Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n. 90 Ottobre 2016
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Il successo naturalistico è stato enorme, sin da quando avevamo ancora i lavori in<br />
corso: arrivavano specie nuove e diventava davvero un interesse per birdwatcher,<br />
studiosi e fotografi naturalisti.<br />
Ora abbiamo 21 ettari di oasi, di cui 17 destinati a zona umida, con terrazzamenti<br />
e acqua bassissima, adatta a piccoli trampolieri, migratori a lungo raggio che<br />
nidificano nella tundra siberiana e svernano in Africa. Noi siamo il crocevia di queste<br />
rotte, una sorta di “autogrill” in cui si fermano per il riposo e il ristoro. Quest’inverno<br />
sono arrivate 200 gru, un evento eccezionale per le nostre zone! Con la misura<br />
216 abbiamo realizzato anche una recinzione perimetrale per la difesa dalle nutrie<br />
e delle volpi, dai cinghiali, dai caprioli. Non è un’attività facile, presenta parecchie<br />
difficoltà, richiede molta gestione ambientale, per pulire a mano, mantenere i livelli<br />
idrici, proteggere le aree di sosta dai predatori.<br />
Avete fatto o state facendo domanda anche sul PSR 2014-2020?<br />
In cosa consiste il progetto?<br />
Vogliamo proseguire con la misura di gestione delle zone umide, nell’ambito della<br />
misura 10, una sorta di prosecuzione della 216, che è un’ottima cosa, perché ci dà<br />
la possibilità di fare la gestione e il mantenimento del lavoro fatto. Abbiamo un’attività<br />
molto intensa con visitatori, famiglie e scolaresche, che spesso abbinano la<br />
visita al Castello di Racconigi con la visita alla nostra oasi e possono trascorrere<br />
una giornata ad osservare gli uccelli. All’inizio noi tre sorelle facevamo direttamente<br />
l’accompagnamento naturalistico, ora abbiamo dovuto strutturarci meglio,<br />
ma tutte e tre lavoriamo part-time in azienda: io sono un veterinario, le mie sorelle<br />
sono una laureata in diritto ambientale e l’altra in architettura, quindi tutte e<br />
tre le professionalità sono servite per sviluppare l’azienda e anche per capire come<br />
rispondere ai bandi e alle opportunità PSR. Abbiamo avuto anche molto supporto<br />
dalla nostra organizzazione professionale e dai funzionari regionali, perché all’inizio<br />
non era facile capire i meccanismi e come fare le domande. Siamo tra l’altro sede di<br />
un intervento del Settore Aree protette, insieme al Parco del Po cuneese e rientriamo<br />
in un Sito di Interesse comunitario (SIC) con un osservatorio faunistico.<br />
Qual è stato il ruolo che ha avuto<br />
il sostegno del PSR nella vostra attività?<br />
Fondamentale. Come ho illustrato prima, non avremmo mai potuto sviluppare tutto<br />
questo, anche se i nostri primi investimenti sono stati del tutto privati e spinti dalla<br />
passione e dall’interesse autentico di nostro padre.<br />
Quali sono i vostri progetti futuri?<br />
Vorremmo piantumare la cannuccia lacustre, una canna piccola e flessibile che può<br />
favorire l’arrivo di specie diverse. Vorremmo potenziare ancora la biodiversità e<br />
cercare di accogliere sempre nuove specie.<br />
Che tipo di messaggio si sentirebbe di dare a<br />
un giovane che vuole intraprendere un’attività<br />
come la sua?<br />
Sarebbe bello che altri agricoltori aderissero a questo genere di opportunità,<br />
anche se so che serve preparazione tecnica e tanto lavoro: noi siamo state aiutate<br />
dall’esperienza di mio padre che ha gettato le basi. Forse per un estraneo sarebbe<br />
dura iniziare, ma per chi è abituato a vivere la campagna e accudire gli animali è un<br />
lavoro che si può apprezzare.<br />
www.cicogneracconigi.it