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N° 4 luglio-agosto - Comites Genève

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Anno XXXII · Luglio-Agosto 2009<br />

Periodico della Missione Cattolica Italiana di Ginevra<br />

Tempo per<br />

guardare il mondo<br />

con occhi diversi


FOTO: Stefano CAVAPOZZI<br />

la vostra città,<br />

la vostra missione<br />

2<br />

Missione cattolica italiana<br />

• 15, rue de la Mairie · 1207 GENEVE<br />

tel. 022 736 83 82 · mci.geneve@bluewin.ch<br />

• 34, rue Jacques Dalphin · 1227 CAROUGE<br />

tel. 022 736 83 82<br />

Missionari: P. Luciano COCCO, P. Silvano GUGLIELMI,<br />

P. Gabriele BELTRAMI<br />

Segreteria - Da lunedì a venerdì: dalle ore 9.00<br />

alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00.<br />

Chiuso: sabato<br />

SS. Messe:<br />

· a Ginevra, sabato e prefestivi: ore 18.00;<br />

domenica: ore 10.00, ore 11.30 e ore 18.00;<br />

giorni feriali: ore 18.30 (rosario: ore 18.00).<br />

· a Carouge, sabato e prefestivi: ore 18.00;<br />

domenica: ore 10.00; giorni feriali: ore 19.00.<br />

Battesimi:<br />

· 3ª domenica del mese: ore 12.30,<br />

con preparazione il 1 o martedì del mese, ore 20.00<br />

Matrimoni: presentarsi almeno tre mesi prima.<br />

Istituto italiano<br />

Ch. J. Attenville 20, 1218 Grand-Saconnex,<br />

tel. 022 798 17 20.<br />

Direttrice: sig.ra Sandra Olivet<br />

Opera per bambini in età scolastica da 4 a 12 anni<br />

Comunità Suore Orsoline:<br />

Ch. J. Attenville 20, tel. 022 788 01 30<br />

Casa di riposo “La Provvidenza”<br />

34, rue Jacques-Dalphin, 1227 Carouge<br />

tel. 022 304 41 41, fax 022 304 41 04,<br />

ccp nr. 12-12928-7.<br />

Direttrice: sig.ra Luciana Mühle<br />

Garderie (4-12 anni):<br />

36, rue Jacques-Dalphin, tel. 022 301 20 94<br />

Direttrice: Sr. Edoardina<br />

Comunità Suore Francescane<br />

36, rue Jacques-Dalphin, tel. 022 301 70 30<br />

Casa di riposo “Les Pins“<br />

ch. de l‘Erse 2, 1218 Grand-Saconnex<br />

tel. 022 595 41 00<br />

Direttore: M. Eric Marti<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

Sommario<br />

4<br />

10<br />

16<br />

18<br />

San Paolo:<br />

la lunga strada<br />

per Roma<br />

I giovani<br />

riuniti a Basilea<br />

Un jour -<br />

une pensée<br />

Non ridere,<br />

non piangere,<br />

non giocare<br />

Foto copertina: Scogli di Sant’Anna, Ischia<br />

Periodico della Missione Cattolica Italiana di Ginevra<br />

Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all‘Estero)<br />

e alla FSS (Federazione Stampa Scalabriniana)<br />

Direttore responsabile: Luciano Cocco<br />

Direttore: Silvano Guglielmi<br />

Redazione: Gabriele Beltrami, Leandro Di Siena<br />

Massimo Giovannozzi, Enrico Norelli<br />

Abbonamenti / Pubblicità: Maria Alice Cantale<br />

Tipografia: “La Buona Stampa“,<br />

Via Fola, 6963 Pregassona<br />

Tel. 091 973 31 71<br />

Tiratura: 6.800 copie<br />

Direzione e Amministrazione: Missione Cattolica Italiana<br />

Rue de la Mairie 15 · 1207 Ginevra<br />

Tel. 022 736 83 82 · Fax 022 786 71 09<br />

Internet: http://www.cath-ge.ch/shared/pdf/<br />

Presenza_Italiana.pdf<br />

www.mciginevra.scalabrini.net/<br />

E-mail: mci.geneve@bluewin.ch<br />

Versamenti per il giornale: CREDIT SUISSE SA · 8070 Zürich<br />

a favore di CH82 0483 5114 3366 9100 0<br />

Missione Cattolica Italiana · 1207 <strong>Genève</strong> · Conto N. 80-500-4<br />

RR-Grafik-Studio<br />

Roberto Ronca · Zollikofen-Bern · Tel. 031 914 04 65<br />

E-mail: ronca.roberto@bluewin.ch


editoriale<br />

VACANZE:<br />

ALLA<br />

SCOPERTA<br />

DI SE STESSI<br />

Il 24 aprile 1336, Francesco Petrarca, il grande poeta, accompagnato dal fratello, si reca a cavallo<br />

da Avignone a Malaucène, si ferma per tutto il giorno successivo e all’alba del 26 inizia la<br />

salita al monte Ventoux.<br />

C’era in lui un forte impulso di curiosità, cupiditate ductus, ma il racconto della salita assume<br />

subito il significato di una peregrinatio spiritualis. Il fratello sale decisamente, mentre Francesco<br />

si aggira pigramente: “non mi dispiaceva di fare una strada più lunga, ma più piana.<br />

Pretendevo così di scusare la mia pigrizia e mentre i miei compagni erano già in alto, io vagavo<br />

tra le valli, senza scorgere da nessuna parte un sentiero più dolce”.<br />

Prosegue quindi il suo arduo cammino, giungendo finalmente sulla vetta, per osservare un<br />

inaudito spettacolo naturale: “Guardai: e mi vidi le nuvole sotto i piedi ...”.<br />

“Mentre ammiravo questo spettacolo in ogni suo aspetto ..., mi venne in capo di prendere il<br />

libro delle Confessioni di S. Agostino ... E lo apersi per leggere quello che mi cadesse sott’occhio,<br />

certo che nulla accader vi potesse che pio non fosse e devoto. Volle il caso che mi venisse<br />

avanti il libro decimo. Mio fratello stava intento a sentire quello che per bocca mia dicesse<br />

Agostino; e lui ch’era presente, ma meglio di lui chiamo Iddio in testimonio, che come prima<br />

gettai lo sguardo sul libro, vi lessi: ‘Vanno gli uomini ad ammirare le alture dei monti, i<br />

gonfi flutti del mare, il lungo corso dei fiumi, l’immensità dell’oceano, le rivoluzioni degli astri,<br />

e di se stessi non prendono cura‘”.<br />

L’esperienza della salita non era inutile, la curiosità gli ha aperto prima gli occhi del corpo, e<br />

poi gli occhi della mente. “Soddisfatto oramai, e persino sazio della vista di quel monte, rivolsi<br />

gli occhi della mente in me stesso e da allora nessuno mi udì parlare per tutta la discesa:<br />

quelle parole tormentavano il mio silenzio”.<br />

Me l’hanno già chiesto più volte: “Dove vai in vacanza?”<br />

Domanda d’obbligo in questa stagione, ma insieme la curiosità di sapere dove va a finire un<br />

prete quando “il datore di lavoro” gli consente di riprendere fiato.<br />

Ho la fortuna di non avere una casa che mi aspetta, il che potrebbe anche non essere una fortuna,<br />

ma mi consente di scegliere, con tutta libertà, alcune tappe per ritrovare luoghi e persone<br />

care, e soprattutto per ritrovare me stesso.<br />

Una sosta al mio paese, che ormai vedo solo una volta all’anno, a visitare i miei morti. Passerò<br />

poi a trovare il mio Beato Fondatore nella splendida cattedrale di Piacenza: e so che lui ha<br />

sempre qualcosa da dirmi<br />

Mi aspettano Guido e Annalena sulle colline toscane del Chianti. Li ho conosciuti quand’erano<br />

giovanottelli, poi lui divenne medico, primario pediatra, e lei insegnante di lettere.<br />

Ora, appena hanno un momento libero, volano in Africa: lui medico, lei infermiera.<br />

Anche loro hanno tante cose da dirmi.<br />

Da anni continuo a rinviare una visita a un monastero in provincia di Lucca: lì vivono delle suore<br />

carmelitane di clausura: pregano per me dalla vigilia del mio sacerdozio, cinquant’anni fa, e<br />

continuano. Sono i miei Angeli custodi.<br />

Ma lì vicino, provincia di La Spezia, in un monastero di Clarisse, vive da oltre vent’anni Sr. Gabriella.<br />

L’avevo presa in braccio quand’era piccola, poi ho avuto la gioia di accompagnarla lì,<br />

dove il Signore la chiamava. Non la vedo dal giorno della sua partenza per la clausura.<br />

Una sosta, a salutare Francesco a Chiara ad Assisi, la faccio da quasi trent’anni, tutte le estati, e<br />

poi, laggiù in Umbria, ho un sacco di amici.<br />

Poi … come faccio a non passare per Loreto? È scattata una scintilla d’amore tempo fa e quella<br />

è davvero la mia Casa. Dove Maria disse sì. Dove il Verbo si fece carne.<br />

Ci torno: per ritrovare me stesso.<br />

P. Silvano<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 3


4<br />

storia della chiesa<br />

SAN PAOLO:<br />

LA LUNGA<br />

STRADA<br />

PER ROMA<br />

La narrazione dei viaggi di Paolo esigerebbe ben<br />

altro spazio, ma già in questa sintesi schematica,<br />

partendo dalla testimonianza degli Atti degli<br />

Apostoli e dalle Lettere, si può avere un’idea di<br />

quell’avventura missionaria. Le numerose citazioni<br />

ci consentono di concludere l’Anno Paolino<br />

con questa preziosa lezione, una catechesi biblica<br />

che ci rimette in contatto con i primi passi del<br />

cristianesimo.<br />

■ Quali sono i caratteri dei tre viaggi missionari?<br />

L’azione propulsiva dello Spirito Santo (At 13,2;<br />

15,28); preferenza per le città (facilitano incontri<br />

con più interlocutori); individuazione delle comunità<br />

ebraiche (per partecipare agli incontri in sinagoga);<br />

eventuale appoggio presso parenti o conoscenti<br />

(consente di ricevere sostegno); rispetto del<br />

ruolo centrale della comunità cristiana di Gerusalemme:<br />

è la chiesa-madre.<br />

■ Ci sono frasi di Gesù citate da Paolo<br />

e non riportate dai vangeli?<br />

Nel saluto agli anziani di Efeso (terzo viaggio missionario)<br />

Paolo cita una frase di Gesù non registrata<br />

dai vangeli: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”<br />

(At. 20,35)<br />

■ Quali caratteristiche presenta<br />

il viaggio verso Roma?<br />

Pur non essendo un viaggio con le caratteristiche<br />

dei precedenti, ha anch’esso un importante risvolto<br />

di natura pastorale: Paolo, malgrado lo stato di prigioniero,<br />

continua a evangelizzare; arrrivare, poi,<br />

a Roma significa essere giunti al centro dell’impero<br />

e quindi del mondo di quel tempo (Rm 15,23).<br />

■ Come si sviluppa il primo viaggio missionario?<br />

(At 13-14; 13,5: 2000 km percorsi;<br />

Data: 46-48 d.C.)<br />

· Cipro: Salamina (porto nella baia di Famagosta),<br />

Pafo (capitale di Cipro), dove avviene lo scontro<br />

col mago e falso profeta Bar Jesus, detto Elimas;<br />

l’indovino tenta di ostacolare l’azione dei missionari<br />

(At 13,6-7), ma Paolo gli preannuncia l’imminente<br />

e momentanea cecità. Da ricordare il tempio<br />

di Apollo vicino a Neapoli e quello di Afrodite<br />

a Pafo.<br />

· Perge: le difficoltà da affontare scoraggiano il<br />

giovane Giovanni-Marco che si separa da Barna-<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

“La Predicazione di San Paolo” (ca. 1779), Los Angeles<br />

di Joseph Benoit Suvée<br />

ba e da Paolo e torna a Gerusalemme (At 13,13).<br />

In tempi successivi ritroviamo un’intesa tra Paolo-<br />

Marco. Da sottolineare che il percorso da Perge<br />

ad Antiochia di Pisidia (160 km) presenta seri<br />

problemi: tra burroni si sale oltre i 1000 metri, con<br />

zone solitarie e 12-15 giorni di cammino.<br />

· Antiochia di Pisidia: ostilità dei Giudei, persecuzione,<br />

espulsione.<br />

· Iconio (1150 m): prodigi e successi (at 14,1-3). Durissima<br />

reazione dei Giudei, intenzionati a far lapidare<br />

Paolo e amici (At 14,5).<br />

· Listra: (cfr. Tm 3,11) in Licaonia: prodigio del paralitico<br />

(At 14,8s). Discorso ai pagani (At 14,15s).<br />

Paolo viene lapidato fino ad essere creduto morto<br />

(At 14,19).<br />

· Derbe: ha inizio l’itinerario del ritorno (At 14,22s).<br />

In diverse città, Paolo istituisce una gerarchia locale<br />

(“costituirono quindi per loro in ogni comunità<br />

alcuni anziani”, At 14, 23).<br />

■ Che cosa avviene<br />

dopo il primo viaggio missionario?<br />

Visita alla chiesa-madre di Gerusalemme dove si<br />

tiene il Concilio (49 d.C.; At 15,1-35). Questione di<br />

fondo: il rito della circoncisione è indispensabile<br />

per ricevere il battesimo e quindi per entrare nella<br />

Chiesa di Cristo? Paolo e Barnaba affermano di no<br />

(Gal 2,5). Discussione aperta (At 15,6). Si stabilisce<br />

che ai nuovi convertiti non occorre imporre l’osservanza<br />

della legge ebraica (Gal. 2,6). Si confermano<br />

solo delle regole pratiche: astensione delle carni<br />

offerte agli idoli; dal sangue; dagli animali soffocati;<br />

alla impudicizia (At 15, 1-35).<br />

■ Come si sviluppa<br />

il secondo viaggio missionario?<br />

(At 15,36-18,23; Data: 50-52 d.C.;<br />

Paolo ha accanto Sila e Silvano; quasi 5000 km).<br />

· Antiochia di Siria: dopo 47 km le “Porte siriache”<br />

(passo di Beylan).


· Cilicia: le “Porte di Cilicia” (a 190 km dalla partenza)<br />

restano il punto più alto e difficile di tutti<br />

i viaggi missionari (valico alto 1167 m con presenza<br />

di predatori).<br />

· Derbe - Listra: Paolo sceglie Timoteo per discepolo<br />

(2Tm 1,2).<br />

· Antiochia di Pisidia: per due volte (At 16,6-7) lo<br />

Spirito fa mutare le decisioni di Paolo: deve dirigersi<br />

non a Efeso, ma verso la Frigia e la Galazia;<br />

non in Bitinia, ma lungo i confini della Misia e<br />

della Troade.<br />

· Troade (porto sull’Egeo; At 16,8): Paolo vede in<br />

sogno un macedone, che lo prega di evangelizzare<br />

la propria terra (“Passa in Macedonia e aiutaci”,<br />

At 16,9).<br />

· Samotracia: isola a metà percorso fra Troade e<br />

Neapoli (At 16,11).<br />

· Neapoli: porto di Filippi in Macedonia.<br />

· Filippi, nella Tracia, vicino alla Macedonia: non ci<br />

sono sinagoghe. Una donna, Lidia, chiede il battesimo<br />

per sé e la sua famiglia; offre la sua casa<br />

ai missionari e lì avvengono le riunioni dei nuovi<br />

cristiani. Una schiava, con uno spirito di divinazione,<br />

costretta dai suoi padroni a fare l’indovina,<br />

procurando lauti gaudagni, è liberata da<br />

Paolo dallo spirito che la possedeva. I suoi padroni,<br />

infuriati, accusano i missionari di proselitismo<br />

e sollevano un moto popolare; i magistrati<br />

fanno imprigionare e bastonare i missionari, li lasciano<br />

poi liberi avendo saputo della loro cittadinanza<br />

romana (At 16,16-40).<br />

San Paolo fuori le mura a Roma<br />

Il Sepolcro di San Paolo<br />

· Anfipoli - Apollonia: città di passaggio verso Tessalonica.<br />

· Tessalonica, odierna Salonicco: sommossa dei<br />

Giudei contro Paolo e Sila; vengono presi Giasone<br />

e altri neo-cristiani (At 17,6-7), poi rilasciati<br />

dietro il pagamento di una cauzione (At 17,9);<br />

Paolo e Sila sono costretti a fuggire (At 17,10).<br />

· Berea: i missionari si dirigono verso la costa, poi<br />

si imbarcano per raggiungere il porto del Pireo,<br />

nell’Attica.<br />

· Atene, nell’Attica: discorso di Paolo nell’Areopago<br />

(At 17,22-34) alla presenza di filosofi stoici<br />

ed epicurei (At 17,18); i presenti se ne vanno<br />

quando sentono parlare di risurrezione dei corpi.<br />

· Corinto (At 18,19): un anno e mezzo di permanenza.<br />

Paolo incontra Aquila e Priscilla, provenienti<br />

dall’Italia e lavora con loro. Incontro<br />

dell’apostolo con il proconsole Lucio Giunio Gallione,<br />

fratello del filosofo Seneca. Sommossa dei<br />

Giudei contro i missionari che vengono condotti<br />

in tribunale (At 18,12), ma l’accusa non è accolta.<br />

Da ricordare i Giochi Istmici, biennali: probabilmente<br />

Paolo fa riferimento a questi in alcune<br />

lettere (corsa, pugilato, impegno dell’atleta, premiazione,<br />

provvedimento di squalifica).<br />

· Efeso - Cesarea Marittima<br />

■ Che cosa avviene<br />

dopo il secondo viaggio missionario?<br />

Paolo visita Gerusalemme (At 18,22, nel 52 d.C.) poi<br />

si trasferisce ad Antiochia di Siria (At 18,22; data:<br />

52-53 d.C.).<br />

■ Come si sviluppa il terzo viaggio missionario?<br />

(At 18,23b-21,19) - quasi 6000 km;<br />

Data: 53-58 d.C.)<br />

Paolo rivisita le comunità dell’Asia Minore fondate<br />

nei viaggi precedenti: da Antiochia di Siria ad Antiochia<br />

di Pisidia, la Galazia e la Frigia (At 18,23).<br />

· Efeso: qui Paolo si ferma 2 anni e 3 mesi: Paolo<br />

predica 3 mesi in sinagoga, poi nella scuola di<br />

un certo Tiranno (At 19,1-9); nello stesso periodo<br />

vengono fondate le vicine chiese di Colossi, Laodicea<br />

e Gerapoli ; da ricordare la sommossa degli<br />

orefici che lucravano sul culto della dea Artemide<br />

(At 19,23-41); Paolo inprigionato: sofferenze<br />

della prigionia e rischio di morte.<br />

· Troade - Filippi - Tessalonica - Asso - Mileto: Paolo<br />

incontra gli anziani della chiesa di Efeso e tiene<br />

loro un imporante discorso (At 20,18-38) - Altre<br />

tappe: Patara - Tiro (At. 21, 4s) - Tolemaide.<br />

continua ➟<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 5


6<br />

storia della chiesa<br />

· Cesarea Marittima: in casa di Filippo, Paolo pronuncia<br />

il suo supremo fiat: “perché piangete e<br />

spezzate così il mio cuore? Io sono pronto non<br />

solo a farmi legare ma anche a morire a Gerusalemme<br />

per il nome del Signore” (At. 21,13).<br />

■ Che cosa avviene<br />

dopo il terzo viaggio missionario?<br />

Terza visita a Gerusalemme (58 d.C.). Ha inizio il<br />

“periodo della cattività” o prigionia: At 21,27-<br />

28,31; vengono percorsi 3500 km circa, dal maggio<br />

del 58 d.C. al marzo del 61.<br />

All’interno del tempio di Gerusalemme, Paolo viene<br />

aggredito da un gruppo di Giudei che tentano<br />

di trascinarlo all’esterno per lapidarlo; l’apostolo<br />

è accusato ingiustamente di aver introdotto nel<br />

luogo sacro un non-circonciso (un pagano); Paolo<br />

viene salvato dai soldati romani dalla lapidazione.<br />

Viene arrestato, ma non flagellato perché cittadino<br />

romano.<br />

Seguono due anni di prigione (At 24,27); l’apostolo<br />

incontra prima il procuratore della Giudea Antonio<br />

Felice, uomo avido e corrotto, poi il nuovo<br />

procuratore della Giudea Porcio Festo, che accoglie<br />

il ricorso a Cesare dell’apostolo (At 25,11s); incontra<br />

infine il re Marco Giulio Agrippa II, figlio di<br />

Erode Agrippa I.<br />

■ Come si sviluppa il viaggio verso Roma?<br />

Il processo a Paolo si prolunga perché non emergono<br />

elementi definitivi di condanna. Il procuratore<br />

Porzio Festo, sensibile alle pressioni di alcuni<br />

Giudei, progetta di trasferire Paolo a Gerusalem-<br />

Località Tre Taverne<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

Via Appia Antica<br />

me e lì concludere l’iter processuale. Tale decisione<br />

avrebbe costretto Paolo a seguire un percorso,<br />

nel quale sussisteva il rischio di essere catturato<br />

dai Giudei. Così l’apostolo si appella a Cesare, chiede<br />

cioè di essere gudicato a Roma.<br />

Il viaggio verso la capitale dell’impero romano avviene<br />

via mare. Si salpa da Cesarea Marittima (At<br />

27,1s), la nave entra poi nel porto di Sidone e lascia<br />

la Palestina. Paolo è accompagnato da Luca<br />

e da Aristarco (un macedone di Tessalonica); con<br />

l’apostolo ci sono anche altri prigionieri; la scorta<br />

è comandata dal centurione Giulio della Coorte<br />

Augusta (At 27,1).<br />

Per i venti contrari, si decide di prendere un’altra<br />

nave (trasbordo, At 27,6) e si prosegue il viaggio.<br />

La nave è in balìa del vento e la situazione si fa<br />

sempre più drammatica (At 27, 15-44).<br />

Naufragio presso Malta (inverno 61 d.C.): le 276<br />

persone (At 27,37) che viaggiano riescono a salvarsi.<br />

Per Paolo questo è il quarto naufragio (2 Cor<br />

11,25).<br />

Vengono toccate Siracusa - Reggio - Pozzuoli (At<br />

28,13), poi il gruppo si dirige verso la via Appia alla<br />

volta di Roma.<br />

■ Che cosa avviene<br />

durante la permanenza di Paolo a Roma?<br />

(forse nella primavera del 61 d.C.).<br />

Sulla via Appia, in località Tre Taverne (At 28,15),<br />

Paolo viene accolto e sostenuto da alcuni membri<br />

della comunità cristiana di Roma. In città Paolo è<br />

sotto custodia militare, presso un ambiente affittato,<br />

in una zona vicino al Tevere. Vi rimane due<br />

anni (61-62 d.C.). Può comunque incontrare persone<br />

e predicare (At 28,30-31). Nel 62 d.C. il tribunale<br />

presieduto dal Praefectus Urbis Afranio Burro<br />

assolve Paolo dalle accuse (2Tm 4,16-17).<br />

Del successivo periodo non sono noti gli eventi<br />

collegati all’attività dell’apostolo. Esistono solo delle<br />

ipotesi formulate dagli studiosi: libertà e predicazione<br />

a Roma? Viaggio in Spagna (cfr. Rm 15,25)?<br />

Nuovo viaggio a Efeso, Creta, Macedonia? Seconda<br />

prigionia?<br />

Paolo subisce a Roma un secondo processo (fine del<br />

66 d.C.) che si conclude con una condanna a morte.<br />

Decapitato probabilmente nel 67 d.C. in località<br />

Acque Salvie.<br />

L’apostolo viene sepolto in un’area cimiteriale vicina<br />

alla via Ostiense.<br />

(da un articolo di Pier Luigi Guiducci in “Messaggio”)


ecumenismo<br />

CONSEGNATA AL PATRIARCATO<br />

ORTODOSSO DI MOSCA LA<br />

CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI<br />

L’ecumenismo si nutre di piccoli gesti<br />

Domenica 1 marzo, la chiave<br />

del tempio è stata consegnata<br />

dal Presidente della Repubblica,<br />

Giorgio Napolitano, al presidente<br />

della Federazione Russa, Dmitri<br />

Medvedev, che la porterà al<br />

Patriarca di Mosca, Sua Santità<br />

Kirill I.<br />

Nel suo messaggio, il Papa “si<br />

compiace che questo edificio<br />

venga incontro, qui a Bari, alla<br />

devozione degli ortodossi russi<br />

verso San Nicola. Il popolo russo<br />

non è mai venuto meno nel<br />

suo amore verso questo grande<br />

Santo, che lo ha sempre sostenuto<br />

nei momenti di gioia e nelle<br />

difficoltà”.<br />

“Ne è testimonianza anche questa<br />

chiesa ortodossa russa di San<br />

Nicola realizzata agli inizi del secolo<br />

scorso per ospitare i pellegrini,<br />

che, specialmente nei viaggi<br />

verso la Terra Santa, facevano<br />

tappa a Bari, punto di incontro<br />

tra l’Oriente e l’Occidente, per<br />

venerare le reliquie del Santo”.<br />

Nicola di Myra (nell’attuale Turchia)<br />

o Nicola di Bari (come viene<br />

chiamato in Occidente) è stato<br />

un Vescovo vissuto nel IV secolo.<br />

“Come non riconoscere che questa<br />

bella Chiesa risveglia in noi<br />

La Cattedrale<br />

di San Nicola a Bari<br />

San Nicola<br />

la nostalgia per la piena unità<br />

e tiene vivo in noi l’impegno a<br />

lavorare per l’unione tra tutti i<br />

discepoli di Cristo?”, si chiede il<br />

Papa nel suo messaggio.<br />

La chiesa e la residenza attigua<br />

vennero costruite dalla Chiesa<br />

ortodossa russa nel 1913, ma nel<br />

1937 vennero comprate in circostanze<br />

poco chiare dal Comune,<br />

che aveva già aperto il tempio<br />

al culto ortodosso e ha rispo-<br />

sto con generosità alla richiesta<br />

della Chiesa cattolica e ortodossa<br />

di restituire la proprietà alla<br />

Chiesa ortodossa russa.<br />

Kirill I ha inviato un messaggio<br />

per la cerimonia, letto dal Vescovo<br />

Mark, in cui trasmette la<br />

sua gratitudine “alla Diocesi cattolica<br />

di Bari e ai domenicani<br />

che custodiscono oggi le reliquie<br />

del Santo, per l’ospitalità<br />

costante nei confronti dei nostri<br />

pellegrini”.<br />

Nel corso della cerimonia, il Presidente<br />

Napolitano ha detto<br />

al suo omologo russo: “Questa<br />

chiave è il simbolo dell’amicizia<br />

fra i nostri Paesi e i nostri popoli,<br />

del dialogo fra la Chiesa cattolica<br />

e la Chiesa ortodossa, del più<br />

generale impegno a rafforzare<br />

la cultura della pace nella comprensione<br />

reciproca con l’avvicinamento<br />

fra diverse tradizioni<br />

culturali e spirituali”.<br />

Il Presidente della Federazione<br />

Russa Dmitri Medvedev ha sottolineato<br />

che il complesso “è un<br />

centro spirituale importantissimo<br />

per l’ortodossia russa sulla<br />

terra italiana che potrà solo crescere<br />

in futuro”.<br />

La Chiesa di San Nicola a Bari<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 7


8<br />

calendario parrocchiale<br />

‘Vanno gli uomini ad ammirare le alture<br />

dei monti, i gonfi flutti del mare,<br />

il lungo corso dei fiumi,<br />

l’immensità dell’oceano,<br />

le rivoluzioni degli astri,<br />

e di se stessi non prendono cura‘”.<br />

<strong>luglio</strong> - <strong>agosto</strong><br />

orari estivi delle messe<br />

· Ginevra:<br />

sospesa le messa della domenica pomeriggio<br />

· Carouge:<br />

le messe feriali sono celebrate al martedì e<br />

giovedì (ore 19.00)<br />

battesimi<br />

Dario Bolognino, Nicolas Burattini, Mattia D’antonio,<br />

Oliver Sebastian Friman, Charles Nicolas Imperatrice,<br />

Alessia Chiara Hammer.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

S. Agostino<br />

defunti<br />

† Domenica Sampaolesi (61)<br />

† Augusta Guglielmin (76)<br />

† Maria Brustolin (73)<br />

† Santina Hagen (76)<br />

† Angelo Russo (77)<br />

† Leonardo Giopp (44)<br />

Giuseppe Regillo<br />

nato il 10.03.1938<br />

† il 30 aprile 2009<br />

Joséphine Cerutti<br />

nata il 23.01.1914<br />

† il 12 maggio 2009<br />

Immagini del Pellegrinaggio a Lourdes: 28 maggio - 1 giugno 2009


il biglietto<br />

“Ho impiegato quasi mezz’ora per spiegare al<br />

mio bambino il significato di una domanda del<br />

vostro foglio di catechismo. Fatelo più semplice!”.<br />

Così una mamma durante l’ultima riunione.<br />

Per quella domanda aveva ragione, per la<br />

mezz’ora passata assieme a suo figlio, quella è<br />

stata una vera benedizione. Magari capitasse a<br />

tutte le famiglie! Una celebrazione e un momento<br />

di convivialità hanno incorniciato un altro<br />

anno di catechismo a Ginevra e a Carouge.<br />

I ragazzi se ne vanno contenti, già pensando<br />

alle vacanze. I catechisti invece si fermano, e si<br />

interrogano una volta di più sui contenuti e sui<br />

metodi della nostra catechesi. A questo riguardo<br />

mi lascio provocare da Tonino Lasconi, cui<br />

non manca di certo la competenza in questo<br />

settore della vita cristiana. Ascoltiamolo.<br />

“Ritengo urgente e necessario prendere atto con<br />

coraggio di come effettivamente vanno le cose.<br />

Noi continuiamo tranquillamente a fare finta che<br />

i bambini siano venuti alla fede, nonostante sappiamo<br />

benissimo che la fede gli è caduta addosso.<br />

Allora, quando i bambini arrivano al catechismo,<br />

partiamo con l’indottrinamento. Insegniamo loro<br />

la fede come se fosse la storia o la geografia.<br />

Vogliamo che al mattino e alla sera si recitino le<br />

preghierine, che alla domenica si vada a messa,<br />

che non si dicano le parolacce, che non si porti<br />

odio. Ma se i nostri genitori ... dicono loro! Prete<br />

e catechista si accorgono che i bambini dicono di<br />

sì tanto per dire sì, ma non fa niente: l’importante<br />

è che facciano una bella prima comunione e<br />

Primo incontro dell’Equipe dell’UP<br />

La nuova Unità pastorale multiculturale<br />

muove i primi passi. I membri dell’Equipe<br />

si sono incontrati recentemente<br />

per prendere visione degli Statuti<br />

emanati dalla diocesi. Un giro di<br />

tavola ha permesso agli undici convenuti<br />

di segnalare le attese e le problematiche<br />

che agitano le singole comunità.<br />

È emersa insistente la necessità di<br />

rendere tutti attenti a questa nuova<br />

realtà rinunciando a qualcosa in proprio<br />

per privilegiare azioni comuni.<br />

Questo domanda un notevole cambio<br />

di mentalità: la vita di chiesa esige una<br />

maggiore comunione con le altre comunità<br />

linguistiche e le parrocchie del<br />

Cantone. Ci aspetta un lungo lavorio<br />

prima di arrivare a camminare davvero<br />

insieme, tenendo anche conto dell’avvicendamento<br />

di alcuni sacerdoti.<br />

Un motivo di speranza viene dai giovani<br />

di lingua portoghese, spagnola<br />

e italiana che hanno già una lunga<br />

esperienza di collaborazione.<br />

vita di comunità<br />

una bella cresima. Intanto i ragazzi crescono con i<br />

loro desideri e i loro interessi, mutuati dalla televisione,<br />

la grande catechista, le cui lezioni sono<br />

facili, suggestive, comode!<br />

E cresce anche il senso di fastidio nei confronti<br />

dei divieti e degli obblighi collegati al catechismo,<br />

avvertiti come un pedaggio da pagare per<br />

ottenere i benedetti sacramenti. E, con il fastidio,<br />

aumenta anche la sufficienza verso quelle<br />

cose proibite ai piccoli e permesse ai grandi.<br />

Poi arriva la preadolescenza e tutto diventa più<br />

complicato. In questa stagione i ragazzi cominciano<br />

a sentire il cristianesimo come una antipatica<br />

ragnatela di no.<br />

Caro Gesù, proprio nel momento in cui essi<br />

avrebbero veramente bisogno della tua parola<br />

per impostare le prime scelte importanti di vita,<br />

ragazzi e ragazze arrivano a vederti rovesciato,<br />

al contrario di quello che sei”.<br />

Parole non troppo scontate, e che stanno lì a richiamare<br />

l’urgenza di una catechesi finalizzata<br />

alla trasmissione della fede, all’incontro gioioso<br />

con Dio. Più che una lunga serie di cose e di<br />

formule da apprendere, si tratta di raccogliere<br />

poche frasi dal vangelo: amatevi gli uni gli altri,<br />

ritirati in silenzio a pregare, fà anche tu lo stesso,<br />

e poche altre. E invitare i genitori a passare<br />

ogni tanto una mezz’oretta con i loro bambini,<br />

non tanto per rispondere a qualche domanda,<br />

ma per tradurre nei comportamenti il grande<br />

insegnamento di Gesù.<br />

P. Luciano<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 9


10<br />

pagina giovani<br />

“Noi, con Paolo, noi, sui passi<br />

tuoi, incontro al mondo”:<br />

I Giovani riuniti a Basilea<br />

Da questa semplice frase è nato un incontro che ha<br />

visto riuniti a Basilea dal 24 al 26 aprile più di 100 ragazzi<br />

e ragazze legati in qualche modo alle Missioni<br />

Scalabriniane svizzere e non.<br />

Questa frase, oltre a rappresentare la tematica dell’incontro,<br />

cioè Sulle orme di S. Paolo, costituisce il fulcro<br />

di quella che è diventata la colonna sonora del<br />

week-end.<br />

San Paolo non ha fatto della sua ricchezza “un tesoro<br />

geloso” anzi, lo ha messo a frutto ed è divenuto testimone<br />

degli insegnamenti di Gesù.<br />

E quindi se veramente vogliamo seguire i suoi passi,<br />

dobbiamo diventare anche noi testimoni iniziando,<br />

per esempio, a parlare ai nostri amici e alle nostre<br />

famiglie di ciò che abbiamo vissuto durante questo<br />

week-end basilese.<br />

Ed ecco che qui si inserisce la seconda frase portante<br />

della nostra colonna sonora:<br />

“Nous te suivrons comme nouveaux apôtres,<br />

annonçant la vérité”.<br />

Non avete letto male, è proprio scritto in francese; sì,<br />

perché questo incontro oltre ad unire diverse identità,<br />

cittadinanze ed età ha unito diverse lingue.<br />

Paradigma di questa varietà linguistica è stata la messa<br />

domenicale che ha concluso il week-end.<br />

Una celebrazione veramente partecipata ed animata<br />

da canti coinvolgenti, rigorosamente in stile scalabriniano,<br />

che ci hanno permesso almeno per un po’ di<br />

allontanare quella nostalgia che prende alla fine di<br />

esperienze intense e sentite come questa.<br />

Ed ecco che quell’andate in pace alla fine della messa<br />

ha assunto per noi un significato ulteriore:<br />

“… andate sulle orme di San Paolo e siate testimoni<br />

della nostra voglia di stare insieme, nonostante le diversità,<br />

della nostra voglia di seguire Gesù, nonostante<br />

il mondo vada nella direzione opposta; sì andate,<br />

ma non dimenticate di tornare perché l’anno prossimo<br />

ci incontreremo di nuovo, ancora più numerosi<br />

ed ancora più assetati di amore e multiculturalità”.<br />

ScaYM CH<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

Cresimandi ad Assisi<br />

Ce l’abbiamo fatta! È proprio il caso di dirlo:<br />

dopo un anno impegnativo per organizzare il<br />

tutto, il gran giorno è arrivato.<br />

18 cresimandi della Missione accompagnati da<br />

un genitore (in qualche caso dall’intera famiglia)<br />

si sono recati nella terra di San Francesco<br />

e Santa Chiara per prepararsi al dono dello Spirito<br />

santo nella Confermazione.<br />

Un’esperienza davvero unica per vari motivi:<br />

camminare ogni giorno seguendo le orme del<br />

“poverello” e dei suoi seguaci, respirare la spiritualità<br />

che ha lasciato come preziosa eredità in<br />

tutto il mondo, stare insieme in allegria, in un<br />

clima semplice e familiare, beh, tutto ha contribuito<br />

ha segnare, speriamo, i nostri ragazzi.<br />

La sorpresa finale della visita di Roma è stata la<br />

classica “ciliegina sulla torta” che ha stampato<br />

un sorriso sul volto di tutti.<br />

Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno collaborato,<br />

in vari modi, a fare di quello che un<br />

anno fa era solo un sogno una luminosa realtà!<br />

P. Gabriele


UNA PAZZIA<br />

CHE DIVENTA<br />

VANGELO<br />

I giorni che restano a Gesù ormai si<br />

contano sulle dita di una sola mano.<br />

I gran sacerdoti e gli scribi s’interrogano<br />

su come arrestare ed eliminare<br />

Gesù, arrivato da poco a Gerusalemme.<br />

Prima di narrare l’accordo di<br />

Giuda con i gran sacerdoti e di far<br />

cominciare, con i preparativi della cena,<br />

la storia della Passione, l’evangelista<br />

Marco racconta ancora un episodio<br />

(14,3-9).<br />

A Betania, alle porte di Gerusalemme,<br />

Gesù è a tavola, invitato da un certo<br />

Simone. Altre persone sono presenti.<br />

Non si tratta di una circostanza pubblica,<br />

perché l’evento si svolge in una<br />

casa privata, ma chi partecipa al rito<br />

comunitario di un pasto si espone<br />

agli sguardi e al giudizio degli altri:<br />

ricordiamo che, nei vangeli, siamo in<br />

una cultura in cui ciascuno vale per il<br />

modo in cui gli altri lo giudicano, e<br />

ognuno ha lo sguardo puntato sugli<br />

altri per valutarne il modo di fare sul<br />

metro dei valori condivisi e dei comportamenti<br />

approvati nella società.<br />

Non dobbiamo pensare alla Svizzera,<br />

ma - per esempio - a un villaggio<br />

dell’Italia meridionale.<br />

Naturalmente, è più esposto ai giudizi<br />

chi è più in vista, come Gesù, o chi si<br />

mette in vista con un comportamento<br />

fuori dal comune. Una società di questo<br />

genere è conservatrice, perché<br />

un giudizio negativo fondato sulla<br />

trasgressione, reale o presunta, dei<br />

codici di comportamento riconosciuti<br />

può squalificare, emarginare, eventualmente<br />

rovinare chi si trova così<br />

stigmatizzato: quanti sposerebbero la<br />

figlia di un uomo che si è “disonorato”<br />

o, peggio ancora, una donna che<br />

si è messa troppo in mostra?<br />

I banchetti erano per gli uomini: le<br />

donne dovevano starsene nelle loro<br />

stanze, o mostrarsi appena, in maniera<br />

quanto mai discreta, per servire:<br />

una donna che partecipasse a un<br />

banchetto era di dubbia moralità. E<br />

certamente non dovevano far nulla<br />

che le facesse notare. Altrimenti, rischiavano<br />

di rovinarsi per sempre la<br />

reputazione.<br />

A questo dobbiamo pensare, quando<br />

vediamo irrompere una donna<br />

che porta un vaso di prezioso alabastro,<br />

pieno di preziosissimo profumo<br />

(quasi un anno di salario di un lavoratore!):<br />

spezza il vaso e spande l’unguento<br />

sulla testa di Gesù.<br />

di Enrico Norelli<br />

Ungere di profumo il capo di un ospite<br />

non era, in sé, un male, anzi era<br />

un segno d’onore. Ma bisognava lasciarlo<br />

fare a chi di dovere: eventualmente<br />

a una schiava, ma non certo<br />

per sua propria iniziativa. E poi, c’è<br />

un limite a tutto: onore non significa<br />

spreco!<br />

Alcuni dei presenti non si fanno pregare<br />

per rilevare l’inopportunità del<br />

gesto della donna. Sanno che la situazione<br />

è delicata: non possono certo<br />

dire che Gesù, senza dubbio l’ospite<br />

d’onore, non meritava un tale atto<br />

di riguardo. Però calcolano. Se Gesù<br />

è un uomo di Dio, onorarlo significa<br />

onorare Dio. Ma anche aiutare i<br />

poveri è onorare Dio; ora, Gesù per<br />

primo non avrebbe potuto obiettare<br />

al grande aiuto che una simile somma<br />

avrebbe rappresentato per i poveri.<br />

Non si azzardano a contestare<br />

apertamente il silenzio con il quale<br />

Gesù sembra approvare l’atto, ma il<br />

loro rimprovero alla donna è anche<br />

una critica verso di lui. Come può un<br />

uomo di Dio preferire che una ingente<br />

somma di denaro sia usata per<br />

onorarlo per un attimo, piuttosto che<br />

per aiutare, certo con effetti più duraturi,<br />

i poveri?<br />

Forse questo pensiero non ha turbato<br />

solo i presenti al banchetto,<br />

ma anche i discepoli di Gesù, ancora<br />

dopo la sua morte, se chi ha raccontato<br />

il fatto ha sottolineato che Gesù<br />

ha giustificato quell’iniziativa come<br />

un rinvio simbolico alla sua sepoltura;<br />

si ungevano infatti i cadaveri con<br />

profumi preziosi.<br />

Un altro evangelista, Giovanni, racconta<br />

lo stesso episodio (7,36-49),<br />

ma in maniera piuttosto diversa e<br />

lontano dagli ultimi giorni di Gesù, il<br />

quale, nel commentare il fatto, non<br />

accenna per nulla alla sua morte. Può<br />

darsi che il ricordo di questa donna<br />

sia stato interpretato in maniere diverse<br />

via via che veniva raccontato.<br />

Ma qui vogliamo solo fermarci sull’iniziativa<br />

della donna, come è descritta<br />

da Marco. Non sappiamo chi<br />

fosse, se appartenesse alla casa o<br />

arrivasse dall’esterno. In ogni caso,<br />

l’unguento le apparteneva, perché<br />

nessuno la rimprovera di aver sprecato<br />

un bene d’altri. Difficilmente ha<br />

voluto compiere l’azione simbolica di<br />

cui parla Gesù: come poteva sapere<br />

della sua morte imminente?<br />

pagina della bibbia<br />

Se possedeva quell’oggetto prezioso,<br />

non doveva essere del tutto povera.<br />

Se era l’unica cosa di grande<br />

valore che possedeva, per onorare<br />

Gesù ha rinunziato a qualcosa che<br />

poteva aiutarla in caso di difficoltà.<br />

Se invece era molto ricca, prendendo<br />

quell’iniziativa sconveniente metteva<br />

a rischio la sua reputazione.<br />

In ogni caso, si giocava il capitale<br />

di cui disponeva, che fosse denaro,<br />

buon nome o entrambe le cose.<br />

In altri racconti del vangelo troviamo<br />

personaggi che non possono sfuggire<br />

alle loro responsabilità e devono<br />

adottare un comportamento giusto,<br />

anche se magari poco conveniente<br />

per loro. Ma questa donna, a quanto<br />

pare, nessuno la costringeva a irrompere<br />

in un banchetto, a compiere un<br />

gesto quasi scandaloso e ad attirarsi<br />

così la riprovazione e forse conseguenze<br />

più concrete.<br />

Deve aver saputo che Gesù era lì vicino<br />

e aver sentito dentro di sé che<br />

quello, o mai più, era il momento<br />

di compiere un gesto d’amore: e chi<br />

ama fa l’esperienza di essere trascinato<br />

a dare, a spendere per la persona<br />

amata, senza pensare a un compenso<br />

che quel dono, quella spesa gli<br />

procureranno.<br />

Questo buttar via e buttarsi via è parso<br />

un pessimo affare ai presenti. Gesù<br />

ha chiarito che non era così, anzi ha<br />

fatto in modo che non lo fosse. Questa<br />

donna avrebbe potuto essere dimenticata,<br />

come tante che certamente<br />

hanno avuto fiducia e amore nei<br />

confronti di Gesù. O avrebbe potuto<br />

essere ricordata con scherno e sdegno,<br />

per il carattere improvvido e irrazionale<br />

del suo gesto. Invece, Gesù<br />

ha ricompensato il suo slancio così<br />

“irrazionale” prendendola “dentro”<br />

il vangelo.<br />

Non si tratta di un ricordo qualunque,<br />

sia pure positivo. Il vangelo,<br />

anche se racconta fatti passati, ha il<br />

suo punto di partenza nella certezza<br />

che Gesù risorto è presente in ogni<br />

nostro “oggi”. Così l’atto d’amore<br />

gratuito di questa donna, il suo sacrificio<br />

così contrario a ogni calcolo, ha<br />

talmente espresso il senso del vangelo<br />

che, secondo la promessa di Gesù,<br />

esso rimane presente attraverso tutta<br />

la storia del mondo, che è storia<br />

del vangelo. Presente proprio come<br />

l’atto di amore di quella particolare<br />

persona, perché il vangelo non è fatto<br />

di principî, ma di storie concrete di<br />

individui che hanno incontrato Gesù<br />

e hanno avuto fiducia in lui.<br />

Di nessun altro, Gesù ha detto questo:<br />

proprio questa donna, con la sua iniziativa<br />

“pazza”, è diventata vangelo,<br />

non è sprofondata nell’oblio ma resta<br />

con noi in questo racconto che è e<br />

sarà trasmesso “in ricordo di lei”.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 11


12<br />

Festa di Comun<br />

Catechista: Lina Colarusso<br />

Letizia De Jesus Figuereido · Gwendoline Devos · Valerio Gatto · Luca Giovannetti · Carl Grevel · Eros Mariano<br />

· Mattia Pedron · Matthieu Agostino Ruata · Stefano Russo · Christian Scaduto.<br />

Catechista: Lorena Puglisi<br />

Debora Branca · Tania Cesari · Emily Alessia Czajkowski · Charles De Saint Perier · Lisa Di Lonardo ·<br />

Riccardo Fiammingo · Lorenza Galati · Daniela Lionetti · Luana Lionetti · Mirko Negro · Silena Puglisi ·<br />

Carla Tenthorey.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

Domenica 3 maggio: Comunioni a Ginevra<br />

Domenica 3 maggio: Comunioni a Carouge


ione e Cresima<br />

Domenica 10 maggio: Cresime adolescenti<br />

Catechiste: Giovanna Rivara, Suor Cleonice<br />

Tania Auciello · Mirco Daniele Baccassino · Alessio Fattizzo · Fabio Fersini · Laura Gatto · Maria Chiara Giovannozzi<br />

· Serena Inglese · Patrizia Isabella Valenzi · Adriano Langianese · Ines Locci · Sonia Nicolosi ·<br />

Valentina Prete · Noémie Salerno · Mattia Ungaro · Deborah Zancanaro.<br />

Sabato 9 maggio: Cresime adulti<br />

Loreta Camasso · Monica Casciati Gagliardo · Marilena Casella Machado · Guillaume Cloché · Carmina<br />

Colella · Giuseppina Colella · Antonio Di Florio · Paulo Alexandre Dos Santos Fernandes · Noël Gagliardo<br />

· Valentina Gagliardo · Lorena Giannotta · Elisabetta Losciale Del Rosso · Steve Merico · Simone Merico<br />

· Stefano Francesco Milioto · Stefano Milioto · Paula Reichenberg · Giovanna Ritucci · Antonio Walter<br />

Sussland · Manuela Ummarino · Sabrina Vuotto · Pasquale Federico Zema · David Zezza.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 13


Riportiamo alcune lettere inviate dai giovani al vescovo alla vigilia della Cresima.<br />

Parlano di un bel cammino di fede, e offrono qualche spunto di riflessione<br />

a quanti sono in ricerca e non hanno perso la nostalgia di Dio.<br />

14 Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

14<br />

Cette lettre m’a donné l’opportunité de réfléchir sur ma vie<br />

spirituelle et l’évolution de ma foi. Je suis né d’un père plutôt<br />

agnostique et d’une mère pratiquante. Toutefois en grandissant,<br />

la spiritualité a perdu son importance.<br />

Mes prières du soir, que je n’ai jamais cessé de faire, étaient<br />

davantage machinales et dites plutôt par habitude que par un<br />

sincère désir de dialoguer avec Dieu. Ensuite, j’ai été marqué<br />

par les problèmes du monde: la famine, la pauvreté, les<br />

catastrophes naturelles, la violence. Suivirent mes premières<br />

expériences de la mort de proches et de connaissances. J’ai<br />

beaucoup douté. La terre me semblait donc n’être qu’un<br />

monde d’injustice, dénoué de tout sens où ce qui existe un<br />

jour peut disparaître le lendemain, où seule la gratification<br />

immédiate dirige les hommes. Dans ce contexte ma foi avait<br />

plus que vacillé.<br />

J’ai cherché pendant de nombreuses années un sens à la<br />

vie, mais sans le trouver. Ainsi j’ai enchaîné plein d’heures<br />

supplémentaires à mon travail et autant de formations<br />

professionnelles postuniversitaires pour cacher ce vide spirituel<br />

qui a duré plus de douze ans. Puis mon voyage à Rome<br />

a fait renaître une étincelle en moi. J’ai réalisé que j’appartenais<br />

à une grande famille et j’ai commencé alors à tenter<br />

de réconcilier l’existence des problèmes de ce monde avec<br />

ma foi. Dieu est là et nous aime et est aux côtés de ceux qui<br />

souffrent. C’est avec une foi retrouvée vingt ans après ma<br />

première communion que j’ai entrepris ma formation pour la<br />

confirmation. Les cours organisés par l’église italienne m’ont<br />

beaucoup aidé, notamment avec la lecture de la Bible, que j’ai<br />

acheté et commencer à lire avec des yeux qui attachent plus<br />

d’importance au sens profond qu’à des mots pris à la lettre.<br />

Je sais que ma foi va encore passer par des hauts et des bas,<br />

mais avec la Bible à portée de main, je me sens rassuré pour les<br />

moments difficiles qu’il me faudra affronter. (A.S.)<br />

Je suis l’aîné de ma famille et ai pris très au sérieux mon rôle de grand frère. Mon père et ma<br />

mère sont un exemple de dévouement pour la famille et les enfants. J’espère pouvoir suivre leur<br />

même chemin, puisque j’ai rencontré ma future épouse, qui est la plus belle chose qui me soit<br />

arrivée et la personne dont j’ai toujours rêvé d’avoir à mes côtés.<br />

Les échanges de la préparation à la confirmation m’ont permis de me rapprocher à nouveau de<br />

l’église et de mes croyances. Je m’étais un peu distancé de ma foi et le fait de rediscuter et de la<br />

redécouvrir avec des yeux d’adultes en abordant différents thèmes, m’a redonné ma foi.<br />

Je suis heureux de pouvoir transmettre avec ma future femme ces valeurs à nos enfants. (A.F.)


Devo essere sincera con lei, questa<br />

lettera per me è un modo per<br />

dire cose che tenevo nascoste<br />

dentro di me.<br />

Quando ero piccola stavo con<br />

mia nonna e mi ricordo che andavamo<br />

tutte le sere a pregare<br />

il rosario. In quella chiesetta mi<br />

sentivo protetta. La mia fede era<br />

forte fino al giorno in cui morì<br />

mio padre.<br />

Mi sono molto spesso chiesta:<br />

perché? In quel periodo mi sono<br />

allontanata dalla Chiesa: dentro<br />

di me qualcosa si era spezzato.<br />

Tutto cambiò un giorno in cui<br />

ebbi un incidente molto grave.<br />

Quel giorno a salvarmi è stato<br />

un angelo, forse mio padre.<br />

Da quel giorno la mia fede si è<br />

rinforzata. È come quando ero<br />

bambina: forte e protettiva. (L.G.)<br />

Mon père est protestant et ma mère catholique. J’ai cru en Dieu depuis ma plus tendre enfance<br />

et je m’adressais à lui tous les soirs dans mes prières. C’est à la fin de l’adolescence que j’ai<br />

commencé à ressentir le besoin d’appartenir à une religion. Ce fut le début d’un cheminement<br />

plus actif. J’ai interrogé d’autres amis, juifs, musulmans, bahai, protestants et catholiques. J’ai lu<br />

différents ouvrages sur l’histoire de la Bible, j’ai assisté de plus en plus souvent à des messes et<br />

à des cultes, aussi bien dans les églises protestantes que catholiques. Mais je trouvais difficile de<br />

me ”décider”. J’ai rencontré dans une église comme dans l’autre des personnes extraordinaires.<br />

J’ai concentré mes recherches sur la confession catholique. Mon chemin ne s’est cependant<br />

pas déroulé sans doutes et sévères remises en question. Un ami m’a rappelé que le message<br />

de l’Eglise doit avant tout se lire dans l’Evangile. J’ai ensuite eu la chance de rencontrer des<br />

catholiques extraordinaires, qui m’ont permis de réconcilier les doutes que je pouvais avoir sur<br />

l’institution de l’Eglise avec l’espoir que j’avais qu’elle puisse m’aider à avancer. Les cours de<br />

catéchisme m’ont confirmé que les opinions de chacun peuvent être très différentes, même au<br />

sein d’une même église.<br />

Je souhaite adhérer complètement à l’Eglise pour pouvoir apporter une petite pierre à l’édifice,<br />

en continuant à me poser des questions, à en poser à d’autres et surtout en essayant d’agir au<br />

plus près de mes convictions pour témoigner de manière concrète des effets de ma foi. (P.R.)<br />

Ma relation à Dieu est empreinte de doutes et de questionnements,<br />

car j’ai perdu mon père depuis l’âge de 5 ans.<br />

C’est vrai, j’étais jeune mais depuis ce drame, j’ai beaucoup de<br />

mal à parler de ma foi. Pour moi il n’y a rien de plus important<br />

que Dieu, s’il existe. J’appréhende rencontrer des gens confiants,<br />

car je suis mal à l’aise près d’eux (j’ai toujours peur de tous ceux<br />

qui disent détenir la vérité). J’ai un peu l’impression d’avoir ma<br />

place de croyant nulle part. Le propre d’un croyant vivant est<br />

de toujours se poser des questions et donc d’avoir des doutes.<br />

Il ne faut pas éviter des échanges à ce niveau entre croyants.<br />

Encore qu’il faille se méfier de ceux qui ont des réponses à tout<br />

et prétendent n’avoir pas de doutes. (S.T.)<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 15


16<br />

testimonianze<br />

UN JOUR - UNE PENSÉE<br />

Notre monde a mis des milliers<br />

d’années à se construire. Il y eut<br />

d’abord la lutte pour la maîtrise<br />

du feu et la survie de l’espèce.<br />

S’en suivirent des affrontements,<br />

des guerres, des pillages et des<br />

famines qui ont été longtemps<br />

l’image du fardeau humain.<br />

L’homme au centre de ce marasme<br />

en a été bien trop souvent<br />

le fléau.<br />

Lentement, au sortir de cette<br />

gangue, la paix concrétisant le<br />

sens de l’évolution humaine a<br />

fait naître des empires avec tout<br />

ce que cela a véhiculé de cultures<br />

riches en savoir et en pensée.<br />

Par étapes successives, souvent<br />

tumultueuses, nous sommes passés<br />

de la Genèse au siècle des<br />

Lumières, puis aux temps modernes<br />

et à nos jours. Cinq à six<br />

mille ans d’histoire se déroulent<br />

ainsi derrière nous.<br />

Tout au long de ces périodes,<br />

pas après pas, on a vu l’homme<br />

s’anoblir, tempérer son esprit<br />

guerrier, pour faire court: devenir<br />

responsable et juge de ses actes,<br />

conforter son autodétermination<br />

et - en quelque sorte - se<br />

démocratiser.<br />

Ces cent dernières années, pour<br />

ce que l’on voit, sont sans doute<br />

à ce jour l’apogée de cette évolution.<br />

Durant cette période, les sciences<br />

et les techniques ont fait des<br />

bonds considérables. C’est du jamais<br />

vu; à tout moment, penseurs,<br />

scientifiques allument le<br />

fanal de l’éthique et essayent<br />

d’encadrer ce mouvement que<br />

l’on pourrait qualifier d’exponentiel<br />

et parfois d’irrationnel.<br />

Aucune trace dans l’histoire de<br />

l’humanité qui puisse servir de<br />

repère à cette évolution effrénée.<br />

Nos parents, nés autour de la<br />

première guerre mondiale, n’en<br />

croiraient pas leurs yeux.<br />

D’ailleurs, ils sont tous morts, ou<br />

presque, et ceux qui restent sont<br />

devenus muets, probablement à<br />

cause d’une modeste espérance<br />

à bien vivre, malgré eux, et trahie<br />

tout de même.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

D’eux à nous, pas même un siècle<br />

d’écart et nous sommes dans un<br />

autre monde.<br />

Aujourd’hui encore, les rapines<br />

subsistent; on vole du pain et<br />

de l’eau aux yeux et à la face de<br />

notre humanité, conservatrice de<br />

son bien-être individuel microcosmique.<br />

Ce bien-être matériel, nos parents<br />

l’ont sans doute cher payé<br />

- et nous le payons encore - mais<br />

je crois qu’avec cette seule considération,<br />

nous nous éloignons<br />

de plus en plus du juste, du beau<br />

et du paisible.<br />

Nous avons connu le Biafra, le Sahel,<br />

maintenant le Darfour - tout<br />

cela en temps réel - et j’oublie<br />

certainement d’autres famines.<br />

Notre petite mémoire d’homme,<br />

saturée d’informations et de désinformations,<br />

peine à tout retenir<br />

et une fois encore à séparer<br />

efficacement le bon grain de<br />

l’ivraie.<br />

Malgré le gigantesque bond<br />

scientifique de ce dernier siècle,<br />

nous sommes toujours dans la<br />

contradiction; pris entre savoir et<br />

comportement.<br />

Notre pensée humaniste demeure<br />

encore à l’état embryonnaire<br />

et son application toujours<br />

proche de l’avortement.<br />

L’homme n’a pas suffisamment<br />

compris que l’autre, son interface<br />

de dialogue, était le chemin<br />

de son propre progrès et de sa<br />

propre évolution dans l’échange.<br />

Bien sûr, il nous faut apprécier,<br />

prendre en compte et intégrer<br />

- au moins partiellement - cette<br />

extraordinaire évolution de la<br />

connaissance …<br />

Malgré cela, il me semble qu’une<br />

forme de laideur continue à se<br />

répandre comme une brume<br />

épaisse sur notre humanité.<br />

Ces derniers jours, dans la tranquillité<br />

de ma campagne bourguignonne,<br />

j’ai relu Le Prophète<br />

de Kalil Gibran (poète libanais,<br />

1883-1931).<br />

Je me suis arrêté sur ce vers: “La<br />

beauté est la vie lorsque la vie<br />

dévoile son saint visage”. Je me<br />

suis arrêté là, comme on tombe<br />

en contemplation devant la Madone<br />

de Senigallia de Piero della<br />

Francesca.<br />

Je crois, et j’en suis de plus en<br />

plus certain, que l’on devrait<br />

lire plus souvent les poètes qui,<br />

par ailleurs, n’écrivent pas sur la<br />

seule apparence de la beauté,<br />

mais surtout sur la difficulté à la<br />

vivre - sur sa soif, sur sa faim et<br />

sur l’âpreté de ce monde.<br />

André Malraux, parlant du XX e<br />

siècle, avait déclaré: “… ce siècle<br />

sera celui de la poésie ou ne sera<br />

pas”. Je pense que c’est la réalisation<br />

de sa prédiction qu’il nous<br />

faut, malheureusement, continuer<br />

à prendre en compte.<br />

Je ne dis pas ici que les poètes détiennent<br />

la vérité sur le monde,<br />

sur l’homme et sur ses actions.<br />

Je dis seulement qu’il y a dans<br />

la mosaïque de leur pensée une<br />

voie possible et, dans leur manière<br />

de dire, une voix de justesse<br />

et de justice.<br />

Hélas, notre monde, pas plus que<br />

son ciel, ne sont déchiffrables en<br />

un seul regard. Si c’était le cas,<br />

on y verrait la profondeur de la<br />

lumière et sa vérité primordiale;<br />

une sorte de chemin à suivre<br />

pour nous, les humains.<br />

Nous sommes sans doute issus<br />

de la brume et certains d’entre<br />

nous rêvent toujours de toucher<br />

du doigt le cristal. Mais le cristal<br />

ne serait-il pas, depuis longtemps<br />

déjà, une brume en déclin?<br />

On pourrait être enclin à le penser.<br />

J.G. Cecconi


STORIE<br />

■ Il Vangelo secondo Giacomo Poretti<br />

“Io credo che Dio ci abbia creati perché ci vuole felici. E la comicità è la cosa che<br />

più si avvicina su questa terra alla felicità”. Giacomo Poretti lo sa bene, perché<br />

con gli amici Aldo Baglio e Giovanni Storti di gente ne ha resa felice - perlomeno<br />

per qualche minuto - tanta. E adesso il “piccolo” attore, che dal suo metro e 55<br />

non dimostra affatto 52 anni, spiazza dedicandosi a programmi “alti” per il Centro<br />

culturale San Fedele di Milano: cura una nuova rubrica sulla rivista dei gesuiti<br />

Popoli, organizza incontri culturali e spirituali. Sinora, con grande discrezione, ha<br />

sempre evitato di parlare del suo percorso di fede.<br />

“Il mio è stato un percorso di riavvicinamento alla Chiesa dopo un esodo durato<br />

anni. Avevo però un’inquietudine continua, il desiderio di qualcosa d’altro. Da<br />

10 anni, invece, anche grazie a mia moglie Daniela che aveva le stesse esigenze,<br />

e al Centro San Fedele, sono ‘tornato alla base’. Non a caso abbiamo battezzato<br />

nostro figlio (due anni e mezzo) Emanuele, ‘Dio con noi’: vorremmo che gli<br />

rimanesse una traccia delle nostre scelte”.<br />

■ Ma allora una “base” cattolica c’era...<br />

“Certo, l’oratorio per me è stato fondamentale. Sono nato da una famiglia di operai<br />

a Villa Cortese, vicino a Legnano, e come tutti i ragazzini frequentavo l’oratorio.<br />

Era bellissimo, tra una lezione di catechismo con qualche sbadiglio, qualche<br />

scappellotto e ore passate a giocare a calcio. Lì è nata la passione per il teatro”.<br />

■ E poi, cosa è successo?<br />

“Poi ci fu la rottura con tutto, coi genitori, con la Chiesa. Facevo la terza media, e<br />

mi misi in contrapposizione, dolorosa ma necessaria, con tutto. Mollai la scuola<br />

per geometri per andare a lavorare in fabbrica come metalmeccanico. Un grande<br />

errore, perché poi ho capito che avrei voluto laurearmi o in medicina o in lettere<br />

ma è stato impossibile. A 18 anni entrai in ospedale come infermiere. Nel frattempo<br />

mi davo al cabaret e alla contestazione politica”.<br />

■ Doveva ancora trovare la sua vera strada<br />

“Erano i primi anni ’70 e venni tirato dentro dai gruppi della sinistra più contestatrice.<br />

Idealità molto forti, ma anche rigidità e intolleranza. Il marxismo portava<br />

a considerare nemici quelli che non la pensavano come te. (...) Per questo per<br />

me oggi è importante il dialogo, interculturale e interreligioso, e apprezzo il lavoro<br />

dei cardinali Martini e Tettamanzi”.<br />

■ E gli anni da infermiere, a contatto con la sofferenza?<br />

“Io ho fatto l’infermiere per 11 anni, di cui 5 in oncologia. È stata un’esperienza<br />

umana molto forte. Ho visto morire centinaia di persone. Di 3 o 4 di loro ho un<br />

ricordo indelebile. Ma dovevo stare attento a non affezionarmi. Quando morì il<br />

mio primo paziente, per due giorni non andai in ospedale, volevo mollare tutto”.<br />

■ Ha trovato un senso al dolore?<br />

“La vita è una ricerca continua di significato. Siamo stati creati da un Dio che è<br />

avvolto nel mistero, come la sua volontà. Noi possiamo solo accettarla, io posso<br />

solo intuire. Lo ripeto: Lui ci vuole felici, ma noi spesso cogliamo solo la paura,<br />

l’assurdità. Ma la vita è una cosa bellissima, e va sempre promossa”.<br />

■ C’è qualcosa di questa fede nel comico?<br />

“Il talento e l’armonia fanno parte di un disegno divino. Non so spiegarlo, ma sento<br />

che insieme ad Aldo e Giovanni scatta la molla della creatività. Non che non ci<br />

siano conflitti, ma al di là c’è l’amicizia profonda, la consapevolezza della fortuna<br />

che abbiamo di esprimere la vita attraverso la risata”.<br />

■ E i due colleghi che dicono della sua svolta?<br />

“Pensi che è stata causata proprio da un nostro film, “Chiedimi se sono felice”. Ci<br />

invitarono a parlarne al San Fedele. Ci andai, ma poco convinto. Invece lì conobbi<br />

il direttore, padre Eugenio Bruno, persona eccezionale. L’abbiamo invitato a casa<br />

nostra per parlare di filosofia: ancora oggi con altre coppie di amici ci riuniamo una<br />

volta al mese per parlare di libri. ‘Perché ho fatto il sacerdote? Perché Dio è amore’,<br />

ci disse con una fede e una sincerità che mi colpirono. Cominciai così a frequentare<br />

il San Fedele. E, devo ammetterlo, nella Chiesa ho trovato una libertà enorme”.<br />

■ Ormai per lei è un’attività a tempo pieno?<br />

“Tra un film e fare il papà dedico il resto del tempo al San Fedele, insieme a mia<br />

moglie. Organizzo cicli di conferenze e di reading, un percorso spirituale a tappe<br />

con proiezioni di film e commenti di scrittori e artisti. Il prossimo appuntamento<br />

sarà con ’Germogli di compassione‘ da Etty Hillesum, Pasolini e Dostoevskij, che<br />

leggerò insieme a Giovanni, mentre il quarto s’intitolerà ’È possibile rinascere?’”.<br />

■ Giacomo, infine ha trovato quel che cercava?<br />

“Sì. La risposta è questa faticosissima fede”.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 17


18<br />

Memorie<br />

“NON RIDERE,<br />

NON PIANGERE,<br />

NON GIOCARE”<br />

I 30 mila piccoli italiani illegali in Svizzera. Quando Berna ostacolava<br />

i ricongiungimenti familiari dei nostri emigranti.<br />

Le mogli e i bambini degli immigrati?<br />

“Sono braccia morte che<br />

pesano sulle nostre spalle. Che<br />

minacciano nello spettro d’una<br />

congiuntura lo stesso benessere<br />

dei cittadini. Dobbiamo liberarci<br />

del fardello”. Chi l’ha detto:<br />

qualche xenofobo nostrano contro<br />

marocchini o albanesi? No:<br />

quel razzista svizzero di James<br />

Schwarzenbach. Contro gli italiani<br />

che portavano di nascosto<br />

decine di migliaia di figlioletti in<br />

Svizzera. E non nell’800 dei dagherrotipi:<br />

negli anni Settanta<br />

e Ottanta del ‘900. Quando Berlusconi<br />

aveva già le tivù e Gianfranco<br />

Fini era già in pista per<br />

diventare il leader del Msi.<br />

Per questo è stupefacente la rivolta<br />

di un pezzo della destra<br />

contro la sentenza della Cassazione,<br />

firmata da Edoardo Fazzioli,<br />

che ha assolto l’immigrato<br />

macedone Ilco Ristoc, denunciato<br />

e processato perché non si era<br />

accontentato di portare in Italia<br />

con tutte le carte in regola (permesso<br />

di soggiorno, lavoro rego-<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

lare, abitazione decorosa) solo<br />

la moglie e il bambino più piccolo<br />

ma anche la figlioletta Silvana,<br />

che aveva 12 anni. Cosa<br />

avrebbe dovuto fare: aspettare<br />

di avere un giorno o l’altro l’autorizzazione<br />

ulteriore e intanto<br />

lasciare la piccola in Macedonia?<br />

La forzista Isabella Bertolini ha<br />

bollato il verdetto come “un’altra<br />

mazzata alla legalità” e censurato<br />

la “legittimazione di un<br />

comportamento palesemente illegale”.<br />

Lo “stato di necessità” previsto<br />

dalla legge e richiamato dalla<br />

suprema Corte, a loro avviso,<br />

non è in linea con le scelte del<br />

Parlamento. L’uno e l’altra, come<br />

quelli che fanno loro da sponda,<br />

non conoscono niente della<br />

grande emigrazione italiana.<br />

Niente. Non sanno che larga parte<br />

dei nostri emigrati, almeno<br />

quattro milioni di persone, è stata<br />

clandestina. Lo ricordano molte<br />

copertine della Domenica del<br />

Corriere, il capolavoro di Pietro<br />

Germi “Il cammino della speran-<br />

za”, decine di studi ricchi di dettagli<br />

(...) o lo strepitoso reportage<br />

in cui Egisto Corradi raccontò<br />

sul Corriere d’Informazione del<br />

1947 come aveva attraversato il<br />

Piccolo San Bernardo sui sentieri<br />

dei “passeur” e degli illegali.<br />

Non conoscono storie come quella<br />

di Paolo Iannillo, che fu costretto<br />

ad assumere sua moglie<br />

come domestica per portarla a<br />

vivere con lui a Zurigo. Ma ignorano<br />

in particolare, come dicevamo,<br />

che la Svizzera ospitò per decenni<br />

decine di migliaia di bambini<br />

italiani clandestini. (...)<br />

Leggi durissime che Schwarzenbach,<br />

il leader razzista che scatenò<br />

tre referendum contro i nostri<br />

emigrati, voleva ancora più infami:<br />

“Dobbiamo respingere dalla<br />

nostra comunità quegli immigrati<br />

che abbiamo chiamato per i lavori<br />

più umili e che nel giro di pochi<br />

anni, o di una generazione, dopo<br />

il primo smarrimento, si guardano<br />

attorno e migliorano la loro<br />

posizione sociale. Scalano i posti<br />

più comodi, studiano, s’ingegnano:<br />

mettono addirittura in crisi la<br />

tranquillità dell’operaio svizzero<br />

medio, che resta inchiodato al<br />

suo sgabello con davanti, magari<br />

in poltrona, l’ex guitto italiano”.<br />

Marina Frigerio e Simone Burgherr,<br />

due studiosi elvetici, hanno<br />

scritto un libro in tedesco<br />

intitolato “Versteckte Kinder”<br />

(Bambini nascosti) per raccontare<br />

la storia di quei nostri figlioletti.<br />

Costretti a vivere come Anna<br />

Frank. Sepolti vivi, per anni, nei<br />

loro bugigattoli alle periferie<br />

delle città industriali. Coi genitori<br />

che, terrorizzati dalle denunce<br />

dei vicini, raccomandavano loro:<br />

non fare rumore, non ridere, non<br />

giocare, non piangere. (...)<br />

Trentamila erano, a metà degli<br />

anni Settanta, i bambini italiani<br />

clandestini in Svizzera: trentamila.<br />

Al punto che l’ambasciata e<br />

i consolati organizzavano attraverso<br />

le parrocchie e certe organizzazioni<br />

umanitarie addirittura<br />

delle scuole clandestine. E i<br />

nostri orfanotrofi di frontiera<br />

erano pieni di piccoli che, denun-


ciati dalla delazione di qualche<br />

zelante vicino di casa, erano stati<br />

portati dai genitori appena al di<br />

qua dei nostri confini e affidati al<br />

buon cuore degli assistenti. (...)<br />

Una foto del settimanale Tempo<br />

illustrato n. 7 del 1971 mostra<br />

dietro una grata alcuni figli di<br />

emigranti alla Casa del fanciullo<br />

di Domodossola: di 120 ospiti<br />

una novantina erano “orfani di<br />

frontiera”.<br />

Dicono: la legge è legge. Giusto.<br />

Ma qui il principio dei due pesi<br />

e delle due misure nella Costituzione<br />

non c’è. E la realtà dice<br />

che almeno un milione di italiani<br />

vivono oggi in condizioni di<br />

sovraffollamento nelle sole case<br />

popolari senza essere, come è<br />

ovvio, colpiti da alcuna sanzione:<br />

non si ammanettano i poveri<br />

perché sono poveri. A un immigrato<br />

regolare e a posto con tutti<br />

i documenti che sogna di farsi<br />

raggiungere dalla moglie e dai<br />

figli esattamente come sognavano<br />

i nostri emigrati, la nuova<br />

legge chiede invece non solo di<br />

dimostrare un reddito di 5.142<br />

euro più altri 2.571 per la moglie<br />

e ciascuno dei figli ma di avere a<br />

disposizione una casa di un certo<br />

tipo. E qui la faccenda varia<br />

da regione a regione. In Liguria<br />

ad esempio, denuncia l’avvocato<br />

Alessandra Ballerini, in prima linea<br />

sui diritti degli immigrati, occorre<br />

avere una stanza per ogni<br />

membro della famiglia con più di<br />

14 anni più un vano supplementare<br />

libero (esempio: il salotto)<br />

più la cucina e più i servizi igienici.<br />

Il che significa che una famiglia<br />

composta da padre, madre e<br />

quattro figli adolescenti dovrebbe<br />

avere una casa con almeno sei<br />

stanze. Quanti italiani hanno la<br />

possibilità di vivere così? Quando<br />

vinse la Coppa dei Campioni,<br />

coi soldi dell’ingaggio e del premio<br />

per la coppa, Gianni Rivera<br />

comprò un appartamento a San<br />

Siro. Il papà e la mamma dormivano<br />

nella camera matrimoniale,<br />

il fratello nella cameretta e lui<br />

in un divano letto in salotto. Se<br />

invece che di Alessandria fosse<br />

stato di Belgrado, sarebbe stato<br />

fuorilegge. Ed era Gianni Rivera.<br />

Il campione più amato da un’Italia<br />

certo più povera. Ma anche<br />

più serena di adesso.<br />

Gian Antonio Stella - CdS<br />

Le nombre de catholiques<br />

et de séminaristes est en hausse<br />

dans le monde<br />

Publication de l’Annuaire pontifical 2009<br />

1,4% et 0,4%: ce sont les taux respectifs d’augmentation des fidèles<br />

catholiques et des séminaristes dans le monde.<br />

C’est ce qu’indique l’Annuaire pontifical 2009 qui a été présenté à<br />

Benoît XVI, le 28 février, par le cardinal Tarcisio Bertone, secrétaire<br />

d’Etat, et par le substitut de la secrétairerie d’Etat, Mgr Fernando<br />

Filoni.<br />

Les données statistiques se réfèrent à l’année 2007 et concernent les<br />

2 936 circonscriptions ecclésiastiques de la planète.<br />

L’Annuaire pontifical précise l’expansion du nombre de catholiques<br />

(1,4 %) dans le monde, ces derniers passants de 1.131 millions en 2006<br />

à 1.147 millions en 2007.<br />

Au niveau mondial, le nombre de candidats au sacerdoce a aussi<br />

augmenté, passant de 115.480 en 2006 à 115.919 en 2007, avec<br />

une croissance de 0,4%. Alors que l’Afrique et l’Asie ont enregistré<br />

une croissance sensible, précise l’Annuaire pontifical, l’Europe et<br />

l’Amérique ont plutôt connu une réduction du nombre de séminaristes,<br />

de respectivement 2,1% et 1%.<br />

Par ailleurs, le nombre d’évêques dans le monde est passé, de 2006 à<br />

2007, de 4.898 à 4.946, avec une augmentation de 1%. Le continent<br />

qui a enregistré la plus grande croissance est l’Océanie (+4,7%), suivie<br />

de l’Afrique (+3,0%) et de l’Asie (+1,7%), alors que l’Europe se trouve<br />

au-dessous de la moyenne totale (+0,8%). Dans cette même période,<br />

l’Amérique enregistre un taux de moins 0,1%.<br />

Le nombre de prêtres se maintient sur la croissance modérée inaugurée<br />

en 2000 après plus de 20 ans de performances plutôt décevantes.<br />

En effet, les prêtres ont augmenté au cours des 8 dernières<br />

années, passant de 405.178 en 2000 à 407.262 en 2006 et à<br />

408.024 en 2007.<br />

Durant la période 2000-2007, l’Afrique et l’Asie montrent une dynamique<br />

assez soutenue (+27,6% et 21,2%) et l’Amérique est stationnaire<br />

tandis que l’Europe et l’Océanie, enregistrent dans la même<br />

période des taux de croissance négative, de 6,8% et 5,5%.<br />

Le nombre de diacres permanents continue à évoluer avec une<br />

augmentation de plus de 4,1% en 2007 par rapport à l’année précédente,<br />

passant de 34.520 à 35.942.<br />

Enfin, en 2008, le pape a érigé 1 siège métropolitain, 11 sièges<br />

épiscopaux et 169 nouveaux évêques ont été nommés.<br />

Marine Soreau (ZENIT.org)<br />

19<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 19


20<br />

20<br />

Messaggi del Papa nel difficile<br />

pellegrinaggio in Terrasanta<br />

“Gerusalemme sia città della pace”<br />

(12 maggio 2009)<br />

Allo Yad Vashem: “Non negare mai la Shoah”<br />

(11 maggio 2009)<br />

“Contrastare chi stronca vite innocenti”<br />

(10 maggio 2009)<br />

“Prego per le vittime di Gaza, sia tolto l’embargo<br />

ma resistete alla tentazione del terrorismo”.<br />

“Serve il coraggio di resistere a ogni tentazione che<br />

possiate provare di ricorrere ad atti di violenza o di<br />

terrorismo: al contrario fate in modo che quanto<br />

avete sperimentato rinnovi la vostra determinazione<br />

a costruire la pace. Fate in modo che ciò vi riempia<br />

di un profondo desiderio di offrire un durevole<br />

contributo per il futuro della Palestina, così che<br />

essa possa avere il suo giusto posto nello scenario<br />

del mondo”.<br />

“Rinnovo perciò il mio appello a tutte le parti coinvolte<br />

perchè esercitino la propria influenza in favore<br />

di una soluzione giusta e duratura, nel rispetto<br />

delle legittime esigenze di tutte le parti e riconoscendo<br />

il loro diritto di vivere in pace e con dignità,<br />

secondo il diritto internazionale. Allo stesso tem-<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009<br />

po, tuttavia, gli sforzi diplomatici potranno avere<br />

successo soltanto se gli stessi Palestinesi e Israeliani<br />

saranno disposti a rompere con il ciclo delle aggressioni”.<br />

“In un mondo in cui le frontiere vengono sempre<br />

più aperte, al commercio, ai viaggi, alla mobilità<br />

della gente, agli scambi culturali, è tragico vedere<br />

che vengono tuttora eretti dei muri”.<br />

“I muri si costruiscono facilmente ma non durano<br />

per sempre - I muri possono essere abbattuti - Ho<br />

visto il muro che si introduce nei vostri territori separando<br />

i vicini e dividendo le famiglie, circondando<br />

il vicino campo e nascondendo molta parte di<br />

Betlemme”.<br />

“Prego anche perché il lavoro di ricostruzione<br />

possa procedere rapidamente dovunque case,<br />

scuole od ospedali siano stati danneggiati o distrutti,<br />

specialmente durante il recente conflitto<br />

a Gaza. Supplico tutte le parti coinvolte in questo<br />

conflitto di vecchia data ad accantonare qualsiasi<br />

rancore e contrasto che ancora si frapponga sulla<br />

via della riconciliazione, per arrivare a tutti<br />

ugualmente con generosità e compassione, senza<br />

discriminazione”.


ergamaschi<br />

Nell’assemblea generale del 28 marzo 2009, è stato<br />

eletto il nuovo comitato, così composto:<br />

· Presidente: Lazzaroni Stefano<br />

· Vice-presidente: Grippo Rinella<br />

· Segretaria: Rota Zita<br />

· Vice segretario: Rizzo Vincenzo<br />

· Tesoriere: Arnoldi Mario<br />

· Vice-tesoriere: Imberti Jean-Jacques<br />

· Assistenti Sociali: Rota Maria Elisabetta<br />

Rota Pier Maria<br />

· Consiglieri: Longhini Moise<br />

Magoni Marco<br />

Il comitato e il Circolo Bergamaschi di Ginevra augura<br />

tanta felicità ai novelli sposi, Jean-Jacques Imberti<br />

e Sandrine Rochaix.<br />

associazioni<br />

club calcio napoli<br />

Si avvisano i simpatizzanti e i supertifosi del calcio<br />

Napoli che è stato creato il nuovo club Napoli - Ginevra.<br />

Per tutte le persone interessate ad aderire al<br />

club, il Presidente Patrizio Iuliano 079 663 44 66 e<br />

la Segretaria Gessica Invito 078 724 40 64 si tengono<br />

volentieri a vostra disposizione per altre informazioni.<br />

Contiamo su di voi!<br />

marchigiani<br />

Organizzano domenica 5 <strong>luglio</strong> la Festa Campestre<br />

allo stadio di Choulex, ospite l’AVIS, grigliata,<br />

porchetta, concorso di pétanque, giochi vari, musica.<br />

Per informazioni rivolgersi a Franco Antonelli<br />

(079 213 98 32) o Giuseppe Puglisi (079 413 36 67).<br />

calabresi<br />

L’Associazione partecipa alla Vogue di Carouge<br />

venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 <strong>agosto</strong> alla<br />

Place de la Sardaigne à Carouge.<br />

In questa occasione vi aspettiamo numerosi per assaggiare<br />

i prodotti della nostra terra e contiamo vivamente<br />

sulla vostra presenza per passare insieme<br />

un gradevole momento.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al signor Silvio<br />

Isabella (022 320 15 87).<br />

alpini<br />

All’occasione del 45° anno di fondazione il Comitato<br />

ha deciso di emettere un orologio tascabile, stile<br />

gousset, per la somma di Fr. 60.-.<br />

La manifestazione si svolgerà sabato 31 ottobre<br />

alla Sala Avanchet-Parc dove saranno messi in vendita<br />

detti orologi. Per Soci ed Amici gli orologi che<br />

saranno ordinati e pagati entro il 30 giugno, saranno<br />

venduti al prezzo di Fr. 50.-.<br />

Per ulteriori informazioni, rivolgetevi presso il signor<br />

Franco Vola (022 860 22 29).<br />

La Meridiana<br />

Un sovrano riportò da un viaggio una meridiana per i suoi sudditi, che non conoscevano ancora le<br />

ore. Quel regalo singolare cambiò la vita della gente. I sudditi impararono rapidamente, guardando<br />

la meridiana, a suddividere le ore e il tempo. Diventarono puntuali, ordinati, fidati, diligenti.<br />

Così, in pochi anni, si guadagnarono agiatezza e ricchezza.<br />

Quando il sovrano morì, i sudditi vollero erigere un monumento che lo ricordasse degnamente. E<br />

siccome la meridiana era il simbolo della bontà del re e l’origine della loro ricchezza, pensarono<br />

di costruirle intorno un magnifico tempio con una bella cupola dorata. Quando il tempio fu completato<br />

e la cupola d’oro coprì la meridiana, i raggi del sole naturalmente non poterono più raggiungerla.<br />

Quel filo d’ombra che, grazie al sole, aveva segnato il tempo per i cittadini, naturalmente<br />

scomparve. Alcuni cittadini smisero di essere puntuali, altri tornarono ad essere poco precisi,<br />

altri ancora si scordarono la diligenza.<br />

Ciascuno per la sua strada senza badare al prossimo. E tutto il regno andò in rovina.<br />

Ma non stiamo facendo la stessa cosa oggi, chiudendo Dio in una specie di museo o facendone un<br />

guardiano di cimiteri? Abbiamo perso il punto di orientamento.<br />

Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 21


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Lunedì: 09.00-12.30<br />

Martedì: 14.30-17.30<br />

Mercoledì: 09.00-12.30<br />

Giovedì: 14.30-17.30<br />

Venerdi: 09.00-12.30<br />

Sabato e domenica: chiuso.<br />

Abruzzo<br />

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Tél. 022 344 79 85 · Fax 022 344 79 86<br />

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Consolato Generale d’Italia a Ginevra, tel. 022 839 67 44<br />

Orario di apertura al pubblico:<br />

· Martedì: 14.30 - 17.30<br />

· Mercoledì: 9.00 - 12.30 · Giovedì: 14.30 - 17.30<br />

· Venerdì: 9.00 - 12.30 · Sabato: 9.00 - 12.30<br />

Ente italiano Socio-assistenziale<br />

Rue de l’Athénée 26, 1206 <strong>Genève</strong>, tel. 022 346 89 49<br />

Aperto martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 - 11.00.<br />

COMITES - Comitato per italiani all’estero<br />

Rue de l’Athénée 26, 1206 <strong>Genève</strong>, tel. 022 346 99 13<br />

Patronato ACLI - 76 rue de Carouge, 1205 Ginevra, tel. 022 781 09 32<br />

Patronato INCA-CGIL<br />

Ch. Surinam 5, case postale 346, 1211 <strong>Genève</strong> 13, tel. 022 344 71 72<br />

Patronato ITAL-UIL<br />

Rue J.-Necker 15, Case postale 1941, 1211 <strong>Genève</strong> 1,tel. 022 738 69 44<br />

Couple et famille - 12 rue Adrien Lachenal, 1207 <strong>Genève</strong>, tel. 022 736 14 55<br />

Solidarietà<br />

con i<br />

Terremotati<br />

in Abruzzo<br />

<strong>Comites</strong><br />

Compte: 17-311510-3<br />

con causale<br />

“Terremoto Abruzzo”<br />

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Presenza Italiana Luglio-Agosto 2009 23


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JAB 1207 <strong>Genève</strong><br />

Missione Cattolica Italiana<br />

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