14.09.2016 Views

Orizzonte n9 Settembre 2016

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 3 N. 9<br />

<strong>Settembre</strong> <strong>2016</strong><br />

INNOCENTE SALVINI<br />

C’ERA UNA VOLTA UN PITTORE MUGNAIO<br />

ALLA SCOPERTA<br />

DEI PALAZZI DEI ROLLI<br />

Nel decennale dell'inserimento delle<br />

antiche dimore dei "Rolli" nel Patrimonio<br />

dell'Umanità dell'UNESCO<br />

SOTTO PIAZZA NAVONA<br />

LO STADIO DI DOMIZIANO<br />

Piazza Navona rappresenta l'arena dello stadio,<br />

dove si svolgevano gare di lotta.<br />

PASTA CON LE COZZE<br />

ALLA TARANTINA<br />

LA DEPRESSIONE<br />

Come riconoscerla e come uscirne.<br />

FASHION & MODELS<br />

I generi alternativi: arte, non solo foto.<br />

LA FORZA DELLE COSE: GUTTUSO IN MOSTRA A PAVIA


2 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 3


IN PRIMO PIANO<br />

6 Sotto piazza Navona<br />

lo Stadio di Domiziano.<br />

26 C’era una volta<br />

un pittore mugnaio.<br />

CULTURA<br />

8 La depressione:<br />

riconoscerla per uscirne.<br />

14 Alla scoperta<br />

dei palazzi dei Rolli.<br />

22 La forza delle cose:<br />

Guttuso in mostra a Pavia.<br />

NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />

29 I "Perduti della storia".<br />

30 Mostre all’<strong>Orizzonte</strong>.<br />

42 Gli affreschi di<br />

Francesca Capitini.<br />

FASHION & MODELS<br />

60 Aspiranti Fotomodelle:<br />

I generi alternativi:<br />

arte, non solo foto.<br />

66 Le filigrane di Yvone Christa.<br />

RUBRICHE<br />

47 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />

Pasta con le cozze alla tarantina.<br />

51 Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />

Benessere al naturale.<br />

54 Lo sapevate che<br />

Convolvulus arvensis.<br />

69 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

4 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


EDITORIALE<br />

I nuovi mostri<br />

Ho incontrato un uomo nero in una notte nera; era<br />

vestito di nero e pedalava su una bicicletta nera, senza<br />

fanale né catarifrangente; l’ho evitato per un pelo, sudando<br />

freddo al pensiero di ciò che sarebbe accaduto<br />

se lo avessi investito. Gli ho fatto segno con i fari; lui mi<br />

ha guardato con l'aria di non capire, proseguendo nel<br />

suo buio. Per lui è normale così, visto che le biciclette<br />

le vendono senza fari.<br />

Accade spesso. Sei fermo al semaforo e stai per<br />

ripartire perché è scattato il verde ma proprio in quel<br />

momento una giovane donna con gli occhi persi sul telefonino<br />

decide di attraversare, passeggiando tranquilla<br />

come se niente esistesse fuori della sua conversazione<br />

telefonica. E' un pedone, e reputa che sia diritto dei<br />

pedoni attraversare dove credono meglio, e che i semafori<br />

siano solo luminarie per automobilisti.<br />

Di sera, fuori dei locali, si discute urlando; le moto<br />

passano a tutta velocità, sgasando e tirando le marce,<br />

automobili con gli impianti stereo potenziati procedono<br />

invece a passo d'uomo, sparando decibel da paura<br />

che fanno tremare i vetri delle finestre e mandano a<br />

mille le palpitazioni. L'arroganza è ormai norma, l'insolenza<br />

è diritto conclamato, l'educazione un optional<br />

desueto. L'imperativo consiste nel fare ciò che si vuole,<br />

quasi a riaffermare improbabili diritti che si ritengono<br />

conculcati e si vorrebbe fossero riconosciuti. Perché<br />

la democrazia è garanzia di uguali diritti per tutti, in<br />

particolare per le "minoranze" o presunte tali. E allora<br />

basta sentirsi parte di una minoranza qualsiasi; e non<br />

curarsi degli altri.<br />

Franco Ardito<br />

ORIZZONTE MAGAZINE<br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 3 n. 9 - <strong>Settembre</strong> <strong>2016</strong><br />

Reg. Trib. di Bari n° 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via G. Colucci, 2 - 70019 Triggiano (BA)<br />

tel.: 080 9697552<br />

e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini vanno inviati per<br />

e-mail a: articoli@orizzontemagazine.<br />

it Gli articoli dovranno pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 5


SOTTO PIAZZA NAVONA<br />

LO STADIO DI DOMIZIANO<br />

di Antonio Agosta<br />

Nel 1936, in seguito a<br />

lavori di sventramento<br />

iniziati nel 1888 per collegare<br />

il Ponte Umberto<br />

al prolungamento di Via Nazionale,<br />

vennero alla luce nella Roma<br />

sotterranea i resti dello Stadio di<br />

Domiziano, un sito archeologico<br />

che nasceva al di sotto dell’attuale<br />

Piazza Navona, con una struttura<br />

che ricalcava il perimetro della<br />

costruzione superiore.<br />

Lo stadio, che non è un circo in<br />

quanto manca la Spina centrale<br />

che consentiva le corse dei carri,<br />

è un esempio in muratura poco<br />

conosciuto, al di fuori della Grecia<br />

e del mondo orientale, di edificio<br />

ad uso sportivo con la funzione di<br />

ospitare gare di pugilato, di lotta<br />

libera, corse e un insieme di discipline<br />

sportive.<br />

Le origini del complesso risalgono<br />

all’anno 86 d. C., e si attribuiscono<br />

alla volontà dell’imperatore Tito<br />

Flavio Domiziano di offrire ai romani<br />

un ulteriore luogo di svago,<br />

sollecitando in tal modo nei suoi<br />

confronti la benevolenza popolare,<br />

e per soddisfare la sua passione<br />

per l’atletica. Lo stadio aveva<br />

una capienza di 30.000 spettatori<br />

e una pista lunga 240 metri e larga<br />

65, che rimase in funzione fino<br />

al V secolo. La struttura era composta<br />

da blocchi di travertino in<br />

6 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


opera laterizia, con mattoni cotti<br />

al sole e rivestiti con stucco decorativo,<br />

mentre la facciata esterna<br />

includeva una doppia serie di arcate<br />

ioniche e corinzie poggianti<br />

su pilastri. Al centro dei lati lunghi<br />

si aprivano due ingressi principali,<br />

mentre un altro si trovava al<br />

centro del lato curvo.<br />

Col passar del tempo, soprattutto<br />

durante il Medioevo, la struttura<br />

prese ad interrarsi per effetto dei<br />

crolli e delle alluvioni del Tevere;<br />

su questi materiali si cominciò ad<br />

edificare, realizzando le attuali<br />

chiese e i palazzi che impreziosiscono<br />

architettonicamente piazza<br />

Navona, sorta sull’arena dell’antico<br />

stadio.<br />

I resti dell’opera sono visibili da<br />

un’apertura che si trova sulla<br />

Piazza di Tor Sanguigna, e da un<br />

ambiente sotterraneo illuminato<br />

dalla luce naturale di grandi cortili<br />

interni fabbricati al di sopra<br />

dell’area, mentre altre testimonianze<br />

si possono scorgere al di<br />

sotto della chiesa di S. Agnese<br />

in Agone Sopra tutto questo,<br />

romani e turisti passeggiano affascinati<br />

dal barocco di piazza<br />

Navona, ammirando la “Fontana<br />

dei Quattro Fiumi” di Gian Lorenzo<br />

Bernini, inconsapevoli di<br />

tanta bellezza eclissata dal tempo,<br />

che giace sotto i loro piedi.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 7


LA DEPRESSIONE:<br />

RICONOSCERLA PER USCIRNE<br />

di Daniele Stivala<br />

I<br />

l termine depressione, oggi<br />

sempre più utilizzato in<br />

maniera impropria per descrivere<br />

grossolanamente la<br />

propria sofferenza e insoddisfazione,<br />

designa quella condizione<br />

clinica in cui a dominare sono la<br />

mancanza di speranza, l’umore<br />

depresso, l’assenza di gusto per<br />

quanto prima appetibile, una profonda<br />

insensatezza del mondo e<br />

della vita, un disprezzo esagerato<br />

nei propri confronti.<br />

Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e<br />

Statistico dei Disturbi Mentali) parla<br />

della depressione, riconosciuta<br />

tecnicamente come “disturbo<br />

depressivo maggiore”, in quanto<br />

quadro clinico caratterizzato<br />

dalla presenza di almeno cinque<br />

dei seguenti sintomi, presenti<br />

per una durata uguale o superiore<br />

alle due settimane:<br />

1. Umore depresso per la maggior<br />

parte del giorno, quasi tutti<br />

i giorni, come riportato dall’individuo<br />

(per es., si sente triste,<br />

vuoto/a, disperato/a) o come<br />

osservato da altri (per es., appare<br />

lamentoso/a). (Nota: nei<br />

bambini e negli adolescenti, l’u-<br />

more può essere irritabile.)<br />

2. Marcata diminuzione di interesse<br />

o piacere per tutte, o quasi<br />

tutte, le attività per la maggior<br />

parte del giorno, quasi tutti i giorni<br />

(come indicato dal resoconto<br />

soggettivo o dall’osservazione.)<br />

3. Significativa perdita di peso, non<br />

dovuta a dieta, o aumento del<br />

peso oppure diminuzione o aumento<br />

dell’appetito quasi tutti i<br />

giorni (Nota: Nei bambini, considerare<br />

l’incapacità di raggiungere<br />

i normali livelli ponderali.)<br />

4. Insonnia o ipersonnia quasi tutti<br />

i giorni.<br />

5. Agitazione o rallentamento psicomotori<br />

quasi tutti i giorni.<br />

6. Faticabilità o mancanza di<br />

energia quasi tutti i giorni.<br />

7. Sentimenti di autosvalutazione<br />

o di colpa eccessivi o inappropriati,<br />

quasi tutti i giorni.<br />

8. Ridotta capacità di pensare o<br />

di concentrarsi, o indecisione,<br />

quasi tutti i giorni.<br />

9. Pensieri ricorrenti di morte (non<br />

solo paura di morire), ricorrente<br />

ideazione suicidaria senza<br />

un piano specifico o un tentativo<br />

di suicidio o un piano specifico<br />

per commettere suicidio.<br />

(APA, 2013)<br />

Per una corretta diagnosi si deve<br />

escludere la presenza di eventuali<br />

problematiche fisiche le<br />

quali potrebbero condurre ad<br />

ipotizzare un quadro simil-depressivo,<br />

es. l’ipotiroidismo, che<br />

porta ad un facile affaticamento,<br />

ad una riduzione delle energie,<br />

ad un evidente calo ponderale, si<br />

tratta di aspetti spesso presenti<br />

nella depressione. Così come la<br />

depressione, per essere diagnosticata,<br />

non può essere ricondotta<br />

agli effetti fisiologici di una<br />

qualche sostanza.<br />

E’ sempre presente un disagio<br />

clinicamente significativo o una<br />

compromissione del funzionamento<br />

nell’ambito sociale, lavorativo<br />

o in altre aree importanti<br />

per il soggetto.<br />

Si ritiene che la depressione sia<br />

per lo più dovuta ad un insieme<br />

di fattori, di origine psicologica,<br />

biologica e sociale. Dal punto<br />

di vista biologico-genetico, vari<br />

studi hanno accertato che<br />

essere gemelli di persone che<br />

diverranno depresse aumenta<br />

notevolmente la probabilità di<br />

8 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


sviluppare tale patologia rispetto<br />

alla popolazione generale.<br />

Così come avere genitori che<br />

hanno sviluppato depressione<br />

aumenta il rischio che i figli sviluppino<br />

in età adulta tale psicopatologia.<br />

Varie ricerche hanno<br />

dimostrato l’importanza non<br />

solo dei fattori genetici ma anche<br />

dell’interazione con quelli<br />

ambientali. Di fatto esperienze<br />

di vita stressanti (lutti, perdita<br />

del lavoro, ecc.) possono indurre<br />

depressione in soggetti geneticamente<br />

predisposti. Sono<br />

state rilevate delle alterazioni<br />

non solo nei neuromodulatori<br />

ma anche sulla dimensione neuroanatomica,<br />

si pensi che sono<br />

state osservate attraverso studi<br />

di neuroimaging una riduzione<br />

dei lobi frontali e dei lobi<br />

temporali rispetto alla popolazione<br />

generale.<br />

Inoltre fra gli aspetti<br />

psicologici sono<br />

soprattutto le<br />

perdite ad essere<br />

determinanti.<br />

Sono considerati<br />

inoltre fattori inconsci,<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 9


esperienze traumatiche precoci, la<br />

tendenza al perfezionismo, l’inflessibilità<br />

e le scarse capacità nel<br />

fronteggiare i problemi quotidiani.<br />

Il depresso sente di vivere in un<br />

tempo che non scorre, un tempo<br />

sempre uguale a se stesso. Ha<br />

paura di perdere persone a lui care,<br />

teme l’abbandono e che gli altri<br />

possano capire quanto sia privo di<br />

qualità e per questo andare via,<br />

troncare il rapporto, qualcosa che<br />

la persona depressa non potrebbe<br />

sopportare per nessun motivo.<br />

Non riesce a vedere le parti positive<br />

di sé, né riesce ad attribuirsi<br />

il merito per il raggiungimento di<br />

un obiettivo, anche se oggettivamente<br />

difficile da raggiungere per<br />

molti altri, preferisce attribuire a<br />

se stessi tutti i mali che lo circondano<br />

piuttosto che riconoscersi<br />

meriti o delle qualità.<br />

La gravità della depressione varia<br />

notevolmente da soggetto a soggetto,<br />

così come la sua durata, in<br />

alcuni casi transitoria in altri incredibilmente<br />

costante e apparentemente<br />

inamovibile. La psicoterapia<br />

ha fatto passi da gigante nel trattamento<br />

di questi pazienti, allo stesso<br />

modo gli psicofarmaci<br />

si rivelano molto utili nel<br />

trattare la depressione.<br />

Considerando che la depressione<br />

conduce spesso<br />

la persona all’ideazione<br />

suicidaria e<br />

in misura inferiore<br />

al suicidio,<br />

è chiaro che prevenire il comportamento<br />

suicidario è d’obbligo.<br />

Molte persone, inclusi i soggetti<br />

depressi, temono di parlare della<br />

propria sofferenza e di quanto li<br />

disturba quotidianamente, pensano<br />

che nessuno possa capirli davvero<br />

o peggio che finiscano per essere<br />

emarginati e criticati. Eppure una<br />

vasta quantità di ricerche ha dimostrato<br />

gli ottimi risultati che il paziente<br />

depresso ottiene nel percorso<br />

terapeutico e con l’uso ponderato<br />

di alcuni psicofarmaci specifici per il<br />

trattamento dell’umore depresso.<br />

Il primo passo verso il cambiamento<br />

sta nel riconoscere la propria<br />

condizione come<br />

insopportabile<br />

o ingestibile<br />

e<br />

chied<br />

e r e<br />

aiut<br />

o<br />

a professionisti della salute mentale<br />

(psicologo, psichiatra, psicoterapeuta),<br />

un passo che non tutti<br />

possono fare e che dipende dalla<br />

gravità del disturbo. Di certo<br />

il cambiamento è possibile all’interno<br />

della psicoterapia, i risultati<br />

spesso sono clinicamente significativi<br />

nel giro di pochi mesi. In molti<br />

sottovalutano in maniera ingenua<br />

la portata della psicoterapia e la<br />

sua efficacia, eppure è chiaro che<br />

fare esperienza di una relazione<br />

sana e terapeutica, significa anche<br />

rifare esperienza di sé e di sé con<br />

gli altri, secondo modalità che ci<br />

arricchiscono.<br />

10 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 11


12 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 13


A GENOVA I “ROLLI DAYS” D’AUTUNNO<br />

ALLA SCOPERTA<br />

DEI PALAZZI DEI ROLLI<br />

di Fabrizio Capra<br />

E<br />

ra il 13 luglio 2006<br />

quando a Vilnius, in Lituania,<br />

l’Unesco approvò<br />

l’inserimento di “Genova.<br />

Le Strade Nuove e il Sistema<br />

dei Palazzi dei Rolli” nella lista del<br />

Patrimonio dell’Umanità. L’area<br />

comprende le vie Garibaldi, Cairoli<br />

e Balbi e quarantadue dei centoquattordici<br />

palazzi dei Rolli e<br />

si estende anche a una parte del<br />

centro storico che, attraverso<br />

Via Lomellini, Piazza Fossatello<br />

e Via San Luca, raggiunge Piazza<br />

Banchi, il cuore mercantile della<br />

città storica: su questo tratto si<br />

trovano alcuni degli esempi più<br />

significativi dei palazzi dei Rolli,<br />

realizzati in età moderna nel tessuto<br />

medievale.<br />

Sono passati dieci anni dall’inserimento<br />

e la città della lanterna non<br />

poteva non celebrare in grande<br />

l’anniversario; così, dopo le due<br />

edizioni primaverili che hanno ottenuto<br />

un successo grandissimo,<br />

sabato 15 e domenica 16 ottobre<br />

si terrà l’edizione autunnale dei<br />

“Rolli Days”.<br />

Queste splendide vie costituiscono<br />

infatti, per l’uniformità<br />

dell’impianto urbanistico e per<br />

le caratteristiche architettoniche<br />

dei palazzi, uno straordinario<br />

modello di lottizzazione residenziale<br />

nobiliare unitaria, rimasto<br />

al centro della città, in posizione<br />

di cerniera tra le vie medioevali<br />

a sud e le strutture di traffico<br />

14 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Museo Nazionale del Cinema<br />

Archeologia del Cinema: L’ottica<br />

(Ph. Giulio Lapone)<br />

contemporanee a nord, come il<br />

frammento più prezioso dell’anello<br />

cinque - seicentesco.<br />

Nel 2009, per ricordare questo<br />

inserimento, furono appunto<br />

istituiti i “Rolli Days”, solitamente<br />

due all’anno (primavera e autunno),<br />

un’iniziativa che persegue<br />

il fine di valorizzare questi magnifici<br />

palazzi, edificati tra la fine<br />

del Cinquecento e l’inizio del<br />

Seicento dalle nobili famiglie genovesi<br />

e destinati sia a residenza<br />

privata sia a ospitalità di stato<br />

della Repubblica di Genova.<br />

Nel corso del week end sarà<br />

possibile visitare alcuni dei Palazzi<br />

dei Rolli e una selezione di<br />

ville suburbane, appartenute alle<br />

stesse famiglie dell’aristocrazia<br />

genovese e costruite nei dintorni<br />

della città, i giardini ristrutturati,<br />

il camminamento che collega Palazzo<br />

Bianco a Palazzo Tursi.<br />

Durante la visita (quasi tutti gli<br />

ingressi sono gratuiti salvo qualche<br />

eccezione) studenti e ricercatori<br />

dell’Università degli Studi<br />

di Genova forniranno ai visitatori<br />

informazioni storico-artistiche.<br />

Ma cosa sono i Rolli di Genova?<br />

All’epoca dell’antica Repubblica i<br />

Rolli erano le liste dei palazzi e<br />

delle dimore eccellenti delle nobili<br />

famiglie che ambivano a ospitare,<br />

dietro sorteggio pubblico,<br />

alte personalità in transito per<br />

visite di stato.<br />

Il termine “Rolli” (rotoli) corri-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 15


sponde al termine attuale “ruoli”<br />

ovvero “elenchi”; furono costituiti<br />

a partire dal 1576 su disposizione<br />

del Senato della Repubblica aristocratica<br />

rifondata dal principe<br />

e ammiraglio Andrea D’Oria, che<br />

attraverso la sua riforma costituzionale<br />

aveva instaurato il dominio<br />

oligarchico e il conseguente<br />

inserimento della sovranità genovese<br />

nell’orbita della Spagna.<br />

Il decreto andava a sostituire una<br />

serie di provvedimenti casuali,<br />

emanati in quanto la Repubblica<br />

di Genova non disponeva di un’adeguata<br />

sede di rappresentanza<br />

per ospitare sovrani e delegazioni<br />

in visita.<br />

L’Archivio di Stato di Genova<br />

conserva tuttora cinque “rolli”<br />

degli alloggiamenti pubblici, ovvero<br />

quelli tramandati ai giorni nostri,<br />

emanati nelle seguenti date: 8<br />

novembre 1576; 17 giugno 1588;<br />

30 aprile 1599; 26 luglio 1614; 1<br />

giugno 1664.<br />

I “Rolli” suddividevano, in base a<br />

dimensioni, bellezza e importanza,<br />

l’insieme delle circa centocinquanta<br />

dimore, in buona parte<br />

ancor oggi esistenti, che erano<br />

precettabili per ospitare i notabili,<br />

anch’essi suddivisi in tre categorie.<br />

Ogni rollo veniva diviso in più<br />

“bussoli” (bussolotti), a seconda<br />

delle categorie di qualità stabilite<br />

in base al prestigio dell’edificio;<br />

da ogni bussolo contenente<br />

i nomi dei proprietari, destinati a<br />

concorrere all’estrazione a sorte<br />

per sostenere oneri e onori delle<br />

visite ufficiali, venivano estratte<br />

di volta in volta le abitazioni<br />

designate a ospitare la legazione.<br />

Per meglio comprendere questo<br />

sistema riportiamo come esempio<br />

il rollo del 1599 che assegna<br />

il 1° bussolo a cardinali, principi,<br />

viceré e governatori; il 2° a feuda-<br />

16 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


tari e vicegovernatori; il 3° a principi<br />

inferiori e ambasciatori; se ad<br />

esempio, giungeva a Genova un<br />

cardinale l’estrazione avveniva dal<br />

primo bussolo, se invece si doveva<br />

ospitare un ambasciatore allora<br />

si estraeva dal terzo bussolo e<br />

così via.<br />

Nel 1576 le case “obbligate” (precettate)<br />

erano 52; nel 1588, 111;<br />

nel 1599, 150; nel 1614, 96; nell’ultimo,<br />

del 1664, 95.<br />

Solo tre erano i palazzi che potevano<br />

ospitare alti dignitari o comunque<br />

le più alte cariche: erano<br />

le abitazioni di Gio Batta D’Oria,<br />

in salita Santa Caterina, di Nicolò<br />

Grimaldi e Franco Lercari in Strada<br />

Nuova. Nelle disposizioni dei<br />

Rolli si precisava che tali abitazioni<br />

erano riservate a «Papa, Imperatore,<br />

Re e legato, Cardinal o altri<br />

Principi».<br />

Anche allora vi erano voci contrarie<br />

a tale situazione; riportiamo<br />

per onor di cronaca quella di<br />

Andrea Spinola che nel 1620 (nel<br />

1629 divenne Doge di Genova),<br />

con mugugno tutto locale, scriveva:<br />

“Tutti coloro ch’hanno case<br />

sogette all’alloggiamento, ricevono<br />

tanta noia e tanto stratio nelli arnesi<br />

e suppelettili che, s’io non erro,<br />

sarebbero pronti a lasciarsi tassare<br />

per la compra di alcun bel palazzo, il<br />

quale, restando del publico, dovesse<br />

servire per li alloggiamenti, mentre<br />

non ci rissolviamo di uscir di spesa e<br />

metterci in questa sorte di libertà”.<br />

I palazzi<br />

Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII<br />

secolo, ispirandosi ai nuovi modelli<br />

architettonici, i nobili genovesi fecero<br />

progettare e costruire all’interno<br />

del centro storico numerosi<br />

palazzi di grande splendore. Oggi<br />

questi palazzi costituiscono un insieme<br />

di edifici tra i più prestigiosi<br />

del centro storico, dislocati in particolar<br />

modo lungo le antiche Strade<br />

Nuove (ora via Garibaldi, già via<br />

Aurea) e via Balbi, dove ha sede la<br />

cittadella universitaria genovese,<br />

una delle strade più interessanti al<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 17


mondo dal punto di vista architettonico,<br />

ma anche nel centro storico<br />

medievale, i cosiddetti “caruggi”.<br />

Queste strade rappresentano una<br />

complessa antologia che ripete in<br />

chiave rinascimentale, e su una scala<br />

di particolare grandiosità, quel<br />

costante carattere privatistico che<br />

è presente fin nelle più lontane<br />

origini della Genova medievale e<br />

per il quale le grandi famiglie della<br />

città hanno sempre aspirato ad<br />

aggrupparsi in quartieri sempre più<br />

grandiosi quanto a splendore e fasto<br />

architettonico. Rubens tanto si<br />

stupì per questi palazzi e per la loro<br />

modernità da riunire in un volume<br />

i disegni così da essere di esempio<br />

alle grandi famiglie di Anversa.<br />

Oggi i palazzi ospitano il Municipio,<br />

musei, importanti banche,<br />

clubs, circoli culturali, antiquari,<br />

negozi, uffici pubblici e privati.<br />

Via Garibaldi può considerarsi<br />

il punto di partenza ideale per<br />

la visita del Centro Storico, che<br />

è il più vasto d’Italia e d’Europa,<br />

dopo quello di Venezia, e che nel<br />

suo complesso è giunto intatto fino<br />

ai nostri giorni.<br />

Le Strade Nuove (Via Garibaldi, Via<br />

Cairoli e Via Balbi) formano un contesto<br />

urbano composto principalmente<br />

da due assi residenziali di età<br />

moderna, realizzati dalle maggiori<br />

famiglie della nobiltà, che costruiscono<br />

le proprie dimore ai margini<br />

della città storica in due successivi<br />

periodi (XVI-XVII secolo).<br />

La minuziosità con cui i Rolli furono<br />

ideati e compilati, solo pochi<br />

decenni dopo la grande ristrutturazione<br />

urbanistica decisa da D’Oria<br />

- che riguardò in particolare fra<br />

il 1536 e il 1553 le mura trecentesche<br />

- costituisce ancora oggi una<br />

precisa e documentata testimonianza<br />

di quella che fu la Genova<br />

del “Secolo d’oro”. Quella che era<br />

una città di armatori, mercanti<br />

e banchieri in grado di dare alla<br />

Repubblica marinara un ruolo di<br />

assoluta predominanza politica e<br />

commerciale sull’intero mar Mediterraneo,<br />

ma anche importante<br />

crocevia di prìncipi e sovrani, diplomatici<br />

e autorità ecclesiastiche.<br />

Elenco dei Palazzi<br />

Motivi di spazio ci impediscono di<br />

scrivere dettagliatamente di ogni<br />

singolo palazzo, pertanto trascriviamo<br />

un elenco completo dei<br />

centoquattordici palazzi suddivisi<br />

per via (il numero tra parentesi<br />

indica che si tratta di uno dei<br />

palazzi inseriti nella lista Unesco<br />

ed è il numero riportato sulla targhetta<br />

affissa fuori dall’edificio).<br />

• Via Garibaldi: Palazzo Pallavicini-Cambiaso<br />

(8) - Palazzo Pantaleo<br />

Spinola (9) - Palazzo Lercari-Parodi<br />

(10) - Palazzo Carrega-Cataldi (11)<br />

- Palazzo Angelo Giovanni Spinola<br />

(12) - Palazzo Gio Battista Spinola<br />

(13) - Palazzo Podestà (14) - Palazzo<br />

Cattaneo-Adorno (15) - Palazzo Doria-Tursi<br />

(16) - Palazzo Baldassarre<br />

Lomellini (17) - Palazzo Bianco (18)<br />

- Palazzo Rosso (19) • Salita San<br />

Francesco: Palazzo Gerolamo Grimaldi<br />

(20) • Largo Lanfranco:<br />

Palazzo Doria-Spinola (1) • Piazza<br />

Rovere: Palazzo Clemente Della<br />

Rovere (2) • Salita Santa Cate-<br />

18 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


ina: Palazzo Giorgio Spinola (3)<br />

- Palazzo Tommaso Spinola (4) -<br />

Palazzo Spinola di Luccoli-Cervetto<br />

- Palazzo Luciano Spinola di Luccoli<br />

- Palazzo Spinola-Celesia • Piazza<br />

Fontane Marose: Palazzo Giacomo<br />

Spinola (5) - Palazzo Negrone<br />

(6) - Palazzo Paolo Battista e Niccolò<br />

Interiano (7) - Palazzo Spinola di<br />

Luccoli-Balestrino • Piazza Meridiana:<br />

Palazzo Gio Carlo Brignole<br />

(21) • Largo Zecca: Palazzo Bartolomeo<br />

Lomellini (22) - Palazzo<br />

Giacomo Lomellini e Palazzo De<br />

Marini-Spinola (24) • Via Cairoli:<br />

Palazzo Lomellini-Doria Lamba<br />

(23) • Piazza della Nunziata:<br />

Palazzo Belimbau (25) - Palazzo<br />

Nicolò Lomellini - Palazzo Cristoforo<br />

Spinola • Via Balbi: Palazzo<br />

Durazzo-Pallavinici (26) - Palazzo<br />

Gio Francesco Balbi (27) - Palazzo<br />

Balbi-Senarega (28) - Palazzo Francesco<br />

Maria Balbi Piovera (29) - Palazzo<br />

Reale (30) • Via Lomellini:<br />

Palazzo Cosma Centurione (31)<br />

- Palazzo Giorgio Centurione (32) -<br />

Palazzo Lomellini-Dodero • Piazza<br />

Fossatello: Palazzo Gio Battista<br />

Centurione (33) - Palazzo Cipriano<br />

Pallavicini (34) • Piazza di Pellicceria:<br />

Palazzo Spinola di Pellicceria<br />

(36) - Palazzo Pietro Spinola di San<br />

Luca • Via San Luca: Palazzo Nicolò<br />

Spinola (35) - Palazzo Stefano<br />

De Mari (39) - Palazzo Ambrogio<br />

De Negro (40) • Vico San Luca:<br />

Palazzo Gio Battista Grimaldi<br />

(37) • Piazza San Luca Palazzo<br />

Gio Battista Grimaldi (38) • Via al<br />

Ponte Reale Palazzo Emanuele<br />

Filiberto di Negro (41) - Palazzo<br />

Adorno • Piazza De Marini:<br />

Palazzo De Marini-Croce (42) -<br />

Palazzo Pietro Durazzo • Piazza<br />

Campetto: Palazzo Ottavio Imperiale<br />

- Palazzo Gio Vincenzo Imperiale<br />

• Largo G.A. Sanguineti:<br />

Palazzo Senarega-Zoagli • Piazza<br />

Cattaneo: Palazzo Cattaneo<br />

Della Volta • Piazza De Ferrari:<br />

Palazzo Giulio Pallavicini - Palazzo<br />

Agostino Spinola • Piazza della<br />

Posta Vecchia: Palazzo Bernardo<br />

e Giuseppe De Franchi - Palazzo<br />

Agostino De Franchi - Palazzo Jacopo<br />

Spinola • Piazza delle Vigne:<br />

Palazzo Domenico Grillo - Palazzo<br />

Agostino Doria • Piazza Embriaci:<br />

Palazzo Giulio Sale • Piazza<br />

Giustiniani: Palazzo Marcantonio<br />

Giustiniani • Piazza Grillo<br />

Cattaneo: Palazzo Lorenzo<br />

Cattaneo • Piazza inferiore<br />

di Pellicceria: Palazzo Lazzaro<br />

Grimaldi • Piazza Luccoli: Palazzo<br />

De Mari • Piazza Pinelli:<br />

Palazzo Pinelli-Parodi • Piazza<br />

San Bernardo: Palazzo Agostino<br />

e Giacomo Salvago • Piazza<br />

San Donato: Palazzo Paolo De<br />

Benedetti • Piazza San Giorgio:<br />

Palazzo Basadonne • Piazza<br />

San Matteo: Palazzo Giorgio<br />

Doria • Piazza San Sabina: Palazzo<br />

Marc’Aurelio Rebuffo • Piazza<br />

Sauli: Palazzo Antonio Sauli •<br />

Piazza Senarega: Palazzo Gio<br />

Batta Senarega • Salita di San<br />

Matteo: Palazzo Doria-Danovaro<br />

• Salita Pollaioli: Palazzo Agostino<br />

e Benedetto Viale • Via A.<br />

Gramsci: Palazzo Lomellini-Serra<br />

• Via al Ponte Calvi: Palazzo<br />

Pallavicini-Fabiani •Via Canneto il<br />

Lungo: Palazzo Gio Andrea Cicala<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 19


- Palazzo Agostino Calvi Saluzzo -<br />

Palazzo Fieschi-Crosa di Vergagni -<br />

Palazzo De Franchi Pittaluga • Via<br />

Chiabrera: Palazzo Gio Battista<br />

Saluzzo • Via David Chiossone:<br />

Palazzo Doria-Serra - Palazzo<br />

Grimaldi • Via degli Orefici:<br />

Palazzo Lercari-Spinola • Via dei<br />

Giustiniani: Palazzo Vincenzo<br />

Giustiniani Banca - Palazzo Gaspare<br />

Basadonne • Via del Campo:<br />

Palazzo Bartolomeo Invrea - Palazzo<br />

Durazzo-Cattaneo Adorno - Palazzo<br />

Antonio Doria Invrea • Via della<br />

Maddalena: Palazzo Francesco<br />

Borsotto • Via Luccoli: Palazzo<br />

Tommaso Franzone - Palazzo Nicolò<br />

Spinola di Luccoli • Via Paolo<br />

Emilio Bensa: Palazzo Filippo<br />

Lomellini • Via San Bernardo:<br />

Palazzo Marcantonio Sauli - Palazzo<br />

Giustiniani (Genova) • Via San<br />

Lorenzo: Palazzo Bendinelli Sauli<br />

- Palazzo Sinibaldo Fieschi - Palazzo<br />

Orazio e Gio Francesco De Franceschi<br />

- Palazzo Centurione-Gavotti<br />

- Palazzo Durazzo-Zoagli • Via<br />

San Luca: Palazzo Spinola di<br />

San Luca-Gentile - Palazzo Spinola<br />

di San Luca • Vico San Luca: Palazzo<br />

Nicola Grimaldi • Via XXV<br />

Aprile: Palazzo Gerolamo Pallavicini<br />

• Vico Carmagnola: Palazzo<br />

Giovanni Garibaldi • Vico dei<br />

Ragazzi: Palazzo Sauli • Vico del<br />

Fieno: Palazzo Chiavari-Calcagno<br />

• Vico delle Mele: Palazzo<br />

Brancaleone Grillo • Vico Filarmonica:<br />

Palazzo Doria-Centurione<br />

• Vicolo Scuole Pie: Palazzo<br />

Cicala-Raggio.<br />

20 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 21


LA FORZA DELLE COSE:<br />

GUTTUSO IN MOSTRA A PAVIA<br />

Fabio<br />

Carap<br />

e z z a<br />

Guttuso<br />

e Susanna<br />

Zatti, la rassegna<br />

è organizzata<br />

da ViDi in collaborazione con<br />

il Comune di Pavia, l’Associazione<br />

Pavia Città Internazionale dei Saperi<br />

e con gli Archivi Guttuso.<br />

Dalla fine degli anni Trenta le nadi<br />

Fabrizio Capra<br />

“G<br />

uttuso. La forza<br />

delle cose” è il titolo<br />

della mostra<br />

che Pavia dedica<br />

a uno dei più significativi rappresentanti<br />

dell’arte italiana contemporanea:<br />

Renato Guttuso.<br />

La mostra, che resterà aperta al<br />

pubblico dal 16 settembre al 18<br />

dicembre, inaugura la stagione autunnale<br />

delle Scuderie del Castello<br />

Visconteo di Pavia. Curata da<br />

ture morte costituiscono<br />

una componente essenziale<br />

della produzione<br />

di Renato Guttuso e<br />

un punto di riferimento<br />

per gli artisti della sua<br />

generazione. L’artista<br />

indaga ossessivamente<br />

una serie di<br />

oggetti che si animano nelle<br />

tele e che diventano i protagonisti<br />

indiscussi delle opere, grazie<br />

22 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Renato Guttuso, Bucranio, mandibola di<br />

pescecane e drappo nero contro il cielo,<br />

1984. Olio su tela, cm 75,5x109<br />

Archivi Guttuso, Roma<br />

© Renato Guttuso by SIAE <strong>2016</strong><br />

alla straordinaria forza espressiva<br />

e alla potenza cromatica.<br />

L’esposizione – con oltre cinquanta<br />

opere provenienti da<br />

prestigiose sedi espositive, tra<br />

le quali il MART Museo di arte<br />

moderna e contemporanea di<br />

Trento e Rovereto, la Fondazione<br />

Magnani Rocca, i Civici Musei<br />

di Udine, il Museo Guttuso,<br />

la Fondazione Pellin e alcune<br />

importanti collezioni private -<br />

intende offrire al pubblico una<br />

prospettiva inedita e di grande<br />

fascino sul percorso artistico del<br />

maestro siciliano, studiando la<br />

forza delle cose rappresentata<br />

nelle sue opere.<br />

La carica travolgente delle nature<br />

morte di Guttuso è certamente<br />

una caratteristica distintiva della<br />

sua pittura. La mostra presenta<br />

una serie di capolavori che documentano,<br />

negli anni Quaranta,<br />

con Natura con drappo rosso<br />

(1942) l’impegno dell’artista a<br />

testimoniare la drammatica condizione<br />

esistenziale imposta dalla<br />

dittatura e dalla tragedia della<br />

guerra, cui si contrappone, come<br />

una bandiera, il grande panno,<br />

rosso squillante; nel dopoguerra,<br />

con Finestra (1947) o Bottiglia<br />

e barattolo (1948), esprime il crescente<br />

interesse verso la sintesi<br />

post-cubista picassiana, che ri-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 23


vela il profondo impegno dell’artista<br />

nel recupero della cultura artistica<br />

europea; per arrivare, negli<br />

anni sessanta, ad una nuova fase<br />

della pittura guttusiana, che rivela<br />

una dimensione più meditativa,<br />

derivante anche dalla elaborazione,<br />

nei suoi scritti, dei temi del realismo<br />

e dell’informale, visibile ne<br />

Il Cestello (1959), La Ciotola (1960)<br />

In alto:<br />

Renato Guttuso, Natura morta con drappo<br />

rosso, 1942. Olio su tela, cm 110x81<br />

Fondazione Francesco Pellin, Varese<br />

© Renato Guttuso by SIAE <strong>2016</strong><br />

A fianco:<br />

Renato Guttuso, Natura morta con<br />

fornello elettrico (Tramonto e fornello<br />

elettrico), 1961. Olio su tela, cm 55x46<br />

Archivi Guttuso, Roma<br />

© Renato Guttuso by SIAE <strong>2016</strong><br />

e Natura<br />

morta con<br />

fornello<br />

e l et t r i c o<br />

(1961).<br />

L’esposizione<br />

si<br />

conclude<br />

con una<br />

selezione<br />

di dipinti<br />

della fine<br />

degli anni<br />

Settanta -<br />

inizio anni<br />

Ottanta,<br />

p e r i o d o<br />

in cui la<br />

continua<br />

r i c e r c a<br />

del reale<br />

di Guttuso si accentua per dare<br />

vita a celebri dipinti come Cimitero<br />

di macchine (1978), Teschio<br />

e cravatte, Bucranio, mandibola di<br />

pescecane e drappo nero (1984)<br />

che diventano metafore<br />

e allegorie del reale.<br />

Durante la sua carriera<br />

Renato Guttuso ha collaborato<br />

con importanti<br />

scrittori, come Moravia<br />

e Vittorini, scultori<br />

come Manzù e Moore,<br />

poeti come Pasolini e<br />

Neruda, registi come<br />

De Sica e Visconti, musicisti<br />

come Nono e artisti<br />

come Picasso. Questi<br />

rapporti influenzeranno<br />

i suoi lavori e ispireranno<br />

non solo dipinti, ma<br />

anche illustrazioni per<br />

libri, scenografie teatrali, collaborazioni<br />

cinematografiche, sodalizi<br />

letterari e politici.<br />

Il percorso della mostra sarà arricchito<br />

da una serie di fotografie,<br />

in parte inedite, concesse dagli<br />

Archivi Guttuso, che permetteranno<br />

di approfondire la vita<br />

dell’artista, raccontandone abitudini,<br />

amicizie e curiosità.<br />

Approfondimenti video, messi a<br />

disposizione da Rai Teche, permetteranno<br />

ai visitatori di avvicinarsi<br />

ulteriormente all’artista e<br />

alla sua opera, ascoltando la sua<br />

voce, vedendolo dipingere.<br />

Accompagna l’esposizione un catalogo<br />

edito da Skira che, oltre ai saggi<br />

dei curatori, vanta un contributo<br />

del Professor Antonello Negri.<br />

Per tutta la durata della mostra<br />

una serie di attività didattiche, incontri<br />

e visite guidate gratuite per<br />

bambini e adulti approfondiranno<br />

le opere e la vita di uno degli artisti<br />

più noti del Novecento italiano.<br />

24 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 25


C’ERA UNA VOLTA<br />

UN PITTORE MUGNAIO<br />

del mulino sono i nipoti del defunto<br />

pittore, sempre pronti ad<br />

accompagnare i visitatori tra le<br />

stanze adibite a mostra, raccontando<br />

preziosi aneddoti sulla vita<br />

quotidiana dell’artista. Il posto<br />

conserva ancor oggi la propria<br />

autenticità poiché le macine, le<br />

pulegge, gli elevatori e i meccanismi<br />

automatizzati, progettati<br />

dallo stesso artista per velocizzare<br />

la lavorazione e il trasporto<br />

del grano e avere più tempo da<br />

dedicare alla pittura, sono tutt’ora<br />

perfettamente funzionanti.<br />

Sulle mura esterne del cortidi<br />

Erica Caimi<br />

S<br />

ul confine tra Cocquio<br />

Trevisago e Gemonio,<br />

fuori Varese, sorge un<br />

piccolo mulino adagiato<br />

sulla riva del torrente Viganella<br />

e incastonato nell’uggioso<br />

bosco lombardo. Il periodo più<br />

suggestivo per visitarlo è ottobre,<br />

quando la nebbia spegne i<br />

raggi di luce e l’autunno pennella<br />

con colori ramati le chiome<br />

degli alberi. In questo luogo, di<br />

proprietà della famiglia Salvini<br />

da generazioni, il pittore Innocente<br />

Salvini abitò e lavorò per<br />

tutta la vita. Ad aprire le porte<br />

le, alcuni affreschi testimoniano<br />

l’attività pittorica, frammenti di<br />

vita rurale lombarda d’inizio novecento.<br />

Un dipinto raffigura la<br />

famiglia Salvini raccolta attorno<br />

a una tavola imbandita, immortalati<br />

nel momento del taglio<br />

della polenta.<br />

Sebbene alcuni studiosi abbiano<br />

definito la sua tecnica “primitiva”,<br />

Innocente non era affatto un autodidatta<br />

sprovveduto. Frequentò<br />

alcuni corsi all’Accademia di<br />

Brera e anche se trascorse gran<br />

parte della sua esistenza al mulino<br />

di Cocquio, lontano dalla<br />

26 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


modernità, si recava spesso a visitare<br />

le mostre o si faceva recapitare<br />

il materiale da amici artisti,<br />

per tenersi sempre aggiornato.<br />

Sicuramente, la ragione per cui<br />

non lasciò mai Cocquio, e che<br />

gli causò per lungo tempo scarsa<br />

considerazione nel mondo culturale<br />

dell’epoca, fu il suo carattere<br />

introverso e schivo, che contribuì<br />

ad estraniarlo dalla mondanità<br />

negli anni più importanti della sua<br />

produzione pittorica. Per molto<br />

tempo i suoi quadri vennero rifiutati<br />

dai galleristi e respinti dalle<br />

principali mostre internazionali;<br />

dopo ogni delusione si dice che<br />

Innocente scappasse a rifugiarsi<br />

nel vicino bosco per isolarsi e ritrovare<br />

la pace. Iniziò ad essere<br />

apprezzato e richiesto soltanto<br />

con lo scoppio della seconda<br />

guerra mondiale, quando era già<br />

cinquantenne, su incoraggiamento<br />

di alcuni intellettuali che, per<br />

sfuggire ai bombardamenti su Milano,<br />

si trasferirono nel varesotto<br />

e vennero in contatto con il pittore<br />

di Cocquio, diffondendo poi<br />

le sue doti nei salotti.<br />

L’arte di Salvini viene definita<br />

“espressionismo en plein air”,<br />

dove “espressionismo “ sta per<br />

esasperazione dell’emotività, riscontrabile<br />

nelle sue opere,<br />

mentre “en plein air” vuole essere<br />

un richiamo agli impressionisti,<br />

poiché come loro dipingeva<br />

all’aria aperta. Il suo universo pittorico<br />

è caratterizzato dalla ripetizione<br />

degli stessi soggetti, la<br />

madre, il fratello, gli animali della<br />

fattoria, la chiesa di S. Gemonio,<br />

i paesaggi lombardi, dipinti con<br />

una tavola cromatica essenziale<br />

nella quale s’impongono i colori<br />

primari (giallo, rosso e verde) e<br />

un uso moderato di colori com-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 27


plementari. Le sue tele sono dunque<br />

popolate da volti famigliari e<br />

scorci di paesaggi rurali, testimoni<br />

di una civiltà lombarda ormai<br />

scomparsa. Innocente non si sposò<br />

mai e la sua grande compagna<br />

di vita fu la madre, alla quale era<br />

particolarmente legato, è lei, infatti,<br />

il soggetto di molte tele e<br />

quando morì il pittore fu così turbato<br />

da non riuscire più a toccare<br />

i pennelli<br />

per diverso<br />

tempo.<br />

La ripetitività<br />

dei soggetti<br />

non rende<br />

la sua arte<br />

spoglia o<br />

elementare,<br />

infatti ogni<br />

linea, proprio<br />

perché<br />

intimamente<br />

conosciuta e<br />

analizzata, si<br />

carica di forte<br />

espressività resa dall’incontro tra<br />

luce e colori.<br />

Oggi, per salvaguardare e diffondere<br />

la sua memoria i famigliari<br />

hanno allestito il Museo Innocente<br />

Salvini, una mostra permanente<br />

nelle suggestive stanze del<br />

vecchio Mulino di Cocquio. Altre<br />

opere, invece, sono esposte nella<br />

collezione del Museo di arte contemporanea<br />

del Vaticano.<br />

C’era una volta Innocente Salvini,<br />

pittore riservato e talentuoso, a<br />

lungo dimenticato nel suo mulino<br />

di provincia, grande artista della<br />

calda quotidianità famigliare e poeta<br />

del lavoro nei campi.<br />

28 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


I “PERDUTI<br />

DELLA<br />

STORIA”<br />

di Antonio Agosta<br />

C<br />

ristian A. Porcino Ferrara,<br />

noto scrittore<br />

e filosofo siciliano, da<br />

qualche tempo pone<br />

la sua attenzione sui problemi legati<br />

all’omofobia e il femminicidio,<br />

veri drammi di un mondo definito<br />

“moderno”, che nasconde una realtà<br />

ostile nei confronti dell’omosessualità,<br />

e il disprezzo per la donna in<br />

cerca d’amore, quello vero.<br />

L’autore stavolta lo ha fatto con<br />

un’opera saggistica finalizzata allo<br />

studio e all’analisi dei testi letterari di<br />

composizione musicali, citando artisti<br />

e canzoni dei giorni nostri, componimenti<br />

musicali che fanno parte<br />

della storia della musica mondiale,<br />

perché anche in musica tali tematiche<br />

hanno un loro peso per nulla<br />

esibizionistico.<br />

“Canzoni contro l’omofobia e la violenza<br />

sulle donne” è stato pubblicato<br />

nel novembre del 2013, e dopo<br />

il successo ottenuto dalla prima<br />

edizione, l’editore ha pensato bene<br />

di ripubblicarlo nel mese di giugno<br />

<strong>2016</strong>. Il libro raccoglie sfumature di<br />

un maschilismo che ha le sue origini<br />

sin dalla Bibbia, dove Dio è maschio<br />

e la donna è quasi un essere immorale:<br />

fu infatti Eva a tentare Adamo,<br />

spingendolo ad assaggiare il frutto<br />

proibito.<br />

Cristian scrive: “Le donne e gli omosessuali<br />

fanno parte della nostra storia.<br />

Siamo sicuri sia davvero così? Le donne,<br />

come gli omosessuali, sono esseri<br />

marginali, ovvero i ‘perduti della storia’,<br />

oggetti e non soggetti.”<br />

Come già citato, molti artisti della<br />

musica pop e rock si sono confrontati<br />

con successo con questi<br />

argomenti, mettendosi in gioco e<br />

manifestando la propria opinione in<br />

merito; da Madonna a Elton John,<br />

da Mia Martini ai Pooh, per finire<br />

alla giovanissima Francesca Michielin,<br />

raccontano con grande abilità le storie<br />

tragiche del nostro quotidiano. Il<br />

libro è ben scritto e ricco di citazioni;<br />

l’autore riesce a sollecitare il lettore<br />

su questi temi, forse anche con quel<br />

pizzico di tristezza per la consapevolezza<br />

di un mondo così astioso.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 29


MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />

a cura di Fabrizio Capra<br />

Questa rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre in corso,<br />

ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo appesantire<br />

le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre (orari,<br />

biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica viene aggiornata<br />

ogni mese.<br />

MILANO<br />

Palazzo Reale<br />

(Piazza del Duomo 12)<br />

Escher<br />

dal 29 luglio <strong>2016</strong> all’8 gennaio<br />

2017<br />

Partendo da suggestioni ancora<br />

di gusto Liberty, e senza tralasciare<br />

le importanti influenze dell’arte<br />

dell’amata Italia, Escher riuscì<br />

a elaborare un gusto figurativo<br />

assolutamente personale combinato<br />

con una sapienza grafica e<br />

tecnica di altissimo livello, che lo<br />

ha portato ad essere uno degli<br />

artisti più ammirati del Novecento.<br />

Forme impossibili, prospettive<br />

infinite, animali geometrizzati,<br />

spazi irreali affollano le composi-<br />

zioni di Escher, animate dal senso<br />

grafico non meno che dagli studi<br />

matematici e geometrici, creando<br />

opere geniali, poliedriche, divertenti<br />

e curiose.<br />

La mostra risulta essere un’ottima<br />

occasione per penetrare<br />

il mondo giocoso e complesso,<br />

simpatico e unico del grande artista,<br />

che con xilografie, litografie,<br />

disegni e acquarelli sonda al contempo<br />

spazi matematici e visioni<br />

artistiche.<br />

Emilio Isgrò<br />

fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />

Con una grande antologica Milano<br />

rende omaggio a Emilio Isgrò,<br />

artista concettuale e pittore ma<br />

anche poeta, scrittore, drammaturgo<br />

e regista: uno dei nomi<br />

dell’arte italiana più conosciuti a<br />

livello internazionale. Con le sue<br />

“cancellature” di testi, applicate<br />

su enciclopedie, manoscritti, libri,<br />

mappe e pellicole cinematografiche,<br />

Isgrò ha reinterpretato la<br />

parola tramutandola in linguaggio<br />

visuale.<br />

Hokusai, Hiroshige, Utamaro.<br />

Luoghi e volti del Giappone<br />

dal 22 settembre <strong>2016</strong> al 29<br />

gennaio 2017<br />

Allestita in occasione dei 150 anni<br />

dal primo Trattato d’Amicizia e di<br />

Commercio tra il Regno d’Italia e<br />

l’Impero del Giappone, è un’occasione<br />

speciale per indagare il rapporto<br />

artistico e culturale tra due<br />

30 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Palazzo della Ragione Fotografia<br />

(piazza Mercanti, 1)<br />

http://www.palazzodellaragionefotografia.it/<br />

Giovanni Gastel. Quarant’anni<br />

di storia e di immagini<br />

dal 23 settembre al 13 novembre<br />

<strong>2016</strong><br />

La mostra sarà articolata in quattro<br />

sezioni dedicate ciascuna a un<br />

decennio di attività artistica del<br />

fotografo Giovanni Gastel, svilupmondi<br />

lontani. La cultura raffinata<br />

e soave del Giappone, con la sua<br />

millenaria storia, è raccontata in<br />

un’esposizione che presenta al<br />

grande pubblico la produzione<br />

dei tre artisti giapponesi più famosi<br />

e che meglio ne incarnarono<br />

nella loro produzione l’essenza di<br />

una nazione lontana e seducente.<br />

Un viaggio lontano nel tempo e<br />

nello spazio, che non mancherà di<br />

incantare, far riflettere e, al contempo,<br />

appagare lo spirito.<br />

Mudec (via Tortona 56)<br />

www.mudec.it<br />

Homo Sapiens<br />

dal 30 settembre <strong>2016</strong> al 26<br />

febbraio 2017<br />

Un vero e proprio viaggio nella<br />

storia dell’Homo Sapiens, attraverso<br />

diverse discipline e testimonianze<br />

paleoantropologiche,<br />

geografiche e scientifiche. Curata<br />

da un team internazionale di<br />

scienziati, la mostra Homo Sapiens<br />

ripercorre la storia<br />

della nostra specie dai<br />

primi ritrovamenti risalenti<br />

ad oltre 200.000<br />

anni fa fino ai giorni<br />

nostri, analizzandone<br />

l’evoluzione, le migrazioni,<br />

le conquiste<br />

strumentali, intellettive<br />

e sprituali, fino alla colonizzazione<br />

dell’intero<br />

pianeta.<br />

Antonio da Fabriano. La Madonna<br />

della Misericordia<br />

fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />

Per tutta la durata del Giubileo<br />

straordinario della Misericordia,<br />

voluto da papa Francesco, il Museo<br />

Diocesano ospita la Madonna<br />

della Misericordia di Antonio da<br />

Fabriano. Il dipinto, un olio e tempera<br />

su tavola, realizzato da maestro<br />

marchigiano intorno al 1470,<br />

è stato recentemente oggetto di<br />

un accurato intervento condotto<br />

dallo Studio di restauro Carlotta<br />

Beccaria & C.<br />

Galleria Carla Sozzani<br />

(corso Como 10)<br />

David Seidner<br />

dal 4 settembre al 1 novembre<br />

<strong>2016</strong><br />

Per la prima volta in Italia una<br />

mostra inedita di David Seidner,<br />

uno dei massimi esponenti della<br />

fotografia di moda degli anni ‘80<br />

e ‘90. La mostra, in collaborazione<br />

con l’International Center of<br />

Photography di New York, prevede<br />

un corpus di cinquanta fotografie<br />

che ripercorrono la sua<br />

ricerca fotografica in oscillazione<br />

continua tra la moda, il ritratto e<br />

la storia dell’arte.<br />

Nella foto:<br />

Katsushika Hokusai, La grande onda<br />

presso la costa di Kanagawa (1830)<br />

Mostra a Palazzo Reale, Milano.<br />

Museo Diocesano<br />

(corso di Porta Ticinese<br />

95)<br />

www.museodiocesano.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 31


Foto a destra:<br />

Renato Guttuso, Un angolo dello studio<br />

di via Pompeo Magni (1941-42),<br />

Olio su tela, cm 79x64,5<br />

Civici Musei di Storia e Arte, Udine<br />

© Renato Guttuso by SIAE <strong>2016</strong><br />

Mostra alle Scuderie del<br />

Castello Visconteo, Milano.<br />

pando da un lato la sua vita professionale<br />

e, dall’altro, il mood di<br />

quegli anni, al fine di comprendere<br />

e connotare maggiormente i<br />

singoli scatti seguendo l’evoluzione<br />

professionale dell’artista.<br />

Museo Archeologico<br />

(Cripta di San Maurizio – corso<br />

Magenta, 15)<br />

http://www.comune.milano.it/wps/<br />

portal/ist/it/vivicitta/luoghicultura/<br />

musei_spazi_espositivi/museo_archeologico<br />

Fra collezionismo e archeologia.<br />

La raccolta egizia del Museo<br />

Archeologico di Milano e<br />

alcuni dei suoi protagonisti<br />

dal 23 settembre <strong>2016</strong> al 31<br />

maggio 2017<br />

La mostra intende valorizzare la<br />

collezione egizia milanese, insistendo<br />

sia sul legame con le campagne<br />

di scavo condotte in Egitto<br />

da Achille Vogliano negli anni<br />

Trenta sia sui caratteri della cultura<br />

egizia, offrendo un percorso<br />

di scoperta dell’Egitto lungo tutta<br />

la sua storia plurimillenaria, dalla<br />

preistoria al periodo copto.<br />

PAVIA<br />

Scuderie del Castello Visconteo<br />

(viale XI Febbraio, 35)<br />

http://www.scuderiepavia.com<br />

Guttuso. La forza delle cose<br />

dal 16 settembre al 18 dicembre<br />

<strong>2016</strong><br />

Le nature morte di Renato Guttuso<br />

costituiscono, dalla fine degli anni<br />

Trenta, una componente essenziale<br />

della sua produzione e un punto di<br />

riferimento per gli artisti della sua<br />

generazione. L’artista indaga ossessivamente<br />

una serie di oggetti che<br />

si animano nelle tele e che diventano<br />

i protagonisti indiscussi delle<br />

opere grazie alla straordinaria forza<br />

espressiva e alla potenza cromatica.<br />

TORINO<br />

Palazzo Madama<br />

(Piazza Castello)<br />

http://www.palazzomadamatorino.it/<br />

Marilyn Monroe. La donna oltre<br />

il mito<br />

fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />

Palazzo Madama dedica a Marilyn<br />

una grande mostra che documenta<br />

la vita della celebre attrice attra-<br />

verso l’esposizione di150 oggetti<br />

personali, molti dei quali provenienti<br />

dalla sua casa di 5th Helena<br />

Drive in Brentwood, California,<br />

lasciati al suo maestro di recitazione<br />

e mentore Lee Strasberg.<br />

Vestiti, accessori, oggetti personali,<br />

articoli di bellezza, documenti,<br />

lettere, appunti su quaderni,<br />

contratti cinematografici, oggetti<br />

di scena e spezzoni di film. E le<br />

meravigliose fotografie della diva,<br />

quelle inedite e originali della<br />

stampa del tempo, e quelle scattate<br />

dai leggendari fotografi di<br />

Marilyn Monroe - Milton Greene,<br />

Alfred Eisenstaedt, George Barris<br />

e Bernt Stern - che la ritrasse poco<br />

prima della morte in un famoso<br />

servizio per Vogue.<br />

Museo Accorsi-Ometto<br />

(via Po, 55)<br />

www.fondazioneaccorsi-ometto.it/<br />

Carlo Pittara e i pittori di Rivara.<br />

Un momento magico<br />

dell’Ottocento pedemontano<br />

32 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


dal 22 settembre <strong>2016</strong> all’8<br />

gennaio 2017<br />

La mostra indaga quella che fu<br />

un’esperienza individuale e collettiva<br />

d’incontri estivi nel paese<br />

canavesano: di artisti piemontesi<br />

e liguri (altresì del fiorentino di<br />

nascita Antenore Soldi, del portoghese<br />

Alfredo D’Andrade e<br />

dello spagnolo Serafin De Avendaño),<br />

tutti ospiti nel castello del<br />

banchiere Ogliani, cognato di Pittara.<br />

Tra il settimo e l’ottavo decennio<br />

del secolo XIX, di fronte<br />

a una realtà agreste «vera», non<br />

più manierata, che variamente influenzerà<br />

la declinazione del realismo<br />

di molti pittori, si rivoluzionerà<br />

anche in senso moderno, il<br />

gusto del pubblico.<br />

VENARIA REALE (TO)<br />

Reggia di Venaria<br />

(Piazza della Repubblica, 4)<br />

www.lavenaria.it<br />

Il mondo di Steve McCurry<br />

dal 2 aprile al 2 ottobre <strong>2016</strong><br />

Steve McCurry è uno dei più<br />

grandi maestri della fotografia<br />

contemporanea, punto di riferimento<br />

per un larghissimo pubblico,<br />

soprattutto di giovani, che<br />

nelle sue fotografie riconoscono<br />

un modo di guardare il nostro<br />

tempo e, in un certo senso, “si<br />

riconoscono”.<br />

In ogni scatto di Steve McCurry<br />

è racchiuso un complesso universo<br />

di esperienze e di emozioni,<br />

molte delle sue immagini, a partire<br />

dal ritratto di Sharbat Gula,<br />

Foto sotto:<br />

Virgilius Eriksen, La zarina Caterina II<br />

sul suo cavallo Brillante<br />

Mostra alla Reggia di Venaria, Torino.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 33


sono diventate delle vere e proprie<br />

icone, conosciute in tutto il<br />

mondo.<br />

La mostra comprende circa 250<br />

tra le fotografie più famose, scattate<br />

nel corso della sua trentennale<br />

carriera, ma anche alcuni dei<br />

suoi lavori più recenti e altre foto<br />

non ancora pubblicate nei suoi<br />

numerosi libri. Il percorso espositivo<br />

propone un lungo viaggio<br />

nel mondo di McCurry, dall’Afganistan<br />

all’India, dal Sudest asiatico<br />

all’Africa, da Cuba agli Stati Uniti,<br />

dal Brasile all’Italia, attraverso il<br />

suo vasto e affascinante repertorio<br />

di immagini.<br />

Meraviglie degli Zar. I Romanov<br />

e il Palazzo Imperiale di<br />

Peterhof<br />

fino al 29 gennaio 2017<br />

La mostra ripercorre lo splendore<br />

di uno dei complessi di palazzi<br />

e fontane più sontuosi d’Europa:<br />

grandi proiezioni, immagini e un<br />

centinaio di opere tra dipinti, abiti,<br />

porcellane, arazzi ed oggetti<br />

preziosi provenienti dalle sale auliche<br />

di Peterhof, rievocano una<br />

delle più importanti e prestigiose<br />

residenze dei Romanov, oggi meta<br />

principale del turismo culturale<br />

in Russia.<br />

GENOVA<br />

Palazzo Ducale<br />

(piazza Matteotti 9)<br />

Nella foto:<br />

Alphonse Mucha, Dance<br />

Mostra a Palazzo Ducale, Genova.<br />

www.palazzoducale.genova.it<br />

Alfons Mucha e le atmosfere<br />

art nouveau<br />

fino al 18 settembre <strong>2016</strong><br />

Il nucleo principale della mostra<br />

è costituito da 120 opere tra affiches<br />

e pannelli decorativi di Alfons<br />

Mucha (1860-1939), provenienti<br />

dalla Richard Fuxa Foundation.<br />

L’artista ceco è stato uno dei<br />

più significativi interpreti dell’Art<br />

Nouveau, divenendo ben presto il<br />

“promotore” di un nuovo linguaggio<br />

comunicativo, di un’arte visiva<br />

innovativa e potente: le immagini<br />

femminili dei suoi manifesti erano<br />

molto diffuse e popolari in tutti i<br />

campi della società del suo tempo<br />

e ancora oggi si può facilmente<br />

individuare la sua inconfondibile cifra<br />

stilistica, che lo ha reso eterno<br />

simbolo dell’Art Nouveau<br />

Helmut Newton<br />

dal 14 settembre <strong>2016</strong> al 22<br />

gennaio 2017<br />

Per la prima volta a Genova, oltre<br />

200 immagini di Helmut Newton,<br />

uno dei fotografi più importanti<br />

e celebrati del Novecento, esposizione<br />

frutto di un progetto nato<br />

nel 2011 per volontà di June<br />

Newton, vedova del grande fotografo.<br />

La rassegna raccoglie le<br />

immagini di White Women, Sleepless<br />

Nights e Big Nudes, i primi<br />

tre libri di Newton pubblicati<br />

alla fine degli anni ‘70, volumi oggi<br />

considerati leggendari e gli unici<br />

curati dallo stesso Newton. Nel<br />

selezionare le fotografie, Newton<br />

mette in sequenza, l’uno accanto<br />

all’altro, gli scatti compiuti<br />

per committenza con quelli realizzati<br />

liberamente per se stesso,<br />

costruendo una narrazione in cui<br />

la ricerca dello stile e la scoperta<br />

del gesto elegante sottendono<br />

l’esistenza di una realtà ulteriore,<br />

di una vicenda che sta allo spettatore<br />

interpretare.<br />

Andy Wharol. Pop Society<br />

dal 21 ottobre <strong>2016</strong> al 26 febbraio<br />

2017<br />

A trent’anni dalla scomparsa del<br />

grande artista americano, Pa-<br />

34 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


lazzo Ducale dedica una grande<br />

retrospettiva ad Andy Warhol,<br />

170 opere tra tele, prints, disegni,<br />

polaroid, sculture, oggetti, provenienti<br />

da collezioni private, musei<br />

e fondazioni pubbliche e private<br />

italiane e straniere.<br />

Il percorso tematico si sviluppa<br />

intorno a sei linee conduttrici: il<br />

disegno, le icone, le polaroid, i<br />

ritratti, Andy Warhol e l’Italia, e<br />

infine il cinema, e copre l’intero<br />

arco dell’attività dell’artista più famoso<br />

e popolare del secolo scorso.<br />

Completa la mostra un video<br />

in cui il curatore, Luca Beatrice,<br />

racconta al pubblico la vita e le<br />

opere di Andy Warhol.<br />

BARD (AO)<br />

Forte di Bard<br />

www.fortedibard.it<br />

Elliot Erwitt. Retrospective<br />

dall’11 giugno al 13 novembre<br />

<strong>2016</strong><br />

La mostra è realizzata in collaborazione<br />

con Magnum Photos Paris,<br />

dedicata all’immensa opera fotografica<br />

di Elliott Erwitt, uno dei<br />

più importanti fotografi del nostro<br />

tempo, nato a Parigi nel 1928, cresciuto<br />

in Italia e vissuto negli Stati<br />

Uniti. Le immagini sono state selezionate<br />

fra le più significative e iconiche<br />

della sua immensa produzione<br />

e coprono un arco temporale<br />

che va dal 1948 al 2005.<br />

Marc Chagall. La vie<br />

dal 25 giugno al 13 novembre<br />

<strong>2016</strong><br />

La proposta culturale estiva del<br />

Forte culminerà con la mostra<br />

dedicata alla vocazione poetica<br />

del grande artista russo. Il percorso<br />

espositivo prende il nome<br />

e ruota intorno all’opera La vie,<br />

eccezionalmente concessa in prestito<br />

dalla Fondation Marguerite<br />

et Aimé Maeght di Saint-Paul-de-<br />

Vence, che ha partecipato all’organizzazione<br />

della mostra insieme<br />

al Museo Picasso di Münster e il<br />

Comitato Chagall di Parigi. Questo<br />

imponente olio su tela, realizzato<br />

nel 1964, riunisce in sé la<br />

maggior parte dei temi che caratterizzano<br />

la produzione artistica<br />

di Chagall. La mostra propone<br />

ai visitatori una scelta di dipinti,<br />

acquerelli, gouaches, litografie,<br />

ceramiche, tappezzerie, oltre a<br />

un approccio sensoriale legato<br />

al piacere delle forme, dei colori<br />

e della poesia, con l’obiettivo di<br />

avvicinare il pubblico alla visione<br />

artistica di Chagall, quella di un<br />

universo riconciliato grazie alla vita,<br />

all’amore e all’arte.<br />

VENEZIA<br />

Museo Correr<br />

(San Marco 52)<br />

www.correr.visitmuve.it<br />

Ippolito Caffi 1809-1866. Tra<br />

Venezia e l’Oriente<br />

fino all’8 gennaio 2017<br />

A 150 anni dalla morte del grande<br />

artista bellunese, la Fondazione<br />

Musei Civici di Venezia espone<br />

per la prima volta l’intero corpus<br />

di dipinti di Ippolito Caffi, il più<br />

innovativo e originale vedutista<br />

dell’Ottocento italiano. Al Museo<br />

Correr è possibile visitare la più<br />

completa raccolta del percorso<br />

artistico di un pittore del XIX secolo,<br />

che fu viaggiatore instancabile<br />

per inquietudine personale e<br />

desiderio di conoscenza.<br />

Palazzo Mocenigo<br />

(Santa Croce 1992)<br />

http://mocenigo.visitmuve.it/<br />

Dialoghi inediti tra Vetro e<br />

Profumo<br />

fino al 25 settembre <strong>2016</strong><br />

Il museo di Palazzo Mocenigo –<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 35


Centro Studi di Storia del Tessuto<br />

e del Costume, che racchiude nel<br />

suo itinerario espositivo un originale<br />

e ricercato percorso dedicato<br />

al profumo e alle essenze, è<br />

il fulcro di un progetto inedito e<br />

sfaccettato sulla storia delle manifatture<br />

del vetro e del profumo,<br />

oggi più che mai prodotti artistici<br />

che assurgono a matrici identitarie<br />

di Venezia. Una decina di pezzi<br />

unici da collezione, creati dai maestri<br />

vetrai e designers del vetro,<br />

“dialogheranno” con altrettante<br />

fragranze esclusive create ad hoc<br />

dai maestri profumieri di Mavive,<br />

in un’affascinante esposizione che<br />

racconterà quell’intensa relazione<br />

che ha legato attraverso i secoli le<br />

eccellenze artigianali e artistiche<br />

del vetro di Murano e del profumo<br />

a Venezia.<br />

Foto sopra:<br />

Il Dodo, uccello estinto nel XVII secolo.<br />

Mostra al MUSE - Museo delle Scienze,<br />

Trento.<br />

Peggy Guggenheim Museum<br />

(Dorsoduro 704)<br />

http://www.guggenheim-venice.it/<br />

IMAGINE. Nuove immagini<br />

nell’arte italiana 1960-1969<br />

fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />

Un’inedita quanto originale lettura<br />

dell’arte italiana attraverso gli<br />

anni ’60, che intende analizzare<br />

la nascita della nuova immagine.<br />

Nell’Italia dei primi anni sessanta,<br />

al culmine del miracolo economico,<br />

le sperimentazioni artistiche<br />

si susseguono, si mescolano e si<br />

intrecciano con rapidità e intensità<br />

straordinarie. Proprio alla ricchezza<br />

propositiva ed eterogenea<br />

di questo decennio è dedicata<br />

questa mostra, che si offre come<br />

una possibile lettura della varietà<br />

degli aspetti di quella vitalità<br />

creativa. È infatti il tema dell’immagine<br />

il fil rouge di un percorso<br />

che si snoda attraverso sguardi e<br />

prospettive originali e che, prendendo<br />

avvio dal superamento del<br />

monocromo, analizza la nascita di<br />

un nuovo linguaggio rappresentativo<br />

di un momento meno noto e<br />

approfondito dell’arte italiana.<br />

Palazzo Fortuny<br />

(Campo S. Beneto, 3780)<br />

http://fortuny.visitmuve.it/<br />

Quand fondra la neige, où ira<br />

le blanc. Collezionismo Contemporaneo<br />

a Palazzo Fortuny<br />

fino al 10 ottobre <strong>2016</strong><br />

Un tema di grande attualità, che<br />

vede come primo protagonista<br />

Enea Righi, imprenditore bolognese<br />

che in trent’anni – guidato<br />

dalla volontà di sostenere la produzione<br />

artistica – ha plasmato<br />

una delle più importanti collezioni<br />

d’arte contemporanea presenti<br />

nel nostro paese. Eric Mézil e Lorenzo<br />

Paini, curatori della mostra,<br />

hanno selezionato un nucleo di<br />

opere della collezione Righi partendo<br />

dalle specificità degli spazi<br />

e dalla storia di Palazzo Fortuny,<br />

definendo alcuni dei temi più significativi<br />

tra quelli che s’intrecciano<br />

nella collezione.<br />

BASSANO DEL GRAPPA (VI)<br />

Museo Civico<br />

(piazza Garibaldi, 34)<br />

www.comune.bassano.vi.it<br />

Il magnifico guerriero<br />

36 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


fino al 19 gennaio 2017<br />

Di ritratti di Jacopo Bassano se<br />

ne conoscono pochi, tutti molto<br />

belli. “Il Magnifico Guerriero”, o più<br />

esattamente “Il ritratto di uomo in<br />

armi” rappresenta un affascinate<br />

nobiluomo dalla fulva, curatissima<br />

barba. Non un giovane ma<br />

un uomo maturo, certo aduso al<br />

comando ma soprattutto ad una<br />

vita raffinata lontano dai campi<br />

di battaglia. Indossa una preziosa<br />

corazza alla moda dell’epoca,<br />

che lo costringe, ma che non riesce<br />

ad ingabbiare la sua grazia e<br />

la sua flessibilità. Le lunghe dita,<br />

curate e perfette, non sembrano<br />

le più adatte a menar fendenti,<br />

così come il suo<br />

spadino di ferro e<br />

oro sembra più da<br />

parata che da battaglia.<br />

TRENTO<br />

massa - ovvero la crisi ecologica<br />

che stiamo vivendo - con le dinamiche<br />

che hanno caratterizzato<br />

le cinque grandi estinzioni paleontologiche<br />

avvenute negli ultimi<br />

500 milioni di anni.<br />

Il progetto nasce da un importante<br />

lavoro di ricerca e selezione<br />

dei più significativi reperti originali<br />

di vertebrati estinti in tempi<br />

storici, preservati presso i musei<br />

italiani: dallo scheletro di un grande<br />

dinosauro sauropode (l’unico di<br />

questo tipo esposto in un museo<br />

italiano) che accoglierà il pubblico<br />

all’ingresso della mostra, al celebre<br />

cranio di Homo neanderthalensis<br />

“Guattari I”, il più completo<br />

preservato nel nostro paese. Il<br />

repertorio di reperti esposti -<br />

tutti originali - con le storie che<br />

si celano dietro ognuno di essi,<br />

permetterà di conoscere il destino<br />

delle specie più carismatiche<br />

ormai scomparse e di addentrarsi<br />

fra le pieghe di vicende meno note,<br />

ma altrettanto illuminanti.<br />

Foto a destra:<br />

Ai Weiwei, Reframe, installazione<br />

Mostra a Palazzo Strozzi, Firenze.<br />

MUSE - Museo<br />

delle Scienze<br />

(corso del Lavoro e<br />

della Scienza 3)<br />

www.mart.trento.it<br />

Estinzioni. Storie<br />

di catastrofi<br />

e altre opportunità<br />

fino al 26 giugno<br />

2017<br />

Il MUSE dà il via a<br />

un ambizioso progetto<br />

che mette in<br />

dialogo le ricerche<br />

e le riflessioni sulla<br />

sesta estinzione di<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 37


ROVERETO<br />

(TN)<br />

MART (Corso Bettini<br />

43)<br />

www.mart.trento.it<br />

I pittori della luce.<br />

Dal Divisionismo<br />

al Futurismo<br />

fino al 9 ottobre<br />

<strong>2016</strong><br />

Progetto espositivo<br />

che comprende capolavori<br />

provenienti<br />

dalle Collezioni del<br />

Mart e prestigiosi prestiti<br />

pubblici e privati,<br />

narra le origini e lo sviluppo<br />

del Divisionismo, che<br />

ha svolto un ruolo fondamentale<br />

nel rinnovamento<br />

artistico italiano tra fine ‘800<br />

e inizio ‘900, trovando il suo<br />

ideale seguito nell’avanguardia<br />

futurista.<br />

AQUILEIA (UD)<br />

Museo Archeologico<br />

Nazionale<br />

(via Roma 1)<br />

http://www.museoarcheologicoaquileia.beniculturali.it/<br />

Leoni e Tori dall’antica Persia<br />

ad Aquileia<br />

fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />

La mostra “Leoni e Tori dall’antica<br />

Persia ad Aquileia”, le cui preziose<br />

opere provengono dal National<br />

Foto sopra:<br />

Incensiere con rose su sfondo carminio,<br />

dinastia Qing.<br />

Mostra a Palazzo Venezia, Roma.<br />

Museum<br />

of Iran<br />

di Tehran e dal<br />

Museo di Persepoli, mette a confronto<br />

civiltà diverse ma ricche<br />

di superbi tesori d’arte, mediante<br />

il dialogo diretto in museo. Le<br />

preziose testimonianze materiali<br />

di un mondo che, pur nella sua<br />

lontananza geografica, ebbe con<br />

la civiltà occidentale numerosi<br />

contatti, sono protagoniste di<br />

un nuovo allestimento, ancora<br />

una volta concepito per dare il<br />

massimo risalto ai pezzi ospitati,<br />

valorizzando nel contempo la<br />

suggestiva cornice della raccolta<br />

archeologica aquileiese.<br />

FIRENZE<br />

Palazzo<br />

Strozzi<br />

(piazza degli Strozzi)<br />

www.palazzostrozzi.org<br />

Ai Weiwei. Libero<br />

dal 23 settembre<br />

<strong>2016</strong> al 22 gennaio<br />

2017<br />

Artista dissidente<br />

e personalità provocatoria,<br />

protagonista<br />

di mostre<br />

presso i maggiori<br />

musei del mondo, Ai<br />

Weiwei invaderà Palazzo<br />

Strozzi con opere<br />

storiche e nuove produzioni<br />

che coinvolgeranno<br />

tutto lo spazio: la facciata,<br />

il cortile, il piano nobile e la<br />

Strozzina. Per la prima volta<br />

Palazzo Strozzi sarà utilizzato<br />

come uno spazio espositivo<br />

unitario, creando un’esperienza<br />

totalmente inedita per i propri<br />

visitatori ed esaltando una delle<br />

peculiarità dell’arte di Ai Weiwei,<br />

il rapporto tra tradizione e modernità,<br />

in un luogo simbolo della<br />

storia di Firenze.<br />

La mostra proporrà un percorso<br />

tra installazioni monumentali,<br />

sculture e oggetti simbolo<br />

della sua carriera, video e serie<br />

fotografiche dal forte impatto<br />

politico e simbolico, permettendo<br />

una totale immersione<br />

nel mondo artistico e nella biografia<br />

personale di Ai Weiwei.<br />

Le opere esposte spazieranno<br />

38 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


così dal periodo newyorkese<br />

tra gli anni ottanta e novanta<br />

in cui scopre l’arte dei suoi<br />

“maestri” Andy Warhol e Marcel<br />

Duchamp alle grandi opere<br />

iconiche degli anni duemila,<br />

fatte di assemblaggi di materiali<br />

e oggetti come biciclette e sgabelli,<br />

fino alle opere politiche e<br />

controverse che hanno segnato<br />

gli ultimi tempi della sua produzione<br />

artistica, come i ritratti di<br />

dissidenti politici in LEGO o i<br />

recenti progetti sulle migrazioni<br />

nel Mediterraneo.<br />

PERUGIA<br />

Palazzo Lippi Assandri<br />

(corso Vannucci, 39)<br />

www.fondazionecariperugiaarte.it/<br />

I Tesori della Fondazione Cassa<br />

di Risparmio di Perugia e il<br />

caravaggismo nelle collezioni<br />

di Perugia<br />

fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />

Si tratta di oltre 50 dipinti di grande<br />

rilievo, rappresentativi non solo<br />

delle esperienze artistiche che<br />

si affermano in Umbria nell’arco<br />

di quattro secoli, dal Trecento<br />

al Settecento, ma anche di altri<br />

aspetti della cultura figurativa italiana<br />

dal Rinascimento al Barocco.<br />

ROMA<br />

Ara Pacis<br />

(Lungotevere in Augusta, ang. via<br />

Tomacelli)<br />

http://www.arapacis.it<br />

Domon Ken<br />

Nella foto:<br />

Hiroshi Sugimoto, serie Teatri,<br />

il Trylon Theatre di New York<br />

Mostra alla Galleria d’Arte Moderna Roma.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 39


dal 27 maggio al 18 settembre<br />

<strong>2016</strong><br />

Monografica dedicata a uno dei<br />

fotografi più importanti della<br />

storia della fotografia moderna<br />

giapponese, che espone per la<br />

prima volta fuori dai confini del<br />

Giappone. Domon Ken (1909-<br />

1990) è considerato il maestro<br />

del realismo. In mostra circa 150<br />

fotografie, in bianco e nero e a<br />

colori, realizzate tra gli anni Venti<br />

e gli anni Settanta del ‘900, che<br />

raccontano il percorso di ricerca<br />

verso il realismo sociale.<br />

Chiostro del Bramante<br />

(via Arco della Pace 5)<br />

http://chiostrodelbramante.it<br />

Santa Maria Antiqua<br />

(Foro Romano)<br />

www.archeoroma.beniculturali.it<br />

Galleria Nazionale<br />

d’Arte Moderna e<br />

Contemporanea<br />

(viale delle Belle Arti 131)<br />

http://lagallerianazionale.<br />

com/<br />

The Lasting. L’intervallo<br />

e la durata<br />

fino al 29 gennaio<br />

2017<br />

L’esposizione, dedicata<br />

all’importanza che assume<br />

la dimensione temporale<br />

sia nella pratica<br />

che nella poetica artistica,<br />

presenta oltre 30<br />

lavori di 15 artisti italiani<br />

e internazionali di diverse<br />

generazioni. I lavori,<br />

tutti di grande formato,<br />

dalla pittura alla<br />

scultura, dal video alla fotografia<br />

all’installazione, occupano un solo<br />

ampio spazio sfruttandone anche<br />

la verticalità, per costruire un unicum<br />

con l’ambiente circostante.<br />

Tradizionalmente pensati come<br />

contraddittori e opposti, i concetti<br />

di durata e intervallo, sono<br />

al centro dell’esposizione, in<br />

maniera sempre diversa, come<br />

due facce della stessa medaglia:<br />

due momenti simultanei e indissociabili<br />

di un unico processo di<br />

trasformazione.<br />

Museo Nazionale del<br />

Palazzo di Venezia<br />

(via del Plebiscito 118)<br />

Capolavori dell’antica porcellana<br />

cinese<br />

fino al 16 febbraio 2017<br />

È l’occasione per ammirare da<br />

vicino 74 preziose ceramiche<br />

dell’antica tradizione cinese, di<br />

diversa datazione storica: dalla<br />

grande varietà delle ceramiche<br />

Song e Yuan, in cui la produzione<br />

della ceramica conobbe grande<br />

prosperità (960-1368), alle<br />

ceramiche Ming delle fornaci di<br />

Jingdezhen (1368-1644), che produssero<br />

in particolare per la corte<br />

imperiale, fino alle più recenti<br />

prodotte durante la dinastia Qing<br />

(1644-1911), momento in cui<br />

la produzione imperiale<br />

raggiunse il suo picco più<br />

alto e la piena maturità.<br />

NAPOLI<br />

Museo Archeologico<br />

Nazionale<br />

(piazza Museo, 19)<br />

Mito e Natura. Dalla<br />

Grecia a Pompei<br />

www.mostramitonatura.<br />

it/<br />

fino al 30 settembre<br />

<strong>2016</strong><br />

La mostra, rimodulata<br />

sui nuovi spazi che l’accolgono<br />

e impreziosita<br />

da ulteriori prestiti,<br />

racconta la natura nei<br />

40 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


suoi vari aspetti, in stretto rapporto<br />

con l’intervento dell’uomo.<br />

Comporre giardini era una vera<br />

arte, in stretto dialogo con le pareti<br />

affrescate e gli oggetti che arredavano<br />

gli ambienti.<br />

CAPACCIO (SA)<br />

Parco Archeologico di Paestum<br />

- Museo<br />

(via Magna Grecia 919)<br />

http://www.museopaestum.beniculturali.it/<br />

Possessione - Trafugamenti e<br />

falsi d’antichità a Paestum<br />

www.mostramitonatura.it/<br />

fino al 31 dicembre <strong>2016</strong><br />

Gli scavi clandestini comportano<br />

la perdita non solo degli oggetti<br />

stessi ma anche del loro contesto<br />

stratigrafico, e quindi di tutta<br />

una serie di informazioni che<br />

sono fondamentali per la conoscenza<br />

del mondo antico – evidenzia<br />

il curatore della mostra<br />

e direttore del Parco, Gabriel<br />

Zuchtriegel - La questione<br />

del possesso incide sull’essenza<br />

dell’opera d’arte: possesso<br />

e possessione sono pertanto<br />

questioni di estetica, intesa come<br />

disciplina filosofica, oltre che<br />

di legislazione e tutela. Inseriti in<br />

collezioni private dove spesso<br />

sono affiancati a falsi di vario<br />

genere, gli oggetti antichi perdono<br />

la loro attinenza con la<br />

storia collettiva, per essere<br />

ridotti allo stato di una<br />

merce o di un semplice<br />

godimento estetico. Sono<br />

sempre gli stessi oggetti,<br />

ma il cambiamento del contesto<br />

in cui sono inseriti comporta un<br />

mutamento intrinseco del loro<br />

valore artistico e culturale.<br />

ANTEPRIME…<br />

ALL’ORIZZONTE<br />

MILANO<br />

Palazzo Reale<br />

Pietro Paolo Rubens e la nascita<br />

del Barocco<br />

dal 27 ottobre <strong>2016</strong> al 27 febbraio<br />

2017<br />

Arnaldo Pomodoro. 90 anni<br />

di scultura<br />

dal 21 novembre <strong>2016</strong> al 27<br />

gennaio 2017<br />

Mudec<br />

Jean-Michel Basquiat<br />

dal 28 ottobre <strong>2016</strong> al 26 febbraio<br />

2017<br />

Gammanzoni<br />

Anima bianca. La neve da Nittis<br />

a Morbelli<br />

dal 21 ottobre <strong>2016</strong> al 19 febbraio<br />

2017<br />

TREVISO<br />

Museo di Santa Caterina<br />

Tiziano, Rubens, Rembrandt.<br />

L’immagine femminile tra Cinquecento<br />

e Seicento<br />

da ottobre al 17 aprile 2017<br />

ROMA<br />

Palazzo Braschi<br />

Artemisia Gentileschi<br />

dal 30 novembre <strong>2016</strong> all’8<br />

maggio 2017<br />

Foto nella pagina a fianco:<br />

Vaso blu con eroti vendemmianti. Vetrocammeo.<br />

Metà I secolo d.C.<br />

Da Pompei. Museo Archeologico<br />

Nazionale di Napoli<br />

Foto a Sinistra<br />

Testa neoclassica<br />

(Foto Luca Zuccala ArtsLife)<br />

Mostra al Museo Archeologico<br />

Nazionale, Napoli.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 41


GLI AFFRESCHI DI<br />

FRANCESCA CAPITINI<br />

L<br />

a stranezza di questo<br />

mio incontro con Francesca<br />

è nell’incontrare<br />

un’artista accademica,<br />

giovane e donna, entrata a far<br />

parte dell’Olimpo dell’Arte. Là,<br />

sulla vetta più alta del mondo artistico,<br />

per esserci devi necessariamente<br />

avere una formazione,<br />

preparazione, ricerca, crescita ed<br />

esperienza. La Capitini non è una<br />

Belen del momento, né una Milly<br />

del passato ancora presente, e nel<br />

periodo attuale, ancor più maschilista<br />

rispetto ai tempi andati, non<br />

è facile trovare in questo ambiente<br />

una giovane ragazza ancora gedi<br />

Angela Brucoli<br />

nuina nonostante il suo successo,<br />

sicura della sua opera, rispettosa<br />

verso gli affetti, devota verso i<br />

credi religiosi.<br />

È più facile che sia la donna a seguire<br />

l’uomo nel suo percorso<br />

professionale e lavorativo, invece<br />

Francesca è contro corrente<br />

in questa contemporaneità<br />

confusa e disorientata.<br />

Non c’è<br />

frastuono e<br />

caos attorno<br />

a lei, bensì lo<br />

scorrere del quotidiano è semplice<br />

e silenzioso. La vita di tutti<br />

i giorni è quella di una donna co-<br />

mune accanto al suo uomo: Alessandro,<br />

suo marito. Questa semplicità,<br />

questo basso tono di vita si<br />

notano nelle pennellate morbide<br />

e poco contrastate di Francesca,<br />

pur se sono presenti tagli e linee<br />

grafiche, segni di questo tempo.<br />

La tecnica che usa Francesca e che<br />

la fa grande, è tra le<br />

più antiche:<br />

l’af-<br />

fre-<br />

sco. Troviamo<br />

affreschi<br />

risalenti già a migliaia di<br />

anni fa, ancor prima della ci-<br />

42 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 43


viltà greca; la tecnica fu proseguita<br />

dagli ellenici e portata in auge<br />

dai romani, che esaltarono le loro<br />

dimore arricchendole di figure<br />

e colori. Nei dipinti parietali di<br />

Pompei ed Ercolano<br />

incontriamo la<br />

grande eccezionalità<br />

dell’espressione<br />

artistica<br />

di quel<br />

tempo e il riconoscimento<br />

della<br />

bravura dell’artistaartigiano.<br />

Quei<br />

dipinti riportano<br />

prospettive e tridimensionalità<br />

dell’arte figurativa,<br />

elementi dimenticati<br />

per secoli e ripresi<br />

dal Giotto. Egli<br />

non ha visto e saputo<br />

di città sepolte dalla<br />

cenere del Vesuvio.<br />

La sua formazione romana tra i<br />

mecenati papali, comunque, gli ha<br />

permesso di riprendere quegli elementi<br />

prospettici, stravolgendo la<br />

pittura del Rinascimento e<br />

dando volume alle<br />

figure piatte,<br />

a n c o r a<br />

sull’ond<br />

a<br />

d e l l e<br />

rappresentazioni<br />

iconoclastiche bizantine.<br />

Geniale per le sue descrizioni<br />

pittoriche, Giotto<br />

ebbe l’incarico di affrescare<br />

le pareti della Basilica di<br />

Assisi. Oggi accanto a Giotto<br />

e ai suoi Maestri troviamo<br />

anche Francesca, artista giovane,<br />

donna, moglie e madre.<br />

In una Italia politicizzata, ghettizzata<br />

dalle lobby di potere,<br />

legittimata dai conservatori<br />

classisti e stantii della destra e<br />

della sinistra, amministratori senza<br />

né arte né parte fanno a gara per<br />

salire sui cavalli vincenti, italiani ma<br />

affermatisi all’estero, con l’intento<br />

di mostrare al grande pubblico di<br />

aver fatto qualcosa di significativo.<br />

La chiamata di Francesca ad operare<br />

nella Basilica di Assisi sembra<br />

confermare invece l’esistenza della<br />

mosca bianca, dell’eccezione.<br />

Come un muratore che si muove<br />

tra le polveri degli intonaci e i giri<br />

di cazzuole, la Capitini lavora<br />

il suo “muro” per poi affrescarlo:<br />

la sua opera è infatti<br />

trasportabile come lo un<br />

dipinto su tela. Questo<br />

modo di operare, che<br />

ha fatto suo affinandolo,<br />

è la sua peculiarità,<br />

la caratteristica che<br />

la contraddistingue,<br />

oltre naturalmente al<br />

suo tratto del tutto<br />

personale.<br />

Affreschi realizzati<br />

su una base murale<br />

trasportabile, hanno<br />

bisogno di una location<br />

di tutto rispetto<br />

per essere apprezzati<br />

nel loro splendore. Per<br />

fortuna ci sono luoghi<br />

che si prestano a questo<br />

scopo, anch’essi nella loro<br />

genuina semplicità: le grandi<br />

masserie del Sud Italia.<br />

Entrando negli spazi degli<br />

edifici, si avverte la magia<br />

di questa esposizione.<br />

Quei muri da cui traspare<br />

la storia, bianchi di calce<br />

viva, si sposano alla perfe-<br />

44 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


zione con quei quadri di intonaco<br />

colorato. Le Madonne, le maternità,<br />

i puttini, acquisiscono un’aura di<br />

sacralità, pur in stanze adibite a funzioni<br />

non religiose. Tuttavia sacro<br />

era il lavoro di trasformazione delle<br />

olive in olio. Infatti, l’ingresso dello<br />

spazio espositivo accede in quello<br />

che era il vecchio frantoio della<br />

masseria: ospita le presse, dove si<br />

ponevano i fiscoli carichi di pasta<br />

di olive e dalle quali colava lentamente<br />

il liquido verde, raccolto nei<br />

depositi sotterranei. Al centro della<br />

sala c’è la vecchia macina in pietra e,<br />

sullo sfondo, un quadro di Francesca<br />

che farà parte della collezione<br />

privata dei proprietari della masseria.<br />

Il dipinto affrescato riporta la<br />

distesa di ulivi che si ergono tra i<br />

solchi ben delineati della terra rossa<br />

e scura di questo tratto di Puglia.<br />

Il tronco degli alberi è contorto, a<br />

sottolineare che si tratta di quei<br />

vecchi patriarchi<br />

pugliesi. In primo<br />

piano una giovane<br />

donna osserva<br />

il panorama,<br />

seduta di spalle<br />

e rilassata; lo si<br />

intende dal suo<br />

braccio sinistro,<br />

disteso lungo la<br />

spalliera della<br />

seduta mentre<br />

quello destro è<br />

piegato a reggerle<br />

il capo, chino<br />

da un lato. Si percepisce<br />

la sacralità<br />

del luogo e<br />

la sacralità delle<br />

opere. La bellezza<br />

è in questa<br />

spiritualità, che ci<br />

incanta.<br />

Foto a sinistra:<br />

Francesca Capitini,<br />

Madonna con Bambino,<br />

ytecnica mista<br />

su intonaco.<br />

Pagina a sinistra:<br />

Francesca Capitini<br />

con la nostra<br />

Angela Brucoli.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 45


Studio Vangi<br />

commercialisti in Modugno<br />

46 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine<br />

via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />

www.studiovangi.it


PASTA CON LE COZZE<br />

ALLA TARANTINA<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 47


PASTA CON LE COZZE<br />

ALLA TARANTINA<br />

di Ornella Mirelli<br />

D<br />

a tempo immemorabile<br />

i nostri antenati<br />

conoscevano e apprezzavano<br />

le cozze; fin dal<br />

Paleolitico per la precisione, grazie<br />

al fatto che questi molluschi erano<br />

presenti un po’ dovunque, dal Sud<br />

America al Nord Europa, e che<br />

era più facile trovare e consumare<br />

i mitili piuttosto che i pesci.<br />

Sono numerosi i reperti di valve in<br />

antichi siti archeologici; nelle isole<br />

britanniche sono state rinvenute<br />

antiche conchiglie di cozze, disposte<br />

in posizioni rituali con resti ossei<br />

di bovini.<br />

I Romani erano golosissimi di frutti<br />

di mare e pare che siano stati<br />

loro a scoprire come allevarli, realizzando<br />

i primi grandi allevamenti<br />

di cozze ad Anzio e a Taranto.<br />

Questo può spiegare la vocazione<br />

di Taranto nei confronti di questi<br />

gustosi molluschi, anche se i fran-<br />

cesi rivendicano a sé la primogenitura<br />

nell’allevamento dei mitili,<br />

affermando che il primo vivaio<br />

risalirebbe al tardo VIII secolo, naturalmente<br />

in Francia.<br />

Al di là della loro origine, le cozze<br />

sono un alimento prelibato sia se<br />

consumate crude, con una semplice<br />

spruzzata di limone, sia cotte,<br />

fritte, salate, affumicate, marinate,<br />

seccate e Dio sa in quanti altri<br />

modi, anche se il grande Pellegrino<br />

48 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Artusi, padre della cucina italiana,<br />

nel suo libro del 1891 ”La scienza<br />

in cucina e l’arte del mangiar bene”<br />

non ne parla affatto. Probabilmente<br />

in quell’epoca nelle aree centrosettentrionali<br />

del Paese le cozze<br />

non erano ancora abbastanza diffuse,<br />

ma al sud sì, se è vero che il<br />

salentino Vincenzo Corrado, grande<br />

protagonista della cucina del<br />

Mezzogiorno d’Italia, nel suo “Il<br />

Cuoco Galante” comparso a Napoli<br />

nel 1773, ne parla diffusamente.<br />

D’altra parte sono molti gli indizi<br />

da cui si evince che nel ‘700 le cozze,<br />

specialmente quelle di Taranto,<br />

erano particolarmente gradite<br />

nell’Italia meridionale; dagli antichi<br />

registri dei conventi, per esempio,<br />

risulta quanto le cozze negre di Taranto<br />

(così venivano indicate) fossero<br />

apprezzate sulle mense ecclesiastiche.<br />

La particolare bontà<br />

delle cozze tarantine deriva dalle<br />

Continua la collaborazione<br />

con <strong>Orizzonte</strong> Magazine di<br />

Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />

blog di cucina del web.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 49


caratteristiche delle acque del Mar<br />

Piccolo e dai citri che vi sgorgano:<br />

polle di acqua dolce che, mescolandosi<br />

con l’acqua marina, danno<br />

origine ad un ambiente particolarmente<br />

indicato per lo sviluppo<br />

delle cozze, che risultano così più<br />

dolci e prive del loro retrogusto<br />

amarognolo.<br />

Che poi nel ‘700 sia sorta la prima<br />

fabbrica di pasta, fondata da un<br />

genovese a Venezia, è una felice<br />

coincidenza che sancisce l’incontro<br />

in cucina fra le cozze e la pasta.<br />

Quest’ultima aveva la sua fase<br />

più delicata nell’essiccazione, che si<br />

realizzava all’aperto, attraverso l’esposizione<br />

al sole; la Campania, e<br />

in particolare le zone di Gragnano<br />

e Torre Annunziata, godevano di<br />

condizioni climatiche privilegiate,<br />

che facilitavano l’essiccazione naturale,<br />

e questo le ha poste fra le<br />

principali zone di produzione della<br />

pasta.<br />

La ricetta che riportiamo appartiene<br />

alla cucina povera tarantina,<br />

probabilmente è precedente rispetto<br />

al XVIII secolo e pare che<br />

fosse realizzata con pastina fatta a<br />

mano, chiamata “vermcìdd”; piccoli<br />

pezzi di pasta lavorati fra pollice e<br />

indice.<br />

Pasta con le cozze<br />

alla tarantina<br />

Ingredienti:<br />

300 g di pastina, tipo “rosmarina”<br />

o vermicelli spezzati<br />

1,5 kg di cozze da sgusciare<br />

2 grossi pomodori da salsa oppure<br />

250 grammi di polpa di pomodoro<br />

a pezzetti<br />

50 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />

BENESSERE AL NATURALE<br />

LE PROPRIETÀ DELLO ZAFFERANO<br />

Lo zafferano è una pianta originaria dell’Asia minore,<br />

dalle piccole dimensioni ma dal grande potenziale, la cui<br />

coltivazione si è diffusa anche in Italia. L’aroma particolare<br />

è dato da una sostanza che si chiama “safranale”.<br />

Lo Zafferano contiene: calcio, ferro, fosforo, magnesio,<br />

manganese,<br />

potassio e sodio;<br />

vitamina<br />

A, C e molte<br />

del gruppo B.<br />

Questi i contenuti:<br />

carboidrati<br />

65%,<br />

proteine 9%,<br />

grassi 5,8%,<br />

ceneri 5% e fibre 4%. Residuo di acqua 12%.<br />

L’uso dello zafferano è consigliato per stimolare il<br />

sistema immunitario (difesa dell’organismo da attacchi<br />

virali – influenze – e dell’herpes labiale); per<br />

prevenire malattie degenerative legate a stress ossidativo;<br />

per l’apparato cardiocircolatorio (controlla<br />

ipertensione e ipercolesterolemia) e respiratorio<br />

(azione sedativa dei sintomi di tosse e asma); per la<br />

concentrazione, la protezione del fegato e lo stimolo<br />

dell’attività digestiva, la depressione; il mal di denti,<br />

l’attenuazione dei dolori mestruali.<br />

Trattandosi di una spezia lo zafferano va consumato<br />

con dovuta cautela senza esagerare. Il<br />

consumo massimo giornaliero è di 1,5 grammi.<br />

Già a 10 grammi si possono manifestare sintomi di<br />

grave entità (tra cui l’aborto nelle donne in gravidanza)<br />

mentre 20 grammi possono anche essere letali.<br />

OLIO D’OLIVA PER LA PELLE<br />

L’olio d’oliva per la cura della pelle e la bellezza dell’incarnato<br />

trova le sue origini fin dall’antichità: già greci e<br />

romani apprezzavano le qualità di questo prodotto.<br />

Molte sono le applicazioni. L’olio d’oliva si propone<br />

con un potenziale unico di nutrienti, vitamine, grassi<br />

e acidi amici dell’epidermide; soprattutto è un concentrato<br />

di sostanze rigeneranti.<br />

Grazie alla vitamina E esplica effetti antiossidanti e<br />

combatte i radicali liberi che sono tra i responsabili<br />

dell’invecchiamento di capelli e cute. Abbinato alla<br />

vitamina A stimola la rigenerazione cellulare e la riparazione<br />

dei tessuti. Morbidezza ed elasticità della pelle<br />

sono garantiti dai benefici di acidi grassi, fitosteroli e<br />

linolene: rimedio contro rughe, piccoli inestetismi e<br />

smagliature per le sue proprietà antiossidanti e antiage.<br />

Può essere utilizzato puro o diluito in poca acqua,<br />

volendo arricchita con qualche essenza.<br />

L’olio d’oliva è, normalmente, adatto a qualsiasi<br />

tipo di pelle, però è bene valutare eventuali<br />

ipersensibilità o la presenza di patologie e disturbi<br />

che ne sconsigliano l’applicazione, naturalmente<br />

dietro consiglio di un dermatologo.<br />

Qualche consiglio?<br />

Secchezza delle<br />

mani: da fare, in<br />

particolare, nei periodi<br />

freddi; versare<br />

qualche goccia sul<br />

palmo e massaggiare,<br />

anche dorso e<br />

dita lasciando in applicazione<br />

per qualche<br />

minuto quindi lavarsi, evitando saponi aggressivi.<br />

Smagliature: non è un rimedio definitivo ma ha effetto<br />

su quelle più recenti; massaggiare lievemente la zona<br />

interessata con i polpastrelli inumiditi di olio d’oliva,<br />

ripetendo l’azione più volte ogni giorno.<br />

Maschera per il viso: con la funzione di pulire i pori<br />

e dare elasticità alle rughe. Basta aggiungere un cucchiaino<br />

d’olio extravergine a un cucchiaio di argilla<br />

bianca e qualche goccia dell’essenza floreale, quindi<br />

spalmare delicatamente sul viso e, dopo una decina<br />

di minuti, rimuovere con abbondante acqua tiepida.<br />

AFORISMA DEL MESE<br />

Ridi sempre quando ti è possibile. É una medicina a<br />

buon mercato. (Lord Byron)<br />

via S. Maria della Stella, 45 - 70010 Adelfia tel: 0804593669 www.vicodeifiori.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 51


4 cucchiai di olio extra vergine<br />

1 mazzetto di prezzemolo<br />

1 spicchio d’aglio<br />

pepe nero q. b.<br />

Aprite le cozze a crudo, lasciandole<br />

a frutto netto e conservando<br />

la loro acqua filtrata.<br />

Scaldate l’olio con uno spicchio di<br />

aglio e un gambo di prezzemolo<br />

senza foglie. Togliete aglio e prezzemolo<br />

appena l’olio sarà a temperatura<br />

e aggiungete due pomodori<br />

da salsa, già sbollentati, pelati<br />

e tagliati a dadini piccolissimi.<br />

Fate cuocere fino a “perdere i sensi”<br />

4-5 cozze (non vanno soffritte<br />

come per il sugo degli spaghetti)<br />

insieme ad un po’ della loro acqua.<br />

Tritate il prezzemolo finissimo;<br />

mettete a cuocere la pasta<br />

portandola a mezza cottura. Scolatela<br />

e mescolatela all’intingolo<br />

già preparato e diluito con l’acqua<br />

delle cozze.<br />

I tubetti, la “rosmarina”, gli spaghetti<br />

spezzati termineranno la<br />

loro cottura nel brodetto. Solo<br />

all’ultimo versate in pentola tutte<br />

le cozze con l’acqua rimasta e<br />

regolate la “brodosità” con poca<br />

acqua di cottura della pasta, solo<br />

se occorre, lasciando fremere per<br />

non più di 1 minuto mescolando<br />

con un cucchiaio di legno.<br />

Cospargete di pepe nero, macinato<br />

al momento, un piatto fondo<br />

vuoto, mettete la minestra e<br />

servite subito, dopo aver cosparso<br />

il tutto col prezzemolo tritato.<br />

52 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Associazione Culturale “Bensalem”<br />

Castel del Monte<br />

Il Tempio della Rosa<br />

a cura di Attilio Castronuovo<br />

Castel del Monte è uno dei misteri più affascinanti che, dalle nebbie del passato, siano giunti fino a noi.<br />

Adagiato su un poggio che domina la pianura, enigmatico per tutto ciò che attiene ai suoi scopi e alla sua<br />

funzionalità, sembra sfidare il visitatore desideroso di comprenderne il segreto. Si potrebbero affastellare<br />

all’infinito ipotesi su ipotesi nella speranza di giungere a qualche certezza, ma il castello sembra sottrarsi a<br />

questa ricerca, mostrandosi sempre più sfuggente, evanescente, irraggiungibile.<br />

di Daniela Gagliano<br />

edizionigagliano@gmail.com<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 53


LO<br />

SAPEVATE<br />

CHE<br />

CONVOLVULUS ARVENSIS<br />

FAMIGLIA CONVOLVULACEAE<br />

NOME SCIENTIFICO:<br />

CONVOLVUS<br />

COMUNE IN TUTTA EUROPA<br />

IN ITALIA E ASIA MINORE<br />

di Angelo Ferri<br />

Pianta perenne erbacea, dal lungo<br />

rizoma fragile e biancastro, le<br />

1.<br />

cui radici vivono a lungo nel suolo<br />

e possono facilmente ricostruire<br />

l’intera pianta anche da un<br />

frammento minuscolo; i fusti sottili alla base, hanno<br />

sezione esagonale, sono glabri, striati, lunghi anche<br />

oltre 1 m, striscianti e se trovano sostegno rampicanti,<br />

generalmente levogiri.<br />

Le foglie sono alterne, picciolate, hanno lamina<br />

ovata o astata, margine intero, spesso ondulato ±<br />

revoluto, apice da ottuso a subacuto, talvolta mucronato.<br />

Le superiori di dimensioni minore, sono<br />

progressivamente lanceolate.<br />

I fiori sono portati da lunghi peduncoli con 2 brattee<br />

lineari opposte; spesso solitari ma a volte appaiati,<br />

sbocciano all’ascella delle foglie mediane, hanno<br />

sepali oblunghi ad apice ottuso o smarginato, pubescenti<br />

sul dorso; corolla 3 cm circa, imbutiforme,<br />

54 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


da completamente biancastra o rosacea, più frequentemente<br />

con 5 screziature longitudinali bianche<br />

alterne ad altrettante di colore rosa; sulla faccia<br />

abassiale sono presenti ulterriori 5 screziature<br />

liguliformi rossastre, verdastre alla base. 5 stami di<br />

diversa lunghezza con antere violette e sagittate;<br />

stimma diviso in 2 segmenti filiformi bianchi. I fiori,<br />

dopo la fioritura effimera, la corolla cade tutta<br />

intera; emanano un leggero profumo di vaniglia, si<br />

aprono verso mattina, per richiudersi nel pomeriggio.<br />

Tulle le parti della pianta, specialmente<br />

le radici, possono essere<br />

2.<br />

utilizzate come rimedi fitoterapici<br />

( infuso, soluzione idroalcolica,<br />

polvere, succo fresco ) per le proprietà<br />

lassative, colagoghe e toniche della digestione.<br />

La pianta intera macinata, per uso esterno, è utile a<br />

maturare foruncoli ed ascessi e in caso di emorroidi.<br />

In Sicilia , secondo una tradizione popolare, la pianta<br />

viene usata per nutrire i conigli inappetenti. I Greci,<br />

nell’antichità, ritenevano che le Baccanti fossero use<br />

adormarsi il capo con corone di edera e fiori di convolvolo.<br />

La tendenza di C. arvensis a ricoprire qualunque<br />

sostegno e a invadere il terreno a discapito<br />

delle altre piante ne ha fatto il simbolo dell’invadenza<br />

e della civetteria. In una fiaba dei fratelli Grimm, “<br />

Il Bicchierino della Madonna” , la vergine beve il vino<br />

offertole da uno stanco carrettiere nella corolla di<br />

un fiorellino: il fior di convolvolo.<br />

Specie commensale autoctona,<br />

4.<br />

vegeta nei coltivi, siepi, incolti,<br />

prati, margini di strade, orti, giardini,<br />

recinzioni, aree antropizzate,<br />

predilige terreni argillosi ricchi di<br />

sostanze azotate; 0÷1.500 m s.l.m.<br />

Specie che presenta una certa variabilità: in settentrione<br />

in ambienti umidi, prevalgono piante glabre o<br />

quasi, con corolla bianca o screziata di rosa all’esterno;<br />

al sud e nelle stazioni aride, prevalgono piante<br />

pelose con corolla spesso ± arrossata e talvolta fusto<br />

lignificato alla base; queste variabilità pare siano<br />

dovute agli adattamenti alle condizioni ambientali.<br />

5.<br />

Frittata di Convolvolo<br />

400 g. di germogli di Convolvolo,<br />

4 uova,<br />

una manciata di prezzemolo,<br />

2 cucchiai di parmiggiano grattuggiato,<br />

30 g. di burro,<br />

pepe e sale q. b.<br />

Preparazione:<br />

Lessare in acqua bollente poco salata i germogli di<br />

convolvolo. Sgocciolare e strizzare. A parte, battere<br />

le uova in una terrina, aggiungere il parmiggiano<br />

grattuggiato, il prezzemolo tritato e i germogli.<br />

Insaporire il tutto con sale e pepe e mescolare bene.<br />

Rovesciare il composto in una padella nella quale è<br />

stato sciolto il burro e portare a cottura la frittata.<br />

L’ estratto di C. arvensis L. è la<br />

3.<br />

fonte di una speciale classe di glicoproteine<br />

(Proteoglycan) che si<br />

sono dimostrate efficaci nell’inibire<br />

l’angiogenesi ossia il processo<br />

attraverso il quale i tumori favoriscono la crescita<br />

di nuovi vasi sangugni nell’organismo, necessari alla<br />

crescita del tumore stesso. La radice e le parti verdi<br />

della pianta contengono un glucoside resinoso (convolvolina)<br />

che ha effetti purgativi.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 55


56 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 57


L’ABBONAMENTO SOSTENITORE A<br />

ORIZZONTE MAGAZINE<br />

PERMETTE DI RICEVERE A CASA<br />

LA VERSIONE CARTACEA DELLA RIVISTA<br />

E DI PUBBLICIZZARE LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />

PER TUTTO UN ANNO<br />

AD UN COSTO IRRISORIO.<br />

PER INFO:<br />

direzione@orizzontemagazine.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

tel: 080 9698663<br />

58 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


FASHION, BEAUTY, SHOOTING, PROJECTS & MORE<br />

Aspiranti fotomodelle<br />

I GENERI ALTERNATIVI:<br />

ARTE, NON SOLO FOTO<br />

LE FILIGRANE<br />

DI YVONE CHRISTA<br />

Nella foto:<br />

Modella: Sharin Manni<br />

Fotografo: Francesco Mastroeni<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 59


ASPIRANTI FOTOM<br />

I GENERI ALTERNATIVI: ARTE, NON SO<br />

di Fabrizio Capra<br />

60 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


ODELLE:<br />

LO FOTO<br />

I<br />

n questo numero ci occupiamo di<br />

“modelle alternative”.<br />

I generi alternativi sono numerosi e<br />

vari, per cui nello sceglierne uno bisogna<br />

porre molta attenzione. A titolo esemplificativo,<br />

ma non esaustivo, possiamo annoverare,<br />

in ordine sparso: gothic, dark, noir,<br />

suicide girl, burlesque, shibari, kinbaku, bondage,<br />

cosplay, pin up, fetish, fantasy, ecc.<br />

Erroneamente si crede che a cimentarsi<br />

in questi generi alternativi sono ragazze<br />

che “non possono” fare altri generi. Niente<br />

di più sbagliato!<br />

Chi sceglie di fare la fotomodella di generi<br />

alternativi lo fa perché quello è uno stile<br />

di vita consono al proprio personaggio.<br />

Mentre fashion e glamour sono una questione<br />

d’interpretazione, posare per generi<br />

alternativi significa essere tutt’uno<br />

con il “proprio” genere. Le “modelle alternative”<br />

sono un mondo a parte, hanno<br />

loro particolarità e posano prevalentemente<br />

per fotografi che stimano e che riescono<br />

a esaltare queste caratteristiche.<br />

Quello che conta molto è l’impatto visivo<br />

che scaturirà dal servizio fotografico, un’immagine<br />

che deve avere come fine il “trasporto<br />

emotivo”: non è importante quello<br />

che la modella indossa (o non indossa) ma<br />

la capacità della foto di parlare della modella,<br />

della sua concezione di esistenza, di<br />

trasmettere qualcosa di lei.<br />

Nella foto:<br />

Modella: Sharin Manni<br />

Fotografo: Francesco Mastroeni<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 61


Il risultato finale che si vuole raggiungere è<br />

quindi prevalentemente di natura artistica e<br />

questo porta al fatto che, normalmente, le<br />

modelle alternative sono richieste dai fotografi<br />

che vogliono proporre loro idee creative<br />

o sviluppare progetti tematici.<br />

Che cosa fare<br />

Il primo passo da compiere per una ragazza<br />

che intende diventare “aspirante fotomodella<br />

alternativa” consiste nell’individuare lo stile<br />

che la fa sentire sicura, che vuole sfoggiare,<br />

che la ispira: in sostanza quello che rispecchia<br />

al meglio la propria personalità.<br />

Non è essenziale rispettare i classici canoni<br />

della bellezza, bisogna invece essere dotate<br />

di grande personalità a livello d’immagine. È<br />

anche possibile posare per stili diversi, sempre<br />

che siano nelle corde della propria personalità.<br />

In parole povere per fare un genere<br />

“alternativo” l’aspirante fotomodella deve,<br />

soprattutto, essere se stessa.<br />

Qualcuna crede che per fare generi alternativi<br />

sia necessario tatuarsi o farsi dei piercing.<br />

Questo non è vero, non è necessario.<br />

Se c’è l’intenzione di tatuarsi è necessario<br />

pensare al futuro che ci si prospetta e, una<br />

volta presa la decisione, che il tatuaggio sia veramente<br />

personale e rispecchi il proprio stile.<br />

Poi, se si vuole prendere ad esempio fotomodelle<br />

alternative già affermate, non è ne-<br />

Nella foto:<br />

Modella: Kalelith Demonia<br />

Fotografo: Domenico Eldricht<br />

62 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


cessario seguire i loro passi e copiarle in tutto:<br />

ognuna ha la sua “bellezza, che non può<br />

essere cambiata ma solo valorizzata.<br />

I consigli<br />

Un primo consiglio è: farsi notare.<br />

Sicuramente se si segue un certo stile di vita<br />

si frequentano concerti, spettacoli, feste,<br />

eventi, inaugurazioni di mostre fotografiche<br />

e non, inerenti al proprio modo di essere:<br />

in questo caso è bene ricordare di presentarsi<br />

sempre a posto (abiti, trucco, capelli,<br />

ecc.) perché qualche fotografo specializzato<br />

potrebbe notarvi e allora si aprirebbero veramente<br />

interessanti scenari professionali.<br />

Frequentando questi eventi bisogna cercare di<br />

essere sempre socievoli, parlare delle proprie<br />

passioni, della propria attività e delle proprie<br />

aspirazioni: ogni contatto è importante per allacciare<br />

nuove amicizie e nuovi rapporti lavorativi.<br />

Più ci si fa notare, più si diventa popolari, più<br />

c’è la possibilità di essere richiesta per servizi.<br />

Come comportarsi a livello professionale?<br />

Innanzitutto iniziare a creare un portfolio<br />

con buoni scatti originali, magari servendosi<br />

di qualche amico fotografo che vuole cimentarsi<br />

nel vostro genere.<br />

Evitate scatti scontati o non attinenti al vostro<br />

genere. Se aprite una pagina sui social,<br />

Facebook in primis, è bene tenere presente<br />

queste piccole regolette:<br />

1. adottare un nome d’arte, ponendo molta<br />

attenzione che non sia già usato da altre<br />

fotomodelle o artiste del settore, uno<br />

pseudonimo che risulti accattivante e ri-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 63


specchi il vostro stile;<br />

2. inserire nella pagina solo le foto dei vostri<br />

servizi, evitando di mescolare foto professionali<br />

con quelle personali con amici,<br />

parenti, ecc. ;<br />

3. non pubblicare mai sulla pagina foto fatte<br />

con i cellulari o in webcam, che denotano<br />

scarsa professionalità;<br />

4. taggare le foto pubblicate con i nomi delle<br />

persone che hanno partecipato al servizio fotografico:<br />

un modo rapido per farsi conoscere<br />

da più persone e ampliare il proprio giro;<br />

5. indirizzare fotografi e addetti ai lavori solo<br />

sulla “pagina”, riservando al “profilo” lo<br />

spazio personale e privato;<br />

6. invitare il maggiore numero di contatti,<br />

selezionandoli sempre tra fotografi e altri<br />

addetti del settore: non conta avere<br />

tanti “i-like” se poi sono pochi quelli che<br />

possono offrire occasioni lavorative professionali;<br />

7. proporsi attraverso network, portali o altri<br />

spazi che il web offre, badando alle richieste<br />

che ne possono scaturire, non sempre totalmente<br />

professionali; si ntratta comunque<br />

di vetrine importanti, che possono aprire<br />

contatti con fotografi, mua, bodypainter e<br />

altre figure di questo mondo;<br />

8. capita che nell’ambito dei generi alternativi<br />

si richiedano anche foto di seminudo<br />

e nudo: conviene valutare sempre bene e<br />

non prendere mai decisioni affrettate che<br />

possono poi rivelarsi dannose;<br />

9. su un set fotografico metteteci tutta la vostra<br />

passione rimanendo sempre voi stesse.<br />

La passione è sempre la carta vincente per<br />

raggiungere presto e bene, ma senza bruciare<br />

le tappe, gli obiettivi che ci si pone.<br />

64 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine<br />

Modella: Mischa Lecter<br />

Fotografo: Alessandro Caramagna<br />

by DevilInside Studio


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 65


LE FILIGRANE DI<br />

YVONE CHRISTA<br />

La griffe Yvone Christa nasce a Los Angeles<br />

nel 1991 dall’intuizione delle due stiliste<br />

Yvonne Clamf e Christina Söderström.<br />

Entrambe svedesi, si conoscono a Roma dove<br />

frequentano la Scuola di Design; sempre per<br />

studio si trasferiscono a Los Angeles, dove iniziano<br />

a creare gioielli in casa, intorno al tavolo<br />

della cucina del piccolo appartamento che dividono<br />

con altre studentesse.<br />

Nasce qui la loro prima collezione, e dai loro<br />

nomi di battesimo nasce il brand. E’ il 1991.<br />

Il successo arriva in breve tempo. Tutto inizia<br />

quando uno sceneggiatore cinematografico<br />

rimane coinvolto dall’assoluta personalità<br />

delle loro creazioni e chiede alle stiliste di<br />

poterle far indossare alle star di due serie televisive<br />

di enorme successo: “Beverly Hills” e<br />

“Melrose Place”. L’attrice Jennifer Aniston ne<br />

rimane talmente attratta che si fa accompagnare<br />

dai preziosi bijoux anche quando non<br />

è sul set.<br />

Per le due ragazze è il momento di trasferirsi<br />

66 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


nella Grande Mela. L’amore per l’arte, la passione<br />

per la moda, il design e l’architettura<br />

danno vita a una linea di gioielli unica che conquista<br />

subito New York, il luogo cult di tutte<br />

le nuove tendenze. Ogni singolo pezzo viene<br />

creato a mano, secondo l’antica tecnica della<br />

filigrana veneziana: i sottili fili d’oro e d’argento,<br />

modellati e saldati, si trattano poi con<br />

la finitura antica. La sensibilità e la manualità<br />

della lavorazione dell’argento 925, brunito o<br />

bagnato in oro 22 Kt, sono le caratteristiche<br />

che rendono icone i gioielli Yvone Christa. Saldare<br />

in maniera così impeccabile invisibili riccioli<br />

e sottilissimi fili di metallo pregiato fino a<br />

creare la forma disegnata dalle stiliste è opera<br />

di pochi artigiani al mondo. Tre all’anno<br />

le collezioni. Comprendono nuove collane,<br />

choker, braccialetti, anelli, spille, orecchini.<br />

Tutti i gioielli sono decorati con pietre semipreziose<br />

e perle, scelte accuratamente perché<br />

s’ispirino al gioiello d’altri tempi.<br />

La grande intuizione è la “modernizzazione”<br />

delle forme e la ricerca continua di un’infinità<br />

di materiali originalissimi che impreziosiscano<br />

il monile: dalle perle alle giade, dai quarzi ai<br />

diaspri, ai citrini, alle ametiste, ai topazi, agli<br />

onici, ai giaietti, agli zirconi; fino a quelli recentissimi<br />

in osso e aqua lemuria. La natura<br />

in tutte le sue forme è sempre fonte di grande<br />

ispirazione: basti pensare alla perfezione<br />

di una rosa, di un’orchidea, di un tulipano, di<br />

un petalo o di uno stelo.<br />

Le creazioni di Yvone Christa hanno conquistato<br />

stelle di prima grandezza: attrici, artisti,<br />

top model, politici, persino reali. I famosi<br />

orecchini pendenti e i loro unici collier li vedete<br />

indossati da Jennifer Aniston, Madonna,<br />

Cindy Crawford, Demi Moore, Cameron<br />

Diaz, la Principessa Victoria di Svezia, Kate<br />

Bosworth, Christie Brinkley, Kate Moss, Katherine<br />

Zeta-Jones, Heidi Klum. Lo stile della<br />

griffe newyorchese ha fatto ormai il giro del<br />

mondo.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 67


Invia il tuo curriculum a:<br />

collaboratore@orizzontemagazine.it<br />

68 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


OROSCOPO<br />

SETTEMBRE <strong>2016</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 69


ARIETE TORO GEMELLI<br />

Sarai piuttosto grintoso questo<br />

mese e avrai voglia di rivoluzionare<br />

il mondo intero!<br />

Occhio a Venere e Mercurio<br />

quando saranno in Bilancia, però!<br />

Il duetto potrebbe renderti nervoso,<br />

polemico, spingerti ad essere<br />

troppo irruente in famiglia e<br />

con gli amici.<br />

Dovresti cercare di contare più<br />

a lungo che puoi prima di aprire<br />

bocca… E vale anche se hai ragione,<br />

caro e impulsivo Ariete!<br />

Passare dalla ragione al torto è un<br />

attimo solo!<br />

C’è aria di burrasca, di tensione<br />

appena accennata, a inizio mese.<br />

Per fare un paragone, è un po’<br />

come l’elettricità che avverti<br />

nell’aria prima di un temporale<br />

improvviso: c’è il sole, ma avverti<br />

che qualcosa sta cambiando!<br />

<strong>Settembre</strong> parte così: c’è sereno,<br />

ma anche con la sensazione<br />

che presto qualcosa cambierà e<br />

che dovrai affrontare un ostacolo<br />

o una discussione.<br />

Non preoccuparti, caro Toro: riuscirai<br />

a superare anche questa!<br />

Per vita sociale e familiare, partenze<br />

e svaghi, ottime le prime<br />

giornate del mese.<br />

Questo mese potrai recuperare<br />

molte situazioni rimaste incerte<br />

nel periodo precedente. Attorno a<br />

te, troverai un’atmosfera più distesa,<br />

maggiore disponibilità e circostanze<br />

più scorrevoli.<br />

Certo, Mercurio, ostile per i primi<br />

otto giorni di settembre, non annuncia<br />

subito una pronta ripresa,<br />

ma bisogna osservare che gli altri<br />

pianeti veloci sono tutti ben disposti<br />

nei tuoi confronti!<br />

In poco tempo, ti sentirai meglio,<br />

avrai voglia di divertirti e la tua vita<br />

sociale decollerà!<br />

CANCRO LEONE VERGINE<br />

<strong>Settembre</strong> non sarà un mese<br />

lineare. Ci sarà spazio per il divertimento,<br />

o dei viaggi lontani<br />

dalla folla di agosto, nuovi amici e<br />

accordo in casa, ma vivrai anche<br />

attimi di nervosismo, equivoci,<br />

battibecchi e discussioni.<br />

Ti aspettano i consueti alti e bassi<br />

e anche qualche esasperazione,<br />

soprattutto nelle giornate in<br />

cui si formeranno aspetti precisi<br />

tra i pianeti veloci in Bilancia e<br />

Plutone e Urano.<br />

Nulla che tu non possa risolvere,<br />

però, sempre se lo vorrai…<br />

Mercurio sarà favorevole dal<br />

giorno nove fino al ventinove.<br />

Saranno giornate positive, che ti<br />

regaleranno divertimento, nuovi<br />

amici, la possibilità di dialogare<br />

con maggiore serenità in casa.<br />

Unico neo nel tuo cielo, la presenza<br />

di Venere in Scorpione, segno<br />

dove c’è già Saturno, dal giorno<br />

undici in poi. Questo transito potrebbe<br />

riguardare maggiormente<br />

l’amore, tuttavia potrebbe anche<br />

alimentare tensioni in casa, per<br />

motivi economici, ad esempio.<br />

Sii paziente e non ruggire troppo!<br />

Ottimo mese! Sembra quasi che,<br />

poiché il Sole in Vergine segna il<br />

periodo del tuo compleanno, le<br />

stelle abbiano voluto farti un regalo<br />

speciale!<br />

Vivrai un mese sostanzialmente<br />

sereno, ricco di proposte, novità,<br />

soddisfazioni. Potrai dialogare a<br />

fondo in famiglia, viaggiare, conoscere<br />

nuovi amici e divertirti<br />

come preferisci.<br />

Le prospettive sono molto buone:<br />

e se non lo saranno vuol solo<br />

dire che nel tuo tema natale personale<br />

ci sono indicazioni contrarie<br />

molto spiccate.<br />

70 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

Mercurio sarà nel tuo segno dal<br />

nove al ventinove, segnalando un<br />

buon periodo per viaggiare, conoscere<br />

gente, riflettere su quello<br />

che vuoi raggiungere nella tua<br />

vita…<br />

In effetti, Giove, Urano e Plutone<br />

ostili stanno mettendo sul tappeto<br />

parecchie questioni, tanto<br />

da farti dubitare su che cosa sia<br />

più opportuno o meno assecondare.<br />

Sei incerto, e hai bisogno di<br />

prendere tempo. Evita le scelte<br />

impulsive.<br />

<strong>Settembre</strong> sarà un mese altalenante,<br />

con momenti piacevoli e<br />

altri di dubbio o tensione.<br />

Molti pianeti sono a tuo favore, ti<br />

proteggono e ti indicano la strada<br />

giusta, ma, purtroppo, non Marte. Il<br />

dio della guerra è in Leone e indica,<br />

appunto, uno stato di tensione<br />

che potrebbe esplodere in conflitti<br />

aperti.<br />

Nervosismi familiari, problemi con<br />

qualcuno in casa oppure questioni<br />

in arrivo da altri ambienti.<br />

Evita di essere aggressivo e sfodera<br />

la tua astuzia: meglio risolvere con<br />

cautela!<br />

I primi nove giorni saranno ottimi<br />

per partenze e vita sociale.<br />

<strong>Settembre</strong> inizia con qualche incertezza.<br />

In famiglia o con gli amici<br />

potrebbero esserci incomprensioni,<br />

equivoci, una situazione irritante<br />

destinata a risolversi in fretta.<br />

In viaggio? Occhio agli imprevisti<br />

fino al nove. Questa data segna il<br />

passaggio di Mercurio da una posizione<br />

disarmonica ad una più vantaggiosa.<br />

L’atmosfera diventerà più serena, e<br />

tu avrai soltanto voglia di divertirti<br />

e di conoscere nuova gente. Ottima<br />

chiusura di mese all’insegna della<br />

tranquillità!<br />

CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

Vivrai un periodo piuttosto contradditorio,<br />

tra momenti di grande<br />

tensione alternati a momenti<br />

di rilassamento e allegria. I pianeti<br />

non sono univoci.<br />

A inizio mese e fino al nove,<br />

Mercurio sarà tuo alleato, ma nel<br />

frattempo, Venere sarà dispettosa<br />

fino all’undici. Poi, Mercurio<br />

sarà ostile e Venere favorevole…<br />

Insomma, la situazione è incerta<br />

e molto dipenderà anche da te e<br />

dalle tue scelte.<br />

Ad esempio, se in famiglia ti fanno<br />

irritare, cerca di non aggiungere<br />

tensione a tensione con risposte<br />

aggressive.<br />

Mercurio sarà disponibile dal giorno<br />

nove fino al ventinove. Vuol dire<br />

che sono in arrivo giornate vantaggiose,<br />

con molto divertimento,<br />

nuovi amici, e un dialogo sereno in<br />

casa.<br />

Purtroppo devi anche considerare<br />

la presenza di Venere in Scorpione,<br />

segno dove c’è già Saturno, (sarà in<br />

questa posizione dal giorno undici<br />

in poi) e di Marte in Leone che ti<br />

renderanno irritabile e nervoso.<br />

Cerca di non essere troppo polemico!<br />

<strong>Settembre</strong> inizia con qualche<br />

battibecco o con un pizzico di<br />

nervosismo e tensione. Forse si<br />

tratta di contrarietà legate alle<br />

amicizie, alla vita sociale, oppure<br />

di problemi o imprevisti che riguardano<br />

la famiglia.<br />

Problemi destinati a trovare una<br />

soluzione in fretta: dopo la prima<br />

decade del mese l’umore tornerà<br />

al top e attorno a te l’atmosfera<br />

diventerà serena e allegra!<br />

Viaggi? Meglio da fine mese!<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 71


OUROBOROS<br />

Rassegna trimestrale di Studi Tradizionali<br />

E’ possibile leggerlo gratuitamente all’indirizzo:<br />

http://www.orizzontemagazine.it/orizzontegroup/ouroboros/

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!