ruggiero di <strong>Lauria</strong>; il rudere<br />
di quest’ultimo si erge tuttora<br />
in cima ad una rupe scoscesa,<br />
scelta originariamente dall’ammiraglio<br />
aragonese in virtù<br />
<strong>del</strong>la sua posizione dominante<br />
e difensiva nello stesso tempo.<br />
Nelle giornate di festa si è soliti<br />
allestire mercatini e, in taluni<br />
casi, promuovere sagre di<br />
prodotti alimentari tipici, come<br />
quella da frisedda c’a pummadora<br />
(<strong>del</strong>la frisella col pomodoro)<br />
a Ferragosto o quella du<br />
pede du purcu (<strong>del</strong> piede di<br />
maiale), tenuta presso il convento<br />
dei Padri Cappuccini in<br />
occasione <strong>del</strong>la già citata festa<br />
di sant’Antonio. È tradizione<br />
che le feste civili di san Nicola,<br />
san Giacomo e <strong>del</strong>l’Assunta<br />
LAURIA<br />
27
si concludano in nottata con<br />
spettacoli pirotecnici.<br />
Culto<br />
“Sacerdos sine adiunctis”,<br />
“ricco solo <strong>del</strong> suo sacerdozio<br />
e attingendo soltanto a questa<br />
fonte di santità”’, “annuncio e<br />
precursore <strong>del</strong> Santo Curato<br />
D’Ars, venuto per divina disposizione<br />
a partecipare all’Italia<br />
Meridionale quelle grandi<br />
ricchezze di cui il Cafasso,<br />
Don Bosco, il Cottolengo, il<br />
Murialdo, arricchirono l’alta<br />
Italia” (PIO XI, 27.01.1935, dichiarazioni<br />
<strong>del</strong>le virtù amene).<br />
“<strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong>,<br />
predicatore itinerante, fu<br />
esemplare ministro <strong>del</strong> perdono<br />
di Dio, attento educatore<br />
<strong>del</strong>la gioventù, instancabile<br />
testimone <strong>del</strong>la carità verso<br />
ipoveri,pastore solidale con<br />
le anime a lui affidate nelle vicende<br />
liete e tristi <strong>del</strong> suo tempo...Il<br />
fulcro vitale <strong>del</strong>ia sua<br />
spiritualità fu la Croce, considerata<br />
come la via <strong>del</strong>l’amore<br />
che si dona e si sacrifica per i<br />
fratelli, ad imitazione di Gesù,<br />
il quale ha offerto se stesso per<br />
la salvezza <strong>del</strong> mondo” (GIO-<br />
12-13.10.1997, beatifi-<br />
VANNI PAOLO II,<br />
cazione).<br />
“<strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong>... senza<br />
niente!... Ricco solo di Dio!<br />
Un vero esempio di spiritualità<br />
sacerdotale. Conoscetelo<br />
di più e fatelo conoscere!” (BE-<br />
NEDETTO XVI, 27.11.2006. al Vescovo di Tursi-Lagonegro<br />
Mons. F. NOLE’ in visita ad limina).<br />
Il prete Santo<br />
“Sono stato crocifisso con Cristo,<br />
non sono più lo che vivo,<br />
ma Cristo vive In me” (Gal 2,20).<br />
Il <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong> è un<br />
grande esempio <strong>del</strong>la nuova<br />
vita in Cristo per il quotidiano<br />
ed eroico servizio sacerdotale.<br />
Nasce a <strong>Lauria</strong> (PZ), il 20<br />
novembre 1770, da Macario e<br />
Rosalia Vitarella, di povere condizioni<br />
economiche, ma ricchi<br />
di fede e onestà. Viene battezzato<br />
lo stesso giorno. I pii genitori<br />
istruiscono con diligenza<br />
il piccolo <strong>Domenico</strong>, con la parola<br />
e con l’esempio, corrisposti<br />
dall’indole viva e docile <strong>del</strong><br />
ragazzo, ultimo di cinque figli.<br />
Il giovane, attratto dal Signore,<br />
già a quattordici anni segue la<br />
vocazione al sacerdozio e con<br />
LAURIA<br />
29
La Buona Spesa<br />
è PER TUTTI<br />
Qualità, assortimento e convenienza.<br />
Da mD, ogni giorno.<br />
Buona Spesa, Italia!<br />
mDspa.it
maggiore sforzo progredisce<br />
verso la perfezione <strong>del</strong>la virtù,<br />
sia nella preghiera e nella vita<br />
spirituale, sia nello studio e<br />
nella formazione culturale nel<br />
paese natio e al Seminario di<br />
Policastro (SA). Nel 1793 viene<br />
ordinato diacono a Mormanno<br />
(CS),diocesi di Cassano Ionio<br />
(CS). Nella festa di Pentecoste,<br />
8 giugno<br />
1794, viene<br />
ordinato sacerdote<br />
nella<br />
Cattedrale di<br />
Marsiconuovo<br />
(PZ). Diventa<br />
presbitero<br />
tra grandissimo<br />
fervore<br />
di preghiere<br />
e di penitenza,<br />
e rimane<br />
per tutta la<br />
vita a <strong>Lauria</strong>,<br />
offrendo tutto<br />
se stesso nei ministero. Infiammato<br />
dallo Spirito Santo,<br />
rimane lunghe ore in preghiera<br />
e adorazione davanti al SS.<br />
Sacramento, celebrando l’Eucaristia<br />
con intensa partecipazione,<br />
si da essere descritto<br />
dai contemporanei “un angelo<br />
all’altare”, anche a causa <strong>del</strong>le<br />
frequenti estasi.<br />
Sempre disponibile al sacramento<br />
<strong>del</strong>la Penitenza, ascolta<br />
assiduamente le confessioni<br />
dei fe<strong>del</strong>i, favorisce con il suo<br />
zelo la conversione di moltissimi<br />
peccatori, accogliendoli con<br />
amore e verità. Porta a perfezione<br />
tanti fe<strong>del</strong>i di cui è direttore<br />
spirituale; al confessionale<br />
raccoglie frutti<br />
abbondantissimi<br />
di grazia<br />
divina.<br />
Si dedica con<br />
tutte le forze<br />
all’evangelizzazione,<br />
non<br />
solo a <strong>Lauria</strong>,<br />
ma anche nella<br />
Diocesi e<br />
in quelle limitrofe.<br />
Annuncia<br />
la verità<br />
di Cristo con<br />
riferimento<br />
costante alla Bibbia e alla genuina<br />
tradizione cattolica, accompagnando<br />
il servizio <strong>del</strong><br />
Vangelo con opere penitenziali<br />
e caritative. I suoi quaresimali,<br />
le sue missioni, le sue omelie<br />
toccano il cuore di tutti.<br />
Rivive fortemente il mistero di<br />
Cristo crocifisso e risorto, uni-<br />
LAURIA<br />
31
de: vestiti, pane e il poco denaro.<br />
Osserva una strettissima<br />
povertà volontaria, che unisce<br />
ad un grande amore alla Chiesa<br />
e una incondizionata obbedienza<br />
ai suoi superiori, nella<br />
cui volontà ravvisa e segue<br />
quella di Dio stesso. Il santo<br />
sacerdote si trova ad operare<br />
in tempi non facili e sereni per<br />
la Chiesa, per la storia d’Italia<br />
e d’Europa (rivoluzione francese,<br />
repubblica napoletana,<br />
epoca napoleonica, restaurazione,<br />
primi moti liberali, brigantaggio,<br />
guerre, carestie).<br />
Promuove instancabilmente la<br />
pace fra le persone, le famiglie<br />
e le opposte fazioni politiche e<br />
sociali.<br />
Nella via <strong>del</strong>l’umiltà totale vive<br />
in continua aspra penitenza:<br />
cibi frugali, mortificazioni corporali,<br />
vesti logore, cilizi e flagellazioni,<br />
pochissimo sonno e<br />
il pavimento per giaciglio. Dotato<br />
dal Signore di molti carismi<br />
di profezia, scrutazione dei<br />
cuori e miracoli, il 25 febbraio<br />
1828, nella sua casetta <strong>del</strong> rione<br />
Cataro, con un’agonia vissuta<br />
nel completo abbandono<br />
mistico, il servo buono e fe<strong>del</strong>e<br />
viene chiamato a prendere<br />
parte alla gioia <strong>del</strong> suo Signoco<br />
Redentore <strong>del</strong>l’umanità, e<br />
questa fede pasquale infonde<br />
nei suoi uditori, sia nei predicare<br />
che nel confessare. Il <strong>Beato</strong><br />
<strong>Lentini</strong> ha tenera devozione<br />
verso la Madre Addolorata, di<br />
cui diffonde il culto e per Lei<br />
fonda una “congregazione” di<br />
impegno spirituale.<br />
Don <strong>Domenico</strong> è cristiano di<br />
profonda cultura, che mette<br />
a disposizione dei suoi concittadini<br />
fin dal diaconato,<br />
nell’insegnamento <strong>del</strong>le lettere,<br />
filosofia, teologia e materie<br />
scientifiche.<br />
Per trenta anni i ragazzi affollano<br />
la sua povera casa in una<br />
vera scuola cattolica, con l’intento,<br />
ampiamente realizzato,<br />
di formare “ottimi cristiani e<br />
santi cittadini”. L’insigne maestro<br />
offre alla gioventù la sua<br />
attività didattica gratuitamente<br />
e accetta solo qualche magro<br />
compenso volontario.<br />
Arricchito dallo Spirito Santo<br />
di tutte le virtù <strong>del</strong> battesimo<br />
e <strong>del</strong> sacro ordine, le esercita<br />
sempre in modo eroico.<br />
Splende nel <strong>Beato</strong> <strong>Lentini</strong> la<br />
carità evangelica verso Dio e il<br />
prossimo. Vedendo Cristo nei<br />
poveri e nei bisognosi dona<br />
quanto modestamente possie-<br />
LAURIA<br />
33
e.<br />
La glorificazione di don <strong>Domenico</strong><br />
<strong>Lentini</strong> comincia già<br />
subito con i suoi funerali, celebrati<br />
in <strong>Lauria</strong> per sette giorni<br />
consecutivi e con grande partecipazione<br />
di popolo. Il corpo<br />
<strong>del</strong> Servo di Dio, martoriato<br />
da flagelli e digiuni, per tutto<br />
il tempo rimane flessibile e<br />
caldo, effonde sangue vivo e<br />
soave odore. Si aprono i suoi<br />
occhi davanti all’Ostia santa,<br />
ai suoi parenti ed amici, ai miscredenti.<br />
Prodigiose guarigioni<br />
e numerose conversioni avvengono<br />
presso il suo feretro e<br />
la fama <strong>del</strong>la sua santità si afferma<br />
ovunque. Viene sepolto<br />
nella sua chiesa parrocchiale di<br />
“San Nicola di Bari”.<br />
Le grazie e i miracoli ottenuti<br />
per l’intercessione <strong>del</strong> <strong>Beato</strong><br />
<strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong> sono stati<br />
sempre di gran numero. Il processo<br />
diocesano viene celebrato<br />
a <strong>Lauria</strong> nel 1800, il processo<br />
apostolico a Roma nei<br />
primi decenni <strong>del</strong> 1900. Il 27<br />
gennaio <strong>del</strong> 1935 il Papa Pio XI<br />
dichiara il Ven. <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong><br />
“eroe <strong>del</strong>le virtù teologali<br />
e cardinali”. Papa Giovanni Paolo<br />
II, dopo aver riconosciuto<br />
ufficialmente un miracolo attri-<br />
buito al Servo di Dio ottenuto<br />
nel 1988, il 12 ottobre 1997,<br />
in Piazza San Pietro a Roma, lo<br />
dichiara solennemente <strong>Beato</strong>,<br />
dinanzi a migliaia di fe<strong>del</strong>i.<br />
Per II terzo millennio cristiano<br />
l’umile e santo prete dei Sud<br />
continua ad annunciare: “Gesù<br />
Cristo è il mio bene, Gesù Cristo<br />
ò il mio tesoro, Gesù Cristo<br />
è il mio tutto!”.<br />
LA TOMBA<br />
Le sacre reliquie <strong>del</strong> <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong><br />
Lentlni riposano nella<br />
sua chiesa parrocchiale di “S.<br />
Nicola di Bari” in Laurla, dove<br />
fu battezzato e da ragazzo frequentò<br />
I sacramenti e la catechesi,<br />
dove ebbe la vocazione<br />
e studiò per la prima formazione,<br />
dove svolse per lo più<br />
la missione di sacerdote insieme<br />
al suol confratelli, celebrò<br />
l’eucaristia e la penitenza, predicò<br />
II Vangelo e condusse la<br />
sua vita spirituale: lì fu sepolto<br />
dopo sette giorni di preghiere<br />
e di prodigi. Ora I suol resti<br />
mortali, In attesa <strong>del</strong>la risurrezione<br />
<strong>del</strong>la carne, nella cappella<br />
a lui dedicata, sono custoditi<br />
all’altare in marmi policromi in<br />
un’urna di ventisette chili di argento<br />
in stile moderno a forma<br />
LAURIA<br />
35
Vi accompagnamo<br />
nei momenti più belli<br />
<strong>Città</strong> <strong>Lauria</strong> (PZ), 85044<br />
Web www.lafloreale.net<br />
Emai info@lafloreale.net<br />
Via Piazza Viceconti, 100<br />
Tel +39 0973 628 000
di diamante, ornata con simboli<br />
<strong>del</strong>la passione e <strong>del</strong>la risurrezione:<br />
sul pallotto lo stemma<br />
in oro di Giovanni Paolo II e<br />
<strong>del</strong> vescovo <strong>del</strong> tempo mons.<br />
R.Talucci, nonché epigrafe aurea<br />
<strong>del</strong> <strong>Beato</strong> e <strong>del</strong> suo motto.<br />
La solenne pala d’altare, opera<br />
dei pittore lucano E. Larocca<br />
(1998), Incorniciata da colonne<br />
e stucchi barocchi, rappresenta<br />
“La gloria <strong>del</strong> beato <strong>Domenico</strong>”<br />
il santo è rappresentato<br />
nella luce di Dio, con l’abito<br />
talare quotidiano e gli attributi<br />
Iconografici, cioè il Crocifisso,<br />
centro <strong>del</strong>la sua vita, la Sacra<br />
Scrittura, fonte <strong>del</strong>la sua spiritualità,<br />
il Pane, segno <strong>del</strong> suo<br />
sacerdozio eucaristico e <strong>del</strong>la<br />
sua carità verso i bisognosi. Attorno<br />
alia figura II gran numero<br />
di poveri e di giovani che arricchirono<br />
la sua casa e la sua<br />
missione.<br />
Nella cappella <strong>del</strong>la tomba <strong>del</strong><br />
<strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong> si custodisce<br />
il sito <strong>del</strong>ia prima sepoltura<br />
con epigrafi <strong>del</strong>la ricognizione,<br />
beatificazione e traslazione e<br />
con l’antico stucco <strong>del</strong>la Gloria<br />
deità fede. Nella cappella<br />
si trovano ancora i seguenti<br />
dipinti: di F. Cipolla, // miracolo<br />
<strong>del</strong> pane (sec. XIX); <strong>del</strong><br />
pittore lauriota M. Lanzianl la<br />
Crocifissione (1917), il Lentlni<br />
penitente (1927), la Madonna<br />
<strong>del</strong> Rosario (1945); di F. Manzlllo<br />
[Addolorata (sec. XVIII), il<br />
LAURIA<br />
37
probabile quadro che il <strong>Beato</strong><br />
pose in chiesa per la sua congregazione<br />
mariana; di P. lannotta<br />
S. Gregorio Taumaturgo,<br />
(sec. XIX). Altre reliquie si conservano<br />
In custodie specifiche,<br />
tra cui rampolla che racchiude<br />
l’ugola <strong>del</strong> santo predicatore.<br />
LA CHIESA<br />
La chiesa parrocchiale di “S. Nicola<br />
di Bari” in <strong>Lauria</strong>, costruita<br />
a solenne croce latina e a tre<br />
navate net sec. XIV, con due<br />
imponenti facciate, mosaico,<br />
torre campanaria medievale e<br />
susseguente cella ottagonale<br />
e cuspide, fu restaurata e ricostruita<br />
in gran parte a fine ‘800.<br />
Del ‘600-’700 il sacro edificio<br />
conserva l’abside e il transetto<br />
con decorazioni e stucchi, l’altare<br />
maggiore e la bellissima<br />
balaustra in marmo policromo<br />
<strong>del</strong> 1676, la nicchia barocca<br />
<strong>del</strong> patrono in legno dorato e<br />
un paliotto in marmo e scagliola;<br />
inoltre ancora le pregevoli<br />
opere lignee, fra cui l’elegante<br />
coro con cinquanta posti, il<br />
pulpito, i confessionali, il mobilio<br />
di sacrestia con l’armadio<br />
di F. De Risis (1830). Nel patrimonio<br />
dei dipinti da notare: C.<br />
Sellitto, sec. XVI, “Madonna<br />
degli angeli tra S. Francesco<br />
e S. Antonio”’, pittori meridionali<br />
ottocenteschi, “Madonna<br />
degli Angeli” e” Cristo Risorto<br />
e gli apostoli Pietro e Paolo”,<br />
“Via Crucis”: P. Iannotta, 1882,<br />
“Sacra Famiglia”, “Gloria di S.<br />
Nicola”, “Ultima Cena”, “Spirito<br />
Santo e quattro evangelisti”,<br />
“S. Giuseppe”, “S. Biagio”,<br />
“Presentazione <strong>del</strong>la Vergine<br />
al tempio”; M. Lanziani, sec.<br />
XX, “Gloria <strong>del</strong> SS. Sacramento”,<br />
“S. Alfonso”; E. Larocca,<br />
seca XX - XXI, “S, Nicola e i tre<br />
fanciulli”, “S. Pio da Pietrelcina”,<br />
“S. Chiara’, “S. Maria De<br />
Mattias”, “B. Teresa di Calcutta”.<br />
Tra le artistiche statue<br />
lignee: S. Nicola <strong>del</strong> ‘500, S.<br />
Nicola <strong>del</strong> ‘700, S. Emidio <strong>del</strong><br />
‘700, S. Emidio e S. Luigi <strong>del</strong>la<br />
scuola <strong>del</strong> Maffia <strong>del</strong>l’800, S.<br />
Rocco, Madonna <strong>del</strong>la pastorella,<br />
Immacolata, S. Michele,<br />
Madonna <strong>del</strong>la Consolazione.<br />
Tra le statue in cartapesta e legno:<br />
Gesù morto, Gesù risorto,<br />
Cuore di Gesù, tre Crocifissi,<br />
Sacra Famiglia, Madonna <strong>del</strong><br />
Carmine, S. Sinforosa. S. Lucia,<br />
S. Giuseppe.<br />
Notevole ancora il battistero<br />
in pietra con vasca <strong>del</strong> 1500,<br />
dove fu battezzato il <strong>Beato</strong> Do-<br />
LAURIA<br />
39
menico, l’organo a canne <strong>del</strong>la<br />
bottega dei Galasso (1875),<br />
vetrate di artigianato locale e<br />
all’altare francescano la collezione<br />
Viceconti in sculture e<br />
formelle marmoree databili dal<br />
sec. XVII, rappresentanti due<br />
Papi, il Crocifisso, S. Giuseppe,<br />
la Natività e l’Adorazione dei<br />
Magi.<br />
casetta, meta di visita e di preghiera,<br />
custodisce quasi tutti i<br />
ricordi personali <strong>del</strong> santo sacerdote:<br />
tutte le immagini ed<br />
icone varie, tra le quali i due<br />
dipinti e il calco in gesso <strong>del</strong><br />
volto al momento dei funerali;<br />
armadio con i frammenti e<br />
urne <strong>del</strong>le sepolture precedenti;<br />
grande reliquiario <strong>del</strong> lenzuolo<br />
e sudario che avvolsero<br />
le ossa <strong>del</strong> <strong>Beato</strong> durante la ricognizione<br />
canonica <strong>del</strong> 1997<br />
con impronte dei sacri resti; armadio<br />
degli oggetti <strong>del</strong> <strong>Beato</strong><br />
tra i quali cappelli, frammenti<br />
di talare e fazzoletti, scarpe, il<br />
quadro <strong>del</strong>l’ Addolorata, oggetti<br />
di casa.<br />
Nello stabile adiacente è collo-<br />
LA CASA<br />
Nel quartiere medievale <strong>del</strong><br />
torrente Cafaro, vi era l’umile<br />
casetta <strong>del</strong> beato <strong>Domenico</strong>,<br />
distrutta dal bombardamento<br />
<strong>del</strong> 7 settembre 1943. Nel<br />
Giubileo <strong>del</strong> 2000 la dimora è<br />
stata ricostruita ad oratorio sul<br />
sito <strong>del</strong>imitato da un’edicola<br />
votiva in vetro e muratura. La<br />
LAURIA<br />
41
cato un punto informativo con<br />
un totem multimediale consultabile<br />
da pellegrini e turisti.<br />
Il progetto, in collaborazione<br />
con l’Amministrazione Comunale<br />
di <strong>Lauria</strong>, è curato da:<br />
Davanti alla casa <strong>del</strong> <strong>Beato</strong> si<br />
osservano ricordi vari, il sito restaurato<br />
e l’antico portale <strong>del</strong>la<br />
cappella di S. Vincenzo (sec.<br />
XVII), da lui officiata per lungo<br />
tempo e distrutta anch’essa<br />
dalla furia bellica. Notevole il<br />
grande presepe lentiniano permanente<br />
allestito nella grotta-bottega<br />
vicino alla casetta.<br />
Ancora nell’adiacenza si trovano<br />
i bei palazzi settecenteschi<br />
“Zaccara”, “Tedeschi”, “Pittella”,<br />
patrimonio <strong>del</strong>la Fondazione<br />
B. <strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong> e sedi<br />
<strong>del</strong> centro studi, pinacoteca e<br />
biblioteca, di accoglienza e di<br />
sosta di spiritualità: tra le opere<br />
pittoriche esposte si ricordano<br />
i ritratti <strong>del</strong> <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong><br />
LAURIA<br />
43
di Dal Corchio, Hoffman, Milo,<br />
Lanziani e Larocca.<br />
Nell’antico quartiere si trovano<br />
le cappelle tanto frequentate<br />
dal <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong>: la greca<br />
e medievale cappella di S. Veneranda<br />
con dipinto di A. Dal<br />
Corchio (1861) rappresentante<br />
la martire, e altri arredi liturgici<br />
ottocenteschi; la settecentesca<br />
cappella di S. Pasquale e<br />
S. Lucia, con pavimento maiolicato,<br />
custodisce la statua <strong>del</strong><br />
santo spagnolo, <strong>del</strong>la martire<br />
siracusana, <strong>del</strong> Bambino Gesù<br />
e <strong>del</strong>l’Addolorata, e altra suppellettile<br />
sacra d’epoca. In<br />
quest’ultima il <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong><br />
celebrava volentieri in ono-<br />
re di S. Pasquale che lo aveva<br />
guarito da grave malattia.<br />
Sull’antica via, tra il cimitero<br />
napoleonico e il moderno anfiteatro,<br />
si raggiunge il grande,<br />
suggestivo santuario bizantino-medievale<br />
di Maria SS. <strong>del</strong>l’<br />
Armo, tanto caro al <strong>Beato</strong> <strong>Lentini</strong>,<br />
come punto di riferimento<br />
<strong>del</strong>la sua intensa devozione<br />
mariana.<br />
LE ALTRE CHIESE<br />
<strong>Lauria</strong> Superiore<br />
• Santuario di Maria SS. <strong>del</strong>l’Armo<br />
o <strong>del</strong>l’Assunta (sec. X, ricostruzione<br />
sec. XIX) nel quartiere<br />
medievale <strong>del</strong> Cataro, caro al<br />
LAURIA<br />
45
<strong>Beato</strong> <strong>Lentini</strong> fin dall’infanzia: a<br />
ridosso il Castello <strong>del</strong>l’Ammiraglio<br />
Ruggiero.<br />
• Cappella di S. Biagio (sec.<br />
XVII) al quartiere <strong>del</strong> Muraccione,<br />
con tela settecentesca <strong>del</strong>la<br />
“Madonna con Bambino tra<br />
S. Giuseppe e S. Biagio”.<br />
• Cappella di S. Ferdinando<br />
(sec. XIX) al quartiere Taverna.<br />
Costruita dalla casa reale, custodisce<br />
una tela ottocentesca,<br />
raffigurante il santo re di Castiglia,<br />
e arredi d’epoca.<br />
• Convento di S. Antonio (sec.<br />
XVII) dei Padri Cappuccini,<br />
frequentato quasi quotidianamente<br />
dal <strong>Lentini</strong>. Tra le numerose<br />
opere di pregio da notare<br />
il polittico <strong>del</strong>l’Immacolata,<br />
opera di I. Borghese (sec. XVII).<br />
• Centro parrocchiale “S. Francesco<br />
di Paola e <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong><br />
<strong>Lentini</strong>”, già palazzo vescovile<br />
<strong>del</strong> sec. XVII.<br />
<strong>Lauria</strong> Inferiore<br />
• Chiesa parrocchiale di “S.<br />
Giacomo Ap. Magg.” (sec. XV),<br />
a croce latina ampia e slanciata<br />
e a tre navate, con campanile a<br />
cupola maiolicata: il <strong>Beato</strong> <strong>Domenico</strong><br />
vi ricevette la Cresima<br />
e vi svolse più volte la predicazione.<br />
All’interno il prege-<br />
volissimo coro ligneo <strong>del</strong> sec.<br />
XVI scolpito a bassorilievo con<br />
santi e motivi fantasiosi; rimarchevole<br />
il patrimonio artistico<br />
di statue (Cristo flagellato, S.<br />
Giacomo Magg., S. Giacomo<br />
Minore, S. Pietro, Cuore di<br />
Gesù, S. Emidio, B. <strong>Domenico</strong><br />
<strong>Lentini</strong>), tele {“Presentazione<br />
di Gesù al tempio”, “Madonna<br />
<strong>del</strong> Rosario”, “Madonna <strong>del</strong>la<br />
Purità”, “Immacolata”,) e altre<br />
opere di valenti artisti meridionali<br />
a partire dal 1500, quali il<br />
De Mita, lannotta, Lanziani e<br />
Larocca.<br />
• Convento <strong>del</strong>l’Immacolata e<br />
di S. Bernardino (sec. XVI), con<br />
preziosi arredi liturgici e artistici:<br />
elegante il chiostro in colonne<br />
e pavimento di pietra.<br />
• Cappelle urbane: Purgatorio<br />
o S. Rocco, con la bella statua<br />
<strong>del</strong>l’ Annunziata (sec. XVIII); S.<br />
Gaetano; S. Giovanni Battista;<br />
S. Veneranda. In alto sul monte<br />
Armo la suggestiva e solitaria’<br />
cappella-eremo di S. Elia con<br />
statua <strong>del</strong> profeta, dove il <strong>Lentini</strong><br />
amava meditare, fare penitenza<br />
e portare i ragazzi<br />
Seluci di <strong>Lauria</strong><br />
• Chiesa parrocchiale <strong>del</strong>la<br />
“Madonna <strong>del</strong> Carmine” (sito<br />
LAURIA<br />
47
<strong>del</strong> sec. XVII) con le pregevoli<br />
statue lignee <strong>del</strong>la S. Vergine,<br />
copia <strong>del</strong>la statua <strong>del</strong> monte<br />
Carmelo in Terrasanta, e dei<br />
Crocifisso, nonché preziosi<br />
mosaici in stile moderno.<br />
• Cappelle <strong>del</strong>la SS. Trinità<br />
(sec. XVIII) e S. Alfonso (sec.<br />
XIX).<br />
Nel territorio: i monti Sirino e<br />
Alpi, i laghi Cogliandrino e Rotonda,<br />
le contrade di Galdo,<br />
Rosa, Pecorone ed altre popolose<br />
località lauriote, fra paesaggi<br />
di suggestiva bellezza,<br />
con graziose cappelle, antiche<br />
o moderne.<br />
Bosco Canicella<br />
Il Bosco Canicella situato a<br />
sud-est <strong>del</strong> massiccio <strong>del</strong> Sirino<br />
tra il fiume Sinni ed il torrente<br />
Cogliandrino è un’area ricca<br />
di risorse ambientali. È una risorsa<br />
per la legna, il pascolo, la<br />
caccia ed ha numerosi percorsi<br />
naturalistici.<br />
Una bellezza da visitare e’ il<br />
Piano Malerba usato come<br />
parco ricreativo, numerosi turisti<br />
vengono a visitarlo.<br />
Cultura<br />
Arte<br />
Degni di nota sono: il rudere<br />
<strong>del</strong> medievale castello di Ruggiero<br />
e la restaurata casa natia<br />
con le reliquie <strong>del</strong> beato <strong>Domenico</strong><br />
<strong>Lentini</strong>, entrambi nel<br />
quartiere Cafaro.<br />
Premio Mediterraneo<br />
Ogni anno viene organizzato<br />
in agosto dall’Amministrazione<br />
Comunale in onore <strong>del</strong> Grande<br />
Ammiraglio Ruggiero di <strong>Lauria</strong>.<br />
La settimana <strong>del</strong>l’Ammiraglio<br />
vive di convegni, tavole rotonde<br />
giochi e sfilate.<br />
Rione superiore<br />
• Chiesa madre di San Nicola<br />
di Bari: è la parrocchia <strong>del</strong> rione<br />
ospitante la tomba <strong>del</strong><br />
<strong>Lentini</strong>; il suo campanile fu edificato<br />
sul preesistente torrione<br />
LAURIA<br />
49
40°<br />
1976-2016
medievale; rimane incerto il<br />
periodo <strong>del</strong>la sua fondazione<br />
a seguito dei moti napoleonici<br />
<strong>del</strong> 1806.<br />
• Cappella di Santa Veneranda:<br />
è nascosta in un vicolo <strong>del</strong><br />
quartiere Cafaro, sottostante al<br />
colle Armo ed è probabilmente<br />
la più antica <strong>del</strong> paese poiché<br />
fu costruita nel XII secolo[24].<br />
Cappella di San Pasquale<br />
Baylon e Santa Lucia: è situata<br />
lungo la scalinata <strong>del</strong> colle<br />
Armo.<br />
• Santuario <strong>del</strong>l’Armo: nei<br />
pressi <strong>del</strong> castel Ruggiero, è<br />
eretto sul colle omonimo.<br />
• Eremo di Sant’Elia e <strong>del</strong> <strong>Beato</strong><br />
<strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong>: contiene<br />
dipinti e oggetti sacri <strong>del</strong> ‘800<br />
e la statua di sant’Anna.<br />
• Cappella di San Biagio: è situata<br />
nel quartiere storico <strong>del</strong><br />
Muraccione.<br />
• Convento dei Padri Cappuccini:<br />
è annesso alla chiesa<br />
seicentesca di Sant’Antonio;<br />
conserva un prezioso affresco<br />
<strong>del</strong> ‘600 e le tele <strong>del</strong> polittico<br />
d’Ippolito Borghese.<br />
• Cappella di San Ferdinando:<br />
voluta dai Borbone, si trova nel<br />
quartiere Taverna.<br />
• Chiesa parrocchiale di San<br />
Giacomo apostolo e monu-<br />
mento al cardinale Lorenzo<br />
Brancati nel rione inferiore<br />
Rione inferiore<br />
• Chiesa di San Giacomo apostolo:<br />
è la parrocchia <strong>del</strong> rione,<br />
così intitolata nel XV secolo,<br />
nota per un pregevole coro ligneo.<br />
• Cappella di San Gaetano:<br />
non distante dalla chiesa parrocchiale<br />
di San Giacomo apostolo,<br />
è accessibile ai fe<strong>del</strong>i nel<br />
periodo natalizio poiché al suo<br />
interno è contenuto un presepe.<br />
• Cappella di Santa Veneranda:<br />
la sua fondazione risale al<br />
1684 ed è la seconda <strong>del</strong> paese<br />
intitolata alla santa.<br />
Chiesa <strong>del</strong>l’Immacolata: costruita<br />
nel ‘500, si caratterizza<br />
per il chiostro e il campanile; è<br />
attigua ad un convento di monache<br />
e ad una sala per attività<br />
sociali, intitolata al cardinale<br />
Lorenzo Brancati.<br />
• Cappella di San Rocco.<br />
• Chiesa <strong>del</strong> Purgatorio.<br />
Gastronomia<br />
Tra i primi piatti, preparati con<br />
pasta fresca, rinomati sono: gli<br />
LAURIA<br />
51
gnocchi (raʃcatiddi) ; le tagliatelle<br />
con ceci o fagioli (rispettivamente<br />
chiamate nel dialetto<br />
locale coi nomi di làgane e cìciri<br />
e làgane e fasùli); i “tagliolini<br />
<strong>del</strong>l’Ascensione”; i màccaruni<br />
filàti, una sorta di maccheroni<br />
alla chitarra realizzati col ferro;<br />
la polenta con salsa di pomodoroe<br />
le variopinte minestre<br />
rustiche, solitamente a base di<br />
verza, accompagnate da cotiche,<br />
costine di maiale ed erbe<br />
di campagna.<br />
Altre specialità sono: il capretto<br />
alla brace o al forno; gli involtini<br />
che fanno uso di interiora<br />
di agnello, denominati<br />
jummàriddi; la trippa; il tutto<br />
contornato da funghi, asparagi<br />
e cime di rape. Posto predominante<br />
nelle tavole di <strong>Lauria</strong><br />
occupano i salumi come le<br />
salsicce e i salami, ma anche<br />
i formaggi e le ricotte fresche<br />
o stagionate, prodotte artigianalmente<br />
dai pastori <strong>del</strong> monte<br />
Sirino.<br />
D’annoverare: la focaccia bianca<br />
o ricoperta di salsa al pomodoro<br />
(pizzàtulu); il sanguinaccio,<br />
dolce invernale fatto<br />
con riso, cioccolato, uva passa<br />
ma soprattutto sangue di ma-<br />
iale; il dolce pasquale a forma<br />
di ciambella, fatto con molte<br />
uova e chiamato picciddàtu;<br />
i biscotti bianchi ricoperti di<br />
glassa (viscuttini); i mostaccioli<br />
(mustacciuoli); le zeppole. Tipici<br />
sono i piccoli biscotti, conosciuti<br />
come anginétti, con la<br />
forma di ciambelline, cotti prima<br />
in acqua e successivamente<br />
infornati per renderli croccanti,<br />
poi ricoperti col naspro ossia<br />
una glassa a base di zucchero<br />
e limone. In questo comune,<br />
inoltre, molto apprezzata è la<br />
gassosa di un’antica azienda<br />
locale che, in talune occasioni<br />
festive, non di rado è miscelata<br />
al vino rosso <strong>del</strong>la zona<br />
e gustata coi dolci suddetti o<br />
coi tipici taralli locali dalla vaga<br />
forma ad 8 (viscutti lauriuti).<br />
Persone legate<br />
a <strong>Lauria</strong><br />
Ruggiero di <strong>Lauria</strong> (<strong>Lauria</strong> o<br />
Scalea, 1250 – Cocentaina,<br />
1305), barone ed invitto ammiraglio<br />
<strong>del</strong>la flotta aragonese,<br />
affrontò con successo numerose<br />
battaglie sul mare tra il XIII e<br />
XIV secolo.<br />
LAURIA<br />
53
Innocenzo XI lo promosse cardinale.<br />
Sarebbe stato elevato<br />
al soglio pontificio se non fosse<br />
stato posto il veto dal Re di<br />
Spagna.<br />
Nicola Carlomagno (Verbicaro<br />
o <strong>Lauria</strong>, 1761 – Napoli, 1799),<br />
patriota <strong>del</strong>la Repubblica Napoletana<br />
(1799).<br />
<strong>Domenico</strong> <strong>Lentini</strong> (<strong>Lauria</strong>, 1770<br />
– <strong>Lauria</strong>, 1828), beatificato da<br />
papa Giovanni Paolo II nel<br />
1997.<br />
Lorenzo Brancati di <strong>Lauria</strong> (<strong>Lauria</strong>,<br />
1612 – Roma, 1693), ordinato<br />
sacerdone in San Giovanni<br />
Laterano, nel 1653 pubblicò<br />
il Tomo dei Commentari, questo<br />
gli valse la considerazione<br />
dei vari papi.<br />
Nicola Miraglia (<strong>Lauria</strong>, 1835 –<br />
Napoli, 1926), insigne studioso<br />
di materie economiche, fu tra<br />
le altre cose direttore generale<br />
<strong>del</strong> Banco di Napoli. Venne nominato<br />
conte per aver salvato<br />
le finanze <strong>del</strong>lo storico istituto<br />
bancario.
José Imbelloni (<strong>Lauria</strong>, 1885 –<br />
Buenos Aires, 1967), antropologo,<br />
etnologo e paleontologo.<br />
Antonio Cantisani (<strong>Lauria</strong>,<br />
1926), arcivescovo.<br />
<strong>Domenico</strong> Pittella (<strong>Lauria</strong>,<br />
1932), ex senatore <strong>del</strong>la Repubblica<br />
Italiana. Ha fondato<br />
la clinica oggi plesso ospedaliero<br />
<strong>Beato</strong> <strong>Lentini</strong>.<br />
Rocco Papaleo (<strong>Lauria</strong>, 1958),<br />
attore cinematografico e teatrale,<br />
nonché regista <strong>del</strong> film<br />
Basilicata coast to coast (2010).<br />
Giovanni Pittella (<strong>Lauria</strong>, 1958),<br />
deputato e vicepresidente <strong>del</strong><br />
Parlamento europeo.<br />
Marcello Pittella (<strong>Lauria</strong>, 1962),<br />
presidente <strong>del</strong>la Regione Basilicata<br />
eletto nella coalizione di<br />
centro-sinistra.<br />
Altri personaggi recenti.<br />
Berardino Polcaro, Giantonio<br />
Rossino, Don Vincenzo Cozzi,<br />
Don Antonio Spagnuolo, Don<br />
Gaetano Giordano, Prof. Vitantonio<br />
Rossi.<br />
Sport<br />
Atletica<br />
È presente sul territorio un<br />
campo d’atletica utilizzato prevalentemente<br />
dai soci di un<br />
club sportivo interessato all’attività<br />
agonistica a livello locale<br />
e nazionale.<br />
Arti Marziali<br />
La città ospita un dojo di aikido
affiliato all’Aikikai d’Italia con<br />
sede centrale a Roma.<br />
Calcio<br />
Esiste un impianto calcistico<br />
che può ospitare oltre mille<br />
spettatori. La squadra locale,<br />
denominata Ruggiero di <strong>Lauria</strong>,<br />
ha preso parte ai campionati<br />
nazionali calcistici di serie<br />
D <strong>del</strong> 1998–99, 1999-00, 2000-<br />
01, gareggiando nei gironi (H<br />
o I) in cui rientravano squadre<br />
lucane, siciliane e calabresi.<br />
Ciclismo<br />
Monte Sirino è stata più volte<br />
tappa di arrivo <strong>del</strong> Giro d’Italia.<br />
• 1995 (20 maggio): 8ª tappa,<br />
vinta dallo spagnolo Lau<strong>del</strong>ino<br />
Cubino.<br />
• 1996 (25 maggio): 7ª tappa,<br />
vinta da Davide Rebellin.<br />
• 1999 (19 maggio): 5ª tappa,<br />
vinta dal colombiano José Jaime<br />
González.<br />
Il 20 maggio 1999 la città è stata<br />
la sede di partenza <strong>del</strong>la 6ª<br />
tappa <strong>del</strong>l’82º Giro d’Italia, la<br />
<strong>Lauria</strong>-Foggia, vinta dal lettone<br />
Romans Vainsteins.<br />
Pallavolo<br />
La città vanta di un’ottima tradizione<br />
pallavolistica e di un<br />
glorioso passato <strong>del</strong>la squadra<br />
locale che, negli anni novanta,<br />
ha gareggiato nei campionati<br />
nazionali.<br />
Infrastrutture<br />
e trasporti<br />
Strade<br />
L’arteria viaria più importante<br />
in territorio lauriota è l’autostrada<br />
A3 Napoli–Reggio Calabria;<br />
sono presenti due svincoli:<br />
<strong>Lauria</strong> Nord e <strong>Lauria</strong> Sud.<br />
La strada statale 585 <strong>del</strong> Fondo<br />
Valle <strong>del</strong> Noce mette in comunicazione<br />
<strong>Lauria</strong> e i paesi<br />
limitrofi con la strada statale 18<br />
Tirrena Inferiore.<br />
La strada statale 653 <strong>del</strong>la Valle<br />
<strong>del</strong> Sinni unisce <strong>Lauria</strong> con la<br />
costa ionica lucana.<br />
Contrade<br />
RIONE SUPERIORE<br />
ALVANETA<br />
ALZO ROSSO<br />
ANZO<br />
ARENA BIANCA<br />
BORGO SELLICI<br />
CANICELLA<br />
LAURIA<br />
57
CAPOSEPALA<br />
CAPRARO<br />
CAPRARO<br />
CASTAGNETO<br />
CASTELLO SELUCI<br />
CATAFORNI<br />
CATANIA<br />
CAVALLO<br />
CERASOFIA (MURGI)<br />
COGLIANDRINO<br />
CONA<br />
CUPONE SELUCI<br />
GRAMPOLLINARA<br />
GREMILE<br />
IACOIA<br />
LAGO ROTONDA<br />
MAZZARELLA<br />
MONTAGNOLA<br />
MONTE PESCO<br />
ORDICOSO<br />
PASTORELLA<br />
PECORELLA<br />
PECORONE<br />
PIANO CATALDO S.P. 104<br />
PIANO CATALDO SINNICA<br />
PIE’ D’ALPI<br />
PIETRAFERRATA<br />
PISCIOLOVETRANO<br />
PISCITELLA<br />
ROSA<br />
SAN GIUSEPPE SUP<br />
SANTO IORIO<br />
SAN PAOLO<br />
SANTA BARBARA<br />
SANTA FILOMENA<br />
SANTA LUCIA<br />
SANT’ALFONSO<br />
SELUCI<br />
SERINO<br />
SETA<br />
TIMPAROSSA<br />
TIMPONI SELUCI<br />
TORBIDO<br />
VALLE SALOMONE<br />
RIONE INFERIORE<br />
ACQUA DELLE DONNE<br />
ALTE COSTE<br />
BAMONTE<br />
CARMINATO<br />
CARROSO<br />
CASE CIVILI<br />
CASTAGNARA<br />
CERASE<br />
CESINELLE<br />
COROMONACI (CARRO MONACI)<br />
FABBRICATO<br />
GALDICELLO<br />
GALDO<br />
M.ANGIOLELLA<br />
MALFITANO<br />
MELARA<br />
MENAVOLI<br />
MILORDO<br />
MONTE GALDO<br />
MOSELLA<br />
OLIVETO<br />
PARCO CARROSO<br />
PIANO FOCARA<br />
PIANO MENTA<br />
RUSSIA<br />
S.GIUSEPPE INF.<br />
SAN CRISPINO<br />
SAN FILIPPO<br />
SANTA MARIA<br />
SANT’ELIA<br />
STARSIA<br />
TAV. POSTIERE<br />
TIMPA D’ELCE<br />
TRONOMANCO<br />
Notizie integrative<br />
Rione Superiore:<br />
Palazzo Tedeschi nel quartiere<br />
Cafaro in via di ristrutturazione.<br />
Da visitare anche il palazzo vescovile<br />
in Piazza Viceconti.<br />
Rione Inferiore:<br />
Palazzo Marangoni, al centro<br />
LAURIA<br />
59
<strong>del</strong>la via Cairoli sede <strong>del</strong> museo<br />
omonimo che contiene al<br />
suo interno la bliblioteca dedicata<br />
al Cardinale Brancati,<br />
la sala dedicata a Nicola Santo<br />
emigrato lauriota in Brasile<br />
alla fine <strong>del</strong> secolo scorso e<br />
fondatore <strong>del</strong>l’Aviazione Civile<br />
Brasiliana e la sala dedicata al<br />
pittore Mariano Lanziani.<br />
Il palazzo <strong>del</strong>la cultura, opera<br />
in costruzione al Parco <strong>del</strong> Vincolato.<br />
Nella Chiesa di San Giacomo al<br />
Rione Inferiore possiamo ammirare<br />
al suo interno numerose<br />
opere d’arte, il coro ligneo <strong>del</strong><br />
‘500, sculture in legno <strong>del</strong> fine<br />
‘700 le tele <strong>del</strong>la via Crucis e<br />
vari dipinti di vari pittori.<br />
Vicino ad ogni chiesa vi è un<br />
pannello descrittivo.<br />
Nel convento dei Cappuccini è<br />
situata la pala <strong>del</strong> ‘300.<br />
Nel convento di San Bernardino<br />
(<strong>del</strong>l’Immacolata Concezione<br />
nel Rione Inferiore) si trovano<br />
vari affreschi.<br />
Gli affreschi nella Chiesa di San<br />
Giovanni sono di ispirazione<br />
bizantina e sono molto caratteristici.<br />
LAURIA<br />
61
LAURIA<br />
63
http://bit.ly/lauria2016<br />
Si ringrazia:<br />
lI sindaco e l’Amministrazione Comunale;<br />
La chiesa per la concessione dei testi sul <strong>Beato</strong> <strong>Lentini</strong> e per le<br />
notizie sul patrimonio architettonico ecclesiastico di <strong>Lauria</strong>.<br />
L’Immagine Fotottica, per la concessione di alcune immagini.<br />
Testi: Wikipedia - Parrocchia di <strong>Lauria</strong> (Pz)<br />
Foto: Archivio MP s.r.l. - Wikipedia - Giusy Labanca Photographer<br />
Finito di stampare nel mese di Novembre 2016<br />
per conto <strong>del</strong>la MP s.r.l. - Senise (Pz)<br />
Vietata la riproduzione totale o parziale di loghi, testi e foto.<br />
Alcuni diritti sono riservati.<br />
Impaginazione, grafica e foto di copertina:<br />
Marco Deodati - Arti Visive<br />
via dei Gladioli, 27 - 85042 Lagonegro (Pz)<br />
+39 334 8411680 - marco.deodati@me.com<br />
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