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Una rubrica della<br />
Scuola Rando Elettra della Bulletta<br />
Università Poggio a Rancia<br />
RANDAGI SI DIVENTA,<br />
NON SI NASCE<br />
PRIMA PUNTATA<br />
Riprende la fortunata rubrica della Scuola Rando Elettra, iniziata nel 2010 e poi<br />
interrotta per motivi personali del Redattore Capo Randagio.<br />
Adesso tutti i Bullettai potranno accrescere il proprio bagaglio culturale e emulare<br />
le gesta dei tanti che hanno scelto il randagismo come filosofia di vita.<br />
Il tempo passa inesorabile ma gli audaci, volgarmente chiamati<br />
randagi, non ammainano bandiera, anzi, con il 2017,<br />
a 15 anni dalla scoperta dell’America del pedale”, si apprestano,<br />
nella doppia veste di organizzatori e pedalatori, a<br />
vivere una avventura mai vissuta prima, la 999 Miglia, una<br />
randonnée di 1600 chilometri che avrà come cuore Roma ed<br />
il sud Italia. Ma vale la pena rammentare come questo mondo,<br />
un tempo sconosciuto, ebbe vita.<br />
Nel 2002 si correva l’allora più lunga ultramaratona d’Italia,<br />
la Bergamo-Roma-Bergamo e Giancarlo Brocci, che di<br />
idee non difetta, ebbe la grande idea di “vendere” la sfida ad<br />
un tal Luca Bonechi, da solo tre anni seriamente in sella. La<br />
“furbata” fu la seguente: “ho deciso di fare una giratina con<br />
la bici per l’Italia e passeremo anche da piazza del Campo.<br />
Andiamo?” La risposta, per come era ben messa la domanda,<br />
non si fece attendere: “si, andiamo”. Solo che la giratina era<br />
di 1400 chilometri da fare, se ben ricordo, in meno di 110<br />
ore. Bisognava pedalare di giorno e di notte, dormire (poco)<br />
nelle varie stazioni di controllo ultraspartane allestite lungo il<br />
percorso. Bisognava, in buona sostanza, sperare nella buona<br />
sorte e cercare di sopravvivere. Un azzardo se si pensa il poco<br />
allenamento e l’assoluta inesperienza in una disciplina che è<br />
molto di più del conosciuto ciclismo: è gambe, testa e cuore<br />
al tempo stesso e volontà di adattarsi ad ogni evenienza, ad<br />
ogni imprevisto e situazione. Bisogna avere la non comune<br />
capacità di non mollare mai.<br />
E per non mollare mai serve concentrarsi su di un obiettivo<br />
e mettersi in testa un testo, una poesia, un racconto di vita<br />
o, meglio, una colonna sonora colonna che lo giustifichi. Ed<br />
in questo ci aiutò non poco Ivano Fossati facendoci credere<br />
grandi corridori: “….Grandi corridori di corse in salita/ che<br />
alzavano la testa dal manubrio per vedere se fosse finita/ allenati<br />
alla corsa/allenati alla gara//e preparati a cadere/e a tutto<br />
quello che s’impara/innamorati della sera/innamorati della<br />
luna/conoscitori della notte/senza averne paura/innamorati<br />
di quel fiore/che non vuole mai dire:/ecco, è tutto finito/e<br />
bisogna partire….”.<br />
E bisogna anche avere amici che ti aspettano. La presenza<br />
del Masotti, del Gatto e di Celestino in piazza del Campo a<br />
gettarti catini di acqua sotto il gran sole di agosto, valse molto<br />
di più di ogni altra cosa.<br />
Alla sfida, vinta in poco più di 100 ore, fece seguito la tradizionale<br />
promessa del marinaio, ovviamente non mantenuta:<br />
“non lo faccio più”. Fisico in apnea per due mesetti e testa<br />
rivolta metà all’indietro a ricercare le emozioni vissute e metà<br />
rivolta al futuro per pensare a cosa fare domani e per non invecchiare<br />
mai. Si, perché invecchia solo chi non guarda al futuro<br />
e di questo i randagi ne hanno fatto un pezzo importante<br />
della loro filosofia. “Né forte e né piano, ma sempre lontano”<br />
è divenuto lo slogan che contraddistingue un mondo che ha<br />
visto nel 2016 fiorire oltre 200 eventi in Italia con 14.000 bre-<br />
vettati. L’Italia, appunto, la quarta nazione al mondo e pronta<br />
a salire sul podio con la prossima Paris-Brest-Paris del 2019.<br />
La Paris-Brest-Paris, l’olimpiade del cicloturismo, un appuntamento<br />
irrinunciabile per chi avesse intenzione di divenire un<br />
randagio della Nazionale Italiana. Il randagio, parola ormai<br />
comune nel vocabolario nazionale ad indicare il randonneur.<br />
Una libera traduzione di un termine utilizzato in particolare<br />
in Francia ad indicare il camminatore, il viaggiatore: lento,<br />
curioso ed audace. Una parola, così come molti slogan ed<br />
eventi nati dalla creatività di Bulletta Bike ed ora usati in tutta<br />
Italia. Una creatività che non ha fine e che, nelle ricorrenti<br />
invenzioni dovrebbe essere meglio tutelata come “proprietà<br />
intellettuale”. Ma su questo e la diffusione del randagismo, a<br />
partire dalla Paris-Brest-Paris del 2003 torneremo nella prossima<br />
puntata. Per il momento un omaggio ed un saluto agli<br />
ultimi dei randagi di Bulletta Bike: Angela Zizza, Antonella<br />
Chini, Aldo Masciavè e Paolo Morini che hanno concluso con<br />
successo la 1001Miglia del 2016. Bravi e guardate al futuro<br />
a partire dalla 999 Miglia. Il mondo ha bisogno di voi e dello<br />
spirito sportivo, umano, di amicizia e di solidarietà che pedala<br />
con voi.<br />
Il Capo Randagio Traviante