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Mensile di<br />
attualità e cultura<br />
Anno 3 N. 7<br />
<strong>Luglio</strong> <strong>2016</strong><br />
BENESSERE ANIMALE<br />
LA RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI<br />
L’INFANZIA E I RACCONTI<br />
La narrazione è il primo mezzo che il<br />
bambino utilizza per interpretare la realtà.<br />
INTRODUZIONE AL GIUBILEO<br />
Un itinerario attraverso i misteri giubilari<br />
di Claudio Monachesi<br />
GENOVA E LA SUA STORIA:<br />
PORTA SOPRANA<br />
“Vico drito Pontexello t’è sempre stæta a megio vìa”,<br />
dice una vecchia canzone popolare genovese.<br />
FASHION & MODELS<br />
Quando la modella è minorenne.<br />
EUR: UNA CITTÀ NELLA CITTÀ
2 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 3
IN PRIMO PIANO<br />
6 EUR: una città nella città.<br />
24 Benessere animale: la rete<br />
dei santuari di animali liberi.<br />
CULTURA<br />
16 Genova e la sua storia:<br />
Porta Soprana.<br />
22 Introduzione al Giubileo.<br />
NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />
30 Il futuro... è ancora Internet.<br />
32 Mostre all’<strong>Orizzonte</strong>.<br />
42 L’infanzia e i racconti.<br />
50 Autorealizzazione<br />
e dieta macrobiotica.<br />
FASHION & MODELS<br />
60 Aspiranti Fotomodelle:<br />
Quando la modella<br />
è minorenne.<br />
66 Diva Gioielli:<br />
la collezione Windy.<br />
RUBRICHE<br />
45 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />
Anguria in insalata.<br />
49 Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
Benessere al naturale.<br />
54 Lo sapevate che<br />
Il corniolo comune.<br />
69 Oroscopo del mese.<br />
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />
parte della pubblicazione può essere<br />
riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />
espressa autorizzazione. della Direzione.<br />
Le opinioni espresse negli articoli<br />
impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />
né rappresentano il pensiero<br />
della Direzione.<br />
4 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
EDITORIALE<br />
Il Traliccio del Bene e del Male<br />
La telefonia mobile cresce sempre di più ed è sempre<br />
più accessibile; in Italia almeno 9 italiani su 10 possiedono<br />
un telefono cellulare, mentre quasi la metà<br />
ha uno smartphone. Quest’ultimo segmento è poi in<br />
vertiginoso aumento, tanto che il telefonista stradale<br />
con orecchio bionico a led verde lampeggiante, che<br />
gesticola per strada parlando da solo ad alta voce, è<br />
ormai una razza in via di estinzione. Ha ceduto il passo<br />
ad un altro esemplare con caratteristiche più avanzate,<br />
videofoniche per la precisione, che lo costringono a<br />
circolare a testa bassa, ad attraversare senza guardare,<br />
con lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone<br />
e le dita in frenetica attività.<br />
Ormai la comunicazione parlata è stata completamente<br />
soppiantata da quella scritta: non ci si telefona<br />
più, si manda un messaggio, un sms, una e-mail; il contatto<br />
diretto viene sempre più schivato in favore del<br />
contatto mediato da WhatsApp o Messenger. Stiamo<br />
allevando una generazione di timidi, che evitano il contatto<br />
diretto privilegiando il bigliettino virtuale, meno<br />
immediato e coinvolgente e perciò più rassicurante,<br />
ma anche più facile da fraintendere, dato che le emoticon<br />
non sempre riescono a supplire alle intonazioni<br />
di voce.<br />
Fra qualche decina di migliaia di anni i geologi, negli<br />
strati di immondizia e plastica corrispondenti al<br />
Tecnocene superiore, scopriranno i primi reperti di<br />
smartphone, simili a quelli trovati dagli archeologi nelle<br />
sepolture e riportati nelle immagini dell’epoca.<br />
Allora verrà finalmente fornita una spiegazione<br />
plausibile ad un’antica leggenda proveniente dalla notte<br />
dei tempi. Secondo questo mitico racconto il Serpente,<br />
arrotolato intorno al Traliccio del Bene e del<br />
Male, posto al centro del Paradiso Terrestre e vietato<br />
agli umani, avrebbe tentato Eva offrendole uno<br />
smartphone col marchio di una mela; ma Eva, non sapendo<br />
con chi parlare, avrebbe convinto Adamo a disobbedire<br />
all’ordine ricevuto, prendendo anch’egli dal<br />
traliccio uno smartphone per rispondere alla e-mail<br />
della sua compagna.<br />
E fu il peccato originale.<br />
Franco Ardito<br />
ORIZZONTE MAGAZINE<br />
Mensile di attualità e cultura<br />
Anno 3 n. 7 - <strong>Luglio</strong> <strong>2016</strong><br />
Reg. Trib. di Bari n° 19/2014<br />
Franco Ardito<br />
Direttore Responsabile<br />
Angelo Ferri<br />
Direttore Editoriale<br />
Redazione<br />
via G. Colucci, 2 - 70019 Triggiano (BA)<br />
tel.: 080 9697552<br />
e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />
www.orizzontemagazine.it<br />
La collaborazione avviene su invito.<br />
Articoli e materiali non si restituiscono.<br />
La Direzione si riserva di adattare<br />
testi, illustrazioni e fotografie alle<br />
esigenze della pubblicazione.<br />
Articoli e immagini vanno inviati per<br />
e-mail a: articoli@orizzontemagazine.<br />
it Gli articoli dovranno pervenire in<br />
formato doc o docx e le immagini in<br />
formato jpeg, con una risoluzione<br />
non inferiore a 300 ppi.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 5
EUR: UNA CITTÀ<br />
NELLA CITTÀ<br />
di Alessandro Rotondi<br />
e Roberta D’Alessandro<br />
P<br />
ercorrendo la via Cristoforo Colombo, lunga<br />
arteria cittadina a scorrimento veloce<br />
progettata nel 1937 con il nome di Via Imperiale<br />
nell’ambito delle opere legate all’Esposizione<br />
Universale di Roma del 1942, procedendo<br />
dal centro di Roma verso Ostia si attraversa il<br />
Quartiere Europa, Eur per gli amici, trentaduesimo<br />
quartiere della Capitale.<br />
E’ il 1935 quando il Governatore di Roma Giuseppe<br />
Bottai, nell’intento di mostrare al mondo il genio<br />
della civiltà italica, propone a Mussolini di candidare<br />
Roma come sede dell’Esposizione Universale del<br />
1942. La proposta viene accettata con entusiasmo,<br />
tanto che l’anno successivo il capo del Governo<br />
istituisce l’Ente Autonomo Esposizione Universale<br />
di Roma, affidandone il coordinamento al senatore<br />
Vittorio Cini. Come sede dell’Esposizione<br />
viene individuata la zona delle Tre Fontane, che<br />
dalle Terme di Caracalla si estende verso il mare;<br />
“l’Eur doveva essere questa nuova Roma collegata<br />
alla vecchia Roma dalla Via Imperiale”, dirà<br />
poi lo storico Emilio Gentile.<br />
Il 26 aprile del 1937 Mussolini pianta nell’area<br />
prescelta un pino romano, sottolineando<br />
con questo gesto simbolico la continuità con<br />
l’antica civiltà dell’Urbe, mentre un vivace<br />
dibattito vede coinvolti i principali architetti<br />
e urbanisti in merito allo stile architettonico<br />
da adottare. Prevale la linea dell’arch.<br />
Marcello Piacentini, al quale viene affidato<br />
il coordinamento tecnico dell’opera, af-<br />
6 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Foto di Marco Baldi<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 7
Nella foto:<br />
Il progetto dell’E42.<br />
In alto l’Arco dell’Acqua e della<br />
Luce, mai realizzato.<br />
fiancato dai migliori architetti del<br />
tempo. Il quartiere da progettare<br />
si indica come E42: il mito di Roma<br />
proiettato nel futuro. E’ previsto<br />
che l’ingresso al nuovo quartiere<br />
dal lato sud sia sottolineato da un<br />
arco di dimensioni monumentali,<br />
“L’Arco dell’Acqua e della Luce”, che<br />
dovrebbe sorgere dove oggi è il<br />
Palazzo dello Sport ma che non<br />
verrà mai realizzato. Simbolo del<br />
quartiere diviene il Palazzo della<br />
Civiltà Italiana, noto anche come<br />
Colosseo Quadrato, mentre all’estremo<br />
opposto viene costruito,<br />
su progetto dell’arch. Adalberto<br />
Libera, il Palazzo dei Ricevimenti<br />
e Congressi. Ampi spazi verdi<br />
- un complesso di circa 70 ettari<br />
di parchi e giardini - completano<br />
il codice stilistico dell’E42.<br />
L’intervento della Seconda Guerra<br />
Mondiale blocca il progetto<br />
dell’Esposizione Universale, interrompendo<br />
quindi la costruzione<br />
del complesso. Solo negli anni ‘50<br />
si decide di riprendere i lavori per<br />
portare a compimento le infrastrutture<br />
e completare le opere<br />
ancora incompiute; nel 1954 la<br />
via Imperiale viene prolungata e<br />
completata, prendendo il nome<br />
di Via Cristoforo Colombo.<br />
Alla fine degli anni ‘50 il quartiere<br />
inizia a popolarsi. Accanto alle<br />
opere permanenti dell’E42 sorgono<br />
palazzi, sedi di enti, uffici<br />
e ministeri. Negli anni ’60 si riaccendono<br />
i riflettori sul quartiere<br />
grazie alla candidatura di Roma<br />
ai Giochi Olimpici. Sorgono il<br />
Palazzo dello Sport, progettato<br />
dall’arch. Pierluigi Nervi, la Piscina<br />
delle Rose, una vasca olimpionica<br />
scoperta di 25x50 metri inserita<br />
nella suggestiva cornice del Parco<br />
Centrale del Lago, e il grande<br />
Velodromo, capace di accogliere<br />
20.000 spettatori.<br />
Ultima opera in ordine di tempo<br />
è il Nuovo Centro Congressi,<br />
comunemente noto come<br />
“La Nuvola”, progettato dall’arch.<br />
Massimiliano Fuksas e destinato a<br />
diventare il simbolo contemporaneo<br />
dell’Eur. Uno spazio trasparente,<br />
luminoso, che sembra sospeso<br />
nel vuoto, una geometria<br />
che s’inserisce nella rigorosa costruzione<br />
ortogonale del quartiere,<br />
pensato come una città ideale.<br />
Dopo questo doveroso salto nella<br />
storia andiamo ora in giro per<br />
il quartiere. In via del Quadrato<br />
della Concordia troviamo il Palazzo<br />
della Civiltà Italiana, esteso<br />
su una superficie coperta di mq<br />
8.400. Il nome originario dell’edificio<br />
è “Mostra della Civiltà Romana”.<br />
Realizzato in cemento armato<br />
e ricoperto da lastre di travertino,<br />
consiste di un parallelepipedo<br />
di 51x68 metri, costituito da otto<br />
piani e contraddistinto in facciata<br />
da una sequenza di arcate tipicamente<br />
romane. E’ posizionato<br />
sulla parte alta del quartiere<br />
e grazie alla sua altezza ha una<br />
8 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
spiccata visibilità. Sulla sommità<br />
dell’edificio è leggibile la scritta<br />
“Un popolo di poeti di artisti di eroi<br />
di santi di pensatori di scienziati di<br />
navigatori di trasmigratori”. Ai lati<br />
delle due monumentali scalinate<br />
contrapposte sono collocate due<br />
coppie scultoree in travertino:<br />
rappresentano i Dioscuri, personaggi<br />
della mitologia greca, posti<br />
a interpretare la continuità tra la<br />
gloriosa storia di Roma e i nuovi<br />
trionfi mussoliniani. Le altre 28<br />
statue in marmo, alte 3,40 metri,<br />
sono allegorie delle diverse attività<br />
umane che hanno lo scopo di<br />
esaltare i valori del genio italico.<br />
Raggiungiamo piazzale Konrad<br />
Adenauer: al civico 12 sorge l’edificio<br />
che avrebbe dovuto accogliere<br />
gli alti funzionari dell’Ente e<br />
le rappresentanze straniere durante<br />
l’esposizione. Attualmente<br />
la struttura ospita uffici del Comune<br />
di Roma e il bar-ristorante<br />
Palombini. Degli apparati decorativi<br />
restano la bellissima pittura<br />
murale a tempera di Franco<br />
Gentilini e una originale tarsia<br />
marmorea policroma di Eugenio<br />
Fegarotti, ambedue collocate al<br />
piano terra. Un mosaico policromo<br />
destinato alla parete esterna<br />
del patio è stato scomposto e<br />
sistemato nell’area di ristorazione<br />
del Palazzo dei Ricevimenti e<br />
Congressi.<br />
Proseguendo la nostra camminata<br />
giungiamo in via Ciro il Grande<br />
dove, al numero 16, c’è il Palazzo<br />
Uffici, con l’esterno composto<br />
da un porticato monumentale<br />
a pilastri. E’ stata la prima opera<br />
permanente del progetto ad<br />
essere completata. La ricchezza<br />
e l’eleganza dei dettagli architettonici<br />
esterni e interni, come<br />
la balaustra dello scalone del<br />
Commissariato, unitamente alla<br />
rilevanza dei particolari decorativi,<br />
lo rendono una delle opere<br />
più espressive dell’architettura<br />
mediterranea. Un bassorilievo<br />
di Publio Morbiducci, all’ingresso<br />
principale dell’edificio, rappresenta<br />
“La storia di Roma attraverso le<br />
opere edilizie”.<br />
Al piano terreno di Palazzo Uffici,<br />
oggi sede di mostre ed eventi, c’è<br />
il Salone delle Fontane, che avrebbe<br />
dovuto ospitare la biglietteria<br />
dell’Esposizione Universale di Roma.<br />
Interessante è anche la grande<br />
fontana luminosa suddivisa in<br />
tre bacini, rivestiti al loro interno<br />
da un mosaico alla veneziana<br />
verde opalino, con giochi d’acqua<br />
che bagnano le zone perimetrali<br />
decorate a mosaico. Al secondo<br />
piano seminterrato si trova un rifugio<br />
antiaereo realizzato sempre<br />
dall’architetto Minnucci, destinato<br />
ad ospitare i dipendenti dell’Ente<br />
EUR in caso di attacco bellico<br />
(vedi <strong>Orizzonte</strong> N°6 pagina 6).<br />
In Viale della Civiltà del Lavoro sorge<br />
il Palazzo dell’Arte Antica, che<br />
attualmente ospita anche Spazio<br />
Novecento, locale “glamour” d’intrattenimento.<br />
Il Palazzo presenta<br />
una grande corte interna al centro<br />
della quale, in corrispondenza<br />
del piano terra, c’è un giardino<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 9
d’inverno porticato, elemento di<br />
grande suggestione oggi coperto<br />
e arricchito da un colonnato<br />
rivestito in pregiato marmo verde<br />
chiaro. Al primo piano si apre<br />
un grande salone monumentale<br />
a tutta altezza, decorato da due<br />
coppie di colonne in pregiatissimo<br />
marmo di portoro.<br />
In piazza G. Marconi 8, speculare<br />
al Palazzo della Scienza Universale,<br />
ancora oggi destinato alla funzione<br />
originaria, c’è il Palazzo delle Arti<br />
e Tradizioni Popolari; al suo interno<br />
ha sede l’omonimo museo, che<br />
custodisce rare collezioni sugli usi<br />
e costumi del folklore italiano. In<br />
coincidenza con l’ingresso principale<br />
il Palazzo presenta uno scalone<br />
monumentale, rivestito in marmo<br />
pregiato. Nelle nove gallerie di<br />
esposizione, dalle dimensioni più o<br />
meno simili, trovano collocazione<br />
interessanti documenti, costumi e<br />
oggetti della tradizione popolare<br />
italiana.<br />
Il Palazzo della Scienza Universale<br />
ospita poi due prestigiosi musei,<br />
entrambi sotto la direzione del<br />
Ministero dei Beni Culturali: il<br />
Museo Nazionale Etnografico Antropologico<br />
“Luigi Pigorini”, che raccoglie<br />
materiali sulle culture native<br />
di tutti e cinque i continenti, e<br />
il Museo Nazionale dell’Alto Medio<br />
Evo, al cui interno è ricomposta<br />
la suggestiva decorazione tardoantica<br />
della domus di Porta Marina<br />
di Ostia.. Il vestibolo d’ingresso<br />
introduce al grande scalone monumentale<br />
di congiunzione al primo<br />
piano, fiancheggiato da due<br />
interessanti gallerie di distribuzione<br />
alle sale espositive, filtrate da<br />
un sistema di pilastri quadrangolari<br />
e, come questi ultimi, rivestite<br />
da un particolare marmo del tipo<br />
“chiampo olivo”.<br />
Sempre in Piazza Guglielmo Marconi<br />
c’è il Palazzo dell’Arte Moderna,<br />
originariamente previsto<br />
come “Palazzo Mostra dell’Arte<br />
Moderna”. Attualmente ospita la<br />
sede dei Carabinieri, Comando<br />
Compagnia Eur, il CED del Comune<br />
di Roma e diverse attività<br />
commerciali. Il fabbricato si articola<br />
attorno ad una grande corte<br />
interna, su cui si affacciano i tre<br />
corpi principali ed altri due cortili<br />
di servizio laterali, originariamente<br />
organizzati in funzione degli spazi<br />
espositivi. All’interno si aprono<br />
tre grandi aree espositive rettangolari<br />
che anticipano un secondo<br />
ambiente, sempre rettangolare,<br />
caratterizzato da un armonioso<br />
pavimento e da sei colonne rifinite<br />
in marmo breccia violetta.<br />
In piazzale Kenndy c’è il Palazzo<br />
dei Ricevimenti e dei Congressi<br />
dove, nella parte centrale, spicca<br />
il grande Salone dei Ricevimenti,<br />
concluso sulla sommità da una<br />
copertura realizzata interamente<br />
in metallo. In piazza Giovanni<br />
Agnelli sorge invece il Palazzo<br />
Mostra della Romanità, sede del<br />
Museo della Civiltà Romana, del<br />
Planetario e del Museo astronomico<br />
di Roma. Fu costruito per ospitare<br />
la Mostra della Romanità e si<br />
presenta come un’enorme massa<br />
muraria di rivestimento esterno,<br />
in bugnato di peperino scuro,<br />
che avvolge la quasi totalità delle<br />
facciate dell’edificio. E’ dotato di<br />
due ingressi monumentali, contraddistinti<br />
da un ordine gigante<br />
10 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
di colonne e da un colonnato che<br />
collega le due parti di cui si compone<br />
l’edificio.<br />
L’Archivio Centrale dello Stato si<br />
trova da sempre nel Palazzo Mostra<br />
dell’Autarchia e del Corporativismo,<br />
che è anche sede degli<br />
uffici di Roma Servizi per la Mobilità<br />
del Comune di Roma. Guarda<br />
caso il palazzo è identificato col<br />
numero civico 1 di Piazzale degli…<br />
Archivi.<br />
Altro edificio, altra destinazione<br />
e altra sede di società o enti. L’A-<br />
CEA S.p.A. ha sede in viale dell’Aeronautica,<br />
nell’edificio nord del<br />
Palazzo Mostra dell’Agricoltura<br />
e delle Bonifiche, un complesso<br />
che si compone di due costruzioni<br />
semicircolari verso il lago,<br />
caratterizzate da un sistema porticato-belvedere<br />
e da due rettilinei<br />
retrostanti, ad esso connessi<br />
da un portico a doppio ordine, in<br />
modo da offrire una scenografica<br />
passeggiata su più piani.<br />
In viale dello Sport 1 è ubicato<br />
il Palazzo dello Sport, realizzato<br />
per la XVII Olimpiade Moderna<br />
del 1960, denominato oggi Palalottomatica,<br />
dal nome dello sponsor<br />
che ha finanziato le opere di<br />
ristrutturazione, effettuate tra<br />
il 1999 e il 2004. Si tratta di una<br />
struttura polivalente e multifunzionale,<br />
in grado di ospitare, con i<br />
suoi circa 12.000 posti disponibili,<br />
eventi di carattere sportivo, convegni<br />
e concerti. Negli anni ’80 era<br />
noto come Palaeur, e vi giocava la<br />
mitica squadra di basket della Capitale,<br />
che in quegli anni vinse lo<br />
scudetto. Si trova nella parte alta<br />
del Giardino delle Cascate e ha<br />
forma circolare di circa 100 mt di<br />
diametro, completamente vetrata.<br />
La Piscina delle Rose è inserita nel<br />
Parco Centrale del Lago. E’ dotata<br />
di una vasca olimpionica scoperta<br />
di 25x50 metri, impreziosita nel<br />
versante verso il lago da composizioni<br />
di rose pregiate e da due<br />
corpi edilizi che ospitano rispettivamente<br />
gli spogliatoi, gli uffici<br />
ed uno spazio di ristoro. Nella<br />
zona del laghetto c’è anche il<br />
Giardino delle Cascate,<br />
probabilmente l’area verde<br />
più pregiata<br />
e suggestiva,<br />
realizzata<br />
con<br />
scogliere, pietre<br />
naturali e piante<br />
di diversa specie,<br />
con la famosa<br />
passeggiata<br />
del Giappone,<br />
disegnata<br />
nell’impianto<br />
generale e nei<br />
percorsi da<br />
Raffaele de<br />
Vico e completata<br />
con<br />
l’impianto in<br />
massa di prunus da fiore e ciliegi,<br />
donati dalla città di T<strong>ok</strong>yo.<br />
Nella zona nord del quartiere c’è<br />
il sistema delle aree verdi settentrionali,<br />
ricche di specie arboree<br />
ed arbustive tipiche dell’ambiente<br />
mediterraneo. Vi sono ampiamente<br />
diffusi pioppi, querce, magnolie,<br />
olivi e aceri, mentre più rari sono gli<br />
esemplari di lauroceraso, ligustrum,<br />
pittosporo e conifere appartenenti<br />
alle più importanti specie e varietà.<br />
Il Parco del Turismo e il Parco<br />
del Ninfeo raggiungono l’estensione<br />
complessiva di 177.250<br />
metri quadrati e sono contigui,<br />
separati solo da via Romolo Murri.<br />
Il primo, situato sul lato ovest del<br />
quartiere, è<br />
caratterizzato<br />
da maestose<br />
conifere; il secondo<br />
è invece<br />
composto da<br />
diverse tipologie<br />
di<br />
verde che<br />
si alternano.<br />
La pavimen-<br />
tazio-<br />
ne e<br />
gli apparati<br />
decorativi<br />
conferiscono<br />
all’area<br />
una gradevolissima<br />
particolarità<br />
paesag-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 11
gistica, in cui spiccano la grande<br />
stele-fontana dello scultore Ercole<br />
Drei, raffigurante La vita dei campi,<br />
e i bassorilievi del Bellini, originariamente<br />
destinati alla Mostra dell’Agricoltura.<br />
Il Parco del Ninfeo, che si estende<br />
lungo la via Laurentina, prende<br />
il nome dalla fontana del Ninfeo,<br />
realizzata nel 1940. Oggi il parco,<br />
organizzato in terrazze, belvedere,<br />
vialetti e passaggi sopraelevati,<br />
comprende circa 860 alberi, con<br />
prevalenza di piante di Eucalipto,<br />
e include una zona “dog friendly”.<br />
Altra area verde è costituita dal<br />
Giardino degli Ulivi, che si compone<br />
di due spazi, il Giardino degli<br />
Ulivi est e il Giardino degli Ulivi<br />
ovest, ricchi di ulivi ed alberi ad<br />
alto fusto e caratterizzati da una<br />
forma ad anfiteatro e da una composizione<br />
di “rustica classicità”, anche<br />
grazie alla presenza di blocchi<br />
di travertino sistemati ad esedra.<br />
Nell’area verde di piazza Pakistan<br />
c’è il Giardino Didattico, creato il<br />
28 maggio del 2012. Accessibile<br />
gratuitamente, ospita un grande<br />
orto didattico, un percorso di erbe<br />
aromatiche, un labirinto della<br />
lavanda, 10 antichi alberi da frutto<br />
dettagliatamente descritti in semplici<br />
e divertenti paline informative,<br />
un’isola ecologica con cassonetti<br />
per la raccolta differenziata,<br />
2 compostiere per creare l’humus<br />
naturale, 2 armadietti forniti di<br />
tutti gli attrezzi che possano servire<br />
per l’orto e il giardinaggio, 6<br />
bacheche esplicative delle diverse<br />
zone del giardino, un pannello fotovoltaico<br />
il cui funzionamento è<br />
spiegato attraverso le avventure di<br />
Modulix. E ancora: nidi per uccelli<br />
insettivori e diverse bat box, le<br />
cassette per accogliere i pipistrelli.<br />
In Piazza Pakistan troviamo poi<br />
il “Fungo”, serbatoio idrico che<br />
ospita al piano terra un bar e sulla<br />
sommità un ristorante panoramico<br />
progettato dall’architetto Lorenzo<br />
Monardo. L’edificio, alto 52<br />
metri circa, è stato realizzato con<br />
una particolarissima struttura in<br />
cemento armato contenente un<br />
serbatoio di 30 metri di diametro,<br />
in grado di contenere 2.500<br />
metri cubi d’acqua.<br />
Concludiamo con la famosa Nuvola<br />
di Fuksas. Un’opera internazionale,<br />
strategica, inserita in<br />
un contesto dominato da un linguaggio<br />
espressivo forte come il<br />
razionalismo architettonico degli<br />
anni trenta e quaranta. Un’opera<br />
capace di misurarsi col passato e<br />
di manifestare quell’aspirazione al<br />
nuovo di cui l’Eur è ancora simbolo:<br />
dove elementi dalla forte<br />
identità materica e soluzioni tecnologicamente<br />
avanzate intervengono<br />
a creare spazi armonici,<br />
fluidi, adatti ad un’umanità perennemente<br />
in viaggio e costantemente<br />
interconnessa.<br />
Tre sono gli elementi che, intersecandosi,<br />
compongono il nuovo<br />
complesso, su una superficie<br />
edificata di circa 58.500 mq: la<br />
“Teca”, la “Nuvola” e la “Lama”.<br />
La Teca, orientata longitudinalmente,<br />
con struttura in acciaio<br />
e doppia facciata in vetro, è il<br />
contenitore che racchiude al suo<br />
interno la “Nuvola”, fulcro del<br />
progetto, che ospita l’auditorium<br />
per 1.800 posti. La Lama è poi<br />
l’albergo: conta 439 stanze ed è<br />
stato pensato come struttura indipendente<br />
e autonoma.<br />
L’Eur è stato definito in tanti modi:<br />
quartiere metafisico, monumentale,<br />
razionalista, ma anche<br />
la città bianca, la città giardino, la<br />
città dei musei. Una cosa è certa,<br />
comunque la si pensi: l’Eur è una<br />
città nella città.<br />
Nella foto:<br />
Benito Mussolini in visita alla zona<br />
destinata ad ospitare l’Esposizione<br />
Universale del 1942.<br />
12 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13
14 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15
GENOVA E LA SUA STORIA:<br />
PORTA SOPRANA<br />
di Fabrizio Capra<br />
“V<br />
ico drito Pontexello<br />
t’è sempre stæta a<br />
megio vìa” (Vicolo<br />
dritto di Ponticello<br />
sei sempre stata la migliore via),<br />
così inizia una canzone de I Trilli,<br />
duo che ha fatto la storia della<br />
canzone popolare genovese.<br />
Vicolo dritto di Ponticello è un<br />
breve tratto di strada di Genova,<br />
un’area ristretta che comprende<br />
Porta Soprana, con le Torri di<br />
Sant’Andrea, il Chiostro dell’ex<br />
Monastero di Sant’Andrea e la<br />
Casa di Colombo.<br />
Ma procediamo con ordine.<br />
Porta Soprana<br />
e le Torri di Sant’Andrea<br />
Porta Soprana, detta anche Porta<br />
di Sant’Andrea, fu una delle<br />
porte d’ingresso in Genova fin<br />
dall’epoca della seconda cinta<br />
muraria, databile tra il IX e il X<br />
secolo, ed è considerata uno dei<br />
simboli del capoluogo ligure.<br />
Nel medioevo fu il principale var-<br />
co d’accesso alla città da est, oggi<br />
è una delle porte che introducono<br />
il turista nella città vecchia.<br />
Costruita in pietra del capoluogo<br />
ligure, rappresenta un tipico<br />
esempio di architettura medioevale.<br />
La sua posizione è in cima<br />
al “Piano di Sant’Andrea” che<br />
si trova (o meglio ancora, che si<br />
trovava) vicino al colle che portava<br />
lo stesso nome e che è stato<br />
spianato agli inizi del Novecento.<br />
Il nome deriva dalla modifica del<br />
termine “Superana” proprio perché<br />
si trattava di una porta rialzata<br />
rispetto al piano cittadino.<br />
Dal XIV secolo la porta fu “inghiottita”<br />
dallo sviluppo edilizio del<br />
nascente quartiere di Ponticello.<br />
Sopra l’arco di entrata tra le<br />
due torri fu costruita una casa<br />
a un piano, poi ampliata nell’Ottocento,<br />
dove abitò il figlio di<br />
Samson, il boia che aveva ghigliottinato<br />
Luigi XVI e Maria<br />
Antonietta durante la rivoluzione<br />
francese. Boia anch’egli,<br />
non doveva allontanarsi troppo<br />
da casa per recarsi sul posto di<br />
lavoro dato che, almeno fino al<br />
1797, il patibolo veniva allestito<br />
in prossimità di Porta Soprana; e<br />
c’era anche l’usanza di appendere<br />
nell’arco della Porta, racchiuse<br />
in gabbie di ferro, le teste di<br />
coloro che erano stati giustiziati.<br />
La costruzione che oggi si può<br />
ammirare è frutto dei massicci<br />
restauri realizzati intorno al<br />
1890 sotto la direzione di Alfredo<br />
d’Andrade, direttore della<br />
Sovrintendenza di Belle Arti, e<br />
riproduce l’aspetto che la porta<br />
aveva durante la realizzazione<br />
della terza cinta muraria, ovvero<br />
le “Mura del Barbarossa” (1155-<br />
1159), costruite in brevissimo<br />
tempo nel timore di un attacco<br />
di Federico Barbarossa. Oggi si<br />
può ancora percorrere un breve<br />
tratto del camminamento.<br />
La porta è affiancata da due<br />
torri, coronate da archetti e<br />
merlature, e nella parte interna<br />
16 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 17
18 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />
presenta due finestroni ad arco<br />
sovrapposti. Nell’Ottocento le<br />
due torri furono destinate a prigione,<br />
insieme al vicino convento<br />
di Sant’Andrea.<br />
L’arco a sesto acuto è il primo<br />
esempio di architettura gotica in<br />
città ed è decorato da colonne<br />
con capitelli neocorinzi con bassorilievi<br />
rappresentanti aquile e<br />
foglie d’acqua.<br />
La porta, larga cinque metri e alta<br />
nove metri e mezzo, veniva chiusa<br />
con due ante di legno che giravano<br />
su cardini di ferro; un grosso<br />
anello è ancora infisso della pietra<br />
e tuttora visibile. Due lapidi<br />
in latino sono commemorative<br />
di questa costruzione. Entrando,<br />
nella porta di destra, si leggono<br />
i nomi dei personaggi che hanno<br />
sovrainteso alla costruzione mentre<br />
la lapide di sinistra magnifica la<br />
potenza della città.<br />
Intorno al 1890 furono ripristinati<br />
la torre settentrionale e l’arco,<br />
mentre le sculture dei capitelli furono<br />
integrate con aquile di stile<br />
romanico pisano. La torre meridionale,<br />
invece, fino agli anni ’30<br />
del secolo scorso faceva parte di<br />
un’abitazione; la struttura fu restaurata<br />
con la demolizione del<br />
quartiere di Ponticello, sotto la<br />
direzione di Orlando Grosso.<br />
Le due torri sono visitabili, ad<br />
esclusione dei giorni di pioggia<br />
per motivi di sicurezza; attraverso<br />
una scala elicoidale interna in<br />
pietra è possibile accedere fino in<br />
cima, da dove si può godere uno<br />
splendido panorama su gran parte<br />
della città.
A destra della porta c’è un’edicola<br />
votiva dedicata alla Madonna della<br />
Guardia, risalente al XVII-XVIII<br />
secolo e a sinistra una lapide in<br />
marmo su cui è scritto:<br />
‘’Sono sorvegliata da soldati, circondata<br />
da splendide mura<br />
e scaccio lontano con il mio valore i<br />
dardi nemici.<br />
Se pace tu porti, accostati pure a<br />
queste porte,<br />
se guerra tu cerchi, triste e battuto<br />
ti ritirerai.‘’<br />
La casa di<br />
Cristoforo Colombo<br />
Appena fuori dalle mura medioevali,<br />
in fondo a Vico dritto di<br />
Ponticello, troviamo la casa che fu<br />
di Cristoforo Colombo o, meglio<br />
del padre, Domenico Colombo,<br />
dove il famoso navigatore visse<br />
in gioventù, tra il 1455 (vi arrivò<br />
che aveva quattro anni) e il 1470.<br />
L’edificio risale al XV secolo e<br />
sorge dove un tempo vi era il<br />
“quartiere dei lanaioli”; il padre di<br />
Cristoforo era infatti uno “scardassiere”<br />
ovvero colui che cardava<br />
e sbrogliava la lana.<br />
All’epoca di Colombo la casa si<br />
trovava all’interno dell’ampliamento<br />
murario del XIV secolo,<br />
in un tessuto urbano formato<br />
soprattutto da case popolari. La<br />
struttura è rimasta la stessa, sviluppata<br />
su due piani: il piano terra<br />
era destinato al commercio e agli<br />
affari, ospitava in un ampio vano<br />
la bottega e il retrobottega, mentre<br />
un vano di dimensioni minori<br />
fungeva da disimpegno per raggiungere<br />
il piano superiore. Que-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 19
sto era adibito ad abitazione e vi<br />
si svolgeva la vita familiare. Il servizio<br />
igienico era situato nel vano<br />
sottoscala. Nella facciata, a destra<br />
vi era la porta d’ingresso alla bottega<br />
e a sinistra l’ingresso privato.<br />
A dividere i due piani un solaio a<br />
travatura in legno.<br />
Quella che vediamo oggi è però<br />
una ricostruzione, sui resti originari,<br />
risalente al XVIII secolo, in<br />
quanto la casa fu probabilmente<br />
colpita e distrutta nel 1684, durante<br />
il bombardamento con artiglieria<br />
pesante disposto da Luigi<br />
XIV, il Re Sole, e perpetrato<br />
dalla flotta navale francese contro<br />
l’allora repubblica marinara. Si<br />
ipotizza che, dopo la ricostruzione,<br />
fossero stati aumentati i piani<br />
giungendo, alla fine del XVIII<br />
secolo, a un totale di cinque. La<br />
casa fu riportata ai due piani attuali<br />
quando fu demolito il lato<br />
nord nell’ambito dei lavori che<br />
portarono all’edificazione di via<br />
XX Settembre: essendo stata<br />
costruita ponendo i travi sui muri<br />
portanti delle case affiancate, non<br />
poteva reggersi da sola, per cui si<br />
fu costretti ad eliminare i tre piani<br />
superiori.<br />
Durante recenti restauri sono<br />
stati scoperti parti di pavimentazione<br />
originaria dell’epoca premedioevale,<br />
presumibilmente del<br />
VI secolo. Un vetro permette di<br />
osservare le originali fondamenta.<br />
Nel 1887 la casa venne acquistata<br />
dal Comune di Genova e oggi<br />
fa parte del polo museale storico<br />
della “Superba”. All’esterno una<br />
epigrafe ricorda che vi dimorò<br />
l’illustre genovese; all’interno è<br />
esposta copia della “Relazione<br />
Belgrano”, che contiene la summa<br />
delle ricerche storiche ottocentesche<br />
condotte sulle vicende della<br />
casa di Colombo. Il documento<br />
originale è conservato presso la<br />
Biblioteca civica Berio.<br />
Chiostro di Sant’Andrea<br />
Quando, con gli interventi avvenuti<br />
nei primi decenni del secolo<br />
scorso, fu modificato l’aspetto<br />
urbanistico della zona, vicino alla<br />
casa di Colombo venne collocato<br />
il chiostro di Sant’Andrea,<br />
pregevole opera proveniente<br />
dal complesso conventuale del<br />
XII secolo che sorgeva sul colle<br />
omonimo, demolito nel 1904.<br />
Il monumento fu salvato grazie<br />
alle pressioni dell’architetto Alfredo<br />
d’Andrade che, dopo averlo<br />
smontato e restaurato, lo ricompose<br />
nell’attuale sito. Questo<br />
tuttavia accadde solo nel 1922,<br />
in quanto per quasi vent’anni i<br />
materiali furono dimenticati nel<br />
magazzino di Sant’Agostino.<br />
L’ordine inferiore del chiostro si<br />
sviluppa su un impianto rettangolare<br />
mentre l’elevato è scandito<br />
da una serie regolare di colonnine<br />
binate (11 sul lato lungo e 5<br />
sul lato minore), raggruppate in<br />
corrispondenza degli angoli, che<br />
sorreggono archi a sesto acuto.<br />
Le trentadue coppie di capitelli<br />
costituiscono l’elemento caratterizzante<br />
della composizione<br />
20 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
poiché presentano una gamma<br />
di soluzioni figurative di notevole<br />
pregio, ascrivibili ad un intervallo<br />
temporale compreso tra il 1100<br />
e la fine del XIII secolo. La fase<br />
più antica, localizzata nei lati sud<br />
e ovest, è sempre risolta con un<br />
motivo decorativo neocorinzio di<br />
base, a foglie d’acqua e volute angolari<br />
che racchiudono di volta in<br />
volta fiori, foglie, protomi umane,<br />
pigne e rosette, su cui si innesta<br />
la rappresentazione di scene di<br />
vita quotidiana sul lato occidentale<br />
(l’aratura, il pascolo, il lavoro<br />
con animali da soma) e a tema sacro<br />
nel lato sud (Adamo ed Eva,<br />
Daniele nella fossa dei leoni). La<br />
parte duecentesca che contraddistingue<br />
gli altri due lati presenta<br />
motivi vegetali alternati a volute,<br />
grappoli e fiori, con presenza di<br />
decorazione zoomorfa e fitomorfa<br />
anche alla base delle stesse<br />
colonnine. Gli angoli del chiostro<br />
vengono rimarcati da raggruppamenti<br />
di colonnine trattati con<br />
motivi decorativi neocorinzi associati<br />
a raffigurazioni sia di scene<br />
tratte dal Nuovo Testamento che<br />
di vita agreste.<br />
Il chiostro di S.Andrea sistemato<br />
nel cuore della città offre al visitatore<br />
un momento di pace e<br />
serenità: merita quindi una visita<br />
(gratuita e accessibile a tutti) per<br />
apprezzarlo meglio.<br />
Il Ponte delle Conchette<br />
Vico dritto Ponticello è una piccola<br />
salita che esiste tuttora (sebbene<br />
spoglia degli edifici che la adornavano)<br />
e che conduce da Porta Soprana<br />
alla sottostante piazza Dante.<br />
Il nome è dovuto alla presenza di<br />
un piccolo ponte posto sopra il<br />
rio Torbido, che scorreva seminterrato,<br />
e che collegava la strada<br />
romana proveniente dal borgo di<br />
San Vincenzo con la stessa Porta<br />
Soprana.<br />
Il ponte aveva il curioso nome di<br />
“Ponte delle Conchette”, chiamato<br />
così durante il XV secolo perché<br />
in quel punto venivano gettati i<br />
manufatti in ceramica rotti oppure<br />
difettosi, provenienti dalle fabbriche<br />
poco lontane. Dal soprannome<br />
deriva l’antica espressione<br />
genovese che indica qualcosa di<br />
scadente “O no l’ha mai passòu o<br />
ponte de conchette” (Non ha superato<br />
il ponte delle conchette).<br />
Fino al 1860, anno dell’unità d’Italia,<br />
su una casa ora non più esistente,<br />
si potevano vedere alcuni anelli delle<br />
catene che chiudevano il porto<br />
di Pisa, repubblica marinara rivale,<br />
espugnato nel 1290 dai genovesi, e<br />
un bassorilievo del 1280 che raffigurava<br />
il porto pisano.<br />
Il bassorilievo si trova ora nella<br />
chiesa di Sant’Agostino - situata<br />
accanto al museo omonimo -<br />
mentre gli anelli, insieme ad altri<br />
della stessa catena che si trovavano<br />
su altri edifici, furono. con<br />
l’unificazione nazionale, restituiti<br />
alla città di Pisa.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 21
INTRODUZIONE<br />
AL GIUBILEO<br />
di Franco Ardito<br />
“I<br />
ntroduzione al Giubileo”,<br />
ultimo libro<br />
di Claudio Monachesi,<br />
a prima vista<br />
potrebbe sembrare una delle<br />
tante attività fiorite intorno al<br />
Giubileo della Misericordia e interessanti<br />
solo perché funzione<br />
di questo accadimento. Basta<br />
aprirlo, però, per rendersi conto<br />
che si tratta di tutt’altra cosa,<br />
che il Giubileo papale ne rappresenta<br />
solo un aspetto e, per<br />
certi versi, un puro pretesto e<br />
che il libro vive di vita propria,<br />
mettendo insieme concezioni<br />
cristiane, sacre scritture, qabbalah,<br />
logiche iniziatiche e tradizio-<br />
ni esoteriche diverse, collegate<br />
e armonizzate da una mente<br />
eclettica qual è quella di Claudio<br />
Monachesi. Talchè non è strano<br />
che nell’introduzione di Fabrizio<br />
Mariani, peraltro scritta per la<br />
prima stesura di Introduzione al<br />
Giubileo del 2000 e qui riproposta,<br />
si parli di percorso iniziatico<br />
in cui i luoghi, pur sacri alla cristianità,<br />
diventano luoghi dell’anima,<br />
cammino di perfezione,<br />
strumenti verso la ricerca di se<br />
stessi. Si scopre così che il pensiero<br />
cristiano estende le sue radici<br />
in territori ben più profondi<br />
dei semplici aspetti dogmatici e<br />
devozionali, e che anche in essi<br />
22 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
è la potenza della rigenerazione.<br />
Il viaggio si sviluppa attraverso la<br />
“Rosa del Giubileo”, suddivisa in 12<br />
settori perché il 12 rappresenta<br />
il numero della completezza, del<br />
ciclo concluso, che diventano 14<br />
se si considerano anche il sopra<br />
e il sotto. In questo modo il cerchio<br />
si trasforma in struttura<br />
elicoidale, scopre l’alto e il basso,<br />
la necessità di salire.<br />
La “Rosa del giubileo” comprende<br />
tutti gli spazi da visitare, con i relativi<br />
“misteri”, da scorgere soprattutto<br />
nella propria interiorità:<br />
1. S. Maria ai Martiri, situata<br />
nel Pantheon, un testimone<br />
bimillenario. Rappresenta i misteri<br />
dell’iniziazione e dell’ascensione<br />
in cielo come passaggio di<br />
un culto in un altro culto, di un<br />
cielo in un altro cielo.<br />
2. S. Maria in Vallicella, la<br />
Chiesa Nuova fatta costruire da<br />
San Filippo Neri, che vi è sepolto.<br />
Individua i misteri della gioia<br />
e dell’allegria.<br />
3. San Pietro in Vaticano, la<br />
ricchezza, le due chiavi: d’oro e<br />
d’argento: i misteri della grandezza<br />
di questo mondo.<br />
4. Porziuncola, luogo della<br />
riunione mondiale delle religioni;<br />
è il simbolo dei misteri del farsi<br />
piccoli.<br />
5. S. Maria Aracoeli, il risveglio<br />
dal sonno, Mosè ed Elia,<br />
Cesare Augusto. I misteri della<br />
trasfi-gurazione.<br />
6. S. Paolo fuori le mura<br />
e l’Abbazia delle Tre Fontane,<br />
la tomba di Paolo nella<br />
croce egizia. Il luogo del martirio.<br />
L’altare di San Bernardo di<br />
Chiaravalle con accanto l’Ara<br />
dei Fratelli Arvali: i misteri della<br />
conversione.<br />
7. San Sebastiano fuori le<br />
mura. La “Memoria Apostolorum”<br />
nelle catacombe. Due acrostici:<br />
Ictus, Vitriol. Le orme dei<br />
piedi (i pesci) lasciate sulle pietra<br />
da Gesù). I misteri delle profondità<br />
degli abissi e della Pentecoste.<br />
8. San Lorenzo fuori le<br />
mura. Due basiliche che si uniscono<br />
una all’altra annodandosi<br />
agli absidi. Il silenzio. La cenere<br />
di Lorenzo. I misteri della morte.<br />
9. Santa Croce in Gerusalemme.<br />
Le ultime sette parole<br />
di Gesù sulla croce. Le 14 stazioni<br />
della Via crucis. INRI, INBI,<br />
INMH. I misteri della passione.<br />
10. Santa Maria Maggiore.<br />
La fondazione rituale con l’aratro<br />
fatta da Papa Liberio, che ne<br />
tracciò il perimetro similmente<br />
agli antichi. I misteri della nascita,<br />
della verginità, dell’assunzione.<br />
11. Santa Prassede, dove è<br />
stato raccolto il sangue di circa<br />
duemilatrecento martiri. I misteri<br />
della Gerusalemme Celeste.<br />
12. Santo Stefano Rotondo,<br />
il sepolcro di Gesù. I misteri<br />
della resurrezione.<br />
13. San Giovanni in Laterano,<br />
Mater Urbis et Orbis, ovvero<br />
i misteri dell’ascensione in cielo.<br />
14. Sancta Sanctorum, ovvero<br />
i misteri di “Atziluth”.<br />
Così il ciclo è completo. Obiettivo<br />
del viaggio è assumere l’esperienza<br />
giubilare a motivo iniziatico,<br />
farne una strada d’elevazione,<br />
la propria strada, vivendola in<br />
modo pieno e completo, trasportandosi<br />
in un luogo non luogo, in<br />
un tempo al di là del tempo, sostanzialmente<br />
muovendosi in una<br />
dimensione sacrale con la coscienza<br />
di essere noi stessi luogo,<br />
tempo e sacralità. E ritrovare se<br />
stessi alla fine del viaggio, con la<br />
consapevolezza che un ciclo si è<br />
concluso, e che siamo in grado di<br />
iniziarne un altro.<br />
Ci ritroviamo di nuovo tutti insieme<br />
giù, poco fuori l’edificio<br />
della Scala Santa; ci sono ancora<br />
commenti richieste consigli interrogativi<br />
baci strette di mano...<br />
E qualcuno che si meraviglia del<br />
tempo, repentinamente cambiato,<br />
senza più vento, il cielo d’un<br />
grigio uniforme e una pioggerellina<br />
che quasi non bagna i nostri<br />
capelli i nostri vestiti.<br />
Alcuni di noi per andare alle<br />
automobili camminano ancora<br />
insieme, alcuni osservando il<br />
cielo... Sono stanco, ma soddisfatto<br />
e quasi incredulo che sia<br />
potuto accadere tutto questo...<br />
Una vecchia mendicante farfuglia<br />
con la bocca vuota ‘la carità’… E<br />
in fondo, già visibile, la statua di<br />
S. Francesco benedicente... E di<br />
lato Porta S. Giovanni, e le mura<br />
aureliane che si dirigono virili<br />
verso S. Croce in Gerusalemme.<br />
“ Dove andiamo a cena stasera?”<br />
Claudio Monachesi<br />
Introduzione al Giubileo<br />
Edizioni Terre Sommerse<br />
www.terresommerse.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 23
INTERVISTA<br />
BENESSERE ANIMALE<br />
LA RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI<br />
di Sabrina Rosa<br />
A<br />
nche in Italia, finalmente,<br />
inizia a circolare<br />
il concetto di<br />
antispecismo, con la<br />
volontà, forse, di cominciare ad<br />
abbandonare la vecchia idea di<br />
etnocentrismo, che da sempre è<br />
all’origine di guerre e di violenza,<br />
per sostituirla con quella di<br />
uguale dignità per ogni singolo<br />
essere vivente.<br />
Di movimenti in difesa di cani<br />
e gatti, ma anche di conigli, ne<br />
esistono tantissimi. Ma c’è anche<br />
chi si occupa di vacche, capre,<br />
agnelli, maiali e di tutti gli altri<br />
animali, che non rientrando nella<br />
caratteristica di “pet”, sembrano<br />
non possedere la stessa dignità<br />
dei propri simili a quattro zampe,<br />
che vivono abitualmente nelle<br />
nostre abitazioni.<br />
Per riflettere su tale tematica,<br />
abbiamo voluto incontrare chi si<br />
occupa di ridare dignità a quegli<br />
animali troppo spesso etichettati<br />
come “animali da reddito”, ma<br />
che portano invece in sé molto<br />
di più. Lo abbiamo fatto con un<br />
rappresentante della Rete dei<br />
Santuari di Animali Liberi, che ci<br />
ha spiegato cosa fanno ogni giorno<br />
queste realtà.<br />
D: Come e quando nasce l’idea<br />
di creare una Rete dei Santuari?<br />
R: «L’idea di creare una rete che<br />
unisse i santuari che si riconoscono<br />
nei principi e ideali antispecisti nasce<br />
per la prima volta nel 2012 ma<br />
si concretizza due anni più tardi,<br />
quando la Rete dei Santuari di Animali<br />
Liberi viene ufficialmente presentata,<br />
durante il festival MiVeg a<br />
Milano. Vi aderiscono Vitadacani,<br />
con i due santuari Porcikomodi di<br />
Magnago e Chiari, il Rifugio Miletta,<br />
La Belle Verte, Animal SOS,<br />
Oasi Be Happy e Fattoria della Pace<br />
Ippoasi, con i sue due santuari<br />
(Ippoasi e il Rifugio della Bubi).<br />
Quello che unisce queste realtà è<br />
credere nella necessità di operare e<br />
lavorare per la liberazione animale,<br />
secondo ben determinati principi,<br />
esplicati ed elencati in una “carta<br />
dei valori”, che si può trovare sul<br />
24 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
nostro sito (http://www.animaliliberi.org/site/carta-dei-valori/).<br />
Perché fare rete? Ma per unire le<br />
forze, lavorare in team. E gli scopi<br />
sono fondamentalmente due: avere<br />
maggiore visibilità (sia per i singoli<br />
rifugi, sia per i progetti portati<br />
avanti) e avere una maggiore forza<br />
d’impatto nella soluzione dei problemi<br />
che accomunano i santuari e<br />
nella gestione delle emergenze».<br />
D: Di cosa vi occupate?<br />
R: «La Rete si occupa di far conoscere<br />
le singole realtà, cercando<br />
soprattutto di arrivare a quelle<br />
persone che non sanno cosa sia un<br />
santuario, che magari pensano che<br />
si tratti di fattorie didattiche (mentre<br />
sono quanto di più lontano ci<br />
sia). I santuari infatti hanno lo scopo<br />
primario di accogliere animali<br />
salvati dallo sfruttamento, ma anche<br />
di fungere da luogo di incontro,<br />
un posto dove il mondo è all’incontrario,<br />
dove gli animali sono liberi<br />
da barriere fisiche e da barriere<br />
mentali.<br />
Qui gli animali ospiti non sono da<br />
reddito, né da coccola, né da compagnia.<br />
Sono se stessi, ambasciatori<br />
della propria specie. Raccontano,<br />
a chi accetta di spogliarsi delle proprie<br />
gabbie mentali, chi sono in realtà<br />
(non macchine da produzione,<br />
non cibo, non cose) e cosa in realtà<br />
significhi essere animale da reddito.<br />
Quale sia la quotidiana atroce esistenza<br />
dentro ogni allevamento. A<br />
noi piace dire che nei santuari si seminano<br />
piccoli semi di empatia. Se<br />
il terreno è fertile, quei semi cresceranno,<br />
insieme alla consapevolezza<br />
della necessità di un cambiamento<br />
sociale radicale.<br />
La Rete fa informazione. Cerca di<br />
diffondere la verità sul mondo della<br />
zootecnia, al di là delle rassicuranti<br />
parole spese da allevatori, funzionari<br />
ASL e governativi. Ci occupiamo di<br />
casi specifici di sequestri di animali,<br />
cercando di salvare la loro vita (a<br />
volte riuscendoci, a volte purtroppo<br />
no) e utilizzando questi casi come<br />
strumento per mostrare la realtà.<br />
Che accomuna ogni allevamento e<br />
macello. Non esiste “benessere ani-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 25
male” per quegli animali che sono<br />
reificati e sfruttati, che sono considerati<br />
null’altro che macchine per<br />
far soldi. Benessere e allevamenti,<br />
benessere e trasporti, benessere e<br />
macellazione, non sono altro che ossimori,<br />
il tentativo di tacitar coscienze.<br />
E anche quelle poche regole e<br />
leggi che esistono, sono sistematicamente<br />
eluse, con la connivenza,<br />
nella stragrande maggioranza dei<br />
casi, di chi dovrebbe controllare e<br />
far rispettare la loro applicazione.<br />
Questo lo vediamo ogni volta che<br />
entriamo in un allevamento o ci interessiamo<br />
di un trasporto o di un<br />
sequestro. Di questo continueremo<br />
a parlare, affinché la verità si sappia,<br />
e su questo continueremo a lavorare,<br />
affinché si possa arrivare un<br />
domani non troppo lontano alla fine<br />
di ogni allevamento.<br />
La Rete, infine, si occupa di risolvere<br />
i problemi contingenti. Il primo e più<br />
importante è il vuoto normativo esistente<br />
in Italia e non solo. Ovvero il<br />
fatto che i rifugi per animali da reddito<br />
siano non luoghi, non riconosciuti<br />
come tali, ma catalogati dallo Stato<br />
e dagli organi delle ASL e dei ministeri<br />
competenti come allevamenti.<br />
Sottoposti quindi agli stessi vincoli<br />
(controlli veterinari non finalizzati alla<br />
salvaguardia della salute degli animali,<br />
ma di chi potrebbe mangiare<br />
la loro carne, e poi marcatura degli<br />
animali, controlli ad ogni trasporto,<br />
registri di carico e scarico, eccetera),<br />
cose che causano non solo inutile<br />
stress ai nostri ospiti, ma anche una<br />
gran perdita di tempo per i veterinari<br />
che sono costretti ad effettuare controlli<br />
completamente inutili».<br />
D: Gli animali come arrivano fino<br />
a voi?<br />
R: «Gli animali che noi accogliamo<br />
hanno tante storie. Ci sono quelli<br />
26 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
che vengono ceduti dagli allevatori<br />
perché improduttivi (noi non acquistiamo<br />
gli animali: sia perché non<br />
vogliamo contribuire a finanziare il<br />
sistema di sfruttamento, sia perché<br />
siamo fermamente convinti che gli<br />
animali siano individui e non cose, e<br />
gli individui non si comprano e non<br />
si vendono). Ci sono quelli sottratti a<br />
seguito di sequestri penali. Ci sono<br />
quelli liberati durante azioni a volto<br />
scoperto o meno. E ci sono quelli che<br />
si sono ribellati, sono riusciti a fuggire<br />
al loro destino, e grazie al loro coraggio<br />
hanno acquistato una propria<br />
individualità. Diventano famosi. Ottengono<br />
appoggio e sostegno e per<br />
questo riescono ad aver salva la vita.<br />
Ad esempio presso il santuario<br />
di Porcikomodi – Vitadacani vive<br />
WillyBanzai, un fiero torello che è<br />
scappato dall’allevamento dove era<br />
detenuto (si dice saltando la staccionata),<br />
ed è riuscito a restare libero<br />
per più di cento giorni. Nascondendosi<br />
di giorno e aggirandosi in cerca<br />
di cibo di notte. Al termine della sua<br />
avventura, quando sono riusciti a<br />
catturarlo, era ormai una celebrità<br />
fra gli abitanti del paesino dove viveva,<br />
tanto che il sindaco stesso si è<br />
impegnato affinché venisse ceduto<br />
ad una struttura dove potesse vivere<br />
tranquillo fino alla fine dei suoi<br />
giorni. (la storia di WillyBanzai la<br />
potete trovare qui: http://www.vitadacani.org/news/willybanzai-ovvero-la-fuga-per-la-liberta/)».<br />
D: Siete tutti volontari? Come<br />
può aiutarvi concretamente chi è<br />
sensibile a questa tematica?<br />
R: «Soltanto il santuario Porcikomodi<br />
di Magnago ha degli operatori<br />
che sono dipendenti. Cosa necessaria<br />
dato l’altissimo numero di<br />
animali ospitati (circa 150 animali<br />
ex da reddito ed altrettanti cani<br />
nell’annesso parco canile). Gli altri<br />
santuari, invece, che sono di dimensioni<br />
più contenute, sono gestiti da<br />
volontari. Tutti i santuari della Rete<br />
sono ONLUS e si reggono sul sostegno<br />
degli attivisti, sulle donazioni,<br />
sulle adozioni a distanza.<br />
Per aiutarci i modi sono molti: ci sono<br />
appunto le adozioni a distanza;<br />
si possono organizzare benefit, cene,<br />
eventi, per aiutarci nella raccolta<br />
di fondi; si possono aiutare i rifugi<br />
nella raccolta di cibo ed altro materiale<br />
necessario (attrezzi agricoli,<br />
fieno, eccetera); si può fare volontariato;<br />
oppure anche solo seguire e<br />
partecipare alle nostre campagne».<br />
D: Al momento che progetti state<br />
seguendo?<br />
R: «Al momento stiamo lavorando<br />
proprio alla questione del riconoscimento<br />
giuridico. Nel maggio del 2015<br />
abbiamo inviato una raccomandata<br />
al Ministero della Salute, a quello<br />
dell’Ambiente, e alle Regioni ove si<br />
trovano i santuari, per sottoporre il<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 27
problema, elencare le nostre ragioni,<br />
e chiedere un incontro. A parte<br />
il Ministero dell’Ambiente, che ha<br />
risposto dicendosi non responsabile<br />
della questione, è seguito solo silenzio.<br />
Nell’autunno dello stesso anno<br />
abbiamo lanciato un mail bombing,<br />
e invitato le persone ad inviare anche<br />
lettere cartacee. Sappiamo per<br />
certo che mail e lettere ne sono arrivate<br />
a migliaia. In contemporanea,<br />
alcuni politici si sono offerti di fare da<br />
tramite per ottenere il tanto agognato<br />
incontro. Ci sono voluti altri mesi.<br />
Poi, pochi giorni fa, finalmente una<br />
risposta. Una nostra delegazione incontrerà<br />
alcuni funzionari preposti,<br />
presso il Ministero della Salute, a<br />
metà luglio. Speriamo sia l’inizio di<br />
un dialogo fattivo e risolutore».<br />
D: Mi racconti una storia che vi ha<br />
colpito particolarmente?<br />
R: «Di storie ce ne sono molte. Ma<br />
certo quella della mucca Tina la<br />
porto ancora con me, insieme ad<br />
un senso di colpa e di impotenza.<br />
A giugno 2015 siamo stati contattati<br />
da un allevatore di Suzzara, in provincia<br />
di Mantova. Costui – probabilmente<br />
non avendo ben capito con chi<br />
stesse parlando – ci chiedeva aiuto<br />
per regolarizzare otto bovini privi di<br />
marche. La sua storia era questa: a<br />
dicembre aveva preso in affitto la<br />
stalla di un suo vicino, strangolato<br />
dai debiti. E con la stalla aveva preso<br />
possesso anche degli animali lì<br />
rinchiusi. Quando vi si era recato la<br />
prima volta, aveva trovato decine di<br />
cadaveri di mucche. Erano mucche a<br />
fine carriera, non più produttive, che il<br />
loro padrone aveva lasciato nei mesi<br />
morire di fame, nascondendone poi i<br />
cadaveri nei campi circostanti. Ad alcune<br />
aveva tolto le marche auricolari<br />
di riconoscimento, per utilizzarle sulle<br />
vitelle più giovani. Il “nostro” aveva<br />
quindi contattato carabinieri ed ASL,<br />
quella stessa ASL che avrebbe dovuto,<br />
nei mesi, controllare e accorgersi<br />
di quel che stava accadendo. E che<br />
invece nulla aveva visto.<br />
La stalla venne posta sotto sequestro<br />
amministrativo (si parla di<br />
reati ambientali, ma non di maltrattamento<br />
animale), e con essa<br />
gli animali superstiti. Tra questi, un<br />
gruppetto di otto mucche, appunto<br />
prive di marche o con marche appartenenti<br />
a mucche già morte.<br />
In base alla legge, essendo gli animali<br />
non tracciabili (quindi di provenienza<br />
non verificabile e perciò probabili<br />
veicoli di zoonosi pericolose per<br />
la salute umana – come ad esempio<br />
la BSE), venne per esse emesso verdetto<br />
di immediato abbattimento<br />
con distruzione dei corpi.<br />
Per due mesi abbiamo trattato con<br />
la ASL, con il magistrato e con l’allevatore<br />
affinché le mucche avessero<br />
salva la vita e venissero cedute a noi,<br />
senza ovviamente alcun compenso<br />
economico. Ci siamo riusciti ma<br />
nel frattempo, si era a metà agosto,<br />
veniamo informati che due mucche<br />
sono finite “a terra”, essendo il loro<br />
corpo troppo sfruttato e debilitato, e<br />
che una delle due è morta.<br />
Riusciamo ad ottenere il permesso<br />
di entrare nella stalla. Era il 21<br />
agosto, fuori l’aria era calda, la luce<br />
accecante. Quando sono entrata mi<br />
28 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
sono venuti i brividi. Nella penombra<br />
ho individuato Tina: uno scheletro.<br />
Se ne stava lì, sulla terra battuta,<br />
tra le sue feci. Le ossa sembravano<br />
bucare la sua povera pelle. Dietro di<br />
lei stava una vitellina piccola e magra,<br />
figlia di una delle otto mucche.<br />
Come tutti i figli di mucche da latte<br />
era stata separata dalla propria<br />
madre e nutrita a succedanei. Se ne<br />
stava lì, gli occhi grandi e tristi, a<br />
guardare Tina morire lentamente.<br />
Si trattava di animali sequestrati,<br />
considerati talmente pericolosi per<br />
l’uomo da essere in origine destinati<br />
ad essere abbattuti e inceneriti. Eppure<br />
mai, nei due mesi trascorsi, un<br />
veterinario si era degnato di controllare<br />
la loro condizione, o assicurarsi<br />
che non venissero munte e il loro<br />
latte venduto.<br />
Da quel giorno abbiamo organizzato<br />
turni di volontari per portare cibo alla<br />
stalla. Per Tina però siamo arrivati<br />
troppo tardi: è morta due giorni dopo,<br />
nell’indifferenza dei suoi proprietari<br />
ma anche di coloro che avrebbero<br />
dovuto garantirle un minimo di “benessere”.<br />
Stessa fine, probabilmente,<br />
avrebbero fatto anche se sue compagne,<br />
se non fossimo intervenuti noi. Invece<br />
per loro, il 30 settembre, si sono<br />
aperte le porte dell’allevamento ed è<br />
iniziata una nuova vita.<br />
(Di Tina si parla qui: http://www.<br />
animaliliberi.org/site/otto-muccheda-salvare-2/<br />
e sul sito si trova tutta<br />
la storia di queste mucche, e anche<br />
di altri casi di sequestro di cui ci siamo<br />
occupati).<br />
Quando vado a trovare le mucche<br />
libere, o le guardo nei filmati e nelle<br />
foto bearsi dei prati e del sole,<br />
non posso non pensare a Tina, alla<br />
sua tragica fine, agli occhi tristi di<br />
quella vitellina alle sue spalle, al<br />
fatto che questo accade quotidianamente,<br />
ovunque.<br />
Per noi è importantissimo che la<br />
Rete cresca, ed è importantissimo<br />
avere il sostegno di associazioni ed<br />
attivisti. Siamo fermamente convinti<br />
che i santuari debbano essere al<br />
centro del movimento di liberazione<br />
animale. Proprio per il loro fondamentale<br />
ruolo di incontro, conoscenza<br />
ed informazione. Diffondere<br />
il nostro sito (www.animaliliberi.org),<br />
le nostre attività, invitarci ad eventi<br />
e festival, organizzare benefit e serate<br />
di presentazione. Tutto questo<br />
è di importanza basilare. Quindi<br />
grazie per la possibilità dataci di<br />
parlare di noi sul vostro magazine.»<br />
Ciò che emerge dalle parole di<br />
chi ogni giorno vive questa realtà<br />
è davvero un forte entusiasmo,<br />
ma soprattutto la voglia di perseguire<br />
un progetto importante,<br />
che davvero possa in qualche<br />
modo cambiare le condizioni di<br />
vita di questi animali.<br />
La storia della mucca Tina (che a<br />
me personalmente ha commosso<br />
in maniera particolare) è emblematica<br />
di quanto sta accadendo<br />
sotto i nostri occhi, anche se si fa<br />
di tutto per non vedere. Un grazie<br />
di cuore alla Rete dei Santuari<br />
di Animali Liberi per quello che<br />
fa, ma soprattutto per come lo fa.<br />
E voglio concludere con un pensiero<br />
del filosofo Leonardo Caffo,<br />
che nel suo libro “Il maiale non fa<br />
la rivoluzione. Manifesto per un antispecismo<br />
debole” afferma: «ogni<br />
specie […] è un enorme contenitore<br />
di vite in grado di stupire per<br />
l’immensa gamma di qualità uniche<br />
che caratterizza ogni singola specie<br />
rispetto alle altre». Ecco: imparare<br />
a riconoscere la diversità, a non<br />
temerla, ma a rispettarla, questo<br />
è il vero punto di svolta che l’uomo<br />
è oggi chiamato a compiere.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 29
IL FUTURO...<br />
È ANCORA INTERNET<br />
di Chiara Gonfiantini<br />
e Giorgia Marchetti<br />
I<br />
nternet nasce negli anni<br />
sessanta, per scopi di<br />
difesa e controspionaggio,<br />
su iniziativa degli<br />
Stati Uniti che fanno progettare<br />
una rete militare finalizzata allo<br />
scambio delle informazioni, in grado<br />
di mettere in comunicazione<br />
sistemi diversi e distanti tra loro.<br />
La rete inizialmente prende il<br />
nome di Arpanet e il suo aspetto<br />
più rilevante è il modo con cui<br />
un computer può comunicare<br />
con un altro computer attraverso<br />
il protocollo IP. L’Italia è il terzo<br />
paese in Europa a connettersi alla<br />
rete, subito dopo Norvegia e<br />
Inghilterra. La prima connessione<br />
avviene il 30 Aprile 1986 dall’Uni-<br />
versità di Pisa, alle 18 circa.<br />
La rete resta comunque di proprietà<br />
statale, utilizzata al massimo<br />
per fini scientifici, fino al 1991,<br />
quando il governo degli Stati<br />
Uniti emana la “High performance<br />
computing act”, una legge che<br />
prevede la possibilità di estendere<br />
ad usi privati la rete, che ha nel<br />
frattempo mutato il suo nome<br />
in Internet. In quello stesso anno<br />
Bernes-Lee definisce il protocollo<br />
HTTP, dando origine al World<br />
Wide Web, che consente di “navigare”,<br />
o meglio di consultare in<br />
maniera semplice e immediata i<br />
documenti e le informazioni presenti<br />
in rete. E’ il 6 Agosto 1991<br />
quando il primo sito web vede la<br />
luce presso il CERN di Ginevra. Il<br />
30 Aprile 1993 il CERN ne rende<br />
pubblica la tecnologia e Internet<br />
comincia a crescere in modo<br />
esponenziale, facendo leva sulle<br />
funzionalità offerte, la sua efficienza<br />
e la sua facilità di utilizzo.<br />
In pochi anni riuscirà a cambiare<br />
la società, trasformando il modo<br />
di lavorare, di scambiare informazioni<br />
e di comunicare.<br />
Nel 1993 nasce il primo browser,<br />
Mosaic, simile per certi aspetti a<br />
quelli attuali; nel 1994 vede la luce<br />
Yahoo!, il primo motore di ricerca.<br />
Dal 1995 Internet si apre completamente<br />
al pubblico, gli accessi si<br />
moltiplicano, fino a giungere al boom<br />
degli anni 2000, con centinaia<br />
30 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
di milioni di computer connessi. In<br />
parallelo, naturalmente, si osserva<br />
la diffusione dei PC, l’aumento di<br />
contenuti e servizi offerti dal web<br />
e un aumento sempre maggiore<br />
della velocità di trasferimento dei<br />
dati tramite la rete.<br />
L’analista Mary Meeker ha fatto<br />
anche quest’anno un’analisi sullo<br />
stato di Internet. Nelle 217 pagine<br />
del suo rapporto ha spiegato come<br />
è cambiato e si è evoluto l’uso<br />
della rete nel mondo: ad oggi sono<br />
3 miliardi gli utenti attivi online<br />
(circa il 40% della popolazione<br />
mondiale); il maggior incremento<br />
si registra in Asia, dove l’India registra<br />
circa il 40% di crescita anno<br />
su anno, arrivando così a collocarsi<br />
dietro la Cina e davanti agli<br />
Stati Uniti.<br />
E’ evidente come l’uso sempre<br />
più frequente degli smartphone<br />
abbia influenzato l’approccio degli<br />
utenti a Internet, che oggi avviene<br />
principalmente tramite dispositivi<br />
mobili. Un cambiamento non da<br />
poco, che ricorda quanto oggi sia<br />
fondamentale che i siti web siano<br />
fruibili anche da smartphone<br />
e tablet.<br />
Il settore della pubblicità è in<br />
crescita, in particolare per quel<br />
che riguarda il settore mobile,<br />
che rappresenta i due terzi della<br />
crescita della pubblicità sul web;<br />
e basti pensare che solo gli Stati<br />
Uniti hanno già investito 20 miliardi<br />
di dollari in questo campo.<br />
Eppure i video pubblicitari, che<br />
spesso vengono imposti prima<br />
della fruizione di un contenuto,<br />
vengono ritenuti fastidiosi dal<br />
62% degli utenti intervistati, tanto<br />
che più di 200 milioni di utenti ha<br />
deciso di installare sul proprio dispositivo<br />
applicazioni in grado di<br />
bloccare i contenuti pubblicitari.<br />
Cambia anche la comunicazione<br />
tra i giovani tra i 20 e i 30 anni,<br />
che preferiscono i messaggi<br />
di testo e le relative applicazioni<br />
rispetto al contatto diretto,<br />
sia per comunicare con i coetanei<br />
che con aziende e negozi. Il<br />
<strong>2016</strong> è sicuramente l’anno delle<br />
applicazioni di messaggistica, con<br />
Whatsapp in testa, che al momento<br />
conta 1 miliardo di utenti,<br />
seguita da Facebo<strong>ok</strong> Messenger e<br />
WeChat<br />
Da sottolineare inoltre che le applicazioni<br />
a riconoscimento vocale<br />
vengono utilizzate sempre di<br />
più rispetto ai sistemi basati sulla<br />
digitazione; il 65% degli utenti le<br />
preferisce per cercare informazioni<br />
o per effettuare altre operazioni.<br />
In crescita, anche se in maniera<br />
meno evidente, il settore delle<br />
vendite on-line, che attualmente<br />
vale il 10% di tutte le vendite globali.<br />
Un dato esplicativo riguarda<br />
la Cina, dove il 31% degli utenti fa<br />
acquisti negli e-commerce tramite<br />
WeChat.<br />
Sempre in crescita, ma non ci sorprende,<br />
i due colossi dell’economia<br />
on-line Google e Facebo<strong>ok</strong>.<br />
Se fino a qualche anno fa i video<br />
venivano visti attraverso YouTube<br />
e Vimeo, adesso a questi si<br />
affiancano Facebo<strong>ok</strong>, Periscope e<br />
Snapchat. Facebo<strong>ok</strong>, nello specifico,<br />
ha deciso di mettere maggiormente<br />
in evidenza i video caricati<br />
direttamente sulla propria piattaforma<br />
rispetto a quelli condivisi<br />
attraverso YouTube o altri social.<br />
Ancor oggi, quindi, Internet rappresenta<br />
il futuro, anzi oggi più<br />
che mai è in grado di evolversi<br />
e di sorprenderci, di rendere più<br />
veloce e semplice la comunicazione<br />
con gli altri, di aiutarci nelle<br />
operazioni che siamo costretti<br />
a svolgere nella nostra routine<br />
quotidiana… e nonostante metta<br />
a repentaglio la nostra privacy,<br />
difficilmente potremmo riuscire a<br />
farne a meno.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 31
MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />
a cura di Fabrizio Capra<br />
Questa rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre in corso,<br />
ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo appesantire<br />
le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre (orari,<br />
biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica viene aggiornata<br />
ogni mese.<br />
MILANO<br />
Palazzo Reale<br />
(Piazza del Duomo 12)<br />
Escher<br />
dal 29 luglio <strong>2016</strong> all’8 gennaio<br />
2017<br />
Partendo da suggestioni ancora<br />
di gusto Liberty, e senza tralasciare<br />
le importanti influenze dell’arte<br />
dell’amata Italia, Escher riuscì<br />
a elaborare un gusto figurativo<br />
assolutamente personale combinato<br />
con una sapienza grafica e<br />
tecnica di altissimo livello, che lo<br />
ha portato ad essere uno degli<br />
artisti più ammirati del Novecento.<br />
Forme impossibili, prospettive<br />
infinite, animali geometrizzati,<br />
spazi irreali affollano le composi-<br />
zioni di Escher, animate dal senso<br />
grafico non meno che dagli studi<br />
matematici e geometrici, creando<br />
opere geniali, poliedriche, divertenti<br />
e curiose.<br />
La mostra risulta essere un’ottima<br />
occasione per penetrare<br />
il mondo giocoso e complesso,<br />
simpatico e unico del grande artista,<br />
che con xilografie, litografie,<br />
disegni e acquarelli sonda al contempo<br />
spazi matematici e visioni<br />
artistiche.<br />
Emilio Isgrò<br />
fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />
Con una grande antologica Milano<br />
rende omaggio a Emilio Isgrò,<br />
artista concettuale e pittore ma<br />
anche poeta, scrittore, drammaturgo<br />
e regista: uno dei nomi<br />
dell’arte italiana più conosciuti a<br />
livello internazionale. Con le sue<br />
“cancellature” di testi, applicate<br />
su enciclopedie, manoscritti, libri,<br />
mappe e pellicole cinematografiche,<br />
Isgrò ha reinterpretato la<br />
parola tramutandola in linguaggio<br />
visuale.<br />
Mudec (via Tortona 56)<br />
www.mudec.it<br />
Joan Mirò. La forza della materia<br />
dal 25 marzo all’11 settembre <strong>2016</strong><br />
La mostra ripercorre l’intera produzione<br />
dell’artista catalano, divenuto<br />
famoso a livello mondiale<br />
per la leggerezza visiva delle sue<br />
opere, unita ad una profondità<br />
poetica di grande originalità.<br />
32 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
L’arte di Joan Mirò , sognante e<br />
quasi infantile all’apparenza, si lega<br />
in realtà con tutta una serie<br />
di suggestione diverse dell’arte<br />
del Novecento, fondendosi con<br />
quelle correnti d’avanguardia con<br />
cui Mirò era entrato in contatto<br />
dopo il suo trasferimento a Parigi.<br />
Gallerie d’Italia<br />
(piazza della Scala, 6)<br />
http://www.gallerieditalia.com/<br />
La bellezza ritrovata: Caravaggio,<br />
Rubens, Perugino, Lotto e<br />
altri 140 capolavori restaurati<br />
fino al 17 luglio <strong>2016</strong><br />
La mostra espone oltre 140 capolavori<br />
riportati al loro originario<br />
splendore dopo un’importante<br />
opera di restauro curata da Intesa<br />
San Paolo, e si profila come un<br />
vero e proprio viaggio nel tempo<br />
e nello spazio per ripercorrere<br />
l’evoluzione e le conquiste dell’arte,<br />
fornendo anche al visitatore<br />
una sempre utile riflessione sulla<br />
deperibilità e sulla fragilità del nostro<br />
patrimonio artistico e sulla<br />
conseguente necessità di una sua<br />
costante tutela e valorizzazione.<br />
Museo Diocesano<br />
(corso di Porta Ticinese 95)<br />
www.museodiocesano.it<br />
Antonio da Fabriano. La Madonna<br />
della Misericordia<br />
fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />
Per tutta la durata del Giubileo<br />
straordinario della Misericordia,<br />
voluto da papa Francesco, il Museo<br />
Diocesano ospita la Madonna della<br />
Misericordia di Antonio da Fabriano.<br />
Il dipinto, un olio e tempera su<br />
tavola, realizzato da maestro marchigiano<br />
intorno al 1470, è stato recentemente<br />
oggetto di un accurato<br />
intervento condotto dallo Studio di<br />
restauro Carlotta Beccaria & C.<br />
Pirelli Hangar Bicocca<br />
(via Chiese 2)<br />
www.hangarbicocca.org<br />
Carsten Höller. Doubt<br />
dal 7 aprile al 31 luglio <strong>2016</strong><br />
Laureato in Agronomia, Carsten<br />
Höller (1961, Bruxelles) si è spesso<br />
ispirato a ricerche e a sperimentazioni<br />
di ambito scientifico<br />
per esplorare e trasformare lo<br />
spazio espositivo, attraverso installazioni<br />
e sculture che sfidano<br />
la percezione dello spettatore e<br />
che mettono in discussione l’idea<br />
stessa di arte.<br />
“Doubt” presenta una ricca selezione<br />
di opere storiche e di<br />
nuove produzioni che alterano<br />
le sensazioni fisiche e psicologiche<br />
del pubblico e che scardinano<br />
le certezze del mondo che li<br />
circonda.<br />
Nella foto:<br />
Caravaggio, Cavaliere di Malta.<br />
Mostra alle Gallerie d’Italia, Milano.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 33
TORINO<br />
Palazzo Madama<br />
(Piazza Castello)<br />
http://www.palazzomadamatorino.it/<br />
Marilyn Monroe. La donna oltre<br />
il mito<br />
fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />
Palazzo Madama dedica a Marilyn<br />
una grande mostra che<br />
documenta la vita della celebre<br />
attrice attraverso l’esposizione<br />
di150 oggetti personali,<br />
molti dei quali provenienti dalla<br />
sua casa di 5th Helena Drive in<br />
Brentwood, California, lasciati<br />
al suo maestro di recitazione<br />
e mentore Lee Strasberg.<br />
Vestiti, accessori, oggetti personali,<br />
articoli di bellezza, documenti,<br />
lettere, appunti su quaderni,<br />
contratti cinematografici,<br />
oggetti di scena e spezzoni di<br />
film. E le meravigliose fotografie<br />
della diva, quelle inedite e originali<br />
della stampa del tempo, e<br />
quelle scattate dai leggendari fotografi<br />
di Marilyn Monroe - Mil-<br />
ton Greene, Alfred Eisenstaedt,<br />
George Barris e Bernt Stern -<br />
che la ritrasse poco prima della<br />
morte in un famoso servizio per<br />
Vogue.<br />
Museo Egizio<br />
(via Accademia delle Scienze, 6)<br />
www.museoegizio.it<br />
Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto<br />
nel mondo Romano<br />
fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />
Dall’Egitto faraonico all’Italia Romana:<br />
un viaggio che ha come<br />
sfondo il Mediterraneo e come<br />
protagonisti oggetti e immagini<br />
che dalle rive del Nilo hanno toccato<br />
nuove terre, incontrato culture<br />
diverse e sono giunti sino a noi.<br />
Partendo da Alessandria d’Egitto,<br />
passando dalla greca Delo e approdando<br />
a Pozzuoli, in Campania,<br />
seguiamo l’evoluzione di culti e<br />
motivi iconografici egizi. Il percorso<br />
espositivo si sofferma in particolare<br />
sui siti campani di Pozzuoli, Cuma<br />
e Benevento, con un approfondimento<br />
su Pompei e Ercolano.<br />
Museo Accorsi-Ometto (via Po, 55)<br />
Pinacoteca Accademia Albertina<br />
(via Accademia Albertina, 6)<br />
www.fondazioneaccorsi-ometto.it/<br />
http://www.accademialbertina.torino.it/<br />
Andrea Gastaldi. Le opere e i<br />
giorni<br />
fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />
La mostra, curata da Giovanni<br />
Cordero, intende esplorare l’arte<br />
e la pittura di Andrea Gastaldi,<br />
attraverso un percorso espositivo<br />
che valorizzi il suo gusto artistico<br />
fatto di virtuosismo, bello ideale e<br />
indagine naturalistica sulla realtà.<br />
Si tratta della prima esposizione<br />
di un ciclo, intitolato “I Maestri<br />
dell’Accademia Albertina”, dedicato<br />
ai più significativi docenti della<br />
prestigiosa Accademia torinese e<br />
che si svilupperà in contemporanea<br />
nelle sale espositive della Pinacoteca<br />
Albertina e del Museo<br />
Accorsi-Ometto. Per circa 30 anni<br />
insegnante di pittura presso l’Ac-<br />
Foto sopra:<br />
Marilyn Monroe.<br />
Mostra a Palazzo Madama, Torino.<br />
34 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
cademia Albertina, Andrea Gastaldi<br />
(1826-1889) aggiornò con<br />
un’impronta cosmopolita l’arte<br />
italiana attraverso prolungati soggiorni<br />
di studio (tra cui una decina<br />
d’anni trascorsi a Parigi), inserendo<br />
quei nuovi stilemi estetici, prima<br />
romantici poi realisti, che venivano<br />
ad affermarsi in tutta Europa<br />
VENARIA REALE (TO)<br />
Reggia di Venaria<br />
(Piazza della Repubblica, 4)<br />
www.lavenaria.it<br />
Il mondo di Steve McCurry<br />
dal 2 aprile al 2 ottobre <strong>2016</strong><br />
Steve McCurry è uno dei più grandi<br />
maestri della fotografia contemporanea,<br />
punto di riferimento per<br />
un larghissimo pubblico, soprattutto<br />
di giovani, che nelle sue fotografie<br />
riconoscono un modo di<br />
guardare il nostro tempo e, in un<br />
certo senso, “si riconoscono”.<br />
In ogni scatto di Steve McCurry è<br />
racchiuso un complesso universo<br />
di esperienze e di emozioni, molte<br />
delle sue immagini, a partire dal<br />
ritratto di Sharbat Gula, sono diventate<br />
delle vere e proprie icone,<br />
conosciute in tutto il mondo.<br />
La mostra comprende circa 250<br />
tra le fotografie più famose, scattate<br />
nel corso della sua trentennale<br />
carriera, ma anche alcuni dei<br />
suoi lavori più recenti e altre foto<br />
non ancora pubblicate nei suoi<br />
numerosi libri. Il percorso espositivo<br />
propone un lungo viaggio<br />
nel mondo di<br />
M c C u r r y ,<br />
dall’Afganistan<br />
all’India, dal<br />
Sudest asiatico<br />
all’Africa,<br />
da Cuba agli<br />
Stati Uniti, dal<br />
Brasile all’Italia,<br />
attraverso<br />
il suo vasto e<br />
affascinante<br />
repertorio di<br />
immagini.<br />
GENOVA<br />
P a l a z z o<br />
Ducale<br />
(piazza Matteotti<br />
9)<br />
www.palazzoducale.genova.it<br />
Alfons Mucha e le atmosfere<br />
art nouveau<br />
fino al 18 settembre <strong>2016</strong><br />
Il nucleo principale della mostra<br />
è costituito da 120 opere<br />
tra affiches e pannelli decorativi<br />
di Alfons Mucha (1860-1939),<br />
provenienti dalla Richard Fuxa<br />
Foundation. L’artista ceco è stato<br />
uno dei più significativi interpreti<br />
dell’Art Nouveau, divenendo<br />
ben presto il “promotore” di un<br />
nuovo linguaggio comunicativo,<br />
di un’arte visiva innovativa e potente:<br />
le immagini femminili dei<br />
suoi manifesti erano molto diffuse<br />
e popolari in tutti i campi della<br />
società del suo tempo e ancora<br />
oggi si può facilmente individuare<br />
la sua inconfondibile cifra stilistica,<br />
che lo ha reso eterno simbolo<br />
dell’Art Nouveau<br />
BARD (AO)<br />
Forte di Bard<br />
www.fortedibard.it<br />
Elliot Erwitt. Retrospective<br />
dall’11 giugno al 13 novembre <strong>2016</strong><br />
La mostra è realizzata in collaborazione<br />
con Magnum Photos Paris,<br />
dedicata all’immensa opera fotografica<br />
di Elliott Erwitt, uno dei<br />
più importanti fotografi del nostro<br />
tempo, nato a Parigi nel 1928, cresciuto<br />
in Italia e vissuto negli Stati<br />
Uniti. Le immagini sono state selezionate<br />
fra le più significative e ico-<br />
Foto a sinistra:<br />
Afghan mujahideen,<br />
foto di Steve McCurry.<br />
Mostraalla Reggia di Venaria, Torino.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 35
niche della sua immensa produzione<br />
e coprono un arco temporale<br />
che va dal 1948 al 2005.<br />
Marc Chagall. La vie<br />
dal 25 giugno al 13 novembre <strong>2016</strong><br />
La proposta culturale estiva del<br />
Forte culminerà con la mostra<br />
dedicata alla vocazione poetica<br />
del grande artista russo. Il<br />
percorso espositivo prende il<br />
nome e ruota intorno all’opera<br />
La vie, eccezionalmente concessa<br />
in prestito dalla Fondation<br />
Marguerite et Aimé Maeght di<br />
Saint-Paul-de-Vence, che ha partecipato<br />
all’organizzazione della<br />
mostra insieme al Museo Picasso<br />
di Münster e il Comitato<br />
Chagall di Parigi. Questo imponente<br />
olio su tela, realizzato nel<br />
1964, riunisce in sé la maggior<br />
parte dei temi che caratterizzano<br />
la produzione artistica di<br />
Chagall. La mostra propone ai<br />
visitatori una scelta di dipinti,<br />
acquerelli, gouaches, litografie,<br />
ceramiche, tappezzerie, oltre a<br />
un approccio sensoriale legato<br />
Foto sopra:<br />
Mario Schifano, Corpo in moto e in<br />
equilibrio, 1963 (trittico). Acrilici su tela.<br />
© Mario Schifano, by SIAE <strong>2016</strong><br />
al piacere delle forme, dei colori<br />
e della poesia, con l’obiettivo di<br />
avvicinare il pubblico alla visione<br />
artistica di Chagall, quella di un<br />
universo riconciliato grazie alla<br />
vita, all’amore e all’arte.<br />
VENEZIA<br />
Museo Correr<br />
(San Marco 52)<br />
www.correr.visitmuve.it<br />
Ippolito Caffi 1809-1866. Tra<br />
Venezie e l’Oriente<br />
fino all’8 gennaio 2017<br />
A 150 anni dalla morte del grande<br />
artista bellunese, la Fondazione<br />
Musei Civici di Venezia espone per<br />
la prima volta l’intero corpus di dipinti<br />
di Ippolito Caffi, il più innovativo<br />
e originale vedutista dell’Ottocento<br />
italiano. Al Museo Correr<br />
è possibile visitare la più completa<br />
raccolta del percorso artistico<br />
di un pittore del XIX secolo, che<br />
fu viaggiatore instancabile per inquietudine<br />
personale e desiderio<br />
di conoscenza.<br />
Palazzo Mocenigo<br />
(Santa Croce 1992)<br />
http://mocenigo.visitmuve.it/<br />
Dialoghi inediti tra Vetro e<br />
Profumo<br />
fino al 25 settembre<br />
<strong>2016</strong><br />
Il museo di Palazzo<br />
Mocenigo – Centro<br />
Studi di Storia del Tessuto<br />
e del Costume,<br />
che racchiude nel<br />
suo itinerario espositivo<br />
un originale e<br />
ricercato percorso dedicato al<br />
profumo e alle essenze, è il fulcro<br />
di un progetto inedito e sfaccettato<br />
sulla storia delle manifatture<br />
del vetro e del profumo, oggi più<br />
che mai prodotti artistici che assurgono<br />
a matrici identitarie di<br />
Venezia. Una decina di pezzi unici<br />
da collezione, creati dai maestri<br />
vetrai e designers del vetro,<br />
“dialogheranno” con altrettante<br />
fragranze esclusive create ad hoc<br />
dai maestri profumieri di Mavive,<br />
in un’affascinante esposizione che<br />
racconterà quell’intensa relazione<br />
che ha legato attraverso i secoli le<br />
eccellenze artigianali e artistiche<br />
del vetro di Murano e del profumo<br />
a Venezia.<br />
Peggy Guggenheim Museum<br />
(Dorsoduro 704)<br />
http://www.guggenheim-venice.it/<br />
IMAGINE. Nuove immagini<br />
nell’arte italiana 1960-1969<br />
fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />
Un’inedita quanto originale lettura<br />
dell’arte italiana attraverso gli<br />
anni ’60, che intende analizzare<br />
la nascita della nuova immagine.<br />
Nell’Italia dei primi anni sessanta,<br />
al culmine del miracolo economico,<br />
le sperimentazioni artistiche<br />
si susseguono, si mescolano e si<br />
36 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
intrecciano con rapidità e intensità<br />
straordinarie. Proprio alla ricchezza<br />
propositiva ed eterogenea<br />
di questo decennio è dedicata<br />
questa mostra, che si offre come<br />
una possibile lettura della varietà<br />
degli aspetti di quella vitalità<br />
creativa. È infatti il tema dell’immagine<br />
il fil rouge di un percorso<br />
che si snoda attraverso sguardi e<br />
prospettive originali e che, prendendo<br />
avvio dal superamento del<br />
monocromo, analizza la nascita di<br />
un nuovo linguaggio rappresentativo<br />
di un momento meno noto e<br />
approfondito dell’arte italiana.<br />
Casa dei tre oci<br />
(Dorsoduro, 3488/U)<br />
www.treoci.org<br />
Helmut Newton. Fotografie<br />
(White women/Sleepless<br />
nights/Big Nudes)<br />
dal 7 aprile al 7 agosto <strong>2016</strong><br />
L’esposizione, curata da<br />
Matthias Harder e Denis<br />
Curti, organizzata da Civita<br />
Tre Venezie in collaborazione<br />
con la Helmut Newton<br />
Foundation, è frutto di un<br />
progetto, nato nel 2011 per<br />
volontà di June Newton, vedova<br />
del grande fotografo.<br />
La rassegna raccoglie le<br />
immagini di White Women,<br />
Sleepless Nights e Big Nudes,<br />
i primi tre libri di Newton<br />
pubblicati alla fine degli anni<br />
‘70, volumi oggi considerati<br />
leggendari e gli unici curati<br />
dallo stesso Newton.<br />
Nel selezionare le fotografie<br />
Newton mette in sequenza,<br />
l’uno accanto all’altro, gli scatti<br />
compiuti per committenza con<br />
quelli realizzati liberamente per<br />
se stesso, costruendo una narrazione<br />
in cui la ricerca dello stile, la<br />
scoperta del gesto elegante sottendono<br />
l’esistenza di una realtà<br />
ulteriore, di una vicenda che sta<br />
allo spettatore interpretare.<br />
Palazzo Fortuny<br />
(Campo S. Beneto, 3780)<br />
http://fortuny.visitmuve.it/<br />
Quand fondra la neige, où ira<br />
le blanc. Collezionismo Contemporaneo<br />
a Palazzo Fortuny<br />
fino al 10 ottobre <strong>2016</strong><br />
Un tema di grande attualità, che vede<br />
come primo protagonista Enea<br />
Righi, imprenditore bolognese che<br />
in trent’anni – guidato dalla volontà<br />
di sostenere la produzione artistica<br />
– ha plasmato una delle più importanti<br />
collezioni d’arte contemporanea<br />
presenti nel nostro paese. Eric<br />
Mézil e Lorenzo Paini, curatori della<br />
mostra, hanno selezionato un nucleo<br />
di opere della collezione Righi<br />
partendo dalle specificità degli spazi<br />
e dalla storia di Palazzo Fortuny,<br />
definendo alcuni dei temi più signi-<br />
Helmut Newton, Autoritratto<br />
con moglie e modelle, Parigi 1981<br />
Mostra alla Casa dei Tre Oci, Venezia.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 37
A sinistra:<br />
Vasilij Kandinskij, Curva dominante, 1936<br />
Mostra a Palazzo Strozzi, Firenze.<br />
ficativi tra quelli che s’intrecciano<br />
nella collezione.<br />
BASSANO DEL GRAPPA (VI)<br />
Museo Civico<br />
(piazza Garibaldi, 34)<br />
www.comune.bassano.vi.it<br />
Il magnifico guerriero<br />
fino al 19 gennaio 2017<br />
Di ritratti di Jacopo Bassano se ne<br />
conoscono pochi, tutti molto belli.<br />
“Il Magnifico Guerriero”, o più esattamente<br />
“Il ritratto di uomo in armi”<br />
rappresenta un affascinate nobiluomo<br />
dalla fulva, curatissima barba.<br />
Non un giovane ma un uomo<br />
maturo, certo aduso al comando<br />
ma soprattutto ad una vita raffinata<br />
lontano dai campi di battaglia.<br />
Indossa una preziosa corazza alla<br />
moda dell’epoca, che lo costringe,<br />
ma che non riesce ad ingabbiare<br />
la sua grazia e la sua flessibilità. Le<br />
lunghe dita, curate e perfette, non<br />
sembrano le più adatte a menar<br />
fendenti, così come il suo spadino<br />
di ferro e oro sembra più da parata<br />
che da battaglia.<br />
FIRENZE<br />
Palazzo Strozzi<br />
(piazza degli Strozzi)<br />
www.palazzostrozzi.org<br />
Da Kandinsky a Pollock. La<br />
grande arte dei Guggenheim<br />
dal 19 marzo al 24 luglio <strong>2016</strong><br />
Dedicare una mostra alle collezioni<br />
Guggenheim significa raccontare<br />
a ritmo serrato la nascita<br />
delle neoavanguardie del secondo<br />
dopoguerra in un fitto e costante<br />
dialogo tra artisti europei e americani.<br />
Realizzare questa straordinaria<br />
mostra a Firenze significa anche<br />
celebrare un legame speciale che<br />
riporta indietro nel tempo. Un<br />
eccezionale confronto tra opere<br />
fondamentali di maestri europei<br />
dell’arte moderna come Marcel<br />
Duchamp, Max Ernst, Man Ray<br />
e dei cosiddetti informali europei<br />
come Alberto Burri, Emilio Vedova,<br />
Jean Dubuffet, Lucio Fontana,<br />
insieme a grandi dipinti e sculture<br />
di alcune delle maggiori personalità<br />
dell’arte americana degli anni<br />
cinquanta e sessanta come Jackson<br />
Pollock, Mark Rothko, Willem de<br />
Kooning, Alexander Calder, Roy<br />
Lichtenstein, Cy Twombly.<br />
38 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
FAENZA (RA)<br />
MIC Museo Internazionale<br />
delle Ceramiche<br />
(viale Beccarini, 19)<br />
http://www.micfaenza.org/<br />
Stili di vita europei attraverso<br />
la ceramica. Dal Barocco ai<br />
giorni nostri<br />
dal 23 aprile all’11 settembre <strong>2016</strong><br />
Un’esplorazione della ceramica<br />
nel tempo, nei diversi contesti<br />
geografici storici e culturali, che<br />
evidenzia le grandi possibilità<br />
offerte dalla ceramica e i risultati<br />
da essa raggiunti in Europa.<br />
La mostra si prefigge obiettivi<br />
fondamentali: raccontare una<br />
storia di popoli e culture, attrarre<br />
l’attenzione di un pubblico<br />
sempre più vasto sulle tematiche<br />
della ceramica e offrire<br />
alla produzione attuale nuovi<br />
stimoli creativi.<br />
PERUGIA<br />
Palazzo Lippi Assandri<br />
(corso Vannucci, 39)<br />
www.fondazionecariperugiaarte.it/<br />
I Tesori della Fondazione Cassa<br />
di Risparmio di Perugia e il caravaggismo<br />
nelle collezioni di<br />
Perugia<br />
fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />
Si tratta di oltre 50 dipinti di grande<br />
rilievo, rappresentativi non so-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 39
lo delle esperienze artistiche che<br />
si affermano in Umbria nell’arco di<br />
quattro secoli, dal Trecento al Settecento,<br />
ma anche di altri aspetti<br />
della cultura figurativa italiana dal<br />
Rinascimento al Barocco.<br />
ROMA<br />
Ara Pacis<br />
(Lungotevere in Augusta, ang. via Tomacelli)<br />
http://www.arapacis.it<br />
Domon Ken<br />
dal 27 maggio al 18 settembre <strong>2016</strong><br />
Monografica dedicata a uno dei<br />
fotografi più importanti della<br />
storia della fotografia moderna<br />
giapponese, che espone per la<br />
prima volta fuori dai confini del<br />
Giappone. Domon Ken (1909-<br />
1990) è considerato il maestro<br />
del realismo. In mostra circa 150<br />
fotografie, in bianco e nero e a<br />
colori, realizzate tra gli anni Venti<br />
e gli anni Settanta del ‘900, che<br />
raccontano il percorso di ricerca<br />
verso il realismo sociale.<br />
mante di ricchissime raccolte di<br />
grandi mecenati dell’epoca, personaggi<br />
di straordinario interesse,<br />
accomunati dalla passione per<br />
la pittura, imprenditori e uomini<br />
d’affari innamorati della bellezza,<br />
senza i quali oggi non avremmo<br />
potuto ammirare questi capolavori.<br />
Talvolta donate dagli autori<br />
stessi e più spesso acquistate per<br />
sostenere gli amici pittori in difficili<br />
momenti, queste opere - in<br />
grado di assecondare il piacere<br />
estetico e arricchire le più grandi<br />
quadrerie - sono diventate capolavori<br />
ricercati anche dai grandi<br />
intenditori d’arte dei nostri giorni.<br />
Santa Maria Antiqua<br />
(Foro Romano)<br />
www.archeoroma.beniculturali.it<br />
Santa Maria Antiqua. Tra Roma<br />
e Bisanzio<br />
fino all’11 settembre <strong>2016</strong><br />
Santa Maria Antiqua, la basilica nel<br />
Foro Romano scoperta nel 1900<br />
alle pendici del Palatino, dopo<br />
più di trent’anni è stata riaperta<br />
al pubblico. La chiesa conserva<br />
sulle sue pareti un patrimonio di<br />
pitture, databile dal VI al IX secolo,<br />
unico nel mondo cristiano del<br />
primo millennio. Resta un’eccezionale<br />
testimonianza nello sviluppo<br />
della pittura non solo romana, ma<br />
Chiostro del Bramante<br />
(via Arco della Pace 5)<br />
http://chiostrodelbramante.it<br />
I macchiaioli. Le collezioni svelate<br />
fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />
In mostra oltre 110 opere che<br />
rappresentano la punta di diadi<br />
tutto il mondo greco bizantino<br />
contemporaneo: l’iconoclastia<br />
cancellò infatti gran parte delle immagini<br />
sacre di quell’epoca. La riapertura<br />
della chiesa si accompagna<br />
alla mostra “Santa Maria Antiqua.<br />
Tra Roma e Bisanzio”, “mostra” del<br />
monumento stesso, perché gravita<br />
intorno al ruolo che l’edificio, con i<br />
suoi dipinti, ha giocato nell’area del<br />
Foro Romano post-classico cristianizzato<br />
e al rapporto con la Roma<br />
altomedioevale.<br />
NAPOLI<br />
Museo Archeologico Nazionale<br />
(piazza Museo, 19)<br />
Mito e Natura. Dalla Grecia a<br />
Pompei<br />
www.mostramitonatura.it/<br />
fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />
La mostra, rimodulata sui nuovi<br />
spazi che l’accolgono e impreziosita<br />
da ulteriori prestiti, racconta<br />
la natura nei suoi vari aspetti, in<br />
stretto rapporto con l’intervento<br />
dell’uomo. Comporre giardini era<br />
una vera arte, in stretto dialogo<br />
con le pareti affrescate e gli oggetti<br />
che arredavano gli ambienti.<br />
Vincenzo Cabianca, Le monachine.<br />
Mostra al Chiostro del Bramante, Roma.<br />
40 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 41
L’INFANZIA E I RACCONTI<br />
di Angelo Franchitto<br />
L<br />
o studio del pensiero<br />
narrativo nel bambino<br />
è un tema che affascina<br />
molti studiosi per<br />
l’importanza che ha, a livello di<br />
sviluppo cognitivo, un’attività solo<br />
apparentemente banale come<br />
ascoltare un racconto o (per i<br />
bambini più grandi) raccontare<br />
una storia.<br />
Secondo Bruner la narrazione<br />
è il primo mezzo che il bambino<br />
utilizza per interpretare la realtà<br />
e costruirsi una esperienza personale.<br />
In effetti, le esperienze<br />
umane non rielaborate attraverso<br />
il pensiero narrativo non producono<br />
conoscenza funzionale al vivere<br />
in un contesto socio-culturale,<br />
ma restano meri accadimenti e, di<br />
conseguenza, sono inevitabilmente<br />
destinate all’oblio.<br />
Il dispositivo narrativo risulta pertanto<br />
particolarmente efficace<br />
nella chiarificazione e comprensione<br />
di eventi, accadimenti, esperienze<br />
e situazioni umane con<br />
connotazioni di forte intenzionalità<br />
e nella messa a fuoco di unità di<br />
analisi particolarmente complesse,<br />
in cui giocano un ruolo centrale<br />
i soggetti umani, le loro storie, le<br />
opzioni culturali, l’etica ed i valori<br />
di cui sono portatori, le loro intenzioni,<br />
le motivazioni, le scelte<br />
e le relazioni intersoggettive che<br />
tessono, sia su un piano cognitivo/<br />
culturale che su un piano affettivo/<br />
relazionale. Per questo motivo la<br />
narrazione risulta estremamente<br />
funzionale alla comprensione delle<br />
diverse forme dell’agire umano (di<br />
cui l’agire educativo rappresenta<br />
una specifica declinazione) nonché<br />
alla comprensione delle diverse e<br />
differenti forme di conoscenza che<br />
ne scaturiscono. Tutte le forme di<br />
agire umano, essendo socio-culturalmente<br />
situate, sono inoltre sottoposte<br />
costantemente a processi<br />
decostruttivi e ricostruttivi, da cui<br />
scaturiscono nuovi e diversi elementi<br />
conoscitivi che andranno ad<br />
orientare l’agire futuro.<br />
Imparare a raccontare qualcosa<br />
di sé, ascoltare le storie raccontate<br />
dai genitori, dai nonni, da<br />
un’insegnante è un’esperienza<br />
importante per il bambino. Infatti<br />
attraverso il racconto prima e<br />
la narrazione poi, che il bambino<br />
avvia un processo di esplorazione<br />
delle proprie esperienze emozionali<br />
e impara a riconoscerle.<br />
In questo processo l’adulto, genitore<br />
o insegnante che sia, ha<br />
il ruolo importante di insegnare<br />
ai piccoli non solo a riconoscere<br />
le proprie emozioni, ma anche<br />
a leggere (in maniera empatica)<br />
quelle altrui.<br />
I genitori e gli altri educatori hanno<br />
il ruolo di facilitatori. Essi, cioè, diventano<br />
un riferimento importante<br />
per i bambini, diventano un modello<br />
da osservare, imitare e sono le<br />
persone a cui affidarsi quando non<br />
si sa in che modo comportarsi.<br />
Ai genitori spetta il compito non<br />
facile di riuscire, in qualche modo,<br />
ad entrare nel mondo privato<br />
del bambino, di essere sensibili ai<br />
cambiamenti di percezione, sentimenti<br />
e significati che fluiscono<br />
sul suo modo di vivere le emozioni:<br />
dalla rabbia alla tenerezza,<br />
dalla confusione all’insight.<br />
42 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 43
Studio Vangi<br />
commercialisti in Modugno<br />
via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />
www.studiovangi.it<br />
44 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ANGURIA IN INSALATA<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 45
ANGURIA<br />
IN INSALATA<br />
di Ornella Mirelli<br />
“C<br />
hi ci potrà dare<br />
carne da mangiare?<br />
Ci ricordiamo<br />
dei pesci che mangiavamo<br />
in Egitto gratuitamente,<br />
dei cocomeri, dei meloni, dei porri,<br />
delle cipolle e dell’aglio.” (Nm. 11,4-<br />
6) E’ il lamento degli ebrei durante<br />
l’esodo dall’Egitto quando, nel<br />
deserto del Sinai, mormorano<br />
contro Mosè e Aronne per averli<br />
indotti a quella avventura, che<br />
ora li vede a stomaco vuoto col<br />
ricordo delle pietanze consumate<br />
in Egitto, compreso meloni e cocomeri,<br />
a rendere ancor più insostenibili<br />
la fame e la sete.<br />
Perché il cocomero (o anguria,<br />
come questo frutto viene più<br />
comunemente chiamato) è antico<br />
di almeno 5.000 anni, noto<br />
dall’età del bronzo e coltivata<br />
lungo il Nilo dagli egizi, che lo<br />
deponevano anche nelle tombe<br />
46 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
dei faraoni come mezzo di sostentamento<br />
durante il viaggio<br />
nell’aldilà. D’altra parte, col suo<br />
elevato contenuto di acqua (circa<br />
il 93% del totale) e di zuccheri,<br />
l’anguria è particolarmente<br />
indicata nei climi tropicali, dove<br />
funge da sorgente d’acqua per le<br />
popolazioni.<br />
Con suo basso contenuto calorico<br />
(appena 16 calorie per 100<br />
grammi) e la sua capacità diuretica<br />
l’anguria è la migliore componente<br />
delle diete ipocaloriche,<br />
grazie anche alla sensazione di<br />
sazietà che procura. Inoltre l’elevato<br />
livello di potassio e di sali<br />
minerali, il contenuto di sostanze<br />
antiossidanti e la presenza di un<br />
vasodilatatore come la citrullina<br />
rendono questo frutto particolarmente<br />
prezioso per l’alimentazione<br />
umana.<br />
Secondo una leggenda l’anguria,<br />
Continua la collaborazione<br />
con <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> di<br />
Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />
blog di cucina del web.<br />
Ammodomio è all’indirizzo<br />
www.ammodomio.blogspot.it<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 47
per la sua forma rotonda,<br />
costituiva un attrezzo di<br />
gioco per gli dei; oggi invece<br />
la sua forma ne rende problematico<br />
il trasporto, per<br />
cui qualcuno ha pensato di<br />
produrre angurie cubiche,<br />
più facili da immagazzinare<br />
e più stabili nel trasporto.<br />
Attualmente l’idea è ancora<br />
in fase sperimentale,<br />
ma tonde o quadrate che siano, le<br />
angurie restano comunque il simbolo<br />
dell’allegra convivialità, in particolare<br />
per i più piccoli, per i quali<br />
con l’anguria “si mangia, si beve e ci<br />
si lava la faccia”.<br />
Anguria in insalata<br />
Ingredienti:<br />
anguria<br />
caciocavallo podolico<br />
olio extravergine<br />
sale e pepe<br />
poche gocce di limone (solo se si<br />
abbina al pesce)<br />
Pulire e affettare sottilmente l’anguria<br />
e tenerla in frigo a marinare<br />
in un piatto, per circa 30 minuti,<br />
con sale, pepe e pochissimo olio<br />
extravergine. Affettare sottilmente<br />
il caciocavallo e unirlo all’anguria<br />
sgocciolata dalla marinatura.<br />
48 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />
BENESSERE AL NATURALE<br />
LE PROPRIETA’ DELLA CANNELLA<br />
La cannella, tanto apprezzata come spezia, è invece<br />
poco conosciuta come rimedio per la salute<br />
grazie alle sue proprietà benefiche.<br />
Innanzi tutto ha proprietà “antisettiche”: la cannella,<br />
sotto forma di olio essenziale, è in grado<br />
di contrastare sindromi influenzali o da raffreddamento.<br />
Quindi influisce sull’apparato digerente,<br />
grazie alle sue proprietà antimicrobiche e astringenti.<br />
Essa rappresenta anche un importante<br />
La cannella è ottima per contrastare le infezioni<br />
locali, le stomatiti e la gengivite; infine favorisce<br />
l’ossidazione del grasso e quindi la perdita di<br />
peso. Al di là di mtutti questi aspetti positivi,<br />
è però necessario utilizzare la cannella sempre<br />
nei dosaggi consigliati per evitare possibili effetti<br />
collaterali.<br />
IL ROSMARINO, LA MENTA<br />
E LA... MEMORIA<br />
Soffriamo di mancanza di memoria? Il rosmarino<br />
e la tisana alla menta sono due rimedi naturali<br />
che esplicano effetti benefici per la memoria. È<br />
sollievo per le donne, dato che interviene anche<br />
nel regolare il flusso mestruale.<br />
I suoi effetti sono anche neuro-protettivi: studi<br />
recenti evidenziano la sua efficacia nel contrastare<br />
Alzheimer e altre forme neurodegenerative.<br />
Comporta poi benefici anche per i diabetici, poiché<br />
è efficace nella riduzione dei livelli di glucosio<br />
nel sangue (senza però tralasciare i trattamenti<br />
farmacologici).<br />
il risultato dello studio effettuato da ricercatori<br />
della Northumbria University.<br />
Secondo questa ricerca la tisana alla menta aiuterebbe<br />
a migliorare la memoria a lungo termine<br />
mentre il rosmarino sarebbe indicato per stimolare<br />
la capacità di ricordo da parte degli anziani.<br />
AFORISMA DEL MESE<br />
Si vive una volta sola, ma se lo si fa bene, è sufficiente.<br />
(Mae West)<br />
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<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49
AUTOREALIZZAZIONE<br />
E DIETA MACROBIOTICA<br />
di Assunta Ruscitto<br />
I<br />
l termine “macrobiotica”<br />
(dal greco macros<br />
che significa grande e<br />
bios che vuol dire vita)<br />
si riferisce ad una lunga vita e fu<br />
usato per la prima volta da George<br />
Ohsawa, filosofo e medico<br />
giapponese. La macrobiotica è<br />
l’applicazione dei principi della<br />
filosofia orientale, che da sempre<br />
ha sostenuto che il cibo non<br />
nutre solo il corpo ma è la base<br />
della salute e della felicità. Ohsawa<br />
nel libro Filosofia della medicina<br />
d’Estremo Oriente illustrò le<br />
regole alimentari da seguire per<br />
raggiungere la felicità eterna e l’amore<br />
universale ed essere anche<br />
in armonia con l’Universo. La malattia<br />
e l’infelicità, secondo questo<br />
autore, derivano da una condotta<br />
che viola l’ordine dell’Universo.<br />
Per la macrobiotica la salute e la<br />
serenità si raggiungono nell’equilibrio<br />
di due forze che governano<br />
l’universo, lo Yin e lo Yang. Sono<br />
due tendenze opposte ma nello<br />
stesso tempo complementari, di<br />
espansione verso l’alto e l’esterno<br />
(Yin) e di contrazione e tendenza<br />
verso il basso (Yang); possono<br />
anche essere associate ai due poli<br />
positivo e negativo, al caldo e al<br />
freddo, al giorno e alla notte, ecc.<br />
I cibi nell’alimentazione macrobiotica<br />
si classificano proprio in<br />
base alle caratteristiche yin o<br />
yang, perché, a seconda del metodo<br />
di cottura, si può sviluppare<br />
un’energia yin o, piuttosto, yang.<br />
Tale classificazione dei cibi così<br />
risultante può corrispondere, per<br />
alcuni aspetti, nella scienza occidentale,<br />
alla reazione acida o alcalina.<br />
Poiché il tasso di yin<br />
negli ortaggi è elevato<br />
occorre neutralizzarlo,<br />
sia consumandone<br />
piccole<br />
quantità sia con la<br />
cottura e il con-<br />
50 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
dimento. Ci sono diversi modi<br />
per “yanghizzare”: disidratazione,<br />
cottura in acqua, a vapore,<br />
a pressione, rosolare, friggere,<br />
grigliare, ecc. Ci sono anche metodi<br />
di “yinizzazione”:<br />
condire con aceto o limone,<br />
decomposizione<br />
naturale (tramite<br />
differenti microbi o<br />
enzimi), fisica o chimica,<br />
ecc.<br />
I cibi molto yin<br />
sono latte e derivati, frutta, tè,<br />
caffè, alcoolici. I cibi yang sono:<br />
sale, carne, pesce, uova, legumi. I<br />
cibi yin tendono a raffreddare il<br />
corpo, a rilassare i muscoli, a ridurre<br />
la tensione, a rallentare il<br />
movimento. Se si eccede in alimenti<br />
yin si otterrà stanchezza,<br />
anemia, rallentamento muscolare,<br />
ecc. I cibi yang riscaldano il corpo,<br />
provocano tensioni muscolari che<br />
accelerano i movimenti, fanno<br />
dormire di meno, ecc.<br />
Dal punto di vista psicologico i cibi<br />
yin producono paura, sospetto,<br />
sentimentalismo, ansia, preoccupazioni<br />
e risentimenti. I cibi yang<br />
favoriscono pensieri di ostilità, aggressività,<br />
crudeltà.<br />
Secondo la macrobiotica sono da<br />
preferire i cibi considerati naturalmente<br />
bilanciati come cereali, legumi<br />
e semi oleosi. La percentuale<br />
di sodio e potassio contenuta<br />
nei cibi determina la qualità yin o<br />
yang. La percentuale presente nei<br />
cereali integrali è uguale a quella<br />
presente nel sangue.<br />
La dieta macrobiotica ideale deve:<br />
• rispettare le seguenti percentuali:<br />
Cereali integrali 50-<br />
60%, verdure cotte 20-25%,<br />
verdure crude 5%, alghe 5%,<br />
legumi 1-2%, condimenti 5%,<br />
zuppa 5%;<br />
• eliminare: a) zucchero, prodotti<br />
di pasticceria, gelati, canditi,<br />
yogurt zuccherati, ecc.;<br />
b) patate, pomodori, melanzane,<br />
cetrioli, peperoni; c)<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 51
prodotti animali e derivati dal<br />
regno animale: carne, grasso,<br />
uova, d) latte e derivati; e) i<br />
prodotti industriali, chimici e<br />
tutti i conservanti artificiali;<br />
• masticare ogni boccone almeno<br />
cinquanta volte;<br />
• assumere: a) riso, miglio, mais,<br />
grano saraceno, fiocchi d’avena,<br />
frumento, orzo (tutti<br />
non raffinati), sia in grani sia<br />
in farina, fritti, tostati, soffiati;<br />
b) piccole quantità di ortaggi<br />
conditi con sale (cavoli, cipollotti,<br />
carote, zucca, ravanelli,<br />
crescione, indivia), cotti senza<br />
acqua, saltati o fritti;<br />
• usare solo oli vegetali e il tahin;<br />
• preferire alimenti provenienti<br />
dalla regione in cui si vive e<br />
verdure di stagione;<br />
George Ohsawa elencò sette<br />
condizioni per la vera salute e per<br />
la felicità:<br />
1. Non essere mai stanchi, non<br />
prendere mai un raffreddore;<br />
2. Avere un buon appetito, essere<br />
felici degli alimenti più<br />
semplici;<br />
3. Dormire profondamente. Addormentarsi<br />
in tre minuti e<br />
svegliarsi riposati;<br />
4. Avere buona memoria, non<br />
dimenticare mai niente;<br />
5. Essere di buon umore dalla<br />
mattina alla sera e apprezzare<br />
ogni cosa;<br />
6. Vivere con uno spirito altruistico<br />
e senza egoismi;<br />
7. Seguire l’Ordine dell’Universo,<br />
che si può anche chiamare<br />
Giustizia, che è la giustizia<br />
con la G maiuscola, è assoluta,<br />
non è la giustizia relativa,<br />
come quella legale o morale.<br />
Chi raggiunge questa condizione<br />
non dice mai bugie per<br />
proteggere se stesso, è puntuale<br />
e preciso, non incontra<br />
mai nessuno che gli sia antipatico,<br />
è felice quando ritrova<br />
l’ordine dell’universo nella<br />
vita quotidiana e nelle cose<br />
più piccole e insignificanti e<br />
trasmette agli altri il miracolo<br />
della vita, ossia l’Ordine<br />
dell’Universo.<br />
L’unico allenamento per realizzare<br />
i sette i punti, secondo Ohsawa,<br />
è applicare la macrobiotica: si<br />
comincia col migliorare l’alimentazione<br />
e si arriva alla realizzazione<br />
di se stessi, alla liberazione. E’ però<br />
consigliabile di non fare da sé<br />
ma di consultare il proprio medico<br />
o un nutrizionista, e di iniziare<br />
facendosi aiutare da un esperto.<br />
52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 53
LO<br />
SAPEVATE<br />
CHE<br />
CORNIOLO COMUNE<br />
FAMIGLIA CORNACEE<br />
NOME SCENTIFICO:<br />
CORNUS MAS<br />
COMUNE IN TUTTA EUROPA<br />
IN ITALIA E ASIA MINORE<br />
di Angelo Ferri<br />
E’ un arbusto caducifoglio o, a<br />
1.<br />
volte piccolo albero alto da 1 a<br />
massimo 8 metri. E’ una specie<br />
abbastanza longeva, che può superare<br />
i 100 anni. Possiede corteccia<br />
bruna con crepe rossastre, rami numerosi,<br />
gemme avvolte da 2 squame acute ( 2 x 6 mm), carenate,<br />
pubescenti. Rami giovani 4 angolari. Foglie<br />
opposte, ellittico-acuminate (3-5 x 6-8 cm) con 3-5<br />
nervi. I fiori sono riuniti in ombrelle ascellari che<br />
si sviluppano prima delle foglie, avvolte da bratee<br />
cuoriformi-acuminate, gialle o più o meno arrossate.<br />
Petali gialli 3 mm ripiegati verso il basso. Il frutto<br />
è una drupa carnosa lunga fino a 2 cm,ovoidaleellittica,<br />
pendula, carnosa, lucida, rosso-scarlatta a<br />
maturità e di grato sapore acidulo. Fiorisce tra febbraio<br />
e aprile.<br />
54 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
I frutti del corniolo, sono delle drupe<br />
simili a piccole ciliegie dalla forma<br />
2.<br />
allungata, dapprima verdi e poi rosso<br />
scarlatte a maturità. Il sapore è<br />
un po’ acidulo ma quando il frutto è<br />
ben maturo diventa gradevole, rinfrescate e con leggera<br />
azione astringente. Oltre ad essere consumate fresche,<br />
le corniole sono molto ricercate, soprattutto nel Nord<br />
Italia, per la preparazione di ottime marmellate, gelatine,<br />
composte e per aromatizzare liquori. Vengono conservate<br />
anche sotto alcol (nello stesso modo delle ciliegie) e<br />
in salamoia, come avviene per le olive.<br />
E’ un frutto ricchissimo di vitamine, caroteni, pectine,<br />
tannini, mucillagini, fruttosio e acidi organici<br />
(acido malico, gallico e gliossalico). In particolare,<br />
le corniole presentano elevate quantità di vitamina<br />
C, più del doppio rispetto agli agrumi! E’ una delle<br />
prime piante a fiorire, nel pieno dell’inverno. I fiori<br />
gialli spiccano nel sottobosco già a metà febbraio. I<br />
frutti, però, maturano molto lentamente: impiegano<br />
almeno 7 mesi per giungere alla piena maturazione!<br />
Il legno, uno dei più duri in assoluto tra le specie<br />
europee, si leviga facilmente ed è ricercato nei lavori<br />
di tornitura, per la costruzione dei raggi delle ruote<br />
da carro e di utensili vari. Con esso gli antichi romani<br />
fabbricavano i famosi giavellotti.<br />
In Abruzzo il decotto della corteccia<br />
era ritenuto febbrifugo e<br />
3.<br />
quello dei fiori era somministrato<br />
in caso di diarrea.<br />
Etimologia: Il termine Cornus, da<br />
cui deriva anche la parola corno, si riferisce alla estrema<br />
durezza del legno della pianta, mentre l’epiteto<br />
specifico latino mas, significa maschile in contrapposizione<br />
al Sanguinello (Cornus sanguinea) che Plinio chiamava<br />
Cornus foemina, Corniolo femmina.<br />
ancora compatte e non troppo mature, ma nemmeno<br />
troppo acerbe. Per un giorno si lasciano seccare<br />
all’ombra poi si mescola in parti uguali aceto e vino<br />
cotto e si versa il composto sopra. Sarà bene aggiungervi<br />
un po’ di sale, perché non vi nascano vermi<br />
o altri piccoli animali. Ma si conservano meglio se si<br />
mescolano due parti di vino cotto con una di aceto).<br />
Salsa di corniole:<br />
5.<br />
Quale componente base serve<br />
mosto di uva bianca selezionata,<br />
ridotto, secondo tradizione, di<br />
2/3 dalla prolungata cottura. Prima<br />
di immettere nel paiolo le corniole, occorre non<br />
solo lavarle, ma eliminare pazientemente i noccioli,<br />
operazione che può essere agevolata da una breve<br />
sbollentatura del frutto. La polpa quindi si unisce al<br />
mosto con il relativo sciroppo di cottura e si lascia<br />
cucinare per circa mezz’ora, regolando di sale e pepe.<br />
Questa salsa più caratterizzata di ogni altra, è in<br />
grado di sostenere l’abbinamento con piatti di cacciagione<br />
da penna e con selvaggina da pelo.<br />
Salsa di corniole 2:<br />
Servono: 2 Kg e mezzo di corniole, 1 Kg di zucchero,<br />
1 limone non trattato, 1 litro di acqua. Una volta<br />
lavate e lasciate intere, le corniole si mettono a cucinare<br />
in una pentola, per un paio di ore, nell’acqua<br />
arricchita dalla scorza di limone sminuzzata. Conclusa<br />
questa fase le corniole si lasciano raffreddare e si<br />
passano al setaccio. La polpa ottenuta viene passata<br />
in una casseruola insieme ad una quantità di zucchero<br />
di metà peso (all’incirca 1 Kg). Tale composto<br />
viene fatto bollire per 5-6 minuti, indi lasciato raffreddare,<br />
viene invasato e brevemente sterilizzato<br />
nel modo consueto, per la conservazione. A tavola<br />
si propone con i bolliti.<br />
Ricetta storica<br />
4.<br />
“Corna et pruna condire. Corna,<br />
quibus pro olivis utantur, item pruna<br />
silvestria et pruna onychina adhuc<br />
solida nec maturrima legenda sunt,<br />
nec tamen nimium cruda; deinde uno die umbra siccanda;<br />
tum aequis partibus acetum et sapam vel defrutum<br />
misceatur et infundatur. Oportebit autem aliquid salis<br />
adicere; ne vermiculus aliudve animal innasci possit. Verum<br />
commodius servantur, si duae partes sapae cum<br />
aceti una parte misceantur”. (Colummella)<br />
(Conservazione delle corniole e delle prugne. Si raccolgono<br />
dunque le corniole, di sui ci serviamo come<br />
olive, e così le prugne selvatiche e quelle color onice,<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 55
56 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 57
L’ABBONAMENTO SOSTENITORE A<br />
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58 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
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QUANDO LA MODELLA<br />
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<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 59
ASPIRANTI FOTOM<br />
QUANDO LA MODELLA È MINORE<br />
di Fabrizio Capra<br />
60 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
ODELLE<br />
NNE<br />
D<br />
a più parti (modelle,<br />
fotografi,<br />
genitori, ecc.) mi<br />
giungono richieste in merito<br />
al comportamento da tenere<br />
nel caso di fotomodelle<br />
minorenni.<br />
Avevamo già accennato<br />
qualcosa mesi fa, agli albori<br />
di questa rubrica, quando<br />
trattammo l’argomento “liberatoria”:<br />
ritengo pertanto<br />
utile rientrare sull’argomento<br />
trattandolo in modo specifico<br />
e approfondendo alcuni<br />
aspetti.<br />
Innanzitutto evidenziamo che<br />
non c’è nulla di “sconvolgente”<br />
o di “male” nel fotografare<br />
una ragazza minorenne<br />
o, mettendoci nei panni della<br />
ragazza, posare per fotografi:<br />
i concorsi di bellezza, che<br />
imperversano e si moltiplicano<br />
in tutta la penisola, sono<br />
sempre più frequentati da<br />
ragazze che non hanno ancora<br />
raggiunto la maggiore<br />
età; non c’è niente di male,<br />
almeno fino a quando tutto<br />
si svolge nel rispetto reciproco<br />
dei valori di correttezza e<br />
professionalità.<br />
Correttezza, serietà e professionalità<br />
sono condizioni<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 61
che devono sempre essere presenti in tutte le<br />
parti coinvolte: modella, fotografo e genitori.<br />
Aspirante Fotomodella<br />
Innanzi tutto l’aspirante fotomodella minorenne<br />
non deve barare sulla propria età: anche<br />
se oggi ci sono ragazzine quindicenni o<br />
sedicenni che dimostrano più anni di quelli<br />
che hanno realmente bisogna sempre dichiarare<br />
l’età giusta per evitare “grane” future.<br />
Dichiarare la propria età spetta alla ragazza<br />
e, nel caso di minore, anche ai genitori. Analizzando<br />
le fonti normative di riferimento si<br />
rileva che la richiesta della carta d’identità, o<br />
altro documento equipollente, quale mezzo<br />
di identificazione personale è riservata solo<br />
alle autorità di Pubblica Sicurezza, ai funzionari<br />
della Pubblica Amministrazione, a gestori<br />
ed esercenti di pubblici servizi e a pochi<br />
altri soggetti previsti dalla legge. Non è quindi<br />
previsto che altri soggetti (e i fotografi sono<br />
tra questi) possano richiedere l’esibizione<br />
della carta d’identità o di qualunque altro<br />
documento di riconoscimento; ne deriva che<br />
il fotografo non ha alcuno strumento a disposizione<br />
per verificare la veridicità di quanto<br />
afferma la ragazza, per cui è fondamentale la<br />
correttezza della ragazza e dei suoi genitori.<br />
In ogni caso ci si può sempre rifare all’articolo<br />
2702 del Codice Civile sull’efficacia della<br />
scrittura privata: la liberatoria può essere<br />
considerata a tutti gli effetti una scrittura<br />
privata, che fa piena prova, fino a querela di<br />
falso, circa la provenienza delle dichiarazioni<br />
riportate.<br />
Genitori<br />
I genitori della minorenne devono sempre<br />
garantire sul set la presenza di almeno uno<br />
di loro o, nel caso di loro impedimento, di<br />
una persona maggiorenne che li rappresenti.<br />
Il mio personale consiglio è che sia la madre,<br />
o comunque una figura femminile, ad accompagnare<br />
la ragazza in modo da generare nella<br />
aspirante fotomodella un minore imbarazzo.<br />
Fotografo<br />
Il fotografo, nel caso di fotomodella minorenne,<br />
deve pretendere la presenza sul<br />
set di almeno un genitore (o di qualcuno<br />
che ne faccia le veci) e non ostinarsi<br />
a restare soli sul set con la ragazza.<br />
Liberatoria<br />
Infine tutti e tre i soggetti coinvolti<br />
devono pretendere la sottoscrizione<br />
della liberatoria.<br />
Ma facciamo un passo indietro.<br />
Fotografare un minore non è<br />
un reato, il reato è pubblicare<br />
la foto senza le autorizzazioni<br />
dovute o, in assenza<br />
di quelle, senza gli accorgimenti<br />
utili a renderlo<br />
irriconoscibile.<br />
Pertanto se un<br />
fotografo scatta<br />
con una fotomodella<br />
minorenne<br />
senza disporre<br />
della liberatoria<br />
62 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
non può rendere pubblica nessuna foto.<br />
E facciamo attenzione a non confondere<br />
la liberatoria con l’autorizzazione: la liberatoria<br />
è finalizzata alla pubblicazione<br />
delle foto, l’autorizzazione, invece,<br />
alla realizzazione del servizio.<br />
A sottoscrivere la liberatoria devono<br />
essere i genitori, ovvero<br />
chi esercita la patria potestà<br />
sul minore. È bene che a<br />
firmare siano sempre entrambi<br />
i genitori tuttavia,<br />
entrando nel merito delle<br />
varie situazioni che si possono<br />
verificare, vediamo<br />
che talvolta può essere apposta<br />
anche una sola firma.<br />
Genitori legalmente sposati:<br />
in questo caso se c’è la firma di<br />
entrambi siamo all’optimum ma<br />
è sufficiente anche la sottoscrizione<br />
da parte di uno solo dei due genitori.<br />
Genitori legalmente separati o divorziati<br />
o conviventi senza aver contratto<br />
matrimonio civile: la firma sulla<br />
liberatoria deve essere<br />
apposta da entrambi<br />
i genitori.<br />
In questo<br />
caso la firma<br />
congiunta<br />
non è facoltativa<br />
ma obbligatoria.<br />
Non<br />
vale la frase<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 63
consueta “il mio ex marito o la mia ex moglie è d’accordo”.<br />
Se è stato invece nominato un tutore è questo soggetto che<br />
deve sottoscrivere la liberatoria.<br />
Nel caso che non siano i genitori ad accompagnare la fotomodella<br />
minorenne sul set, ma una loro delegato (fratello o<br />
sorella, altro parente, amico, ecc.) quest’ultimo non ha titolo a<br />
firmare la liberatoria, che deve essere sottoscritta anticipatamente.<br />
D’altra parte chi accompagna il minore è consigliabile<br />
che sia in possesso di una delega a rappresentare, sottoscritta<br />
dai genitori. In questo caso è anche opportuno che il fotografo<br />
si accerti preventivamente che la firma apposta sulla liberatoria<br />
sia proprio quella dei genitori; si tratta di situazioni delicate e<br />
una semplice telefonata può bastare a prevenire problemi, per<br />
il caso che l’idea di farsi fotografare sia una iniziativa autonoma<br />
della ragazza minorenne, all’insaputa dei genitori.<br />
Altra domanda che mi viene spesso sottoposta è: fino a che<br />
punto si può far posare una minorenne? Quali generi può fare?<br />
Per sgombrare il campo da ogni dubbio bisogna dire che qualsiasi<br />
forma di nudo o seminudo, o che possa riferirsi a questi generi,<br />
se realizzata con una ragazza minorenne rientra nel concetto<br />
di “pedopornografia”.<br />
Per questo reato sono perseguibili<br />
sia il fotografo che ha<br />
realizzato gli scatti (al di là del<br />
fatto che siano stati resi pubblici<br />
o meno) sia i genitori che<br />
hanno autorizzato la realizzazione<br />
del servizio o che non<br />
hanno vigilato sulla propria<br />
figlia. Pertanto la fotomodella<br />
minorenne (ma a volte anche<br />
i genitori) non deve insistere<br />
per realizzare questo genere<br />
di servizio, lo stesso vale<br />
per i fotografi, anche se con<br />
autorizzazione del genitore.<br />
Ricordiamo ancora una volta<br />
che la legge italiana esplicitamente<br />
lo vieta, e non c’è volontà<br />
dei genitori che tenga.<br />
Discorso differente è invece<br />
quello relativo all’intimo, che in<br />
versione fashion non ha nulla<br />
di volgare o di pornografico e<br />
non è assolutamente perseguibile,<br />
sempre che i genitori siano<br />
d’accordo. Personalmente non<br />
sono favorevole a consentire a<br />
una ragazza minorenne di realizzare<br />
servizi in intimo perché<br />
si tratta di una scelta che deve<br />
essere ben ponderata, e che<br />
va fatta solo quando la modella<br />
ne è pienamente e consapevolmente<br />
convinta.<br />
64 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
Associazione Culturale “Bensalem”<br />
Castel del Monte<br />
Il Tempio della Rosa<br />
a cura di Attilio Castronuovo<br />
Castel del Monte è uno dei misteri più affascinanti che, dalle nebbie del passato, siano giunti fino a noi.<br />
Adagiato su un poggio che domina la pianura, enigmatico per tutto ciò che attiene ai suoi scopi e alla sua<br />
funzionalità, sembra sfidare il visitatore desideroso di comprenderne il segreto. Si potrebbero affastellare<br />
all’infinito ipotesi su ipotesi nella speranza di giungere a qualche certezza, ma il castello sembra sottrarsi a<br />
questa ricerca, mostrandosi sempre più sfuggente, evanescente, irraggiungibile.<br />
di Daniela Gagliano<br />
edizionigagliano@gmail.com<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 65
DIVA GIOIELLI:<br />
LA COLLEZIONE WINDY<br />
È<br />
tutta dedicata al<br />
Brasile la capsule<br />
collection Windy<br />
Diva Gioielli, il paese più<br />
ventoso al mondo, dove<br />
windsurf e kitesurf sono gli<br />
sport più gettonati. E allora…<br />
al rientro dalla spiaggia,<br />
ancora con la pelle calda di<br />
sole, le piume leggere e le<br />
gocce colorate assecondano<br />
il movimento del vento.<br />
Il “dondolio” del rosa tenue,<br />
dell’azzurro, del verde e delle<br />
sfumature di viola crea<br />
quell’effetto ipnotico dal fascino<br />
irresistibile, in un anticipo<br />
di vacanza da indossare<br />
in un contesto urban, in attesa<br />
di spiagge infinite dove<br />
muoversi “Windy” e ballare<br />
liberamente…<br />
Nell’arte raffinata di una lavorazione<br />
a mano, tra materiali<br />
pregiati e forme leggere, Diva Gioielli<br />
offre la sua visione giocosa della cultura<br />
brasiliana. Come icona una piuma, antico<br />
simbolo della spiritualità estrema,<br />
che si lascia trascinare dalla brezza, tra<br />
gocce sfaccettate di quarzi idrotermali<br />
che richiamano gli ibiscus in fiore, il cielo<br />
turchese e le calde tonalità estive.<br />
Interpretati nella sua verve easy chic<br />
dalla creatività preziosa di Diva Gioielli,<br />
griffe Made in Friuli dell’eccellenza orafa<br />
italiana, la collana extra long, il bracciale<br />
rigido, l’orecchino che sfiora le spalle<br />
(singolo o in coppia) fanno della collezione<br />
“Windy” un must have duemilasedici.<br />
La capsule è composta da un orecchino<br />
maxi long che sfiora le spalle, da indossare<br />
singolo o accompagnato da un copriforo<br />
della stessa collezione sul lobo<br />
opposto. Esiste un altro modello con<br />
pendente più ricco, un bracciale rigido<br />
con ciuffo in movimento, una collana a<br />
due giri e una maxi long, che interpreta<br />
appieno la voglia di assoluta libertà.<br />
66 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 67
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68 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
OROSCOPO<br />
LUGLIO <strong>2016</strong><br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 69
ARIETE TORO GEMELLI<br />
Mercurio ti renderà irritabile per<br />
tutto il mese, ma la prima parte<br />
di luglio appare senz’altro come<br />
la migliore, grazie agli aspetti positivi<br />
di Venere e Marte. In famiglia<br />
non tutto girerà per il verso giusto.<br />
Qualcosa o qualcuno scatena<br />
il disaccordo e dovrai stare attento<br />
a non partire a testa bassa<br />
contro l’ostacolo.<br />
Fermati e rifletti, non essere impulsivo.<br />
I transiti non depongono<br />
a favore della quiete, ma con un<br />
atteggiamento più cauto eviterai<br />
di finire in problemi irrisolvibili.<br />
Occhio ai parenti serpenti e agli<br />
amici ipocriti.<br />
Mercurio sarà splendido per<br />
tutto il mese. Il pianeta transita<br />
nel segno del Cancro, dove<br />
passeggia anche Giove. Una<br />
bella combinazione se desideri<br />
partire per le vacanze, se vuoi<br />
goderti l’affetto di tuoi familiari<br />
o divertirti con gli amici. Qualche<br />
leggera incomprensione<br />
inaugura luglio, ma hai tutte le<br />
risorse necessarie per affrontare<br />
e risolvere qualsiasi tipo di<br />
questione. Preparati a sorprese<br />
speciali, molto positive, a partire<br />
da metà mese. Le stelle, il destino<br />
o il tuo impegno, ti faranno<br />
un bel regalo a fine luglio!<br />
Ti aspetta un mese sereno, appagante,<br />
dinamico. Avrai voglia di fare<br />
tantissime cose, di conoscere, di<br />
partire, esplorare. Buona parte di<br />
luglio non presenta problemi, contraddizioni,<br />
tensioni.<br />
In famiglia stranamente va tutto<br />
bene, e anche con gli amici non ci<br />
sono grandi difficoltà.<br />
Dal ventidue, con l’ingresso di<br />
Venere in Vergine affiora qualche<br />
leggera tensione. Ma si tratta di<br />
problemi affettivi che potrai affrontare<br />
con successo.<br />
Goditi l’estate, amico, e non ci<br />
pensare!<br />
CANCRO LEONE VERGINE<br />
Mercurio sarà nel tuo segno per<br />
tutto il mese, dove c’è anche<br />
Giove. Finalmente la ruota gira,<br />
caro Cancro, e finalmente potrai<br />
davvero voltare le spalle ai problemi,<br />
alle tensioni, a quello che<br />
non funziona nella tua vita!<br />
<strong>Luglio</strong> parte bene, ma finirà perfino<br />
meglio, visto che anche Marte<br />
e Venere ti appoggeranno.<br />
Se ci sono zone d’ombra ancora<br />
presenti, affrontale: chiariscile o<br />
buttale fuori senza pietà! È arrivato<br />
il momento di girare pagina<br />
e di godere di tutto quello che<br />
ti piace.<br />
Tutto sommato luglio sarà un<br />
mese abbastanza soddisfacente.<br />
Dovrai fare attenzione solo all’aspetto<br />
che si formerà tra Venere,<br />
nel tuo segno, e Saturno in Scorpione,<br />
attivo solo per le prime<br />
giornate del mese. Questa configurazione<br />
potrebbe farti vedere<br />
la realtà più nera di quella che<br />
non è, intristirti o farti sbottare a<br />
sproposito. È probabile però che<br />
queste emozioni si concentreranno<br />
negli affetti stretti, più che nelle<br />
amicizie o in famiglia. A parte<br />
questo, ti aspetta un ottimo mese<br />
per divertirti, partire e goderti la<br />
vita come preferisci!<br />
Mercurio sarà in Cancro per tutto<br />
il mese, segno dove c’è anche<br />
Giove da fine giugno. Questa situazione<br />
astrale indica che puoi<br />
risolvere problemi, allentare le<br />
tensioni, dimenticare quello che<br />
non funziona nella tua vita familiare<br />
o sociale.<br />
Ti aspetta un luglio favoloso, ottimo<br />
per viaggiare, partire, chiarire<br />
certe questioni in famiglia o<br />
allargare la cerchia delle tue amicizie.<br />
Occhio però fino al tredici:<br />
Marte è sempre rognoso, e cerca<br />
di seminare zizzania…<br />
Rimani vigile e non farti prendere<br />
dal nervosismo.<br />
70 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />
Mercurio ti renderà nervoso per<br />
tutto il mese. Se hai questioni in<br />
sospeso, tuttavia, cerca di affrontarle<br />
e risolvere entro le prime<br />
settimane. Infatti, la prima parte<br />
di luglio sarà migliore grazie agli<br />
aspetti positivi di Venere e Marte.<br />
Occhio ai parenti serpenti e agli<br />
amici ipocriti. In famiglia potrebbero<br />
esserci tensioni, polemiche,<br />
oppure imprevisti che non<br />
dipendono da nessuno e che ti<br />
toccherà affrontare.<br />
Sii prudente e smussa eventuali<br />
impulsività, soprattutto dopo il<br />
tredici.<br />
Mercurio sarà un grande alleato del<br />
divertimento e delle amicizie per<br />
tutto il mese. Il pianeta transita nel<br />
segno del Cancro, dove passeggia<br />
anche Giove.<br />
Questi transiti incoraggiano le prime<br />
partenze per le vacanze, favoriscono<br />
i rapporti familiari e quelli<br />
con gli amici. Venere minaccia qualche<br />
disaccordo a inizio luglio, ma hai<br />
tutte le possibilità per affrontare e<br />
risolvere qualsiasi tipo di questione.<br />
Sono in arrivo sorprese speciali,<br />
molto positive, a partire da metà<br />
mese.<br />
Marte, ancora nel segno dei Gemelli,<br />
ti renderà irritabile e teso fino<br />
al tredici. Forse sei scontento per la<br />
piega che ha preso una situazione<br />
familiare, discuti per gli spostamenti<br />
estivi o sei alle prese con un amico<br />
dal carattere complicato.<br />
Ad ogni modo, Venere sarà al tuo<br />
fianco fino al ventidue e smusserà<br />
eventuali tensioni.<br />
Ci sarà spazio per il divertimento<br />
e per realizzare alcuni progetti ai<br />
quali tieni molto.<br />
CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />
Mercurio ti renderà irritabile<br />
per tutto il mese. Preparati ad<br />
affrontare noiosi battibecchi in<br />
famiglia, equivoci con gli amici,<br />
ritardi nei progetti.<br />
<strong>Luglio</strong> non sarà simpaticissimo,<br />
ma, contando sulle tue forze, potrai<br />
smussare le tensioni e sistemare<br />
parecchie questioni. Certo,<br />
ti mancherà l’aiuto della fortuna:<br />
ma non quello della tua forza di<br />
volontà.<br />
Ignora i pettegolezzi e prosegui<br />
per la tua strada: dritto, verso la<br />
cima dei tuoi propositi!<br />
Questo mese dovrai mettere in<br />
conto una certa oscillazione dell’umore.<br />
Marte ti renderà agguerrito<br />
e determinato, mentre Venere potrebbe<br />
esasperare alcune insoddisfazioni.<br />
È probabile tuttavia che queste tensioni<br />
dipendano solo dalla sfera affettiva<br />
e non da quella familiare, che<br />
risulterà problematica più verso<br />
fine mese che non al principio.<br />
Qualunque sia il problema evidenziato<br />
a inizio luglio, affrontalo con<br />
calma: ti aiuterà a vederci chiaro.<br />
Mercurio sarà in Cancro per tutto<br />
il mese, segno dove c’è anche<br />
Giove da fine giugno.<br />
Un quadro astrale davvero favoloso!<br />
Occhio però fino al tredici:<br />
Marte è sempre dispettoso, e potrebbe<br />
seminare zizzania in famiglia<br />
e con chi ti circonda.<br />
Discussioni per decidere come e<br />
con chi trascorrere le vacanze?<br />
Non farti prendere dal nervosismo.<br />
Riuscirai nei tuoi intenti!<br />
Gran divertimento, viaggi, gite e<br />
nuove amicizie in vista.<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 71
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