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ECOSISTEMA MARINO - Mare d'aMare 15-16

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ISTITUTO COMPRENSIVO “C. ALVARO”<br />

87075 TREBISACCE (CS)<br />

Via G. GALILEI, 35 – Tel. 0981/51280 -<br />

Fax 0981/1903<strong>16</strong>3<br />

e-mail csic8a000r@ istruzione.it –<br />

csic8a000r@pec.istruzione.it<br />

sito web:<br />

istitutocomprensivotrebisacce.gov.it<br />

DOCENTI:<br />

MARIA CARMELA NAPOLI<br />

MAURO LETIZIA<br />

1


2


In questo contesto la scuola<br />

occupa un ruolo chiave, ha il<br />

grande compito di fornire agli<br />

studenti, ai fini della loro<br />

formazione, gli strumenti giusti e<br />

adeguati per la comprensione<br />

della realtà, per sapersi orientare<br />

in essa e per sviluppare<br />

competenze e capacità nelle<br />

giuste scelte personali.


Far conoscere l’ecosistema marino e per sensibilizzare alla sua<br />

tutela.<br />

Far conoscere la struttura e le funzioni dell’ecosistema, i suoi<br />

abitanti, le interazioni tra l’ambiente e gli esseri viventi e il<br />

delicato equilibrio che tra di loro si instaura.<br />

<br />

<br />

Conoscere le cause delle varie forme di squilibrio di questo<br />

ecosistema, le loro conseguenze e una possibile forma di<br />

prevenzione.<br />

Conoscere ed apprezzare le tante risorse che il mare ci offre.<br />

4


5


Certo chi comanda non è disposto a fare distinzioni<br />

poetiche.<br />

Il pensiero è come l’oceano non lo puoi bloccare non lo puoi<br />

recintare.<br />

Così stanno bruciando il mare<br />

Così stanno uccidendo il mare<br />

Così stanno umiliando il mare<br />

Così stanno piegando il mare<br />

6


Vogliamo iniziare il nostro viaggio in mare<br />

partendo da queste poche,<br />

ma significative,<br />

righe della famosa canzone,<br />

“COME È PROFONDO IL MARE”,<br />

scritta nel 1977 da Lucio Dalla, cantante italiano<br />

che tanto ha amato il mare e che con queste parole ha<br />

voluto testimoniare le gravi minacce che l’uomo<br />

opera su di esso causando notevoli squilibri agli<br />

ecosistemi marini .<br />

7


SUDDIVIDIAMO IL NOSTRO PERCORSO IN QUATTRO PARTI:<br />

1. IL MARE: CULLA DELLA VITA<br />

2. L’<strong>ECOSISTEMA</strong> <strong>MARINO</strong>: STRUTTURA E FUNZIONE<br />

3. GLI SQUILIBRI DELL’<strong>ECOSISTEMA</strong> <strong>MARINO</strong><br />

4. LE RISORSE DEL MARE<br />

DELLE GUIDE CI ACCOMPAGNERANNO LUNGO QUESTO APPASSIONANTE E<br />

INTERESSANTE VIAGGIO.<br />

PICCOLI ABITANTI DEL MARE CI GUIDERANNO AMICHEVOLMENTE MA<br />

ASPETTIAMOCI DA LORO ANCHE QUALCHE SGRIDATA, LA MERITIAMO<br />

SICURAMENTE.<br />

8


REBECCA DE MARCO


Ciao amica tartaruga conosci la storia di<br />

quando è nata la vita? Se no, la racconto io.<br />

Ok, bella idea!<br />

Teoria<br />

creazionista<br />

Teoria<br />

dell’evoluzione<br />

Prebiotica<br />

Teoria<br />

dell’origine<br />

extraterrestre<br />

THOMAS GRISOLIA 10


Cari amici, LA VITA COMPARVE IN MARE?<br />

Gli studiosi pensano che l’ipotesi più valida sia quella dell’ EVOLUZIONE PREBIOTICA<br />

Così era all’inizio il MARE, un vero e proprio brodo: “ IL BRODO PRIMORDIALE”. Era una miscela<br />

acquosa di sali inorganici e vari composti chimici semplici. L'atmosfera era costituita da azoto, metano,<br />

anidride carbonica, vapore acqueo e altri gas, mentre l'idrosfera era caratterizzata quasi esclusivamente da<br />

acqua, considerando le elevate temperature del pianeta terra. I gas atmosferici e le sostanze presenti negli<br />

oceani avrebbero dato luogo ad una serie di reazioni chimiche con la conseguente formazione delle prime<br />

molecole complesse. In questo ambiente ancestrale, si sarebbero formate le primitive cellule (COACERVATI).<br />

GAETANO PINELLI 11


Sapete amici,<br />

due grandi scienziati: Miller e Urey fecero un famoso e importante esperimento con il quale<br />

dimostrarono che le idee di Oparin sulla nascita della vita nel mare primitivo potevano essere<br />

accettate.<br />

L'esperimento di Miller-Urey rappresenta la prima dimostrazione che le molecole organiche si<br />

possono formare spontaneamente, nelle giuste condizioni ambientali, a partire da sostanze<br />

inorganiche più semplici. L'esperimento portò di fatto alla formazione di una miscela organica<br />

aventi le caratteristiche chimiche del "brodo primordiale". L'esperimento fu condotto nel 1953 da<br />

Stanley Miller e dal suo docente, Harold Urey, per dimostrare la teoria di Oparin e Haldane, i quali<br />

ipotizzavano che le condizioni della Terra primordiale avessero favorito reazioni chimiche<br />

conducenti alla formazione di composti organici a partire da componenti inorganiche.<br />

YASSINE M’HAMED 12


COMPARSA<br />

DELLA VITA<br />

TRA 4.5 E 3.8 MILIARDI DI ANNI SI<br />

PREPARA LA NASCITA DELLA VITA<br />

3,5 MILIARDI DI ANNI FA: COMPARSA<br />

DELLE PIÙ ANTICHE CELLULE<br />

PROCARIOTE<br />

2 MILIARDI DI ANNI: COMPARSA DI CELLULE<br />

CAPACI DI SVOLGERE LA FOTOSINTESI<br />

(CIANOBATTERI)<br />

CIRCA 1.4 MILIARDI DI ANNI FA:<br />

COMPARSA DELLE CELLIULE AEROBIE<br />

EUCARIOTE<br />

MATTIA FERRARO 13


Il passaggio dalla UNICELLULARITÀ alla PLURICELLULARITÀ, ovvero la formazione di<br />

organismi formati da più cellule, avvenne con buona approssimazione 750-700 milioni di anni fa.<br />

I primi tentativi di organizzazione pluricellulare potrebbero essere state le colonie di unicellulari,<br />

come gli attuali VOLVOX. Nelle forme coloniali ogni individuo è indipendente e sono tutti<br />

uguali, per passare alla PLURICELLULARITÀ deve avvenire la specializzazione, cioè la<br />

divisione dei compiti.<br />

ANGELICA VENTIMIGLIA


ELENA GALLERANO <strong>15</strong>


<strong>16</strong>


FEDELE VIVACQUA 17


La biologia marina è quella branca<br />

della Biologia che si occupa degli<br />

ecosistemi marini e degli organismi che<br />

svolgono la loro vita nel mare e che<br />

comprendono specie submicroscopiche<br />

fino ai cetacei, cioè, gli organismi più<br />

grandi del pianeta.<br />

18


Vengono distinti in:<br />

ecosistemi di mare aperto<br />

ecosistemi marini costieri<br />

GABRIELE ACAMPORA 19


LA BIOCENOSI<br />

O COMPONENTE BIOTICA<br />

• è la comunità di organismi, quindi<br />

l'insieme di tutti i vegetali ed<br />

animali che possiamo osservare<br />

sott'acqua;<br />

IL BIOTOPO<br />

O COMPONENTE ABIOTICA<br />

• è l'ambiente fisico ben definito e<br />

tendenzialmente stabile dove vive<br />

la biocenosi.<br />

20


COMPONENTE ABIOTICA E’<br />

RAPPRESENTATA DA TUTTI I<br />

FATTORI CHIMICI E FISICI<br />

ESSENZIALI PER LA VITA DEGLI<br />

ESSERI VIVENTI E FORMANO 21 IL


22


La temperatura<br />

dell’acqua del mare varia<br />

specialmente in funzione della<br />

latitudine e della profondità<br />

ed è connessa al gioco delle correnti che<br />

mette in reciproco movimento masse<br />

d’acqua calde e fredde.<br />

la densità<br />

dell’acqua marina è<br />

influenzata sia dalla salinità<br />

che dalla temperatura:<br />

il suo valore, che mediamente è di 1,026 g/cm3,<br />

presenta variazioni da zona a zona. In una<br />

stessa regione di mare profondo, la densità<br />

aumenta con la profondità.<br />

Pressione:<br />

l’acqua esercita su ogni corpo immerso una pressione idrostatica, che<br />

aumenta di 1 atm ogni 10 m di profondità:<br />

mentre a livello del mare ci troviamo alla pressione di 1 atm, a 10 m sott’acqua saremmo sottoposti a<br />

2 atm di pressione, a 20 m a 3 atm ecc.<br />

BOGDANA MISHEVSKA 23


L’intensità della luce solare che penetra nell’acqua tende a diminuire<br />

con la profondità, tanto più quanto più l’acqua è torbida. Oltre i 200<br />

metri di profondità non vi è più luce, quindi la componente autotrofa<br />

del mare non può sopravvivere e non avviene la fotosintesi.<br />

.<br />

DAVIDE FERRARO 24


IL MARE SI DIVIDE VERTICALMENTE IN<br />

DUE REGIONI:<br />

La regione fotica<br />

La regione pelagica<br />

25


26


È la regione più profonda<br />

del mare aperto, povero di<br />

luce ed è abitato da animali<br />

carnivori.<br />

27


L’acqua di mare è composta per il 96.5 % da acqua e per il 3,5 % da Sali. La salinità media delle<br />

acque oceaniche è attorno al 35‰, ma esistono mari ad elevata salinità, come il<br />

Mediterraneo (38-39‰) e il Mar Rosso (40‰), I Sali disciolti negli oceani provengono dai<br />

processi di erosione della crosta terrestre ad opera degli agenti atmosferici, dalle rocce, dai<br />

sedimenti che formano i fondali oceanici, dal materiale che fuoriesce attraverso i vulcani<br />

sottomarini, ecc.<br />

LIUYI GUO 28


Zone ad alta<br />

salinità<br />

Nelle zone calde<br />

tropicali e<br />

subtropicali,<br />

l’evaporazione<br />

maggiore,<br />

dove<br />

è<br />

la<br />

salinità delle acque<br />

superficiali è più<br />

elevata rispetto alle<br />

zone fredde più<br />

vicine ai Poli.<br />

Zone ad altissima<br />

salinità<br />

Punte massime di salinità del<br />

43‰ si raggiungono nel mar<br />

Rosso e nel golfo Persico, dove<br />

si ha intensa evaporazione.<br />

La salinità più bassa è quella del<br />

mar Baltico, dove la fusione dei<br />

ghiacci e l’apporto dei fiumi<br />

immette una tale quantità di acqua<br />

dolce da far scendere la salinità al<br />

3‐4‰.<br />

Zone a bassa<br />

salinità<br />

la salinità<br />

diminuisce invece<br />

nelle zone dove c’è un<br />

forte apporto di acqua<br />

dolce dovuta alle<br />

piogge, allo sbocco di<br />

grandi fiumi o allo<br />

scioglimento dei<br />

ghiacci polari.<br />

29


L’Anidride Carbonica:<br />

E’ indispensabile per la<br />

fotosintesi e la formazione<br />

del “Carbonato Di Calcio”,<br />

indispensabile per la<br />

formazione delle strutture<br />

scheletriche degli organismi<br />

marini e dei gusci calcarei<br />

delle conchiglie.<br />

L’Ossigeno:<br />

E’indispensabile per<br />

tutti gli organismi<br />

marini. ha una lenta<br />

diffusione. Nelle acque<br />

superficiali si trovano in<br />

media 8 mg/l di<br />

ossigeno.<br />

L’azoto:<br />

Deriva dall’atmosfera e viene<br />

trasformato in Ammoniaca<br />

attraverso un processo<br />

chiamato “AzotoFissazione,<br />

solo da alcuni organismi,<br />

come ad esempio le<br />

Cianoficee (Alghe Azzurre),”<br />

Altri gas disciolti in<br />

piccolissima quantità sono:<br />

Cripto, Neon e Xeno.<br />

30


La costa o litorale è la linea di confine tra la terra e l’acqua. La parte<br />

della costa più interessata dall'azione delle onde è la SPIAGGIA<br />

ALECSANDRA SARKADI


Basse e sabbiose:<br />

vicino alla foce di grandi fiumi dove vi è apporto di<br />

grandi quantità di sabbia che le onde e le maree<br />

spingono verso la costa fino a formare lunghi cordoni di<br />

sabbia, le spiagge.<br />

Alte e rocciose:<br />

vengono scavate dall’azione delle onde. L’acqua del<br />

mare penetra nelle fratture della roccia. Le rocce si<br />

rompono in frammenti. Le onde scavano in<br />

corrispondenza della base della parete rocciosa fino a<br />

che la parete stessa non crolla. Si forma in questo<br />

modo una ripida scarpata rocciosa, detta falesia.<br />

32


LE COSTE VENGONO MODELLATE DAI SEGUENTI<br />

FATTORI DINAMICI<br />

MOTO<br />

ONDOSO:<br />

movimento<br />

delle acque<br />

MAREE:<br />

movimenti<br />

periodici<br />

33


34


35


Sopralitorale mai sommersa<br />

mediolitorale, sommersa solo<br />

quando c’è alta marea<br />

litorale, sempre sommersa<br />

36


Se rocciosa:<br />

ospita alghe, crostacei, attinie e<br />

gasteropodi, oltre a polpi e vari<br />

tipi di pesci.<br />

Se è sabbiosa<br />

vi si trovano bivalvi, stelle<br />

marine, seppie e sogliole.<br />

37


La forma del fondo marino risulta molto irregolare. Si<br />

possono descrivere catene montuose , zone pianeggianti e<br />

grandi valli:<br />

1. PIATTAFORMA CONTINENTALE (dalla riva fino a 200 m di profondità), di lieve pendenza;<br />

2. ZOCCOLO O SCARPATA CONTINENTALE (dai 200 ai 2500 m di profondità), caratterizzata<br />

da forti pendenze;<br />

3. PIANA ABISSALE;<br />

4. DEPRESSIONI OCEANICHE primarie, comprendenti i bacini, gli avvallamenti, i canali, le<br />

fosse oceaniche e i fondi abissali e i canyon sottomarini;<br />

5. RILIEVI MARINI PRINCIPALI, comprendenti le dorsali, i dossi, le platee e i seamount.<br />

MICHELE LAINO 38


Il fondo marino è costituito da sedimenti depositati per<br />

millenni. E’ fatto da frammenti di rocce erosi dalle onde,<br />

fanghi e sabbie vulcaniche, e resti di organismi morti.<br />

39


Il colore del mare dipende sia dalle caratteristiche dell'acqua che dalla<br />

riflessione del colore del cielo. ll colore dipende dal fenomeno della<br />

diffusione della luce. L’acqua assorbe la maggior parte della luce solare e ne<br />

riflette quella blu che colpisce i nostri occhi e quindi ci appare di questo<br />

colore. In acqua abbastanza limpide domina l'indaco, seguito dall'azzurro ed infine dal<br />

verde. Il verde è spesso legato alla presenza di abbondante fitoplancton, mentre i colori<br />

giallastri sono spesso causati da materiali torbidi come quelli scaricati dai fiumi.<br />

Tendenze al grigio ed al rossastro si spiegano con la presenza di inquinanti.<br />

40


ANTONIO TUCCI


Il mare è un vero e proprio mondo nascosto agli occhi degli uomini, si può dire<br />

che ha una superficie otto volte quella della Luna, circa 310 milioni di Km 2 ed è<br />

molto ricco di vita. Quattro quinti della flora e della fauna del mondo intero<br />

vivono nei mari costieri poco profondi che limitano i continenti.<br />

42


si distinguono<br />

una componente<br />

autotrofa<br />

una componente<br />

eterotrofa<br />

Fondamentale è l’interazione tra<br />

di essi<br />

MELANIA AINO 43


Gli organismi fotosintetici riescono<br />

a vivere solo in acque poco<br />

profonde perché necessitano di<br />

luce.<br />

…o galleggiano in superficie,<br />

come nel caso di queste alghe<br />

microscopiche.<br />

44


GLI AUTOTROFI O PRODUTTORI<br />

FANNO LA FOTOSINTESI<br />

I produttori sfruttano la luce solare, l’ anidride carbonica e l’acqua per<br />

svolgere la fotosintesi clorofilliana. Producono il glucosio, cioè<br />

nutrimento per se stessi e per tutti gli altri esseri viventi.<br />

45


Le piante sono relativamente rare sott'acqua;<br />

la loro nicchia ecologica nell'oceano è generalmente occupata<br />

dalle alghe sessili o planctoniche.<br />

Le alghe possono essere microscopiche,<br />

come ad esempio l'alga flagellata unicellulare Chlamydomonas<br />

o gigantesche come le alghe brune che possono superare i<br />

100 m di altezza.<br />

46


Specifici pigmenti servono<br />

alle alghe per catturare la<br />

luce a diverse profondità.<br />

Non tutte le alghe sono<br />

verdi, ma possono essere<br />

anche brune o rosse.<br />

47


Caulerpa taxifolia<br />

Posidonia oceanica<br />

L’alga rossa<br />

o Rhodophyta<br />

48


Posidonia oceanica è una pianta acquatica che forma delle vere praterie sui fondali<br />

del mar Mediterrraneo, che hanno una notevole importanza ecologica.<br />

Come le piante ha radici, fusto e foglie nastriformi lunghe fino ad un metro. Fiorisce in<br />

autunno e in primavera produce frutti galleggianti volgarmente chiamati "olive di mare".<br />

La prateria ospita, nutre e protegge molti organismi animali e vegetali.<br />

Viene considerata come un bioindicatore della qualità delle acque marine, se cresce<br />

abbondante vuol dire che l’acqua è pulita.<br />

49


Le praterie di Posidonia sono<br />

in pericolo a causa della<br />

presenza dell’alga Caulerpa<br />

racemosa di origine tropicale.<br />

A causa dei cambiamenti<br />

climatici si è diffusa a maggiore<br />

latitudine, attraverso il Canale<br />

di Suez già negli anni ’50. Si<br />

prevedono gravi conseguenze<br />

per l’ecosistema e per la sua<br />

biodiversità.<br />

50


Gli eterotrofi o consumatori:<br />

SI CIBANO DI ALTRI ORGANISMI<br />

ERBIVORI<br />

CARNIVORI<br />

ONNIVORI<br />

ILARIA IEROVANTE 51


Nel mare vivono moltissimi animali.<br />

Più invertebrati e meno vertebrati.<br />

52


Gli esseri viventi che popolano il mare si possono raggruppano in<br />

TRE CATEGORIE in base alla capacità di movimento e alle abitudini di vita:<br />

NECTON<br />

Animali<br />

nuotatori<br />

PLANCTON<br />

si lasciano<br />

trasportare<br />

dalle correnti<br />

BENTHOS<br />

vivono attaccati<br />

al fondo marino<br />

53


54


55


56


57


FITOPLANCTON<br />

rappresentato da<br />

organismi vegetali<br />

ZOOPLANCTON<br />

comprende organismi<br />

unicellulari e pluricellulari,<br />

carnivori o erbivori<br />

58


Come in tutti gli ecosistemi , la componente biotica è<br />

in stretta relazione attraverso le catene e le reti<br />

alimentari:<br />

1. Gli autotrofi producono nutrimento<br />

2. Gli erbivori mangiano gli autotrofi<br />

3. I carnivori mangiano gli erbivori<br />

4. I decompositori mangiano materia organica morta<br />

trasformandola in molecole inorganiche semplici,<br />

chiudendo il ciclo della materia<br />

CECILE GUILLERMIN 59


Ecco uno schema di rete alimentare in mare: alla base ci sono le alghe, poi i<br />

consumatori, cioè i pesci che diventano via via più grossi e meno numerosi.<br />

60


REBECCA DE MARCO 61


I coralli<br />

sembrano<br />

vegetali invece<br />

sono dei veri e<br />

propri animali in<br />

forma polipoide<br />

Il corallo non è un singolo organismo, ma una colonia, un aggregato di<br />

numerosi organismi animali detti polipi (da non confondere coi polpi!) ognuno<br />

grande solo pochi millimetri. Ognuno di loro possiede piccoli tentacoli di colore<br />

rosso sgargiante che si aprono a ventaglio per attirare le prede. Quando uno di<br />

loro muore, lascia uno scheletro calcareo, utile come base di crescita per un altro<br />

animaletto.<br />

63


I coralli sono, generalmente,<br />

organismi mixotrofici, cioè<br />

organismi che possono<br />

alimentarsi come una pianta<br />

(sia in maniera autotrofa) o<br />

come un animale<br />

(in maniera eterotrofa). Anche<br />

se esistono coralli totalmente<br />

eterotrofi non esistono coralli che<br />

siano totalmente autotrofi.<br />

64


Possono riprodursi sia<br />

sessualmente che<br />

asessualmente a seconda delle<br />

condizioni esterne.<br />

Gli individui che formano i coralli sono identici<br />

geneticamente. La parte terminale del corallo si<br />

sviluppa tramite riproduzione asessuata dei polipi. In<br />

acque ricche di nutrienti, gli Anthozoi possono andare<br />

incontro a lacerazione pedale . Dalle cellule staccate<br />

si sviluppano nuovi individui. Si riproducono anche<br />

sessualmente con la deposizione di uova.<br />

65


Wow … più<br />

vecchi di me che<br />

sono<br />

pluricentenaria!!!<br />

Le colonie coralline costituiscono i più vecchi<br />

organismi animali vivi al mondo:<br />

la loro longevità supera di gran<br />

lunga quella delle tartarughe, che<br />

vivono oltre 210 anni, o di alcune<br />

specie di vongola che possono vivere<br />

oltre 405 anni.<br />

Secondo gli esperti alcune colonie<br />

avrebbero anche molte centinaia, e forse<br />

migliaia di anni.<br />

66


KETTI CERSOSIMO 67


L’ambiente abissale inizia da circa 200 metri di profondità,<br />

dove, in genere, si ha la fine della scarpata continentale e la<br />

quantità di luce non è più sufficiente a sostenere<br />

la fotosintesi clorofilliana delle piante. L'ecosistema del<br />

mare profondo è dunque completamente dipendente dalla<br />

"pioggia" di rifiuti e sostanze organiche che scendono<br />

dall'alto. Ci vivono solo specie carnivore.<br />

68


Caratteristici, mostruosi o dalle fattezze mostruose e buffe,<br />

i pesci degli abissi sono creature affascinanti e misteriose:<br />

difficili da incontrare, a causa delle profondità in cui vivono, questi pesci strani<br />

hanno il merito di aver saputo sfidare le leggi di natura e lottare per la<br />

sopravvivenza.<br />

Pesci abissali è un nome<br />

comune generico<br />

delle specie di pesci diffuse<br />

nelle profondità marine. In<br />

questa categoria<br />

(che non ha valore<br />

tassonomico) rientrano pesci<br />

lanterna, la rana pescatrice,<br />

specie come Isistius<br />

brasiliensis, Melanocetus<br />

johnsonii ed altri.<br />

69


Adattamenti al buio assoluto<br />

La scarsa quantità di luce, nelle profondità, ha determinato<br />

l’evoluzione degli occhi telescopici, rivolti verso l'alto e con cui<br />

possono avvistare le prede stagliarsi contro il debole chiarore proveniente dall'alto come<br />

accade in Dolichopteryx binocularis ed altri Opisthoproctidae o in Gigantura.<br />

Uno degli adattamenti più noti al buio degli abissi è la presenza di fotofori,<br />

cioè di organi in grado di produrre luce attraverso il fenomeno della<br />

bioluminescenza. Sono presenti in quasi tutte le specie di pesci di profondità ed hanno sia funzioni di<br />

riconoscimento intraspecifico (come avviene, ad esempio, nei Myctophidae) sia di "esca" per attrarre le prede<br />

come nei Ceratiidae. Altri adattamenti riguardano la riproduzione e data la scarsissima densità di popolazione<br />

l'incontro tra i sessi è molto difficile. Alcuni Lophiiformes hanno risolto il problema in maniera sorprendente: in<br />

queste specie infatti il maschio, una volta trovata una femmina, si fissa con i denti al suo ventre e diventa un vero<br />

e proprio parassita mettendo in collegamento il suo sistema circolatorio con quello della partner che, a questo<br />

punto, deve provvedere al sostentamento di entrambi.<br />

ROCCO MAZZEI 70


Ecco dove stanno i Fotofori!<br />

Vn: Ventro-nasale<br />

So: Suborbitale<br />

Br: Branchiostegi<br />

PLO: Soprapettorale<br />

PVO: Subpettorali<br />

PO: Pettorali<br />

VLO: Sopraventrali<br />

SAO: Sopranali<br />

VO: Ventrali<br />

POL: Posterolaterale<br />

AOa: Anali anteriori<br />

Dn: Dorso-nasale<br />

AOp: Anali posteriori<br />

Prc: Precodali<br />

Gs: Ghiandola luminosa<br />

sopracodale<br />

Gi: Ghiandola luminosa<br />

infracodale 71


Tra i pesci degli abissi, questo, ricorda molto la rana pescatrice. Grandi mascelle, lunghi denti e<br />

un’esca luminescente sulla fronte, sono le principali caratteristiche di quest’abitante degli oceani<br />

subtropicali. Vive a 3000 metri di profondità. I maschi, di dimensioni più piccole rispetto alle femmine,<br />

sono nani e vivono da parassiti, attaccati al ventre delle compagne.<br />

72


Il Macropinna microstima<br />

vive a una profondità tra i 20 e 1100<br />

metri, vive nell’oceano Pacifico e<br />

nelle regioni subartiche ed è dotato di<br />

occhi tubolari rivolti verso l’alto e di<br />

una pinna di tessuto adiposo sulla<br />

schiena. Ma ciò che lo caratterizza è,<br />

senza dubbio,<br />

la capsula semisferica incolore<br />

che protegge solo gli occhi,<br />

rendendo la parte anteriore<br />

del pesce praticamente<br />

trasparente.<br />

73


Dall’aspetto mostruosamente inquietante, questo<br />

pesce è conosciuto anche con il nome di fangtooth. il<br />

pesce è caratterizzato da mascelle e denti enormi,<br />

da non poter chiudere mai completamente la<br />

bocca.<br />

74


Psychrolutes Marcidus. Questo pesce stranissimo vive al largo delle coste della Tasmania.<br />

E’ totalmente privo di muscoli, ha una consistenza gelatinosa, meno densa dell’acqua, che<br />

consente di galleggiare senza sprecare energia. Per il suo aspetto ripugnante, tra tutti i pesci strani,<br />

il blobfish è considerato il pesce più brutto del mondo, rischia l’estinzione.<br />

75


Abitante dell’Oceano Atlantico e della Nuova Zelanda, questo curioso pesce, ha un aspetto davvero<br />

singolare. Dal corpo sinuoso e allungato, vive a una profondità di 1200 m, ha il muso appuntito e grandi<br />

occhi tubolari riversi verso l’alto. Viene chiamato pesce fantasma per la<br />

trasparenza dei suoi colori, può raggiungere i 24 cm di lunghezza.<br />

76


Abitante dei mari tropicali,<br />

questo strano pesce vive a circa<br />

1100 metri di profondità.<br />

E’ caratterizzato da<br />

dimorfismo sessuale, il<br />

maschio è più piccolo<br />

della la femmina.<br />

Gli esemplari maschi, infatti, di<br />

ridottissime dimensioni, poco più<br />

di 20 mm, vivono come parassiti<br />

sulla cute delle femmine. Ben più<br />

grandi, queste ultime, possono<br />

arrivare fino a 100 cm di<br />

lunghezza per un peso<br />

complessivo di 7 kg.<br />

77


Diffuso nel mar mediterraneo e<br />

nell’oceano atlantico, il pesce<br />

accetta vive a 3000 m di<br />

profondità. Ha una sagoma<br />

inconfondibile. mentre la parte<br />

posteriore è bassa, schiacciata e<br />

sottile, quella anteriore è a<br />

forma di trapezio, con<br />

occhi grandi rivolti<br />

verso l’alto, con una<br />

bocca molto larga. Di<br />

colore argenteo, il pesce<br />

riesce a distinguersi da lontano,<br />

grazie al fenomeno della<br />

bioluminescenza.<br />

78


Tra i pesci strani più spaventosi,<br />

troviamo lo squalo goblin, unico<br />

membro della famiglia dei<br />

Mitsukurinidi. Ciò che lo annovera di<br />

diritto nell’elenco dei pesci degli<br />

abissi più strani e particolari in<br />

assoluto, è di sicuro la forma<br />

della testa: simile a un<br />

grosso becco, infatti, essa si<br />

traduce in una bocca larga,<br />

dalle grandi mascelle. Di colore<br />

rosa, lo squalo goblin vive negli abissi<br />

oceanici dell’Australia, del Golfo del<br />

Messico, dell’Atlantico e delle acque<br />

al largo del Giappone.<br />

79


Ha una mandibola enorme, senza articolazioni, completamente unita alla<br />

lingua e al tronco, ma non al cranio. Privo di scaglie è capace di mangiare prede grandi<br />

anche la metà del suo stesso corpo. 80


L’ippocampus<br />

è un genere di pesci della famiglia Syngnathidae che comprende oltre<br />

50 specie di pesci d'acqua salata conosciuti comunemente come cavallucci<br />

marini o ippocampi, per via della testa che ricorda quella di un piccolo cavallo. Non<br />

amano le acque fredde. Hanno una lunga coda prensile. Sono particolarmente diffusi<br />

nelle barriere coralline e nelle praterie di fanerogame marine come la Posidonia oceanica.<br />

La femmina depone le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio,<br />

situata vicino all'apertura anale. Alla schiusa, il maschio espelle gli avannotti con delle<br />

contrazioni addominali simili al parto femminile, evento piuttosto insolito in natura,<br />

chiamato gravidanza maschile.<br />

SWAMI PALERMO 81


GIUSEPPE ABBEDUTO 82


Chi c’è<br />

sotto la<br />

sabbia?<br />

Per nascondersi dai predatori, i pesci che vivono tra i coralli non solo si<br />

mimetizzano assumendo il loro aspetto, ma ne possono assumere anche<br />

l’odore.<br />

83


Nella pelle degli animali ci sono<br />

dei pigmenti che danno la<br />

colorazione. Lo spostamento di<br />

questi pigmenti all'interno dei<br />

cromatofori a seguito di azioni<br />

ormonali o nervose può dare<br />

luogo a cambiamenti rapidissimi<br />

di colore cioè il fenomeno del<br />

mimetismo. I colori vengono<br />

utilizzati come segnali visivi e per<br />

difendersi.<br />

84


La pressione che l’uomo esercita sui mari è aumentata a dismisura negli<br />

ultimi decenni, compromettendone la salute e le enormi potenzialità<br />

economiche.<br />

Molte sono le minacce:<br />

1. Inquinamento, direttamente collegato al grado di sviluppo raggiunto<br />

dagli insediamenti umani<br />

2. Pesca eccessiva e metodi di cattura distruttivi per la biodiversità<br />

3. Forte pressione antropica e industriali<br />

4. Erosione costiera<br />

GAIA MALATACCA 85


pesticidi e<br />

fertilizzanti<br />

La plastica non<br />

biodegradabile<br />

metalli pesanti come<br />

piombo, arsenico,<br />

cadmio e soprattutto<br />

mercurio.<br />

liquami<br />

domestici<br />

scarichi e calore prodotto<br />

dagli impianti industriali e<br />

centrali termoelettriche.<br />

86


Le sostanze tossiche non degradabile viengono immesse in<br />

mare, attraverso la catena alimentare, entrano a far parte dei<br />

cicli vitali di numerosi organismi, provocando loro notevoli<br />

danni e arrivando a essere potenzialmente pericolosi anche<br />

per l’uomo. Attraverso il fenomeno del BIOACCUMULO,<br />

queste sostanze velenose si accumulano maggiormente<br />

negli organismi predatori di taglia maggiore (tonni, squali,<br />

delfini).<br />

DANIEL ABEDINI 87


88


eccessivo accrescimento di alghe a cause grandi quantità<br />

provenienti dai fertilizzanti e dai detersivi.<br />

azoto, fosforo o zolfo<br />

La morte delle alghe provoca forte diminuzione di ossigeno. La loro decomposizione<br />

provoca la mucillagine maleodorante e ricca di sostanze tossiche. Quindi forte moria di<br />

pesci.<br />

OBERTO PILI<br />

89


90


MARTINA VENEZIANO


Per disastri petroliferi si intendono<br />

quei disastri ambientali causati dal<br />

rilascio di grandi quantità<br />

di petrolio nell'ambiente<br />

Il rilascio del petrolio è, in<br />

genere, causato dalle attività<br />

umane, tuttavia può in certi<br />

casi trovare cause negli eventi<br />

naturali, quali ad esempio da<br />

fratture del fondo marino.<br />

92


Il petrolio penetra<br />

nel piumaggio<br />

degli uccelli,<br />

appesantisce le ali e<br />

quindi le rende<br />

inadatte al volo.<br />

93


La pellicola di petrolio che si forma sulla superficie dell’acqua causa una forte moria<br />

di flora e fauna marina a causa della diminuzione di luce e scambi gassosi con<br />

l’atmosfera.<br />

94


1985<br />

MESSINA<br />

1991<br />

VOLTRI<br />

. 95


2010<br />

GOLFO DEL<br />

MESSICO<br />

20<strong>16</strong><br />

GENOVA<br />

96


Quello radioattivo è la forma<br />

di inquinamento più<br />

pericoloso e ineliminabile tra<br />

i rifiuti tossici. La pericolosità<br />

dipende da due fattori:<br />

primo perché causa<br />

immediatamente gravissimi<br />

danni ai tessuti viventi,<br />

secondo perché la<br />

permanenza<br />

della<br />

pericolosità è lunghissima.<br />

Fusti contenenti scorie<br />

radioattive abbandonati<br />

sulle spiagge<br />

97


Noto anche come grande chiazza di immondizia del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch), è un<br />

enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da plastica) situato<br />

nell'Oceano Pacifico, approssimativamente fra il 135º e il <strong>15</strong>5º meridiano Ovest e fra il 35º e<br />

il42º parallelo Nord. La sua estensione non è nota con precisione: potrebbe essere più grande<br />

degli Stati Uniti.<br />

EUGENIA LAROCCA 98


Ecco la posizione dell’isola di plastica nell’Oceano Pacifico ,<br />

approssimativamente fra<br />

il 135º e il <strong>15</strong>5º meridiano Ovest e fra il 35º e il42º parallelo Nord.<br />

99


Fu Charles Moore a scoprire il Great Pacific Garbage Patch, l’immensa isola<br />

fluttuante negli oceani formata da tutti i rifiuti di plastica che abbiamo gettato negli<br />

ultimi 50 anni. L’isola di plastica fu scoperta per caso nel 1996, quando l’elica del<br />

motore del suo catamarano rimase impigliata in un groviglio di reti. Gli oceani,<br />

con un gioco di correnti raccolgono le migliaia di tonnellate di plastica e le<br />

compattano in giganteschi ammassi e li fanno convergere in alcuni punti e lì restano<br />

e forse resteranno per sempre. Sono miliardi di pezzetti di plastica, minuscoli<br />

frammenti multicolori, che Moore ha chiamato coriandoli. Derivano dalla<br />

degradazione della plastica e funzionano come una spugna: si caricano di<br />

veleni e si infilano nella catena alimentare, giungendo fino all’uomo. Ancora<br />

poco o nulla si sa su come questo nuovo continente muterà le regole della vita nel<br />

mare oltre che la nostra. Ma di isole ce ne sono altre, due nell’Atlantico, una<br />

nell’Oceano Indiano, due nel Pacifico. E queste sono soltanto le principali. Anche<br />

nel nostro Mediterraneo zone fortemente interessate al fenomeno.<br />

100


101


102


103


104


105


106


IMMAGINI DAVVERO SCONVOLGENTI!!!!!<br />

Numerose sono le iniziative e le Associazioni non governative che cercano<br />

di dare una mano per sensibilizzare all’utilizzo di materiali biodegradabili<br />

e ad impatto zero.<br />

Friends of the Sea<br />

È un’associazione non governativa che si occupa della conservazione dell’Habitat<br />

Marino, partendo dal concetto che il mare è la prima fonte di proteine, e quindi di<br />

sostentamento per oltre due miliardi e mezzo di esseri umani. Ma l’aspetto importante<br />

della cosa è che la nutrizione dei pesci sia sana; per questo hanno creato un marchio per<br />

garantire prodotti ittici che rispettano dei parametri che garantiscono i criteri di<br />

sostenibilità per l’habitat e le altre specie marine.<br />

107


L’EROSIONE DELLE COSTE<br />

EROSIONE<br />

COSTIERA:<br />

RIDUZIONE E<br />

ARRETRAMENTO<br />

DELLE SPIAGGE<br />

MARIA CLARA NIOI


EROSIONE DELLE COSTE IN ITALIA<br />

CAUSE<br />

NATURALI<br />

MOVIMENTO<br />

DELLE ONDE<br />

L’ITALIA SI RESTRINGE<br />

PERCHE’ IL MARE<br />

ROSICCHIA LE COSTE<br />

CAUSE<br />

ARTIFICIALI<br />

CEMENTIFICAZIONE<br />

DELL’UOMO SULLE COSTE<br />

109


INSEDIAMENTI<br />

TURISTICI IN RIVA<br />

AL MARE<br />

DIGHE CHE CAUSANO<br />

ACCUMULO DI DETRITI<br />

110


111


POSSIBILI SOLUZIONI<br />

)<br />

112


KATIA SCILLONE<br />

Da Nord a Sud, più del 56%<br />

dei paesaggi costieri italiani è<br />

deturpato dal cemento .<br />

222 chilometri costieri<br />

antropizzati negli ultimi<br />

trent’anni. Record negativo<br />

della Calabria che ha perso il<br />

65% di litorale.<br />

Servono nuove regole di tutela<br />

e riqualificazione edilizia.


È un fenomeno che devasta i luoghi più belli del Paese, manufatti che spesso<br />

rimangono allo stato incompiuto di scheletri, villette e alberghi che<br />

privatizzano interi pezzi di spiaggia, che sorgono in mezzo ai letti dei fiumi, a<br />

ridosso delle spiagge, cioè in aree a forte rischio idrogeologico.<br />

114


SCHELETRI DI CASE INCOMPIUTE<br />

1<strong>15</strong>


1<strong>16</strong>


117


Legambiente ha avviato nel 2012 uno studio delle aree costiere di tutta la Penisola<br />

allo scopo di registrarne il consumo legato a speculazione edilizia e<br />

urbanizzazione di paesaggi agricoli e naturali. Il quadro che emerge dal dossier,<br />

che prende in esame 13 regioni, è tanto impressionante: il 56,2% dei paesaggi<br />

costieri, sono stati trasformati dall’urbanizzazione.<br />

Dal 1985, anno della Legge Galasso, sono stati cancellati dal cemento circa 222<br />

chilometri di paesaggio costiero, a un ritmo di quasi 8 chilometri l’anno.<br />

“Con il silenzio/assenso della Legge Madia i rischi per le coste italiane<br />

aumenteranno.<br />

dati impressionanti in Calabria: su un totale di 798 chilometri sono<br />

523 quelli trasformati da interventi edilizi, anche illegali.<br />

118


Il mare è veramente<br />

generoso, tutelalo,<br />

ne trarrai vantaggio<br />

anche tu …..


IL MARE FORNISCE ENERGIA CHE PROVIENE :<br />

CORRENTI ONDE MAREE<br />

120


CORRENTI<br />

SONO MOVIMENTI COSTANTI DELLE ACQUE , PARAGONABILI<br />

A GRANDI FIUMI CHE SCORRONO ATTRAVERSO GLI OCEANI :<br />

121


ONDE DEL MARE<br />

SONO UN CASO PARTICOLARE DI ONDA FISICA NELLE QUALI IL VENTO<br />

METTE IN MOTO UNA VASTA SUPERFICIE D ’ACQUA<br />

122


MAREE<br />

sono un fenomeno astronomico periodico (forza di attrazione terra-luna-sole) nel quale<br />

ampie masse d’acqua vengono spostate in su e in giu’ variando anche notevolmente il<br />

livello del mare<br />

123


STUDI E ANALISI PREVEDONO UN NOTEVOLE POTENZIALE DELL’ENERGIA<br />

MARINA.<br />

ESSA RAPPRESENTA UNA FRONTIERA MOLTO IMPORTANTE, TUTTAVIA ANCORA NON<br />

MOLTO ESPLORATA. AD OGGI LE TECNOLOGIE E I SISTEMI ALLO STUDIO SONO SVARIATI<br />

DIVERSI PAESI E GRANDI AZIENDE STANNO INVESTENDO SOMME IMPORTANTI<br />

PER IL SUO UTILIZZO TUTTAVIA SIAMO ANCORA ALL’INIZIO.<br />

124


VINCENZO MELIDORO


IL PESCATO NEL MAR IONIO<br />

In generale il Mar Ionio è un mare povero di nutrienti, a causa delle<br />

grandi profondità, dei venti e delle correnti che spingono le acque<br />

costiere più ricche al largo. Tuttavia la situazione cambia nel golfo di Taranto<br />

che rappresenta uno dei migliori bacini per allevamento dei mitili. Imbarcazioni che<br />

praticano lo strascico catturano in profondità lungo depressioni del fondale detti<br />

canaloni, scampi e gamberi rossi, naselli e triglie. Durante la stagione estiva si<br />

possono pescare tonni e pesci spada con i palamiti.<br />

Si pescano: aragoste, cannolicchi, calamari, cefali o muggine, cernie, cozze, cuore,<br />

dentice, gambero, granceola, latterino, lumache di mare, mazzancolla, merluzzo o<br />

nasello, murena, occhiata, ombrina,orata, pagello o fragolino, passera, razza, polpo,<br />

126<br />

rana pescatrice, pescespada, sardina, seppia, sgombro, spigola.


Con Filaccioni<br />

La tecnica per pescare in mare con i filaccioni è una<br />

delle più antiche e meno costose che esistano: ciò che<br />

serve è una cinquantina di metri di lenza avvolta in<br />

una tavoletta di sughero; non si può neanche parlare<br />

di tecniche, basta svolgere una trentina di metri di<br />

lenza, innescare l'amo con l'esca che vogliamo usare e<br />

poi prendere la lenza a un metro dall'esca e farle fare<br />

un movimento rotatorio per lanciarla; una volta<br />

lanciata, si blocca la tavoletta di sughero in una<br />

fenditura e, spostandosi di almeno una decina di<br />

metri, si lancia un altro filaccione, e così via. Ogni<br />

tanto si controlla se ha abboccato qualcosa. La pesca<br />

con il filaccione si fa da coste basse o scogliere<br />

artificiali.<br />

127


Al Lancio<br />

La tecnica per pescare in mare in questo modo è<br />

molto adatto specialmente presso le foci dei<br />

fiumi, dove si possono trovare molto<br />

frequentemente pesci come cefali, orate, passere,<br />

spigole e molti altri ancora. Muovendovi da una<br />

zona all'altra, cambiando la posizione dell'esca<br />

molto spesso, cambiando i tipi di esche, e<br />

soprattutto se siete alle prime armi o nuovi del<br />

posto, andando a curiosare su cosa fanno gli altri<br />

pescatori, potrete passare delle belle giornate e<br />

imparare molte cose utili per le giornate future.<br />

Per la pesca con la canna al lancio conviene usare<br />

una buona bolognese, a cui abbineremo un<br />

mulinello dal recupero rapido, possibilmente in<br />

acciaio inossidabile per prevenire l'azione<br />

corrosiva della salsedine. Ecco a lato alcune<br />

immagini di ottime canne bolognesi.<br />

128


Alla Traina<br />

Il concetto di pescare alla traina è quello di far apparire<br />

l'escaai pesci come un elemento naturale da inseguire .<br />

La traina può essere: piccola, media o grande.<br />

Piccola quando viene effettuata sotto costa, in un<br />

raggio di tre miglia; la tecnica consiste nel tenere una<br />

semplice lenza a mano, oppure con una o più canne<br />

fissate sui bordi della barca con gli appositi porta<br />

canna.<br />

Media si pratica da 3 a 6 miglia dalla costa, richiede<br />

un'imbarcazione adeguata sia come affidabilità che in<br />

base alle leggi vigenti; in genere si usano canne<br />

robuste, lenze mai inferiori allo 0,40 e terminali in<br />

acciaio.<br />

Grande deve essere effettuata solo da specialisti dotati<br />

di grandi imbarcazioni, e di attrezzature veramente<br />

valide e molto costose.<br />

129


Spinning in <strong>Mare</strong> :<br />

Questo tipo di pesca si pratica<br />

principalmente da terra, ma non<br />

mancano sessioni di pesca<br />

spinning in mare da barca, può<br />

regalare grandi soddisfazioni.<br />

Negli ultimi anni, pescare a<br />

spinning in mare sta<br />

diventando una pratica sempre<br />

più diffusa in quanto il<br />

riscaldamento delle acque<br />

marine ha portato alla<br />

proliferazione di specie che nel<br />

decennio scorso erano rare.<br />

130


Alla Bolognese<br />

Mangia pesce locale (a Km<br />

zero) e se ami pescare<br />

scegli la tecnica meno<br />

distruttiva per la<br />

biodiversità marina<br />

Questa tecnica di pesca è consigliata per fondali che vanno dai<br />

2 ai 7 metri. Le canne per pescare a bolognese, possono essere<br />

di diversa lunghezza. La scelta della canna da bolognese va<br />

fatta in base alle nostre esigenze: una su tutte la profondità del<br />

nostro spot di pesca. La regina delle canne per la pesca alla<br />

bolognese è considerata la 7 metri, ma in certe occasioni meglio<br />

puntare su una 6 metri o su una 5 metri. La montatura classica<br />

per pescare a bolognese è costituita da un galleggiante e da<br />

una spallinata sulla quale viene legato l’ amo.<br />

131


MATTIA GENOVESE<br />

132


Il turismo balneare è concentrato in Italia nel Mar Adriatico, Mar Ionio, Mar Tirreno e Mar di Sicila.<br />

Lo sviluppo costiero della penisola e delle sue isole è di circa 7500 Km e presenta scenari e paesaggi<br />

molto vari. Coste basse e sabbiose, coste alte e rocciose, coste frastagliate, ripide, scoscese, coste lineari e<br />

rettilinee, isole e isolette, scogliere, promontori, insenature, golfi si susseguono in una varietà infinita di<br />

paesaggi e scenari. Il turismo balneare è tra le scelte turistiche principali sia per gli italiani che per gli<br />

stranieri.<br />

133


La "scoperta" dei bagni di mare avvenne nel luglio 1789 quando Giorgio III<br />

d'Inghilterra scese nelle acque della costa della Manica per rilassarsi un po’ma<br />

scoprì che era anche molto divertente e i suoi nobili sparsero la voce. Quindi<br />

nacque un nuovo rapporto con il mare e le spiagge. Con il tempo si diffuse anche<br />

in Italia Così si decise di costruire degli “alloggi” dove ospitare le persone che<br />

volevano rilassarsi, pagando quanto dovuto. 134


Oggi, il turismo è un importante settore economico in tutte le nazioni, e il turismo<br />

balneare è il più praticato. Nel turismo balneare ci si rilassa molto e ci si diverte e, infatti, molte<br />

persone lo praticano. La recente crisi economica ha influito molto sul turismo<br />

balneare diminuendo i guadagni e il numero dei turisti, ma ancora molte persone<br />

lo praticano. 135


Le saline<br />

Una salina è un impianto per la<br />

produzione di sale marino da acqua di<br />

mare attraverso l'evaporazione<br />

naturale dell'acqua.<br />

Un metro cubo di acqua<br />

salata contiene circa 30 kg di cloruro di<br />

sodio e quantità minori di altri sali.<br />

A Cervia sulla costa romagnola e<br />

a Trapani, in Sicilia e Cagliari in<br />

Sardegna, per secoli, l'attività di<br />

produzione di sale ha costituito una<br />

fonte di lavoro e reddito importante<br />

per le popolazioni locali.<br />

ANDREA BASILE 136


La costa Ionica è un tratto costiero italiano del Golfo di<br />

Taranto amministrativamente appartenente alla Basilicata. La costiera<br />

è caratterizzata dalla vegetazione tipica della Macchia Mediterranea.<br />

La Macchia Mediterranea può essere distinta in:<br />

•Macchia Alta con alberi ben sviluppati come olivo, alloro,<br />

carrubo, pino, ecc…, e<br />

•Macchia Bassa fatta da arbusti e cespugli impenetrabili come il<br />

rosmarino, cisto, mirto, lentisco.


Il pino d'Aleppo (Pinus<br />

halepensis) è un albero<br />

sempreverde che prospera sulle<br />

coste del Mediterraneo.<br />

138


L’ Oleandro, è un sempreverde<br />

appartenente alla famiglia degli<br />

Apocynacea.<br />

139


L’Àgave, è un genere di pianta<br />

succulente monocotiledone. Per il suo<br />

portamento e la varietà delle specie è una<br />

pianta molto apprezzata nei giardini<br />

pubblici e privati, in tutto il mondo.<br />

140


L’ Alloro , è una pianta sempreverde<br />

aromatica, appartenente alla famiglia<br />

Lauracea.<br />

141


Il mirto, ( Myrtus communis ) è una<br />

pianta arbustiva della famiglia delle<br />

Myrtacee, tipica della Macchia<br />

Mediterranea.<br />

142


Il fico d'India (o ficodindia) (Opuntia ficus-indica è<br />

una pianta succulenta della famiglia delle Cactaceae,<br />

originaria del Messico ma naturalizzata in tutto il bacino<br />

del Mediterraneo e nelle zone temperate<br />

di America,Africa, Asia e Oceania.<br />

143


IL 17 GIUGNO DEL 2008, IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE<br />

EUROPEA EMANARONO LA DIRETTIVA QUADRO 2008/56/CE SULLA “STRATEGIA PER<br />

L’AMBIENTE <strong>MARINO</strong>”, CON LO SCOPO DI PROTEGGERE, SALVAGUARDARE E, OVE<br />

POSSIBILE, RIPRISTINARE L’AMBIENTE <strong>MARINO</strong>.<br />

L’ ITALIA, CON IL DECRETO LEGISLATIVO N. 190 DEL 13 OTTOBRE 2010, ACCOGLIE “LA<br />

STRATEGIA PER L’AMBIENTE <strong>MARINO</strong>” E SI INSERISCE NELLA POLITICA DELL’UNIONE<br />

EUROPEA<br />

UN ALTRO STRUMENTO FONDAMENTLE DI PROTEZIONE E CONSERVAZIONE DELI AMBIENTI MARINI E’<br />

RAPPRESENTATO DALL’ISTITUZIONE DI AREE MARINE PROTETTE. IN ITALIA SONO STATE ISTITUITE 27 AMP E<br />

DUE PARCHI SOMMERSI. PARTICOLARE TUTELA E’ RISERVATA PER LE PRATERIE DELLA POSIDONIA OCEANICA,<br />

LE CUI FUNZIONI PER L’<strong>ECOSISTEMA</strong> <strong>MARINO</strong> SONO FONDAMENTALI E INSOSTITUIBILI.<br />

144


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