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Tito - Dopo la Pioggia il Sole

Brochure turistica del Comune di Tito (PZ)

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TITO<br />

dopo <strong>la</strong> pioggia <strong>il</strong> sole


Saluto del Sindaco<br />

Il territorio di <strong>Tito</strong> è carico di attrazioni da visitare, di piccole<br />

gemme incastonate in uno scrigno che, a tratti a fatica, ha saputo<br />

resistere al vento usurante del<strong>la</strong> modernità e che cerca oggi<br />

di riconfigurarsi provando a preservare <strong>la</strong> propria identità.<br />

Iniziative come questa meritoria guida, prima che proporlo al turista,<br />

lo ricordano agli abitanti stessi del luogo e del circondario.<br />

La torre di Satriano, allocata nel nostro perimetro, è una “rocca<br />

di avvistamento” che si offre per prima allo sguardo del visitatore<br />

e che presenta <strong>la</strong> città con tutto <strong>il</strong> suo portato di storia e di<br />

cultura. La torre, insieme al chiostro affrescato del convento di<br />

sant’Antonio, rappresenta <strong>la</strong> principale attrattiva anche in virtù<br />

del museo multimediale che è stato recentemente impiantato al<br />

suo interno e del giacimento archeologico che continua, quasi<br />

inesaurib<strong>il</strong>e, a restituirci le tracce del nostro passato; <strong>la</strong> sua maestosità<br />

tuttavia protegge, ma non offusca, <strong>il</strong> resto del borgo.<br />

È così possib<strong>il</strong>e seguire un itinerario sacro all’interno del paese,<br />

al<strong>la</strong> ricerca dei piccoli tesori e delle storie nascoste nelle chiese,<br />

oppure perdersi nel dedalo di vicoli del centro storico e scoprire<br />

gli antichi portali che li costeggiano, o ancora incamminarsi lungo<br />

i sentieri, fiancheggiare <strong>il</strong> fiume e vivere <strong>la</strong> natura, per ritrovarsi<br />

magari al rifugio “La casermetta”.<br />

TITO<br />

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Partico<strong>la</strong>re dello Stemma Comunale di <strong>Tito</strong><br />

2 TITO


L’elenco dei punti di interesse è superfluo: li scoprirete sfogliando<br />

<strong>la</strong> pubblicazione. È invece opportuno rimarcare che <strong>il</strong> valore<br />

aggiunto che mi onoro di rappresentare istituzionalmente è<br />

quello di una comunità aperta, serena, accogliente. <strong>Tito</strong> è un bel<br />

posto per spendere <strong>il</strong> proprio tempo. Si raggiunge fac<strong>il</strong>mente: è<br />

sufficientemente vicino al capoluogo per godere comodamente<br />

dei suoi servizi ma è abbastanza distante per conservare <strong>la</strong> genuinità<br />

del<strong>la</strong> provincia interna.<br />

Si è ospitati con calore e con qualificata professionalità, si mangia<br />

sano grazie ai saperi e al<strong>la</strong> passione dei produttori locali, ci<br />

sono strutture come <strong>il</strong> centro per <strong>la</strong> creatività Cec<strong>il</strong>ia che presentano<br />

una programmazione culturale e di intrattenimento serale.<br />

Benvenuti nel<strong>la</strong> nostra città.<br />

GRAZIANO SCAVONE<br />

SINDACO DI TITO<br />

TITO<br />

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4 TITO


Lettera dell’associazione “Memoria”<br />

A chi già conosce <strong>la</strong> nostra realtà, ma soprattutto a coloro che<br />

ancora non hanno avuto modo di entrarvi in contatto, con <strong>la</strong> più<br />

viva speranza di accoglierli e guidarli presto per le strade di <strong>Tito</strong>,<br />

rivolgo <strong>il</strong> mio saluto più caloroso e appassionato. L’Associazione<br />

Culturale di Promozione Sociale “Memorìa” è costituita da un<br />

piccolo gruppo di giovani e volenterosi titesi, con <strong>il</strong> comune forte<br />

legame con <strong>il</strong> territorio di appartenenza e <strong>la</strong> volontà di contribuire<br />

a custodirne le memorie. Segno tangib<strong>il</strong>e di questo legame<br />

è ben rintracciab<strong>il</strong>e nei loro percorsi formativi, tutti condotti<br />

presso l’Università degli Studi del<strong>la</strong> Bas<strong>il</strong>icata, in partico<strong>la</strong>re nei<br />

campi dell’Archeologia, del Turismo, dei Beni Culturali in senso<br />

ampio. Grazie ad una provvida sinergia messa in campo con <strong>il</strong><br />

Comune di <strong>Tito</strong> e <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> di Specializzazione in Beni Archeologici<br />

di Matera, l’Associazione dal novembre dello scorso anno<br />

ha in cura, in affiancamento all’istituzione comunale, <strong>il</strong> servizio di<br />

accoglienza turistica per <strong>il</strong> sito archeologico e Museo Multimediale<br />

di Torre di Satriano. L’obiettivo è quello di garantire una<br />

fruizione del complesso culturale vivace e coinvolgente, senza<br />

che nul<strong>la</strong> vada perso in termini di rigore scientifico dell’informazione.<br />

L’azione di “Memorìa”, naturalmente, si estende anche<br />

all’intero territorio comunale e alle altre emergenze culturali in<br />

esso contenute. L’Associazione, seppur in un arco di vita ancora<br />

breve, ha affiancato a quel<strong>la</strong> con <strong>il</strong> Comune altre fruttuose col<strong>la</strong>borazioni<br />

con le altre realtà associative presenti all’interno del<br />

tessuto sociale e con le istituzioni sco<strong>la</strong>stiche, attraverso <strong>la</strong> par-<br />

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tecipazione a progetti e l’ideazione di eventi afferenti e coerenti<br />

alle proprie finalità sociali. Diverse cose, dunque, sono in corso<br />

d’opera, moltissimo è sicuramente <strong>il</strong> da farsi, attingendo a quel<br />

serbatoio fatto di suggerimenti, spunti, <strong>il</strong>luminazioni repentine e<br />

passione che solo <strong>il</strong> contatto con <strong>la</strong> gente può aiutarci a mantenere<br />

vivo. Venite a trovarci, noi vi aspettiamo per accogliervi con<br />

l’amore sincero che mettiamo nelle cose di ogni giorno!<br />

MICHELE LAURENZANA<br />

Veduta aerea del centro abitato di <strong>Tito</strong><br />

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La veduta offerta dal<strong>la</strong> Torre di Satriano<br />

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La Torre di Satriano<br />

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Il sito archeologico e Museo<br />

Multimediale di Torre di<br />

Satriano in <strong>Tito</strong><br />

Il sito del<strong>la</strong> Torre riveste un’importanza<br />

eccezionale per <strong>la</strong><br />

quantità e <strong>la</strong> portata delle evidenze<br />

archeologiche messe in<br />

luce. Le ricerche, iniziate negli<br />

anni ’40 dello scorso secolo e<br />

condotte nel tempo da diversi<br />

istituti italiani e stranieri, continuano<br />

tutt’oggi grazie all’operato<br />

del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> di Specializzazione<br />

in Beni Archeologici di<br />

Matera (Università degli Studi<br />

del<strong>la</strong> Bas<strong>il</strong>icata), che da oltre<br />

un quindicennio sta portando<br />

avanti un r<strong>il</strong>evante progetto di<br />

archeologia globale sul comprensorio<br />

di Torre di Satriano. Il<br />

racconto, che si snoda lungo <strong>la</strong><br />

linea del tempo, vede <strong>il</strong> susseguirsi<br />

delle tracce del<strong>la</strong> presenza<br />

umana dai materiali dell’età<br />

del Bronzo alle testimonianze<br />

straordinarie del popo<strong>la</strong>mento<br />

indigeno nord-lucano (VIII-V<br />

secolo a.C.), giungendo sino<br />

alle trasformazioni avvenute<br />

con l’arrivo dei Lucani (IV<br />

secolo a.C.) e l’incontro con<br />

Roma, per poi inoltrarsi nel<strong>la</strong><br />

storia del<strong>la</strong> Satrianum me-<br />

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Vedi bene<br />

ad ogni<br />

distanza<br />

Rosario Messina<br />

VISIONOTTICA<br />

MESSINA<br />

“Ho scelto una visione nitida<br />

da vicino e da lontano. E sono Serena.”<br />

Serena Autieri<br />

VISIONOTTICA MESSINA<br />

Via roma, 102 - TITO (PZ)| tel: 0971794944 ema<strong>il</strong> : visionotticamessina@libero.it<br />

Professionalità Qualità Tecnologia<br />

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Il Museo del<strong>la</strong> Torre<br />

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Il terrazzo del<strong>la</strong> Torre di Satriano<br />

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dievale. Percorrere <strong>la</strong> strada<br />

che si arrampica fino al<strong>la</strong> cima<br />

dell’altura, a quasi 1000 metri<br />

d’altitudine, significa veder<br />

emergere davanti agli occhi i<br />

resti di quel<strong>la</strong> che un tempo, a<br />

partire dall’XI secolo, era una<br />

città, col suo v<strong>il</strong><strong>la</strong>ggio esteso<br />

fuori dalle mura che ne racchiudevano<br />

<strong>il</strong> cuore pulsante:<br />

<strong>il</strong> polo religioso, con <strong>la</strong> Cattedrale<br />

di Santo Stefano e tutto <strong>il</strong><br />

complesso episcopale, e quello<br />

politico-m<strong>il</strong>itare, costituito<br />

dal<strong>la</strong> grande torre normanna<br />

che ospita al suo interno <strong>il</strong> Museo<br />

Multimediale. Le sorprendenti<br />

instal<strong>la</strong>zioni dell’allestimento<br />

permettono ai visitatori<br />

di tutte le età di addentrarsi<br />

nel<strong>la</strong> storia di Torre di Satriano<br />

attraverso f<strong>il</strong>mati, immagini e<br />

giochi interattivi, godendo infine<br />

del<strong>la</strong> vista mozzafiato che<br />

offre <strong>la</strong> cima del<strong>la</strong> Torre, antica<br />

e moderna guardiana dei passi<br />

degli uomini, del corso delle<br />

cose, di ogni singo<strong>la</strong> piega di<br />

questa terra.<br />

Scavi archeologici del<strong>la</strong> Cattedrale di Satrianum.<br />

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Rovine del Campan<strong>il</strong>e del<strong>la</strong> Cattedrale<br />

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Convento di<br />

S. Antonio di Padova<br />

Nel<strong>la</strong> suggestiva cornice di<br />

ippocastani seco<strong>la</strong>ri, sorge <strong>il</strong><br />

cinquecentesco convento francescano<br />

dedicato a S. Antonio<br />

di Padova, che posa dall’alto <strong>il</strong><br />

suo sguardo sul<strong>la</strong> città. La chiesa,<br />

dall’impianto a due navate,<br />

conserva manufatti di grande<br />

pregio artistico: gli altari policromi<br />

di S. Francesco e S. Antonio;<br />

arredi lignei finemente<br />

intagliati con vasto repertorio<br />

iconografico; brani dell’originaria<br />

decorazione affrescata<br />

nel<strong>la</strong> navata centrale; una Madonna<br />

attribuita a Giovanni da<br />

No<strong>la</strong>; <strong>la</strong> te<strong>la</strong> autografa di uno<br />

dei maggiori artisti lucani, <strong>il</strong><br />

Pietrafesa, con l’Incoronazione<br />

del<strong>la</strong> Vergine (1629). Il chiostro<br />

dell’annesso monastero è<br />

preziosissimo scrigno, custode<br />

di uno dei capo<strong>la</strong>vori dell’arte<br />

moderna in Bas<strong>il</strong>icata. Lungo<br />

le pareti, restituiti al<strong>la</strong> vividezza<br />

e allo splendore originari dai<br />

recenti restauri, scorrono i riquadri<br />

del ciclo di affreschi con<br />

<strong>la</strong> vita, le opere, i miracoli di<br />

Sant’Antonio (1606-1607), mirab<strong>il</strong>e<br />

esempio di incontro tra<br />

l’alta committenza francescana<br />

e <strong>la</strong> devozione popo<strong>la</strong>re, glorificazione<br />

solenne dell’Ordine<br />

del Padre di Assisi per mezzo di<br />

uno dei suoi gioielli più splendenti.<br />

Tra guarigioni e risurrezioni,<br />

prediche traboccanti di<br />

gente rapita dal<strong>la</strong> sua verve<br />

oratoria e tenaci lotte contro<br />

<strong>la</strong> diffusione dell’eresia e delle<br />

piaghe del secolo, <strong>la</strong> biografia<br />

di Antonio si snoda tra i bracci<br />

del chiostro con grande carica<br />

e vigore espressivo, elogio fulgido<br />

e senza tempo del Santo<br />

di Padova.<br />

Ciclo di Affreschi del Chiostro nel Convento di S. Antonio di Padova<br />

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Chiostro del Convento di S. Antonio di Padova<br />

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Partico<strong>la</strong>ri di alcuni affreschi del Convento<br />

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Chiostro del Convento di S. Antonio di Padova<br />

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Chiese<br />

Tracciare l’itinerario religioso<br />

che dal Convento porta <strong>il</strong> visitatore<br />

per le vie del<strong>la</strong> città, significa<br />

incrociare <strong>la</strong> storia degli<br />

eventi con quel<strong>la</strong> densa e viva<br />

del<strong>la</strong> pietas del popolo titese.<br />

La cappel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> SS. Annunziata,<br />

incastonata nel cuore<br />

del tessuto urbano, con i suoi<br />

marmi policromi che sorreggono<br />

l’icona del<strong>la</strong> Beata Vergine<br />

di Pompei, è testimone del<strong>la</strong><br />

forza e dell’intensità del<strong>la</strong> privata<br />

devozione. Il <strong>la</strong>scito del<strong>la</strong><br />

chiesetta dedicata al<strong>la</strong> Croce è<br />

<strong>il</strong> nome che essa conferisce al<br />

luogo in cui sorge: <strong>il</strong> Calvario,<br />

luogo di passeggio per eccellenza<br />

dei cittadini titesi, vera e<br />

propria agorà in movimento.<br />

La chiesetta dedicata ai SS.<br />

Primo, Sonzio e Valentino, memoria<br />

perenne del luogo del<br />

martirio, è un vero e proprio<br />

<strong>la</strong>pidarium in miniatura, nel<strong>la</strong><br />

cui raccolta spicca <strong>il</strong> sarcofago<br />

finemente cesel<strong>la</strong>to, con figura<br />

di presbitero recumbente, che<br />

proviene dal<strong>la</strong> vecchia Congrega,<br />

ultima testimonianza<br />

dello storico tempietto ormai<br />

scomparso. La presenza del<br />

Facciata del Convento di S.Antonio di Padova<br />

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Partico<strong>la</strong>ri del<strong>la</strong> Chiesa Matrice di San Laviero Martire<br />

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In basso: Madonna delle Grazie<br />

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culto mariano si rive<strong>la</strong> cap<strong>il</strong><strong>la</strong>re<br />

e singo<strong>la</strong>rmente si pone lungo<br />

i margini dell’abitato di <strong>Tito</strong>,<br />

quasi a consegnare tra le mani<br />

del<strong>la</strong> Vergine <strong>la</strong> protezione dei<br />

suoi confini. Le chiesette del<strong>la</strong><br />

Madonna delle Grazie e del<strong>la</strong><br />

Madonna dei Martiri sono segno<br />

vivo del<strong>la</strong> fede e del<strong>la</strong> generosità<br />

di due cittadini titesi:<br />

un nob<strong>il</strong>e cavaliere e un sacerdote<br />

miracolosamente scampato<br />

a una tempesta in mare<br />

di ritorno dall’America. La cappel<strong>la</strong><br />

del Monte Carmine poi,<br />

immersa nel verde intenso del<br />

bosco, occhio materno e priv<strong>il</strong>egiato<br />

sul territorio cittadino,<br />

è da sempre polo principe del<br />

culto di Maria, che con i suoi<br />

percorsi processionali di maggio<br />

e settembre scandisce <strong>la</strong><br />

vita e le stagioni del popolo<br />

che sotto <strong>il</strong> suo manto di stelle<br />

si rifugia. Tappa obbligatoria<br />

dell’itinerario, infine, è <strong>il</strong> cuore<br />

del centro storico dove sorge <strong>la</strong><br />

Chiesa Madre, <strong>il</strong> più antico dei<br />

templi del<strong>la</strong> cristianità (1465).<br />

Lo stridore dell’incontro tra <strong>il</strong><br />

tessuto murario moderno e le<br />

sue antiche membra, tenacemente<br />

preservate, così come<br />

<strong>la</strong> mole del<strong>la</strong> campana grande,<br />

esposta all’ingresso come segnacolo,<br />

sono le testimonianze<br />

vive delle ferite inferte dal terremoto<br />

al<strong>la</strong> nostra terra, storia<br />

religiosa e <strong>la</strong>ica insieme, monumento<br />

indeleb<strong>il</strong>e al<strong>la</strong> memoria<br />

per le generazioni future.<br />

Partico<strong>la</strong>re Madonna delle Grazie<br />

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Antichi portali di <strong>Tito</strong><br />

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Gli antichi portali<br />

Nel suggestivo dedalo di vicoli<br />

che è <strong>il</strong> centro storico, <strong>il</strong> visitatore<br />

può ammirare, sapientemente<br />

scolpita nel<strong>la</strong> pietra,<br />

<strong>la</strong> storia delle antiche famiglie<br />

gent<strong>il</strong>izie titesi. La <strong>la</strong>ncia che<br />

br<strong>il</strong><strong>la</strong> tra stelle e volti, fronde e<br />

leoni sullo stemma dei Lancieri,<br />

<strong>il</strong> più antico in assoluto (1563),<br />

è solo l’inizio di un percorso<br />

che avvolge tutto <strong>il</strong> cuore antico<br />

di <strong>Tito</strong> e che porta lo sguardo<br />

a posarsi su sequenze essenziali<br />

del paese che fu. Dal<strong>la</strong><br />

cappelletta privata di pa<strong>la</strong>zzo<br />

Laurini al battente superstite<br />

dell’ingresso di casa Spera, un<br />

unicum, dal<strong>la</strong> solennità sobria<br />

e pausata delle cornici del<strong>la</strong><br />

casa dei Coiro e del Castello<br />

alle tessere del ricchissimo mosaico<br />

del portale dei Postiglione<br />

(1774), piccolo opuscolo di<br />

simbologia, senza dimenticare<br />

le dimore dei Messina e dei<br />

Salvia: ogni angolo, dal più visib<strong>il</strong>e<br />

a quello più misterioso e<br />

sconosciuto, è una galleria di<br />

volti, nomi e tempi, pagine di<br />

storia scritte su carta invisib<strong>il</strong>e,<br />

da conoscere e meditare.<br />

Partico<strong>la</strong>re di un portale<br />

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In alto: veduta di <strong>Tito</strong> - In basso: vista aerea degli orti urbani<br />

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Monumento ai Caduti e Fontana di Piazza del Seggio<br />

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Monumento ai caduti<br />

Al centro dell’abbraccio di<br />

pietra del<strong>la</strong> scalinata e di una<br />

meravigliosa fontana ottocentesca,<br />

<strong>il</strong> monumento ai caduti<br />

del<strong>la</strong> Grande Guerra costituisce<br />

<strong>il</strong> fulcro scenico di Piazza<br />

del Seggio. Inaugurato nel novembre<br />

1928 e cospicuamente<br />

finanziato per <strong>la</strong> maggior parte<br />

dai titesi emigrati in America,<br />

fu realizzato dallo scultore perugino<br />

Torquato Tamagnini, <strong>la</strong><br />

cui prestigiosa attività di traduttore<br />

del<strong>la</strong> memoria in materia<br />

è nota e attestata in tutta<br />

Italia. L’intero monumento<br />

ha uno st<strong>il</strong>e c<strong>la</strong>ssicheggiante,<br />

in perfetta armonia con <strong>il</strong> gusto<br />

del tempo. Sul sobrio basamento<br />

in marmo, recante<br />

l’iscrizione commemorativa,<br />

s’innalza un grosso masso in<br />

pietra carsica, palco scenico<br />

per le due figure bronzee: <strong>il</strong><br />

corpo esanime di un soldato,<br />

con <strong>la</strong> mano sinistra sul cuore<br />

e <strong>il</strong> capo abbandonato, e una<br />

graziosa donna, L’Angelo del<strong>la</strong><br />

Vittoria, coronata d’alloro,<br />

intenta a posare sul<strong>la</strong> salma <strong>la</strong><br />

palma del martirio.<br />

Pa<strong>la</strong>zzo Comunale<br />

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Sa<strong>la</strong> cons<strong>il</strong>iare “Masini”<br />

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La Sa<strong>la</strong> Masini<br />

Attraversato l’arco durazzesco<br />

che introduce nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> cons<strong>il</strong>iare<br />

del Municipio, agli occhi<br />

dello spettatore si apre l’intera<br />

parabo<strong>la</strong> esistenziale del<strong>la</strong><br />

comunità titese, mirab<strong>il</strong>mente<br />

immorta<strong>la</strong>ta dal maestro Antonio<br />

Masini nel ciclo Storie di<br />

Theidos, donato al<strong>la</strong> città con<br />

immensa liberalità. Sui pannelli<br />

di legno scorrono, come<br />

diapositive ricolme di vigoroso<br />

espressionismo, i momenti salienti<br />

del racconto: l’incertezza<br />

degli albori di fronte alle forze<br />

soggioganti del<strong>la</strong> natura; <strong>il</strong><br />

trionfo pagano degli Elementi;<br />

<strong>il</strong> sangue di <strong>la</strong>ici e cristiani, San<br />

Laviero e Francesca Cafarelli<br />

uniti dal rosso vivo del martirio;<br />

<strong>la</strong> congiunzione a doppio<br />

f<strong>il</strong>o con l’antica Satrianum; le<br />

pene del<strong>la</strong> stagione presente e<br />

le speranze di quel<strong>la</strong> futura. In<br />

una so<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>, l’eclettico artista<br />

calvellese è riuscito nell’impresa<br />

di redigere <strong>la</strong> summa del<strong>la</strong><br />

storia di un popolo, ritraendo<br />

l’Universo in ogni singo<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong><br />

di vita.<br />

Partico<strong>la</strong>re dell’opera esposta nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> “Masini”<br />

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Scorcio panoramico visto dal<strong>la</strong> Torre di Satriano<br />

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Biblioteca Comunale<br />

“Lorenzo Ostuni” e Fondo<br />

“Carlo Alianello”<br />

La biblioteca di <strong>Tito</strong> è stata recentemente<br />

dedicata al<strong>la</strong> memoria<br />

di Lorenzo Ostuni, personalità<br />

quanto mai poliedrica,<br />

<strong>la</strong> cui recherche abbraccia un<br />

mondo sconfinato fatto di simboli<br />

e scrittura, mistero e spiritualità.<br />

Dai recessi del<strong>la</strong> “Caverna<br />

di P<strong>la</strong>tone” agli schermi<br />

televisivi, <strong>il</strong> suo viaggio tra gli<br />

abissi più profondi del<strong>la</strong> psiche<br />

è pianta perenne i cui frutti non<br />

conoscono l’usura del tempo,<br />

ma come <strong>il</strong> buon vino maturano.<br />

Il cuore del<strong>la</strong> biblioteca<br />

ospita carte inedite e oggetti<br />

appartenuti a Carlo Alianello,<br />

figlio anche lui di questa<br />

terra, insegnante, giornalista,<br />

scrittore e sceneggiatore. Suo<br />

grande merito, ma anche fatale<br />

equivoco foriero di marginalizzazione,<br />

fu quello di mettere<br />

<strong>la</strong> storia dell’unità nazionale<br />

nel Mezzogiorno sotto <strong>la</strong> lente<br />

del<strong>la</strong> conquista, spostando<br />

l’obiettivo del<strong>la</strong> macchina<br />

da presa dal<strong>la</strong> parte dei vinti.<br />

Nelle sequenze memorab<strong>il</strong>i de<br />

“L’Alfiere” e de “L’eredità del<strong>la</strong><br />

Priora”, vengono immorta<strong>la</strong>ti<br />

luoghi, uomini e costumi del<strong>la</strong><br />

<strong>Tito</strong> che fu, affresco su carta e<br />

pellico<strong>la</strong> che affascina e aiuta a<br />

non dimenticare.<br />

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Rifugio La Casermetta<br />

Pochi passi oltre i resti dell’antica<br />

Satrianum, dove le turbolenze<br />

del quotidiano fuggono<br />

in un’eco distante, si apre un<br />

mondo fatto di boschi e di sentieri,<br />

di quiete, s<strong>il</strong>enzio e pace<br />

dell’anima. Al centro di questo<br />

mondo c’è <strong>il</strong> rifugio del<strong>la</strong><br />

Casermetta, costruzione in<br />

pietra dotata di ogni comfort,<br />

con barbecue e forno all’aperto,<br />

giochi per bambini, palestra<br />

naturale attrezzata per gli<br />

amanti del fitness e sentieristica<br />

ben segna<strong>la</strong>ta per passeggiate<br />

rigeneranti lungo le vie<br />

del Parco nazionale dell’Appennino<br />

lucano, val d’Agri-<strong>la</strong>gonegrese.<br />

Un posto dove<br />

perdersi per potersi ritrovare<br />

davvero.<br />

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Materadio<br />

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A sinistra: Bu<strong>il</strong>d Up Matera 2019 - A destra: Concerto Brunori SAS<br />

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Centro per <strong>la</strong> creatività<br />

“Cec<strong>il</strong>ia”<br />

Il centro Cec<strong>il</strong>ia, con <strong>il</strong> suo<br />

auditorium di 450 posti e un<br />

ampio spazio riconfigurab<strong>il</strong>e<br />

al suo interno, è una picco<strong>la</strong><br />

Babele dove si par<strong>la</strong>no i linguaggi<br />

dell’arte, del<strong>la</strong> musica,<br />

del<strong>la</strong> tecnologia, del teatro,<br />

del<strong>la</strong> grafica, del<strong>la</strong> letteratura.<br />

Situato in una posizione strategica,<br />

è un punto di riferimento<br />

per <strong>la</strong> scena creativa regionale<br />

e per le associazioni del<strong>la</strong> zona<br />

che, insieme al consorzio M<strong>il</strong>lepiani,<br />

<strong>il</strong> soggetto gestore di<br />

questa struttura comunale, organizzano<br />

eventi, corsi mostre,<br />

<strong>la</strong>boratori e attività di produzione<br />

culturale e artistica.<br />

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L’albero di Natale più grande<br />

del<strong>la</strong> Bas<strong>il</strong>icata<br />

Sulle pendici dell’altura di Torre<br />

di Satriano da ormai oltre<br />

dieci anni l’Associazione Culturale<br />

A.N.S.P.I. di <strong>Tito</strong>, grazie<br />

all’opera entusiasta e instancab<strong>il</strong>e<br />

dei suoi volontari, mette in<br />

scena l’incredib<strong>il</strong>e spettacolo<br />

dell’albero di Natale più grande<br />

del<strong>la</strong> Bas<strong>il</strong>icata. Alto quasi<br />

300 metri per circa 250 metri<br />

di <strong>la</strong>rghezza, con 8000 luci<br />

e oltre 450 pali di sostegno,<br />

questo fenomenale apparato<br />

scenico diffonde ogni anno<br />

dall’8 dicembre al 6 gennaio <strong>il</strong><br />

suo messaggio augurale pieno<br />

di calore, serenità e speranza<br />

in tutto <strong>il</strong> territorio di <strong>Tito</strong> e<br />

dell’intero Marmo-Me<strong>la</strong>ndro.<br />

Il verde elettrico intenso delle<br />

fronde dell’abete, ogni anno<br />

più esteso, richiama l’attenzione<br />

del<strong>la</strong> quotidianità sul<strong>la</strong><br />

perpetua consacrazione del<strong>la</strong><br />

Natività e sul<strong>la</strong> luminosità presente<br />

di uno dei gioielli del<br />

patrimonio culturale dell’intera<br />

Bas<strong>il</strong>icata.<br />

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Parico<strong>la</strong>re centro urbano di <strong>Tito</strong><br />

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TITO<br />

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Si ringrazia:<br />

lI sindaco e l’Amministrazione Comunale;<br />

Per l’assistenza logistica:<br />

Simona Pasqua e Michele Laurenzana (Associazione “Memorìa”)<br />

Testi: Michele Laurenzana (Associazione “Memorìa”)<br />

Foto Casermetta: Michele Laurenzana<br />

Foto Albero di Natale: Giuseppe Catone<br />

Finito di stampare nel mese di Settembre 2016<br />

per conto del<strong>la</strong> MP s.r.l. - Senise (Pz)<br />

Vietata <strong>la</strong> riproduzione totale o parziale di loghi, testi e foto.<br />

Tutti i diritti sono riservati.<br />

Associazione Culturale “Memorìa”<br />

FB: Associazione Memorìa | Torre di Satriano in <strong>Tito</strong><br />

www.torresatriano.it | associazionememoria@gma<strong>il</strong>.com<br />

329 4588795 - 340 2697957 - 389 9624261<br />

Impaginazione, grafica e foto:<br />

Marco Deodati - Arti Visive<br />

via dei G<strong>la</strong>dioli, 27 - 85042 Lagonegro (Pz)<br />

+39 334 8411680 - marco.deodati@me.com<br />

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