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Odontoiatria Italiano 2016

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Il Laser in <strong>Odontoiatria</strong><br />

Ancora oggi, nel <strong>2016</strong>, esiste una grande confusione in materia di applicazione laser nel settore<br />

odontoiatrico. False promesse dei venditori, applicazioni inventate e prive di supporto scientifico<br />

fanno si che il dispositivo laser non venga accettato dalla comunità scientifica e non raggiunga la<br />

meritata diffusione.<br />

Pare inoltre impossibile stabilire protocolli internazionali in materia fintanto che le case produttrici<br />

potranno produrre laser con +/- 20% di potenza di emissione.<br />

Il 20% di 3 Watt è pari a 0,6 Watt. Dunque sono 2,4 Watt o 3.6 Watt? Di che cosa sono fatte le fibre<br />

utilizzate con i laser a diodi o Nd:YAG ? La superficie della fibra è pulita? Quant’è la perdita reale<br />

dell’interfaccia fibra-laser? Per non parlare dei prezzi folli dei laser Er:YAG attualmente venduti sul<br />

mercato europeo tra gli € 30.000 e i € 55.000: ma cosa giustifica una simile differenza di prezzo?<br />

Alcuni produttori svendono oggi dispositivi laser con tecnologie obsolete e non sono in grado di<br />

garantire l’assistenza postvendita. La conseguente risposta del mercato è che queste apparecchiature<br />

sono difficili da utilizzare e non funzionano. Ma alla base di questo equivoco non c’è un problema<br />

di carattere tecnico, bensì la scarsa conoscenza in materia laser da parte di noi dentisti che<br />

dovremmo imparare a fidarci ed affidarci agli esperti del settore, seppure non ce ne siano molti.<br />

La Academy of Laser Education (A.L.E.) è un’associazione non-profit aperta a tutti coloro i quali si<br />

interessano del settore laser. L’associazione ha come obiettivo la promozione e diffusione della<br />

tecnologia laser per poter allargare gli orizzonti attuali di un settore in evoluzione e crescita<br />

continua. Le riviste e-paper gratuite dell’associazione rispecchiano tale volontà e sono aperte ad<br />

ospitare contributi scientifici. Invitiamo i colleghi interessati ad inviare foto e descrizioni.<br />

Alfred Resch Presidente ALE<br />

Resch Alfred, Spedicato AnnaRita Piras Alessandra<br />

Professore a.c. Università di Cagliari, Libero professionista a Verona, Libero Professionista, Cagliari<br />

libero professionista in Austria Lecce<br />

Copyright © <strong>2016</strong> by Academy of Laser Education – A.L.E. all rights reserved. No part of this Journal may be<br />

reproduced in any material form, without the written permission of A.L.E. www.academyoflasereducation.org


EDITORIALE 2<br />

Prof. Olivi Giovanni<br />

Prof. Barone Michele<br />

Prof. Petrini Attilia<br />

Prof. Caccianiga Gianluigi<br />

Dr. Pirazzoli Valter<br />

Prof. Chaumanet Gilles<br />

Dr. Rodenburg Wenda<br />

Prof. Crippa Rolando<br />

Prof. Resch Alfred<br />

Prof. Spedicato AnnaRita<br />

Prof. Gaeta Giovanni M.<br />

Dr. Cristalli Stefania<br />

Prof. Kaitsas Vasilios


Afta<br />

Viene definita afta una dolorosa ulcera<br />

all'interno della cavità orale causata da una<br />

rottura della mucosa. Viene altresì indicata<br />

come stomatite aftosa e ulcera aftosa,<br />

specialmente se la ferita è multipla o cronica.<br />

La parola deriva dal greco áphtha (= pustola).<br />

Sintomatologia<br />

Le afte spesso iniziano con una sensazione di<br />

bruciore o pizzicore sul sito della futura afta.<br />

Entro qualche giorno, essa svilupperà un'area<br />

rossa o una bolla, che precedono una piccola<br />

ulcera aperta.<br />

L’afta appare come un'apertura di forma ovale<br />

e colore bianco-giallastro, circondata da un<br />

anello rosso e infiammato, che nella<br />

maggioranza dei casi ha un diametro di circa<br />

3-4 mm, ma può anche superare 1 cm nei casi<br />

più gravi, oppure essere grande meno di 1<br />

millimetro. E inoltre causa di dolore molto<br />

forte. Talvolta è possibile osservare un alone<br />

biancastro attorno alla lesione.<br />

La formazione chiara all'interno del cerchio di<br />

mucosa infiammata è dovuto alla formazione<br />

di strati di fibrina, una proteina coinvolta<br />

nella coagulazione del sangue. L'ulcera, che<br />

di per sé è estremamente dolorosa se toccata o<br />

strofinata, può essere accompagnata da<br />

rigonfiamento (e conseguentemente da<br />

infiammazione) dei linfonodi sotto la<br />

mandibola, il che può portare a confondere<br />

l'afta con il mal di denti.<br />

La gran parte delle ulcere possono decorrere<br />

da 1 a 4 settimane e possono causare un<br />

dolore circoscritto e molto intenso per l'intera<br />

durata del processo di guarigione, oltre a un<br />

senso di spossatezza e malessere, come se si<br />

avesse la febbre.<br />

Le afte vengono frequentemente localizzate<br />

nelle zone adiacenti alla chiusura della<br />

mandibola (talvolta confuse con un semplice<br />

"mal di gola"), ma non sono meno frequenti<br />

in corrispondenza della base gengivale e più<br />

raramente sulla lingua, dove assumono<br />

aspetto differente e di difficile localizzazione<br />

visiva. È anche possibile osservare il<br />

fenomeno sulla mucosa, in prossimità delle<br />

labbra, e sul palato. Più in generale è possibile<br />

che la lesione si manifesti in ogni punto del<br />

cavo orale.<br />

Eziologia<br />

L'esatta eziologia delle afte è sconosciuta,<br />

anche se si pensa a un disordine della flora<br />

batterica intestinale associato a problemi<br />

immunitari. Tra i fattori che aumentano la<br />

possibilità di formazione delle ulcere si<br />

annoverano il contatto della mucosa orale con<br />

oggetti sporchi (come ad esempio il mordere<br />

una matita o una penna) o il contatto labiale<br />

con animali domestici, lo stress,<br />

l'affaticamento fisico e mentale, alcune<br />

malattie, le ferite causate da una accidentale<br />

masticazione della mucosa, cambi ormonali,<br />

mestruazioni, allergie a determinati cibi e<br />

insufficienze di vitamina B12, ferro o acido<br />

folico.<br />

Consumare determinati alimenti, come il<br />

cioccolato, può innescare la nascita di afte in<br />

alcune persone. Una causa comune di afte è<br />

anche l'intolleranza al glutine, nel qual caso è<br />

possibile riscontrare formazioni aftose in<br />

seguito ad ingestione di prodotti a base di<br />

grano, segale od orzo. Alcuni soggetti hanno<br />

sviluppato afte consumando zuccheri<br />

artificiali, come quelli presenti nelle gomme<br />

da masticare o nelle bevande dietetiche, o in<br />

seguito al consumo di insaccati e pomodori<br />

crudi.<br />

Nel 1982 un batterio fino ad allora<br />

sconosciuto, l'Helicobacter pylori, fu scoperto<br />

come la causa dell'ulcera gastrica. Fu<br />

ipotizzato che le ulcere orali potessero essere<br />

in qualche modo correlate alla presenza di<br />

determinati batteri, ma non fu mai isolato<br />

alcun organismo specifico che ne fosse in<br />

qualche modo responsabile.


C'è una correlazione con le afte anche da<br />

parte di altri disordini, tra cui la leucoplachia,<br />

il mughetto, le gengivostomatiti e il lichen<br />

planus. Le ulcere trovano correlazione anche<br />

con colite ulcerosa, il Morbo di Crohn,<br />

pemfigoide bolloso e Sindrome di Behçet.<br />

Alcune cure invasive, come la chemioterapia,<br />

possono provocare afte come effetto<br />

collaterale.<br />

2 Prof. AnnaRita Spedicato<br />

Una comune leggenda urbana racconta che le<br />

ulcere orali sono direttamente connesse col<br />

virus dell' herpes simplex, ma le ulcere<br />

connesse con l'herpes hanno natura,<br />

composizione e sintomi radicalmente<br />

differenti dalle afte. A differenza della<br />

"febbre" delle labbra, peraltro, le afte non<br />

sono contagiose.<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli


3 Prof. Michele Barone<br />

Diodi 940nm<br />

Potenza 1.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron o manipolo<br />

defocalizzato non attivata<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme intorno all’afta<br />

20 secondi con raffreddamento con l’aria<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 1.2 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron o manipolo<br />

defocalizzato<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme intorno all’afta<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron o manipolo<br />

defocalizzato<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme intorno all’afta<br />

20 secondi con raffreddamento con l’aria<br />

20 secondi con raffreddamento con l’aria<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 1.2 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron o manipolo<br />

defocalizzato<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme intorno all’afta<br />

20 secondi con raffreddamento con l’aria


Angioma<br />

Gli angiomi sono tumori benigni dovuti a<br />

proliferazione displasica dell'endotelio dei<br />

vasi, siano essi arteriosi, venosi, linfatici,<br />

biliari.<br />

L’emangioma è di gran lunga il più<br />

frequente. Per tale motivo sono chiamati,<br />

nell'uso comune, "angiomi", venendo così<br />

ad esser considerati gli angiomi per<br />

antonomasia.<br />

L'emangioma<br />

è un tumore costituito da proliferazione<br />

dell'endotelio dei vasi sanguigni, che può<br />

interessare tutto il corpo.<br />

Forme<br />

Esistono diverse forma di emangioma studiate<br />

in campo medico:<br />

Esami<br />

- Emangioma capillare (il più diffuso)<br />

- Emangioma cavernoso<br />

- Emangioma gigante di Kasabach-<br />

Merritt<br />

- Emangioma sclerosante<br />

Ecocardiografia, da dove risulta una<br />

formazione iperecogena.<br />

Tomografia computerizzata, grazie ai<br />

progressi ottenuti con tale tecnica si rivela<br />

una calcificazione, marcata accentuazione<br />

ed un'eterogeneità dell’emangioma.<br />

Nell'uso comune è detto anche angioma, data<br />

la sua più alta frequenza rispetto ad altre<br />

forme, come il linfangioma.<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Emangioma<br />

Istopatologia di un emangioma capillare


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 3.0/5,0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron non attivata<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme dall’ interno<br />

10 secondi con raffreddamento con l’aria<br />

Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 2.5/5.0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron non attivata<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme intorno<br />

all’angioma<br />

10 secondi con raffreddamento con l’aria


2 Prof. Alfred Resch 3 Prof. Michele Barone


4 Prof. Rolando Crippa 5 Dr. Valter Pirazzoli


tessuti molli circostanti affetti da<br />

condizioni patologiche. L'intervento di<br />

apicectomia si effettua per il trattamento<br />

delle complicanze di un dente a polpa<br />

necrotica: ascessi e granulomi ma solo nel<br />

caso in cui esista l'impossibilità di un<br />

trattamento canalare per via ortograda.<br />

Prof. Gilles Chaumanet<br />

Apicectomia<br />

L'apicectomia è la rimozione chirurgica<br />

dell'apice radicolare<br />

di un dente e dei


Er:YAG<br />

Watt: 3.5<br />

Joule: 200mJ<br />

Hertz: 30<br />

Disinfezione - Biosimolazione<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron non attivata<br />

Trattamento asciutto<br />

Movimento spiraliforme


Biostimolazione<br />

Dr. Valter Pirazzoli<br />

La biostimolazione è una interazione che si<br />

verifica a livello molecolare nelle cellule dei<br />

tessuti, modificando e condizionando lo stato<br />

intracellulare e le risposte extracellulari che si<br />

verificano durante gli stadi infiammatori, al<br />

fine di ottenere l’espressione del potenziale<br />

fisiologico di guarigione delle ferite più<br />

rapida, il tutto finalizzato al ripristino<br />

morfofunzionale di un organo. Il termine è<br />

stato introdotto in medicina con la scoperta<br />

delle proprietà dei laser di migliorare gli esiti<br />

delle patologie e delle guarigioni. Questi laser<br />

per distinguerli da quelli con capacità<br />

chirurgiche (di taglio, coagulazione..) sono<br />

definiti laser terapeutici. Il termine non è mai<br />

stato introdotto nei dizionari, ma viene<br />

sempre più utilizzato nel linguaggio corrente.<br />

L'uso del termine nasce da un'attenzione della<br />

medicina verso una chirurgia biologicamente<br />

guidata, dove gli ausili tecnologici, l'impiego<br />

dei biomateriali sono un mezzo per<br />

influenzare i processi fisiologici in modo da<br />

ottenere delle guarigioni più rapide,<br />

stimolando i processi rigenerativi dei tessuti.<br />

Per esempio in chirurgia stomatologica è<br />

importante la scelta di metodiche che<br />

permettano di contenere le perdite di tessuto,<br />

soprattutto osseo, guidando i processi<br />

rigenerativi dal punto di vista sia qualitativo<br />

che quantitativo, per migliorare le<br />

riabilitazioni orali dal punto di vista<br />

funzionale ed estetico. L’insieme di queste<br />

tecniche può essere definito con il termine di<br />

“biostimolazione”.


Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 – 4,0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron non attivata<br />

Movimento spiraliforme<br />

Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 4.0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron non attivata<br />

Movimento spiraliforme


Chirurgia estetica<br />

Cicatrice<br />

La cicatrice si mostra liscia, di colorito più<br />

chiaro o più scuro rispetto al tessuto<br />

circostante. Non sono presenti né peli, né<br />

aperture ghiandolari né solchi cutanei.<br />

Rispetto al piano superiore la cicatrice può<br />

apparire piana, rilevata o infossata. La sua<br />

forma ricalca il processo patologico che l’ha<br />

determinata. Il tessuto cicatriziale non è<br />

identico al tessuto che rimpiazza ed è<br />

abitualmente di qualità funzionale inferiore<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt,<br />

Pulsato<br />

Fibra 400 micron attivata<br />

Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 1.2 Watt,<br />

Pulsato<br />

Fibra 400 micron attivata


Chirurgia<br />

endodontica<br />

2 Dott. Stefania Cristalli<br />

La OPT del 1993 evidenzia un accumulo di<br />

materiale endodontico alla base degli apici<br />

radicolari, la RX endorale eseguita mostra<br />

permanenza del materiale fuoriuscito,<br />

importante difetto osseo e notevole<br />

riassorbimento soprattutto a carico della<br />

radice distale<br />

Il pz. presenta gonfiore importante a carico<br />

del dente protesizzato e riferisce almeno tre<br />

episodi all’anno di gonfiore senza algia.Porta<br />

inoltre la seguente OPT, datata 1993.<br />

Si esegue incisione intrasulculare, salvaguardando<br />

le papille interdentali e con<br />

rilascio verticale mesiale per ottenere<br />

massima visibilità, indispensabile per le<br />

dimensioni importanti del difetto.


Lo scollamento evidenzia la lesione cistica,<br />

con erosione importante della corticale<br />

mandibolare. Sono subito evidenti residui di<br />

materiale endodontico (cemento e guttaperca)<br />

in grandi quantitativi. Si amplia la cavità di<br />

accesso e si rimuove la lesione.


Viene eseguita apicectomia delle radici e<br />

pulizia della cavità residua con strumentario<br />

tradizionale (curettes e cucchiai alveolari),<br />

poi si utilizza la luce laser per: 1) scaldare la<br />

guttaperca e verificarne la compattazione con<br />

fibra 200 µ, CW, 1 sec, contact; 2)<br />

decontaminare le pareti della cavità e la<br />

superficie radicolare con fibra 600 µ, non<br />

CW, 10msec, non-contact.<br />

Si riposiziona il tessuto gengivale con suture<br />

seta 4.0 interrotte e si applica impacco<br />

parodontale.<br />

Al controllo a 6 giorni vengono rimosse le<br />

suture :<br />

il pz. non riferisce episodi di algia, né edema<br />

postchirurgico.<br />

Dopo circa 60 giorni la rx endorale di<br />

controllo evidenzia neoformazione di<br />

trabecolatura ossea, in assenza di lesioni<br />

periapicali; il pz. riferisce di non aver più<br />

avuto episodi di edema e algia.<br />

L’apparecchiatura laser rappresenta ad oggi<br />

un ausilio importante in campo odontoiatrico,<br />

senza potersi tuttavia considerare in<br />

sostituzione dello strumentario tradizionale<br />

rotante e manuale. Essa consente di ottenere,<br />

con le sue ottime capacità di taglio, emostasi e<br />

analgesia, di poter eseguire una chirurgia<br />

dei tessuti molli in tempi rapidi, con buona<br />

visibilità del campo e senza creare le aree di<br />

necrosi tipiche di bisturi elettrici. Da non<br />

sottovalutare inoltre la sua ottima capacità<br />

decontaminante in caso di drenaggio di<br />

ascessi e la sua alta potenzialità analgesica in<br />

caso di nevralgia e dolore articolare.<br />

L’assenza di strumentario tagliente la rende<br />

poi particolarmente efficace nel trattamento<br />

dei piccoli pazienti e di pazienti “difficili”.<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt, modo continuo<br />

CW - Fibra 400 micron non attivata


Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt, modo continuo<br />

CW- Fibra 400 micron non attivata<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 5.0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron attivata<br />

Chirurgia<br />

odontostomatologica<br />

1 Prof. Alfred Resch<br />

La chirurgia odontostomatologica (o chirurgia<br />

orale) si occupa di estrazioni dentali, di<br />

residui radicolari; rimozione di radici o di<br />

denti inclusi o semi-inclusi nell'osso;<br />

asportazione dell'apice del dente coinvolto in<br />

processi infiammatori non trattabili con la<br />

sola endodonzia, asportazione di cisti e<br />

piccole neoformazioni del cavo orale,<br />

elevazione del pavimento del seno mascellare<br />

mediante innesto di biomateriali a scopo<br />

implantoprotesico, estrazione di denti sani in<br />

casi di affollamento dentario ai fini di una<br />

corretta terapia ortodontica. Include anche<br />

l'implantologia e tutti gli interventi chirurgici<br />

eseguiti a scopo preimplantare, come<br />

chirurgia ricostruttiva ossea, innesti ossei con<br />

osso del paziente o sintetico, rigenerazione<br />

ossea guidata con membrane.<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 3.0 Watt, modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 4.0 Watt, Modo continuo<br />

CW - Fibra 400 micron attivata


2 Dr. Valter Pirazzoli


Chirurgia mucogengivale<br />

Dopo scollamento si esegue accurata pulizia<br />

della superficie radicolare.<br />

Dott. Stefania Cristalli<br />

Laser a Diodi 810nm<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt, modo continuo<br />

Recessioni gengivali da spazzolamento<br />

improprio , con sensibilità molto accentuata.<br />

CW Fibra 400 micron non attivata<br />

Diodi 940 - 980nm<br />

Potenza 4.0 Watt, Modo continuo<br />

CW - Fibra 400 micron non attivata


Riposizionamento del tessuto con suture seta<br />

5.0.<br />

Il trattamento della superficie radicolare<br />

procede con ablazione ad ultrasuoni e<br />

apposizione di ac. ortofosforico o trattamento<br />

con Er:YAG<br />

La luce laser completa il trattamento della<br />

superficie radicolare:<br />

decontaminazione della radice; disepitelizzazione<br />

delle papille interdentali. Fibra 400 µ,<br />

1,5 W, CW, a contatto.<br />

Al controllo dopo 7 giorni vengono rimosse le<br />

suture, si attendono altri 10 giorni per valutare<br />

la necessità di intervenire con una<br />

gengivoplastica sempre in luce laser.


Calcolo Salivario<br />

Prof. a.c. Dr. Crippa Rolando<br />

Calcolosi salivare<br />

Per calcolosi salivare o scialolitiasi in campo<br />

medico, si intende la presenza di concrezione<br />

(calcolo) composta quasi esclusivamente da<br />

carbonato di calcio nelle ghiandole salivari,<br />

che ne comportano l'ostruzione.<br />

Epidemiologia<br />

Comparazione della sede di intervento a<br />

distanza di 12 giorni.<br />

Si manifesta principalmente nelle ghiandole<br />

sottomandibolari (80%) e sottomascellari,<br />

colpisce maggiormente il sesso maschile. Per<br />

quanto riguarda la composizione dei calcoli,<br />

possono essere composti anche da acido<br />

urico.<br />

Sintomatologia<br />

Fra i sintomi e i segni clinici ritroviamo<br />

dolore che aumenta se la persona cerca di<br />

nutrirsi, le ghiandole vengono sottoposte a<br />

tumefazione.<br />

La scialo litiasi, che colpisce la ghiandola<br />

Parotide, si verifica principalmente nel dotto<br />

di Stenone e la sintomatologia è costituita da<br />

una colica salivare, ovvero da un violento<br />

dolore che compare in coincidenza dei pasti.<br />

Può essere presente anche una tumefazione<br />

retroauricolare durante la masticazione. La<br />

complicazione più comune è l'ascesso<br />

intraghiandolare.<br />

Dopo 20 giorni<br />

Se la scialolitiasi colpisce la ghiandola<br />

sottomandibolare, invece, c'è la comparsa di<br />

una tumefazione latero-cervicale alta, al di<br />

sotto dell'angolo mandibolare. La tumefazione


è dolorosa a intermittenza, ovvero ad ogni<br />

aumento di secrezione salivare<br />

Cicatrice<br />

La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma<br />

per riparare una lesione, (patologica o<br />

traumatica) ed è dovuta alla proliferazione del<br />

derma e dell’epidermide.<br />

Tipi<br />

Nel processo di cicatrizzazione si possono<br />

presentare alterazioni: per eccesso (cicatrice<br />

ipertrofica) o per difetto (cicatrice atrofica).<br />

Alcune sono come delle piastrine gialle e<br />

colorite che possono a lungo andare a<br />

regredire, peggiorare o diventare addirittura<br />

nere.<br />

Nella cicatrice ipertrofica, il tessuto si forma<br />

in grande quantità, rimanendo poi sempre<br />

rilevato e dolente.<br />

Nella cicatrice atrofica il tessuto che si forma<br />

è insufficiente e le ferite apparentemente<br />

rimarginate talvolta si riaprono. Si presenta<br />

soprattutto in soggetti affetti da condizioni<br />

patologiche, anemici e astenici.<br />

Aspetto<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt, modo pulsato<br />

Fibra 400 micron<br />

La cicatrice si mostra liscia, di colorito più<br />

chiaro rispetto al tessuto circostante. Non<br />

sono presenti: peli, aperture ghiandolari e<br />

solchi cutanei. Rispetto al piano superiore la<br />

cicatrice può apparire piana, rilevata o<br />

infossata. La sua forma ricalca il processo<br />

patologico che l’ha determinata. Il tessuto<br />

cicatriziale non è identico al tessuto che<br />

rimpiazza ed è abitualmente di qualità<br />

funzionale inferiore. Ad esempio, le cicatrici<br />

cutanee sono più sensibili ai raggi<br />

ultravioletti, le ghiandole sudoripare e i<br />

follicoli piliferi non si sviluppano sotto una<br />

cicatrice; la formazione di cicatrici<br />

conseguenti a un infarto del miocardio<br />

provoca una perdita di potenza del muscolo<br />

cardiaco e aumenta il rischio di arresto<br />

cardiaco. Tuttavia, ci sono alcuni tessuti<br />

(come ad esempio l'osso) che possono guarire<br />

senza deterioramento strutturale o funzionale


1 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 50 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt,<br />

Modo Pulsato 30 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 3.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 15 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto


Cisti<br />

La cisti è una cavità o sacca, normale o<br />

patologica, chiusa da una membrana ben<br />

distinta, contenente un materiale liquido o<br />

semisolido. Le raccolte di liquido non<br />

delimitate da membrana vengono definite<br />

pseudocisti, mentre le raccolte di pus<br />

vengono definite ascessi.<br />

Eziologia<br />

Le cisti possono essere congenite, cioè<br />

nascere da adesioni di pieghe nello stadio<br />

embrionale, o possono essere causate da<br />

infiammazioni, come ad esempio nel caso di<br />

borse sierose che si sviluppano in prossimità<br />

di articolazioni. Talvolta sembrano comparire<br />

senza causa apparente.<br />

In alcuni casi le cisti rappresentano uno stadio<br />

del ciclo vitale di alcuni parassiti, come<br />

l'echinococco.<br />

Sintomi<br />

Le cisti possono avere effetti di compressione<br />

sui tessuti circostanti, i loro effetti variano a<br />

seconda sia della posizione che del loro<br />

volume<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 50 Hz<br />

Prof. Rolando Crippa<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt,<br />

Modo Pulsato 30 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Taglio


Endodonzia<br />

Con il termine endodonzia si intende quella<br />

branca dell'odontoiatria che si occupa della<br />

terapia dell'endodonto, ovvero lo spazio<br />

all'interno dell'elemento dentario che contiene<br />

la polpa dentaria, costituita da cellule (come<br />

gli odontoblasti e le cellule stellate), vasi e<br />

nervi.<br />

Si ricorre alla terapia endodontica qualora una<br />

lesione (cariosa, traumatica) determini<br />

un’alterazione irreversibile del tessuto<br />

pulpare, fino alla necrosi stessa. È possibile<br />

inoltre ricorrere a questa metodica qualora<br />

l'elemento dentario debba essere coinvolto in<br />

riabilitazioni protesiche che, a causa della<br />

notevole riduzione di tessuto dentale,<br />

determinerebbero un'alterazione pulpare<br />

irreversibile (necrosi pulpare per cause<br />

iatrogene).<br />

Lavaggio<br />

La terapia endodontica ortograda è composta<br />

da diverse fasi:<br />

- accesso alla camera pulpare<br />

Asciugatura con cono di carta<br />

- sagomatura con strumenti endodontici<br />

manuali (k-files, headstrom, reamers, ecc.)<br />

o meccanici (strumenti in nichel titanio,<br />

come frese di Gates, Largo, Pro-files ecc.),<br />

detersione del canale radicolare (acqua<br />

ossigenata, ipoclorito di Sodio, calciochelanti).


Movimento spiraliforme della fibra dall’apice<br />

verso la corona<br />

sigillatura tridimensionale di tutte le strutture<br />

del canale (compresi canali laterali e delta<br />

apicale) tramite una gomma termoplastica<br />

(Guttaperca) secondo le tecniche di<br />

condensazione laterale a freddo e<br />

condensazione verticale a caldo.


controllo radiografico dopo 2 settimane<br />

controllo radiografico prima della cura<br />

controllo radiografico dopo 4 mesi


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt, Modo Pulsato 50 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 200 micron<br />

Trattamento dopo il lavaggio - asciutto<br />

Movimento spiraliforme dall’apice verso<br />

la corona<br />

5 volte 5 secondi per canale<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 2. Watt, Modo Pulsato 30 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 200 micron<br />

Trattamento dopo il lavaggio - asciutto<br />

Movimento spiraliforme dall’apice verso<br />

la corona<br />

5 volte 5 secondi per canale<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 1.5 Watt, Modo Pulsato 15 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 200 micron<br />

Trattamento dopo il lavaggio<br />

Trattamento al asciutto<br />

Movimento spiraliforme dall’apice verso<br />

la corona<br />

Epulide<br />

L'epulide è una iperplasia del tessuto<br />

connettivo della gengiva o del periodonto. Si<br />

tratta di lesioni simili a tumori benigni, ma<br />

non sono neoplasie vere e proprie.<br />

È tipicamente riscontrabile in gravidanza,<br />

come effetto dello squilibrio e dell'incremento<br />

degli ormoni sessuali; questo perché nella<br />

gengiva sono presenti recettori sia per il<br />

progesterone che per gli estrogeni, cosa che<br />

spiega anche l'aumentata risposta gengivale<br />

alla placca.<br />

Dunque è caratteristico che in gravidanza si<br />

abbia un aumento della gengivite e talvolta la<br />

comparsa di caratteristici rigonfiamenti<br />

interdentali ed epulidi (i cosiddetti tumori<br />

gravidici).<br />

In pratica, sulle gengive si forma una<br />

estroflessione che può a volte raggiungere un<br />

volume notevole, a comparsa prevalentemente<br />

nel settore anteriore della bocca.<br />

La placca è un importante cofattore<br />

nell'insorgenza di queste ipertrofie gengivali,<br />

che possono essere quindi almeno in parte<br />

prevenute eseguendo una idonea pulizia dei<br />

denti.<br />

La terapia consiste in un programma di igiene<br />

orale preventiva, a cominciare dall'inizio della<br />

gravidanza, evitando però l'uso di agenti per il<br />

controllo chimico della placca come la<br />

clorexidina poiché mancano test di<br />

teratogenicità.<br />

Le epulidi devono essere asportate solo<br />

qualora siano molto fastidiose o sanguinanti;<br />

infatti, nella maggior parte dei casi<br />

regrediscono spontaneamente dal nono mese<br />

in poi.<br />

5 volte 5 secondi per canale


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

2 Prof. Alfred Resch<br />

Potenza 1.8 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

1 Prof. Attilia Petrini<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Taglio


3 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Taglio


Fibroma<br />

Con il termine fibroma si indica un tumore<br />

benigno fibroso che si può generalmente<br />

presentare nell'apparato genitale femminile e<br />

nella cute. Colpisce al livello del tessuto<br />

connettivo e si può presentare in<br />

conformazione nodulare o poliposa<br />

Labbro inferiore esterno<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

2 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Potenza 1.8 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Superpulsato:<br />

Potenza 5.0 Watt,<br />

Pulsato 7000 Hz<br />

Tempo 40% On<br />

Tempo 60% Off<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 3.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto


Labbro inferiore interno<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio


2 Dr. Valter Pirazzoli


4 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Fibroma della lingua<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto


2 Dr. Valter Pirazzoli<br />

La luce laser induce un effetto anestetico,<br />

producendo la temporanea iperpolarizzazione<br />

della membrana.<br />

L’effetto si ottiene incrementando la potenza<br />

di irraggiamento da 0,5 W a 2,5 W, non a<br />

contatto.<br />

3 Dott. Stefania Cristalli<br />

L’irraggiamento determina solo una leggera<br />

sensazione di calore sulla zona interessata.<br />

La pz. chiede di asportare il fastidioso<br />

“difetto” dalla punta della lingua, perché<br />

infiammandosi di frequente le rende<br />

difficoltosa la fonesi e la masticazione.


Si mantiene in tensione il papilloma con<br />

pinzette atraumatiche per incidere alla base<br />

con movimenti rapidi.<br />

L’asportazione è avvenuta in pochi secondi,<br />

senza infiltrazione di anestetico, senza<br />

sanguinamento, senza suture, senza<br />

necrotizzazione del tessuto asportato<br />

lasciandolo eventualmente utile per analisi<br />

bioptica.<br />

Il controllo a 36 ore evidenzia come il taglio<br />

in assenza di aree di necrosi e la<br />

biostimolazione del tessuto permettano una<br />

guarigione rapidissima, senza alcun<br />

discomfort per la paziente.<br />

L’incisione iniziale traccia il perimetro<br />

circolare, con fibra di 400 µ a contatto, 2W<br />

modalità continua, con movimento veloce e<br />

continuo.


Fibroma della<br />

guancia<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 1.8 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Superpulsato:<br />

Potenza 5.0 Watt,<br />

Pulsato 7000 Hz<br />

Tempo 40% On<br />

Tempo 60% Off<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 3.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto


2 Dr. Valter Pirazzoli


Frenulectomia<br />

Vestibolare<br />

1 Prof. AnnaRita Spedicato<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 1.8 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

2 Prof. AnnaRita Spedicato


3 Prof. AnnaRita Spedicato


Frenulectomia<br />

Linguale<br />

1 Prof. AnnaRita Spedicato<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 1.8 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Superpulsato:<br />

Potenza 5.0 Watt,<br />

Pulsato 7000 Hz<br />

Tempo 40% On<br />

Tempo 60% Off<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 3.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto


2 Dott. Stefania Cristalli<br />

L’inserzione del frenulo e la sua tensione<br />

importante creano trazione sui tessuti<br />

parodontali degli elementi 3.1 e 4.1, con<br />

iniziali recessioni gengivali.<br />

L’anestesia viene eseguita solo con anestetico<br />

di uso topico (lidocaina 15%) per poter<br />

effettuare le prime “pennellate” con il laser,<br />

che poi rendono il tessuto non dolente al<br />

taglio.<br />

L’incisione del frenulo si esegue con fibra da<br />

400 µ a contatto, 2,5 W, CW, con movimento<br />

veloce e continuo a “pennellata” per non<br />

creare aree di necrosi.


Il processo di guarigione dell’incisione è<br />

veramente rapido e il pz. non ha presentato<br />

dolore, né difficoltà alla masticazione o alla<br />

fonesi.<br />

3 Prof. Alfred Resch


Formice<br />

Abbassamento<br />

Conosciuta anche con il termine inglese<br />

“vestibuloplasty”, consiste nell’intervento<br />

chirurgico preprotesico per un miglioramento<br />

della base della protesi totale. Oggi, con<br />

l’introduzione dell’implantologia, questa<br />

tecnica è passata in secondo piano.<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 5.0 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto


Gengivectomia<br />

La gengivectomia è l' escissione chirurgica<br />

della gengiva a livello dell'attacco allo scopo<br />

di ottenere la creazione di una nuova gengiva<br />

marginale. Questa procedura è utilizzata per<br />

eliminare tasche gengivali o tasche<br />

parodontali, o per procurare un accesso ai<br />

tessuti parodontali per interventi chirurgici,<br />

oppure ancora per guadagnare l'accesso<br />

necessario alla rimozione del tartaro<br />

all'interno delle tasche gengivali.<br />

Prof. Michele Barone<br />

Programma Parodontologia


Herpes labialis<br />

Dr. Rodenburg Wenda<br />

È causato dal virus “herpes simplex”,<br />

appartenente alla famiglia degli “herpes virus<br />

alpha”.<br />

Può essere contratto nell'infanzia attraverso<br />

saliva, baci o, in generale, tramite contatto<br />

interumano. Si insedia a livello del nervo<br />

Trigemino, nel quale rimane in forma latente,<br />

per poi subire riattivazioni in particolari<br />

condizioni (stress ad esempio) e dare la nota<br />

ulcera fredda sul labbro.<br />

Incappucciamento<br />

della polpa<br />

L’esposizione dell’organo pulpo-dentinale<br />

durante le manovre di rimozione del tessuto<br />

cariato non necessariamente deve condurre al<br />

trattamento endodontico dell’elemento<br />

dentale interessato. Il mantenimento della<br />

vitalità pulpare è possibile attraverso<br />

l’incappucciamento diretto dell’area pulpare<br />

esposta. Un’attenta valutazione preoperatoria,<br />

che accerti in particolar modo l’assenza di<br />

sintomatologia dolorosa spontanea, e una<br />

normale risposta ai test di vitalità pulpare, è<br />

una fase molto importante nei procedimenti<br />

decisionali che portano il clinico a formulare<br />

il piano di cura dell’elemento dentale<br />

interessato dal processo carioso.<br />

Con in Laser a Diodi 810nm, programma<br />

“Impulso singolo”, e con l’impiego del<br />

mineral trioxide aggregate “MTA”<br />

nell’eseguire l’incappucciamento diretto della<br />

polpa ha evidenziato, rispetto all’idrossido di<br />

calcio, una minor incidenza di dolore<br />

nell’immediato postoperatorio e minori segni,<br />

all’analisi istologica, d’infiammazione dei<br />

tessuti pulpari. Una valutazione longitudinale<br />

prospettica a medio-lungo termine appare, in<br />

ogni modo, indispensabile prima di poter<br />

affermare che il mineral trioxide aggregate<br />

“MTA” è candidato a sostituire l’idrossido di<br />

calcio nei procedimenti d’incappucciamento<br />

diretto della polpa esposta.<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza1.8 Watt, Modo continuo CW<br />

Manipolo Non-Contact o fibra 400micron


1 Dr. Valter Pirazzoli<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.0 Watt,<br />

Impulso singolo<br />

Fibra 400 micron


Biostimolazione<br />

Prof. Luisa Parma<br />

La Low Level Laser Therapy (LLLT) è una<br />

terapia laser che per definizione opera con<br />

potenze situate nell’intervallo di 5 – 500 mW<br />

e lunghezze d’onda comprese tra 600 e 1000<br />

nm. I campi di applicazione di tale terapia<br />

sono i più svariati, ma sicuramente l’effetto<br />

antalgico e la biostimolazione che si<br />

ottengono con la LLLT trovano ottimo<br />

impiego nel trattamento delle affezioni<br />

muscolo scheletriche, infiammatorie e nel<br />

favorire la guarigione sia della cute sia delle<br />

mucose. La biostimolazione dei tessuti è un<br />

processo che si articola a diversi livelli ma<br />

che ha il suo cardine nell’aumento della<br />

produzione di ATP da parte delle cellule<br />

trattate con il laser. Questo effetto si<br />

manifesta con un’aumentata replicazione<br />

cellulare, un’aumentata produzione di fattori<br />

di crescita e la riduzione di sostanze proinfiammatorie.<br />

A livello clinico si osserva una<br />

rapidità di guarigione dei tessuti trattati,<br />

riduzione dell’edema, aumento della<br />

vascolarizzazione, riduzione dell’infiammazione,<br />

effetto antalgico.<br />

Implantologia<br />

1 Dr. Valter Pirazzoli


Innesto osseo<br />

Prof. Gianluigi Caccianiga<br />

Er:YAG<br />

Watt: 6,5<br />

Joule: 250<br />

Hertz:25


Ipersensibilità<br />

Leucoplachia<br />

Prof. Alfred Resch<br />

La leucoplachia è una caratteristica placca<br />

bianca che si forma soprattutto nella cavità<br />

orale a causa di una eccessiva ed anomala<br />

cheratinizzazione dell'epitelio e in alcuni casi<br />

da un ispessimento distrofico di alcuni strati<br />

esterni o dello strato spinoso dell'epitelio<br />

stesso. È correlata al fumo di sigaretta e al<br />

consumo di alcol, ma può avere anche cause<br />

ignote.<br />

È classificata tra le lesioni precancerose,<br />

ovvero tra le anomalie di crescita cellulare<br />

che possono evolvere in neoplasie maligne.<br />

La leucoplachia è considerata una lesione<br />

precancerosa intesa come un’alterazione<br />

epiteliale pre-maligna nella quale e' più<br />

probabile lo sviluppo di una neoplasia<br />

maligna rispetto alla controparte tissutale<br />

indenne. I fattori predisponenti associati sono:<br />

- irritazione meccanica continua locale<br />

(spine irritative);<br />

- allergie ai materiali di uso<br />

odontoiatrico;<br />

- contatto con carcinogeni secondario<br />

ad abitudini viziate, come tabagismo e<br />

abuso di alcool;<br />

- patologie sistemiche come anemia<br />

sideropenica deficit nutrizionali<br />

epatopatie diabete, ecc.


1 Dr. Valter Pirazzoli


Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

2 Prof. AnnaRita Spedicato<br />

Potenza 2.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 50 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 2.0 Watt,<br />

Modo Pulsato 30 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento dopo il lavaggio<br />

Trattamento asciutto<br />

Taglio<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 1.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 15 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron


1 Prof. Giovanni Maria Gaeta<br />

Neoformazioni<br />

Cutanee<br />

Le neoformazioni cutanee sono diversi tipi di<br />

lesioni a carattere benigno o maligno. Alcuni<br />

esempi di lesioni cutanee benigne di interesse<br />

essenzialmente estetico sono: cisti, fibromi,<br />

lipomi, cheratosi seborroiche, angiomi ed<br />

alcuni tumori cutanei.<br />

Le lesioni maligne sono costituite da<br />

formazioni a crescita progressiva ed<br />

incontrollata, come le neoplasie denominate<br />

epiteliomi.<br />

I due gruppi più frequenti sono i carcinomi<br />

basocellulari e Spinocellulari, così chiamati<br />

per le cellule da cui hanno origine (basali e<br />

spinose).<br />

Sono soprattutto questi ultimi i più temibili ed<br />

aggressivi; anche se gli altri (basaliomi), pur<br />

avendo un decorso in genere lento, possono<br />

essere molto invasivi localmente. La terapia<br />

per affrontare tali neoplasie è in genere<br />

chirurgica, anche se in alcuni casi può essere<br />

di valido aiuto un approccio medico con<br />

farmaci antitumorali o con radioterapia.<br />

Le neoformazioni possono manifestarsi in<br />

varie forme, in genere piccole e superficiali,<br />

ma la grande maggioranza va asportata<br />

chirurgicamente e analizzata istologicamente<br />

per confermare la diagnosi e per verificarne la<br />

radicale asportazione.<br />

A volte questi tumori raggiungono dimensioni<br />

considerevoli o sono situati in posizioni molto<br />

difficili da trattare, per cui è necessario un<br />

intervento di asportazione e ricostruzione<br />

estetica.<br />

Trattamento Laser<br />

Er:YAG<br />

Watt: 1<br />

Joule:100<br />

Hertz:10


1 Dr. Valter Pirazzoli 2 Dr. Valter Pirazzoli


3 Dr. Valter Pirazzoli 4 Dr. Valter Pirazzoli


5 Dr. Valter Pirazzoli 6 Dr. Valter Pirazzoli


7 Dr. Valter Pirazzoli


8 Dr. Valter Pirazzoli 9 Dr. Valter Pirazzoli


10 Dr. Valter Pirazzoli


11 Dr. Valter Pirazzoli<br />

12 Dr. Valter Pirazzoli


Ortodonzia<br />

L'ortodonzia è quella particolare branca<br />

dell'odontoiatria che studia le diverse<br />

anomalie della costituzione, sviluppo e<br />

posizione dei denti e delle ossa mascellari. Ha<br />

lo scopo di prevenire, eliminare o attenuare<br />

tali anomalie mantenendo o riportando gli<br />

organi della masticazione e il profilo facciale<br />

nella posizione più corretta possibile.<br />

La pratica ortodontica consiste<br />

sostanzialmente in due tipi di terapia, che<br />

molto spesso sono consequenziali.<br />

Terapia chirurgica: si attua estraendo quei<br />

denti che ostacolano l'allineamento e<br />

l'articolazione degli altri o la corretta<br />

posizione dento-facciale; è attuata<br />

esclusivamente dagli odontoiatri.<br />

Terapia meccanica: si attua mediante la<br />

costruzione di diversi tipi di apparecchi<br />

che potremmo suddividere in:<br />

- Apparecchi attivi: agiscono<br />

direttamente con la loro forza quando<br />

viene attivata (es. apparecchi con viti,<br />

archi, molle ecc.)<br />

- Apparecchi passivi: sfruttano le forze<br />

masticatorie, essendo di per sé inattivi<br />

(es. placca vestibolare, piano inclinato,<br />

ecc.)<br />

Principali componenti biomeccaniche<br />

Forza: viene applicata per ottenere il<br />

risultato diagnosticato, è opportuno<br />

dosarla adeguatamente per evitare di<br />

causare errori che potrebbero risultare<br />

irreparabili. Quando si ha il tempo<br />

necessario è preferibile quindi applicare<br />

forze di poca intensità (spesso per ragioni<br />

di tempo si verifica purtroppo il<br />

contrario).<br />

Pressione: essa viene esercitata sui tessuti<br />

orali mediante la suddetta componente<br />

(forza), alla quale è quindi strettamente<br />

collegata; il risultato è dato dal<br />

riassorbimento del tessuto alveolare e<br />

conseguente opposizione ossea<br />

(spostamento del dente nella direzione<br />

voluta).<br />

Ancoraggio: è la resistenza opposta alle<br />

forze dinamiche orizzontali, interessa un<br />

buon numero di denti in quanto gli<br />

elementi di ancoraggio devono sempre<br />

essere di gran lunga superiori agli<br />

elementi sotto pressione (rapporto minimo<br />

di 2 a 1, ma al lato pratico questo<br />

difficilmente si verifica).<br />

Ritenzione: è la resistenza opposta alle<br />

forze dinamiche verticali; essa si avvale in<br />

particolar modo dei sottosquadri,<br />

soprattutto quelli prossimali.<br />

Le tre classi dentali<br />

La cura delle dismorfosi facciali ha radici<br />

molto antiche, basti pensare al tentativo di<br />

correggere la ipermandibulia (III Classe<br />

scheletrica) della famiglia regnante degli<br />

Asburgo. Ma è solo agli inizi del Novecento<br />

che negli USA si classifica il problema con<br />

senso critico e scientifico. E. Angle distingue<br />

3 classi di malocclusioni in base alla<br />

posizione relativa dei primi molari permanenti<br />

(superiori e inferiori).<br />

La I Classe dentale è la più rappresentata<br />

nella popolazione nord-europea<br />

(vichinghi): il molare superiore (cuspide<br />

mesio-vestibolare) occlude nel solco tra la<br />

cuspide mesiale e centrale del primo<br />

molare inferiore, il canino superiore si<br />

incastra dal lato vestibolare tra canino e<br />

premolare inferiore.<br />

La II Classe dentale è la più rappresentata<br />

nella popolazione indoeuropea, dove il<br />

baricentro del corpo sta davanti e la<br />

mandibola cresce e si sviluppa in<br />

posizione distale rispetto al cranio,


pertanto il molare superiore (cuspide<br />

mesio-vestibolare) si incastra tra le creste<br />

marginali di secondo premolare e primo<br />

molare inferiore.<br />

La III Classe dentale (Asburgo) si<br />

riscontra prevalentemente nelle razze<br />

asiatiche con diverse tipologie e sono<br />

associazioni di ipersviluppo mandibolare<br />

e iposviluppo mascellare con varie<br />

gradazioni di crescita: il molare superiore<br />

(cuspide mesio-vestibolare) occlude dopo<br />

il solco distale del molare inferiore.<br />

Questa è solo una classificazione clinica, ma<br />

esistono miliardi di possibili variazioni nella<br />

popolazione mondiale.<br />

1 Prof. Attila Petrini


Papilloma<br />

1 Prof. Dr. Rolando Crippa<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 1.8 Watt, Modo continuo<br />

CW<br />

Fibra 400 micron


2 Prof. Dr. Rolando Crippa<br />

Paziente maschio adulto portatore di<br />

papillomi orali (PCR positiva per HPV non<br />

tipizzato). I papillomi sono posizionati<br />

intorno ad impianti in titanio non protesizzati.<br />

La zona trattata a 15 giorni di distanza: ottima<br />

guarigione e ripristino del contour gengivale<br />

perimplantare,<br />

Mediante laser a diodi 810±5 nm con fibra da<br />

400 micron, Potenza 2.0 Watt in CW<br />

si esegue asportazione di tutte le<br />

neoformazioni senza anestetico locale e senza<br />

posizionare punti di sutura.<br />

Presenza di papillomi anche sul margine<br />

interno dell’emilabbro inferiore.


Trattamento contemporaneo dei due papillomi<br />

del labbro inferiore con laser a diodi<br />

810±5nm, fibra da 400 micron, potenza 1.8 W<br />

in CW, senza anestetico locale.<br />

immediatamente dopo l’applicazione del laser<br />

a diodi il tessuto subisce un’emostasi<br />

istantanea.<br />

Dopo 5 anni il tessuto perimplantare e il<br />

labbro appaiono indenni dalle lesioni. Si noti<br />

in particolare il trofismo della gengiva<br />

aderente vicina agli impianti che appare<br />

tonica e incontaminata<br />

Dopo 3 settimane la zona perimplantare e<br />

quella del labbro appaiono perfettamente<br />

guarite.


Parodontologia<br />

La parodontologia è una branca<br />

dell'odontoiatria che studia i tessuti del<br />

parodonto (peri = attorno; odons = dente) e le<br />

patologie ad esso correlate. Il parodonto è<br />

costituito da: 1 - gengiva, 2 - osso alveolare, 3<br />

- cemento radicolare (tessuto che ricopre la<br />

radice del dente), 4 - legamento parodontale.<br />

La parodontologia si occupa quindi<br />

dell'insieme dei tessuti molli (legamento<br />

periodontale e gengiva) e duri (cemento e<br />

tessuto osseo alveolare) che circondano il<br />

dente e che assicurano la sua stabilità<br />

nell'arcata alveolare (in condizioni di salute).<br />

La parodontologia si occupa anche delle<br />

malattie che interessano il parodonto, queste<br />

vengono chiamate genericamente malattie<br />

parodontali o parodontopatie, o piorrea<br />

(termine storico oggi ancora utilizzato nella<br />

popolazione).<br />

Eziologia della malattia parodontale<br />

La malattia parodontale è una malattia che ha<br />

una componente batterica, quindi infettiva,<br />

ma questa non è sufficiente a portare la<br />

malattia parodontale.<br />

Incidenza della malattia parodontale<br />

Si calcola che almeno dieci milioni di italiani<br />

soffrano di tali malattie dopo i trent’anni di<br />

età; con la malattia parodontale si perde<br />

"attacco" (attacco epiteliale, che in realtà non<br />

si perde, ma si sposta apicalmente,<br />

allontanandosi dal dente verso la radice) e<br />

osso alveolare. Queste modifiche anatomiche<br />

del parodonto sono conseguenze della<br />

malattia e portano a due possibili<br />

manifestazioni cliniche: 1 - recessione<br />

gengivale (gengiva abbassata che si evidenzia<br />

con un dente più lungo); 2 - tasca parodontale<br />

(gengiva nella posizione corretta, ma l'osso e<br />

l'attacco si sono spostati apicalmente lungo la<br />

radice, formando così uno spazio vuoto<br />

chiamato tasca parodontale).<br />

Patologia parodontale aggressiva infantile<br />

Anche nei bambini questa malattia può<br />

insorgere ed è prevalentemente dovuta a un<br />

microrganismo: l'actinomices actinomicetemcomitans.<br />

Altre condizioni possono<br />

favorirla, come quelle anatomiche,<br />

particolarmente sfavorevoli, che agevolano la<br />

perdita di gengiva; una scarsa igiene e una<br />

infiammazione conseguente possono<br />

aggravare le lesioni. Solitamente guarisce<br />

dopo opportuno trattamento antibiotico ed il<br />

ripristino di pratiche corrette di igiene orale.<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 50 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Vaporizzazione del tessuto di<br />

granulazione e liquidi, disinfezione,<br />

biostimolazione<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 3.0 Watt,<br />

Modo Pulsato 30 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento dopo il lavaggio<br />

Trattamento asciutto<br />

Vaporizzazione del tessuto di<br />

granulazione e liquidi, disinfezione<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 3.5 Watt,


Modo Pulsato 15 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Vaporizzazione del tessuto di<br />

granulazione e liquidi, disinfezione<br />

Trattamento Laser<br />

Diodi 810nm<br />

Potenza 2.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 50 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Vaporizzazione del tessuto di<br />

granulazione e liquidi, disinfezione,<br />

biostimolazione<br />

Diodi 980nm<br />

Potenza 2.0 Watt,<br />

Modo Pulsato 30 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento dopo il lavaggio<br />

Trattamento asciutto<br />

Vaporizzazione del tessuto di<br />

granulazione e liquidi, disinfezione<br />

Nd:YAG<br />

Potenza 1.5 Watt,<br />

Modo Pulsato 15 Hz<br />

Tempo impulso/pausa 10ms<br />

Fibra 400 micron<br />

Trattamento asciutto<br />

Vaporizzazione del tessuto di<br />

granulazione e liquidi, disinfezione


1 Prof. AnnaRita Spedicato<br />

2 Dott. Stefania Cristalli<br />

È bene precisare che il laser, anche in<br />

parodontologia, non rappresenta una tecnica<br />

di trattamento alternativa ma di ausilio, deve<br />

pertanto cooperare con il tradizionale<br />

strumentario chirurgico.<br />

Si evidenzia sondaggio parodontale mesiovestibolare<br />

e mesiolinguale di 5 mm con<br />

accumulo di placca e tartaro. Il tessuto<br />

gengivale appare edematoso e con evidente<br />

alterazione di tipo infiammatorio. Le restanti<br />

4 sedi di sondaggio registrano dai 2 ai 3 mm.<br />

Si decide di trattare l’elemento interessato a<br />

cielo coperto.


Si procede con scaling e root planing<br />

mediante curettes e ablatore a ultrasuoni<br />

(strumentazione tradizionale) al fine di<br />

ottenere la rimozione di placca e tartaro<br />

sottogengivale, del cemento radicolare<br />

contaminato e del tessuto infiammato.<br />

Alternato alle fasi di scaling, viene utilizzata<br />

la luce laser con fibra 400 µ, pulsato 2,5W<br />

con movimento a pennellata, mantenendo la<br />

fibra appoggiata alla superficie, radicolare<br />

parallelamente all’asse del dente.


Il controllo a 4 giorni evidenzia:<br />

Nella situazione iniziale si evidenziava<br />

sanguinamento, sondaggio parodontale<br />

patologico e tessuto altamente infiammato;<br />

a soli 4 giorni di distanza il sondaggio è<br />

rientrato e non ci sono segni evidenti di<br />

infiammazione.<br />

- sondaggio parodontale mesio-vestibolare<br />

di 2.5 mm e mesiopalatino di 2 mm;<br />

- consistenza e colore della gengiva<br />

mostrano stato di buona salute dei tessuti<br />

trattati.


3 Prof. AnnaRita Spedicato Periimplantite<br />

1 Prof. AnnaRita Spedicato


Protesi fissa<br />

1 Prof. Michele Barone


2 Prof. Michele Barone


3 Prof. Michele Barone


4 Prof. Michele Barone


3 mesi


5 Prof. Alfred Resch Gengivectomia<br />

preprotesica<br />

Dott. Stefania Cristalli<br />

Laser a Diodi 810nm<br />

La frattura dentale sottogengivale richiede<br />

una gengivectomia che permetta di<br />

rievidenziare il margine ricostruttivo e/o<br />

protesico nel rispetto dell’ampiezza<br />

biologica del parodonto.


Frattura dell’elemento con compromissione<br />

della giunzione smalto-cemento. Inoltre, il<br />

radiogramma mostra infiltrazione<br />

dell’otturazione sotto il margine gengivale


In un’unica seduta è possibile ripristinare<br />

l’elemento dentale, con preparazione<br />

protesica e inserzione del provvisorio.<br />

• Anestesia per infiltrazione 1/6 tbf<br />

carbocaina 1:100000<br />

• Fibra 400 µ, 3W, modalità continua,<br />

incisione semilunare<br />

Il tessuto si incide in assenza di<br />

sanguinamento per l’emostasi eseguita dalla<br />

luce laser e in poco tempo si espone la<br />

zona sottogengivale e si può così procedere a<br />

preparazione protesica del moncone.


Sbiancamento di denti<br />

vitali e non vitali<br />

Prof. AnnaRita Spedicato<br />

Il colore dei denti è personale, un po' come il<br />

colore della pelle, ognuno ha il suo e non è<br />

mai un bianco puro come il bianco della<br />

porcellana. Il “bianco naturale” dei denti<br />

incorpora lievi sfumature sui toni del giallo e<br />

del grigio, talora del bruno o del rossiccio, più<br />

o meno accentuate, che aumentano d’intensità<br />

dal bordo libero al colletto gengivale di ogni<br />

singolo dente. I canini, tra l’altro, hanno di<br />

regola un colore più carico degli altri.<br />

Al controllo dopo pochi giorni il tessuto<br />

gengivale si è completamente stabilizzato ed<br />

è già possibile rilevare l’impronta per la<br />

preparazione del manufatto protesico,<br />

posizionato in sede.<br />

Al contrario di quanto si possa pensare, non è<br />

lo smalto che determina il colore dei denti.<br />

Esso infatti non possiede un colore proprio, è<br />

traslucido: dalla sua superficie traspare il<br />

colore della dentina sottostante. Con il passare<br />

del tempo però lo smalto può colorarsi<br />

assorbendo pigmenti da cibi e bevande,<br />

mentre la dentina tende ad ispessirsi per<br />

apposizione continua nella camera interna<br />

presente nella corona dei denti. Ciò fa sì che<br />

con l’invecchiamento i denti si scuriscano e<br />

perdano la loro originaria brillantezza.<br />

Per il trattamento in studio con il laser si<br />

utilizza perossido d’idrogeno ad alta<br />

percentuale, intorno al 35% (130 volumi),<br />

aggiungendo un liquido basico che elimina il<br />

PH basso (3) in modo tale che il gel diventi<br />

basico e non corroda la sostanza organica<br />

interprismale dello smalto. Una volta protette<br />

le gengive con una diga fotopolimerizzabile, si<br />

applica uno specifico gel sui denti e li si<br />

espone alla luce laser per 30 secondi. Il<br />

riscaldamento del H2O2 libera i radicali liberi<br />

con un effetto di penetrazione dell’ossigeno in<br />

profondità nella dentina e la rottura dei legami<br />

all’interno delle molecole di pigmento del<br />

colore della dentina.


1 Dr. Valter Pirazzoli<br />

3 Prof. AnnaRita Spedicato<br />

2 Prof. AnnaRita Spedicato

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