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n. 80 Aprile 2013

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documenti<br />

Il pastoralismo, ricetta anticrisi?<br />

Un’esperienza in Sahel<br />

Stefania Garini - CISV<br />

In Italia è percepito da molti come una forma produttiva di<br />

‘nicchia’ legata a tempi (quelli della tradizione) e spazi (quelli<br />

‘dedicati’ di Sardegna, Abruzzo, Toscana…) nettamente circoscritti,<br />

anche dal punto di vista dell’impatto economico. Ma<br />

in altri Paesi il pastoralismo riveste un ruolo economico fondamentale:<br />

così avviene per estese regioni del continente africano,<br />

in cui esso si configura come un’attività estremamente<br />

mobile, di tipo nomade o transumante. In particolare nel<br />

Sahel (‘la riva del mare’ in arabo), tra il Sahara e l’Africa nera,<br />

l’<strong>80</strong>% della popolazione vive in ambiente rurale e il settore<br />

zootecnico è fonte primaria di guadagno, soprattutto per<br />

l’allevamento dei piccoli e grandi ruminanti. Tuttavia le siccità<br />

che colpiscono la zona con frequenza implacabile e i conflitti<br />

armati - ultimo quello scoppiato nel nord del Mali - rendono<br />

quest’area soggetta a frequenti crisi alimentari: almeno 15<br />

milioni le persone che solo nell’ultimo anno sono state messe<br />

in ginocchio da un nuovo periodo d’intensa aridità. Eppure<br />

non mancano fermenti di ripresa che fanno perno proprio attorno<br />

alla pratica, ‘riveduta e corretta’, del sistema pastorale.<br />

Per favorire la partecipazione delle Organizzazioni pastorali<br />

(Op) al processo di riduzione della povertà e allo sviluppo<br />

dell’Africa Occidentale è nato un progetto dell’Unione Europea<br />

realizzato dall’organizzazione non governativa CISV<br />

di Torino (www.cisvto.org) per migliorare e consolidare le<br />

competenze nel settore zootecnico di 7 Op in Niger (regione<br />

di Zinder), Burkina Faso (regione del Nord), Mali (regione di<br />

Mopti), Senegal (zona silvo-pastorale del Ferlo). Tale progetto<br />

è stato accompagnato e rafforzato dagli interventi realizzati<br />

grazie al “Programma di sicurezza alimentare e lotta alla<br />

povertà in Africa subsahariana” della Regione Piemonte. L’obiettivo:<br />

dare una risposta concreta alle frequenti crisi alimentari<br />

e ambientali promuovendo migliori conoscenze tecniche<br />

tra gli allevatori, così da favorire una gestione durevole delle<br />

risorse naturali e degli spazi pastorali, garantendo la mobilità<br />

delle mandrie, e quindi la sopravvivenza di questo sistema di<br />

allevamento. Allo stesso tempo il progetto promuove le sinergie<br />

tra le associazioni di allevatori: lo scambio di esperienze e<br />

buone pratiche è infatti alla base di un processo di rafforzamento<br />

delle associazioni stesse, per arrivare a influenzare le<br />

politiche nazionali di sviluppo del pastoralismo.<br />

Agricoltura <strong>80</strong><br />

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