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LA FOTO<br />
Sos pesca<br />
Il saccheggio dei mari<br />
è senza freni<br />
I cittadini europei consumano<br />
molto più di quello che i paesi<br />
del continente pescano nelle<br />
sue acque. Oltre la metà della<br />
domanda annuale di pesce<br />
proviene da acque non europee,<br />
di cui circa il 50% da<br />
Paesi in via di sviluppo.<br />
E allora New Economics Foundation<br />
di Londra ha calcolato,<br />
in un immaginario calendario<br />
della sostenibilità, il Fish<br />
Dependence Day in Europa: il<br />
13 luglio. È la data in cui i consumatori<br />
europei hanno esaurito<br />
le ‘scorte’ di pesce locale<br />
e hanno cominciato a consumare<br />
quelle che provengono<br />
da oceani lontani, soprattutto<br />
dai paesi in via di sviluppo.<br />
Negli ultimi tre decenni, il<br />
Fish Dependence Day europeo<br />
è stato anticipato di anno<br />
in anno. Trenta anni fa, l’Europa<br />
era in grado di soddisfare<br />
la domanda di pesce pescandolo<br />
in acque europee fino a<br />
settembre od ottobre. Durante<br />
lo stesso periodo di tempo la<br />
pesca eccessiva è aumentata.<br />
Secondo l’ultimo SOFIA report<br />
della FAO, un allarmante 31%<br />
di stock ittici nel mondo sono<br />
sovra sfruttati, il 58 % sono utilizzati<br />
al limite dei propri limiti<br />
biologici e solo l’11% degli<br />
stock ittici sono pescati con<br />
moderazione. Il pollock dell’Alaska<br />
è il pesce più pescato al<br />
mondo, spodestando l’acciuga<br />
peruviana (vedi approfondimenti<br />
a pagina 15). Nella foto,<br />
un branco di barracuda in un<br />
varco di una barriera corallina<br />
nel mare delle Fiji.<br />
www.fishforward.eu/it/<br />
© WWF-Canon / Cat HOLLOWAY<br />
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