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Mensile di<br />
attualità e cultura<br />
Anno 3 N. 6<br />
<strong>Giugno</strong> <strong>2016</strong><br />
BOMBE SU ROMA<br />
STORIE DI BUNKER E DI RIFUGI<br />
AMICONIGLIO ONLUS<br />
Un coniglio per amico<br />
VOLONTARI PER INSEGNARE<br />
L’ITALIANO AGLI IMMIGRATI<br />
Sono le scuole a beneficiare maggiormente<br />
dell’opera del volontariato.<br />
FASHION & MODELS<br />
L’importanza dell’alimentazione<br />
ORIZZONTE FOOD<br />
Peperoni alla spagnola<br />
IN VIAGGIO CON CAMILLA E FERDINANDO NELLE TERRE DEI GONZAGA
2 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 3
IN PRIMO PIANO<br />
6 Bombe su Roma<br />
Storie di bunker e di rifugi.<br />
CULTURA<br />
14 In viaggio con Camilla<br />
e Ferdinando nelle terre<br />
dei Gonzaga.<br />
NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />
28 Volontari per insegnare<br />
l’italiano agli immigrati.<br />
50 AmiCOniglio ONLUS:<br />
un coniglio per amico.<br />
32 Mostre all’<strong>Orizzonte</strong>.<br />
FASHION & MODELS<br />
62 Aspiranti Fotomodelle:<br />
L’importanza dell’alimentazione.<br />
68 Jungleland<br />
la Giungla urbana di Ayala Bar.<br />
RUBRICHE<br />
45 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />
Peperoni alla spagnola.<br />
49 Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
Benessere al naturale.<br />
56 Lo sapevate che<br />
La Rosa canina.<br />
73 Oroscopo del mese.<br />
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />
parte della pubblicazione può essere<br />
riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />
espressa autorizzazione. della Direzione.<br />
Le opinioni espresse negli articoli<br />
impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />
né rappresentano il pensiero<br />
della Direzione.<br />
4 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
EDITORIALE<br />
Che ne è della lingua italiana? Ah certo, lo so che la<br />
lingua si trasforma, e non intendo certo riferirmi alla lingua<br />
di Dante, e neanche a quella beceramente distorta<br />
che circola usualmente sui media attuali o, peggio, sui<br />
social. Mi soffermerò solo marginalmente sullo scempio<br />
che ogni giorno si perpetra sull’italiano, sui vari “che<br />
c’azzecca” o c’ho fame” che ormai ci aggrediscono un po’<br />
dovunque (o, peggio, ”ciò fame”, che a Bari è addirittura<br />
l’insegna di un panificio). Oppure sulle varie espressioni<br />
“provare l’occhiale”, “stirare il pantalone” o “prendere la<br />
forbice” ormai pesantemente nell’uso comune, in spregio<br />
alla regola che vuole “occhiali”, “pantaloni” e “forbici”<br />
utilizzati solo al plurale in quanto nomi difettivi.<br />
D’altra parte, se lo stesso Papa parla di “essere misericordiati”<br />
ci restano poche speranze.<br />
Tuttavia l’aspetto peggiore del problema è nella<br />
sempre più invadente presenza dell’inglese nella nostra<br />
lingua. Traggo da un messasggio di posta elettronica: “Ti<br />
mando il link dell’e-commerce che ha i jeans che cerchi; è<br />
frendly anche da smartphone o tablet, e tratta una serie<br />
di marche low cost. C’è anche il settore promotions e ti<br />
fanno 10 euro di sconto se ti iscrivi alla newsletter.”<br />
La lingua di un popolo è la principale espressione<br />
della sua identità, con tutte le sue evoluzioni nel tempo,<br />
le sue storpiature e distorsioni. Questo vale anche<br />
per la lingua italiana. L’esempio precedente dà la misura<br />
dell’invasione anglosassone nel linguaggio corrente,<br />
ma questa peggiora notevolmente quando si entra<br />
nell’ambito degli affari.<br />
In un curricum vitae si legge: “Sono group leader in<br />
ambito industrial: coordino un team di project engineering<br />
nel data security del portale web, con responsabilità<br />
di problem solving nell’implementazione del software.” E’<br />
una vera e propria colonizzazione, significa che la nostra<br />
stessa identità va lentamente ma inesorabilmente<br />
sfumando; e non ce ne stiamo neanche rendendo<br />
conto, anzi facciamo di tutto per agevolare questo assoggettamento,<br />
sbrodolandoci di terminologia english,<br />
rotolandoci nei linguaggi del business e dell’hi-tech e<br />
contribuendo alla distruzione della lingua patria e della<br />
nostra individualità di popolo.<br />
Applausometro al top e standing ovation!<br />
Franco Ardito<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
Mensile di attualità e cultura<br />
Anno 3 n. 6 - <strong>Giugno</strong> <strong>2016</strong><br />
Reg. Trib. di Bari n° 19/2014<br />
Franco Ardito<br />
Direttore Responsabile<br />
Angelo Ferri<br />
Direttore Editoriale<br />
Redazione<br />
via G. Colucci, 2 - 70019 Triggiano (BA)<br />
tel.: 080 9697552<br />
e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />
www.orizzontemagazine.it<br />
La collaborazione avviene su invito.<br />
Articoli e materiali non si restituiscono.<br />
La Direzione si riserva di adattare<br />
testi, illustrazioni e fotografie alle<br />
esigenze della pubblicazione.<br />
Articoli e immagini vanno inviati per<br />
e-mail a: articoli@orizzontemagazine.<br />
it Gli articoli dovranno pervenire in<br />
formato doc o docx e le immagini in<br />
formato jpeg, con una risoluzione<br />
non inferiore a 300 ppi.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 5
BOMBE SU ROMA<br />
STORIE DI BUNKER E DI RIFUGI<br />
di Roberta D’Alessandro e<br />
Alessandro Rotondi<br />
venti di recupero che possano<br />
proporle al pubblico. Il giornalista<br />
e studioso Lorenzo Gassi, pluripremiato<br />
e impegnato su diversi<br />
fronti, nel 2014 ha curato per il<br />
Centro di Ricerche Speleo Archeologiche<br />
Sotterranei di Roma<br />
la pubblicazione Bunker di Roma<br />
- Guida ai Rifugi Sotterranei, con<br />
il Patrocinio della Provincia di Ro-<br />
C<br />
on la sua storia millenaria<br />
Roma è affascinante<br />
tanto in superficie, con i<br />
suoi monumenti, palazzi<br />
gentilizi, piazze, quartieri particolari,<br />
quanto sotto terra, con i<br />
suoi reperti, acquedotti e tunnel.<br />
La Roma sotterranea riserva anche<br />
sorprese molto interessanti:<br />
luoghi celati, che affascinano per<br />
la loro storia, la loro funzione e<br />
per come si sono conservati.<br />
Tra questi, recentemente, si sono<br />
riaccesi i riflettori sui bunker, di<br />
cui Roma è disseminata. Vere e<br />
proprie fortificazioni, progettate<br />
per resistere anche agli attacchi<br />
chimici. Come in altre città europee,<br />
anche nella Capitale queste<br />
strutture sono oggetto di inter-<br />
6 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ma. Lo studio descrive i 12 bunker<br />
sotterranei, ne fa la storia ed<br />
è corredato da foto.<br />
Roma da sempre ospita i palazzi<br />
del potere e con essi le più alte<br />
cariche politiche e istituzionali,<br />
che devono essere protette da<br />
qualsiasi tipo di minaccia e attacco,<br />
in particolare durante un conflitto<br />
armato. Proprio per questo<br />
motivo, tra la fine degli anni ’30 e<br />
l’inizio degli anni ’40 la Capitale è<br />
stata dotata di costruzioni di difesa<br />
dagli attacchi aerei e dalle temute<br />
armi chimiche. Mentre alla<br />
popolazione erano destinati rifugi<br />
solitamente ricavati negli scantinati<br />
dei palazzi e delle case, per<br />
la nomenclatura politica e militare<br />
e per la famiglia reale vennero<br />
progettati e realizzati luoghi blindati<br />
ad alta sicurezza. Il risultato<br />
di tale attenzione sono dodici tra<br />
rifugi e bunker antiaerei realizzati<br />
durante la II Guerra Mondiale, in<br />
gran parte per volontà di Mussolini.<br />
Villa Torlonia è sede di ben<br />
tre rifugi (di cui solo uno visitabile<br />
su prenotazione). Dal 1925 al<br />
1943 il Duce ha vissuto con la sua<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 7
Nella foto a destra:<br />
Il bagno del bunker di Villa Ada.<br />
Nella pagina a fianco:<br />
Ricovero antiaereo durante un<br />
allarme.<br />
famiglia nel Casino Nobile, di cui<br />
abbiamo parlato nell’articolo “Le<br />
meraviglie di Villa Torlonia” pubblicato<br />
nel numero di marzo.<br />
Nel 1940 l’Italia entra in guerra<br />
e Mussolini ordina la realizzazione<br />
di un rifugio antiaereo a Villa<br />
Torlonia. Lo si ricava da una grotta-cantina<br />
non più utilizzata, che<br />
viene dotata di una uscita di sicurezza,<br />
porte in acciaio e un sistema<br />
di filtraggio dell’aria, costituito<br />
da un ventilatore azionato da una<br />
manovella. All’interno c’è un telefono,<br />
collegato ad una linea diretta<br />
e riservata, reti con materassi<br />
e un bagno. Vi si accede da una<br />
scala che scende in un pozzetto,<br />
celato da una piramide.<br />
Tuttavia è situato troppo distante<br />
dalla residenza e per questo<br />
viene definito “una trappola”: è<br />
rischioso da raggiungere e scomodo<br />
da utilizzare, tanto che leggenda<br />
vuole che Mussolini quando<br />
suonava la sirena si fermasse<br />
fuori dall’ingresso. Questi motivi<br />
convincono il Duce a far realizzare<br />
un altro rifugio, stavolta nello<br />
stesso Casino Nobile, dove un<br />
tempo erano le vecchie cucine. I<br />
muri vengono rinforzati con uno<br />
strato di cemento armato spesso<br />
20 cm e s’installano porte antigas,<br />
prodotte dalla Società Anonima<br />
Bergomi di Milano.<br />
Tuttavia i bombardamenti su Milano,<br />
Torino e Genova persuadono<br />
Mussolini della necessità di un<br />
vero e proprio bunker a Villa Torlonia,<br />
per il quale vengono chiamati<br />
i Vigili del Fuoco di Roma.<br />
Il preventivo per la realizzazione<br />
è di 240 mila lire e i lavori, con<br />
inizio a dicembre 1942, sarebbero<br />
dovuti durare tre mesi. Il bunker,<br />
a cui si accede da una ripida<br />
scala del seminterrato della casa<br />
padronale, è composto da più<br />
bracci, disposti a forma di croce,<br />
e situato ad una profondità di 6,5<br />
metri. Due sono le uscite d’emergenza:<br />
la prima sbocca all’interno<br />
del parco mentre la seconda, risalendo<br />
una scala a pioli, sfocia in un<br />
pozzo situato all’angolo del palazzo.<br />
La struttura è cilindrica e realizzata<br />
in cemento armato spesso<br />
quattro metri, sei nella parte superiore,<br />
in modo da resistere a<br />
bombe di sei tonnellate.<br />
Quando, nel 1943, Mussolini viene<br />
arrestato il bunker non è ancora<br />
terminato: mancano le rifiniture e<br />
la calotta in cemento di copertura<br />
dell’uscita; i ritardi dipendono dalla<br />
scarsa consistenza del terreno,<br />
che costringe a poggiare le fondamenta<br />
ad una profondità doppia<br />
rispetto a quanto progettato.<br />
Durante l’occupazione tedesca vi<br />
trovano riparo in più occasioni gli<br />
abitanti della zona quindi, dopo la<br />
guerra, la struttura resta in stato<br />
di abbandono fino al 2006 quando,<br />
dopo il restauro dei sotterranei,<br />
il bunker può essere visitato<br />
previa prenotazione.<br />
Spostiamoci ora al civico 355 di<br />
via della Camilluccia, dove un<br />
tempo sorgeva l’omonima Villa. E’<br />
la fine del 1939 quando la famiglia<br />
Petacci si trasferisce a Villa Camilluccia,<br />
ed è qui che Mussolini si<br />
intrattiene con l’amata Claretta;<br />
per questo motivo ha fatto blindare<br />
un alloggio al seminterrato,<br />
che all’occorrenza fungesse da rifugio<br />
antiaereo. Nel 1975, dopo<br />
anni di degrado, la villa è stata<br />
8 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
demolita e con essa è scomparso<br />
il rifugio; resta solo una planimetria<br />
del seminterrato. Ora al suo<br />
posto ci sono edifici che ospitano<br />
sedi diplomatiche dell’Iraq.<br />
Per garantire la protezione a Palazzo<br />
Venezia, sede ufficiale del<br />
Governo fascista dal 1929, dov’era<br />
lo studio personale di Mussolini,<br />
nel 1939 vennero blindati<br />
dei locali preesistenti. Nel 2010,<br />
durante lo sgombero di una<br />
stanza usata come magazzino, è<br />
stata scoperta una botola da cui<br />
parte una scala che scende per<br />
quattro metri, giungendo fino ad<br />
alcuni locali di forma rettangolare<br />
la cui superficie complessiva<br />
è di circa 80 metri quadrati, con<br />
solaio, pavimento e pareti in cemento<br />
armato. Poco distante, nei<br />
sotterranei del Vittoriano, venne<br />
attrezzato un rifugio collettivo,<br />
completo di latrine a dispersione<br />
e di un posto di pronto soccorso.<br />
Nel 2002 gli speleologi del CAI<br />
vi hanno rinvenuto resti di alcune<br />
cassapanche originali in legno<br />
e vari oggetti di uso comune, come<br />
alcuni pettini e un termometro.<br />
Sui muri sono ancora visibili<br />
scritte lasciate dagli abitanti della<br />
zona, che avevano lì trovato riparo,<br />
che danno testimonianza degli<br />
stati d’animo di quei momenti.<br />
Nel maggio del 2012 i media, soprattutto<br />
locali, si sono occupati<br />
del degrado in cui versava il bunker<br />
antiaereo dei Savoia, a Villa<br />
Ada. Allora di libero accesso, era<br />
disseminato di scritte di natura<br />
satanica, pentacoli e ritratti luciferini.<br />
Era un luogo pericoloso, ritrovo<br />
di sbandati, persone senza<br />
fissa dimora e tossicomani dove,<br />
secondo gli abitanti della zona, si<br />
svolgevano messe nere.<br />
E’ il 1904 quando Villa Ada torna<br />
ad essere la residenza privata<br />
della famiglia reale, che usa come<br />
rifugio antiaereo i sotterranei della<br />
Palazzina Reale, nota come Villa<br />
Savoia e oggi sede dell’Ambasciata<br />
d’Egitto; nel 1941 viene però fatto<br />
costruire il nuovo bunker, più<br />
resistente. Nel 2012 il Comune di<br />
Roma ha installato un cancello per<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 9
evitare che vi si possa accedere,<br />
nell’ipotesi di un futuro recupero.<br />
Anche Palazzo Valentini, sede<br />
della Provincia di Roma, tra le<br />
fine del 1939 e l’inizio del 1940<br />
ha avuto il suo bunker antiaereo<br />
e antigas, destinato ai dipendenti<br />
dell’ente e della Prefettura. Lo<br />
scavo venne eseguito velocemente,<br />
senza riguardi per i reperti<br />
archeologici rinvenuti, e il manufatto<br />
fu realizzato in cemento<br />
armato, con una intercapedine<br />
esterna di un metro e solai e murature<br />
spessi 20 e 40 centimetri,<br />
resistenti a bombe di una tonnellata.<br />
Il bunker era collegato con la<br />
Provincia e la Prefettura da due<br />
gallerie, mentre una terza uscita<br />
dava sul Foro di Traiano. Era<br />
costituito da due ampli locali comunicanti<br />
attraverso finestrelle,<br />
corredati da bagni, infermeria e<br />
magazzino, tutti a compartimenti<br />
stagni, con portelloni in acciaio,<br />
dotati di spioncino e guarnizioni<br />
antigas. Il ricambio dell’aria era<br />
alimentato da due biciclette fissate<br />
a terra che azionavano una<br />
dinamo. Secondo alcune testimonianze<br />
il bunker ospitava una centrale,<br />
come quella del Viminale,<br />
che comandava le sirene di allarme<br />
antiaereo di Roma. È visitabile<br />
previa prenotazione, nell’ambito<br />
del percorso multimediale delle<br />
Domus Romane (per informazioni<br />
www.palazzovalentini.it).<br />
Anche il quartiere Eur ha il suo<br />
bunker. Tra il ‘37 e il ‘39 il quartiere,<br />
allora E42 (Esposizione 1942),<br />
era in costruzione e al primo piano<br />
interrato del Palazzo degli Uffici,<br />
a circa otto metri di profondità,<br />
venne realizzato un bunker destinato<br />
ai dirigenti e alle maestranze,<br />
soprattutto femminili. Era attrezzato<br />
e progettato per ospitare fino<br />
a 300 persone per diversi mesi<br />
e comprendeva anche un’infermeria.<br />
Due tandem, ancora presenti,<br />
azionavano il sistema di areazione;<br />
inoltre ci sono ancora i cartelli di<br />
suddivisione del personale per<br />
gruppi e le indicazioni Silenzio, Calma<br />
e Vietato fumare e le due porte<br />
antigas, che recano la targa “Officine<br />
aeromeccaniche Gambarotta<br />
Torino”. I muri hanno uno spessore<br />
di 20 centimetri con una intercapedine<br />
esterna di 25 centimetri,<br />
che isola totalmente il bunker dal<br />
resto dello stabile. L’interno si<br />
estende su 475 metri quadri, con<br />
una lunga via di fuga diretta verso<br />
Ostia. Il suo utilizzo non fu quello<br />
ipotizzato: dopo l’armistizio divenne<br />
sede del comando dei capisaldi<br />
5 e 9 del I Reggimento dei Granatieri<br />
di Sardegna a difesa di Roma;<br />
successivamente ospitò i profughi<br />
giuliano/dalmati ed è stato utilizzato<br />
anche come spazio espositivo.<br />
Al momento è chiuso al pubblico.<br />
Altra infrastruttura strategica e<br />
10 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
importante di Roma era ed è la<br />
Stazione Termini. A dieci metri<br />
sotto il piano dei binari si trova<br />
il bunker voluto da Mussolini nel<br />
1936 per ospitare una cabina di<br />
controllo sotterranea. Al suono<br />
delle sirene il capostazione, i due<br />
vicecapi e gli addetti scendevano<br />
nei sotterranei, chiudevano la<br />
doppia porta blindata con guarnizioni<br />
antigas, avviavano il riciclo<br />
dell’aria e se necessario i gruppi<br />
elettrogeni. Il bunker ospita tre<br />
lunghe consolle, con le loro 730<br />
levette e gli schermi luminosi con<br />
le mappe dei binari, attraverso<br />
le quali venivano manovrati gli<br />
scambi. Il sistema per motivi di<br />
sicurezza era attivabile solo con<br />
una coppia di chiavi. I locali sono<br />
ben conservati; ci sono ancora gli<br />
alloggiamenti e i filtri dell’aria, ai<br />
carboni attivi e calce. Un cunicolo<br />
porta ad una scala con uscita<br />
su una banchina<br />
della stazione.<br />
Due locali spogli<br />
e una porta blindata<br />
sono invece<br />
quello che resta<br />
del rifugio antiaereo<br />
del Palazzo<br />
dell’Esercito di<br />
via XX Settembre,<br />
oggi sede<br />
dello Stato Maggiore<br />
dell’Esercito<br />
e del Segretariato<br />
Generale<br />
della Difesa. Qui<br />
trovarono riparo<br />
dal caos successivo<br />
alla proclamazione<br />
dell’armistizio i membri<br />
della famiglia reale prima di partire<br />
per Pescara. Anche i vertici<br />
del Comando Provinciale dei Vigili<br />
del Fuoco di Roma ebbero il<br />
loro rifugio, nei sotterranei della<br />
caserma di via Genova. Vi si accedeva<br />
da tre scale, dai lati a dal<br />
centro del palazzo, e consisteva<br />
in una grande camerata per centinaia<br />
di persone e locali di servizio.<br />
Del rifugio non rimane nulla poiché,<br />
a seguito di un allagamento,<br />
i sotterranei di via Genova sono<br />
stati ristrutturati.<br />
Durante la Seconda Guerra Mondiale<br />
sui palazzi di Roma vennero<br />
poi installate un centinaio di sirene<br />
d’allarme antiaereo, che venivano<br />
azionate da un comando sito<br />
nei sotterranei del Palazzo del<br />
Viminale. I suoni avevano durata<br />
di 15 secondi, intervallati da pause<br />
di pari durata. Il cessato allarme<br />
era rappresentato da un fischio<br />
di due minuti. In caso di avaria o<br />
mancanza di energia elettrica l’allarme<br />
veniva dato con tre colpi<br />
di cannone ad intervalli di cinque<br />
secondi. Fino agli anni settanta il<br />
mezzogiorno è stato scandito dal<br />
suono delle sirene e su alcuni palazzi<br />
sono ancora visibili tratti del<br />
cavo che le collegava in rete. Alcune<br />
di esse sono ancora lì, al loro<br />
posto, come quella di via Santa<br />
Costanza, quella sulle officine<br />
ATAC di via Prenestina, quella<br />
sull’Istituto Superiore di Sanità e<br />
quella a trombe sul tetto dell’ITIS<br />
Galilei, in via Conte Verde.<br />
Nella pagina a destra:<br />
Bunker di Villa Torlonia.<br />
Foto sotto:<br />
Consolle di comando nel bunker di<br />
Stazione Termini.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 11
12 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13
IN VIAGGIO CON CAM<br />
NELLE TERRE<br />
di Fabriz<br />
C<br />
he cosa unisce Bruno<br />
(paesino dell’astigiano<br />
al confine con la provincia<br />
di Alessandria),<br />
Casale Monferrato (in provincia di<br />
Alessandria), Mantova e Ferrara?<br />
Naturalmente Camilla e Ferdinando.<br />
E posso immaginare i volti dei<br />
lettori e la loro espressione interrogativa:<br />
ma chi sono Camilla e<br />
Ferdinando?<br />
Per scoprirlo è necessario un salto<br />
nel passato, fino al Seicento, epoca<br />
in cui si svolgono le vicende della<br />
contessa Camilla Faà di Bruno<br />
e del duca Ferdinando Gonzaga,<br />
che hanno come scenario proprio<br />
14 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ILLA E FERDINANDO<br />
DEI GONZAGA<br />
io Capra<br />
le città appena nominate.<br />
Sono Cinzia Montagna e Roberto<br />
Maestri a raccontarci vicende e<br />
luoghi in un sintetico ma interessantissimo<br />
“In viaggio con Camilla<br />
e Ferdinando”, un opuscoletto di<br />
dodici intensissime pagine edito<br />
dal Circolo Culturale “I Marchesi del<br />
Monferrato” (è possibile richiederlo<br />
scrivendo a info@marchesimonferrato.com).<br />
Questo interessante opuscolo<br />
La foto del ritratto di Camilla Faà<br />
di Bruno è di Roberto Maestri.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15
in provincia di Asti, il cui abitato<br />
si estende, su di un’altura, sul lato<br />
destro del torrente Belbo.<br />
è un chiaro esempio di turismo<br />
culturale, dove la storia s’intreccia<br />
con i luoghi e i monumenti,<br />
dove il racconto storico si sposa<br />
con la narrazione del territorio,<br />
proprio come spiega Roberto<br />
Maestri, presidente del Circolo<br />
Culturale, nella sua prefazione:<br />
“Ci è sembrato il modo corretto di<br />
far rivivere la storia e di divulgarla,<br />
unendo in un racconto il documento<br />
e il monumento, il primo da leggere,<br />
l’altro da vedere”.<br />
La storia di Camilla e Ferdinando,<br />
raccontata da Cinzia Montagna in<br />
tre libri (“Nec ferro nec signe – Nel<br />
segno di Camilla”, “È tornato il cane<br />
nero – Gli enigmi di Camilla Faà” e<br />
“Caterina, l’altra donna”), la riassumiamo<br />
sinteticamente, giusto per<br />
non togliere al lettore la voglia<br />
di scoprirla attraverso la lettura<br />
dell’opuscolo.<br />
Nel febbraio 1616 Ferdinando<br />
Gonzaga, duca di Mantova e del<br />
Monferrato, sposa, in quello che<br />
si prospetta come un matrimonio<br />
simulato (gli storici dibattono ancora<br />
se fosse valido o meno), la<br />
contessina Camilla Faà di Bruno<br />
in seguito a un innamoramento<br />
folgorante ma contrastato. Dalla<br />
relazione nasce un figlio, Giacinto<br />
Teodoro, ma a distanza di un<br />
anno dal “finto matrimonio” Ferdinando<br />
sposa Caterina de’ Medici,<br />
per cui Camilla e suo figlio diventano<br />
presenze ingombranti.<br />
La vicenda si conclude con Camilla<br />
costretta a farsi suora di<br />
clausura nel convento del Corpus<br />
Domini a Ferrara, dove muore<br />
nel 1662 e dove è sepolta accanto<br />
alla tomba di Lucrezia Borgia.<br />
Giacinto è invece accolto a corte<br />
ma non viene riconosciuto come<br />
successore del padre essendo nato<br />
da un matrimonio non regolare.<br />
Muore nel 1630, ufficialmente<br />
di peste ma, a detta di molti, avvelenato.<br />
Questa in breve la storia. Andiamo<br />
ora a scoprire cosa c’è da<br />
vedere nei luoghi interessati da<br />
questa vicenda.<br />
Bruno (AT)<br />
È un paese dell’alto Monferrato,<br />
Il Castello<br />
È proprietà privata della Famiglia<br />
Faà da più di quattrocento anni<br />
e s’inquadra nella struttura “ibrida”<br />
tipica dei castelli del Monferrato:<br />
più che edificio fortificato, è<br />
una residenza signorile di stampo<br />
nobiliare, forse sorta sui resti di<br />
una precedente area fortificata.<br />
La struttura architettonica del<br />
Castello è una commistione di<br />
elementi tipici del palazzo signorile-nobiliare<br />
e caratteristiche<br />
castellari, in quanto non solo risponde<br />
ad esigenze difensive ma<br />
si pone anche come simbolo dello<br />
stato sociale del suo proprietario.<br />
Sulla facciata occidentale si apre<br />
l’elegante ingresso, preceduto da<br />
una scala a due bracci con affaccio<br />
su un giardino d’inverno; il primo<br />
piano, realizzato con mattoni a vista,<br />
mostra decorazioni a denti di<br />
sega nella parte sottostante il tetto<br />
e due torrette pensili laterali.<br />
Di notevole interesse la facciata<br />
meridionale, soprattutto nella<br />
evoluzione delle finestre, che<br />
passano da aperture severe, caratteristiche<br />
da fortificazione, a<br />
quelle costruite successivamente,<br />
più ampie e maggiormente adatte<br />
ad un uso abitativo.<br />
All’interno le sale sono affrescate<br />
con pitture e stucchi di pregio; fra<br />
tutte, di particolare interesse è la<br />
“Sala delle Feste”, finemente affrescata<br />
con colori vivaci e toni intensi,<br />
che celebrano il trionfo del profano<br />
16 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
e del pagano di natura mitologica. Il<br />
tema centrale è l’Olimpo greco, in<br />
cui gli Dei si trovano a convito narrandosi<br />
le reciproche avventure,<br />
come in un racconto che si dipana<br />
attraverso le varie raffigurazioni.<br />
Questa sala ha subito, alla fine<br />
dell’ottocento, una sorta di censura<br />
da parte del Beato Francesco<br />
Faà, il quale prescrisse per testamento<br />
che l’erede avrebbe dovuto<br />
intervenire sulle nudità più indecenti,<br />
cambiando anche l’affresco di<br />
Venere e Marte presso la porta.<br />
Di notevole interesse sono anche<br />
il “Primo Salotto” e la “Sala del<br />
Paradiso”, anch’esse finemente affrescate<br />
con temi di natura biblico-religiosa.<br />
Non accessibile al pubblico è l’Archivio<br />
Segreto, in cui sarebbero<br />
custodite numerose edizioni rare<br />
dei XV, XVI e XVII secolo e una<br />
collezione di preziose pergamene.<br />
Chiesa della Madonna della Misericordia<br />
Ha origini che risalgono al 1600,<br />
quando fu edificata a protezione<br />
del paese dalla peste. La salita<br />
alla chiesa è stata costruita e<br />
lastricata nel 1826. Appartenne<br />
alla Mensa Vescovile di Acqui per<br />
passare poi a quella di Alba che la<br />
diede in gestione alla Confraternita<br />
dei Rosarianti. Attualmente è<br />
la protettrice degli Alpini brunesi<br />
e del Soccorso Alpino.<br />
Chiesa di Nostra Signora dell’Annunziata<br />
La chiesa fu restaurata nel 1764.;<br />
ad essa appartiene il quadro di S.<br />
Bartolomeo, acquistato nel 1726,<br />
che si può ammirare nella Cappella<br />
di San Bartolomeo in parrocchia.<br />
Documenti e la presenza<br />
di numerose ossa nelle vicinanze<br />
sono sicura testimonianza dell’esistenza<br />
anche di un cimitero.<br />
Info per visite: www.marchesimonferrato.com<br />
Pagina a sinistra:<br />
Castello dei Faà a Bruno.<br />
Foto a fianco:<br />
Casale Monferrato,<br />
Duomo di S. Evasio.<br />
Altare maggiore.<br />
(foto Davide Papalini)<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 17
Casale Monferrato (Al)<br />
Casale Monferrato è un centro<br />
ricco di storia e di monumenti.<br />
Già municipio romano, fu la capitale<br />
dei Paleologi, passando poi<br />
sotto il dominio dei Gonzaga.<br />
Duomo di Sant’Evasio<br />
Si di tratta Sabrina del più Rosa antico monumento<br />
della città. È in stile romanico<br />
lombardo-piemontese e la fondazione<br />
risale all’VIII secolo d.C.<br />
a opera del re longobardo Liutprando.<br />
La facciata a capanna è asimmetrica<br />
e incorniciata da due campanili<br />
laterali. Ai lati del portone<br />
d’ingresso principale vi sono due<br />
colonne su cui sono collocate le<br />
copie ottocentesche di due statue<br />
raffiguranti rispettivamente il re<br />
Liutprando e la regina Teodolinda.<br />
L’interno è composto da un nartece<br />
rettangolare, un tiburio, cinque<br />
navate suddivise da grandi<br />
pilastri e, proseguendo la navata<br />
centrale, dalla zona composta dal<br />
presbiterio (che presenta nella<br />
volta e nel catino absidale i dipinti<br />
murali eseguiti da Costantino Sereno<br />
nel 1860-61 in stile neobizantino),<br />
dal coro e dall’abside.<br />
L’altare maggiore, in marmo policromo,<br />
e il coro risalgono alla prima<br />
metà del XVIII secolo. Il crocefisso<br />
appeso all’arco, sottratto<br />
nel 1403 dalla Cattedrale di Alessandria<br />
dal condottiero Facino<br />
Cane, è in legno rivestito con<br />
pietre e cristalli mentre il Cristo è<br />
rivestito di lamine d’argento e rame.<br />
Ai muri perimetrali sono addossati<br />
gli altari laterali, che hanno<br />
18 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
subito, nel tempo, numerose modifiche.<br />
Incernierate nella torre<br />
campanaria, infine, vi sono la sacrestia<br />
e la cappella di sant’Evasio,<br />
che conserva le reliquie del Santo.<br />
Chiesa di San Domenico<br />
Fondata nel 1472 dal marchese<br />
del Monferrato Guglielmo VIII<br />
Paleologo, fu ultimata nel 1506<br />
dal fratello, Bonifacio III e consacrata<br />
nel 1513.<br />
Il marmoreo portale è in stile<br />
rinascimentale, opera di maestranze<br />
lombarde. L’interno è<br />
diviso in tre navate con pilastri<br />
che reggono le volte a crociera.<br />
La quarta navata, che rendeva la<br />
chiesa asimmetrica, venne murata<br />
dai Domenicani nel 1675 e trasformata<br />
in un inutile corridoio;<br />
nel XVIII secolo la cappella marchionale<br />
fu trasformata in stile<br />
barocco.<br />
Da ammirare i due magnifici chiostri<br />
e, inoltre, il monumento funebre<br />
di Benvenuto Sangiorgio<br />
(all’entrata sul lato destro), l’altare<br />
dedicato alla Madonna delle Grazie<br />
e il dipinto quattrocentesco di<br />
scuola fiamminga giunto a Casale<br />
al seguito della principessa francese<br />
Anna d’Alençon. A sinistra<br />
dell’altare maggiore, si trova la<br />
tela dell’Incoronazione della Vergine<br />
di Guglielmo Caccia, detto il<br />
Moncalvo. Sul lato sinistro della<br />
chiesa, verso l’altare maggiore, si<br />
può ammirare la tela de La battaglia<br />
di Lepanto di G. Crosio. Sul<br />
portale è collocata una lunetta<br />
del ‘500 raffigurante una Madonna<br />
con Bambino. Notevole, infine,<br />
l’organo collocato sul portale<br />
d’ingresso.<br />
Chiesa di San Paolo<br />
Iniziata nel 1568 su disegno<br />
dell’architetto milanese Lorenzo<br />
Binago, è caratterizzata da una<br />
pianta a croce greca.<br />
Sono presenti numerose opere<br />
del Sei-Settecento, tra cui la Decollazione<br />
di San Paolo e Assunta,<br />
San Matteo e l’Angelo, di Guglielmo<br />
Caccia detto il Moncalvo, e la<br />
Vocazione di San Matteo, opera di<br />
Francesco Van Casteel. Sempre<br />
all’interno della chiesa, sul lato<br />
destro, vi è una ricca cappella costruita<br />
sul modella della Casa di<br />
Loreto e aperta nel 1645.<br />
Chiesa di Santa Caterina<br />
Costruita all’inizio del Settecento<br />
su progetto di Giovanni Battista<br />
Scapitta è considerata uno dei<br />
capolavori barocchi della città e<br />
mantiene inalterata la sua struttura<br />
originaria.<br />
Pagina a sinistra:<br />
Casale Monferrato:<br />
Chiesa di San Domenico.<br />
Portale.<br />
Sopra:<br />
Casale Monferrato:<br />
Chiostro della Chiesa<br />
di San Domenico.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 19
Consacrata nel 1726, fu la chiesa<br />
della monache domenicane.<br />
La facciata, con un leggero andamento<br />
curvilineo formato da<br />
lesene e colonne poste in avanti<br />
in prossimità del portale, è scandita<br />
in piani da cornici aggettanti<br />
e culmina con un frontone modanato.<br />
Una decorazione in stucco<br />
con foglie d’acanto modella i<br />
due piani, dietro la quale si eleva<br />
il tamburo su cui posa la cupola<br />
sormontata da un lanternino.<br />
L’interno è interamente affrescato.<br />
Sino al cornicione ha operato<br />
Giovanni Carlo Aliberti con<br />
raffigurazioni di Santi e Allegorie<br />
delle Virtù, mentre il tamburo e<br />
la cupola sono stati dipinti dai pittori<br />
Benaschi e Vittore. La statua<br />
della Vergine Assunta, collocata<br />
sull’altare maggiore, fu eseguita<br />
nel 1780 dallo scultore Giovan<br />
Battista Bernero.<br />
Chiesa di San Michele<br />
È a pianta ottagonale sormontata<br />
da una cupola affrescata dal<br />
pittore pavese Giovanni Antonio<br />
Cassano. I dipinti che ornano<br />
la chiesa sono stati attribuiti al<br />
Moncalvo mentre la tela Il sogno<br />
di San Giuseppe è opera di Guglielmo<br />
Crosio.<br />
Sinagoga<br />
Fu edificata nel 1595. L’esterno è<br />
molto sobrio, mimetizzato con<br />
l’ambiente circostante, mentre<br />
l’interno è caratterizzato dalla<br />
massiccia presenza di stucchi<br />
d’oro. Nel matroneo è stata allestita<br />
la mostra permanente dei<br />
documenti e delle opere artistiche<br />
della comunità; la biblioteca e<br />
l’archivio storico sono collocati al<br />
secondo piano.<br />
Di particolare pregio le Tavole<br />
della Legge in legno dorato risalenti<br />
al secolo XVIII, numerosi Rimonim<br />
(terminali per rotoli della<br />
Legge) e Atarot (corone per i rotoli<br />
della Legge) sbalzati, cesellati<br />
o in filigrana d’argento. Ricca la<br />
collezione che comprende tessuti<br />
cerimoniali del Sei-Settecento,<br />
pergamene e documenti storici,<br />
libri di preghiera e arredi sacri.<br />
Da vedere due bassorilievi rappresentanti<br />
le città di Gerusalemme<br />
e di Hebron, Aron Hakodesh,<br />
20 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
circolari di laterizio con capitelli<br />
cubiformi, un porticato con archi<br />
a sesto acuto e a tutto sesto,<br />
tipicamente rinascimentali e decorazioni<br />
a stemmi e tavolette<br />
dipinte, rappresentanti personaggi<br />
della famiglia paleologa e della<br />
stessa Anna d’Alençon. Al suo<br />
interno, nelle ampie sale, spiccano<br />
soffitti a cassettoni. Abitato in<br />
origine dalla marchesa Anna d’Alençon,<br />
dal XVII secolo appartiene<br />
alla famiglia Fassi di Balzola.<br />
Palazzo Gozzani di Treville<br />
Edificato tra il 1710 e il 1714 in<br />
stile barocco piemontese, è una<br />
costruzione dal notevole impatto<br />
visivo, con la sua imponente facciata<br />
curvilinea, e rappresenta l’opera<br />
più nota di Giovanni Battista<br />
Scapitta. Di particolare interesse<br />
sono l’atrio e il cortile, ricchi di<br />
luce e colore. La facciata, invece,<br />
datata 1780, segue lo stile neoclassico.<br />
grande armadio che custodisce i<br />
rotoli della Legge, del 1787 e la<br />
Cantoria in legno scolpito dorato.<br />
Palazzo di Anna d’Alençon<br />
Risalente al tardo Quattrocento è<br />
un’antica costruzione caratterizzata<br />
da un tipico cortile rinascimentale,<br />
circondato da colonne<br />
Palazzo Sannazzaro<br />
Di origine tardo-medievale, fu<br />
profondamente rimaneggiato durante<br />
il Settecento, quando assunse<br />
l’attuale aspetto barocco. I<br />
segni della struttura originaria (le<br />
monofore) sono ancora visibili<br />
sulla facciata e sul fianco destro<br />
del palazzo. L’autore del palazzo<br />
è ignoto, mentre se ne conosce<br />
il committente: Giovanni Battista<br />
Sannazzaro. Dall’esterno, decorato<br />
in maniera sobria ed elegante,<br />
attraverso il portone d’ingresso si<br />
accede al cortile, di grande effetto<br />
scenografico.<br />
Palazzo San Giorgio<br />
Costruito nel 1778 sui resti di<br />
un palazzo precedente, stilisticamente<br />
è un’opera di transizione<br />
Nella foto:<br />
Interno della sinagoga di<br />
Casale Monferrato.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 21
tra il Rococò e il Neoclassico.<br />
La facciata è ripartita in tre ordini<br />
con finestre contornate da stucchi.<br />
Il portale, formato da colonne binate,<br />
è sormontato da un balcone<br />
con balaustra in pietra, ornata da<br />
quattro putti in marmo che rappresentano<br />
le quattro stagioni.<br />
Le stanze interne sono notevolmente<br />
decorate con affreschi e<br />
stucchi, e anche gran parte dell’arredamento<br />
è dell’epoca. Nel cortile<br />
è possibile osservare parte<br />
dell’edificio preesistente, con sala<br />
affrescata dal Guala. Il palazzo è sede<br />
dell’amministrazione comunale.<br />
Palazzo Magnocavalli<br />
Attribuito per affinità stilistiche<br />
a Benedetto Alfieri, si caratterizza<br />
per l’elegante atrio e per lo scalone<br />
che si avvita intorno a due<br />
colonne che crea un certo effetto<br />
monumentale, nonostante sia stato<br />
ricavato in uno spazio ristretto.<br />
Palazzo Langosco<br />
Il palazzo, attuale sede della biblioteca<br />
civica, si amalgama con<br />
le diverse costruzioni costituenti il<br />
grande complesso di Santa Croce,<br />
ex convento degli Agostiniani. La<br />
parte più pregevole (scalone d’onore<br />
a due rampe e salone d’ingresso)<br />
fu costruita nel 1776 su disegno<br />
di Giovanni Battista Borra,<br />
con il contributo artistico del pittore<br />
veronese Francesco Lorenzi.<br />
Nel palazzo, al tempo dei Gonzaga,<br />
aveva sede il Senato Casalese<br />
e come Salone del Senato è tuttora<br />
indicata la grande sala d’ingresso,<br />
restaurata negli anni sessanta.<br />
Casa Tornielli<br />
Costruita nella seconda metà<br />
del Quattrocento (come dimostrano<br />
gli elementi stilistici), fu<br />
restaurato nel 1907 dalla famiglia<br />
Tornielli assumendo la forma attuale.<br />
Rimane comunque la più<br />
importante architettura gotica<br />
cittadina: la facciata è contraddistinta<br />
da quattro monofore<br />
ogivali. Superato il portone<br />
del XVI secolo (attribuito a Michele<br />
Sammicheli), si accede ad<br />
un porticato con basse colonne<br />
tipiche rinascimentali che conduce<br />
al cortile.<br />
Teatro Municipale<br />
Inaugurato nel 1791 fu considerato<br />
il miglior teatro del Regno di<br />
Sardegna dopo quello di Torino.<br />
L’edificio dispone di un prezioso<br />
interno con quattro ordini di<br />
palchi e loggione decorati con<br />
stucchi, dorature e velluti. Il palco<br />
reale è caratterizzato dalla<br />
presenza di vittorie e cariatidi,<br />
queste ultime opera di Abbondio<br />
Sangiorgio.<br />
22 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Torre civica<br />
A pianta quadrata, in mattoni,<br />
domina con i suoi 60 metri di altezza<br />
tutta la città ed è uno dei<br />
suoi simboli. Venne elevata probabilmente<br />
nell 1100 insieme alla<br />
chiesa di Santo Stefano e ad altre<br />
due torri (Moneta, verso est,<br />
e Luxenta, verso sud) a scopo<br />
difensivo. Nel XVI secolo fu ristrutturata<br />
e fu costruita la parte<br />
al di sopra dell’orologio, in stile<br />
rinascimentale (tranne la cupola,<br />
aggiunta in epoca sabauda).<br />
In cima vi è una banderuola raffigurante<br />
lo stemma della famiglia<br />
Gonzaga: croce attorniata da<br />
quattro aquile. Sulla torre due affreschi<br />
raffigurano lo stemma di<br />
Casale Monferrato.<br />
Castello dei Paleologi<br />
Il castello dei Paleologi fu eretto<br />
nel 1352 da Giovanni II Paleologo,<br />
per rafforzare le fortificazioni<br />
già esistenti; nel Quattrocento fu<br />
ampliato e trasformato da Guglielmo<br />
VIII Paleologo e Bonifacio<br />
V. Tuttora il castello è in parte visitabile<br />
ed è diventato un contenitore<br />
culturale della città.<br />
L’edificio ha pianta esagonale asimmetrica,<br />
con torrioni angolari e circondato<br />
da un fossato. Sul portone<br />
principale, come simbolo del potere<br />
signorile, è presente un bassorilievo<br />
marmoreo raffigurante le insegne<br />
gentilizie dei signori del Monferrato:<br />
Aleramo, Paleologi e Gonzaga.<br />
Degni di nota sono i cammini di<br />
ronda e gli spettacolari sotterranei<br />
dell´ala occidentale ricostruiti<br />
nel Settecento, entrambi visitabili.<br />
(www.comune.casale-monferrato.<br />
al.it/ andare alla sezione “turismo”<br />
per ulteriori informazioni).<br />
Mantova<br />
Di Mantova e dei suoi monumenti<br />
ne abbiamo parlato ampiamente<br />
nel numero di gennaio 2015.<br />
Ricordiamo i principali monumenti<br />
da visitare in questa città, Capitale<br />
della Cultura <strong>2016</strong>, riprendendo<br />
l’articolo già pubblicato.<br />
Palazzo Ducale e Castello di<br />
San Giorgio<br />
Forse è più giusto parlare di cittàpalazzo,<br />
in quanto il complesso<br />
architettonico è costituito da numerosi<br />
edifici collegati tra loro da<br />
corridoi e gallerie, ed arricchito<br />
da cortili interni, alcuni pensili, e<br />
vasti giardini. La reggia dei Gonzaga,<br />
per estensione dei tetti, è la<br />
seconda in Europa superata unicamente<br />
dal Vaticano.<br />
Non appare improprio definire la<br />
reggia gonzaghesca come “i Palazzi<br />
Ducali”, stante l’abitudine<br />
di quasi ogni Duca di edificare<br />
una propria dimora che si andava<br />
aggregando a quanto precedentemente<br />
costruito. Già prima<br />
dell’avvento al potere dei Gonzaga<br />
erano stati edificati i primi nuclei<br />
del Palazzo, ma la storia del<br />
complesso si identifica soprattutto<br />
con quella della famiglia che<br />
governò la città fino al 1707.<br />
Celeberrima è la cosiddetta Camera<br />
degli Sposi nel Castello di<br />
San Giorgio (oggi chiuso per consentire<br />
i restauri post terremoto<br />
del 2012), parte della “città-palazzo”<br />
affrescata da Andrea Mantegna<br />
e dedicata a Ludovico III<br />
Gonzaga e a sua moglie Barbara<br />
di Brandeburgo.<br />
Il Castello di San Giorgio è il maniero<br />
a difesa della città-fortezza<br />
di Mantova, edificato dal 1395 al<br />
1406 da Bartolino da Novara su<br />
committenza di Francesco I Gon-<br />
A sinistra:<br />
La Torre di<br />
Casale Monferrato.<br />
Sopra:<br />
Palazzo ducale a Mantova<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 23
zaga. Diventata Mantova austriaca,<br />
le ristrutturazioni sono proseguite<br />
fino alla seconda metà del XVIII<br />
secolo per opera dei governatori<br />
inviati dall’Imperatore.<br />
Basilica Palatina di Santa Barbara<br />
Chiesa della corte dei Gonzaga<br />
voluta dal duca Guglielmo, che<br />
incaricò del progetto l’architetto<br />
mantovano Giovan Battista Bertani.<br />
L’edificazione della chiesa,<br />
parte integrante del Palazzo Ducale,<br />
fu conclusa nel 1572.<br />
Cattedrale di San Pietro<br />
In stile romanico con aggiunte<br />
gotiche, costruita tra il 1395 e il<br />
1401 e ristrutturata da Giulio Romano,<br />
nel 1545 che ne modificò<br />
le forme ispirandosi alle basiliche<br />
paleocristiane.<br />
L’attuale facciata risale al 1761. Sul<br />
fianco destro sono ancora visibili<br />
inserti gotici con rosoni, cuspidi<br />
e pinnacoli. All’interno si può<br />
ammirare il soffitto a cassettoni<br />
che sovrasta le tre navate: la principale<br />
è ornata di statue di sibille<br />
e profeti risalenti al Cinquecento.<br />
Interessante il battistero originario<br />
della precedente chiesa.<br />
Casa del Rigoletto<br />
Verso la fine di Piazza Sordello si<br />
trova questa casa dove la tradizione<br />
vuole che abitasse il buffone di<br />
corte dei Gonzaga, protagonista<br />
della celebre opera verdiana.<br />
La struttura è quattrocentesca<br />
ed era adibita ad abitazione dei<br />
canonici del duomo. Nel piccolo<br />
cortile interno c’è la scultura del<br />
Rigoletto, opera di Aldo Falchi.<br />
Ospita la sede dello IAT.<br />
Palazzo del Podestà o Palazzo<br />
del Broletto<br />
Costruito nel 1227. Sulla facciata<br />
è visibile una statua duecentesca<br />
raffigurante Virgilio in cattedra (la<br />
vècia in dialetto), con la berretta<br />
dottorale e le braccia poggiate al<br />
leggio che reca incisa l’iscrizione<br />
“Virgilius Mantuanus poetarum<br />
clarissimus”. Il palazzo ha subito<br />
diversi rifacimenti e modifiche architettoniche.<br />
Del quattrocento è<br />
la merlatura cieca posta a coronamento<br />
dell’edificio.<br />
Rotonda di San Lorenzo<br />
E’ la chiesa più antica della città,<br />
costruita sotto la dominazione<br />
dei Canossa. A pianta centrale<br />
rotonda, conserva un matroneo<br />
e tracce di affreschi di scuola bizantina<br />
(vedi articolo numero di dicembre<br />
2014).<br />
Palazzo della Ragione<br />
Edificato in epoca comunale,<br />
quando era podestà Guido da<br />
Correggio (1242), aveva funzioni<br />
pubbliche e in particolare lo scopo<br />
di consentire le assemblee e<br />
le adunanze cittadine. Al piano<br />
terreno il palazzo ospitava, come<br />
ora, numerose botteghe, mentre<br />
nell’ampio salone al piano superiore<br />
si amministrava la giustizia.<br />
Sulle pareti di questo ambiente<br />
sono visibili i resti di affreschi medievali<br />
della fine del XII e del XIII<br />
24 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
secolo recentemente restaurati. A<br />
questo salone si accede tramite<br />
una ripida scala posta sotto la Torre<br />
dell’Orologio, innalzata nel Quattrocento,<br />
epoca alla quale risalgono<br />
anche i portici che si affacciano su<br />
Piazza Erbe. Il Palazzo è ora adibito<br />
a sede espositiva e ospita mostre<br />
d’arte organizzate dal Comune di<br />
Mantova. In orario di apertura, allo<br />
scoccare di ogni ora è possibile vedere<br />
il movimento degli ingranaggi<br />
dell’Orologio della omonima torre.<br />
Basilica di Sant’Andrea<br />
Progettata da Leon Battista Alberti<br />
è stata edificata a partire dal<br />
1472 e conclusa dopo ben 328<br />
anni, con la costruzione della cupola<br />
su disegni di Filippo Juvarra.<br />
Nella prima cappella di sinistra<br />
è conservato il monumento funebre<br />
di Andrea Mantegna, sovrastato<br />
dall’effige in bronzo del<br />
pittore della corte dei Gonzaga.<br />
Nella cripta è custodita all’interno<br />
dei Sacri Vasi la reliquia del Sangue<br />
di Cristo, portato a Mantova dal<br />
centurione romano Longino.<br />
giganti e quella di Amore e Psiche e,<br />
non ultima, la Sala dei cavalli, che<br />
celebra le scuderie gonzaghesche<br />
all’epoca famose in tutta Europa.<br />
Palazzo di San Sebastiano<br />
Costruito tra il 1506 e il 1508 per<br />
volere del marchese Francesco II, dal<br />
2005 è adibito a Museo della Città.<br />
Nelle sale, che conservano ancora<br />
tracce di affreschi del glorioso passato,<br />
come la Camera del Crogiuolo,<br />
la Camera delle Frecce, la Camera del<br />
Sole, e nella Loggia dei Marmi, sono<br />
esposti dipinti, statue, busti, fregi e<br />
altri reperti architettonici<br />
Casa del Mantegna<br />
Era la dimora del celebre pittore<br />
e consiste di un edificio quadrato<br />
di mattoni rossi, con al centro un<br />
cortile cilindrico spalancato su un<br />
A sinistra:<br />
Statua di Rigoletto<br />
(foto Luigi Petrazzoli)<br />
Sotto:<br />
Palazzo Te. Ritratto di Federico II<br />
Gonzaga, opera di Tiziano.<br />
Palazzo Te<br />
Opera di Giulio Romano, che<br />
nel 1525 lo ideò su commissione<br />
del marchese Federico II Gonzaga,<br />
il quale intendeva farne il luogo dei<br />
suoi svaghi. Il Palazzo sorgeva al<br />
centro di un’isola ricca di boschi e<br />
circondata dalle acque di un lago,<br />
ora prosciugato. Misterioso, ricco<br />
di simboli e di miti che risaltano<br />
nelle sale stupendamente affrescate<br />
anche dallo stesso Giulio Romano,<br />
come la celeberrima Sala dei<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 25
tondo di cielo, riproposto nella<br />
celeberrima Camera degli Sposi<br />
in Palazzo Ducale. (www.comune.<br />
mantova.gov.it/index.php/turismo).<br />
Ferrara<br />
La città estense offre molti monumenti<br />
da visitare: ne proponiamo<br />
alcuni.<br />
Duomo<br />
Dedicato a San Giorgio, la sua costruzione<br />
è iniziata nel XII secolo<br />
sulle macerie delle mura altomedievali<br />
e rappresenta uno degli edifici<br />
storici più importanti di Ferrara,<br />
La facciata è in stile romanico e<br />
presenta logge, arcate, statue,<br />
rosoni e bassorilievi. L’interno risulta<br />
differente rispetto al corpo<br />
esterno; è articolato attraverso<br />
tre navate decorate in stile barocco.<br />
Nella cappelle laterali si<br />
possono ammirare dipinti del<br />
Guercino, Garofalo e Francesco<br />
Francia. L’abside è opera dell’architetto<br />
Biagio Rossetti e nel catino<br />
absidale troviamo l’affresco<br />
del “Giudizio Universale”.<br />
Il campanile in marmo rosa e bianco<br />
è stato attribuito a Leon Battista<br />
Alberti. Vi è sepolto papa Urbano III<br />
Museo della Cattedrale<br />
Nella trecentesca ex chiesa di<br />
San Romano, a pochi passi dalla<br />
Cattedrale, sono esposte opere<br />
provenienti dallo stesso duomo,<br />
che spaziano dall’alto medioevo<br />
all’ottocento. Il museo conserva<br />
ancora l’antico chiostro intorno al<br />
quale sono state sistemate alcune<br />
sale espositive.<br />
Monastero del Corpus Domini<br />
Fondato nel 1406 conserva, nella<br />
sala del Coro, le tombe di alcuni<br />
estensi: Ercole II, Eleonora d’Aragona,<br />
Alfonso I e la sua seconda<br />
moglie, la celebre Lucrezia Borgia,<br />
Alfonso II, ultimo duca. Inoltre<br />
Eleonora, figlia di Alfonso I, e Lucrezia,<br />
figlia di Ercole II. Vi si conserva<br />
anche il corpo incorrotto di<br />
Santa Caterina de’ Vigri.<br />
La facciata in cotto conserva gli<br />
elementi decorativi originali, come<br />
il portale gotico sormontato<br />
da un piccolo rosone.<br />
La chiesa pubblica, decorata in<br />
epoca tardo barocca, propone<br />
sull’altare maggiore la pala con la<br />
Comunione degli apostoli di Giambettino<br />
Cignaroli (1768) e sul soffitto<br />
della navata l’affresco della<br />
Gloria di Santa Caterina Vigri di<br />
Giuseppe Ghedini (1770-1773).<br />
Castello Estense<br />
È il monumento più rappresentativo<br />
di Ferrara. Fu concepito alla<br />
fine del trecento come fortezza<br />
militare, ad opera dell’architetto<br />
Bartolino da Novara, A quel<br />
periodo risalgono la massiccia imponenza,<br />
il fossato, i ponti levatoi,<br />
le torri austere. Un passaggio coperto,<br />
ancora esistente, univa l’edificio<br />
militare al palazzo dei marchesi,<br />
oggi Palazzo Municipale.<br />
Con il passare dei secoli il castello<br />
divenne reggia signorile: fu<br />
abbellito e slanciato per divenire<br />
la magnifica residenza della corte,<br />
arricchito con le altane sopra le<br />
torri, i balconi di marmo, il cortile<br />
d’onore di linee cinquecentesche<br />
e i fastosi appartamenti affrescati,<br />
ancor oggi visitabili all’interno<br />
del percorso museale.<br />
Le imponenti torri, poste ai quattro<br />
angoli del Castello svettano<br />
ancora oggi sulla città, simbolo<br />
indelebile della grandezza e magnificenza<br />
della Famiglia D’Este: a<br />
sud-est la Torre Marchesana e a<br />
sud-ovest la Torre di San Paolo,<br />
a nord-ovest la Torre di Santa<br />
Caterina, a nord-est la splendida<br />
Torre dei Leoni, punto panoramico<br />
da cui ammirare la città.<br />
Palazzo Municipale<br />
Fu la prima dimora degli Estensi.<br />
26 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
La costruzione ha forma rettangolare,<br />
edificata su quattro lati.<br />
La parte di facciata che si trova di<br />
fronte al Duomo è un rifacimento<br />
in stile medievale degli anni 1925-<br />
28. In quell’occasione si costruì<br />
anche la Torre della Vittoria, sotto<br />
la quale si trova la scultura La<br />
Vittoria del Piave (1918) di Arrigo<br />
Minerbi. Originale è il Volto del<br />
Cavallo, il grande arco che porta<br />
alla Piazzetta Municipale: è fiancheggiato<br />
dai due monumenti di<br />
Nicolò III d’Este a cavallo e del<br />
Duca Borso in faldistorio. Sono<br />
originali anche la colonna e l’arco<br />
che li sorreggono, attribuiti<br />
a Leon Battista Alberti, mentre<br />
le statue sono copie che hanno<br />
sostituito gli originali, distrutti durante<br />
l’occupazione napoleonica.<br />
Il lato destro presenta ancora le<br />
finestre marmoree dell’appartamento<br />
estense. Entrando nella<br />
Piazzetta, si vede di fronte un loggiato<br />
rinascimentale. Il cortile interno,<br />
una volta adibito a cortile ducale,<br />
vede campeggiare lo Scalone<br />
d’onore, imponente scalinata con<br />
cupola cinquecentesca. Da vedere<br />
anche il Camerino delle Duchesse,<br />
un piccolo ambiente concepito,<br />
forse, per Eleonora e Lucrezia d’Este,<br />
splendidamente decorato nella<br />
seconda metà del ‘500, e la Sala<br />
dell’Arengo, affrescata tra il 1934 e il<br />
1938 da Achille Funi.<br />
Palazzo dei Diamanti<br />
Importante struttura architettonica<br />
che ospita mostre e la Pinacoteca<br />
Nazionale. La particolarità<br />
del palazzo, da cui deriva il nome,<br />
è la sua composizione esterna:<br />
8.500 blocchi di marmo bianco<br />
e rosa a forma di punta di diamante<br />
ne coprono le due facciate.<br />
L’architetto Biagio Rossetti ne<br />
fece un capolavoro urbanistico,<br />
soprattutto ponendo la decorazione<br />
principale sull’angolo: un<br />
artificio destinato a sottolineare<br />
l’importanza dell’incrocio e a fare<br />
dell’edificio un’opera del tutto<br />
originale, creata per la veduta<br />
prospettica anziché di facciata.<br />
L’angolo, infatti, è impreziosito da<br />
due splendide candelabre scolpite<br />
da Gabriele Frisoni e da un grazioso<br />
balconcino, di poco posteriore,<br />
che accentua la direttrice visiva<br />
verso la vicina Piazza Ariostea. La<br />
struttura interna si sviluppa su tre<br />
ali, con una pianta a U originariamente<br />
simmetrica, ma alterata dai<br />
rifacimenti successivi.<br />
Palazzo Schifanoia<br />
Vera delizia cittadina, era antica<br />
dimora di svago della famiglia<br />
estense da cui il nome che significa<br />
“schivare la noia”. Il palazzo, la<br />
cui costruzione iniziò alla fine del<br />
Trecento, ospita il Salone dei Mesi,<br />
decorato con un ciclo di affreschi<br />
fra i più rappresentativi del XVI<br />
secolo. La facciata, un tempo coronata<br />
di merli e affrescata a finti<br />
marmi policromi, è caratterizzata<br />
da un elegante portale marmoreo<br />
disegnato da Francesco del Cossa.<br />
Il palazzo ospita le collezioni<br />
dei Musei Civici d’Arte Antica,<br />
le cui ricche raccolte sono distribuite<br />
nell’ala tardo trecentesca<br />
dell’edificio e nelle sale del Quattrocento:<br />
si tratta di un interessante<br />
nucleo di ceramica greca,<br />
etrusca e romana, di una consistente<br />
collezione numismatica,<br />
degli straordinari codici miniati<br />
(come la Bibbia della Certosa decorata<br />
da Gugliemo Giraldi), della<br />
collezione di avori e di quella di<br />
bronzi e placchette.<br />
(www.comune.fe.it/index.<br />
phtml?id=243 - www.ferraraterraeacqua.it/)<br />
Nella foto:<br />
Cappella di Santa Caterina de’<br />
Vigri nel Monastero del Corpus<br />
Domini a Ferrara<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 27
VOLONTARI PER INSEGNARE<br />
L’ITALIANO AGLI IMMIGRATI<br />
del 12,6%.<br />
La Regione Lazio, molto impegnata<br />
nel volontariato, offre un<br />
gran numero di progetti per il sostegno<br />
allo studio della lingua italiana<br />
L2, soprattutto attraverso le<br />
Scuolemigranti, che sono una realtà<br />
sul territorio, con più di cento<br />
aderenti e circa 800 volontari, attivi<br />
e presenti in tutte le province<br />
della regione.<br />
Nel 2013, secondo quanto scritto<br />
sul sito www.volontariato.lazio.it,<br />
hanno frequentato i corsi di italiano<br />
per adulti circa 12.000 stranieri.<br />
Invece, i laboratori di italiano nelle<br />
scuole sono stati seguiti da 590<br />
alunni non italofoni. Un migliaio di<br />
bambini e ragazzi hanno partecidi<br />
Angelo Franchitto<br />
I<br />
l volontariato nel Lazio è<br />
in crescita negli ultimi anni.<br />
Lo dichiara un articolo<br />
del blog vita.it del 29 luglio<br />
2014, riportando quanto dichiarato<br />
dai Centri di Servizio per il Volontariato<br />
Cesv e Spes che hanno<br />
anche mostrato il loro sostegno<br />
a oltre 2mila associazioni nel Lazio<br />
cui sono stati forniti dei servizi.<br />
Soprattutto (ben 1.300) sono<br />
state le associazioni che hanno<br />
sede a Roma e provincia.<br />
Il trend in generale aumento del<br />
volontariato nel Lazio è confermato<br />
anche dai dati Istat con percentuali<br />
del 13,7% di popolazione<br />
impegnata in attività di volontariato,<br />
contro una media nazionale<br />
pato a laboratori di intercultura,<br />
doposcuola e centri di aggregazione<br />
giovanile.<br />
Questi risultati sono stati raggiunti<br />
grazie al lavoro delle associazioni<br />
in Rete su tutto il territorio laziale,<br />
le quali accolgono volontari<br />
disposti ad offre il proprio tempo<br />
e le proprie competenze, per<br />
impegnarsi in una collaborazione<br />
gratuita dando la propria disponibilità<br />
per una stagione intera.<br />
La continuità, infatti, è la condizione<br />
fondamentale per riuscire<br />
a garantire una certa efficacia e<br />
ottenere risultati.<br />
I volontari costruiscono nel tempo<br />
quel rapporto docente-discenti<br />
basato sull’instaurazione di<br />
28 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
una certa fiducia, che serve per<br />
facilitare il lavoro del docente e<br />
l’apprendimento dei discenti.<br />
In modo particolare, sono le scuole<br />
a beneficiare maggiormente<br />
del servizio offerto dalle associazioni<br />
di volontariato e dal lavoro<br />
dei volontari stessi. Le associazioni<br />
creano rapporti con le scuole,<br />
alle quali si chiede ospitalità per<br />
avere uno spazio fisico dove operare.<br />
In cambio le scuole ricevono<br />
la garanzia che le persone che<br />
operano nel progetto di lingua<br />
italiana L2 hanno professionalità<br />
e garantiscono responsabilità.<br />
Per prima cosa l’associazione propone<br />
un progetto di insegnamento<br />
della lingua italiana e lo promuove<br />
sul proprio sito internet e<br />
sui social network, per farlo conoscere<br />
ai potenziali volontari.<br />
I giovani e gli adulti interessati al<br />
progetto, nello scegliere l’associazione<br />
con cui collaborare, valutano<br />
generalmente:<br />
- la vicinanza geografica, scegliendo<br />
la scuola più vicina a sé;<br />
- il grado di interesse alle attività<br />
proposte, scegliendo di fare le<br />
attività che più piacciono, per cui<br />
ci si sente maggiormente portati,<br />
quelle che hanno maggiore affinità<br />
con le proprie inclinazioni;<br />
- la possibilità di migliorare le proprie<br />
conoscenze e competenze,<br />
scegliendo di fare quelle attività<br />
che possano incrementare il proprio<br />
curriculum vitae.<br />
Il volontario è una persona che<br />
svolge una professione (in questo<br />
caso è un insegnante di lingua italiana<br />
per stranieri), investendo il<br />
proprio tempo, mettendo in atto<br />
metodologie didattiche e pedagogiche,<br />
mettendo la propria conoscenza<br />
e competenza al servizio di<br />
altre persone in maniera gratuita<br />
Quando si svolge un lavoro si dovrebbe<br />
ricevere un giusto compenso<br />
economico. Purtroppo oggi<br />
il lavoro è una meta, un traguardo,<br />
difficile da raggiungere.<br />
I datori di lavoro chiedono garanzie<br />
quali:<br />
- titolo di studio;<br />
- formazione;<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 29
- tirocini;<br />
- stage.<br />
Soprattutto, ai neolaureati, si<br />
chiede “esperienza”. Allora i giovani,<br />
ma anche gli adulti che hanno<br />
lavorato per diversi anni e non<br />
hanno diversificato la propria<br />
esperienza formativa, cercano di<br />
fare volontariato con l’obiettivo<br />
di acquisire l’esperienza necessaria<br />
da poter presentare nella prospettiva<br />
di un lavoro futuro.<br />
Le associazioni di volontariato,<br />
dal canto loro, cercano di promuovere<br />
la formazione dei propri<br />
volontari e si convenzionano<br />
con le università per realizzare<br />
anche tirocini.<br />
Esistono associazioni di volontariato<br />
che cercano, come insegnanti<br />
di italiano per stranieri,<br />
tirocinanti DITALS, disponibili a<br />
lavorare in veste di volontari nelle<br />
scuole con i migranti, offrendo<br />
loro crediti formativi, attestati,<br />
sconti sull’acquisto di testi di didattica<br />
italiana L2.<br />
Negli ultimi anni, gli Istituti Comprensivi<br />
hanno aumentato notevolmente<br />
il loro interesse per le<br />
attività dei volontari e i progetti<br />
di lingua italiana L2, visto l’incremento<br />
di presenze di alunni stranieri<br />
di recente immigrazione.<br />
In particolare, nel quinquennio<br />
2010- 2014, il numero degli alunni<br />
provenienti dall’estero è cresciuto<br />
a ritmi elevati, e quindi si sono<br />
resi necessari interventi sistematici,<br />
condivisi e coordinati per i tre<br />
ordini di scuola.<br />
Si registra la presenza di alunni stranieri<br />
eterogenei sia per nazionalità<br />
sia per livello di conoscenza della<br />
lingua italiana, i quali presentano<br />
problematiche differenti tra cui:<br />
• totale non conoscenza della<br />
lingua italiana;<br />
• conoscenza della L2 frammentaria<br />
e legata alle necessità<br />
della vita quotidiana;<br />
• limitate competenze lessicali,<br />
grammaticali e sintattiche;<br />
• difficoltà nello studio delle varie<br />
discipline;<br />
• difficoltà nell’inserimento e<br />
nell’integrazione;<br />
I progetti presentati dalle associazioni<br />
di volontariato perseguono<br />
l’obiettivo di educare alla convivenza,<br />
alla collaborazione e all’accoglienza.<br />
Nella scuola primaria e secondaria<br />
di primo grado, i volontari sono<br />
impegnati nell’agevolazione dell’inserimento<br />
degli alunni neoiscritti<br />
con attività mirate all’accoglienza,<br />
all’integrazione e alla prima conoscenza<br />
della lingua italiana.<br />
I volontari si impegnano a proporre,<br />
secondo le proprie competenze<br />
e possibilità, attività di<br />
sostegno e compensative, percorsi<br />
didattici specifici di rinforzo,<br />
recupero e consolidamento, sia<br />
per piccoli gruppi che individualmente.<br />
30 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 31
MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />
a cura di Fabrizio Capra<br />
Questa rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre in corso,<br />
ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo appesantire<br />
le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre (orari,<br />
biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica viene aggiornata<br />
ogni mese.<br />
MILANO<br />
Palazzo Reale<br />
(Piazza del Duomo 12)<br />
Umberto Boccioni (1882-1916).<br />
Genio e memoria<br />
dal 25 marzo al 3 luglio <strong>2016</strong><br />
Nella ricorrenza del primo centenario<br />
della morte di Umberto<br />
Boccioni (1882-1916), il Comune di<br />
Milano, Assessorato alla Cultura,<br />
intende celebrare la personalità<br />
dell’artista con una mostra di studio<br />
che ne evidenzi, alla luce anche<br />
di nuovi documenti, il percorso<br />
artistico e la levatura internazionale<br />
con particolare riguardo per<br />
la sua attività milanese, attraverso<br />
soprattutto la valorizzazione delle<br />
numerose opere conservate nei<br />
musei cittadini. La mostra, frutto<br />
di un lavoro di ricerca svolto dai<br />
musei civici e promossa dalla Soprintendenza<br />
del Castello Sforzesco<br />
in collaborazione con il Museo<br />
del Novecento e Palazzo Reale,<br />
presenta circa 300 opere tra disegni,<br />
dipinti, sculture, incisioni,<br />
fotografie d’epoca, libri, riviste e<br />
documenti ed è sostenuta da prestiti<br />
e collaborazioni d’importanti<br />
istituzioni museali e collezioni private<br />
italiane e straniere.<br />
Escher<br />
dal 29 luglio <strong>2016</strong> all’8 gennaio<br />
2017<br />
Partendo da suggestioni ancora<br />
di gusto Liberty, e senza tralasciare<br />
le importanti influenze dell’arte<br />
dell’amata Italia, Escher riuscì<br />
a elaborare un gusto figurativo<br />
assolutamente personale combinato<br />
con una sapienza grafica e<br />
tecnica di altissimo livello, che lo<br />
ha portato ad essere uno degli<br />
artisti più ammirati del Novecento.<br />
Forme impossibili, prospettive<br />
infinite, animali geometrizzati,<br />
spazi irreali affollano le composizioni<br />
di Escher, animate dal senso<br />
grafico non meno che dagli studi<br />
matematici e geometrici, creando<br />
opere geniali, poliedriche, divertenti<br />
e curiose.<br />
La mostra risulta essere un’ottima<br />
occasione per penetrare<br />
il mondo giocoso e complesso,<br />
simpatico e unico del grande artista,<br />
che con xilografie, litografie,<br />
32 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
disegni e acquarelli sonda al contempo<br />
spazi matematici e visioni<br />
artistiche.<br />
Mudec (via Tortona 56)<br />
www.mudec.it<br />
Joan Mirò. La forza della materia<br />
dal 25 marzo all’11 settembre <strong>2016</strong><br />
La mostra ripercorre l’intera produzione<br />
dell’artista catalano, divenuto<br />
famoso a livello mondiale<br />
per la leggerezza visiva delle sue<br />
opere, unita ad una profondità<br />
poetica di grande originalità.<br />
L’arte di Joan Mirò , sognante e<br />
quasi infantile all’apparenza, si lega<br />
in realtà con tutta una serie<br />
di suggestione diverse dell’arte<br />
del Novecento, fondendosi con<br />
quelle correnti d’avanguardia con<br />
cui Mirò era entrato in contatto<br />
dopo il suo trasferimento a Parigi.<br />
Gallerie d’Italia<br />
(piazza della Scala, 6)<br />
http://www.gallerieditalia.com/<br />
La bellezza ritrovata: Caravaggio,<br />
Rubens, Perugino, Lotto e<br />
altri 140 capolavori restaurati<br />
fino al 17 luglio <strong>2016</strong><br />
La mostra espone oltre 140 capolavori<br />
riportati al loro originario<br />
splendore dopo un’importante<br />
opera di restauro curata da Intesa<br />
San Paolo, e si profila come un<br />
vero e proprio viaggio nel tempo<br />
e nello spazio per ripercorrere<br />
l’evoluzione e le conquiste dell’arte,<br />
fornendo anche al visitatore<br />
una sempre utile riflessione sulla<br />
deperibilità e sulla fragilità del nostro<br />
patrimonio artistico e sulla<br />
conseguente necessità di una sua<br />
costante tutela e valorizzazione.<br />
Museo Diocesano<br />
(corso di Porta Ticinese 95)<br />
www.museodiocesano.it<br />
Antonio da Fabriano. La Madonna<br />
della Misericordia<br />
fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />
Per tutta la durata del Giubileo<br />
straordinario della Misericordia,<br />
voluto da papa Francesco, il Museo<br />
Diocesano ospita la Madonna della<br />
Misericordia di Antonio da Fabriano.<br />
Il dipinto, un olio e tempera su<br />
tavola, realizzato da maestro marchigiano<br />
intorno al 1470, è stato recentemente<br />
oggetto di un accurato<br />
intervento condotto dallo Studio di<br />
restauro Carlotta Beccaria & C.<br />
Pirelli Hangar Bicocca<br />
(via Chiese 2)<br />
www.hangarbicocca.org<br />
Carsten Höller. Doubt<br />
dal 7 aprile al 31 luglio <strong>2016</strong><br />
Laureato in Agronomia, Carsten<br />
Höller (1961, Bruxelles) si è spesso<br />
ispirato a ricerche e a sperimentazioni<br />
di ambito scientifico<br />
per esplorare e trasformare lo<br />
spazio espositivo, attraverso installazioni<br />
e sculture che sfidano<br />
Nella foto:<br />
Maurits Cornelis Escher,<br />
Mano con sfera riflettente.<br />
Mostra a Palazzo Reale, Milano.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 33
Da Giampietrino a Segantini.<br />
Dipinti della collezione Superti<br />
Furga<br />
fino al 26 giugno <strong>2016</strong><br />
Protagonisti ventiquattro capolavori<br />
dell’arte italiana, appartenenti<br />
alla vasta collezione del professor<br />
Ferdinando Superti Furga, collezione<br />
che si concentra in particolare<br />
sulla pittura italiana tra la fine<br />
del XIV e l’inizio del XVI secolo<br />
e che non segue criteri precisi di<br />
raggruppamento se non la curiosità<br />
e la passione del collezionista.<br />
Dal Rinascimento ai Leonardeschi,<br />
dal Manierismo al Naturalismo, dal<br />
Romanticismo alla Scapigliatura,<br />
dal Verismo al Divisionismo.<br />
TORINO<br />
la percezione dello spettatore e<br />
che mettono in discussione l’idea<br />
stessa di arte.<br />
“Doubt” presenta una ricca selezione<br />
di opere storiche e di<br />
nuove produzioni che alterano<br />
le sensazioni fisiche e psicologiche<br />
del pubblico e che scardinano<br />
le certezze del mondo che li<br />
circonda.<br />
Galleria Gammanzoni<br />
via A. Manzoni, 45)<br />
http://www.gammanzoni.com/<br />
Mosè Bianchi. La Milano scomparsa<br />
fino al 26 giugno <strong>2016</strong><br />
La prima importante mostra monografica<br />
che Milano dedica a<br />
uno dei protagonisti della pittura<br />
lombarda dell’Ottocento, le cui<br />
opere impreziosiscono le raccolte<br />
dei principali musei cittadini dalla<br />
Galleria d’Arte Moderna alla Pinacoteca<br />
di Brera, dalla Pinacoteca<br />
Ambrosiana alle Gallerie d’Italia<br />
PAVIA<br />
Scuderie Castello Visconteo<br />
(Viale XI Febbraio, 35)<br />
http://www.museicivici.pavia.it<br />
Palazzo Madama<br />
(Piazza Castello)<br />
http://www.palazzomadamatorino.it/<br />
Da Poussin agli impressionisti.<br />
Tre secoli di pittura francese<br />
dall’Ermitage<br />
fino al 4 luglio <strong>2016</strong><br />
Attingendo alle vaste raccolte dell’<br />
Ermitage di San Pietroburgo, una<br />
grande mostra con oltre settanta<br />
dipinti che illustrano la storia<br />
dell’arte francese dall’avvento delle<br />
accademie fino alla nuova libertà<br />
della pittura en plein air proposta<br />
Mosé Bianchi,<br />
Uscita dalla chiersa.<br />
Mostra alla Galleria Gammanzoni, Torino<br />
Foto a destra:<br />
Una foto di Elliot Erwitt.<br />
Mostra al Forte di Bard (AO).<br />
34 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
dagliimpressionisti. Un itinerario<br />
inedito che va dai fasti di corte del<br />
Re Sole e di Madame de Pompadour<br />
fino alla vigilia dell’avanguardia,<br />
dove si intrecciano tutti i grandi<br />
temi della pittura moderna: dai<br />
soggetti sacri a quelli mitologici,<br />
dalla natura morta al ritratto, dal<br />
paesaggio alla scena di genere.<br />
Museo Egizio<br />
(via Accademia delle Scienze, 6)<br />
www.museoegizio.it<br />
Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto<br />
nel mondo Romano<br />
fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />
Dall’Egitto faraonico all’Italia Romana:<br />
un viaggio che ha come<br />
sfondo il Mediterraneo e come<br />
protagonisti oggetti e immagini<br />
che dalle rive del Nilo hanno toccato<br />
nuove terre, incontrato culture<br />
diverse e sono giunti sino a noi.<br />
Partendo da Alessandria d’Egitto,<br />
passando dalla greca Delo e approdando<br />
a Pozzuoli, in Campania,<br />
seguiamo l’evoluzione di culti e<br />
motivi iconografici egizi. Il percorso<br />
espositivo si sofferma in particolare<br />
sui siti campani di Pozzuoli, Cuma<br />
e Benevento, con un approfondimento<br />
su Pompei e Ercolano.<br />
VENARIA REALE (TO)<br />
Reggia di Venaria<br />
(Piazza della Repubblica, 4)<br />
www.lavenaria.it<br />
Il mondo di Steve McCurry<br />
dal 2 aprile al 2 ottobre <strong>2016</strong><br />
Steve McCurry è uno dei più grandi<br />
maestri della fotografia contemporanea,<br />
punto di riferimento per<br />
un larghissimo pubblico, soprattutto<br />
di giovani, che nelle sue fotografie<br />
riconoscono un modo di<br />
guardare il nostro tempo e, in un<br />
certo senso, “si riconoscono”.<br />
In ogni scatto di Steve McCurry è<br />
racchiuso un complesso universo<br />
di esperienze e di emozioni, molte<br />
delle sue immagini, a partire dal<br />
ritratto di Sharbat Gula, sono diventate<br />
delle vere e proprie ico-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 35
ne, conosciute in<br />
tutto il mondo.<br />
La mostra comprende<br />
circa<br />
250 tra le fotografie<br />
più famose,<br />
scattate nel<br />
corso della sua<br />
trentennale carriera,<br />
ma anche<br />
alcuni dei suoi<br />
lavori più recenti<br />
e altre foto<br />
non ancora pubblicate nei suoi<br />
numerosi libri. Il percorso espositivo<br />
propone un lungo viaggio<br />
nel mondo di McCurry, dall’Afganistan<br />
all’India, dal Sudest asiatico<br />
all’Africa, da Cuba agli Stati<br />
Uniti, dal Brasile all’Italia, attraverso<br />
il suo vasto e affascinante<br />
repertorio di immagini.<br />
GENOVA<br />
Palazzo Ducale<br />
(piazza Matteotti 9)<br />
www.palazzoducale.genova.it<br />
Sebastião Salgado. Genesi<br />
fino al 26 giugno <strong>2016</strong><br />
Uno sguardo appassionato, teso<br />
a sottolineare la necessità di salvaguardare<br />
il nostro pianeta, di<br />
cambiare il nostro stile di vita, di<br />
assumere nuovi comportamenti<br />
più rispettosi della natura e di<br />
quanto ci circonda, di conquistare<br />
una nuova armonia. Il mondo<br />
come era, il mondo come è.<br />
Foto sopra:<br />
Marc Chagall, La vie.<br />
Mostra al Forte di Bard (AO)<br />
La terra come risorsa magnifica<br />
da contemplare, conoscere,<br />
amare. Questo è lo scopo e il<br />
valore dell’ultimo straordinario<br />
progetto di Sebastião Salgado.<br />
In mostra oltre duecento fotografie<br />
eccezionali: dalle foreste<br />
tropicali dell’Amazzonia, del Congo,<br />
dell’Indonesia e della Nuova<br />
Guinea ai ghiacciai dell’Antartide,<br />
dalla taiga dell’Alaska ai deserti<br />
dell’America e dell’Africa fino ad<br />
arrivare alle montagne dell’America,<br />
del Cile e della Siberia. Genesi<br />
è un viaggio fotografico nei<br />
cinque continenti per documentare,<br />
con immagini in un bianco<br />
e nero di grande incanto, la rara<br />
bellezza del nostro principale patrimonio,<br />
unico e prezioso: il nostro<br />
pianeta.<br />
Museo di Sant’Agostino<br />
(piazza Sarzano 35R)<br />
www.palazzodellameridiana.it<br />
Genova nel Medioevo. Una capitale<br />
del Mediterraneo al tempo<br />
degli Embriaci<br />
fino al 26 giugno <strong>2016</strong><br />
Per la prima volta una mostra<br />
sul Medioevo genovese: i commerci,<br />
le lotte per la supremazia<br />
sul Mediterraneo, la produzione<br />
artistica, la vita privata di potenti<br />
famiglie di mercanti e guerrieri,<br />
come gli Embriaci, divenuti signori<br />
di Jbeil nell’odierno Libano, le immense<br />
ricchezze, i rapporti con Bisanzio<br />
e con il mondo islamico che<br />
hanno reso la Repubblica una vera<br />
porta tra Oriente e Occidente.<br />
BARD (AO)<br />
Forte di Bard<br />
www.fortedibard.it<br />
Elliot Erwitt. Retrospective<br />
dall’11 giugno al 13 novembre <strong>2016</strong><br />
La mostra è realizzata in collaborazione<br />
con Magnum Photos Paris,<br />
dedicata all’immensa opera fotografica<br />
di Elliott Erwitt, uno dei<br />
più importanti fotografi del nostro<br />
tempo, nato a Parigi nel 1928, cresciuto<br />
in Italia e vissuto negli Stati<br />
Uniti. Le immagini sono state selezionate<br />
fra le più significative e iconiche<br />
della sua immensa produzione<br />
e coprono un arco temporale<br />
che va dal 1948 al 2005.<br />
36 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Marc Chagall. La vie<br />
dal 25 giugno al 13 novembre<br />
<strong>2016</strong><br />
La proposta culturale estiva<br />
del Forte culminerà con<br />
la mostra dedicata alla<br />
vocazione poetica del<br />
grande artista russo.<br />
Il percorso espositivo<br />
prende il nome e<br />
ruota intorno all’opera<br />
La vie, eccezionalmente<br />
concessa in prestito dalla<br />
Fondation Marguerite et<br />
Aimé Maeght di Saint-Paulde-Vence,<br />
che ha partecipato<br />
all’organizzazione della mostra<br />
insieme al Museo Picasso di<br />
Münster e il Comitato Chagall<br />
di Parigi. Questo imponente<br />
olio su tela, realizzato<br />
nel 1964, riunisce in<br />
sé la maggior parte<br />
dei temi che caratterizzano<br />
la produzione<br />
artistica di Chagall. La<br />
mostra propone ai visitatori<br />
una scelta di dipinti, acquerelli,<br />
gouaches, litografie, ceramiche,<br />
tappezzerie, oltre a un approccio<br />
sensoriale legato al piacere<br />
delle forme, dei colori e della<br />
poesia, con l’obiettivo di avvicinare<br />
il pubblico alla visione<br />
artistica di Chagall, quella di un<br />
universo riconciliato grazie alla<br />
vita, all’amore e all’arte.<br />
VENEZIA<br />
Museo Correr<br />
(San Marco 52)<br />
www.correr.visitmuve.it<br />
Ippolito Caffi 1809-1866. Tra<br />
Venezie e l’Oriente<br />
fino all’8 gennaio 2017<br />
A 150 anni dalla morte del grande<br />
artista bellunese, la Fondazione<br />
Musei Civici di Venezia espone per<br />
la prima volta l’intero corpus di dipinti<br />
di Ippolito Caffi, il più innovativo<br />
e originale vedutista dell’Ottocento<br />
italiano. Al Museo Correr<br />
è possibile visitare la più completa<br />
raccolta del percorso artistico<br />
di un pittore del XIX secolo, che<br />
fu viaggiatore instancabile per inquietudine<br />
personale e desiderio<br />
di conoscenza.<br />
Palazzo Mocenigo<br />
(Santa Croce 1992)<br />
http://mocenigo.visitmuve.it/<br />
Dialoghi inediti tra Vetro e<br />
Profumo<br />
fino al 25 settembre<br />
<strong>2016</strong><br />
Il museo di Palazzo<br />
Mocenigo – Centro<br />
Studi di Storia del Tessuto<br />
e del Costume, che<br />
racchiude nel suo itinerario<br />
espositivo un originale<br />
e ricercato percorso<br />
dedicato al profumo e alle<br />
essenze, è il fulcro di un progetto<br />
inedito e sfaccettato sulla<br />
storia delle manifatture del vetro<br />
e del profumo, oggi più<br />
che mai prodotti artistici<br />
che assurgono a matrici<br />
identitarie di Venezia.<br />
Una decina di pezzi<br />
unici da collezione,<br />
creati dai maestri vetrai<br />
e designers del vetro, “dialogheranno”<br />
con altrettante<br />
fragranze esclusive create ad hoc<br />
dai maestri profumieri di Mavive,<br />
in un’affascinante esposizione che<br />
racconterà quell’intensa relazione<br />
che ha legato attraverso i secoli le<br />
eccellenze artigianali e artistiche<br />
del vetro di Murano e del profumo<br />
a Venezia.<br />
Uovo da profumo,<br />
Contenitore in vetro colorato con montatura<br />
in bronzo per due flaconi, decorato<br />
con pietrine di vetro,Francia, 1920-1930,<br />
Collezione Storp.<br />
Mostra a Palazzo Mocenigo, Venezia..<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 37
A sinistra:<br />
Vassili Kandinsky, Composition VIII, 1923<br />
Mostra a Palazzo Strozzi, Firenze.<br />
Peggy Guggenheim Museum<br />
(Dorsoduro 704)<br />
http://www.guggenheim-venice.it/<br />
IMAGINE. Nuove immagini<br />
nell’arte italiana 1960-1969<br />
fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />
Un’inedita quanto originale lettura<br />
dell’arte italiana attraverso gli<br />
anni ’60, che intende analizzare<br />
la nascita della nuova immagine.<br />
Nell’Italia dei primi anni sessanta,<br />
al culmine del miracolo economico,<br />
le sperimentazioni artistiche<br />
si susseguono, si mescolano e si<br />
intrecciano con rapidità e intensità<br />
straordinarie. Proprio alla ricchezza<br />
propositiva ed eterogenea<br />
di questo decennio è dedicata<br />
questa mostra, che si offre come<br />
una possibile lettura della varietà<br />
degli aspetti di quella vitalità<br />
creativa. È infatti il tema dell’immagine<br />
il fil rouge di un percorso<br />
che si snoda attraverso sguardi e<br />
prospettive originali e che, prendendo<br />
avvio dal superamento del<br />
monocromo, analizza la nascita di<br />
un nuovo linguaggio rappresentativo<br />
di un momento meno noto e<br />
approfondito dell’arte italiana.<br />
Casa dei tre oci<br />
(Dorsoduro, 3488/U)<br />
www.treoci.org<br />
Helmut Newton. Fotografie<br />
(White women/Sleepless nights/<br />
Big Nudes)<br />
dal 7 aprile al 7 agosto <strong>2016</strong><br />
L’esposizione, curata da Matthias<br />
Harder e Denis Curti, organizzata<br />
da Civita Tre Venezie in collaborazione<br />
con la Helmut Newton<br />
Foundation, è frutto di un progetto,<br />
nato nel 2011 per volontà di<br />
June Newton, vedova del grande<br />
fotografo.<br />
La rassegna raccoglie le immagini<br />
di White Women, Sleepless Nights<br />
e Big Nudes, i primi tre libri di<br />
Newton pubblicati alla fine degli<br />
anni ‘70, volumi oggi considerati<br />
leggendari e gli unici curati dallo<br />
stesso Newton.<br />
Nel selezionare le fotografie<br />
Newton mette in sequenza, l’uno<br />
accanto all’altro, gli scatti compiuti<br />
per committenza con quelli realizzati<br />
liberamente per se stesso,<br />
costruendo una narrazione in cui<br />
la ricerca dello stile, la scoperta<br />
del gesto elegante sottendono<br />
l’esistenza di una realtà ulteriore,<br />
di una vicenda che sta allo spettatore<br />
interpretare.<br />
BASSANO DEL GRAPPA (VI)<br />
Museo Civico<br />
(piazza Garibaldi, 34)<br />
www.comune.bassano.vi.it<br />
Il magnifico guerriero<br />
fino al 19 gennaio 2017<br />
38 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
dialogo tra artisti europei e americani.<br />
Realizzare questa straordinaria<br />
mostra a Firenze significa anche<br />
celebrare un legame speciale che<br />
riporta indietro nel tempo. Un<br />
eccezionale confronto tra opere<br />
fondamentali di maestri europei<br />
dell’arte moderna come Marcel<br />
Duchamp, Max Ernst, Man Ray<br />
e dei cosiddetti informali europei<br />
come Alberto Burri, Emilio Vedova,<br />
Jean Dubuffet, Lucio Fontana,<br />
insieme a grandi dipinti e sculture<br />
di alcune delle maggiori personalità<br />
dell’arte americana degli anni<br />
cinquanta e sessanta come Jackson<br />
Pollock, Mark Rothko, Willem de<br />
Kooning, Alexander Calder, Roy<br />
Lichtenstein, Cy Twombly.<br />
BOLOGNA<br />
Di ritratti di Jacopo Bassano se<br />
ne conoscono pochi, tutti molto<br />
belli. “Il Magnifico Guerriero”, o più<br />
esattamente “Il ritratto di uomo in<br />
armi” rappresenta un affascinate<br />
nobiluomo dalla fulva, curatissima<br />
barba. Non un giovane ma<br />
un uomo maturo, certo aduso al<br />
comando ma soprattutto ad una<br />
vita raffinata lontano dai campi<br />
di battaglia. Indossa una preziosa<br />
corazza alla moda dell’epoca,<br />
che lo costringe, ma che non riesce<br />
ad ingabbiare la sua grazia e<br />
la sua flessibilità. Le lunghe dita,<br />
curate e perfette, non sembrano<br />
le più adatte a menar fendenti,<br />
così come il suo spadino di ferro<br />
e oro sembra più da parata che<br />
da battaglia.<br />
FIRENZE<br />
Palazzo Strozzi<br />
(piazza degli Strozzi)<br />
www.palazzostrozzi.org<br />
Da Kandinsky a Pollock. La<br />
grande arte dei Guggenheim<br />
dal 19 marzo al 24 luglio <strong>2016</strong><br />
Dedicare una mostra alle collezioni<br />
Guggenheim significa raccontare<br />
a ritmo serrato la nascita<br />
delle neoavanguardie del secondo<br />
dopoguerra in un fitto e costante<br />
Museo Civico Archeologico<br />
(via dell’Archiginnasio 2)<br />
Egitto. Splendore millenario.<br />
Capolavori da Leiden a Bologna<br />
fino al 17 luglio <strong>2016</strong><br />
www.mostraegitto.it<br />
La mostra “Egitto. Splendore millenario.<br />
Capolavori da Leiden a Bologna”<br />
è un’esposizione di fortissimo<br />
impatto visivo e scientifico e anche<br />
un’operazione che non ha precedenti<br />
nel panorama internazionale:<br />
la collezione egiziana del Museo<br />
Nazionale di Antichità di Leiden in<br />
Olanda - una delle prime dieci al<br />
mondo - e quella di Bologna - tra<br />
le prime in Italia per numero, qualità<br />
e stato conservativo dei suoi<br />
oggetti - danno vita a un percorso<br />
espositivo di circa 1.700 metri quadrati<br />
di arte e storia. Dall’Olanda<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 39
Anton Buschelberger,<br />
Ballerine di Charleston. Porcellana.<br />
Germania, XX secolo.<br />
Mostra al MIC di Faenza.<br />
sono esposti 500 reperti, databili<br />
dal Periodo Predinastico all’ Epoca<br />
Romana e importanti prestiti giungeranno<br />
dal Museo Egizio di Torino<br />
e dal Museo Egizio di Firenze.<br />
FAENZA (RA)<br />
MIC Museo Internazionale<br />
delle Ceramiche<br />
(viale Beccarini, 19)<br />
http://www.micfaenza.org/<br />
Stili di vita europei attraverso<br />
la ceramica. Dal Barocco ai<br />
giorni nostri<br />
dal 23 aprile all’11 settembre <strong>2016</strong><br />
Un’esplorazione della ceramica<br />
nel tempo, nei diversi contesti geografici<br />
storici e culturali, che evidenzia<br />
le grandi possibilità offerte<br />
dalla ceramica e i risultati da essa<br />
raggiunti in Europa. La mostra si<br />
prefigge obiettivi fondamentali:<br />
raccontare una storia di popoli e<br />
culture, attrarre l’attenzione di un<br />
pubblico sempre più vasto sulle<br />
tematiche della ceramica e offrire<br />
alla produzione attuale nuovi stimoli<br />
creativi.<br />
FORLÌ<br />
Piero della Francesca<br />
indagine su un mito<br />
Scuderie del Quirinale<br />
(via XXIV maggio 16)<br />
www.scuderiequirinale.it<br />
Correggio e Parmigianino. Arte<br />
a Parma nel Cinquecento<br />
fino al 30 giugno <strong>2016</strong><br />
La mostra presenterà al pubblico<br />
la straordinaria stagione dell´arte<br />
parmense della prima metà del<br />
cinquecento, mostrando come la<br />
grande arte del Rinascimento italiano<br />
non si limitò esclusivamen-<br />
ro_della_francesca_indagine_su_un_mito/<br />
fino al 28 giugno <strong>2016</strong><br />
L’affascinante rispecchiamento<br />
tra critica e<br />
arte, tra ricerca storiografica<br />
e produzione<br />
artistica nell’arco di<br />
più di cinque secoli<br />
è il tema della<br />
mostra Piero della<br />
Francesca. Indagine<br />
su un mito.<br />
Alcuni dipinti<br />
di Piero,<br />
scelti per<br />
tracciare i<br />
termini<br />
della sua<br />
riscoperta,<br />
costituisco-<br />
no il<br />
cuore dell’esposizione.<br />
Accanto ad essi figurano<br />
in mostra opere dei più grandi<br />
artisti del Rinascimento, che consentono<br />
di definirne la formazione<br />
e poi il ruolo sulla pittura<br />
successiva.<br />
PERUGIA<br />
Palazzo Lippi Assandri<br />
(corso Vannucci, 39)<br />
www.fondazionecariperugiaarte.it/<br />
I Tesori della Fondazione Cassa<br />
di Risparmio di Perugia e il cara-<br />
ROMA<br />
Musei San Domenico<br />
(piazza Guido da Montefeltro, 12)<br />
www.mostrefondazioneforli.it/it/pieva<br />
g g i -<br />
smo nelle<br />
collezioni di Perugia<br />
fino al 20 novembre<br />
<strong>2016</strong><br />
Si tratta di oltre 50<br />
dipinti di grande rilievo,<br />
rappresentativi<br />
non solo delle esperienze<br />
artistiche che<br />
si affermano in Umbria<br />
nell’arco di<br />
quattro secoli, dal<br />
Trecento al Settecento,<br />
ma<br />
anche di altri<br />
aspetti della<br />
cultura figurativa<br />
italiana<br />
dal Rinascimento<br />
al<br />
Barocco.<br />
40 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
te al perimetro dei tre principali<br />
centri di Firenze, Venezia e Roma.<br />
Ara Pacis<br />
(Lungotevere in Augusta, ang. via Tomacelli)<br />
http://www.arapacis.it<br />
Domon Ken<br />
dal 27 maggio al 18 settembre <strong>2016</strong><br />
Monografica dedicata a uno dei<br />
fotografi più importanti della<br />
storia della fotografia moderna<br />
giapponese, che espone per la<br />
prima volta fuori dai confini del<br />
Giappone. Domon Ken (1909-<br />
1990) è considerato il maestro<br />
del realismo. In mostra circa 150<br />
fotografie, in bianco e nero e a<br />
colori, realizzate tra gli anni Venti<br />
e gli anni Settanta del ‘900, che<br />
raccontano il percorso di ricerca<br />
verso il realismo sociale.<br />
Chiostro del Bramante<br />
(via Arco della Pace 5)<br />
http://chiostrodelbramante.it<br />
Andy Wharol<br />
dal 25 marzo al 25 giugno <strong>2016</strong><br />
Pittore, scultore, regista, produttore<br />
cinematografico, direttore<br />
della fotografia, attore, sceneggiatore<br />
e montatore statunitense,<br />
è stato una figura predominante<br />
del movimento della Pop<br />
Art e tra gli artisti più influenti<br />
del XX secolo.<br />
I macchiaioli. Le collezioni svelate<br />
fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />
In mostra oltre 110 opere che<br />
rappresentano la punta di diamante<br />
di ricchissime raccolte di<br />
grandi mecenati dell’epoca, personaggi<br />
di straordinario interesse,<br />
accomunati dalla passione per<br />
la pittura, imprenditori e uomini<br />
d’affari innamorati della bellezza,<br />
senza i quali oggi non avremmo<br />
potuto ammirare questi capolavori.<br />
Talvolta donate dagli autori<br />
stessi e più spesso acquistate per<br />
sostenere gli amici pittori in difficili<br />
momenti, queste opere - in<br />
grado di assecondare il piacere<br />
Giovanni Fattori, Ciociara (Ritratto di<br />
Amalia Nollemberg)<br />
Mostra al Chiostro del Bramante, Roma.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 41
estetico e arricchire le più grandi<br />
quadrerie - sono diventate capolavori<br />
ricercati anche dai grandi<br />
intenditori d’arte dei nostri giorni.<br />
Santa Maria Antiqua<br />
(Foro Romano)<br />
www.archeoroma.beniculturali.it<br />
Santa Maria Antiqua. Tra Roma<br />
e Bisanzio<br />
fino all’11 settembre <strong>2016</strong><br />
Santa Maria Antiqua, la basilica nel<br />
Foro Romano scoperta nel 1900<br />
alle pendici del Palatino, dopo<br />
più di trent’anni è stata riaperta<br />
al pubblico. La chiesa conserva<br />
sulle sue pareti un patrimonio di<br />
pitture, databile dal VI al IX secolo,<br />
unico nel mondo cristiano del<br />
primo millennio. Resta un’eccezionale<br />
testimonianza nello sviluppo<br />
della pittura non solo romana, ma<br />
di tutto il mondo greco bizantino<br />
contemporaneo: l’iconoclastia<br />
cancellò infatti gran parte delle immagini<br />
sacre di quell’epoca. La riapertura<br />
della chiesa si accompagna<br />
alla mostra “Santa Maria Antiqua.<br />
Tra Roma e Bisanzio”, “mostra” del<br />
monumento stesso, perché gravita<br />
intorno al ruolo che l’edificio, con i<br />
suoi dipinti, ha giocato nell’area del<br />
Foro Romano post-classico cristianizzato<br />
e al rapporto con la Roma<br />
altomedioevale.<br />
NAPOLI<br />
Museo Archeologico Nazionale<br />
(piazza Museo, 19)<br />
Mito e Natura. Dalla Grecia a<br />
Pompei<br />
www.mostramitonatura.it/<br />
fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />
La mostra, rimodulata sui nuovi<br />
spazi che l’accolgono e impreziosita<br />
da ulteriori prestiti, racconta<br />
la natura nei suoi vari aspetti, in<br />
stretto rapporto con l’intervento<br />
dell’uomo. Comporre giardini era<br />
una vera arte, in stretto dialogo<br />
con le pareti affrescate e gli oggetti<br />
che arredavano gli ambienti.<br />
Santa Maria Antiqua, particolare.<br />
Mostra a Roma.<br />
42 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 43
Studio Vangi<br />
commercialisti in Modugno<br />
44 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />
via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />
www.studiovangi.it
PEPERONI ALLA SPAGNOLA <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 45
PEPERONI<br />
ALLA SPAGNOLA<br />
di Ornella Mirelli<br />
I<br />
l peperone è un ortaggio<br />
originario dell’America<br />
centro-meridionale,<br />
dove è coltivato da migliaia<br />
di anni. Gli Aztechi lo chiamavano<br />
chilli e ne conoscevano<br />
e coltivavano numerose varietà,<br />
sia dolci che piccanti. Ad introdurli<br />
in Europa pare che sia stato<br />
proprio Cristoforo Colombo<br />
che, alla ricerca di spezie pregiate<br />
e convinto di aver raggiunto le<br />
Indie, fu colpito dal peperoncino<br />
piccante scambiandolo per una<br />
varietà di pepe.<br />
In Europa, tuttavia, questo vegetale<br />
non ebbe immediata fortuna<br />
come alimento; Leonardo<br />
da Vinci, ad esempio, ne traeva<br />
pigmenti per i colori dei suoi affreschi,<br />
e in genere veniva utilizzato<br />
come pianta ornamentale.<br />
Solo verso la metà del 1500 il<br />
peperone comincia ad entrare<br />
nell’alimentazione, ma trova posto<br />
solo sulle mense popolari,<br />
per esempio nelle ricette napoletane<br />
come condimento della<br />
pasta, prima che il pomodoro ne<br />
prenda il posto. La letteratura gastronomica<br />
comincia a prenderlo<br />
in considerazione solo un secolo<br />
dopo: alla metà del 1600 Carlo<br />
Nascia, cuoco alla Corte dei Far-<br />
46 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
nese, lo propone con la cottura<br />
del tacchino nel suo ricettario “Li<br />
quattro bancheti”; Antonio Latini,<br />
scalco del reggente spagnolo<br />
del Viceregno di Napoli Esteban<br />
Carillo Salsedo, nel suo libro “Lo<br />
scalco alla moderna” del 1692, lo<br />
utilizza per insaporire le salse. Nel<br />
1773 Vincenzo Corrado, nel suo<br />
“Cuoco Galante”, qualifica ancora<br />
questo ortaggio come “cibo rustico<br />
e volgare” pur ammettendo<br />
che piace a molte persone, e bisogna<br />
giungere all’800 per trovare<br />
i peperoni sott’aceto di un’oste<br />
veronese addirittura sulla tavola<br />
di Napoleone, dell’imperatore<br />
D’Austria e del re di Napoli.<br />
Peperoni alla spagnola<br />
Ingredienti:<br />
4 grossi peperoni gialli<br />
10 pomodori datterini<br />
un fondo di olio extravergine<br />
Continua la collaborazione<br />
con <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> di<br />
Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />
blog di cucina del web.<br />
Ammodomio è all’indirizzo<br />
www.ammodomio.blogspot.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 47
uno spicchio di aglio (solo se piace)<br />
un mazzettino di basilico<br />
Lavare, asciugare e tagliare i peperoni<br />
a falde larghe, dopo averli<br />
privati dei semi e dei filamenti<br />
bianchi. Scaldare l’olio in una larga<br />
padella, con uno spicchio di aglio<br />
vestito e schiacciato nel palmo<br />
della mano. Appena l’olio sarà<br />
caldo, ma non bollente, togliere<br />
l’aglio e mettere i peperoni. Far<br />
andare a fuoco vivo per pochi minuti,<br />
salare e abbassare la fiamma.<br />
Coprire la padella con un coperchio<br />
e lasciare che i peperoni<br />
appassiscano perdendo il liquido<br />
di vegetazione. Solo quando saranno<br />
teneri e quasi cotti disporli<br />
lungo i bordi del tegame e aggiungere<br />
al centro i pomodorini<br />
spezzettati. Far andare a fuoco<br />
vivo per circa 10 minuti, schiacciando<br />
bene i pomodori con un<br />
cucchiaio di legno e mescolando.<br />
A cottura ultimata aggiustare di<br />
sale e unire il basilico spezzettato.<br />
I peperoni alla spagnola sono un<br />
ottimo contorno estivo che può<br />
essere servito tiepido o freddo,<br />
48 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
BENESSERE AL NATURALE<br />
Stress da prova costume<br />
Stiamo entrando nella stagione estiva, quando la prospettiva<br />
d’indossare il costume da bagno induce lo<br />
stress da “prova costume”. Recenti studi hanno stabilito<br />
che ne soffre la metà degli italiani. Ecco i consigli<br />
del sito “In A Bottle” che ha condotto uno studio su<br />
positivo.<br />
Giudizi – non dare troppo peso a quello che dicono<br />
gli altri, piacere a se stessi è più importante.<br />
Difetti – essere ironici riguardo i propri difetti: non<br />
prendersi troppo sul serio aiuta a trasformare una<br />
possibile debolezza in un punto di forza.<br />
Caffé contro il tumore<br />
Uno studio dell’American Association of Cancer Research<br />
afferma che bere caffè ogni giorno, anche solo<br />
una tazza, porterebbe a una netta diminuzione del<br />
rischio di contrarre il cancro al colon-retto. Responsabile<br />
di questo beneficio non è la caffeina ma una serie<br />
di sostanze contenute nel caffè: i polifenoli, che agirebbero<br />
da antiossidanti limitando la probabilità di crescita<br />
di eventuali cellule tumorali nel colon, le melanoidine,<br />
sostanze organiche macromolecolari che si creano durante<br />
il processo di tostatura e che favorirebbero la<br />
mobilità intestinale e i diterpeni, che difenderebbero<br />
questo tipo di stress.<br />
Regola del 5 a tavola – i pasti principali devono essere<br />
tre (colazione, pranzo, cena), ai quali si aggiungeranno<br />
uno spuntino al mattino e uno al pomeriggio.<br />
Verdure – devono essere presenti in ogni pasto principale.<br />
Legumi – almeno due volte a settimana con un contorno<br />
di verdure.<br />
Frutta – da consumare fresca, scegliendo sempre<br />
quella di stagione.<br />
Acqua – idratare il corpo è importante, quindi è opportuno<br />
bere ogni giorno 1,5-2 litri d’acqua, quantitativo<br />
variabile in base alla persona e al clima.<br />
Dolci – ne va limitato il consumo, assumendone solo<br />
a fine pasto o durante la colazione.<br />
Esercizio fisico – non bisogna esagerare, ma aumentare<br />
in maniera progressiva lo sforzo.<br />
Risultati – i primi risultati potrebbero non arrivare<br />
subito, pertanto è bene mantenere un approccio<br />
l’organismo dai danni ossidativi, contribuendo a prevenire<br />
il cancro. Sono comunque necessarie ulteriori<br />
ricerche, come uno dei ricercatori ha affermato, prima<br />
di affermare in modo definitivo che il consumo di caffè<br />
può avere valenza di misura preventiva.<br />
Aforisma del mese<br />
Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in<br />
cui devi vivere. (Jim Rohn)<br />
via S. Maria della Stella, 45 - 70010 Adelfia tel: 0804593669 www.vicodeifiori.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49
AMICONIGLIO ONLUS:<br />
UN CONIGLIO PER AMICO<br />
di Sabrina Rosa<br />
E<br />
bbene si, i dati Eurispes<br />
confermano che il coniglio<br />
è oggi il terzo animale<br />
per presenza nelle<br />
nostre case. Gigante o nano che<br />
sia, dunque, sempre più questo<br />
piccolo amico a quattro zampe<br />
condivide con noi le sue giornate,<br />
amato e coccolato, viziato e protetto,<br />
ma non solo.<br />
Infatti, proprio come gli altri animali<br />
domestici sempre più il coniglio<br />
(ed allo stesso modo le cavie<br />
peruviane) sta diventando vittima<br />
di abbandoni e di maltrattamenti,<br />
scomodo da portare in vacanza,<br />
ben poco propenso a comportarsi<br />
da peluche per i bambini, delicato<br />
e spesso costoso da curare.<br />
E, allora, che fare se ne troviamo<br />
uno? E se, invece, ne volessimo<br />
adottare uno a chi possiamo rivolgerci?<br />
E c’è qualcuno che si occupa<br />
dei conigli?<br />
Per avere risposte a tutte queste<br />
domande e a molte altre ancora,<br />
abbiamo deciso di conoscere più<br />
da vicino un’associazione di volontariato,<br />
che da anni opera in<br />
tale ambito: AmiCOniglio onlus.<br />
Ad aiutarci in questo viaggio è<br />
stato Fabio Marcone, Responsabile<br />
Ufficio Stampa, al quale vanno<br />
tutto il mio sincero ringraziamento,<br />
soprattutto per aver trovato<br />
tempo per incontrarci, malgrado<br />
i suoi tantissimi impegni.<br />
D. Mi fai una breve presentazione<br />
di AmiCOniglio?<br />
FB: AmiCOniglio è un’associazione<br />
Onlus che si occupa principalmente<br />
della tutela e del benessere del<br />
coniglio, recuperando conigli abbandonati<br />
e cercando loro una nuova<br />
famiglia. Non raramente gestisce<br />
anche altri animali affini ai conigli,<br />
come cavie (“porcellini d’india”),<br />
cincillà, gerbilli, citelli, ecc.<br />
Nel 2001 alcuni volontari appassionati<br />
di conigli decisero di organizzare<br />
il primo raduno nazionale a loro<br />
dedicato. Tale raduno prevedeva<br />
alcune conferenze sul coniglio che<br />
all’epoca non era assolutamente<br />
considerato come probabile animale<br />
da compagnia. Alcuni anni<br />
più tardi, vista la poca presenza<br />
di associazioni dedicate a questo<br />
animale, gli stessi volontari decise-<br />
50 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
o di fondare “AmiCOniglio” (cioè<br />
un Coniglio per Amico), dopo aver<br />
maturato negli anni precedenti una<br />
grande competenza sulla gestione<br />
dei conigli stessi.<br />
AmiCOniglio è una associazione<br />
strutturata per settore di attività<br />
(adozioni, adozioni a distanza,<br />
eventi, shopping, emergenze etc).<br />
Ogni attività ha un suo responsabile<br />
ed un suo gruppo di volontari che<br />
rispondono ad un indirizzo e-mail<br />
dedicato. A capo dell’associazione<br />
il direttivo, composto dal Presidente<br />
Amedeo, dal Vicepresidente Dario e<br />
da tre volontarie storiche - Maura ,<br />
Nicol e Marina .<br />
AmiConiglio opera principalmente<br />
e in maniera capillare sul territorio<br />
della regione Lazio. Ma spesso si<br />
trova ad operare al di fuori di tale<br />
territorio, in collaborazione con altre<br />
associazioni, creando quindi una<br />
rete di collaborazione, condivisione,<br />
comunicazione e supporto molto<br />
efficace a livello nazionale.<br />
D. Di cosa si occupa nello specifico<br />
la vostra associazione?<br />
FB: AmiCOniglio Onlus si occupa<br />
principalmente di due importanti<br />
attività:<br />
Recupero, cura e inserimento in nuova<br />
famiglia adottiva di conigli, cavie ecc.<br />
L’amore per i conigli e l’aiuto che riusciamo<br />
a dare loro è ovviamente il<br />
centro della nostra mission, che prevede<br />
l’impiego di una squadra operativa<br />
costituita da circa 15 volontari<br />
sparsi sul territorio, che entrano in<br />
azione in caso di segnalazioni ricevute<br />
(emergenze@amiconiglio.it), si<br />
adoperano per il soccorso e per le<br />
cure mediche presso i migliori veterinari<br />
“esperti in animali esotici” della<br />
città di Roma, poi per lo stallo e<br />
per l’inserimento in una nuova famiglia<br />
adottiva. Due fasi importanti sono<br />
la ricerca della famiglia adottiva,<br />
svolta dal settore adozioni (responsabile<br />
Elisa - adozioni@amiconiglio.<br />
it) con visita preadozione e verifica<br />
sul posto dei requisiti degli adottanti,<br />
e la gestione dell’animale durante la<br />
fase di stallo, al fine di riabituarlo al<br />
contatto con l’uomo e di insegnargli<br />
di nuovo a fidarsi di noi.<br />
Attivita’ di informazione<br />
Il coniglio è un animale che richiede<br />
una gestione particolare. Sono<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 51
note molte conoscenze errate per<br />
la salute dell’animale: il coniglio non<br />
mangia pane e derivati dei cereali,<br />
non mangia carote, è un erbivoro<br />
stretto (erba e fieno sono il suo<br />
principale alimento), non ha cattivo<br />
odore, è educato nell’utilizzo della<br />
lettiera, e con i nostri insegnamenti,<br />
affinati dalla collaborazione con i<br />
migliori veterinari esperti in esotici,<br />
può superare anche i 10 anni di<br />
vita. Ecco perchè AmiCOniglio promuove<br />
l’informazione e dispensa le<br />
proprie conoscenze 24 ore su 24 in<br />
ogni attività svolta. Il nostro primo<br />
pensiero è sempre la salute ed il<br />
benessere dei nostri amici pelosetti.<br />
Nella foto:<br />
Volontari della ONLUS AmiCOniglio<br />
durante una manifestazione.<br />
D. Quali sono i progetti che avete<br />
attivi al momento e cosa state<br />
preparando per il futuro?<br />
FB: Il progetto più importante che<br />
stiamo sviluppando in questi giorni,<br />
presentato lo scorso 28 e 29 maggio<br />
durante il nostro evento “Il pianeta<br />
dei Conigli <strong>2016</strong>”, è il Progetto<br />
Arcobaleno, Educazione Assistita<br />
con Animali, una ramo della Pet Terapy<br />
per capirci meglio, con la collaborazione<br />
del prestigioso Istituto<br />
delle Suore Angeliche di San Paolo<br />
a Roma. Il progetto, nato da un’idea<br />
della professoressa psicologa Antonia<br />
Memmo, è volto a sostenere il<br />
percorso educativo ed emotivo corretto<br />
dei bambini attraverso il contatto<br />
con il coniglio, animale comunemente<br />
ritenuto debole ma invece<br />
dotato di personalità e sensibilità.<br />
Gli addetti ai lavori saranno la dottoressa<br />
Emanuela Rossi, psicopedagogica<br />
responsabile del progetto, ed<br />
il dott. Alessandro Melillo, veterinario<br />
esperto in animali esotici. I conigli<br />
saranno selezionati tra i nostri trovatelli,<br />
trasferiti nell’area verde messa<br />
a disposizione dalla scuola, che noi<br />
volontari dell’associazione abbiamo<br />
messo in sicurezza e ristrutturato<br />
nel corso degli ultimi 8 mesi, e seguiranno<br />
un protocollo veterinario di<br />
controllo e cura, al fine di garantire il<br />
miglior risultato possibile nell’approccio<br />
con i bambini dell’istituto.<br />
D. Come si sostiene l’associazione?<br />
FB: L’associazione si sostiene con le<br />
manifestazioni di affetto e il sostegno<br />
di tante tante persone appassionate<br />
al nostro mondo. Manifestazioni che<br />
ci arrivano attraverso il nostro Market<br />
Online (responsabile Danielle - shopping@amiconiglio.it),<br />
dalle donazioni<br />
52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 53
icevute per le adozioni a distanza<br />
(responsabile Pamela - adozioniadistanza@amiconiglio.it),<br />
dalla realizzazione<br />
di eventi (a cui collabora<br />
attivamente tutto l’organico dell’associazione)<br />
e dal cinque per mille. A<br />
proposito, siamo in periodo! Per chi<br />
volesse ytenerci in considerazione, il<br />
nostro codice fiscale è 97498280581.<br />
D: Quanto è grave in Italia il fenomeno<br />
dell’abbandono e, soprattutto,<br />
perché la gente abbandona<br />
conigli e cavie?<br />
FB: Già, perché? Questa domanda<br />
ce la siamo posta un milione di volte,<br />
ogni volta che veniamo contattati<br />
per un recupero, ogni volta che<br />
riceviamo una mail da persone che<br />
manifestano inaspettate allergie,<br />
o che hanno comprato un cane e<br />
quindi debbono disfarsi del coniglio.<br />
Di fatto il coniglio è il terzo animale da<br />
compagnia presente nelle case degli<br />
italiani, dopo cane e gatto, e rispetta<br />
purtroppo in proporzione le elevate<br />
percentuali di abbandono dei pet.<br />
A questo proposito il messaggio che<br />
vogliamo comunicare è che un animale<br />
è una vita, e come tale merita<br />
rispetto e prevede delle responsabilità.<br />
Altrimenti meglio scegliere un<br />
peluche. E se proprio siete decisi<br />
nella scelta di un compagno animale,<br />
non acquistatelo ma rivolgetevi a<br />
tutte le associazioni, percorrete la<br />
via dell’adozione.<br />
D: Come si diventa volontari<br />
della vostra associazione?<br />
FB: E’ molto semplice. E’ sufficiente<br />
scrivere una mail a volontari@<br />
amiconiglio.it. Il nostro responsabile<br />
volontari, Vincenzo, risponde alle richieste<br />
inviando un modulo con le<br />
nostre attività principali (sopra ampiamente<br />
descritte). Così ognuno<br />
54 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
può decidere di donare il proprio<br />
tempo alle attività più congeniali o<br />
semplicemente preferite.<br />
Rispetto agli ultimi due anni il numero<br />
dei volontari attivi è aumentato<br />
del 30% e prevediamo ancora crescita.<br />
Ma soprattutto chi entra in<br />
AmiCOniglio rimane con noi, trova<br />
un ambiente familiare, un’isola felice.<br />
Colgo l’occasione per salutare e ringraziare<br />
tutti gli altri volontari che non<br />
ho finora nominato: Francesca, Cristiano,<br />
Chiara, Sabrina M. e Marco,<br />
Silvia, Stefano, Rita, Letizia, Andrea...<br />
D. C’è una storia che vi ha colpiti<br />
in maniera particolare?<br />
FB: In realtà le storie sono due.Silver,<br />
un coniglio proveniente da una<br />
cessione, ricevuto in condizioni pietose<br />
a causa di una patologia dovuta<br />
al troppo tempo tenuto chiuso in<br />
gabbia. Di lui si sono occupati Dario<br />
ed Elisa, gli hanno dato amore,<br />
cure mediche - è stato necessario<br />
anche un delicato intervento - motivati<br />
ogni giorno dalla sua voglia di<br />
vivere e dal piacere che dimostrava<br />
nel ricevere le coccole. Hanno trovato<br />
per lui la migliore delle adozioni,<br />
uno dei nostri veterinari esperto in<br />
esotici, che lo ha accompagnato fino<br />
al ponte dell’arcobaleno.<br />
Filippo, un coniglio forte, grande,<br />
proveniente anche lui da una cessione.<br />
Filippo viveva in una fattoria<br />
con la sua compagna. Il caso ha voluto<br />
che la loro area recintata fosse<br />
accessibile ad una volpe.<br />
E’ accaduto che la volpe ha ucciso la<br />
compagna di Filippo ma Filippo ha<br />
ucciso la volpe, nel tentativo (riuscito)<br />
di proteggere i piccoli appena nati.<br />
Ed ha condotto l’umano, come proprio<br />
un cane avrebbe fatto, presso la<br />
tana facendo scoprire la prole, con la<br />
speranza di salvarla. Filippo è stato<br />
adottato dalla nostra Marina, che lo<br />
ha amato e gli ha permesso una vita<br />
serena, con ben tre compagne con<br />
cui condividere le giornate.<br />
Sapete qual é l’elemento in comune<br />
di due storie così differenti? E’ l’amore<br />
con cui questi animali sono stati<br />
custoditi, protetti, curati, quell’amore,<br />
che spetta ad ogni membro<br />
della propria famiglia. Quell’amore<br />
che cerchiamo nelle persone che ci<br />
contattano per le adozioni.<br />
In vista dell’arrivo dell’estate speriamo<br />
che il numero degli abbandoni<br />
non aumenti. Da parte della<br />
Redazione di <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>,<br />
oltre al nostro ringraziamento<br />
per il tempo che ci è stato dedicato,<br />
va anche il nostro sincero<br />
apprezzamento a quest’associazione<br />
per quello che fa e soprattutto<br />
per come lo fa!<br />
Pagina a sinistra in alto:<br />
Volontari della ONLUS AmiCOniglio<br />
durante i lavori di ristrutturazione<br />
dell’area per il progetto Arcobaleno.<br />
In basso:<br />
Il coniglio Silver<br />
Foto sotto:<br />
Filippo con le sue compagne<br />
Amala e Kamala<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 55
LO<br />
SAPEVATE<br />
CHE<br />
LA ROSA CANINA<br />
FAMIGLIA ROSACEE<br />
NOME SCENTIFICO:<br />
rosa canina<br />
COMUNE IN TUTTA EUROPA<br />
IN ITALIA E PIÙ DIFFUSA<br />
di Angelo Ferri<br />
Arbusto spinoso, alto 100 - 200<br />
1.<br />
cm. Ha fusti legnosi glabri, con spine<br />
(rosse) robuste, arcuate, a base<br />
allungata, compresse. Le foglie sono<br />
composte da 5-7 foglioline ovali o<br />
ellittiche con margini dentati (denti semplici).<br />
I fiori, rosati hanno grandi petali e sono poco profumati.<br />
Fiorisce nei mesi di maggio e giugno. I suoi frutti sono<br />
bacche ovoidali e carnose e colorate dal giallo al rosso<br />
intenso, chiamati “cinorrodi” raggiungono la maturazione<br />
nel tardo autunno.<br />
La specie è diffusa in una vasta area nelle zone temperate<br />
di tutto il mondo. Cresce in campagna e in<br />
collina fino ai 1500 m. di altitudine. Si rinviene con<br />
facilità in siepi, radure, macchie, lungo sentieri. Si<br />
adatta a qualsiasi terreno purché ben azotato e soleggiato.<br />
56 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
La rosa canina è il “frutto” di una<br />
2.<br />
rosa selvatica molto diffusa in<br />
Europa, Asia e Nordafrica, comune<br />
nelle siepi, nelle macchie,<br />
nei boschi aperti. In Italia si trova<br />
più facilmente sugli Appennini, ad altezze medie.<br />
Dall’ottobre in poi quegli arbusti che ci avevano regalato<br />
cascate di piccole rose pallide e profumate,<br />
si adornano con altrettanti “frutti” rossi, ovali con<br />
una estremità a collo di bottiglia. Chiamarlo “frutto”<br />
veramente è improprio: si tratta infatti di un falso<br />
frutto, che deriva dal ricettacolo del fiore, che durante<br />
la maturazione diventa carnoso inglobando i<br />
veri frutti. Il nome botanico di questo globo rosso<br />
aranciato è cinorrodonte.<br />
Nelle erboristerie viene utilizzato,<br />
dopo essere stato seccato e<br />
3.<br />
sminuzzato, come coadiuvante di<br />
altre erbe nelle malattie dei reni e<br />
della vescica, ma la caratteristica<br />
peculiare è l’alto contenuto di vitamina C (sino a 400<br />
mg ogni 100 g), di provitamina A, di acidi organici,<br />
che naturalmente sono molto più abbondanti nel cinorrodonte<br />
fresco.<br />
Da noi non viene molto utilizzata in cucina perché,<br />
quando è necessario integrare l’alimentazione con<br />
cibi ricchi di vitamina C, si ricorre tradizionalmente<br />
e giustamente agli agrumi; la cucina nordica, al contrario,<br />
conosce e utilizza bene una ricchezza che è a<br />
portata di mano nei greti di ogni torrente. In Italia si<br />
può trovare la rosa canina utilizzata in associazione<br />
con altri frutti per la preparazione di marmellate e<br />
confetture particolarmente ricercate,<br />
Non sono state evidenziate particolari<br />
controindicazioni dovute<br />
4.<br />
a interazioni con patologie. Gli<br />
effetti collaterali annoverati sono<br />
generalmente dovuti al sovradosaggio<br />
del rimedio, che fornisce un forte apporto di<br />
vitamina C e che ha effetti diuretici: nausea, vomito,<br />
mal di testa, bruciore di stomaco, diarrea, affaticamento.<br />
Ne è sconsigliata l‘assunzione in stato di gravidanza<br />
e nei bambini.<br />
La Rosa Canina ha interazione con alcuni farmaci:<br />
- gli antiacidi che possono contenere alluminio.<br />
La vitamina C in generale ne favorisce l’assorbimento.<br />
Meglio evitarne l’assunzione concomitante.<br />
- il litio assunto in casi di regolazione dell’umore,<br />
ha necessità di essere poi velocemente smaltito<br />
dall’organismo. La vitamina C può interagire e rallentare<br />
questa fase di eliminazione.<br />
Vino alla rosa canina.<br />
5.<br />
cinorrodonti interi (in questo caso<br />
non occorre ripulirli perché le proprietà<br />
si estraggono per macerazione)<br />
g 300 - vino bianco secco<br />
(almeno 12° gradi) 1 litro - corteccia di cannella cm<br />
1 - karkadè g 4.<br />
Si mettono tutti gli ingredienti in un vaso a chiusura<br />
ermetica e vi si lasciano per 15-20 giorni scuotendo<br />
spesso. Poi si cola spremendo bene e si imbottiglia..<br />
Marmellata di rosa canina<br />
cinorrodonti g 500 - acqua g 375 -zucchero g 350.<br />
Portare ad ebollizione l’acqua, aggiungere lo zucchero,<br />
farlo sciogliere bene, aggiungere i cinorrodonti<br />
puliti e lasciare bollire adagio per una decina di minuti,<br />
passare al passaverdura ed invasare la purea<br />
morbida ottenuta.<br />
Oltre ad avere un colore meraviglioso questa marmellata<br />
sarà utilizzata nella colazione del mattino dei<br />
febbricitanti oppure, diluita con succo di arancio o di<br />
pompelmo sarà ottimo completamento dei budini<br />
di frutta o dei gelati.<br />
Sorbetto di rosa canina<br />
cinorrodonti puliti g 150 - miele grezzo g 200 - limone.<br />
Si lavano e si asciugano i frutti, si pongono nel frullatore<br />
con il miele e 4-5 cucchiai di succo di limone<br />
filtrato. Si frulla sino a quando il composto è ben<br />
mantecato e si versa in una vaschetta che sarà messa<br />
in freezer a gelare. Se ne ricaverà un sorbetto<br />
spumoso, colorato e molto nutriente.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 57
58 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 59
L’ABBONAMENTO SOSTENITORE A<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
PERMETTE DI RICEVERE A CASA<br />
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E DI PUBBLICIZZARE LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />
PER TUTTO UN ANNO<br />
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60 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
FASHION, BEAUTY, SHOOTING, PROJECTS & MORE<br />
Aspiranti fotomodelle<br />
L’IMPORTANZA<br />
DELL’ALIMENTAZIONE<br />
JUMGLELAND<br />
LA JUNGLA URBANA DI<br />
AYALA BAR<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 61
ASPIRANTI<br />
FOTOMODELLE<br />
L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE<br />
62 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
In questo nuovo appuntamento<br />
con i consigli<br />
per aspiranti fotomodelle<br />
tratteremo un argomento<br />
particolarmente delicato: il<br />
rapporto tra modelle e alimentazione.<br />
Su quest’argomento<br />
se ne sono sentite di<br />
tutti i colori: dalle modelle<br />
che “mangiano solo cotone<br />
imbevuto in succo d’arancia”<br />
per sentirsi sazie e quindi dimagrire<br />
(o meglio non prendere<br />
peso) a quelle che per<br />
alcuni giorni bevono solo<br />
acqua per mantenere il corpo<br />
longilineo, ad addetti ai<br />
lavori che dettano diete alle<br />
ragazze che devono sfilare<br />
in passerella durante le varie<br />
“fashion week”.<br />
In quest’ambito lo spirito di<br />
emulazione rischia di portare<br />
a gravi problemi di salute<br />
e a serissimi disturbi alimentari,<br />
come anoressia e bulimia.<br />
L’alimentazione, quindi,<br />
è un tema specifico; quello<br />
che cercheremo di fare è<br />
fornire una serie di consigli,<br />
senza la pretesa di stilare<br />
una dieta ma rimarcando alcuni<br />
aspetti importanti:<br />
• evitate il pericolosissimo<br />
“fai da te”;<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 63
• evitate di emulare quello che fanno altre modelle<br />
(specie quelle famose) che sbandierano<br />
le loro diete ai quattro venti attraverso<br />
riviste o internet;<br />
• evitate di farvi contagiare da mode deviate<br />
e distruttive;<br />
• evitate il digiuno come soluzione per perdere peso,<br />
perché così si rischiano esclusivamente gravi problemi<br />
di salute;<br />
• rivolgetevi a un dietologo, che stilerà la dieta personalizzata<br />
dopo aver studiato il soggetto, poiché ognuna ha il proprio<br />
metabolismo.<br />
Analizziamo ora alcuni punti fermi, ricordando sempre di non<br />
utilizzare quanto scriviamo per stilare una vostra dieta.<br />
Solo cibi freschi, meglio se bio<br />
È meglio preferire cibi freschi e di prima scelta per cui<br />
è importante passare da alimenti confezionati (cibi in<br />
scatola, surgelati) a quelli selezionati al mercato. Bisogna<br />
adottare un sistema di cottura salutare, abolendo i fritti e<br />
utilizzando la griglia o il vapore; inoltre è necessario stare<br />
attenti ai condimenti, evitando salse grasse o super caloriche.<br />
Sono preferibili alimenti biologici, in grado di garantire<br />
una forma migliore e un sapore più naturale.<br />
Cibi energizzanti e proteine<br />
Inserire nell’alimentazione ingredienti energizzanti, utili anche<br />
per la bellezza (es. olio di cocco o noci) e proteine, che hanno<br />
molte prerogative: inibiscono il desiderio di zuccheri, oltre a<br />
rendere i muscoli più forti, resistenti e flessibili. Da preferire<br />
in particolare proteine con carboidrati complessi (amidi).<br />
Mangiare poco e spesso<br />
Distribuire il cibo durante l’intera giornata: gli esperti consi-<br />
64 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
gliano il consumo di cinque pasti al giorno.<br />
In questo modo si è sempre nutriti, l’indice<br />
glicemico si manterrà stabile, non ci saranno<br />
problemi di digestione o gonfiori e ci si sente<br />
energici tutto il giorno. Va tenuta a freno la<br />
fame nervosa: il consiglio è di non mangiare<br />
qualunque cosa vi capiti davanti solo perché<br />
una giornata è andata storta. Non sempre<br />
le cose vanno nel verso giusto ma non per<br />
questo bisogna sentirsi autorizzate a sfogarsi<br />
col cibo, in particolare quello che fa male.<br />
Impegnatevi, invece, in qualcosa che vi possa<br />
distrarre, che non sia il cibo e tanto meno i<br />
dolci. Inoltre mangiare di corsa fa male quindi<br />
è bene evitarlo.<br />
Spezie<br />
In cucina utilizzate le spezie: accelerano il<br />
metabolismo, aumentano il senso di sazietà<br />
e mettono subito in moto l’organismo nel<br />
bruciare calorie, oltre a dare più gusto a ciò<br />
che si mangia.<br />
Niente zuccheri trasformati e diete<br />
drastiche<br />
Attenzione agli zuccheri trasformati:<br />
se si ha voglia di<br />
dolce ci si può orientare<br />
verso i frutti di bosco, come<br />
lamponi e mirtilli,<br />
oppure verso il<br />
melograno o<br />
le mele, che<br />
sono a basso<br />
contenuto<br />
di zuccheri.<br />
Inoltre sono molto pericolose le diete drastiche,<br />
che promettono improvvise perdite<br />
di peso e privano dei nutrienti essenziali. Per<br />
mantenere un bell’aspetto e godere di una<br />
forma fisica impeccabile è molto importante<br />
mangiare in modo giusto; per questo, piuttosto<br />
che digiunare, è bene puntare su alimenti<br />
sani e leggeri, come farina d’avena, omelette,<br />
yogurt greco, ricotta, insalate.<br />
Idratazione<br />
Bere molta acqua (almeno 2 - 2,5 litri al giorno)<br />
è importante per avere una forma impeccabile,<br />
quindi la bottiglietta d’acqua deve<br />
essere sempre in borsa. Si può anche consumare<br />
tè (in particolare quello verde, che ha<br />
anche funzioni antiossidanti e rafforza le difese<br />
immunitarie), spremute di arancia, succhi<br />
di frutta fresca (frutti di bosco, melone, pe-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 65
sche, pera, prugne, mele) e passati di verdura (asparagi,<br />
broccoli, carote, sedano, peperoni, cetriolo, spinaci).<br />
Sì al caffè, al massimo due nelle ventiquattro ore.<br />
La verdura e i frutti ricchi di acqua aiutano a mantenere<br />
la pelle pulita, sana e idratata. Per ottenere il migliore apporto<br />
di liquidi si possono anche mangiare tre - quattro<br />
frutti ogni giorno.<br />
La bellezza è un concetto mentale<br />
Prendersi cura della propria bellezza è prima di tutto un’abitudine<br />
mentale: è necessario assumere alimenti ideali per<br />
la salute della pelle: ad esempio salmone, cioccolato fondente,<br />
frullati, avocado, mandorle, olio di cocco.<br />
Per avere capelli belli e lucenti bisogna mangiare alimenti<br />
ricchi in ferro e proteine magre, come tacchino e pollo,<br />
pesce, filetto di maiale, manzo, uova, fagioli, lenticchie, soia,<br />
tofu e frutta secca. Se poi volete la pelle luminosa assumete<br />
alimenti ricchi di vitamina C, come peperoni, arance, uva,<br />
fragole, broccoli, cavolo e mango, e di betacarotene, come<br />
patate dolci, carote, zucca, albicocche, melone e spinaci.<br />
Infine per avere denti bianchi è necessario assumere tutti i<br />
giorni alimenti ricchi di calcio, come yogurt, latte e formaggio<br />
(magri), broccoli e fagioli.<br />
Esercizio fisico<br />
Non dimenticate poi l’esercizio fisico, essenziale per il benessere<br />
del corpo, facendo però sempre attenzione ai propri limiti fisici.<br />
Ho trovato molto interessanti i consigli per mantenere al top il<br />
fisico formulati da Vanessa Packer, responsabile del programma<br />
di nutrizione e benessere del ModelFit, che si possono così sintetizzare:<br />
1. Fare attenzione a come si mangia: più che alle calorie bisogna badare<br />
a qualità, stagionalità, alcalinità dei cibi e a come si mischiano,<br />
tutto per non appesantire la digestione. Mai mescolare nello stesso<br />
66 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
pasto proteine e carboidrati, che possono essere causa di gonfiore.<br />
2. Si deve iniziare la giornata con pasti light per poi aumentare le calorie<br />
durante il giorno.<br />
Colazione: acqua calda e limone, quindi succo o frullato; in questo modo si<br />
aumenta l’alcalinità e si migliora l’equilibrio del pH naturale del corpo, al fine di<br />
ottenere l’energia e la giusta dose di acqua per iniziare la giornata.<br />
Pranzo: deve essere leggero, per esempio insalata di verdure e una porzione di proteine<br />
(salmone alla griglia o uova sode).<br />
Cena: è il pasto più sostanzioso; può essere composto da insalata a foglia verde, una<br />
ciotola di grano e verdure o, in alternativa, pesce o agnello con verdure arrosto. Ci si può<br />
anche concedere un mini dessert al cioccolato fondente.<br />
3. Bere molto, in particolare lontano dai pasti; se si beve troppo durante i pasti si<br />
rischia di eliminare gli enzimi che “lavorano” nella bocca e nell’esofago.<br />
4. Gli snack vanno consumati solo se necessario; il top è mangiare seduti e con<br />
calma, preferendo, se si ha del tempo, il consumo di verdure crude.<br />
5. Gli spuntini vanno evitati a tutti i costi: meglio qualche noce, purché si<br />
beva molto.<br />
6. Evitare le bevande gassate, che gonfiano la pancia e sono tra le prime<br />
cause della cellulite. Stessa attenzione va posta ai prodotti lattierocaseari<br />
e ai fritti.<br />
7. Rimanere idratati, mangiare leggero durante il giorno, optare<br />
per caffeina sostenibile come il tè verde è il modo per mantenere<br />
alto il livello di energia.<br />
8. Non rimandare mai la decisione di adottare le buone abitudini.<br />
9. Per migliorare metabolismo ed energia usare il matcha, il tè<br />
verde giapponese.<br />
10. Allenarsi con yoga, pilates e esercizi aerobici, per ottenere<br />
muscoli dinamici e far lavorare le diverse parti del corpo.<br />
11. Stato d’animo attivo con la meditazione e bagni caldi per<br />
il relax: concedersi un po’ di tempo per se stesse è importante.<br />
Concludendo, ribadiamo che questi sono solo alcuni consigli e<br />
alcune riflessioni generiche: se sentite la necessità di una dieta particolare<br />
è necessario che andiate da uno specialista, che personalizzerà<br />
il vostro comportamento alimentare.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 67
JUNGLELAND<br />
LA GIUNGLA URBANA DI AYALA BAR<br />
I<br />
mpressioni di viaggio che si snodano in<br />
una natura incontaminata, nell’emozione<br />
di un gioiello senza tempo. Il sogno prezioso<br />
di Ayala Bar si racconta nelle collezioni<br />
tropicali della geniale designer israeliana.<br />
Jungleland è una passerella speciale di incantevoli<br />
pezzi d’autore, selezionati tra le creazioni<br />
dell’artista per “the Street Story”, la collezione<br />
Summer <strong>2016</strong>.<br />
Una giungla urbana composta di sautoir,<br />
orecchini, pendenti che assorbono luci, sfumature<br />
e tinte vivaci, per una femminilità<br />
raggiante. Verde acqua, smeraldo, turchese e<br />
ocra disegnano linee sinuose, in una miscela<br />
di forme leggere, minuscole pietre, perle e<br />
cristalli pregiati.<br />
Una minuziosa lavorazione artistica per una<br />
sfilata evergreen, scenario brillante ed esclusivo<br />
della donna firmata Ayala Bar.<br />
Lo stile Ayala Bar<br />
Un soffio di mistero e magia aleggia nelle collezioni<br />
estive della designer che vive e lavora<br />
a Tel Aviv. Ayala traduce le sue emozioni in<br />
68 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
splendidi gioielli dalla personalità decisa, che<br />
vanno oltre la moda e le tendenze; la stylist<br />
trasmettel a stessa energia positiva che<br />
percepisce dagli elementi naturali e utilizza<br />
sempre più sapientemente, collezione dopo<br />
collezione, differenti materiali giocando con<br />
le tonalità dei colori.<br />
La spasmodica cura del dettaglio, la genialità<br />
degli accostamenti, la scelta dei colori, quel<br />
suo talento innato nel cogliere le minime suggestioni,<br />
fanno di Ayala Bar un’interprete assoluta<br />
e inconfondibile del bijoux d’arte. Le<br />
favolose linee Classic, Hip, Radiance e Indigo,<br />
sono un magico tour di eleganza, che attraversa<br />
caratteri e personalità, stili e tendenze,<br />
in un gioco di forme e materiali ricolmi di<br />
charme e femminilità.<br />
Per Ayala i gioielli sono capaci di trasformare<br />
l’ordinario in straordinario: l’ornamento<br />
diventa tutt’uno con la donna che adorna,<br />
un’estensione della sua personalità.<br />
La Classic Collection è un’evoluzione di quella<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 69
storica e rappresenta lo sviluppo<br />
artistico delle creazioni<br />
più personalizzate dell’artista.<br />
Realizzata con vetri e cristalli<br />
Swarovski disposti con<br />
una tecnica a simil mosaico,<br />
la collezione è una sintesi incomparabile<br />
di piccoli oggetti<br />
preziosi “scolpiti” a mano:<br />
ogni singolo pezzo è un capolavoro<br />
in miniatura, dove<br />
perline, jais e cristalli su sfondo<br />
ottone danno un effetto<br />
leggero come una trina. La<br />
selezione racchiude in sé tutto<br />
il genio artistico della designer<br />
israeliana che ha creato<br />
la sua prima collezione nel<br />
lontano 1989.<br />
La Radiance Collection è un’esplosione<br />
di colore, fuori dagli<br />
schemi, ricca, festosa, estrosa:<br />
un sapiente patchwork di cristalli<br />
dal fascino discreto per<br />
una bellezza intramontabile.<br />
La valenza del percorso artistico<br />
è, in Ayala Bar, importante<br />
quanto la destinazione.<br />
Il risultato è un gioiello prezioso<br />
e sofisticato, un’opera<br />
d’arte da conservare e curare<br />
con amore. Choker, collane<br />
con medaglioni centrali,<br />
sautoir, orecchini e desiderabili<br />
bracciali semoventi, sono<br />
70 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
i monili creati da Ayala Bar per esaltare bellezza, classe, eleganza<br />
e fascino che il tempo non scalfisce mai.<br />
Dopo un trascorso nel mondo della moda, Ayala Bar sceglie<br />
negli anni Novanta di concentrare la propria creatività<br />
nell’ambito del design del gioiello. L’innata capacità del suo<br />
occhio di osservare e cogliere i particolari, i minimi dettagli,<br />
sommata alla passione per i materiali più svariati, per i contrasti<br />
e i colori, le permettono di creare dei manufatti d’arte “da<br />
passeggio” che, indossati, accentuano la femminilità di ogni<br />
donna. Il marchio Ayala Bar si afferma, in breve, in Israele fra<br />
i più importanti nel campo del design del gioiello.<br />
Secondo il calendario dettato dalla moda, le collezioni si rinnovano<br />
due volte all’anno: primavera/estate – autunno/inverno,<br />
componendosi per ogni stagione di circa 400 pezzi fra<br />
collane orecchini, bracciali e anelli. I prototipi vengono ideati<br />
ed eseguiti da Ayala stessa nel suo laboratorio in Israele; ogni<br />
pezzo viene poi riprodotto artigianalmente dedicando cura e<br />
attenzione ai minimi dettagli. Le sue collezioni si compongono<br />
di choker, collane con medaglioni centrali, sautoir, orecchini,<br />
bracciali, anelli e spille.<br />
Collezionista sfrenata di perle e perline, raccoglie con frequenza<br />
e accuratezza un’infinità di oggetti trovati nel deserto,<br />
al mare e in città, che diventano per lei fonte di ispirazione.<br />
Il percorso creativo che origina i suoi gioielli è inconfondibile.<br />
Ayala Bar dichiara di ispirarsi a tutto ciò che la circonda<br />
nella quotidianità. Lampi creativi di un’artista formidabile e<br />
inimitabile, conosciuta in tutto il mondo perché che riesce ad<br />
aggiungere la sua ispirazione, sentimento e magia alla femminilità<br />
di ogni donna.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 71
Invia il tuo curriculum a:<br />
collaboratore@orizzontemagazine.it<br />
72 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
OROSCOPO<br />
GIUGNO <strong>2016</strong><br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 73
ARIETE TORO GEMELLI<br />
Qualche problemino in famiglia<br />
o con gli amici questo mese inizierà<br />
a farsi strada. Mercurio, dispettoso<br />
nel Cancro, riceverà il<br />
sostegno di Venere che sarà nello<br />
stesso segno per buona parte di<br />
giugno.<br />
Dalla tua parte, ci sono il Sole<br />
e Giove (che però saranno in<br />
Cancro a fine mese) e Marte in<br />
Gemelli. Queste combinazioni<br />
potrebbero renderti irruente,<br />
ed esasperare la tua tendenza ad<br />
importi unilateralmente, se sei<br />
già impaziente di base. Cerca di<br />
affrontare con serenità eventuali<br />
disaccordi.<br />
Mercurio in Cancro annuncia<br />
un mese piuttosto sereno per<br />
le questioni familiari, o, quanto<br />
meno, la possibilità di dialogare<br />
e affrontare i problemi più pressanti.<br />
Senza dimenticare che da<br />
fine giugno Giove sarà nuovamente<br />
tuo alleato.<br />
Sarà anche vero che Saturno è<br />
contro, ma hai parecchie energie<br />
astrali che lavorano al tuo<br />
fianco… La vita sociale sarà in<br />
primo piano, come la tua voglia<br />
di viaggiare, di conoscere, di<br />
goderti la vita. Sarai brillante e<br />
simpatico oltre che molto apprezzato.<br />
Giove sarà nel tuo segno quasi<br />
fine al termine del mese. Goditi<br />
quindi l’atmosfera vivace e ricca di<br />
possibilità che le stelle ti offriranno<br />
in questo periodo.<br />
Anche Marte e il Sole daranno il<br />
loro contributo per farti vivere un<br />
periodo ricco di soddisfazioni in<br />
famiglia, in società, nella vita quotidiana.<br />
Avrai voglia di fare e di disfare, di<br />
cambiare e di darti da fare per migliorare<br />
quello che non funziona,<br />
per garantirti un futuro sicuro ma<br />
anche tanto divertimento frizzante<br />
come te!<br />
CANCRO LEONE VERGINE<br />
Mercurio in Cancro per tutto il<br />
mese sarà garanzia di vita familiare<br />
serena, di divertimento e di<br />
nuove amicizie. Senza dimenticare<br />
che da fine giugno Giove sarà<br />
nel tuo segno.<br />
Preparati ad un’estate da far venire<br />
il capogiro! La vita sociale<br />
sarà effervescente, avrai una gran<br />
voglia di viaggiare, di conoscere,<br />
di goderti la vita. Sarai brillante,<br />
simpatico e apprezzato da tutti:<br />
è il tuo momento...<br />
Giove, in Gemelli, fino alla fine del<br />
mese sarà accompagnato da Marte,<br />
nella stessa posizione.<br />
L’effetto sul tuo carattere potrebbe<br />
essere molto grintoso, energico<br />
e… impositivo. Insomma, se<br />
sai che se ti lasciano la mano ti<br />
prendi anche il braccio, se tra i<br />
tuoi difetti sei consapevole della<br />
prepotenza, moderati.<br />
Se sei accomodante e gentile, lo<br />
stesso passaggio avrà un effetto<br />
meno intenso: sarai vivace, avrai<br />
voglia di conoscere, di godere la<br />
vita, di scoprire i piaceri dell’estate.<br />
Mercurio in Cancro ti sorriderà<br />
per l’intero giugno! Ti aspetta<br />
maggiore serenità in famiglia,<br />
parecchio divertimento e, se ti<br />
piace la movida, anche nuove<br />
amicizie.<br />
Occhio però a Marte contrario:<br />
potrebbe renderti puntiglioso<br />
ed esasperare le tensioni, se ci<br />
sono. Ma la notizia più importante<br />
è che da da fine mese Giove la<br />
smetterà di farti i dispetti e sarà<br />
finalmente amico.<br />
In arrivo tanta voglia di viaggiare,<br />
di conoscere, di goderti la vita.<br />
Sarai brillante, simpatico e apprezzato<br />
da tutti.<br />
74 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />
La famiglia, croce e delizia! Questo<br />
mese sarà fonte di tensioni,<br />
ma anche di momenti piacevoli.<br />
Mercurio, dispettoso nel Cancro<br />
per tutto giugno, riceverà il supporto<br />
di Venere che sarà nello<br />
stesso segno per parecchio tempo.<br />
Dalla tua parte, ci sono il Sole<br />
e Giove (che però finiranno in<br />
Cancro a fine mese) e Marte<br />
in Gemelli. Dunque, preparati a<br />
continui alti e bassi, che affronterai<br />
con grinta e un pizzico di<br />
fortuna, visto che spesso le circostanze<br />
saranno con te.<br />
Mercurio in Cancro annuncia un<br />
mese sereno per le questioni familiari.<br />
Senza dimenticare che da fine<br />
giugno Giove sarà il grande alleato<br />
del benessere e della voglia di divertimento.<br />
Sarà anche vero che Saturno appesantisce<br />
un po’ il tuo umore, ma<br />
con questo cielo il sorriso e l’allegria<br />
saranno serviti! La vita sociale<br />
sarà favoritissima.<br />
Ottimo periodo per viaggiare, imparare,<br />
studiare, conoscere e goderti<br />
la vita.<br />
A giugno vivrai un periodo controverso.<br />
Sarai impulsivo e probabilmente<br />
ci sarà anche qualche tensione<br />
in ambito familiare. Marte e<br />
Giove sono contrari in Gemelli e<br />
potrebbero esasperare i nervosismi<br />
e le insoddisfazioni, se ci sono.<br />
Ma c’è una bella notizia: da fine<br />
mese Giove la smetterà di farti i<br />
dispetti. Non solo: anche Venere<br />
diventerà tua alleata e contribuirà<br />
concretamente a rasserenare l’atmosfera.<br />
CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />
<strong>Giugno</strong> non sarà un mese di tutto<br />
riposo. Mercurio, dispettoso<br />
nel Cancro, riceverà il sostegno<br />
di Venere che sarà nello stesso<br />
segno per buona parte del tempo.<br />
Purtroppo a fine mese anche<br />
Sole e Giove saranno nella stessa<br />
posizione, annunciando tensioni<br />
in famiglia e difficoltà legate<br />
al quotidiano oppure agli amici.<br />
Ma non dimenticare che hai dalla<br />
tua parte Saturno e Plutone, due<br />
ossi duri come te… Vuol dire<br />
che affronterai e supererai ogni<br />
problema con relativa facilità.<br />
Giove, in Gemelli, fino alla fine del<br />
mese sarà accompagnato da Marte,<br />
nella stessa posizione. Avrai voglia<br />
di fare tantissime cose, di andare<br />
alla ricerca di nuove prospettive, di<br />
darti da fare in tutti i modi possibili<br />
e immaginabili.<br />
Sono configurazioni ricche di entusiasmo<br />
e di carica, utilissime per<br />
tante situazioni, ma soprattutto<br />
valide per smuovere le acque stagnanti.<br />
Sta attento però, a fine giugno,<br />
perché potresti essere impulsivo<br />
e irruente.<br />
Marte, contrario nel segno dei<br />
Gemelli, potrebbe renderti puntiglioso<br />
ed esasperare le tensioni in<br />
famiglia, se ci sono. Tuttavia, avrai<br />
davvero molti pianeti a favore,<br />
come, ad esempio, Mercurio per<br />
tutto giugno e Venere per buona<br />
parte del mese.<br />
Ma la notizia più importante è che<br />
dal 26 Giove la smetterà di farti i<br />
dispetti e sarà finalmente amico.<br />
Potrai chiarire, risolvere, divertirti,<br />
viaggiare, goderti la vita. Sarai<br />
brillante, simpatico e apprezzato<br />
da tutti!<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 75
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