Panda_Settembre

PANDA 

MAGAZINE 

NUMERO 4 

2016 

Poste italiane S.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, aut. gipa/C/Roma |Contiene i.R. 

SENTINELLE 

DELLA NATURA 

Armate solo di binocoli e di passione, 

le 300 guardie volontarie del WWF lottano 

ogni giorno contro bracconaggio ed ecoreati. 

Scopriamo le loro storie 

PANDA I 1

LA FOTO 

Sos pesca 

Il saccheggio dei mari 

è senza freni 

I cittadini europei consumano 

molto più di quello che i paesi 

del continente pescano nelle 

sue acque. Oltre la metà della 

domanda annuale di pesce 

proviene da acque non europee, 

di cui circa il 50% da 

Paesi in via di sviluppo. 

E allora New Economics Foundation 

di Londra ha calcolato, 

in un immaginario calendario 

della sostenibilità, il Fish 

Dependence Day in Europa: il 

13 luglio. È la data in cui i consumatori 

europei hanno esaurito 

le ‘scorte’ di pesce locale 

e hanno cominciato a consumare 

quelle che provengono 

da oceani lontani, soprattutto 

dai paesi in via di sviluppo. 

Negli ultimi tre decenni, il 

Fish Dependence Day europeo 

è stato anticipato di anno 

in anno. Trenta anni fa, l’Europa 

era in grado di soddisfare 

la domanda di pesce pescandolo 

in acque europee fino a 

settembre od ottobre. Durante 

lo stesso periodo di tempo la 

pesca eccessiva è aumentata. 

Secondo l’ultimo SOFIA report 

della FAO, un allarmante 31% 

di stock ittici nel mondo sono 

sovra sfruttati, il 58 % sono utilizzati 

al limite dei propri limiti 

biologici e solo l’11% degli 

stock ittici sono pescati con 

moderazione. Il pollock dell’Alaska 

è il pesce più pescato al 

mondo, spodestando l’acciuga 

peruviana (vedi approfondimenti 

a pagina 15). Nella foto, 

un branco di barracuda in un 

varco di una barriera corallina 

nel mare delle Fiji. 

www.fishforward.eu/it/ 

© WWF-Canon / Cat HOLLOWAY 

2 I PANDA PANDA I 3

GALLERY 

Facce da WWF 

TUTTI I GIORNI IN PRIMA LINEA 

DA VOLONTARI 

2 

3 

1 

1 

3 

2 

4 

Qui ne vedete solo 22, in realtà sono oltre 300, in tutta la 

Penisola. Sono le Guardie Giurate volontarie del WWF Italia, gli 

“eroi antibracconaggio” di cui raccontiamo le gesta in questo 

numero di Panda. Ve li presentiamo in azione, sul campo, 

con l’oggetto dei loro sequestri: fauna viva o morta, gabbie, 

trappole. Sono presenti in 15 regioni: da guardie venatorie e 

ittiche le loro competenze si sono ampliate, e riguardano la 

“vigilanza ambientale” in senso lato, svolgendo funzioni di 

vigilanza ambientale - venatoria - ittica e zoofila (a seconda delle 

norme regionali) con la qualifica di “pubblici ufficiali”, in stretta 

collaborazione con Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, 

Polizia provinciale e Corpo Forestale dello Stato, oltre che con le 

altre Associazioni di protezione ambientale. 

www.wwf.it/tu_puoi/volontariato/guardie_wwf/ 

1. Fabrizio Lullo, Salerno e Stefano Reggio, Genova. 

2. Matteo Mauri, Bergamo. 3. Ennio Bonfanti, Caltanissetta. 

4. Riccardo Tucci, Brescia. 5. Daniele Colombo, Pavia. 

6. Antonio Enrile, Palermo. 7. Ciro Acquaviva, Pavia. 

8. Carlo Bonacina, Brescia. 9. Marco Mancinelli, Ancona. 

10. Alberto Giani, Milano 

4 

5 

6 

5 6 7 8 

7 8 

9 

9 

10 10 

11 12 

1. Carlo Aprile, Caltanissetta. 2. Bruno Cajano, Napoli. 

3. Antonio delle Monache, Milano. 4. Domenico Di Donna, Salerno. 

5. Avio Bertilotti, Lucca. 6. Filippo Bamberghi, Milano. 

7. Roberta Principe, Catanzaro. 8. Massimiliano Volpi, Bergamo. 

9. Giovanni Gottardi, Milano. 10. Giampaolo Oddi, Terni. 

11. Antonio Manzo, Salerno. 

4 I PANDA PANDA I 5

ATTUALITÀ ITALIA 

EDITORIALE 

IL TESTIMONE 

WWF ITALIA ONG - ONLUS 

Via Po, 25/c - 00198 Roma - Tel. 06/844971 - www.wwf.it 

Ente Morale D.P.R. n. 493 del 4/4/1974 

CONSIGLIO NAZIONALE 

Presidente onorario 

Fulco Pratesi 

Presidente 

Donatella Bianchi 

Vicepresidente-tesoriere 

Dante Caserta 

Consiglieri 

Paolo Anselmi 

Roberto Danovaro 

Andrea Granelli 

Enrico Lanzavecchia 

Valerio Neri 

Gianluca Salvatori 

Collegio sindacale 

Antonella Pulci 

Massimiliano Sportoletti 

Giuseppina Morello 

Direttore Generale 

Gaetano Benedetto 

Vice Direttore 

Bruno Carlo Ravaglioli 

COMITATO SCIENTIFICO 

Franco Andaloro 

Franco Andreone 

Vincenzo Balzani 

Piermario Biava 

Ferdinando Boero 

Luigi Boitani 

Lester Brown 

Federico Butera 

Fausto Capelli 

Massimo Capula 

Sergio Castellari 

Mauro Ceruti 

Cesare Corselli 

Maria Francesca Cotrufo 

Paolo Crosignani 

Roberto Danovaro 

Giulio De Leo 

Domenico De Masi 

Alberto Di Fazio 

QUOTE SOCIALI A PARTIRE DA 

Socio junior 

24 euro 

Socio ordinario 

30 euro 

Socio sostenitore 

60 euro 

Socio famiglia 

60 euro 

Socio famiglia sostenitore 90 euro 

Panda Club 

25 euro 

Millennium Club 

360 euro 

Antonio Di Natale 

Almo Farina 

Vincenzo Ferrara 

Ireneo Ferrari 

Andrea Filpa 

Silvano Focardi 

Fulvio Fraticelli 

Marco Frey 

Silvana Galassi 

Marino Gatto 

Domenico Gaudioso 

Mario Giampietro 

Enrico Giovannini 

Silvio Greco 

Franco La Cecla 

Alessandro Lanza 

Sandro Lovari 

Sergio Malcevschi 

Ezio Manzini 

Marco Marchetti 

Eleonora Masini 

Bruno Massa 

Andrea Masullo 

Luca Mercalli 

Fiorenza Micheli 

Franco Miglietta 

Alessandro Montemaggiori 

Norman Myers 

Antonio Navarra 

Giuseppe Notarbartolo di Sciara 

Franco Pedrotti 

Francesco Petretti 

Bernardino Romano 

Wolfgang Sachs 

Valerio Sbordoni 

Giuseppe Scarascia-Mugnozza 

Bartolomeo Schirone 

Andrea Segrè 

Fernando Spina 

Mariachiara Tallachini 

Ezio Todini 

Mario Tozzi 

Sergio Ulgiati 

Riccardo Valentini 

Augusto Vigna-Taglianti 

Sergio Zerunian 

I pagamenti di quota associativa o di donazione possono 

essere effettuati sul c/c p.n. 323006 intestato a: 

WWF Italia Ong-Onlus Via Po, 25/c - 00198 Roma 

I Privati possono dedurre la donazione dal proprio 

reddito per un importo non superiore al 10% del reddito 

complessivo dichiarato, nella misura massima di 70.000 

euro annui; oppure possono detrarre dall’imposta lorda 

il 26% dell’importo donato fino ad un massimo di 30.000 

euro. In alternativa, in base al regime fiscale applicato alle 

erogazioni liberali in favore delle ONG possono dedurre 

dal loro reddito le donazioni per un importo non superiore 

al 2% del reddito complessivo dichiarato. 

PANDA MAGAZINE 

WWF Italia ONG - ONLUS Fondo Mondiale per la Natura 

www.wwf.it 

Anno XLIX - n.4 settembre/ottobre 

Questo numero è stato chiuso in tipografia 

nel mese di settembre 2016 

Il Panda è una Pubblicazione Bimestrale: 

Autorizz. Tribunale di Roma n. 12132 del 24/4/68. 

Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 

27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/Roma 

Direttore responsabile: Fulco Pratesi 

Responsabile comunicazione: Federica Penna 

Responsabile corporate identity: Barbara Franco 

PANDA è realizzato in collaborazione con (www.vita.it) 

Coordinamento editoriale: Lucio Biancatelli, Silvano Rubino 

in redazione: Natascia Gargano, Elisa Cozzarini 

Progetto grafico: Antonio Mola 

con la collaborazione di Marco Bertoncini 

Stampa: Rotopress International, Bologna 

In copertina: 

Guardia WWF in soccorso di un gufo reale (Bubo bubo) 

© Foto di Alberto Nardi 

PRODOTTO INTERAMENTE 

STAMPATO SU CARTA FSC RECYCLE 

CERTIFICATO RINA –COC-000002 

NATURA D’ITALIA, UN BENE 

DA TUTELARE IN COSTITUZIONE 

di Donatella Bianchi, Presidente WWF Italia 

Cinquant’anni fa eravamo poco più di 3 miliardi, i cambiamenti climatici 

non erano ancora una priorità e nessuno immaginava di vivere 

nell’Antropocene. Muoveva i primi passi, anche in Italia, il Fondo 

Mondiale per la Natura, con l’obiettivo di proteggere lo straordinario 

patrimonio ambientale del paese. 50 anni di sfide, di battaglie ingaggiate 

e vinte, di successi che hanno scritto buona parte della storia della 

conservazione italiana (www.wwf.it/50anni.cfm). 

L’impegno civile e istituzionale per curare e dare valore all’ambiente è 

stato al centro dell’Udienza del WWF al Quirinale (nella foto). Lo scorso 

26 luglio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in 

occasione dell’anniversario dei 50 anni dalla fondazione del WWF Italia, 

ha ricevuto una delegazione dell’associazione della quale oltre alla 

sottoscritta facevano parte Fulco Pratesi, Antonio Canu (WWF Oasi) e il 

direttore Generale Gaetano Benedetto. Nella delegazione del WWF Italia 

era presente anche Khatir Najibullah, un rifugiato afgano, in fuga dal suo 

Paese e dalle persecuzioni talebane, ospite delle strutture del Centro CAS 

LAPISS dell’Oasi WWF di Penne. Solidarietà e accoglienza, infatti, 

caratterizzano da già da tempo le attività del WWF Italia, come 

dimostrano i numerosi progetti di accoglienza per migranti, molti dei 

quali sono anche “profughi ambientali”, fenomeno in forte aumento nei 

prossimi anni. Al Presidente, che sin dall’inizio del suo mandato ha 

riservato grande attenzione ai temi ambientali, riconoscendo 

costantemente la centralità della natura nel suo impegno istituzionale, 

abbiamo voluto consegnare, a mo’ di ringraziamento, la tessera di Socio 

Onorario WWF. 

Nel corso dell’incontro è stato presentato in anteprima al presidente 

Mattarella il Rapporto “Natura d’Italia: 50 Anni di WWF”, un focus 

sulla storia della conservazione nel nostro Paese con uno sguardo al 

futuro, alle nuove emergenze ambientali ma anche sociali, culturali, 

economiche. Il report fotografa il passato e guarda al futuro e alle sfide 

che verranno, analizzando un contesto sociale, economico e ambientale 

totalmente mutato. 

Crediamo infatti che la natura debba avere un riconoscimento anche 

formale, fino ad oggi negato, anche nella nostra Costituzione, magari 

proprio nell’articolo 9 che tutela il paesaggio ed il patrimonio storico 

artistico. 

Ufficio stampa Quirinale 

Rosolino: «Per salvare 

il mare siamo tutti in gara» 

L’appello del campione olimpico: «Ciascuno di noi può fare qualcosa, 

anche solo portando a casa i rifiuti che si trovano in spiaggia». 

Lucio Biancatelli 

«Ci ricordiamo del mare solo nei 

mesi estivi, ma il suo stato di salute 

dipende spesso da ciò che 

accade nei mesi invernali. Dovremmo 

pensarci 13 mesi l’anno!» Massimiliano 

Rosolino è uno di quegli ambasciatori 

che vorresti avere al tuo fianco ogni giorno. 

Perché in quello che fa ci crede, e la 

sua adesione alle cause del WWF non è 

mai solo pro-forma. E il mar Tirreno, dove 

è nato e ha mosso le prime bracciate, 

è il suo ambiente naturale. «Il mare è il 

nostro luogo emozionale, perché molti 

di noi vi hanno trascorso le vacanze, lì 

custodiamo i nostri ricordi più belli. Se 

non ce ne prenderemo cura, finiremo un 

giorno per fare vacanze virtuali. Da partenopeo 

poi, posso dire che la relazione 

che ho con il mare è viscerale, è lì che sono 

cresciuto, è lì che ho iniziato a nuotare. 

Da ragazzino, dopo che mi facevo le 

mani “spugnate”, i miei genitori mi dicevano: 

“Facciamo una cosa, andiamo in 

acqua dolce”.. E così è iniziata la mia vita 

in piscina». 

Nato a Napoli, hai vissuto dai 3 ai 

6 anni in Australia. Forse un “imprinting” 

con la natura è arrivato anche 

dagli antipodi? 

Certamente, i grandi spazi e la natura incontaminata 

sono stati per me una realtà 

stupenda. 

L’incontro tra Rosolino e il WWF avvenne 

in occasione dell’edizione di 

Earth Hour di qualche anni fa. 

Il WWF mi piace per la sua concretezza, 

perché è sempre affidabile, gli anni passano 

ma resta sempre un “marchio” forte 

e affidabile. 

Cosa ricordi della tua esperienza 

sulla Vespucci? 

Bellissima, non solo per la storia che si 

respirava a bordo della nave scuola della 

Marina militare, ma anche perché lì il 

rispetto per il mare è palpabile. Quell’esperienza 

mi fece riflettere su quanto si 

dovesse essere preparati, sul piano tecnico 

e teorico, quando si navigava a vela 

senza gli strumenti e le tecnologie 

d’avanguardia di cui disponiamo oggi. 

La considero un’esperienza formativa, 

farebbe bene ai ragazzi capire come si 

governa una nave, l’importanza dell’organizzazione 

e del lavoro di squadra. 

Qual è oggi il tuo rapporto con il 

mare? 

Non sopporto vederlo invaso dai rifiuti , 

spesso mi capita di incontrare plastiche e 

altri scarti e faccio di tutto per portarmi a 

casa i rifiuti che incontro per la mia strada 

quando sono in barca. Vedere tartarughe 

marine intrappolate nella plastica o 

nei brandelli di rete, mi spezza il cuore. 

Non sopporto quelli che buttano i rifiuti 

in mare. Cerchiamo di fare tutti il nostro 

dovere, portiamoci a casa le buste 

o le bottiglie di plastica che troviamo in 

spiaggia o in mare. Non voglio sentir dire 

“ma io che posso fare da solo?”. 

Massimiliano Rosolino. È nato 

a Napoli l’11 luglio del 1978 

ed è stato uno dei protagonisti 

assoluti dell’epopea vincente 

del nuoto azzurro. Ha 

conquistato medaglie in diverse 

discipline, dal misto allo 

stile libero, sia agli Europei 

che ai Mondiali, dove è stato 

campione nei 200 misti a 

Fukuoka (2001). Nel 2000 ha 

vinto la medaglia d’oro nei 200 

misti alle “sue” Olimpiadi di 

Sidney, conquistando anche 

argento e bronzo nei 400 e 200 

stile libero. Ha vissuto dai 3 ai 

6 anni in Australia, paese di 

mamma Carolyn. 

http://mediterraneo.wwf.it 

6 I PANDA PANDA I 7 

© F. Mirabile

COPERTINA 

GUARDIE WWF, 

ARMATE 

DI PASSIONE 

Elisa Cozzarini 

Presidiano i luoghi 

di migrazione, scovano 

e fermano i bracconieri, 

denunciano reati 

e illegalità, sequestrano 

armi e trappole. 

320 persone, tutte 

volontarie. Tutte disarmate. 

Le rotte degli uccelli migratori, le loro 

soste nelle isole, nelle zone umide, 

nelle valli di montagna, segnano i luoghi 

a maggiore intensità di caccia illegale 

in Italia: dallo stretto di Messina a Ischia, 

dal Bresciano al Delta del Po, dal Basso 

Sulcis in Sardegna alle zone umide della 

Puglia. «Registriamo a livello nazionale 

un aumento delle azioni di bracconaggio, 

mentre in generale diminuisce il numero 

di cacciatori. Molti decidono di non 

affrontare i costi per mettersi in regola 

e sparano fuori dal periodo consentito, 

quando i controlli sono inferiori. Si sentono 

pure più tranquilli», afferma Giampaolo 

Oddi, coordinatore delle guardie 

© Alberto Nardi, guardia WWF Lombardia 

Liberazione di 

anatre sequestrate a 

“sguass” bresciani, 

ovvero stagni 

artificiali con 

appostamento fisso 

(purtroppo legali) 

utilizzati per la 

caccia agli anatidi. 

Le anatre vive 

venivano catturate 

con grosse gabbietrappola 

(illegali) 

in cui altre anatre 

vive fungevano da 

richiamo mentre 

un sistema a 

nassa (imbuto) 

consentiva alle 

anatre selvatiche di 

entrare nella gabbia 

ma non di uscirne. 

Operazioni 

condotta in 

collaborazione 

con la Polizia 

provinciale di 

Brescia. 

WWF da alcuni mesi, dopo anni da attivista 

nella provincia di Terni, dove abita. 

Il suo impegno è iniziato perché non ci 

stava a vedere stragi di uccellini indifesi, 

non era il mondo dove voleva vivere. 

Le guardie giurate volontarie del 

WWF nascono all’inizio degli anni 

Novanta: oggi ci sono 320 volontari 

e cinquanta nuclei attivi in quindici 

regioni. Ogni anno offrono gratis complessivamente 

55mila ore di servizio 

in difesa della natura, circa 145 ore in 

media a guardia, spalmate nei weekend, 

nel tempo libero, durante le ferie, a 

volte. In questi anni sono stati migliaia gli 

accertamenti di violazione, sempre effettuati 

in stretta collaborazione con le forze 

dell’ordine. 

I numeri dell’illegalità 

Nella sola provincia di Brescia, tra il 1996 

e il 2015, sono stati denunciati 1.152 

bracconieri, sequestrati 800 fucili, 1.498 

cartucce, quattro candelotti di dinamite, 

389 richiami acustici e tre smartphone 

usati anche questi per imitare il richiamo 

degli uccelli, attirando i migratori in 

trappole mortali. In tutto, le guardie del 

WWF Lombardia hanno redatto 888 verbali 

amministrativi, per un ammontare 

complessivo di 233.300 euro di sanzioni. 

Moltissimi gli animali morti sequestrati, 

di 84 specie diverse, per lo più protette. 

Sono numeri impressionanti, che 

rivelano un fenomeno grave di illegalità 

e criminalità ambientale, ma l’altra faccia 

della medaglia è la determinazione, 

il rigore e la passione con cui le guardie 

volontarie svolgono il loro compito, a 

tutela della fauna selvatica. 

Forestale e Provinciale addio? 

«La capacità di controllo del territorio è 

fondamentale per contrastare il bracconaggio», 

continua Giampaolo Oddi, «i 

volontari danno un contributo notevole, 

ma non bastano. Siamo preoccupati per 

la cancellazione delle Polizie provinciali e 

per l’incertezza sul futuro del Corpo forestale 

dello Stato, proprio le forze specializzate 

sugli illeciti ambientali». 

Un dato grave è quello degli abbattimenti 

e avvelenamenti del lupo: un centinaio 

sono i casi accertati nel 2015 in 

Italia, il che vuol dire che le vittime sono 

molte di più, perché l’autore del crimine 

fa di tutto per non farsi scoprire. I bocconi 

avvelenati, poi, uccidono anche altri 

animali, come volpi e rapaci. «Il fatto che 

qualcuno parli di caccia 

selettiva al lupo, lo mette 

in pericolo», commenta 

Oddi. 

Di recente si sta diffondendo 

anche un altro fenomeno: 

il furto dei nidi, con 

i pulli appena nati o con le 

uova, che poi si faranno 

schiudere nelle incubatrici. 

A luglio 2015, infatti, 

è cambiata la normativa 

sull’uso dei richiami vivi: 

adesso i cacciatori possono 

continuare a utilizzarli 

solo se cresciuti in cattività, 

per questo rubano i piccoli e li allevano. 

Il lavoro sul territorio 

Ma come operano le guardie volontarie? 

«Presidiamo il territorio, nei luoghi 

e periodi a maggiore rischio di bracconaggio, 

e organizziamo campi veri e propri, 

come a Ischia in maggio. Spesso ci 

attiviamo su segnalazione. Riusciamo a 

essere efficaci perché siamo pubblici ufficiali, 

disarmati, abbiamo la facoltà di fermare 

una persona e identificarla, impedendo 

di proseguire con il reato: è questa 

la differenza con un semplice volontario», 

spiega Oddi. «Per diventare guardia 

si segue un lungo percorso di formazione 

e si supera una selezione severa. Bisogna 

essere preparati a svolgere un’attività 

AIUTACI 

AD AIUTARLI 

Il WWF, con le sue guardie 

volontarie, ha bisogno 

di te per continuare 

a difendere rapaci e 

cicogne, lupi e ricci dal 

bracconaggio, dalla caccia, 

dai crimini di natura. Vai su 

http://sostieni.wwf.it o 

chiama l’800 99 00 99 

delicata, in cui devi avere i nervi saldi e 

operare con responsabilità. Non facciamo 

gli sceriffi». 

Per molti volontari è un modo di 

vivere attivamente il territorio, di sentirsi 

parte dell’ambiente che cercano di salvaguardare. 

Stare immersi nella natura 

vicino a casa propria è una vera e propria 

scoperta, soprattutto per chi fa un lavoro 

d’ufficio. Cose semplici come riconoscere 

una pianta, un uccellino nel bosco, possono 

regalare grandi emozioni. 

Sinergia 

Una parte importante del lavoro, poi, 

sta nel rapporto con le istituzioni locali. 

«Se con le forze dell’ordine in generale la 

sinergia è buona, a livello politico-istituzionale 

a volte incontriamo difficoltà», 

sottolinea Oddi. In Sicilia, per esempio, 

nella scorsa stagione venatoria le guardie 

del WWF si sono viste annullare dagli 

uffici regionali periferici di Caltanissetta 

il 90% dei verbali di infrazioni. 

«Tutti gli accertamenti contestati: caccia 

in zone protette, violazione dei limiti del 

calendario venatorio, specie abbattute, 

sono stati azzerati con 

motivazioni spesso risibili 

o con procedure illegittime, 

con buona pace dei 

trasgressori che l’hanno 

fatta franca», afferma 

Ennio Bonfanti, coordinatore 

per la Sicilia delle 

guardie volontarie. «È una 

situazione grave e deprimente 

allo stesso tempo, 

perché vanifica i nostri 

sforzi e rafforza il clima 

di sostanziale impunità», 

aggiunge. 

Eppure le guardie non 

mollano, anzi, dove mancano gli organi 

di controllo istituzionali, loro fanno di 

tutto per esserci, come nella riserva naturale 

“Sughereta di Niscemi”, sempre in 

provincia di Caltanissetta. Qui, a dicembre 

2015, i volontari hanno effettuato un 

servizio di vigilanza anti-bracconaggio 

8 I PANDA PANDA I 9

COPERTINA 

trovando centinaia di cartucce, i cartelli 

bucati dagli spari, l’abbaiare dei cani dentro 

quello che dovrebbe essere un santuario 

per gli animali selvatici. 

Segnali positivi arrivano invece dalla 

provincia di Messina, dove la collaborazione 

con le forze dell’ordine sta portando 

a svolgere importanti operazioni, 

per esempio per fermare la macellazione 

clandestina nel Parco dei Nebrodi. E a 

Caltanissetta le guardie WWF sono riuscite, 

dopo anni di appostamenti e fingendosi 

acquirenti, a sgominare il mercato 

clandestino degli uccelli canori, soprattutto 

cardellini, che per decenni venivano 

venduti in città, con lauti profitti. 

Non solo bracconaggio 

Le guardie, che nascono per la vigilanza 

venatoria, nel tempo hanno acquisito 

anche competenze più ampie, a contrasto 

dei reati ambientali. Spesso si occupano 

«Siamo preoccupati 

per la cancellazione delle 

Polizie provinciali e per 

l’incertezza sul futuro 

del Corpo forestale» 

anche della fauna selvatica in difficoltà, 

portando gli animali nei Centri di recupero. 

Il nucleo campano, poi, è molto 

attivo per smascherare discariche, lo 

smaltimento illegale di rifiuti e gli scarichi 

di inquinanti degli opifici, come oleifici 

e allevamenti di bufale. In passato, 

il nucleo di Salerno ha ricevuto il Panda 

d’Oro per i risultati di questa preziosa 

attività, svolta con il Corpo forestale dello 

Stato e la Guardia di finanza. 

«Per il contrasto al bracconaggio, in 

Campania, l’impegno più importante è 

il campo di Ischia, a primavera, quando 

gli uccelli migrano dall’Africa», afferma 

Piernazario Antelmi, delegato WWF 

per la Campania. In vent’anni sono state 

sequestrate sull’isola circa ottanta armi 

rubate, decine di migliaia di cartucce e 

migliaia di trappole per gli uccelli. A questo 

si aggiunge l’attività sulla terraferma, 

tutto l’anno, anche nelle aree protette. 

Se il presidio del territorio è fondamentale, 

non basta però a fermare il bracconaggio, 

reato punito da sanzioni insufficienti, 

che si estingue con un’ammenda. 

E per il cacciatore colto in flagrante a violare 

la normativa non è nemmeno previsto 

il ritiro della licenza. 

LA MAPPA 

LA ROTTA MIGRATORIA 

MEDITERRANEO/MAR NERO 

La rotta Mediterraneo/Mar 

Nero collega le zone artiche 

con l’Africa e costituisce 

il più grande sistema 

migratorio del mondo 

SPECIE MIGRATORIE 302 

AREA DELLA ROTTA 48.982.373 Km 2 

N°DI PAESI 101 

IMPORTANT BIRD AND BIODIVERSITY 

AREA (IBA) 2.077 

PROTETTE COMPLETAMENTE 308 

PARZIALMENTE PROTETTE 743 

NON PROTETTE 1026 

MIRINO SUGLI UCCELLI MIGRATORI 

LA STRAGE NEL MEDITERRANEO 

MESSA IN VETRINA SU FACEBOOK 

I cacciatori malati di esibizionismo 

hanno iniziato a postare sulla loro pagina 

Facebook o in uno dei tanti gruppi 

“venatori”, il frutto delle carneficine e 

ambientalisti, voyeurs a fin di bene, hanno 

raccolto le prove inconfutabili della strage 

degli uccelli migratori che attraversano 

il Mediterraneo. (www.facebook.com/ 

stophuntinglebanon). 

I cacciatori e i bracconieri da sempre 

contano sul fatto che le loro azioni sono 

nascoste. Ma la smania di protagonismo 

ci ha consentito di comprendere meglio 

il fenomeno del bracconaggio. Le 

immagini che arrivano dal Libano, dalla 

Siria, dall’Egitto e più recentemente 

dall’Arabia Saudita non lasciano dubbi. 

Studi più recenti parlano di 26 milioni 

di uccelli uccisi illegalmente ogni anno 

nel Mediterraneo, cifra probabilmente 

ESEMPLARI UCCISI 

ILLEGALMENTE ALL’ANNO 

EGITTO 

5,7 MILIONI 

ITALIA 

5,6 MILIONI 

SIRIA 

3,9 MILIONI 

LIBANO 

2,6 MILIONI 

CIPRO 

2,3 MILIONI 

Fonte: www.birdlife.org 

prudenziale. Le foto parlano da sé, 

alcune specie in forte calo sono soggette 

a pressione venatoria impressionante. 

Non se ne sapeva nulla prima: chi poteva 

immaginare che un solo cacciatore libanese 

potesse uccidere 100 re di quaglie in una 

mattinata? O decine di aquile anatraie 

minori, o rigogli e ghiandaie marine a 

mazzi. Le prove adesso le abbiamo, fornite 

dagli stessi killer! 

Gli ambientalisti, WWF in primis, hanno 

sempre sottolineato i danni provocati da 

bracconaggio e “malacaccia”. Ora il mondo 

scientifico, le Convenzioni Internazionali 

(Bonn e Berna), le Nazioni Unite ritengono 

prioritaria un’azione urgente contro il 

bracconaggio. I numeri e le immagini non 

concedono dubbi: bisogna agire prima che 

sia troppo tardi. 

— Filippo Bamberghi 

© A. Gatto 

CAMPANIA 

IL CRUDELE BUSINESS CHE MUOVE 

IL RACKET DEL CARDELLINO 

Al centro di reti comandate a distanza viene legato un cardellino 

spesso accecato, così il suo canto è più struggente, per richiamare 

altri simili. Loro si avvicinano a prendere semi sparsi, o per 

bere, e rimangono intrappolati. È così che nelle campagne del 

Napoletano e nelle aree limitrofe del Salernitano e Casertano 

vengono catturati cardellini e fringuelli. Sono venduti per il loro 

bel canto e tenuti in cattività. «Alle spalle di questa tradizione criminale 

ci sono le zoomafie, che generano un enorme giro d’affari. 

Un uccellino appena preso vale dai venti ai trenta euro, ma 

quando è ben addestrato a cantare si paga da qualche centinaia 

di euro fino a 15mila, al mercato nero», afferma Alessandro 

Gatto, coordinatore delle guardie WWF in Campania. «Quello 

del paratore di “rezza”, cioè colui che mette la rete, è un vero 

e proprio “lavoro”. Farlo conviene, rispetto a trafficare in armi o 

droga, perché, quando vengono scoperti, i criminali se la cavano 

con poco». 

Le guardie campane spesso riescono a scoprire i bracconieri 

su segnalazione e il fenomeno è in calo proprio grazie alla vigilanza. 

Nel 2015 sono stati denunciati in cinque, ma almeno altrettanti 

l’hanno fatta franca. «Quando liberi 10, 15 cardellini da una 

rete, è una grande emozione», conclude Gatto, «resta il rammarico 

che difficilmente riusciamo a salvare quello che fa da 

richiamo. Lo troviamo sanguinante, in fin di vita». Il commercio 

illegale alimenta anche il mercato degli “animali da compagnia”: 

non solo uccellini ma anche rettili, come la testuggine di Hermann, 

un tempo diffusa e oggi molto rara. 

(El.Co.) 

DELTA DEL PO 

LA DENUNCIA 

I SETTE BLACK-SPOT 

ITALIANI 

In Italia esistono almeno 

7 black-spot, aree in cui il 

bracconaggio è intenso: le 

Prealpi lombardo-venete, 

il Delta del Po, le coste 

pontino-campane, le coste 

e zone umide pugliesi, la 

Sardegna meridionale, 

la Sicilia occidentale e 

lo Stretto di Messina. La 

denuncia è dell’ISPRA. 

Nelle Prealpi lombarde è 

diffusa la cattura illegale 

con archetti, trappole, reti e 

vischio. A restarne vittima 

sono pettirossi, pispole, 

fringuelli e cardellini (come 

quello nella foto). 

http://sostieni.wwf.it 

LA MULTINAZIONALE CRIMINALE 

CHE DEPREDA FIUMI E CANALI 

Una gravissima forma di bracconaggio organizzato sta colpendo 

le acque interne della zona del Delta del Po dal 2012, dopo l’arrivo 

di centinaia di pescatori dal delta del Danubio, in Romania, 

in seguito alle politiche di repressione messe in atto in quel 

paese. 

Queste bande di pescatori illegali utilizzano metodi altamente 

distruttivi per la fauna ittica come l’elettrostorditore. Nel 2014, nel 

Canale Circondariale di Ostellato (Ferrara), è stata sequestrata 

una rete della lunghezza di 4 chilometri, e liberata oltre una tonnellata 

di pesce. 

Questo fenomeno predatorio ha già causato in poco meno di 

quattro anni un grave danno ambientale al territorio, quantificato 

dall’Università di Scienze Biologiche di Ferrara nel calo di 

oltre il 30% di fauna ittica in numerosi corsi d’acqua analizzati in 

Provincia di Ferrara. Questo business ha come oggetto specie 

di scarso interesse per le nostre abitudini alimentari, ma veri e 

propri canali commerciali sono stati stabiliti con l’Europa dell’Est 

(Romania, Ungheria e Bulgaria). 

Forze dell’ordine e volontari hanno catalogato oltre 200 mezzi di 

trasporto impiegati nel business del bracconaggio e almeno 400 

bracconieri, per un totale di 35 squadre. Si è stimato che ogni 

banda, composta in media da un minimo di 6 ad un massimo di 

15 o più individui, fatturi ogni settimana fino a 20mila euro. Nelle 

operazioni antibracconaggio si è registrata una media di pescato 

(con metodi illegali) che varia dai 5 agli oltre 10 quintali. 

— Marco Falciano e Alessandro Pagliarini 

10 I PANDA PANDA I 11

COPERTINA 

LA GUIDA 

RACCONTI DI VITA 

NERVI SALDI, PAZIENZA 

E DESTREZZA: 

L’IDENTIKIT DELLA 

PERFETTA GUARDIA 

1. Saper osservare 

«Passiamo ore a seguire i movimenti dei 

cacciatori, anche di notte, strisciando nei 

fossi, nascosti nell’acqua. Stiamo ad ascoltare, 

ci muoviamo in direzione degli spari, ormai 

sappiamo riconoscere chi agisce in modo 

illecito», racconta Antonio Delle Monache, 

coordinatore delle guardie giurate volontarie 

WWF in Lombardia. 

In Lombardia è in provincia di Brescia e 

Bergamo che si concentrano i bracconieri: 

in autunno abbattono gli uccelli che fanno 

sosta nelle valli migrando verso Sud. Le 

guardie agiscono anche su segnalazione 

degli stessi cacciatori, ma prima devono 

sapere esattamente come smascherare i 

furbi. «Abbiamo a che fare con persone 

che si inventano di tutto per nascondere il 

reato: doppi fondi delle auto, animali morti 

infilati nel motore, occultati nei fossi coperti 

con tavolette di legno e un buco per infilare 

le vittime. Oppure li mettono sotto i sassi, 

negli alberi», spiega Delle Monache, «se li 

LA TESTIMONIANZA 

RITORNO AL PASSATO 

SULLO STRETTO DI MESSINA 

Anna Giordano. 

Con il Goldman 

Environmental 

Prize vinto nel 1998 

per le battaglie 

antibracconaggio. 

controlli e non trovi niente, tutto il tuo lavoro 

va in fumo, anche se li hai visti uccidere». 

Lo stesso vale per l’uso degli strumenti di 

riproduzione del canto degli uccelli, sempre 

più sofisticati. Devi avere l’orecchio molto 

allenato per capire che il suono è artificiale. 

«Poi bisogna scoprire anche dove sono: 

trovare il telecomando non basta a segnalare 

l’illecito, devi rivenire lo strumento per 

cui esiste la possibilità dello spegnimento 

definitivo a distanza. Loro ti prendono in 

giro quando non li trovi. L’assurdità è che si 

vieta l’utilizzo, ma non la vendita di questi 

richiami», continua Delle Monache. 

2. Muoversi con destrezza 

Piernazario Antelmi, delegato WWF in 

Campania, dice: «Spesso ti battono sul 

tempo. Persone che arrivano da fuori, 

soprattutto da Brescia e Bergamo, durante la 

stagione venatoria sono capaci di spiumare 

gli uccellini con velocità incredibile, per 

rendere impossibile stabilire se sono 

La dimostrazione di come fosse importante garantire 

ogni anno la presenza di persone armate di binocoli, 

per evitare pericolosi ritorni al passato, l’avevamo già 

avuta anni fa. Finito il campo, in pieno giugno, un uomo 

attendeva col fucile i falchi che passavano con lo scirocco, 

dentro uno dei famigerati bunker costruiti appositamente 

sul versante siciliano. Uno sparo, strani movimenti, 

penne di falco a terra, a due passi da dove in 

genere ci mettiamo per prevenire nei luoghi in cui per 

decenni hanno compiuto stragi inaudite. Poi il recupero 

di ben tre falchi feriti. Due di loro sono tornati liberi qualche 

settimana fa, curati nel Centro Recupero Fauna 

Selvatica dell’Azienda Foreste di Messina gestito dalla 

MAN (Associazione Mediterranea per la Natura), 

esemplari cacciabili o no». 

Ma è durante il campo anti-bracconaggio a 

Ischia che si mette davvero alla prova l’agilità 

delle guardie. «I criminali riescono a fare 

salti anche di quattro, cinque metri, buttano 

i fucili, di solito con matricola abrasa e si 

dileguano, così non li prendi più», racconta 

Antelmi. 

Le guardie si muovono in gruppi di dieci, 

quindici persone, per circondarli e fermarli, 

dopo appostamenti di ore negli anfratti, 

giorno e notte. C’è pure chi sale sugli alberi. 

Cercano le casseforti con le armi nascoste nei 

boschi. Nel 2005 hanno trovato anche delle 

bombe carta per la pesca illegale. Vent’anni 

fa il bracconaggio aveva raggiunto livelli 

insostenibili sull’isola, si sparava ovunque 

e a qualsiasi ora. Poi, grazie al lavoro delle 

guardie WWF, sembrava che il fenomeno 

fosse stato debellato. Ma, una volta allentati 

i controlli, è esploso di nuovo. Negli ultimi 

cinque anni si è posto uno stop». 

Quando abbiamo iniziato l’attività di vigilanza, nel 1981, 

nessuno rispettava una legge dello Stato che vietava 

la caccia in primavera, l’uso di appostamenti fissi e che 

proteggeva tutti i rapaci diurni e notturni, e le cicogne. 

Come se fosse carta straccia, a migliaia attendevano 

i migratori che avevano la sventura di passare sullo 

Stretto di Messina, rotta migratoria all’epoca nota solo ai 

bracconieri, oggi considerata il “who is who” dei rapaci 

in mezzo pianeta. Adesso ne passano tra i 30 e i 45 

mila, quando abbiamo iniziato erano pochi, quasi pari al 

numero di spari che contavamo alcuni giorni, cercando 

di beccare chi osava uccidere, per diletto, chi ha molto 

più coraggio di loro nell’affrontare 2.700 chilometri di 

deserto, poi almeno 150 chilometri di mare. 

3. Avere i nervi saldi 

Le guardie devono essere consapevoli dei 

rischi che corrono, avendo a che fare con 

persone armate. Accade di subire minacce e 

aggressioni. «A Ischia più volte i bracconieri 

hanno sparato in direzione dei volontari. 

Oppure ti denunciano per fatti mai compiuti, 

ti fanno passare grane legali, cercano di 

screditarti, anche se poi c’è l’archiviazione», 

spiega Delle Monache. È capitato a diverse 

guardie in Lombardia. «Tutto questo 

dimostra quanta convinzione c’è in quello che 

facciamo», conclude Delle Monache. 

(El.Co.) 

www.wwf.it/tu_puoi/volontariato/ 

guardie_wwf/ 

Strumenti di morte. In alto, un richiamo 

nascosto tra il fogliame. A sinistra, trappole 

sequestrate dalle Guardie WWF. Qui sopra, 

un archetto, trappola micidiale per pettirossi 

e altri piccoli uccelli. 

La battaglia ci vede da anni impegnati contro nuovi 

pericoli che minacciano rapaci di ben 38 specie 

diverse: impianti eolici improduttivi, elettrodotti 

giganteschi, il famigerato ponte, il silenzioso 

cemento che sottrae spazi e cibo. Ed ora, di nuovo, 

il piombo di un tempo: gli anni di tregua si sono interrotti 

quest’anno, inaspettatamente, con alcuni falchi 

pecchiaioli in volo nello Stretto uccisi senza pietà 

dai bracconieri. 

Non è facile, no, avere la forza di andare avanti e 

combattere per ciò che la stessa Unione Europea ci 

chiede: tutelare i migratori e le loro rotte. Al campo, il 

trentatreesimo, promosso dalla MAN con la collaborazione 

del WWF e della Nabu, sono venuti in tanti, 

anche dall’America, ma dobbiamo essere ancora di 

più, sempre di più, perché solo con la nostra presenza 

faremo desistere chi ancora oggi si sente 

uomo colpendo mortalmente chi usa solo le sue ali 

perfette e la sua magica capacità di orientamento 

per andare ogni primavera a riprodursi in paesi lontani. 

— Anna Giordano 

© A. Delle Monache 

Vittime. Pettirossi sequestrati durante 

il campo antibracconaggio nelle valli bresciane 

LA MEMORIA 

QUEL VALICO TERRA DI NESSUNO 

RESTITUITO ALLA LEGALITÀ 

Robin il pettirosso è nato nella primavera del 1984 in un giardino del Centro 

Europa. Abituato alla convivenza pacifica con l’uomo, certo non 

può immaginare le peripezie che dovrà affrontare appena avrà valicato 

le Alpi. Il Colle San Zeno, spartiacque tra Val Trompia e Val Camonica è il 

più importante valico alpino interessato dalla migrazione dei piccoli uccelli e 

Robin non può fare altro che attraversarlo, ma in quegli anni l’intera area è letteralmente 

tappezzata di trappole ad archetto, reti e almeno 20mila fucili sono 

pronti a far fuoco. Tre Valli (Val Trompia, Val Camonica e Val Sabbia) sono terra 

di nessuno, un buco nero che inghiotte uccelli migratori. In quell’anno, nel 

1984, cioè 32 anni fa, le future Guardie WWF, all’epoca poco più che adolescenti, 

iniziano a percorrere quei sentieri disseminati di trappole, attraversano 

gli spiazzi di migliaia di capanni da caccia che espongono richiami di ogni specie, 

soprattutto specie protette. «Strisciavamo come ladri per far scattare le 

trappole e portare in salvo i piccoli uccelli con le zampe spezzate», racconta 

Antonio Delle Monache, oggi Coordinatore delle Guardie WWF Lombardia 

«La prima foto, scattata da me, di uno scricciolo (6 grammi di uccello) appeso 

ad un archetto, viene pubblicata dai principali quotidiani italiani e fa il giro del 

mondo». Antonio e gli altri giovani avevano aperto il Vaso di Pandora del bracconaggio 

europeo! Nulla è più stato come allora, sale la tensione, con aggressioni 

dei volontari da parte dei bracconieri. Poi lo Stato ha finalmente preso 

a cuore il problema: la Forestale da vita al Campo Antibracconaggio “Il Pettirosso”. 

Nasce il Nucleo Guardie WWF. 

Adesso il Colle San Zeno è chiuso alla caccia, dopo una battaglia legale 

durate vent’anni. Gli archetti sono quasi scomparsi, in parte sostituiti da trappole 

metalliche a terra. Certo le Valli Bresciane rimangono un inferno per i 

migratori, con migliaia di capanni e tanti cacciatori con il grilletto facile. Noi 

abbiamo tenuto duro e continueremo la nostra attività di vigilanza che ha portato 

alla denuncia in vent’anni di oltre 1.300 cacciatori e bracconieri. 

— Filippo Bamberghi 

UN FILM SULLE GUARDIE 

Ha seguito le Guardie WWF durante il campo di Ischia. Ne è nato un documentario 

(Dangerous Flights - Voli Pericolosi, autori Giordano Cossu e Luca Verducci) che è 

arrivato in finale al DIG Festival, sezione “Focus on Italy”. 

Info: http://www.dig-awards.org/it/ 

© A. Delle Monache 


ITALIA 

A scuola per formare i futuri 

custodi della biodiversità 

Immersi nella 

natura. Laboratori 

nelle Oasi: imparare 

facendo. Sotto, 

l’espositore dei 

prodotti della linea 

WWF di Franco 

Cosimo Panini 

editore. 

do è possibile sensibilizzare anche 

i più piccoli al rispetto per la natura. 

Questi prodotti sono in vendita nelle cartolibrerie 

e nella grande distribuzione. 

A lezione di biodiversità 

Alla scuola del primo ciclo di istruzione 

verrà proposto diventare custodi dei beni 

comuni ambientali e promotori della 

biodiversità italiana grazie a schede 

didattiche complete di indicazioni educative 

(che trattano il rapporto con la progettualità 

di Istituto, con i genitori, con 

il territorio, la costruzione partecipata 

di un progetto, lo story telling, l’utilizzo 

dei social media, il rapporto con le discipline 

scolastiche e le competenze chiave 

di cittadinanza, ecc.), di contenuti specifici 

(sul valore della biodiversità e i problemi 

che la minacciano e la biodiversità 

urbana) e proposte per un’attivazione 

concreta (la cura, la riqualificazione e la 

valorizzazione di un bene ambientale). 

© WWF Italia 

IL PROGETTO 

STUDENTI A LEZIONE D’AMBIENTE 

CON L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO 

Imparare 

divertendosi. 

Uno sfiatatoio 

della conduttura 

del depuratore 

nell’Oasi della 

Bora abbellito dai 

ragazzi, resterà 

come segno 

tangibile del loro 

coinvolgimento. 

© WWF Italia 

Maria Antonietta Quadrelli 

Al via l’anno scolastico 

2016-17. E puntuali tornano 

anche le attività del WWF 

destinate a studenti e docenti 

di ogni ordine e grado. 

Quest’anno, al centro dei 

progetti, il grande patrimonio 

di natura del nostro Paese. 

Con un forte coinvolgimento 

delle Oasi, dei veri e propri 

laboratori a cielo aperto 

dove scoprire l’ambiente 

Tra il 12 e il 15 settembre, in tutte le 

regioni d’Italia inizia il nuovo anno 

scolastico per oltre 8 milioni di studenti. 

Il capitale umano per eccellenza 

su cui investire, che si troverà ad affrontare 

situazioni complesse e inaspettate e 

per questo ha bisogno sin da ora di una 

nuova educazione, che non trasmetta solo 

contenuti ma che ricerchi e metta in 

pratica nuove metodologie, tecniche, atteggiamenti 

e valori. 

Un patrimonio educativo 

Agenzia educativa per eccellenza, la 

scuola di ogni ordine e grado è un ambito 

di intervento importante per il WWF 

che ha lavorato con e per gli insegnanti 

e i loro studenti per 50 anni acquisendo 

un inestimabile patrimonio di contenuti, 

progetti e strumenti. A partire dall’anno 

scolastico 2016-17 il WWF proporrà alle 

scuole italiane come grande tema trasversale 

la biodiversità in tanti modi diversificati 

per i vari ordini scolastici. 

Nelle Oasi 

Per prima cosa attraverso il contatto qualificato 

con la natura nelle oltre cento 

Oasi: un sistema nazionale complesso 

e articolato di aree protette che il WWF 

gestisce e che spesso ha sottratto all’illegalità 

e al degrado luoghi in cui fare esperienze 

forti immersi nella natura: dalle 

visite didattiche ai laboratori, a percorsi 

di più giorni, adatti a ogni ordine scolastico. 

Astucci, diari & C. 

I più piccoli potranno incontrare la biodiversità 

grazie agli zaini, astucci e agli 

altri svariati accessori della linea “WWF 

e Franco Cosimo Panini Editore” su 

cui campeggiano, per esempio. leoncini, 

ghepardi, tigrotti, leopardi, lupacchiotti. 

Tutti i prodotti, tra cui diari, cartelline, 

quaderni, sono realizzati con carta 

certificata proveniente da foreste 

gestite in forma responsabile e nel pieno 

rispetto della natura. In questo mo- 

Il WWF ha lavorato 

con e per gli insegnanti 

e i loro studenti 

per questi 50 anni 

Stili di vita 

Mi curo di te: il gesto di ognuno per il 

Pianeta di tutti è un altro progetto per il 

Primo Ciclo di Istruzione (8-12 anni). Un 

progetto triennale voluto da WWF e Sofidel 

con l’obiettivo di sensibilizzare gli 

studenti sulle connessioni esistenti tra i 

gesti di ogni giorno e i grandi fenomeni 

globali. Il progetto mette a disposizione 

una lezione digitale interattiva multimediale 

da utilizzare con la classe, le schede/tutorial 

di approfondimento sul tema 

dell’anno per gli insegnanti e un allenamento 

al concorso a quiz (200 domande) 

e un concorso (10 domande) con in 

palio premi WWF e Regina. L’argomento 

proposto per l’anno scolastico 2016-2017 

sono le foreste del Pianeta. Le prime annualità 

su acqua e clima sono già caricate 

sul sito www.educazionedigitale.it/ 

wwf mentre il tutorial foreste sarà disponibile 

a partire dall’inizio dell’anno scolastico. 

Il WWF ha un Protocollo di Intesa in 

essere con il MIUR ed è un ente accreditato 

dal Ministero per la formazione dei 

docenti. 

Sedici progetti che hanno visto la presenza di decine 

di ragazzi delle superiori negli uffici e nelle Oasi 

Dalla sede Nazionale di Roma alle 

Oasi sono già sedici le convenzioni 

sottoscritte dal WWF con le scuole 

superiori. Moltissime le richieste di 

informazioni e di collaborazione arrivate 

all’Associazione in questo primo 

anno di attuazione del 

progetto di Alternanza 

Scuola Lavoro. Tanti 

docenti infatti, hanno 

visto nella collaborazione 

con un’associazione 

ambientalista 

no profit la possibilità 

di arricchire l’esperienza 

di contatto con 

il mondo del lavoro 

da parte dei ragazzi 

anche in chiave di orientamento allo 

studio e al lavoro. 

Il WWF, inoltre, può offrire, grazie alla 

sua presenza territoriale, la possibilità 

di fare sia un’esperienza di lavoro “sul 

campo”, che in ufficio. 

Quattordici progetti hanno proprio 

riguardato le Oasi. Per esempio, 

i volontari del WWF Veronese 

hanno avviato una convenzione con 

il Liceo Medi di Villafranca di Verona 

per accogliere alcuni studenti di una 

classe terza. 

INFO 

Tutte le informazioni sulle 

proposte del WWF per la 

scuola sono presentate 

sul sito 

www.wwf.it/scuole 

Il progetto ha previsto il coinvolgimento 

di quattro ragazzi tutti i sabati 

pomeriggio e l’intera giornata dell’ultima 

domenica di maggio. Dopo la 

presentazione delle attività dell’Associazione 

e dell’area naturalistica che 

il WWF locale gestisce, 

gli studenti si sono 

impegnati in lavori di 

piccola manutenzione 

dell’Oasi della Bora. Il 

29 Maggio, Festa delle 

Oasi, i ragazzi si sono 

trasformati in guide per 

i visitatori. 

I progetti di alternanza 

scuola lavoro mettono 

in contatto i ragazzi 

con il mondo del no profit e dei green 

jobs. 

Negli Uffici di Roma sei studenti della 

Scuola Superiore Giovanni XXIII sono 

stati inseriti a supporto delle attività 

dell’ufficio che si occupa della 

gestione dei soci scoprendo dal vivo 

come il WWF si relaziona con i suoi 

sostenitori. 

Il contatto con questi ragazzi è stata 

anche un’opportunità di apprendimento 

e di crescita per chi ha lavorato 

con loro e per il WWF intero. 


MONDO 

© naturepl.com / Frederic Larrey / WWF 

Mare, tracciamo 

insieme la rotta 

verso la sostenibilità 

Stop alla pesca distruttiva: Céline Cousteau, nipote 

del mitico esploratore degli oceani, unisce la sua voce 

a quella del WWF nella campagna Fish Forward 

Francesca Aita 

È 

eclettica, Céline Cousteau. Dai documentari 

alle spedizioni in zone remote 

del mondo, passando per una 

linea di gioielli disegnata da lei. Ha tanti 

ruoli, ma un messaggio comune: riconnettere 

gli uomini alla natura. Un po’ 

come suo nonno, il leggendario Jacques 

Yves Cousteau, che con le sue esplorazioni 

ha fatto scoprire il mondo sommerso. 

La incontriamo a Vienna per supportare 

la campagna Fish Forward del WWF in 

tutta Europa. «Alcune pratiche di pesca 

sono insostenibili», spiega. «Credo che 

dovremmo sostenere di più i pescatori locali 

e non permettere pratiche di pesca 

distruttiva. E questa è una responsabilità 

condivisa dai consumatori e dalle autorità». 

Fish Forward. Attiva 

in 11 Paesi europei, 

è la campagna del 

WWF co-finanziata 

dall’Unione Europea 

con l’obiettivo di 

sensibilizzare milioni 

di consumatori al 

consumo sostenibile 

di pesce. 

Scopri di più su 

www.fishforward.eu 

La tua raccomandazione a un consumatore 

di pesce? 

Suggerisco di cominciare con un cambiamento 

concreto. Cerca pesce sostenibile, 

attraverso le certificazioni MSC e ASC, e 

scegli qualcosa che puoi eliminare dalla 

tua dieta oppure che puoi sostituire. Poi 

passa a un altro cambiamento. Un passo 

per volta, puoi fare davvero la differenza. 

Qual è il modo più efficace di sensibilizzare 

all’importanza della protezione 

del mare? 

Documentari e foto sono un mezzo molto 

potente. Gli uomini in fondo sono creature 

affascinate dalle immagini. Per questo 

continuiamo a creare nuovi documentari 

che portano il regno degli oceani nel salotto 

di chi non può viverlo davvero. Riuscire 

a mostrare quelle immagini, insieme 

a una storia vera, diventa un modo potente 

per connettere le persone. Molti scelgono 

il mare per le proprie vacanze. Il 

mare dà ristoro, è essenziale per il benessere 

di ciascuno. 

Qual è la più grande minaccia ai nostri 

mari causata dall’uomo? 

L’uomo (ride, ndr). C’è un detto che dice 

che tutto quello che facciamo è connesso 

agli oceani. Persino lo sviluppo delle coste 

ha un impatto sui mari. Tanti sono gli 

impatti. È importante mitigarli, rendendo 

le persone più consapevoli di quanto la 

presenza dell’uomo possa essere preziosa 

© Michael Clark 

ma anche distruttiva. 

Tornando indietro nel tempo, sei 

cresciuta con un nonno esploratore 

degli oceani. Cosa è cambiato da allora? 

Penso ci sia un trend negativo per quel 

che riguarda le pratiche di pesca. In parte 

è dovuto alla crescita della popolazione. 

Ma sempre più persone sono consapevoli 

che devono cambiare le proprie abitudini 

di consumo e di “uso” del mare. Cominciando 

da cose semplici, come non toccare 

o danneggiare i coralli. La nostra 

consapevolezza e la possibilità di accesso 

alle informazioni hanno migliorato la 

nostra comprensione dei problemi e della 

strada da seguire per rispettare il mare. 

E ancora tante persone mi dicono che mio 

nonno è stato di ispirazione per loro. Abbiamo 

davvero bisogno di persone come 

lui che continuino questo lavoro. 

Cosa ti fa essere ottimista sul futuro 

dei nostri mari? 

Stiamo pensando di più con approccio integrato. 

Parlo abitualmente con rappresentanti 

dell’industria della pesca, con chi 

perlustra i fondali marini più profondi, 

petrolieri, operatori turistici. Sappiamo 

di dover lavorare tutti insieme, perché il 

mare è un interesse comune che abbiamo 

per il futuro. Probabilmente per ragioni 

diverse, ma in comune c’è la necessità 

della salute del mare: il dialogo è essenziale 

tra settori diversi. E tutto questo mi 

dà speranza. 

Come vedi il lavoro del WWF sul mare? 

Quello che mi piace davvero della campagna 

Fish Forward è l’idea di guardare 

alle piccole comunità locali nei Paesi in 

via di sviluppo che hanno bisogno di aiuto 

per le loro pratiche di pesca, come veri 

e propri artigiani che hanno bisogno di 

essere sostenuti. Loro provvedono a fornire 

cibo a gran parte della popolazione. 

Noi dobbiamo sostenere queste economie 

sostenibili. E se sono una pratica di pesca 

insostenibile, dobbiamo offrire un’alternativa: 

è una nostra responsabilità. 

© WWF Canon 

LA STORIA 

NEL CUORE VERDE D’AFRICA FERITO 

UN MIRACOLO CHIAMATO VIRUNGA 

L’area protetta sopravvissuta a guerre e bracconaggio 

oggi tutela i gorilla, ma anche le popolazioni locali 

La Repubblica democratica del Congo è il paese delle ferite e dei morti: 6 milioni di 

vite divorate dalle guerre genocide che hanno sconvolto il paese per gli ultimi due 

decenni. È il paese delle ricchezze infinite, gomma, oro, diamanti, coltan, petrolio, 

saccheggiate con brutalità. È il paese della fame, delle epidemie, della vita media 

che non supera i 50 anni. Ma è anche un paese di piccoli miracoli. Uno di questi si 

chiama Parco Nazionale del Virunga. Nel cuore dell’Africa, lungo una catena montuosa 

fatta di dense foreste tropicali (fra le più estese del pianeta) di crateri, di lava, è 

sopravvissuto a guerre e genocidi il più antico parco nazionale del continente, Patrimonio 

dell’Umanità Unesco. Nato per proteggere gli ultimi gorilla di montagna dai 

bracconieri e dalla violenza dell’uomo, oggi il parco del Virunga è un vero miracolo 

pulsante di vita, di biodiversità ma anche di scuole, di piccole economie, di energia 

sostenibile, di posti di lavoro, di serenità per migliaia di famiglie. 

Il parco del Virunga non ha conciliato la protezione dei gorilla con lo sviluppo delle 

comunità locali, ha creato una vera e propria alleanza tra conservazione, sviluppo, 

pace e progresso. La “Virunga alliance ” protegge i gorilla, difende le foreste, ma 

soprattutto combatte la povertà, promuove un turismo sostenibile, fornisce energia 

pulita (idroelettrica prodotta all’interno del parco), garantisce istruzione, lavoro, salute 

e molte altre piccole ma importanti attività come la produzione di miele, la produzione 

di carbone vegetale e la riforestazione. 

La difesa del Parco del Virunga ha richiesto tenacia e vite umane (sono centinaia i 

rangers morti in servizio) ma il prezzo pagato vale oggi il sorriso di migliaia di bambini 

che hanno diritto ad un futuro diverso, dove ci sia spazio per le loro famiglie e 

Lo sguardo di un 

cucciolo di gorilla di 

montagna, nel Parco 

del Virunga. Per dargli 

una mano vai su 

www.wwf.it/gorilla/ 

la loro istruzione. Grazie al miracolo Virunga - ma anche 

alla protezione garantita dai parchi ugandesi e ruandesi - il 

pericolo del bracconaggio, radicato e violento, si sta lentamente 

attenuando: è in lenta e costante ripresa la popolazione 

dei gorilla di montagna. Animali che ci regalano con 

la loro presenza, il più magico di tutti gli incontri, nel cuore 

del bacino del Congo. 

— Isabella Pratesi 


GRANDANGOLO 

© WWF-Canon / Martin HARVEY 

Specie a rischio 

Rinoceronte sotto attacco, il Sudafrica non fa abbastanza 

Si chiama “La guerra al rinoceronte” il report realizzato da Global 

Initiative against Transnational Organised Crime e presentato a Pretoria, 

Sudafrica, nello scorso luglio. Scritto dal giornalista investigativo Julian 

Rademeyer, il rapporto mette in evidenza le debolezze del Sudafrica 

rispetto all’applicazione della legge, nonché dei legami esistenti tra i 

cacciatori provenienti dall’est europeo e le reti criminali asiatiche che 

“piazzano” sul mercato i corni di rinoceronte. Oggi in Africa le stime dicono 

che sopravvivono circa 25.000 rinoceronti, circa un decimo di quelli che 

vivevano appena mezzo secolo fa. La popolazione di rinoceronte bianco è 

in costante declino, ma la situazione più drammatica riguarda il rinoceronte 

nero (Diceros bicornis) che si stima sopravviva in appena 5.000 individui. Nel 

2015, ben 1342 rinoceronti sono stati uccisi per il loro corno, che vale somme 

altissime sul mercato nero: la medicina tradizionale cinese utilizza il corno 

di rinoceronte polverizzato ritenendolo (erroneamente) capace di guarire 

febbre, epilessia, malaria, avvelenamenti e ascessi. 

www.wwf.it/rinoceronte/ 

© WWF-Canon / Cat HOLLOWAY 

Specie a rischio / 2 

100mila dollari 

per salvare lo squalo 

100mila dollari per salvare gli squali. È la 

cifra che vuole raccogliere il WWF Australia 

con una raccolta fondi online, per acquistare 

i diritti di pesca agli squali nella 

grande barriera corallina australiana. Diritti 

che, naturalmente, non verranno esercitati. 

Dal 2004 la licenza di pesca provocava 

la morte di circa 10mila squali ogni anno, 

che potevano essere pescati sia con reti 

lunghe fino a 1.200 metri che con lenze, 

facendo vittime anche tra dugonghi, delfini 

e tartarughe marine. Il WWF Australia, 

sottolinea come sia fondamentale salvare 

dall’impatto della pesca questi predatori 

al vertice della piramide alimentare: già i 

cambiamenti climatici hanno portato gravi 

conseguenze alla barriera corallina. 

http://donate.wwf.org.au/campaigns/ 

savesharks/ 

© Global Warming Images / WWF 

Energia 

Carbone, danni senza confini 

L’inquinamento da carbone e i suoi effetti sulla salute arrivano 

ben oltre i confini nazionali e il completo abbandono 

del carbone in Europa porterebbe enormi benefici per tutti i 

cittadini del continente. È quanto emerge dal rapporto pubblicato 

da Health and Environment Alliance (HEAL), Climate 

Action Network Europe (CAN), WWF e Sandbag. Il rapporto 

“La nuvola scura sull’Europa: come i paesi a carbone fanno 

ammalare i loro vicini” analizza l’impatto di tutte le centrali 

a carbone UE per i quali i dati sono disponibili (257 su 280). 

Lo studio rivela che nel 2013 le emissioni di tali centrali sono 

state responsabili di oltre 22.900 morti premature, di decine di 

migliaia di casi di malattie - da bronchiti a patologie cardiache - 

e di costi sanitari fino a 62,3 miliardi di euro. 

http://env-health.org/ 

© Adriano Gambarini/ WWF Living 

L’allarme 

Amazzonia, la distruzione continua 

Attività economiche insostenibili minacciano l’integrità della 

foresta Amazzonica, dove vive il 10% delle specie viventi. Lo 

denuncia il Living Amazon Report 2016 del WWF che individua 

31 “fronti di deforestazione”. Cause principali di pressione 

sugli ecosistemi forestali sono agricoltura e allevamento, 

mentre gli ambienti fluviali sono minacciati da oltre 

250 progetti di costruzioni di grandi dighe, che rischiano di 

avere impatti devastanti sul regime idrologico e sulla sopravvivenza 

di specie di pesci uniche al mondo. Oltre 20 progetti 

di costruzioni di grandi strade permetteranno di violare 

le aree più nascoste e intatte della foresta, mentre sono in 

aumento in modo esponenziale le mire espansionistiche del 

settore minerario e dell’estrazione di idrocarburi. 

#VivaAmazonia: 

© Claire Doole / WWF 

Clima 

Nel 2015 caldo record 

A livello globale (considerando sia la terraferma 

che gli oceani) il 2015 è stato 

l’anno più caldo dal 1880 ad oggi. E in 

questo contesto non fa eccezione l’Italia: 

nel 2015 è stato infatti registrato il 

nuovo record della temperatura media 

annuale, sia pure appena al di sopra del 

precedente registrato nel 2014. Un clima, 

quello del nostro Paese, caratterizzato da 

piogge intense e concentrate in poche 

ore, ma anche dalla siccità (che nel 2015 

si è manifestata in particolare negli ultimi 

mesi dell’anno), con nuovi record di temperatura 

registrati soprattutto sulle regioni 

settentrionali e sulle stazioni in quota 

dell’arco alpino. Lo dice l’11° rapporto Ispra 

“Gli indicatori del clima in Italia’’. 

www.isprambiente.gov.it 

© Franco Ferroni 

Agricoltura 

Una proroga per il glifosato 

Dopo l’impasse politico la Commissione 

Europea ha autorizzato, nell’ultimo giorno 

utile, l’uso di glifosato nei campi e nei giardini. 

La proroga vale per un anno e mezzo 

e non per i 15 anni che normalmente vengono 

concessi ai prodotti fitosanitari. La 

Coalizione StopGlifosato che riunisce ben 

46 associazioni e organizzazioni della 

società civile avverte: «L’esecutivo europeo 

non si illuda che questo slittamento 

faccia abbassare la guardia ai cittadini. A 

conferma della pericolosità dell’erbicida, il 

Comitato UE per la salute delle piante ha 

votato a favore di una restrizione del suo 

utilizzo nei giardini e nei parchi pubblici 

nonché di un rafforzamento dell’esame 

minuzioso del suo uso pre-raccolto. 

www.stopglifosato.it 

© WWF-Canon / Martin HARVEY 

Specie a rischio / 3 

Tanzania, elefanti nel mirino 

Una delle riserve storiche della Tanzania, 

Selous, patrimonio dell’Umanità Unesco, 

è sotto minaccia. Nel 1976 la riserva 

ospitava circa 110.000 elefanti. L’ultimo 

censimento del 2014 si è fermato a quota 

15.000, con un crollo di quasi il 90% in 

40 anni, circa 2.500 uccisi ogni anno a 

causa del bracconaggio. Se questo trend 

dovesse continuare nel 2022 potremmo 

dire addio agli elefanti in quest’area. Lo 

denuncia il WWF impegnato nell’area con 

una campagna su tutti i fronti. La situazione 

è peggiorata negli ultimi anni: dal 

2010 al 2013 sono stati uccisi in media 6 

elefanti al giorno. Il WWF denuncia che 

il 75% del territorio è interessato da concessioni 

per la ricerca di petrolio e gas. 

http://wwf.panda.org/ 


IN CIFRE 

VIAGGIO IN ITALIA 

WWW.WWF.IT/CRIMINIDINATURA 

I CRIMINI DI NATURA IN ITALIA 

Nell’elaborazione WWF 

dai dati del Ministero 

dell’Ambiente, la 

composizione dei 

crimini ambientali in 

Italia. La categoria più 

diffusa risulta essere 

quella dei reati agroalimentari, 

seguita 

dalle illegalità verso 

la fauna selvatica. 

Il WWF ha chiesto 

un’inasprimento del 

sistema sanzionatorio. 

8% 

INCENDI 

14% 

CEMENTO 

16% 

INQUINAMENTO E ALTRI 

22% 

REATI CONTRO ANIMALI 

E FAUNA SELVATICA 

MONDO WWF 

Notizie, campagne, attivismo 

Notizie, campagne, attivismo 

15% 

TRAFFICO E GESTIONE 

ILLECITA DI RIFIUTI 

25% 

REATI AGROALIMENTARI 

WWW.WWF.IT/CRIMINIDINATURA 

QUANTO VALE IL CRIMINE AMBIENTALE NEL MONDO 

Il commercio illegale di specie selvatiche è riconosciuto 

come il 4° mercato illegale del Pianeta, secondo 

solo a quello della droga, armi ed esseri umani. 

© Oasi WWF Policoro Herakleia 

Prelievo e commercio di specie selvatiche 

23 MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO 

Pesca illegale 

11-30 MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO 

Taglio illegale di foreste 


IL SACCHEGGIO 

ILLEGALE DI 

NATURA NEL SUO 

COMPLESSO VALE 

213 MILIARDI DI 

DOLLARI L’ANNO 

#WWF50 

LA FESTA DELLE OASI 

VA AVANTI SINO A OTTOBRE 

Aperture straordinarie, ingressi gratuiti, iniziative speciali: in 

occasione dei suoi 50 anni il WWF Italia ha deciso di regalare 

un’immersione di natura protetta organizzando visite 

guidate gratuite nelle Oasi ogni prima domenica del mese. 

L’effetto positivo e cruciale di queste aree per l’ambiente e 

la natura è raccontato nel Dossier “Effetto Oasi”: senza l’impegno 

del WWF avremmo perso pezzi straordinari del nostro 

patrimonio naturale che oggi sono bene comune di tutti gli 

italiani. Gli antichi boschi costieri di Macchiagrande e Foce 

dell’Arrone, ritagliati nel cemento del litorale romano, sono al 

sicuro. Gli Stagni di Focognano, a due passi da Firenze, sono 

stati “ricostruiti” come nell’antica Piana Fiorentina. Se non ci 

fosse stato il WWF al posto dei candidi cumuli di sale e rosei 

fenicotteri delle Saline di Trapani, ci sarebbe un’area industriale. 

E nel Lago di Burano, paradiso dei birdwatcher all’Argentario, 

o della prima valle da pesca protetta - Valle Averto, 

nella Laguna Veneta - ci sarebbero ancora riserve di caccia. 

www.wwf.it 

Estrazioni di risorse minerarie 


$ 

Commercio e scarico di rifiuti tossici 


ANTI-BRACCONAGGIO 

SUL DELTA: IL BILANCIO 

Un Parco Regionale e Sito di 

importanza comunitaria ancora 

troppo spesso teatro di violazioni 

Pagina 22 

IL PANDA A BORDO 

DELLA VESPUCCI 

ll WWF e la nave scuola 

della Marina Militare di nuovo 

insieme per difendere il mare 

Pagina 23 

VALPREDINA, UN SOGNO 

AVVERATO OGNI GIORNO 

Viaggio nell’Oasi della bergamasca 

frutto di una donazione e 

dell’impegno di un’intera famiglia 

Pagg. 24-25 


MONDO WWF 

TARTARUGHE. Negli ultimi 30 

TORRE SALSA. Una serie 

50 ANNI DI WWF ITALIA. Si 

NEPAL. Per la prima volta il 

CLIMA. Secondo il WWF 

ITALIA 

anni ha salvato più di 4mila 

di incendi ha colpito, nello 

sono svolti a Pescara, Napoli 

WWF ha messo un radiocollare 

a una femmina di leo- 

EUROPA troppo lontana dall’impegno l’Unione Europea è ancora 

tartarughe marine. È il Centro ITALIA scorso luglio, l’Oasi WWF di 

ITALIA e Roma una serie di eventi 

ASIA 

ADDI 

recupero WWF di Lampedusa. 

Anche questa estate collaborazione 

con i pescatori, con i 

volontari a dare supporto. 

Torre Salsa (Ag) obbligando 

ad utilizzare i Canadair. Sull’origine 

dolosa dei roghi non vi 

sono dubbi. 

per i 50 anni del WWF Italia, 

culminati con l’incontro con il 

Presidente Mattarella (vedi a 

pagina 6) 

pardo delle nevi in Nepal. 

Il progetto permetterà di 

seguirne gli spostamenti e 

studiare le abitudini. 

internazionale assunto a 

Parigi di mantenere il riscaldamento 

globale al di sotto 

dei 2°C. 

LUTTO. È morto a 93 anni 

Luc Hoffmann, esperto di 

ornitologia. Ha fatto parte 

del primo board internazionale 

del WWF ed è stato il 

primo vicepresidente internazionale. 

ATTIVISMO I UN’AREA PROTETTA NON ABBASTANZA PROTETTA 

Il duro lavoro dei guardiani del Delta 

Un bilancio dell’attività dei volontari anti-bracconaggio nel Parco Regionale 

Massimo Benà 

U 

na biodiversità ricchissima, 

a rischio bracconaggio. 

Il Delta del Po 

Veneto è una vasta aree umida 

dove dal 1997 è stato istituito 

un Parco Regionale. È un Sito 

di importanza Comunitaria 

(SIC) e Zona a Protezione 

Speciale (ZPS) e fa parte della 

Rete Natura 2000. Può essere 

annoverata tra le più importanti 

aree umide d’Italia. Per 

questo motivo sin dai tempi 

della Repubblica di Venezia era 

frequentata per la caccia agli 

uccelli acquatici. 

Tale tradizione si è protratta 

sino ai tempi nostri accompagnata, 

purtroppo, da un’ampia 

diffusione di fenomeni illegali 

di caccia, tanto da essere considerato 

dall’Ispra uno dei 6 

“black spot” del bracconaggio 

in Italia: abbattimento di specie 

protette, caccia in giorni di 

divieto o con mezzi illegali, caccia 

entro il perimetro del parco. 

I reati più diffusi sono l’utilizzo 

di fucili a ripetizione a più di 

tre colpi (il numero massimo 

consentito) e l’utilizzo dei famigerati 

registratori elettronici. 

Denunce e segnalazioni 

Le guardie venatorie del WWF 

di Rovigo sin dall’istituzione 

del Parco hanno denunciato 

diversi episodi di caccia nell’area 

protetta. Tutte le denunce si 

sono concluse con la condanna 

degli imputati ed hanno contribuito 

in maniera sostanziale a 

ridurre la presenza di cacciatori 

nel Parco. 

Esauritasi l’esperienza delle 

guardie venatorie, dal 2004 

i volontari del WWF di Rovigo 

hanno continuato a monitorare 

l’area. 

In tutti i 77 sopralluoghi 

effettuati in giorni, orari e luoghi 

diversi i volontari hanno 

riscontrato la presenza di bracconieri 

in azione a cui sono corrisposte 

ben 146 segnalazioni 

di reato agli organi competenti. 

La presenza massiccia di 

i 

146 

Le violazioni penali 

riscontrate dal WWF 

nelle uscite nelle lagune 

del Delta del Po Veneto 

dal 2004 a oggi. 

© L. Biancatelli 

bracconieri è d’altra parte giustificata 

dalla cronica carenza 

di vigilanza. Non è infrequente 

che in tutto il Delta 

del Po veneto sia in servizio 

una sola pattuglia addetta alla 

controllo, magari sprovvista di 

imbarcazione. 

A ciò si aggiunga che esiste 

una vasta rete di “sentinelle” 

sempre pronte ad allertare 

i bracconieri dell’arrivo dei 

guardiacaccia. 

Pessimi segnali 

Questa situazione è stata 

ampiamente documentata e 

denunciata in oltre trent’anni 

dalla sezione di Rovigo ma i 

risultati non sono mai venuti 

a causa del “peso politico” che 

il mondo venatorio continua 

ad avere a livello provinciale e 

regionale. E gli ultimi provvedimenti 

governativi sul Corpo 

Forestale dello Stato e la vigilanza 

provinciale (che si occuperà 

d’altro) sono purtroppo 

pessimi segnali. 

Campagna: Crimini di natura 

Obiettivo: fermare il bracconaggio nelle aree dove 

storicamente si esercita e proteggere la migrazione 

con l’azione di controllo delle Guardie WWF 

in collaborazione con le forze dell’ordine 

http://criminidinatura.wwf.it 

© F. Mirabile 

CAMPAGNE I WWF E VESPUCCI DI NUOVI INSIEME 

Biodiversità a vele spiegate 

La nave scuola in tour per 8mila chilometri per difendere il mare 

24 

Le vele della nave scuola 

Amerigo Vespucci, 

l’Unità più anziana in 

servizio nella Marina 

Militare. Varata il 

22 febbraio 1931. Ha tre 

alberi verticali, trinchetto, 

maestra e mezzana. 

i 

A bordo. 

È partita a fine 

aprile sulla nave 

scuola Amerigo 

Vespucci la 

campagna di 

sensibilizzazione 

sul Mediterraneo 

voluta dal WWF 

e dalla Marina 

Militare 

Dopo esattamente 38 anni dalla 

storica campagna di sensibilizzazione 

sul Mediterraneo 

“Il Mare deve Vivere” i volontari 

del WWF sono nuovamente saliti 

a bordo della nave scuola Amerigo 

Vespucci per la nuova campagna 

a difesa del Mare Nostrum voluta 

dal WWF e dalla Marina Militare. 

L’iniziativa si è svolta dall’inizio 

di maggio ai primi di luglio 

quando la storica nave, che 

quest’anno compie 85 anni, ha 

compiuto un periplo di 8.000 

chilometri di coste fermandosi 

nei porti di La Spezia, Cagliari , 

Trieste, Venezia, Bari, Ancona, 

Messina, Trapani, Genova, Napoli 

e Livorno. 

Nei moli di attracco è stato 

allestito uno stand dai volontari 

del WWF con materiali informativi 

sulle attività dell’associazione 

in difesa della biodiversità nel 

Mediterraneo per far conoscere 

meglio, amare e difendere il mare 

alle decine di migliaia di cittadini 

che hanno visitato il veliero. 

L’attività è stata legata alla 

campagna WWF Fish Forward sul 

consumo sostenibile del pesce, per 

creare una maggiore coscienza 

su quanto il pesce che scegliamo 

impatta sul Pianeta. 

— Luigi Agresti 

Campagna: Mare 

Obiettivo: Sensibilizzare il pubblico sulla ricchezza 

del Mediterraneo ma anche sulla estrema fragilità e 

sull’importanza dei nostri gesti. 

http://mediterraneo.wwf.it 

Le tappe 

Un tema 

per ogni porto 

In alcune tappe della 

Vespucci sono stati 

organizzati convegni su 

temi specifici. A Cagliari si 

è parlato delle attività 

WWF in difesa del mare 

con un particolare focus 

su un problema presente 

in Sardegna come il furto 

delle sabbie. 

A Trieste, in collaborazione 

con l’Istituto 

Nazionale di Oceanografia 

e Geofisica sperimentale 

(OGS) si è parlato di 

“ecologia blue”. A 

Venezia si è affrontato il 

tema della tutela delle 

tartarughe marine in Alto 

Adriatico, a Messina si è 

parlato di erosione 

costiera e portualità, a 

Trapani della aree 

protette in Sicilia ed infine 

a Genova di impatti 

antropici e difesa della 

biodiversità nel mare di 

Liguria. 

La campagna della 

Vespucci in definitiva ha 

consentito di raggiungere 

migliaia di persone che 

auspichiamo saranno più 

attente alle esigenze di 

conservazione della 

biodiversità del Mediterraneo 

e ciò è stato possibile 

grazie ancora una volta 

all’entusiasmo degli 

attivisti del WWF che 

come sempre non si sono 

risparmiati nello spendere 

le loro energie. (L.A.) 


ALLA SCOPERTA DELLE OASI 

Momenti. Da sinistra, arrivano piccoli ricci. 

Anna Gibellini con un piccolo pipistrello, 

un gheppio con un’ala steccata, una poiana, 

piccoli caprioli. Qui sotto, Matteo Mauri. 

© Oasi Valpredina 

TRE GENERAZIONI IN PRIMA LINEA PER L’AMBIENTE 

Una famiglia e un’Oasi. Una storia d’amore lunga più 

di 30 anni. Enzo e Gloria Mauri, giovanissimi sposi 

e attivisti del WWF di Bergamo, un giorno del 1983 

vengono mandati dalla delegazione lombarda del 

WWF a incontrare i coniugi Bardoneschi, che si erano 

messi in contatto con la sede nazionale manifestando 

l’intenzione di lasciare la loro tenuta all’associazione. 

Da allora Enzo e Gloria non se ne sono più andati, la 

loro storia d’amore ha camminato parallela a quella per 

questo angolo di natura incontaminata a due passi da una delle zone più densamente 

urbanizzate e industrializzate d’Italia. Enzo, guardia volontaria dal 1982, è direttore 

della Riserva dal 1993, Gloria dopo una parentesi di lavoro nel WWF, continua a fare 

la volontaria, il figlio Matteo ha iniziato come volontario, poi ha fatto il servizio civile 

nell’Oasi e oggi è titolare dell’Azienda Agricolta Valpredina e responsabile del Cras. 

Anche l’altra figlia, Elisabetta, che ha studiato giurisprudenza, si appresta a diventare 

avvocato, ovviamente specializzato in ambiente. E la simbiosi tra Valpredina e famiglia 

è destinata a proseguire di generazione in generazione, visto che Carola e Giada, 

nipotine di Enzo e Gloria, già bazzicano lungo i sentieri... «Siamo qui sette giorni su 

sette, estate, inverno, senza mai poter fare ferie. Abbiamo subìto minacce, siamo anche 

stati malmenati», raccontano Enzo e Gloria. «Ma per noi è una specie di missione. 

Spesso ci è capitato di scontrarci con qualche sindaco o politico locale e a tutti diciamo: 

“Voi passerete, l’Oasi invece resta!”». Un po’ come il loro amore... 

Da sapere e da fare 

Info e contatti 

L’Oasi WWF Valpredina è diventata una 

riserva regionale nel 1985. Dal 2008 è 

stata dichiarata SIC, sito di importanza 

comunitaria. La gestione è affidata dal 

WWF all’Azienda Agricola Valpredina, 

che produce olio, miele, erbe officinali. 

Può essere visitata tutto l’anno. Negli 

orari di apertura del Centro Visite è 

possibile accedere all’area con il supporto 

di un’audioguida. 

Per scuole e gruppi 

Famiglie e gruppi scolastici possono 

visitare l’area accompagnati dalle 

guide naturalistiche (previa prenotazione 

e per gruppi non inferiori a 10 

persone) 

Come arrivare 

Valpredina è a pochi chilometri da 

Bergamo. Dall’Autostrada A4 si esce 

al casello di Seriate, si imbocca la tangenziale 

per Lovere-Brescia (Ss42), si 

arriva a Trescore Balneario, si segue 

per Cenate Sopra e da lì i cartelli per 

la Riserva. 

Valpredina, un sogno realizzato 

Lucia Bardoneschi lasciò la sua tenuta al WWF perché insegnasse ai giovani il rispetto 

dell’ambiente. Da 30 anni Enzo e Gloria sono i fedeli esecutori delle sue volontà 

di Silvano Rubino, foto di Antonio Mola 

Prima di diventare un’accompagnatrice 

esperta di studenti di tutte le età, 

Gloria Mauri lo è stata, per oltre un 

decennio, della signora Lucia Bardoneschi. 

«Ogni domenica», racconta, «mi diceva, 

con i suoi modi spicci, “dammi il 

braccio” e con la sua camicia di seta, con 

le scarpe con il fiocco abbinato a quello 

del cappello, voleva essere portata in giro 

per il suo giardino, per toccare con mano 

i progressi che stavamo facendo nella 

gestione dell’Oasi». La signora Lucia è la 

persona che, insieme al marito Enzo, nel 

1983 ha donato la sua tenuta di campagna 

al WWF, un bellissimo bosco con coste 

rocciose e coltivi, attraversato dal 

torrente Predina, sulle Prealpi bergamasche. 

Sinché è rimasta in vita (è scomparsa 

nel 1998, ultranovantenne), ha 

continuato a trascorrere le sue estati nella 

tenuta. «Ci ripeteva che aveva deciso di 

fare il lascito», racconta Gloria, «perché 

le future generazioni potessero imparare 

a rispettare l’ambiente». 

Arrivi e partenze 

Obiettivo centrato: a giudicare dal viavai 

continuo di scolaresche che tra primavera 

e autunno, ogni giorno, percorrono il 

sentiero didattico che va da quello che 

era il giardino della villa sino alle porzioni 

di bosco che nel tempo il WWF ha 

acquistato per estendere la Riserva (che 

oggi ha una superficie di 90 ettari). 

Gloria che insieme al marito Enzo e al 

figlio Matteo è da più di 30 anni “l’anima” 

di quest’Oasi, mostra con orgoglio il sentiero 

didattico (accessibile anche ai disabili) 

con i pannelli esplicativi, gli stagni 

che ospitano i tritoni e altri anfibi, le voliere, 

la radura dove i ragazzi giocano alla 

“tribù dei piedi scalzi”, il “condominio 

degli insetti”, il giardino delle farfalle, l’area 

delle piante officinali... 

Ma l’Oasi di Valpredina ha una doppia 

anima. Basta trascorrervi qualche 

ora per capirlo. Mentre Gloria dà le ultime 

informazioni a Fausto, Barbara e Anita, 

famiglia in visita all’Oasi che ha fatto 

il giro con le comode audioguide fornite 

nel Centro Visite, arrivano Salvatore 

e Tiziana. Con una grande scatola di 

cartone bucherellata che ospita una poiana, 

evidentemente in difficoltà, trovata 

durante una passeggiata in un bosco. 

Poco dopo arriva Fiorenzo, in una scatola 

ha due piccoli ricci. «Verranno svezzati 

e poi rimessi in libertà», spiega Matteo, 

responsabile del Cras, il Centro di Recupero 

Animali Selvatici. Operativo da 16 

anni (con oltre 35mila animali accolti), è 

dotato di un ambulatorio veterinario, sala 

operatoria, voliere di riabilitazione e 

un’area di ambientamento di oltre 4 ettari 

dove gli ungulati (caprioli, in gran parte) 

recuperati trascorrono il tempo che 

serve per poter poi tornare in libertà in 

Ospiti. Sopra, una poiana portata al Cras: ha 

problemi a un’occhio, verrà curata e liberata. 

Sotto, Gloria davanti al condominio degli 

insetti, tappa del percorso didattico. 

tutta sicurezza. Il Cras è un punto di riferimento 

per i privati cittadini, ma anche 

e soprattutto per le Polizie provinciali 

di Bergamo, Lecco e Brescia. E infatti poco 

dopo Fiorenzo arriva un agente della 

polizia provinciale di Brescia, con un piccolo 

pipistrello e due piccole civette. A seguire 

due agenti di quella di Bergamo, 

con un minuscolo verzellino. Ordinaria 

amministrazione, per il Cras, che durante 

la stagione della caccia tocca i picchi di 

attività, con decine di animali, soprattutto 

rapaci, con ferite da arma da fuoco. Le 

battaglie di Enzo contro il bracconaggio 

e la caccia gli sono costate minacce, manifestazioni 

di cacciatori davanti all’Oasi, 

in una zona dove la cultura venatoria 

è molto diffusa. 

Nella “nursery”, realizzata vicino agli 

uffici perché i piccoli hanno bisogno di 

cure continue, Anna Gibellini, naturalista 

dell’Oasi, si prende cura di cuccioli di pipistrello 

(l’Oasi è referente di un progetto 

Life di tutela di questi animali, gestendo 

uno “sportello pipistrelli”), rondini, balestrucci. 

L’obiettivo, per tutti, è il ritorno in libertà. 

E il momento delle liberazioni - cui 

negli ultimi tempi partecipano anche i 15 

richiedenti asilo ospitati nella foresteria 

dell’Oasi - è sempre una festa. Che ripaga 

di fatica e difficoltà. E di cui anche la signora 

Lucia andrebbe fiera. 

Flora e fauna 

Dominata dal bosco a roverella e carpino 

nero, l’Oasi ospita varie specie di 

elleboro, peonia, anemone fegatella, 

fior di stecco e anche orchidee spontanee. 

Oltre 50 specie di uccelli nidificano 

nell’area, tra cui rapaci come il 

falco pellegrino, la poiana, il gheppio, 

lo sparviero, l’allocco, la civetta e il gufo 

reale. Abitanti del bosco sono anche 

volpi, faine, tassi, caprioli, scoiattoli, 

ghiri e ricci, 8 specie diverse di pipistrelli. 

Tra gli anfibi, spiccano la salamandra 

pezzata (simbolo della riserva), 

il rospo smeraldino, il tritone crestato e 

il raro ululone dal ventre giallo. 

Da vedere nei dintorni 

Oltre alla visita dell’area didattica, per 

coloro che vogliono affrontare una 

camminata più impegnativa è possibile 

raggiungere l’osservatorio a ca’ 

Pessina (con una comoda area picnic) 

dove si possono vedere i rapaci e poi 

si può raggiungere la cima del Monte 

Misma,con uno splendido panorama. 

Per informazioni 

info@oasivalpredina.it 

tel. 035 956140 

www.oasivalpredina.it 

Sportello pipistrelli: 

pipistrelli@valpredina.eu 


MONDO WWF 

MONDO WWF 

LETTERE 

INCONTRI RAVVICINATI 

NEI BOSCHI DELL’ABRUZZO 

Caro WWF, 

Il 5 giugno 2016 doveva essere una domenica come tante di quelle 

trascorse in montagna… Sveglia alle 6 e inizio escursione dai prati 

Agapito, vicino Campo Felice, alle 8.20. Dopo qualche chilometro passato 

in faggeta mi avvicino al limite del bosco, a 1.820 m di quota, quand’ecco 

noto con la coda dell’occhio qualcosa che si avvicina da dietro: è una 

volpe! Sono solo, sembra essere un 

giovane senza alcun timore. Mi rimane 

a 2-3 metri di distanza mettendosi 

a proprio agio, stiracchiandosi, 

sbadigliando e dormicchiando un po’! 

Allibito metto a dura prova la bridge 

della Canon, realizzando un book alla 

volpe che, piuttosto vanitosa, non si 

tira indietro... La cosa che più mi ha 

colpito è stato il fatto che non cercasse 

tanto da mangiare ma si limitasse a rimanere a distanza ravvicinata 

adottando comportamenti del tutto spontanei e rilassati. 

Dopo una mezz’ora trascorsa a fare foto mi accingo a riprender il 

cammino e la volpe mi segue: mi tornano in mente gli scatti realizzati da 

Stefano Unterthiner nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove si era 

fatta amica una volpe, tanto da realizzarci un libro fotografico… Dal 

canto mio mi accontento di immortalarla nel prato fiorito, con qualche 

scorcio di panorama. La volpe ne approfitta per mangiucchiare un po’ 

d’erba e qualcosa alla base di qualche fiore, ortotteri presumo. È proprio 

giunta l’ora di andare, lei stessa si allontana rigirandosi un’ultima 

volta in lontananza per salutare questo strano bipede incuriosito dalla 

sua presenza. Sono incontri come questo che, al di là delle vette, dei 

panorami, delle rocce e delle cascate mi ripagano dalla fatica fatta per 

inerpicarmi sui monti! 

Federico Calderai 

LO SCAFFALE 

Libro 

Riconversione ecologica: istruzioni per l’uso 

“Economia innovatrice. Perché è imperativo rendere 

circolari economia, finanza e società” è un libro agile e 

molto utile sulla necessità di una conversione 

ecologica dell’economia, da realizzarsi attraverso il 

modello della circolarità sistemica. Nella seconda 

parte del libro ci sono i contributi di Robert Costanza, 

Pavan Sukhdev, Gianfranco Bologna, Mariana 

Mazzucato e Gianni Silvestrini. Conclude il testo 

Andrea Vecci, che propone una panoramica 

aggiornata e puntuale sulle 

innovazioni sociali e ambientali 

provenienti dal terzo settore italiano. 

LA VIGNETTA 

Andrea Di Stefano, Massimiliano 

Lepratti, Economia innovatrice Ed. 

Ambiente, 184 pp, 16 euro 

AZIENDE I NUOVE PARTNERSHIP 

Prodotti dalla parte della natura 

I fazzoletti Regina WWF collection e Save The Duck: due esempi di buone pratiche d’acquisto 

Se nel precedente numero di Panda vi 

abbiamo raccontato le storie, i traguardi 

di WWF in Italia e gli obiettivi 

raggiunti anche grazie alla collaborazione 

con il mondo delle imprese, in questa 

occasione vogliamo raccontarvi due 

nuove iniziative sviluppate con i nostri 

partner, con le quali è possibile sostenere 

WWF unendo l’amore per l’ambiente alle 

necessità quotidiane. 

Il primo prodotto è la linea di fazzoletti 

Regina WWF Collection, nata 

dalla collaborazione con il brand Regina 

(Gruppo Sofidel): per alcuni mesi, i fazzoletti 

dedicati al mare, con protagonisti 

delfini, foche, tartarughe, affiancheranno 

quelli della serie “Foresta”, lanciati alla 

fine dello scorso anno e dedicati agli animali 

simbolo di questo habitat. 

I fazzoletti sono prodotti con carta 

100% certificata FSC, preveniente quindi 

da foreste gestite in modo responsabile e 

sostenibile: attraverso l’acquisto di questo 

prodotto, Regina sosterrà i progetti di 

conservazione WWF dedicati alle specie 

animali più a rischio, promuovendo inoltre 

il Progetto Adozioni WWF. 

Il secondo progetto che vogliamo raccontarvi 

è invece quello realizzato con 

Save the Duck, azienda che realizza giubbotti 

“100% Animal Free” e che ha deciso 

di festeggiare i primi 50 anni di WWF in 

Italia creando una collezione “special edition” 

composta da 50 nuances, ognuna 

delle quali rappresenta un animale e/o 

un habitat naturale a rischio che WWF 

protegge ogni giorno. 

Con questa operazione, Save the Duck 

sostiene i progetti di conservazione del 

WWF: si potrà così scegliere di indossare 

i colori dell’orso polare, della tartaruga, 

del giaguaro o del nostro mitico panda, 

prediligendo al contempo un prodotto 

realizzato senza l’uso di derivati animali 

- l’imbottitura è infatti costituita al 100% 

da materiale riciclato - e con componenti 

garantiti per il rispetto dell’ambiente. 

www.wwf.it/imprese 

Animal free. I 

giubbotti della 

collezione speciale 

Save the Duck 

dedicati ai 50 anni 

del WWF Italia. 

SEI UN MITO 

LESTER BROWN, IL MAESTRO 

DELLA CULTURA DEL CAMBIAMENTO 

POLICORO, IL CAMPO ESTIVO È UN’AVVENTURA 

TRA CETACEI E TARTARUGHE 

M.Marinelli 

CC Agência Brasil / Wikipedia 

Lester Brown 

«Inganniamo noi stessi se pensiamo 

che gli anni a venire saranno facili. Nella 

migliore delle ipotesi saranno traumatici: 

potrebbero anche essere catastrofici. La 

domanda cruciale è se riusciremo a creare 

un ordine possibile, in un mondo che 

diventa sempre più interdipendente. Ciò 

richiederà alla nostra generazione un livello 

di capacità direttive, di comprensione e di 

generosità spirituale quale è stato richiesto 

in passato ad assai poche generazioni». 

Così scriveva Lester Brown nel 1974 nel 

suo volume Di solo pane e dice molto sulle 

sue straordinarie capacità visionarie. Brown 

ha scritto più di 50 volumi, ha ricevuto 

26 lauree honoris causa, ha fondato il 

prestigioso Worldwatch Institute nel 1974, 

creando i rapporti annuali sullo stato del 

pianeta,“State of the World”, tradotti in oltre 

30 lingue e ha fondato nel 2001 l’Earth 

Policy Institute per diffondere l’applicazione 

concreta di una eco-economia, un “Piano 

B”, una proposta per l’intera umanità che 

ha avuto un’amplissima diffusione in tutto il 

mondo. Lester è un vero mito per tutti noi, 

una di quelle figure che hanno contribuito 

alla revisione dei nostri approcci mentali 

tradizionali e a contribuire alla costruzione 

della cultura per le generazioni del 

cambiamento. — Gianfranco Bologna 

è la storia di un campo 

estivo pieno di emozioni e 

«Questa 

divertimento, persone sempre 

sorridenti e spensierate. Per me è molto 

commovente vedere finalmente animali 

che corrono verso la libertà. Ammiro le 

persone che curandoli e rimettendoli in 

sesto, sono riuscite a farli sopravvivere e a 

renderli felici. Oggi ho tentato di far volare 

un falco verso la sua amata casetta. Io ed 

Erika siamo riusciti a regalare a 

quell’animale la pura libertà». 

Sergio R. è un bimbo di 9 anni e ha 

scritto questa lettera dopo aver partecipato 

al campo WWF “Cetacei e tartarughe” che 

si è svolto presso l’Oasi WWF di Policoro, 

sulla costa ionica della Basilicata dove ha 

sede il Centro recupero animali selvatici 

provinciale. Proprio l’ospedale degli 

animali è una delle esperienze più 

affascinanti per i piccoli partecipanti. Il 

momento clou, manco a dirlo, è quello 

della liberazione, assieme all’osservazione 

in mare aperto dei cetacei (stenelle, ma 

anche delfini comuni e capodogli) 

possibile grazie alla collaborazione con i 

ricercatori della Jonian Dolphin 

Conservation, che mettono a disposizione 

il loro catamarano per 3 uscite settimanali. 

E poi gite a cavallo, escursioni nel bosco 

pantano, canoa, lezioni di biologia 

teoriche e “pratiche”, come assistere alle 

operazioni di inanellamento dei piccoli 

uccelli migratori. 

(L.B.) 

ONLINE 

Info adulti http://viaggiwwfnature.it/ 

Info junior e famiglie http://wwfnature.it 

Seguici ogni giorno su Facebook WWF Italia e su Twitter @WWFItalia 


MONDO WWF 

LASCITI I LA TESTIMONIANZA DI CAROLYNE 

UNA PASSEGGIATA NEL BOSCO PUÒ CURARE OGNI TUO MALE 

Carolyne Ferrand 

ha scelto 

di includere 

il WWF nel suo 

testamento 

L’inverno è una stagione perfetta per ammirare la natura secondo Carolyne 

Ferrand. La foresta “Bosco degli Spiriti” si trova a pochi minuti dalla sua 

casa a Winnipeg. Lei dice che è la sua medicina per l’anima. 

«In inverno puoi vedere le tracce degli animali selvatici. Ho sempre amato 

la vita all’aria aperta, fin da quando ero bambina. Giocavo fuori con le mie 

sorelle praticamente ogni giorno e le nostre vacanze di famiglia erano in 

camper o comunque erano avventure alla scoperta della natura. Oggi, amo 

camminare nella foresta. Cura i mal di testa meglio di qualsiasi pillola e per 

me è diventata quasi una forma di meditazione». 

Ultimamente è diventato più difficile per Carolyne passeggiare nei boschi 

perché i trattamenti contro il cancro l’hanno un po’ indebolita. «Per me 

non c’è differenza tra salute e natura, ecco perché non rinuncio a stare 

nei boschi ed è lo stesso motivo per cui da 20 anni sostengo il WWF 

e ho scelto di includerlo nel mio testamento. Ho fiducia nel fatto che il 

WWF userà questo mio sostegno in modo saggio, per fare in modo che le 

generazioni future possano amare ed apprezzare le straordinarie specie 

selvatiche che amo io». Carolyne parla in modo appassionato: «Voglio dire 

ai miei coetanei quarantenni che un testamento non è roba da vecchi. 

Molta gente della mia età non ci pensa, ma così come ci impegniamo 

per far rispettare i nostri desideri adesso, così dovrebbe importarci che 

vengano rispettati anche quando non ci saremo più. 

Il mio desiderio è che la natura continui a vivere. Spero che la mia storia 

ispiri altre persone: anche quando non ci saremo più potremo fare la 

differenza». 

Includere il WWF nel proprio testamento 

è un modo per scrivere il proprio nome 

nella bellezza della Natura, che continuerà 

a vivere dopo di noi, per sempre. 

In Italia l’Oasi di Valpredina è nata grazie al desiderio della sua 

proprietaria, la signora Lucia Bardoneschi, che decise di lasciarlo al WWF. 

Leggi la storia a pagina 24-25 

COME SI FA 

La nuova edizione della 

Guida WWF ai Lasciti 

testamentari contiene tutte 

le informazioni aggiornate 

per trasformare questo 

desiderio in un sostegno 

concreto. Attraverso le 

pagine della Guida potrai 

approfondire il programma 

di lavoro del WWF e 

conoscere le attività che 

saranno possibili anche 

grazie al tuo lascito. Per 

richiedere la Guida compila 

e spedisci il coupon nella 

pagina qui a fianco. 

Per informazioni compili e spedisca questo coupon a WWF Italia, via Po 25/c – 00198 Roma, all’attenzione di Ufficio Lasciti e Grandi 

donazioni oppure lo invii via fax al n° 06/84497236. Se preferisce chiami i numeri 06/84497390 (Silvia Fischetti) oppure 06/84497317 

(Barbara Franco) o ci contatti via mail: lasciti@wwf.it 

Nome _______________________ Cognome ___________________________________Via _____________________________________ n° _______ 

Cap ______________ Località _______________________________________ Pr _____ Tel. _______________________________________________ 

Luogo e data di nascita ___________________________________________________ email _____________________________________________ 

I dati personali saranno trattati con assoluta riservatezza e nel rispetto del D. Lgs. n.196 Del 30/06/2003 Testo unico sulla Privacy 

www.wwf.it/lasciti 

© Zig Koch / WWF 

28 I PANDA

IO AVRÒ 

CURA DI TE! 

Tutti a scuola, per imparare ad amare il nostro pianeta. 

FULCO DOCET 

Regala ai tuoi figli, ai tuoi nipoti, a un bimbo che ti sta a cuore 

un mondo da difendere: regala l’iscrizione al WWF! 

Per il ritorno a scuola regala a un bimbo che ti sta a cuore la gioia di sentirsi parte della grande missione WWF, aiutalo a diventare il protagonista 

di un progetto in difesa del pianeta e a guardare il mondo con occhi nuovi dicendo “IO AVRÒ CURA DI TE!”. Il futuro del mondo è nelle mani 

dei nostri bambini. Un futuro che nasce e cresce ogni giorno insieme a loro, insieme a te, guidato dalle tue scelte che insegnano ai più 

piccoli la lezione più grande: amare la natura, amare gli animali e prendersi cura del nostro pianeta! 

Regala a un bambino l’iscrizione al WWF! 

Perché diventare Socio Junior del WWF significa diventare un piccolo eroe pronto a difendere il pianeta, gli animali e la natura. 

Significa ricevere il giornalino “Panda Junior”, visitare gratuitamente le oltre 100 Oasi WWF in tutta Italia e poter partecipare agli 

entusiasmanti campi e alle vacanze WWF per ragazzi. 

Regala a un bambino l’adozione di una specie in pericolo! 

Regalagli la gioia e la certezza di aver compiuto qualcosa di straordinario e di aver salvato, protetto, curato i cuccioli di una specie in 

via d’estinzione. Riceverà in dono il bellissimo peluche dell’animale che ha adottato, il certificato di adozione e una scheda con tutte 

le informazioni e le curiosità sulla specie prescelta. 

Negli anni immediatamente 

successivi alla mia “redenzione” 

da un passato di cacciatore, mi 

chiesero di diventare Guardia 

Zoofila dell’Ente Nazionale 

Protezione Animali, un corpo allora assai 

attivo in tutta Italia, anche per i poteri 

assegnati ai suoi agenti da un tesserino del 

ministero dell’Interno che li autorizzava, 

con compiti di Agenti di Pubblica 

Sicurezza, di poter operare in tutta Italia. 

Le regole per l’ammissione erano 

piuttosto severe. Corsi di istruzione e di 

aggiornamento, prove di tiro alla pistola, 

riunioni settimanali e uscite regolari anche 

su chiamate spesso notturne, porto di un 

arma e di manette (che fortunatamente 

non dovetti mai usare). 

Naturalmente, forte della mie 

esperienza di ex cacciatore, venivo 

incaricato, da solo o con altri più esperti, 

di attività antibracconaggio, come 

quelle esercitate oggi dalle 300 guardie 

volontarie del WWF. 

Ricordo una volta che nel corso di 

uno dei miei viaggi per la “Guida della 

natura della Sicilia”, assieme a Franco 

Tassi, vedemmo, lungo la strada che 

costeggiava le Saline di Trapani - oggi 

Oasi WWF - , un signore che, sdraiato sul 

ciglio della strada, aveva preso di mira un 

gruppo di limicoli pascolanti nel vicino 

acquitrino. Immaginate il terrore 

del malcapitato a vederci saltare 

giù dall’auto, anche perché era 

oltretutto senza la licenza di caccia. 

Contestai l’infrazione, sequestrai la 

doppietta ma negli anni seguenti 

vissi col terrore di essere chiamato a 

testimoniare al Tribunale di Trapani, 

cosa che fortunatamente non avvenne. 

Una simile avventura, su una strada del 

Frusinate, mi capitò con un Ispettore di P.S. 

che sparava ai migratori lungo il confine 

del Parco d’Abruzzo. E poi confische di 

fucili che suscitavano addirittura pianti 

al cacciatore verbalizzato, scoperta di 

efficaci sistemi usati dai bracconieri per 

I pony di Villa 

Borghese, la scimmia 

in aeroporto, 

il cacciatore che 

piange... Ricordi 

di un’ (ex) guardia 

zoofila 

catturare gli storni nei viali cittadini, 

campagne antibracconaggio nelle isole 

Pontine che mi permisero di ilustrare sul 

mio taccuino una ingegnosa “schiaccia” 

realizzata con una pala di fico d’India a 

Ventotene. Ma anche la constatazione di 

stragi di uccellini nei campi della periferia 

trattati con sementi avvelenate micidiali, 

e altre “piacevolezze” illegali ai danni della 

fauna. 

Ma le missioni più tristi erano quelle 

dedicate al maltrattamento degli animali. 

Come i poveri pony che trascinavano 

carrettini carichi di bambini a Villa 

Borghese, i cui zoccoli, privi di ferri, 

avevano sviluppato gravi e dolorose 

deformazioni senza che i gestori se ne 

curassero. Per non parlare di un orrido 

allevamento di polli vicino Tivoli che mi 

costrinse a viaggi nella locale Pretura per 

seguirne il processo. 

L’episodio più toccante della mia 

carriera di guardia zoofila riguarda la 

denuncia per maltrattamento animali 

a carico del Direttore della Dogana 

dell’Aeroporto di Fiumicino. Grazie a 

una segnalazione anonima, decisi di fare 

un’ispezione all’immenso magazzino merci 

dell’Alitalia. Lì, in una gabbietta poco più 

grande di una scatola da scarpe, nascosta 

tra cumuli di bagagli, era chiusa da giorni 

al buio una povera scimmietta le cui uniche 

attenzioni riservatale erano una banana 

che un inserviente le infilava tra le grate. 

Il processo durò molto ma non ne 

ricordo l’esito, così come non voglio 

più ricordare, anche per una rimozione 

involontaria, i tanti maltrattamenti ai quali 

dovetti essere purtroppo testimone. Poi 

l’ENPA, almeno come ente istituzionale, 

chiuse i battenti e la mia esperienza 

“poliziesca” si concluse. 

— Fulco Pratesi 

COME FARE: 

1. Vai sul sito sostieni.wwf.it e scegli Iscrizioni o Adozioni 

2. Chiama oggi stesso il numero verde 800 99 00 99 

PANDA I 31

CI SONO PERSONE CHE ANCORA CREDONO 

DI POTER CAMBIARE IL MONDO. 

E giorno dopo giorno, 

lo cambiano. 

SOSTIENI IL WWF. LA NATURA ITALIANA 

HA BISOGNO DI PERSONE COME TE 

Il WWF con le sue guardie volontarie ha bisogno di te per continuare a lottare, per continuare 

a difendere i nostri animali dal bracconaggio, dalla caccia illegale, da un crimine di natura che 

ogni anno uccide migliaia di magnifici esemplari di specie selvatiche. 

Vai sul sito sostieni.wwf.it o chiama il numero verde 800 99 00 99

Panda_Settembre

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