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Orizzonte n°7 Luglio 2016

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Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 3 N. 7<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2016</strong><br />

BENESSERE ANIMALE<br />

LA RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI<br />

L’INFANZIA E I RACCONTI<br />

La narrazione è il primo mezzo che il<br />

bambino utilizza per interpretare la realtà.<br />

INTRODUZIONE AL GIUBILEO<br />

Un itinerario attraverso i misteri giubilari<br />

di Claudio Monachesi<br />

GENOVA E LA SUA STORIA:<br />

PORTA SOPRANA<br />

“Vico drito Pontexello t’è sempre stæta a megio vìa”,<br />

dice una vecchia canzone popolare genovese.<br />

FASHION & MODELS<br />

Quando la modella è minorenne.<br />

EUR: UNA CITTÀ NELLA CITTÀ


2 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 3


IN PRIMO PIANO<br />

6 EUR: una città nella città.<br />

24 Benessere animale: la rete<br />

dei santuari di animali liberi.<br />

CULTURA<br />

16 Genova e la sua storia:<br />

Porta Soprana.<br />

22 Introduzione al Giubileo.<br />

NOTIZIE E CURIOSITÀ<br />

30 Il futuro... è ancora Internet.<br />

32 Mostre all’<strong>Orizzonte</strong>.<br />

42 L’infanzia e i racconti.<br />

50 Autorealizzazione<br />

e dieta macrobiotica.<br />

FASHION & MODELS<br />

60 Aspiranti Fotomodelle:<br />

Quando la modella<br />

è minorenne.<br />

66 Diva Gioielli:<br />

la collezione Windy.<br />

RUBRICHE<br />

45 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />

Anguria in insalata.<br />

49 Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />

Benessere al naturale.<br />

54 Lo sapevate che<br />

Il corniolo comune.<br />

69 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

4 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


EDITORIALE<br />

Il Traliccio del Bene e del Male<br />

La telefonia mobile cresce sempre di più ed è sempre<br />

più accessibile; in Italia almeno 9 italiani su 10 possiedono<br />

un telefono cellulare, mentre quasi la metà<br />

ha uno smartphone. Quest’ultimo segmento è poi in<br />

vertiginoso aumento, tanto che il telefonista stradale<br />

con orecchio bionico a led verde lampeggiante, che<br />

gesticola per strada parlando da solo ad alta voce, è<br />

ormai una razza in via di estinzione. Ha ceduto il passo<br />

ad un altro esemplare con caratteristiche più avanzate,<br />

videofoniche per la precisione, che lo costringono a<br />

circolare a testa bassa, ad attraversare senza guardare,<br />

con lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone<br />

e le dita in frenetica attività.<br />

Ormai la comunicazione parlata è stata completamente<br />

soppiantata da quella scritta: non ci si telefona<br />

più, si manda un messaggio, un sms, una e-mail; il contatto<br />

diretto viene sempre più schivato in favore del<br />

contatto mediato da WhatsApp o Messenger. Stiamo<br />

allevando una generazione di timidi, che evitano il contatto<br />

diretto privilegiando il bigliettino virtuale, meno<br />

immediato e coinvolgente e perciò più rassicurante,<br />

ma anche più facile da fraintendere, dato che le emoticon<br />

non sempre riescono a supplire alle intonazioni<br />

di voce.<br />

Fra qualche decina di migliaia di anni i geologi, negli<br />

strati di immondizia e plastica corrispondenti al<br />

Tecnocene superiore, scopriranno i primi reperti di<br />

smartphone, simili a quelli trovati dagli archeologi nelle<br />

sepolture e riportati nelle immagini dell’epoca.<br />

Allora verrà finalmente fornita una spiegazione<br />

plausibile ad un’antica leggenda proveniente dalla notte<br />

dei tempi. Secondo questo mitico racconto il Serpente,<br />

arrotolato intorno al Traliccio del Bene e del<br />

Male, posto al centro del Paradiso Terrestre e vietato<br />

agli umani, avrebbe tentato Eva offrendole uno<br />

smartphone col marchio di una mela; ma Eva, non sapendo<br />

con chi parlare, avrebbe convinto Adamo a disobbedire<br />

all’ordine ricevuto, prendendo anch’egli dal<br />

traliccio uno smartphone per rispondere alla e-mail<br />

della sua compagna.<br />

E fu il peccato originale.<br />

Franco Ardito<br />

ORIZZONTE MAGAZINE<br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 3 n. 7 - <strong>Luglio</strong> <strong>2016</strong><br />

Reg. Trib. di Bari n° 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via G. Colucci, 2 - 70019 Triggiano (BA)<br />

tel.: 080 9697552<br />

e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini vanno inviati per<br />

e-mail a: articoli@orizzontemagazine.<br />

it Gli articoli dovranno pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 5


EUR: UNA CITTÀ<br />

NELLA CITTÀ<br />

di Alessandro Rotondi<br />

e Roberta D’Alessandro<br />

P<br />

ercorrendo la via Cristoforo Colombo, lunga<br />

arteria cittadina a scorrimento veloce<br />

progettata nel 1937 con il nome di Via Imperiale<br />

nell’ambito delle opere legate all’Esposizione<br />

Universale di Roma del 1942, procedendo<br />

dal centro di Roma verso Ostia si attraversa il<br />

Quartiere Europa, Eur per gli amici, trentaduesimo<br />

quartiere della Capitale.<br />

E’ il 1935 quando il Governatore di Roma Giuseppe<br />

Bottai, nell’intento di mostrare al mondo il genio<br />

della civiltà italica, propone a Mussolini di candidare<br />

Roma come sede dell’Esposizione Universale del<br />

1942. La proposta viene accettata con entusiasmo,<br />

tanto che l’anno successivo il capo del Governo<br />

istituisce l’Ente Autonomo Esposizione Universale<br />

di Roma, affidandone il coordinamento al senatore<br />

Vittorio Cini. Come sede dell’Esposizione<br />

viene individuata la zona delle Tre Fontane, che<br />

dalle Terme di Caracalla si estende verso il mare;<br />

“l’Eur doveva essere questa nuova Roma collegata<br />

alla vecchia Roma dalla Via Imperiale”, dirà<br />

poi lo storico Emilio Gentile.<br />

Il 26 aprile del 1937 Mussolini pianta nell’area<br />

prescelta un pino romano, sottolineando<br />

con questo gesto simbolico la continuità con<br />

l’antica civiltà dell’Urbe, mentre un vivace<br />

dibattito vede coinvolti i principali architetti<br />

e urbanisti in merito allo stile architettonico<br />

da adottare. Prevale la linea dell’arch.<br />

Marcello Piacentini, al quale viene affidato<br />

il coordinamento tecnico dell’opera, af-<br />

6 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Foto di Marco Baldi<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 7


Nella foto:<br />

Il progetto dell’E42.<br />

In alto l’Arco dell’Acqua e della<br />

Luce, mai realizzato.<br />

fiancato dai migliori architetti del<br />

tempo. Il quartiere da progettare<br />

si indica come E42: il mito di Roma<br />

proiettato nel futuro. E’ previsto<br />

che l’ingresso al nuovo quartiere<br />

dal lato sud sia sottolineato da un<br />

arco di dimensioni monumentali,<br />

“L’Arco dell’Acqua e della Luce”, che<br />

dovrebbe sorgere dove oggi è il<br />

Palazzo dello Sport ma che non<br />

verrà mai realizzato. Simbolo del<br />

quartiere diviene il Palazzo della<br />

Civiltà Italiana, noto anche come<br />

Colosseo Quadrato, mentre all’estremo<br />

opposto viene costruito,<br />

su progetto dell’arch. Adalberto<br />

Libera, il Palazzo dei Ricevimenti<br />

e Congressi. Ampi spazi verdi<br />

- un complesso di circa 70 ettari<br />

di parchi e giardini - completano<br />

il codice stilistico dell’E42.<br />

L’intervento della Seconda Guerra<br />

Mondiale blocca il progetto<br />

dell’Esposizione Universale, interrompendo<br />

quindi la costruzione<br />

del complesso. Solo negli anni ‘50<br />

si decide di riprendere i lavori per<br />

portare a compimento le infrastrutture<br />

e completare le opere<br />

ancora incompiute; nel 1954 la<br />

via Imperiale viene prolungata e<br />

completata, prendendo il nome<br />

di Via Cristoforo Colombo.<br />

Alla fine degli anni ‘50 il quartiere<br />

inizia a popolarsi. Accanto alle<br />

opere permanenti dell’E42 sorgono<br />

palazzi, sedi di enti, uffici<br />

e ministeri. Negli anni ’60 si riaccendono<br />

i riflettori sul quartiere<br />

grazie alla candidatura di Roma<br />

ai Giochi Olimpici. Sorgono il<br />

Palazzo dello Sport, progettato<br />

dall’arch. Pierluigi Nervi, la Piscina<br />

delle Rose, una vasca olimpionica<br />

scoperta di 25x50 metri inserita<br />

nella suggestiva cornice del Parco<br />

Centrale del Lago, e il grande<br />

Velodromo, capace di accogliere<br />

20.000 spettatori.<br />

Ultima opera in ordine di tempo<br />

è il Nuovo Centro Congressi,<br />

comunemente noto come<br />

“La Nuvola”, progettato dall’arch.<br />

Massimiliano Fuksas e destinato a<br />

diventare il simbolo contemporaneo<br />

dell’Eur. Uno spazio trasparente,<br />

luminoso, che sembra sospeso<br />

nel vuoto, una geometria<br />

che s’inserisce nella rigorosa costruzione<br />

ortogonale del quartiere,<br />

pensato come una città ideale.<br />

Dopo questo doveroso salto nella<br />

storia andiamo ora in giro per<br />

il quartiere. In via del Quadrato<br />

della Concordia troviamo il Palazzo<br />

della Civiltà Italiana, esteso<br />

su una superficie coperta di mq<br />

8.400. Il nome originario dell’edificio<br />

è “Mostra della Civiltà Romana”.<br />

Realizzato in cemento armato<br />

e ricoperto da lastre di travertino,<br />

consiste di un parallelepipedo<br />

di 51x68 metri, costituito da otto<br />

piani e contraddistinto in facciata<br />

da una sequenza di arcate tipicamente<br />

romane. E’ posizionato<br />

sulla parte alta del quartiere<br />

e grazie alla sua altezza ha una<br />

8 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


spiccata visibilità. Sulla sommità<br />

dell’edificio è leggibile la scritta<br />

“Un popolo di poeti di artisti di eroi<br />

di santi di pensatori di scienziati di<br />

navigatori di trasmigratori”. Ai lati<br />

delle due monumentali scalinate<br />

contrapposte sono collocate due<br />

coppie scultoree in travertino:<br />

rappresentano i Dioscuri, personaggi<br />

della mitologia greca, posti<br />

a interpretare la continuità tra la<br />

gloriosa storia di Roma e i nuovi<br />

trionfi mussoliniani. Le altre 28<br />

statue in marmo, alte 3,40 metri,<br />

sono allegorie delle diverse attività<br />

umane che hanno lo scopo di<br />

esaltare i valori del genio italico.<br />

Raggiungiamo piazzale Konrad<br />

Adenauer: al civico 12 sorge l’edificio<br />

che avrebbe dovuto accogliere<br />

gli alti funzionari dell’Ente e<br />

le rappresentanze straniere durante<br />

l’esposizione. Attualmente<br />

la struttura ospita uffici del Comune<br />

di Roma e il bar-ristorante<br />

Palombini. Degli apparati decorativi<br />

restano la bellissima pittura<br />

murale a tempera di Franco<br />

Gentilini e una originale tarsia<br />

marmorea policroma di Eugenio<br />

Fegarotti, ambedue collocate al<br />

piano terra. Un mosaico policromo<br />

destinato alla parete esterna<br />

del patio è stato scomposto e<br />

sistemato nell’area di ristorazione<br />

del Palazzo dei Ricevimenti e<br />

Congressi.<br />

Proseguendo la nostra camminata<br />

giungiamo in via Ciro il Grande<br />

dove, al numero 16, c’è il Palazzo<br />

Uffici, con l’esterno composto<br />

da un porticato monumentale<br />

a pilastri. E’ stata la prima opera<br />

permanente del progetto ad<br />

essere completata. La ricchezza<br />

e l’eleganza dei dettagli architettonici<br />

esterni e interni, come<br />

la balaustra dello scalone del<br />

Commissariato, unitamente alla<br />

rilevanza dei particolari decorativi,<br />

lo rendono una delle opere<br />

più espressive dell’architettura<br />

mediterranea. Un bassorilievo<br />

di Publio Morbiducci, all’ingresso<br />

principale dell’edificio, rappresenta<br />

“La storia di Roma attraverso le<br />

opere edilizie”.<br />

Al piano terreno di Palazzo Uffici,<br />

oggi sede di mostre ed eventi, c’è<br />

il Salone delle Fontane, che avrebbe<br />

dovuto ospitare la biglietteria<br />

dell’Esposizione Universale di Roma.<br />

Interessante è anche la grande<br />

fontana luminosa suddivisa in<br />

tre bacini, rivestiti al loro interno<br />

da un mosaico alla veneziana<br />

verde opalino, con giochi d’acqua<br />

che bagnano le zone perimetrali<br />

decorate a mosaico. Al secondo<br />

piano seminterrato si trova un rifugio<br />

antiaereo realizzato sempre<br />

dall’architetto Minnucci, destinato<br />

ad ospitare i dipendenti dell’Ente<br />

EUR in caso di attacco bellico<br />

(vedi <strong>Orizzonte</strong> N°6 pagina 6).<br />

In Viale della Civiltà del Lavoro sorge<br />

il Palazzo dell’Arte Antica, che<br />

attualmente ospita anche Spazio<br />

Novecento, locale “glamour” d’intrattenimento.<br />

Il Palazzo presenta<br />

una grande corte interna al centro<br />

della quale, in corrispondenza<br />

del piano terra, c’è un giardino<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 9


d’inverno porticato, elemento di<br />

grande suggestione oggi coperto<br />

e arricchito da un colonnato<br />

rivestito in pregiato marmo verde<br />

chiaro. Al primo piano si apre<br />

un grande salone monumentale<br />

a tutta altezza, decorato da due<br />

coppie di colonne in pregiatissimo<br />

marmo di portoro.<br />

In piazza G. Marconi 8, speculare<br />

al Palazzo della Scienza Universale,<br />

ancora oggi destinato alla funzione<br />

originaria, c’è il Palazzo delle Arti<br />

e Tradizioni Popolari; al suo interno<br />

ha sede l’omonimo museo, che<br />

custodisce rare collezioni sugli usi<br />

e costumi del folklore italiano. In<br />

coincidenza con l’ingresso principale<br />

il Palazzo presenta uno scalone<br />

monumentale, rivestito in marmo<br />

pregiato. Nelle nove gallerie di<br />

esposizione, dalle dimensioni più o<br />

meno simili, trovano collocazione<br />

interessanti documenti, costumi e<br />

oggetti della tradizione popolare<br />

italiana.<br />

Il Palazzo della Scienza Universale<br />

ospita poi due prestigiosi musei,<br />

entrambi sotto la direzione del<br />

Ministero dei Beni Culturali: il<br />

Museo Nazionale Etnografico Antropologico<br />

“Luigi Pigorini”, che raccoglie<br />

materiali sulle culture native<br />

di tutti e cinque i continenti, e<br />

il Museo Nazionale dell’Alto Medio<br />

Evo, al cui interno è ricomposta<br />

la suggestiva decorazione tardoantica<br />

della domus di Porta Marina<br />

di Ostia.. Il vestibolo d’ingresso<br />

introduce al grande scalone monumentale<br />

di congiunzione al primo<br />

piano, fiancheggiato da due<br />

interessanti gallerie di distribuzione<br />

alle sale espositive, filtrate da<br />

un sistema di pilastri quadrangolari<br />

e, come questi ultimi, rivestite<br />

da un particolare marmo del tipo<br />

“chiampo olivo”.<br />

Sempre in Piazza Guglielmo Marconi<br />

c’è il Palazzo dell’Arte Moderna,<br />

originariamente previsto<br />

come “Palazzo Mostra dell’Arte<br />

Moderna”. Attualmente ospita la<br />

sede dei Carabinieri, Comando<br />

Compagnia Eur, il CED del Comune<br />

di Roma e diverse attività<br />

commerciali. Il fabbricato si articola<br />

attorno ad una grande corte<br />

interna, su cui si affacciano i tre<br />

corpi principali ed altri due cortili<br />

di servizio laterali, originariamente<br />

organizzati in funzione degli spazi<br />

espositivi. All’interno si aprono<br />

tre grandi aree espositive rettangolari<br />

che anticipano un secondo<br />

ambiente, sempre rettangolare,<br />

caratterizzato da un armonioso<br />

pavimento e da sei colonne rifinite<br />

in marmo breccia violetta.<br />

In piazzale Kenndy c’è il Palazzo<br />

dei Ricevimenti e dei Congressi<br />

dove, nella parte centrale, spicca<br />

il grande Salone dei Ricevimenti,<br />

concluso sulla sommità da una<br />

copertura realizzata interamente<br />

in metallo. In piazza Giovanni<br />

Agnelli sorge invece il Palazzo<br />

Mostra della Romanità, sede del<br />

Museo della Civiltà Romana, del<br />

Planetario e del Museo astronomico<br />

di Roma. Fu costruito per ospitare<br />

la Mostra della Romanità e si<br />

presenta come un’enorme massa<br />

muraria di rivestimento esterno,<br />

in bugnato di peperino scuro,<br />

che avvolge la quasi totalità delle<br />

facciate dell’edificio. E’ dotato di<br />

due ingressi monumentali, contraddistinti<br />

da un ordine gigante<br />

10 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


di colonne e da un colonnato che<br />

collega le due parti di cui si compone<br />

l’edificio.<br />

L’Archivio Centrale dello Stato si<br />

trova da sempre nel Palazzo Mostra<br />

dell’Autarchia e del Corporativismo,<br />

che è anche sede degli<br />

uffici di Roma Servizi per la Mobilità<br />

del Comune di Roma. Guarda<br />

caso il palazzo è identificato col<br />

numero civico 1 di Piazzale degli…<br />

Archivi.<br />

Altro edificio, altra destinazione<br />

e altra sede di società o enti. L’A-<br />

CEA S.p.A. ha sede in viale dell’Aeronautica,<br />

nell’edificio nord del<br />

Palazzo Mostra dell’Agricoltura<br />

e delle Bonifiche, un complesso<br />

che si compone di due costruzioni<br />

semicircolari verso il lago,<br />

caratterizzate da un sistema porticato-belvedere<br />

e da due rettilinei<br />

retrostanti, ad esso connessi<br />

da un portico a doppio ordine, in<br />

modo da offrire una scenografica<br />

passeggiata su più piani.<br />

In viale dello Sport 1 è ubicato<br />

il Palazzo dello Sport, realizzato<br />

per la XVII Olimpiade Moderna<br />

del 1960, denominato oggi Palalottomatica,<br />

dal nome dello sponsor<br />

che ha finanziato le opere di<br />

ristrutturazione, effettuate tra<br />

il 1999 e il 2004. Si tratta di una<br />

struttura polivalente e multifunzionale,<br />

in grado di ospitare, con i<br />

suoi circa 12.000 posti disponibili,<br />

eventi di carattere sportivo, convegni<br />

e concerti. Negli anni ’80 era<br />

noto come Palaeur, e vi giocava la<br />

mitica squadra di basket della Capitale,<br />

che in quegli anni vinse lo<br />

scudetto. Si trova nella parte alta<br />

del Giardino delle Cascate e ha<br />

forma circolare di circa 100 mt di<br />

diametro, completamente vetrata.<br />

La Piscina delle Rose è inserita nel<br />

Parco Centrale del Lago. E’ dotata<br />

di una vasca olimpionica scoperta<br />

di 25x50 metri, impreziosita nel<br />

versante verso il lago da composizioni<br />

di rose pregiate e da due<br />

corpi edilizi che ospitano rispettivamente<br />

gli spogliatoi, gli uffici<br />

ed uno spazio di ristoro. Nella<br />

zona del laghetto c’è anche il<br />

Giardino delle Cascate,<br />

probabilmente l’area verde<br />

più pregiata<br />

e suggestiva,<br />

realizzata<br />

con<br />

scogliere, pietre<br />

naturali e piante<br />

di diversa specie,<br />

con la famosa<br />

passeggiata<br />

del Giappone,<br />

disegnata<br />

nell’impianto<br />

generale e nei<br />

percorsi da<br />

Raffaele de<br />

Vico e completata<br />

con<br />

l’impianto in<br />

massa di prunus da fiore e ciliegi,<br />

donati dalla città di Tokyo.<br />

Nella zona nord del quartiere c’è<br />

il sistema delle aree verdi settentrionali,<br />

ricche di specie arboree<br />

ed arbustive tipiche dell’ambiente<br />

mediterraneo. Vi sono ampiamente<br />

diffusi pioppi, querce, magnolie,<br />

olivi e aceri, mentre più rari sono gli<br />

esemplari di lauroceraso, ligustrum,<br />

pittosporo e conifere appartenenti<br />

alle più importanti specie e varietà.<br />

Il Parco del Turismo e il Parco<br />

del Ninfeo raggiungono l’estensione<br />

complessiva di 177.250<br />

metri quadrati e sono contigui,<br />

separati solo da via Romolo Murri.<br />

Il primo, situato sul lato ovest del<br />

quartiere, è<br />

caratterizzato<br />

da maestose<br />

conifere; il secondo<br />

è invece<br />

composto da<br />

diverse tipologie<br />

di<br />

verde che<br />

si alternano.<br />

La pavimen-<br />

tazio-<br />

ne e<br />

gli apparati<br />

decorativi<br />

conferiscono<br />

all’area<br />

una gradevolissima<br />

particolarità<br />

paesag-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 11


gistica, in cui spiccano la grande<br />

stele-fontana dello scultore Ercole<br />

Drei, raffigurante La vita dei campi,<br />

e i bassorilievi del Bellini, originariamente<br />

destinati alla Mostra dell’Agricoltura.<br />

Il Parco del Ninfeo, che si estende<br />

lungo la via Laurentina, prende<br />

il nome dalla fontana del Ninfeo,<br />

realizzata nel 1940. Oggi il parco,<br />

organizzato in terrazze, belvedere,<br />

vialetti e passaggi sopraelevati,<br />

comprende circa 860 alberi, con<br />

prevalenza di piante di Eucalipto,<br />

e include una zona “dog friendly”.<br />

Altra area verde è costituita dal<br />

Giardino degli Ulivi, che si compone<br />

di due spazi, il Giardino degli<br />

Ulivi est e il Giardino degli Ulivi<br />

ovest, ricchi di ulivi ed alberi ad<br />

alto fusto e caratterizzati da una<br />

forma ad anfiteatro e da una composizione<br />

di “rustica classicità”, anche<br />

grazie alla presenza di blocchi<br />

di travertino sistemati ad esedra.<br />

Nell’area verde di piazza Pakistan<br />

c’è il Giardino Didattico, creato il<br />

28 maggio del 2012. Accessibile<br />

gratuitamente, ospita un grande<br />

orto didattico, un percorso di erbe<br />

aromatiche, un labirinto della<br />

lavanda, 10 antichi alberi da frutto<br />

dettagliatamente descritti in semplici<br />

e divertenti paline informative,<br />

un’isola ecologica con cassonetti<br />

per la raccolta differenziata,<br />

2 compostiere per creare l’humus<br />

naturale, 2 armadietti forniti di<br />

tutti gli attrezzi che possano servire<br />

per l’orto e il giardinaggio, 6<br />

bacheche esplicative delle diverse<br />

zone del giardino, un pannello fotovoltaico<br />

il cui funzionamento è<br />

spiegato attraverso le avventure di<br />

Modulix. E ancora: nidi per uccelli<br />

insettivori e diverse bat box, le<br />

cassette per accogliere i pipistrelli.<br />

In Piazza Pakistan troviamo poi<br />

il “Fungo”, serbatoio idrico che<br />

ospita al piano terra un bar e sulla<br />

sommità un ristorante panoramico<br />

progettato dall’architetto Lorenzo<br />

Monardo. L’edificio, alto 52<br />

metri circa, è stato realizzato con<br />

una particolarissima struttura in<br />

cemento armato contenente un<br />

serbatoio di 30 metri di diametro,<br />

in grado di contenere 2.500<br />

metri cubi d’acqua.<br />

Concludiamo con la famosa Nuvola<br />

di Fuksas. Un’opera internazionale,<br />

strategica, inserita in<br />

un contesto dominato da un linguaggio<br />

espressivo forte come il<br />

razionalismo architettonico degli<br />

anni trenta e quaranta. Un’opera<br />

capace di misurarsi col passato e<br />

di manifestare quell’aspirazione al<br />

nuovo di cui l’Eur è ancora simbolo:<br />

dove elementi dalla forte<br />

identità materica e soluzioni tecnologicamente<br />

avanzate intervengono<br />

a creare spazi armonici,<br />

fluidi, adatti ad un’umanità perennemente<br />

in viaggio e costantemente<br />

interconnessa.<br />

Tre sono gli elementi che, intersecandosi,<br />

compongono il nuovo<br />

complesso, su una superficie<br />

edificata di circa 58.500 mq: la<br />

“Teca”, la “Nuvola” e la “Lama”.<br />

La Teca, orientata longitudinalmente,<br />

con struttura in acciaio<br />

e doppia facciata in vetro, è il<br />

contenitore che racchiude al suo<br />

interno la “Nuvola”, fulcro del<br />

progetto, che ospita l’auditorium<br />

per 1.800 posti. La Lama è poi<br />

l’albergo: conta 439 stanze ed è<br />

stato pensato come struttura indipendente<br />

e autonoma.<br />

L’Eur è stato definito in tanti modi:<br />

quartiere metafisico, monumentale,<br />

razionalista, ma anche<br />

la città bianca, la città giardino, la<br />

città dei musei. Una cosa è certa,<br />

comunque la si pensi: l’Eur è una<br />

città nella città.<br />

Nella foto:<br />

Benito Mussolini in visita alla zona<br />

destinata ad ospitare l’Esposizione<br />

Universale del 1942.<br />

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<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 13


14 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 15


GENOVA E LA SUA STORIA:<br />

PORTA SOPRANA<br />

di Fabrizio Capra<br />

“V<br />

ico drito Pontexello<br />

t’è sempre stæta a<br />

megio vìa” (Vicolo<br />

dritto di Ponticello<br />

sei sempre stata la migliore via),<br />

così inizia una canzone de I Trilli,<br />

duo che ha fatto la storia della<br />

canzone popolare genovese.<br />

Vicolo dritto di Ponticello è un<br />

breve tratto di strada di Genova,<br />

un’area ristretta che comprende<br />

Porta Soprana, con le Torri di<br />

Sant’Andrea, il Chiostro dell’ex<br />

Monastero di Sant’Andrea e la<br />

Casa di Colombo.<br />

Ma procediamo con ordine.<br />

Porta Soprana<br />

e le Torri di Sant’Andrea<br />

Porta Soprana, detta anche Porta<br />

di Sant’Andrea, fu una delle<br />

porte d’ingresso in Genova fin<br />

dall’epoca della seconda cinta<br />

muraria, databile tra il IX e il X<br />

secolo, ed è considerata uno dei<br />

simboli del capoluogo ligure.<br />

Nel medioevo fu il principale var-<br />

co d’accesso alla città da est, oggi<br />

è una delle porte che introducono<br />

il turista nella città vecchia.<br />

Costruita in pietra del capoluogo<br />

ligure, rappresenta un tipico<br />

esempio di architettura medioevale.<br />

La sua posizione è in cima<br />

al “Piano di Sant’Andrea” che<br />

si trova (o meglio ancora, che si<br />

trovava) vicino al colle che portava<br />

lo stesso nome e che è stato<br />

spianato agli inizi del Novecento.<br />

Il nome deriva dalla modifica del<br />

termine “Superana” proprio perché<br />

si trattava di una porta rialzata<br />

rispetto al piano cittadino.<br />

Dal XIV secolo la porta fu “inghiottita”<br />

dallo sviluppo edilizio del<br />

nascente quartiere di Ponticello.<br />

Sopra l’arco di entrata tra le<br />

due torri fu costruita una casa<br />

a un piano, poi ampliata nell’Ottocento,<br />

dove abitò il figlio di<br />

Samson, il boia che aveva ghigliottinato<br />

Luigi XVI e Maria<br />

Antonietta durante la rivoluzione<br />

francese. Boia anch’egli,<br />

non doveva allontanarsi troppo<br />

da casa per recarsi sul posto di<br />

lavoro dato che, almeno fino al<br />

1797, il patibolo veniva allestito<br />

in prossimità di Porta Soprana; e<br />

c’era anche l’usanza di appendere<br />

nell’arco della Porta, racchiuse<br />

in gabbie di ferro, le teste di<br />

coloro che erano stati giustiziati.<br />

La costruzione che oggi si può<br />

ammirare è frutto dei massicci<br />

restauri realizzati intorno al<br />

1890 sotto la direzione di Alfredo<br />

d’Andrade, direttore della<br />

Sovrintendenza di Belle Arti, e<br />

riproduce l’aspetto che la porta<br />

aveva durante la realizzazione<br />

della terza cinta muraria, ovvero<br />

le “Mura del Barbarossa” (1155-<br />

1159), costruite in brevissimo<br />

tempo nel timore di un attacco<br />

di Federico Barbarossa. Oggi si<br />

può ancora percorrere un breve<br />

tratto del camminamento.<br />

La porta è affiancata da due<br />

torri, coronate da archetti e<br />

merlature, e nella parte interna<br />

16 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 17


18 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine<br />

presenta due finestroni ad arco<br />

sovrapposti. Nell’Ottocento le<br />

due torri furono destinate a prigione,<br />

insieme al vicino convento<br />

di Sant’Andrea.<br />

L’arco a sesto acuto è il primo<br />

esempio di architettura gotica in<br />

città ed è decorato da colonne<br />

con capitelli neocorinzi con bassorilievi<br />

rappresentanti aquile e<br />

foglie d’acqua.<br />

La porta, larga cinque metri e alta<br />

nove metri e mezzo, veniva chiusa<br />

con due ante di legno che giravano<br />

su cardini di ferro; un grosso<br />

anello è ancora infisso della pietra<br />

e tuttora visibile. Due lapidi<br />

in latino sono commemorative<br />

di questa costruzione. Entrando,<br />

nella porta di destra, si leggono<br />

i nomi dei personaggi che hanno<br />

sovrainteso alla costruzione mentre<br />

la lapide di sinistra magnifica la<br />

potenza della città.<br />

Intorno al 1890 furono ripristinati<br />

la torre settentrionale e l’arco,<br />

mentre le sculture dei capitelli furono<br />

integrate con aquile di stile<br />

romanico pisano. La torre meridionale,<br />

invece, fino agli anni ’30<br />

del secolo scorso faceva parte di<br />

un’abitazione; la struttura fu restaurata<br />

con la demolizione del<br />

quartiere di Ponticello, sotto la<br />

direzione di Orlando Grosso.<br />

Le due torri sono visitabili, ad<br />

esclusione dei giorni di pioggia<br />

per motivi di sicurezza; attraverso<br />

una scala elicoidale interna in<br />

pietra è possibile accedere fino in<br />

cima, da dove si può godere uno<br />

splendido panorama su gran parte<br />

della città.


A destra della porta c’è un’edicola<br />

votiva dedicata alla Madonna della<br />

Guardia, risalente al XVII-XVIII<br />

secolo e a sinistra una lapide in<br />

marmo su cui è scritto:<br />

‘’Sono sorvegliata da soldati, circondata<br />

da splendide mura<br />

e scaccio lontano con il mio valore i<br />

dardi nemici.<br />

Se pace tu porti, accostati pure a<br />

queste porte,<br />

se guerra tu cerchi, triste e battuto<br />

ti ritirerai.‘’<br />

La casa di<br />

Cristoforo Colombo<br />

Appena fuori dalle mura medioevali,<br />

in fondo a Vico dritto di<br />

Ponticello, troviamo la casa che fu<br />

di Cristoforo Colombo o, meglio<br />

del padre, Domenico Colombo,<br />

dove il famoso navigatore visse<br />

in gioventù, tra il 1455 (vi arrivò<br />

che aveva quattro anni) e il 1470.<br />

L’edificio risale al XV secolo e<br />

sorge dove un tempo vi era il<br />

“quartiere dei lanaioli”; il padre di<br />

Cristoforo era infatti uno “scardassiere”<br />

ovvero colui che cardava<br />

e sbrogliava la lana.<br />

All’epoca di Colombo la casa si<br />

trovava all’interno dell’ampliamento<br />

murario del XIV secolo,<br />

in un tessuto urbano formato<br />

soprattutto da case popolari. La<br />

struttura è rimasta la stessa, sviluppata<br />

su due piani: il piano terra<br />

era destinato al commercio e agli<br />

affari, ospitava in un ampio vano<br />

la bottega e il retrobottega, mentre<br />

un vano di dimensioni minori<br />

fungeva da disimpegno per raggiungere<br />

il piano superiore. Que-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 19


sto era adibito ad abitazione e vi<br />

si svolgeva la vita familiare. Il servizio<br />

igienico era situato nel vano<br />

sottoscala. Nella facciata, a destra<br />

vi era la porta d’ingresso alla bottega<br />

e a sinistra l’ingresso privato.<br />

A dividere i due piani un solaio a<br />

travatura in legno.<br />

Quella che vediamo oggi è però<br />

una ricostruzione, sui resti originari,<br />

risalente al XVIII secolo, in<br />

quanto la casa fu probabilmente<br />

colpita e distrutta nel 1684, durante<br />

il bombardamento con artiglieria<br />

pesante disposto da Luigi<br />

XIV, il Re Sole, e perpetrato<br />

dalla flotta navale francese contro<br />

l’allora repubblica marinara. Si<br />

ipotizza che, dopo la ricostruzione,<br />

fossero stati aumentati i piani<br />

giungendo, alla fine del XVIII<br />

secolo, a un totale di cinque. La<br />

casa fu riportata ai due piani attuali<br />

quando fu demolito il lato<br />

nord nell’ambito dei lavori che<br />

portarono all’edificazione di via<br />

XX Settembre: essendo stata<br />

costruita ponendo i travi sui muri<br />

portanti delle case affiancate, non<br />

poteva reggersi da sola, per cui si<br />

fu costretti ad eliminare i tre piani<br />

superiori.<br />

Durante recenti restauri sono<br />

stati scoperti parti di pavimentazione<br />

originaria dell’epoca premedioevale,<br />

presumibilmente del<br />

VI secolo. Un vetro permette di<br />

osservare le originali fondamenta.<br />

Nel 1887 la casa venne acquistata<br />

dal Comune di Genova e oggi<br />

fa parte del polo museale storico<br />

della “Superba”. All’esterno una<br />

epigrafe ricorda che vi dimorò<br />

l’illustre genovese; all’interno è<br />

esposta copia della “Relazione<br />

Belgrano”, che contiene la summa<br />

delle ricerche storiche ottocentesche<br />

condotte sulle vicende della<br />

casa di Colombo. Il documento<br />

originale è conservato presso la<br />

Biblioteca civica Berio.<br />

Chiostro di Sant’Andrea<br />

Quando, con gli interventi avvenuti<br />

nei primi decenni del secolo<br />

scorso, fu modificato l’aspetto<br />

urbanistico della zona, vicino alla<br />

casa di Colombo venne collocato<br />

il chiostro di Sant’Andrea,<br />

pregevole opera proveniente<br />

dal complesso conventuale del<br />

XII secolo che sorgeva sul colle<br />

omonimo, demolito nel 1904.<br />

Il monumento fu salvato grazie<br />

alle pressioni dell’architetto Alfredo<br />

d’Andrade che, dopo averlo<br />

smontato e restaurato, lo ricompose<br />

nell’attuale sito. Questo<br />

tuttavia accadde solo nel 1922,<br />

in quanto per quasi vent’anni i<br />

materiali furono dimenticati nel<br />

magazzino di Sant’Agostino.<br />

L’ordine inferiore del chiostro si<br />

sviluppa su un impianto rettangolare<br />

mentre l’elevato è scandito<br />

da una serie regolare di colonnine<br />

binate (11 sul lato lungo e 5<br />

sul lato minore), raggruppate in<br />

corrispondenza degli angoli, che<br />

sorreggono archi a sesto acuto.<br />

Le trentadue coppie di capitelli<br />

costituiscono l’elemento caratterizzante<br />

della composizione<br />

20 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


poiché presentano una gamma<br />

di soluzioni figurative di notevole<br />

pregio, ascrivibili ad un intervallo<br />

temporale compreso tra il 1100<br />

e la fine del XIII secolo. La fase<br />

più antica, localizzata nei lati sud<br />

e ovest, è sempre risolta con un<br />

motivo decorativo neocorinzio di<br />

base, a foglie d’acqua e volute angolari<br />

che racchiudono di volta in<br />

volta fiori, foglie, protomi umane,<br />

pigne e rosette, su cui si innesta<br />

la rappresentazione di scene di<br />

vita quotidiana sul lato occidentale<br />

(l’aratura, il pascolo, il lavoro<br />

con animali da soma) e a tema sacro<br />

nel lato sud (Adamo ed Eva,<br />

Daniele nella fossa dei leoni). La<br />

parte duecentesca che contraddistingue<br />

gli altri due lati presenta<br />

motivi vegetali alternati a volute,<br />

grappoli e fiori, con presenza di<br />

decorazione zoomorfa e fitomorfa<br />

anche alla base delle stesse<br />

colonnine. Gli angoli del chiostro<br />

vengono rimarcati da raggruppamenti<br />

di colonnine trattati con<br />

motivi decorativi neocorinzi associati<br />

a raffigurazioni sia di scene<br />

tratte dal Nuovo Testamento che<br />

di vita agreste.<br />

Il chiostro di S.Andrea sistemato<br />

nel cuore della città offre al visitatore<br />

un momento di pace e<br />

serenità: merita quindi una visita<br />

(gratuita e accessibile a tutti) per<br />

apprezzarlo meglio.<br />

Il Ponte delle Conchette<br />

Vico dritto Ponticello è una piccola<br />

salita che esiste tuttora (sebbene<br />

spoglia degli edifici che la adornavano)<br />

e che conduce da Porta Soprana<br />

alla sottostante piazza Dante.<br />

Il nome è dovuto alla presenza di<br />

un piccolo ponte posto sopra il<br />

rio Torbido, che scorreva seminterrato,<br />

e che collegava la strada<br />

romana proveniente dal borgo di<br />

San Vincenzo con la stessa Porta<br />

Soprana.<br />

Il ponte aveva il curioso nome di<br />

“Ponte delle Conchette”, chiamato<br />

così durante il XV secolo perché<br />

in quel punto venivano gettati i<br />

manufatti in ceramica rotti oppure<br />

difettosi, provenienti dalle fabbriche<br />

poco lontane. Dal soprannome<br />

deriva l’antica espressione<br />

genovese che indica qualcosa di<br />

scadente “O no l’ha mai passòu o<br />

ponte de conchette” (Non ha superato<br />

il ponte delle conchette).<br />

Fino al 1860, anno dell’unità d’Italia,<br />

su una casa ora non più esistente,<br />

si potevano vedere alcuni anelli delle<br />

catene che chiudevano il porto<br />

di Pisa, repubblica marinara rivale,<br />

espugnato nel 1290 dai genovesi, e<br />

un bassorilievo del 1280 che raffigurava<br />

il porto pisano.<br />

Il bassorilievo si trova ora nella<br />

chiesa di Sant’Agostino - situata<br />

accanto al museo omonimo -<br />

mentre gli anelli, insieme ad altri<br />

della stessa catena che si trovavano<br />

su altri edifici, furono. con<br />

l’unificazione nazionale, restituiti<br />

alla città di Pisa.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 21


INTRODUZIONE<br />

AL GIUBILEO<br />

di Franco Ardito<br />

“I<br />

ntroduzione al Giubileo”,<br />

ultimo libro<br />

di Claudio Monachesi,<br />

a prima vista<br />

potrebbe sembrare una delle<br />

tante attività fiorite intorno al<br />

Giubileo della Misericordia e interessanti<br />

solo perché funzione<br />

di questo accadimento. Basta<br />

aprirlo, però, per rendersi conto<br />

che si tratta di tutt’altra cosa,<br />

che il Giubileo papale ne rappresenta<br />

solo un aspetto e, per<br />

certi versi, un puro pretesto e<br />

che il libro vive di vita propria,<br />

mettendo insieme concezioni<br />

cristiane, sacre scritture, qabbalah,<br />

logiche iniziatiche e tradizio-<br />

ni esoteriche diverse, collegate<br />

e armonizzate da una mente<br />

eclettica qual è quella di Claudio<br />

Monachesi. Talchè non è strano<br />

che nell’introduzione di Fabrizio<br />

Mariani, peraltro scritta per la<br />

prima stesura di Introduzione al<br />

Giubileo del 2000 e qui riproposta,<br />

si parli di percorso iniziatico<br />

in cui i luoghi, pur sacri alla cristianità,<br />

diventano luoghi dell’anima,<br />

cammino di perfezione,<br />

strumenti verso la ricerca di se<br />

stessi. Si scopre così che il pensiero<br />

cristiano estende le sue radici<br />

in territori ben più profondi<br />

dei semplici aspetti dogmatici e<br />

devozionali, e che anche in essi<br />

22 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


è la potenza della rigenerazione.<br />

Il viaggio si sviluppa attraverso la<br />

“Rosa del Giubileo”, suddivisa in 12<br />

settori perché il 12 rappresenta<br />

il numero della completezza, del<br />

ciclo concluso, che diventano 14<br />

se si considerano anche il sopra<br />

e il sotto. In questo modo il cerchio<br />

si trasforma in struttura<br />

elicoidale, scopre l’alto e il basso,<br />

la necessità di salire.<br />

La “Rosa del giubileo” comprende<br />

tutti gli spazi da visitare, con i relativi<br />

“misteri”, da scorgere soprattutto<br />

nella propria interiorità:<br />

1. S. Maria ai Martiri, situata<br />

nel Pantheon, un testimone<br />

bimillenario. Rappresenta i misteri<br />

dell’iniziazione e dell’ascensione<br />

in cielo come passaggio di<br />

un culto in un altro culto, di un<br />

cielo in un altro cielo.<br />

2. S. Maria in Vallicella, la<br />

Chiesa Nuova fatta costruire da<br />

San Filippo Neri, che vi è sepolto.<br />

Individua i misteri della gioia<br />

e dell’allegria.<br />

3. San Pietro in Vaticano, la<br />

ricchezza, le due chiavi: d’oro e<br />

d’argento: i misteri della grandezza<br />

di questo mondo.<br />

4. Porziuncola, luogo della<br />

riunione mondiale delle religioni;<br />

è il simbolo dei misteri del farsi<br />

piccoli.<br />

5. S. Maria Aracoeli, il risveglio<br />

dal sonno, Mosè ed Elia,<br />

Cesare Augusto. I misteri della<br />

trasfi-gurazione.<br />

6. S. Paolo fuori le mura<br />

e l’Abbazia delle Tre Fontane,<br />

la tomba di Paolo nella<br />

croce egizia. Il luogo del martirio.<br />

L’altare di San Bernardo di<br />

Chiaravalle con accanto l’Ara<br />

dei Fratelli Arvali: i misteri della<br />

conversione.<br />

7. San Sebastiano fuori le<br />

mura. La “Memoria Apostolorum”<br />

nelle catacombe. Due acrostici:<br />

Ictus, Vitriol. Le orme dei<br />

piedi (i pesci) lasciate sulle pietra<br />

da Gesù). I misteri delle profondità<br />

degli abissi e della Pentecoste.<br />

8. San Lorenzo fuori le<br />

mura. Due basiliche che si uniscono<br />

una all’altra annodandosi<br />

agli absidi. Il silenzio. La cenere<br />

di Lorenzo. I misteri della morte.<br />

9. Santa Croce in Gerusalemme.<br />

Le ultime sette parole<br />

di Gesù sulla croce. Le 14 stazioni<br />

della Via crucis. INRI, INBI,<br />

INMH. I misteri della passione.<br />

10. Santa Maria Maggiore.<br />

La fondazione rituale con l’aratro<br />

fatta da Papa Liberio, che ne<br />

tracciò il perimetro similmente<br />

agli antichi. I misteri della nascita,<br />

della verginità, dell’assunzione.<br />

11. Santa Prassede, dove è<br />

stato raccolto il sangue di circa<br />

duemilatrecento martiri. I misteri<br />

della Gerusalemme Celeste.<br />

12. Santo Stefano Rotondo,<br />

il sepolcro di Gesù. I misteri<br />

della resurrezione.<br />

13. San Giovanni in Laterano,<br />

Mater Urbis et Orbis, ovvero<br />

i misteri dell’ascensione in cielo.<br />

14. Sancta Sanctorum, ovvero<br />

i misteri di “Atziluth”.<br />

Così il ciclo è completo. Obiettivo<br />

del viaggio è assumere l’esperienza<br />

giubilare a motivo iniziatico,<br />

farne una strada d’elevazione,<br />

la propria strada, vivendola in<br />

modo pieno e completo, trasportandosi<br />

in un luogo non luogo, in<br />

un tempo al di là del tempo, sostanzialmente<br />

muovendosi in una<br />

dimensione sacrale con la coscienza<br />

di essere noi stessi luogo,<br />

tempo e sacralità. E ritrovare se<br />

stessi alla fine del viaggio, con la<br />

consapevolezza che un ciclo si è<br />

concluso, e che siamo in grado di<br />

iniziarne un altro.<br />

Ci ritroviamo di nuovo tutti insieme<br />

giù, poco fuori l’edificio<br />

della Scala Santa; ci sono ancora<br />

commenti richieste consigli interrogativi<br />

baci strette di mano...<br />

E qualcuno che si meraviglia del<br />

tempo, repentinamente cambiato,<br />

senza più vento, il cielo d’un<br />

grigio uniforme e una pioggerellina<br />

che quasi non bagna i nostri<br />

capelli i nostri vestiti.<br />

Alcuni di noi per andare alle<br />

automobili camminano ancora<br />

insieme, alcuni osservando il<br />

cielo... Sono stanco, ma soddisfatto<br />

e quasi incredulo che sia<br />

potuto accadere tutto questo...<br />

Una vecchia mendicante farfuglia<br />

con la bocca vuota ‘la carità’… E<br />

in fondo, già visibile, la statua di<br />

S. Francesco benedicente... E di<br />

lato Porta S. Giovanni, e le mura<br />

aureliane che si dirigono virili<br />

verso S. Croce in Gerusalemme.<br />

“ Dove andiamo a cena stasera?”<br />

Claudio Monachesi<br />

Introduzione al Giubileo<br />

Edizioni Terre Sommerse<br />

www.terresommerse.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 23


INTERVISTA<br />

BENESSERE ANIMALE<br />

LA RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI<br />

di Sabrina Rosa<br />

A<br />

nche in Italia, finalmente,<br />

inizia a circolare<br />

il concetto di<br />

antispecismo, con la<br />

volontà, forse, di cominciare ad<br />

abbandonare la vecchia idea di<br />

etnocentrismo, che da sempre è<br />

all’origine di guerre e di violenza,<br />

per sostituirla con quella di<br />

uguale dignità per ogni singolo<br />

essere vivente.<br />

Di movimenti in difesa di cani<br />

e gatti, ma anche di conigli, ne<br />

esistono tantissimi. Ma c’è anche<br />

chi si occupa di vacche, capre,<br />

agnelli, maiali e di tutti gli altri<br />

animali, che non rientrando nella<br />

caratteristica di “pet”, sembrano<br />

non possedere la stessa dignità<br />

dei propri simili a quattro zampe,<br />

che vivono abitualmente nelle<br />

nostre abitazioni.<br />

Per riflettere su tale tematica,<br />

abbiamo voluto incontrare chi si<br />

occupa di ridare dignità a quegli<br />

animali troppo spesso etichettati<br />

come “animali da reddito”, ma<br />

che portano invece in sé molto<br />

di più. Lo abbiamo fatto con un<br />

rappresentante della Rete dei<br />

Santuari di Animali Liberi, che ci<br />

ha spiegato cosa fanno ogni giorno<br />

queste realtà.<br />

D: Come e quando nasce l’idea<br />

di creare una Rete dei Santuari?<br />

R: «L’idea di creare una rete che<br />

unisse i santuari che si riconoscono<br />

nei principi e ideali antispecisti nasce<br />

per la prima volta nel 2012 ma<br />

si concretizza due anni più tardi,<br />

quando la Rete dei Santuari di Animali<br />

Liberi viene ufficialmente presentata,<br />

durante il festival MiVeg a<br />

Milano. Vi aderiscono Vitadacani,<br />

con i due santuari Porcikomodi di<br />

Magnago e Chiari, il Rifugio Miletta,<br />

La Belle Verte, Animal SOS,<br />

Oasi Be Happy e Fattoria della Pace<br />

Ippoasi, con i sue due santuari<br />

(Ippoasi e il Rifugio della Bubi).<br />

Quello che unisce queste realtà è<br />

credere nella necessità di operare e<br />

lavorare per la liberazione animale,<br />

secondo ben determinati principi,<br />

esplicati ed elencati in una “carta<br />

dei valori”, che si può trovare sul<br />

24 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


nostro sito (http://www.animaliliberi.org/site/carta-dei-valori/).<br />

Perché fare rete? Ma per unire le<br />

forze, lavorare in team. E gli scopi<br />

sono fondamentalmente due: avere<br />

maggiore visibilità (sia per i singoli<br />

rifugi, sia per i progetti portati<br />

avanti) e avere una maggiore forza<br />

d’impatto nella soluzione dei problemi<br />

che accomunano i santuari e<br />

nella gestione delle emergenze».<br />

D: Di cosa vi occupate?<br />

R: «La Rete si occupa di far conoscere<br />

le singole realtà, cercando<br />

soprattutto di arrivare a quelle<br />

persone che non sanno cosa sia un<br />

santuario, che magari pensano che<br />

si tratti di fattorie didattiche (mentre<br />

sono quanto di più lontano ci<br />

sia). I santuari infatti hanno lo scopo<br />

primario di accogliere animali<br />

salvati dallo sfruttamento, ma anche<br />

di fungere da luogo di incontro,<br />

un posto dove il mondo è all’incontrario,<br />

dove gli animali sono liberi<br />

da barriere fisiche e da barriere<br />

mentali.<br />

Qui gli animali ospiti non sono da<br />

reddito, né da coccola, né da compagnia.<br />

Sono se stessi, ambasciatori<br />

della propria specie. Raccontano,<br />

a chi accetta di spogliarsi delle proprie<br />

gabbie mentali, chi sono in realtà<br />

(non macchine da produzione,<br />

non cibo, non cose) e cosa in realtà<br />

significhi essere animale da reddito.<br />

Quale sia la quotidiana atroce esistenza<br />

dentro ogni allevamento. A<br />

noi piace dire che nei santuari si seminano<br />

piccoli semi di empatia. Se<br />

il terreno è fertile, quei semi cresceranno,<br />

insieme alla consapevolezza<br />

della necessità di un cambiamento<br />

sociale radicale.<br />

La Rete fa informazione. Cerca di<br />

diffondere la verità sul mondo della<br />

zootecnia, al di là delle rassicuranti<br />

parole spese da allevatori, funzionari<br />

ASL e governativi. Ci occupiamo di<br />

casi specifici di sequestri di animali,<br />

cercando di salvare la loro vita (a<br />

volte riuscendoci, a volte purtroppo<br />

no) e utilizzando questi casi come<br />

strumento per mostrare la realtà.<br />

Che accomuna ogni allevamento e<br />

macello. Non esiste “benessere ani-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 25


male” per quegli animali che sono<br />

reificati e sfruttati, che sono considerati<br />

null’altro che macchine per<br />

far soldi. Benessere e allevamenti,<br />

benessere e trasporti, benessere e<br />

macellazione, non sono altro che ossimori,<br />

il tentativo di tacitar coscienze.<br />

E anche quelle poche regole e<br />

leggi che esistono, sono sistematicamente<br />

eluse, con la connivenza,<br />

nella stragrande maggioranza dei<br />

casi, di chi dovrebbe controllare e<br />

far rispettare la loro applicazione.<br />

Questo lo vediamo ogni volta che<br />

entriamo in un allevamento o ci interessiamo<br />

di un trasporto o di un<br />

sequestro. Di questo continueremo<br />

a parlare, affinché la verità si sappia,<br />

e su questo continueremo a lavorare,<br />

affinché si possa arrivare un<br />

domani non troppo lontano alla fine<br />

di ogni allevamento.<br />

La Rete, infine, si occupa di risolvere<br />

i problemi contingenti. Il primo e più<br />

importante è il vuoto normativo esistente<br />

in Italia e non solo. Ovvero il<br />

fatto che i rifugi per animali da reddito<br />

siano non luoghi, non riconosciuti<br />

come tali, ma catalogati dallo Stato<br />

e dagli organi delle ASL e dei ministeri<br />

competenti come allevamenti.<br />

Sottoposti quindi agli stessi vincoli<br />

(controlli veterinari non finalizzati alla<br />

salvaguardia della salute degli animali,<br />

ma di chi potrebbe mangiare<br />

la loro carne, e poi marcatura degli<br />

animali, controlli ad ogni trasporto,<br />

registri di carico e scarico, eccetera),<br />

cose che causano non solo inutile<br />

stress ai nostri ospiti, ma anche una<br />

gran perdita di tempo per i veterinari<br />

che sono costretti ad effettuare controlli<br />

completamente inutili».<br />

D: Gli animali come arrivano fino<br />

a voi?<br />

R: «Gli animali che noi accogliamo<br />

hanno tante storie. Ci sono quelli<br />

26 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


che vengono ceduti dagli allevatori<br />

perché improduttivi (noi non acquistiamo<br />

gli animali: sia perché non<br />

vogliamo contribuire a finanziare il<br />

sistema di sfruttamento, sia perché<br />

siamo fermamente convinti che gli<br />

animali siano individui e non cose, e<br />

gli individui non si comprano e non<br />

si vendono). Ci sono quelli sottratti a<br />

seguito di sequestri penali. Ci sono<br />

quelli liberati durante azioni a volto<br />

scoperto o meno. E ci sono quelli che<br />

si sono ribellati, sono riusciti a fuggire<br />

al loro destino, e grazie al loro coraggio<br />

hanno acquistato una propria<br />

individualità. Diventano famosi. Ottengono<br />

appoggio e sostegno e per<br />

questo riescono ad aver salva la vita.<br />

Ad esempio presso il santuario<br />

di Porcikomodi – Vitadacani vive<br />

WillyBanzai, un fiero torello che è<br />

scappato dall’allevamento dove era<br />

detenuto (si dice saltando la staccionata),<br />

ed è riuscito a restare libero<br />

per più di cento giorni. Nascondendosi<br />

di giorno e aggirandosi in cerca<br />

di cibo di notte. Al termine della sua<br />

avventura, quando sono riusciti a<br />

catturarlo, era ormai una celebrità<br />

fra gli abitanti del paesino dove viveva,<br />

tanto che il sindaco stesso si è<br />

impegnato affinché venisse ceduto<br />

ad una struttura dove potesse vivere<br />

tranquillo fino alla fine dei suoi<br />

giorni. (la storia di WillyBanzai la<br />

potete trovare qui: http://www.vitadacani.org/news/willybanzai-ovvero-la-fuga-per-la-liberta/)».<br />

D: Siete tutti volontari? Come<br />

può aiutarvi concretamente chi è<br />

sensibile a questa tematica?<br />

R: «Soltanto il santuario Porcikomodi<br />

di Magnago ha degli operatori<br />

che sono dipendenti. Cosa necessaria<br />

dato l’altissimo numero di<br />

animali ospitati (circa 150 animali<br />

ex da reddito ed altrettanti cani<br />

nell’annesso parco canile). Gli altri<br />

santuari, invece, che sono di dimensioni<br />

più contenute, sono gestiti da<br />

volontari. Tutti i santuari della Rete<br />

sono ONLUS e si reggono sul sostegno<br />

degli attivisti, sulle donazioni,<br />

sulle adozioni a distanza.<br />

Per aiutarci i modi sono molti: ci sono<br />

appunto le adozioni a distanza;<br />

si possono organizzare benefit, cene,<br />

eventi, per aiutarci nella raccolta<br />

di fondi; si possono aiutare i rifugi<br />

nella raccolta di cibo ed altro materiale<br />

necessario (attrezzi agricoli,<br />

fieno, eccetera); si può fare volontariato;<br />

oppure anche solo seguire e<br />

partecipare alle nostre campagne».<br />

D: Al momento che progetti state<br />

seguendo?<br />

R: «Al momento stiamo lavorando<br />

proprio alla questione del riconoscimento<br />

giuridico. Nel maggio del 2015<br />

abbiamo inviato una raccomandata<br />

al Ministero della Salute, a quello<br />

dell’Ambiente, e alle Regioni ove si<br />

trovano i santuari, per sottoporre il<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 27


problema, elencare le nostre ragioni,<br />

e chiedere un incontro. A parte<br />

il Ministero dell’Ambiente, che ha<br />

risposto dicendosi non responsabile<br />

della questione, è seguito solo silenzio.<br />

Nell’autunno dello stesso anno<br />

abbiamo lanciato un mail bombing,<br />

e invitato le persone ad inviare anche<br />

lettere cartacee. Sappiamo per<br />

certo che mail e lettere ne sono arrivate<br />

a migliaia. In contemporanea,<br />

alcuni politici si sono offerti di fare da<br />

tramite per ottenere il tanto agognato<br />

incontro. Ci sono voluti altri mesi.<br />

Poi, pochi giorni fa, finalmente una<br />

risposta. Una nostra delegazione incontrerà<br />

alcuni funzionari preposti,<br />

presso il Ministero della Salute, a<br />

metà luglio. Speriamo sia l’inizio di<br />

un dialogo fattivo e risolutore».<br />

D: Mi racconti una storia che vi ha<br />

colpito particolarmente?<br />

R: «Di storie ce ne sono molte. Ma<br />

certo quella della mucca Tina la<br />

porto ancora con me, insieme ad<br />

un senso di colpa e di impotenza.<br />

A giugno 2015 siamo stati contattati<br />

da un allevatore di Suzzara, in provincia<br />

di Mantova. Costui – probabilmente<br />

non avendo ben capito con chi<br />

stesse parlando – ci chiedeva aiuto<br />

per regolarizzare otto bovini privi di<br />

marche. La sua storia era questa: a<br />

dicembre aveva preso in affitto la<br />

stalla di un suo vicino, strangolato<br />

dai debiti. E con la stalla aveva preso<br />

possesso anche degli animali lì<br />

rinchiusi. Quando vi si era recato la<br />

prima volta, aveva trovato decine di<br />

cadaveri di mucche. Erano mucche a<br />

fine carriera, non più produttive, che il<br />

loro padrone aveva lasciato nei mesi<br />

morire di fame, nascondendone poi i<br />

cadaveri nei campi circostanti. Ad alcune<br />

aveva tolto le marche auricolari<br />

di riconoscimento, per utilizzarle sulle<br />

vitelle più giovani. Il “nostro” aveva<br />

quindi contattato carabinieri ed ASL,<br />

quella stessa ASL che avrebbe dovuto,<br />

nei mesi, controllare e accorgersi<br />

di quel che stava accadendo. E che<br />

invece nulla aveva visto.<br />

La stalla venne posta sotto sequestro<br />

amministrativo (si parla di<br />

reati ambientali, ma non di maltrattamento<br />

animale), e con essa<br />

gli animali superstiti. Tra questi, un<br />

gruppetto di otto mucche, appunto<br />

prive di marche o con marche appartenenti<br />

a mucche già morte.<br />

In base alla legge, essendo gli animali<br />

non tracciabili (quindi di provenienza<br />

non verificabile e perciò probabili<br />

veicoli di zoonosi pericolose per<br />

la salute umana – come ad esempio<br />

la BSE), venne per esse emesso verdetto<br />

di immediato abbattimento<br />

con distruzione dei corpi.<br />

Per due mesi abbiamo trattato con<br />

la ASL, con il magistrato e con l’allevatore<br />

affinché le mucche avessero<br />

salva la vita e venissero cedute a noi,<br />

senza ovviamente alcun compenso<br />

economico. Ci siamo riusciti ma<br />

nel frattempo, si era a metà agosto,<br />

veniamo informati che due mucche<br />

sono finite “a terra”, essendo il loro<br />

corpo troppo sfruttato e debilitato, e<br />

che una delle due è morta.<br />

Riusciamo ad ottenere il permesso<br />

di entrare nella stalla. Era il 21<br />

agosto, fuori l’aria era calda, la luce<br />

accecante. Quando sono entrata mi<br />

28 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


sono venuti i brividi. Nella penombra<br />

ho individuato Tina: uno scheletro.<br />

Se ne stava lì, sulla terra battuta,<br />

tra le sue feci. Le ossa sembravano<br />

bucare la sua povera pelle. Dietro di<br />

lei stava una vitellina piccola e magra,<br />

figlia di una delle otto mucche.<br />

Come tutti i figli di mucche da latte<br />

era stata separata dalla propria<br />

madre e nutrita a succedanei. Se ne<br />

stava lì, gli occhi grandi e tristi, a<br />

guardare Tina morire lentamente.<br />

Si trattava di animali sequestrati,<br />

considerati talmente pericolosi per<br />

l’uomo da essere in origine destinati<br />

ad essere abbattuti e inceneriti. Eppure<br />

mai, nei due mesi trascorsi, un<br />

veterinario si era degnato di controllare<br />

la loro condizione, o assicurarsi<br />

che non venissero munte e il loro<br />

latte venduto.<br />

Da quel giorno abbiamo organizzato<br />

turni di volontari per portare cibo alla<br />

stalla. Per Tina però siamo arrivati<br />

troppo tardi: è morta due giorni dopo,<br />

nell’indifferenza dei suoi proprietari<br />

ma anche di coloro che avrebbero<br />

dovuto garantirle un minimo di “benessere”.<br />

Stessa fine, probabilmente,<br />

avrebbero fatto anche se sue compagne,<br />

se non fossimo intervenuti noi. Invece<br />

per loro, il 30 settembre, si sono<br />

aperte le porte dell’allevamento ed è<br />

iniziata una nuova vita.<br />

(Di Tina si parla qui: http://www.<br />

animaliliberi.org/site/otto-muccheda-salvare-2/<br />

e sul sito si trova tutta<br />

la storia di queste mucche, e anche<br />

di altri casi di sequestro di cui ci siamo<br />

occupati).<br />

Quando vado a trovare le mucche<br />

libere, o le guardo nei filmati e nelle<br />

foto bearsi dei prati e del sole,<br />

non posso non pensare a Tina, alla<br />

sua tragica fine, agli occhi tristi di<br />

quella vitellina alle sue spalle, al<br />

fatto che questo accade quotidianamente,<br />

ovunque.<br />

Per noi è importantissimo che la<br />

Rete cresca, ed è importantissimo<br />

avere il sostegno di associazioni ed<br />

attivisti. Siamo fermamente convinti<br />

che i santuari debbano essere al<br />

centro del movimento di liberazione<br />

animale. Proprio per il loro fondamentale<br />

ruolo di incontro, conoscenza<br />

ed informazione. Diffondere<br />

il nostro sito (www.animaliliberi.org),<br />

le nostre attività, invitarci ad eventi<br />

e festival, organizzare benefit e serate<br />

di presentazione. Tutto questo<br />

è di importanza basilare. Quindi<br />

grazie per la possibilità dataci di<br />

parlare di noi sul vostro magazine.»<br />

Ciò che emerge dalle parole di<br />

chi ogni giorno vive questa realtà<br />

è davvero un forte entusiasmo,<br />

ma soprattutto la voglia di perseguire<br />

un progetto importante,<br />

che davvero possa in qualche<br />

modo cambiare le condizioni di<br />

vita di questi animali.<br />

La storia della mucca Tina (che a<br />

me personalmente ha commosso<br />

in maniera particolare) è emblematica<br />

di quanto sta accadendo<br />

sotto i nostri occhi, anche se si fa<br />

di tutto per non vedere. Un grazie<br />

di cuore alla Rete dei Santuari<br />

di Animali Liberi per quello che<br />

fa, ma soprattutto per come lo fa.<br />

E voglio concludere con un pensiero<br />

del filosofo Leonardo Caffo,<br />

che nel suo libro “Il maiale non fa<br />

la rivoluzione. Manifesto per un antispecismo<br />

debole” afferma: «ogni<br />

specie […] è un enorme contenitore<br />

di vite in grado di stupire per<br />

l’immensa gamma di qualità uniche<br />

che caratterizza ogni singola specie<br />

rispetto alle altre». Ecco: imparare<br />

a riconoscere la diversità, a non<br />

temerla, ma a rispettarla, questo<br />

è il vero punto di svolta che l’uomo<br />

è oggi chiamato a compiere.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 29


IL FUTURO...<br />

È ANCORA INTERNET<br />

di Chiara Gonfiantini<br />

e Giorgia Marchetti<br />

I<br />

nternet nasce negli anni<br />

sessanta, per scopi di<br />

difesa e controspionaggio,<br />

su iniziativa degli<br />

Stati Uniti che fanno progettare<br />

una rete militare finalizzata allo<br />

scambio delle informazioni, in grado<br />

di mettere in comunicazione<br />

sistemi diversi e distanti tra loro.<br />

La rete inizialmente prende il<br />

nome di Arpanet e il suo aspetto<br />

più rilevante è il modo con cui<br />

un computer può comunicare<br />

con un altro computer attraverso<br />

il protocollo IP. L’Italia è il terzo<br />

paese in Europa a connettersi alla<br />

rete, subito dopo Norvegia e<br />

Inghilterra. La prima connessione<br />

avviene il 30 Aprile 1986 dall’Uni-<br />

versità di Pisa, alle 18 circa.<br />

La rete resta comunque di proprietà<br />

statale, utilizzata al massimo<br />

per fini scientifici, fino al 1991,<br />

quando il governo degli Stati<br />

Uniti emana la “High performance<br />

computing act”, una legge che<br />

prevede la possibilità di estendere<br />

ad usi privati la rete, che ha nel<br />

frattempo mutato il suo nome<br />

in Internet. In quello stesso anno<br />

Bernes-Lee definisce il protocollo<br />

HTTP, dando origine al World<br />

Wide Web, che consente di “navigare”,<br />

o meglio di consultare in<br />

maniera semplice e immediata i<br />

documenti e le informazioni presenti<br />

in rete. E’ il 6 Agosto 1991<br />

quando il primo sito web vede la<br />

luce presso il CERN di Ginevra. Il<br />

30 Aprile 1993 il CERN ne rende<br />

pubblica la tecnologia e Internet<br />

comincia a crescere in modo<br />

esponenziale, facendo leva sulle<br />

funzionalità offerte, la sua efficienza<br />

e la sua facilità di utilizzo.<br />

In pochi anni riuscirà a cambiare<br />

la società, trasformando il modo<br />

di lavorare, di scambiare informazioni<br />

e di comunicare.<br />

Nel 1993 nasce il primo browser,<br />

Mosaic, simile per certi aspetti a<br />

quelli attuali; nel 1994 vede la luce<br />

Yahoo!, il primo motore di ricerca.<br />

Dal 1995 Internet si apre completamente<br />

al pubblico, gli accessi si<br />

moltiplicano, fino a giungere al boom<br />

degli anni 2000, con centinaia<br />

30 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


di milioni di computer connessi. In<br />

parallelo, naturalmente, si osserva<br />

la diffusione dei PC, l’aumento di<br />

contenuti e servizi offerti dal web<br />

e un aumento sempre maggiore<br />

della velocità di trasferimento dei<br />

dati tramite la rete.<br />

L’analista Mary Meeker ha fatto<br />

anche quest’anno un’analisi sullo<br />

stato di Internet. Nelle 217 pagine<br />

del suo rapporto ha spiegato come<br />

è cambiato e si è evoluto l’uso<br />

della rete nel mondo: ad oggi sono<br />

3 miliardi gli utenti attivi online<br />

(circa il 40% della popolazione<br />

mondiale); il maggior incremento<br />

si registra in Asia, dove l’India registra<br />

circa il 40% di crescita anno<br />

su anno, arrivando così a collocarsi<br />

dietro la Cina e davanti agli<br />

Stati Uniti.<br />

E’ evidente come l’uso sempre<br />

più frequente degli smartphone<br />

abbia influenzato l’approccio degli<br />

utenti a Internet, che oggi avviene<br />

principalmente tramite dispositivi<br />

mobili. Un cambiamento non da<br />

poco, che ricorda quanto oggi sia<br />

fondamentale che i siti web siano<br />

fruibili anche da smartphone<br />

e tablet.<br />

Il settore della pubblicità è in<br />

crescita, in particolare per quel<br />

che riguarda il settore mobile,<br />

che rappresenta i due terzi della<br />

crescita della pubblicità sul web;<br />

e basti pensare che solo gli Stati<br />

Uniti hanno già investito 20 miliardi<br />

di dollari in questo campo.<br />

Eppure i video pubblicitari, che<br />

spesso vengono imposti prima<br />

della fruizione di un contenuto,<br />

vengono ritenuti fastidiosi dal<br />

62% degli utenti intervistati, tanto<br />

che più di 200 milioni di utenti ha<br />

deciso di installare sul proprio dispositivo<br />

applicazioni in grado di<br />

bloccare i contenuti pubblicitari.<br />

Cambia anche la comunicazione<br />

tra i giovani tra i 20 e i 30 anni,<br />

che preferiscono i messaggi<br />

di testo e le relative applicazioni<br />

rispetto al contatto diretto,<br />

sia per comunicare con i coetanei<br />

che con aziende e negozi. Il<br />

<strong>2016</strong> è sicuramente l’anno delle<br />

applicazioni di messaggistica, con<br />

Whatsapp in testa, che al momento<br />

conta 1 miliardo di utenti,<br />

seguita da Facebook Messenger e<br />

WeChat<br />

Da sottolineare inoltre che le applicazioni<br />

a riconoscimento vocale<br />

vengono utilizzate sempre di<br />

più rispetto ai sistemi basati sulla<br />

digitazione; il 65% degli utenti le<br />

preferisce per cercare informazioni<br />

o per effettuare altre operazioni.<br />

In crescita, anche se in maniera<br />

meno evidente, il settore delle<br />

vendite on-line, che attualmente<br />

vale il 10% di tutte le vendite globali.<br />

Un dato esplicativo riguarda<br />

la Cina, dove il 31% degli utenti fa<br />

acquisti negli e-commerce tramite<br />

WeChat.<br />

Sempre in crescita, ma non ci sorprende,<br />

i due colossi dell’economia<br />

on-line Google e Facebook.<br />

Se fino a qualche anno fa i video<br />

venivano visti attraverso YouTube<br />

e Vimeo, adesso a questi si<br />

affiancano Facebook, Periscope e<br />

Snapchat. Facebook, nello specifico,<br />

ha deciso di mettere maggiormente<br />

in evidenza i video caricati<br />

direttamente sulla propria piattaforma<br />

rispetto a quelli condivisi<br />

attraverso YouTube o altri social.<br />

Ancor oggi, quindi, Internet rappresenta<br />

il futuro, anzi oggi più<br />

che mai è in grado di evolversi<br />

e di sorprenderci, di rendere più<br />

veloce e semplice la comunicazione<br />

con gli altri, di aiutarci nelle<br />

operazioni che siamo costretti<br />

a svolgere nella nostra routine<br />

quotidiana… e nonostante metta<br />

a repentaglio la nostra privacy,<br />

difficilmente potremmo riuscire a<br />

farne a meno.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 31


MOSTRE ALL’ORIZZONTE<br />

a cura di Fabrizio Capra<br />

Questa rubrica non vuol essere una semplice elencazione di mostre in corso,<br />

ma una serie di consigli. Trattandosi di suggerimenti, non vogliamo appesantire<br />

le segnalazioni, pertanto per le informazioni sulle singole mostre (orari,<br />

biglietti, ecc.) vi rimandiamo ai link che riportiamo. La rubrica viene aggiornata<br />

ogni mese.<br />

MILANO<br />

Palazzo Reale<br />

(Piazza del Duomo 12)<br />

Escher<br />

dal 29 luglio <strong>2016</strong> all’8 gennaio<br />

2017<br />

Partendo da suggestioni ancora<br />

di gusto Liberty, e senza tralasciare<br />

le importanti influenze dell’arte<br />

dell’amata Italia, Escher riuscì<br />

a elaborare un gusto figurativo<br />

assolutamente personale combinato<br />

con una sapienza grafica e<br />

tecnica di altissimo livello, che lo<br />

ha portato ad essere uno degli<br />

artisti più ammirati del Novecento.<br />

Forme impossibili, prospettive<br />

infinite, animali geometrizzati,<br />

spazi irreali affollano le composi-<br />

zioni di Escher, animate dal senso<br />

grafico non meno che dagli studi<br />

matematici e geometrici, creando<br />

opere geniali, poliedriche, divertenti<br />

e curiose.<br />

La mostra risulta essere un’ottima<br />

occasione per penetrare<br />

il mondo giocoso e complesso,<br />

simpatico e unico del grande artista,<br />

che con xilografie, litografie,<br />

disegni e acquarelli sonda al contempo<br />

spazi matematici e visioni<br />

artistiche.<br />

Emilio Isgrò<br />

fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />

Con una grande antologica Milano<br />

rende omaggio a Emilio Isgrò,<br />

artista concettuale e pittore ma<br />

anche poeta, scrittore, drammaturgo<br />

e regista: uno dei nomi<br />

dell’arte italiana più conosciuti a<br />

livello internazionale. Con le sue<br />

“cancellature” di testi, applicate<br />

su enciclopedie, manoscritti, libri,<br />

mappe e pellicole cinematografiche,<br />

Isgrò ha reinterpretato la<br />

parola tramutandola in linguaggio<br />

visuale.<br />

Mudec (via Tortona 56)<br />

www.mudec.it<br />

Joan Mirò. La forza della materia<br />

dal 25 marzo all’11 settembre <strong>2016</strong><br />

La mostra ripercorre l’intera produzione<br />

dell’artista catalano, divenuto<br />

famoso a livello mondiale<br />

per la leggerezza visiva delle sue<br />

opere, unita ad una profondità<br />

poetica di grande originalità.<br />

32 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


L’arte di Joan Mirò , sognante e<br />

quasi infantile all’apparenza, si lega<br />

in realtà con tutta una serie<br />

di suggestione diverse dell’arte<br />

del Novecento, fondendosi con<br />

quelle correnti d’avanguardia con<br />

cui Mirò era entrato in contatto<br />

dopo il suo trasferimento a Parigi.<br />

Gallerie d’Italia<br />

(piazza della Scala, 6)<br />

http://www.gallerieditalia.com/<br />

La bellezza ritrovata: Caravaggio,<br />

Rubens, Perugino, Lotto e<br />

altri 140 capolavori restaurati<br />

fino al 17 luglio <strong>2016</strong><br />

La mostra espone oltre 140 capolavori<br />

riportati al loro originario<br />

splendore dopo un’importante<br />

opera di restauro curata da Intesa<br />

San Paolo, e si profila come un<br />

vero e proprio viaggio nel tempo<br />

e nello spazio per ripercorrere<br />

l’evoluzione e le conquiste dell’arte,<br />

fornendo anche al visitatore<br />

una sempre utile riflessione sulla<br />

deperibilità e sulla fragilità del nostro<br />

patrimonio artistico e sulla<br />

conseguente necessità di una sua<br />

costante tutela e valorizzazione.<br />

Museo Diocesano<br />

(corso di Porta Ticinese 95)<br />

www.museodiocesano.it<br />

Antonio da Fabriano. La Madonna<br />

della Misericordia<br />

fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />

Per tutta la durata del Giubileo<br />

straordinario della Misericordia,<br />

voluto da papa Francesco, il Museo<br />

Diocesano ospita la Madonna della<br />

Misericordia di Antonio da Fabriano.<br />

Il dipinto, un olio e tempera su<br />

tavola, realizzato da maestro marchigiano<br />

intorno al 1470, è stato recentemente<br />

oggetto di un accurato<br />

intervento condotto dallo Studio di<br />

restauro Carlotta Beccaria & C.<br />

Pirelli Hangar Bicocca<br />

(via Chiese 2)<br />

www.hangarbicocca.org<br />

Carsten Höller. Doubt<br />

dal 7 aprile al 31 luglio <strong>2016</strong><br />

Laureato in Agronomia, Carsten<br />

Höller (1961, Bruxelles) si è spesso<br />

ispirato a ricerche e a sperimentazioni<br />

di ambito scientifico<br />

per esplorare e trasformare lo<br />

spazio espositivo, attraverso installazioni<br />

e sculture che sfidano<br />

la percezione dello spettatore e<br />

che mettono in discussione l’idea<br />

stessa di arte.<br />

“Doubt” presenta una ricca selezione<br />

di opere storiche e di<br />

nuove produzioni che alterano<br />

le sensazioni fisiche e psicologiche<br />

del pubblico e che scardinano<br />

le certezze del mondo che li<br />

circonda.<br />

Nella foto:<br />

Caravaggio, Cavaliere di Malta.<br />

Mostra alle Gallerie d’Italia, Milano.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 33


TORINO<br />

Palazzo Madama<br />

(Piazza Castello)<br />

http://www.palazzomadamatorino.it/<br />

Marilyn Monroe. La donna oltre<br />

il mito<br />

fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />

Palazzo Madama dedica a Marilyn<br />

una grande mostra che<br />

documenta la vita della celebre<br />

attrice attraverso l’esposizione<br />

di150 oggetti personali,<br />

molti dei quali provenienti dalla<br />

sua casa di 5th Helena Drive in<br />

Brentwood, California, lasciati<br />

al suo maestro di recitazione<br />

e mentore Lee Strasberg.<br />

Vestiti, accessori, oggetti personali,<br />

articoli di bellezza, documenti,<br />

lettere, appunti su quaderni,<br />

contratti cinematografici,<br />

oggetti di scena e spezzoni di<br />

film. E le meravigliose fotografie<br />

della diva, quelle inedite e originali<br />

della stampa del tempo, e<br />

quelle scattate dai leggendari fotografi<br />

di Marilyn Monroe - Mil-<br />

ton Greene, Alfred Eisenstaedt,<br />

George Barris e Bernt Stern -<br />

che la ritrasse poco prima della<br />

morte in un famoso servizio per<br />

Vogue.<br />

Museo Egizio<br />

(via Accademia delle Scienze, 6)<br />

www.museoegizio.it<br />

Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto<br />

nel mondo Romano<br />

fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />

Dall’Egitto faraonico all’Italia Romana:<br />

un viaggio che ha come<br />

sfondo il Mediterraneo e come<br />

protagonisti oggetti e immagini<br />

che dalle rive del Nilo hanno toccato<br />

nuove terre, incontrato culture<br />

diverse e sono giunti sino a noi.<br />

Partendo da Alessandria d’Egitto,<br />

passando dalla greca Delo e approdando<br />

a Pozzuoli, in Campania,<br />

seguiamo l’evoluzione di culti e<br />

motivi iconografici egizi. Il percorso<br />

espositivo si sofferma in particolare<br />

sui siti campani di Pozzuoli, Cuma<br />

e Benevento, con un approfondimento<br />

su Pompei e Ercolano.<br />

Museo Accorsi-Ometto (via Po, 55)<br />

Pinacoteca Accademia Albertina<br />

(via Accademia Albertina, 6)<br />

www.fondazioneaccorsi-ometto.it/<br />

http://www.accademialbertina.torino.it/<br />

Andrea Gastaldi. Le opere e i<br />

giorni<br />

fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />

La mostra, curata da Giovanni<br />

Cordero, intende esplorare l’arte<br />

e la pittura di Andrea Gastaldi,<br />

attraverso un percorso espositivo<br />

che valorizzi il suo gusto artistico<br />

fatto di virtuosismo, bello ideale e<br />

indagine naturalistica sulla realtà.<br />

Si tratta della prima esposizione<br />

di un ciclo, intitolato “I Maestri<br />

dell’Accademia Albertina”, dedicato<br />

ai più significativi docenti della<br />

prestigiosa Accademia torinese e<br />

che si svilupperà in contemporanea<br />

nelle sale espositive della Pinacoteca<br />

Albertina e del Museo<br />

Accorsi-Ometto. Per circa 30 anni<br />

insegnante di pittura presso l’Ac-<br />

Foto sopra:<br />

Marilyn Monroe.<br />

Mostra a Palazzo Madama, Torino.<br />

34 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


cademia Albertina, Andrea Gastaldi<br />

(1826-1889) aggiornò con<br />

un’impronta cosmopolita l’arte<br />

italiana attraverso prolungati soggiorni<br />

di studio (tra cui una decina<br />

d’anni trascorsi a Parigi), inserendo<br />

quei nuovi stilemi estetici, prima<br />

romantici poi realisti, che venivano<br />

ad affermarsi in tutta Europa<br />

VENARIA REALE (TO)<br />

Reggia di Venaria<br />

(Piazza della Repubblica, 4)<br />

www.lavenaria.it<br />

Il mondo di Steve McCurry<br />

dal 2 aprile al 2 ottobre <strong>2016</strong><br />

Steve McCurry è uno dei più grandi<br />

maestri della fotografia contemporanea,<br />

punto di riferimento per<br />

un larghissimo pubblico, soprattutto<br />

di giovani, che nelle sue fotografie<br />

riconoscono un modo di<br />

guardare il nostro tempo e, in un<br />

certo senso, “si riconoscono”.<br />

In ogni scatto di Steve McCurry è<br />

racchiuso un complesso universo<br />

di esperienze e di emozioni, molte<br />

delle sue immagini, a partire dal<br />

ritratto di Sharbat Gula, sono diventate<br />

delle vere e proprie icone,<br />

conosciute in tutto il mondo.<br />

La mostra comprende circa 250<br />

tra le fotografie più famose, scattate<br />

nel corso della sua trentennale<br />

carriera, ma anche alcuni dei<br />

suoi lavori più recenti e altre foto<br />

non ancora pubblicate nei suoi<br />

numerosi libri. Il percorso espositivo<br />

propone un lungo viaggio<br />

nel mondo di<br />

M c C u r r y ,<br />

dall’Afganistan<br />

all’India, dal<br />

Sudest asiatico<br />

all’Africa,<br />

da Cuba agli<br />

Stati Uniti, dal<br />

Brasile all’Italia,<br />

attraverso<br />

il suo vasto e<br />

affascinante<br />

repertorio di<br />

immagini.<br />

GENOVA<br />

P a l a z z o<br />

Ducale<br />

(piazza Matteotti<br />

9)<br />

www.palazzoducale.genova.it<br />

Alfons Mucha e le atmosfere<br />

art nouveau<br />

fino al 18 settembre <strong>2016</strong><br />

Il nucleo principale della mostra<br />

è costituito da 120 opere<br />

tra affiches e pannelli decorativi<br />

di Alfons Mucha (1860-1939),<br />

provenienti dalla Richard Fuxa<br />

Foundation. L’artista ceco è stato<br />

uno dei più significativi interpreti<br />

dell’Art Nouveau, divenendo<br />

ben presto il “promotore” di un<br />

nuovo linguaggio comunicativo,<br />

di un’arte visiva innovativa e potente:<br />

le immagini femminili dei<br />

suoi manifesti erano molto diffuse<br />

e popolari in tutti i campi della<br />

società del suo tempo e ancora<br />

oggi si può facilmente individuare<br />

la sua inconfondibile cifra stilistica,<br />

che lo ha reso eterno simbolo<br />

dell’Art Nouveau<br />

BARD (AO)<br />

Forte di Bard<br />

www.fortedibard.it<br />

Elliot Erwitt. Retrospective<br />

dall’11 giugno al 13 novembre <strong>2016</strong><br />

La mostra è realizzata in collaborazione<br />

con Magnum Photos Paris,<br />

dedicata all’immensa opera fotografica<br />

di Elliott Erwitt, uno dei<br />

più importanti fotografi del nostro<br />

tempo, nato a Parigi nel 1928, cresciuto<br />

in Italia e vissuto negli Stati<br />

Uniti. Le immagini sono state selezionate<br />

fra le più significative e ico-<br />

Foto a sinistra:<br />

Afghan mujahideen,<br />

foto di Steve McCurry.<br />

Mostraalla Reggia di Venaria, Torino.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 35


niche della sua immensa produzione<br />

e coprono un arco temporale<br />

che va dal 1948 al 2005.<br />

Marc Chagall. La vie<br />

dal 25 giugno al 13 novembre <strong>2016</strong><br />

La proposta culturale estiva del<br />

Forte culminerà con la mostra<br />

dedicata alla vocazione poetica<br />

del grande artista russo. Il<br />

percorso espositivo prende il<br />

nome e ruota intorno all’opera<br />

La vie, eccezionalmente concessa<br />

in prestito dalla Fondation<br />

Marguerite et Aimé Maeght di<br />

Saint-Paul-de-Vence, che ha partecipato<br />

all’organizzazione della<br />

mostra insieme al Museo Picasso<br />

di Münster e il Comitato<br />

Chagall di Parigi. Questo imponente<br />

olio su tela, realizzato nel<br />

1964, riunisce in sé la maggior<br />

parte dei temi che caratterizzano<br />

la produzione artistica di<br />

Chagall. La mostra propone ai<br />

visitatori una scelta di dipinti,<br />

acquerelli, gouaches, litografie,<br />

ceramiche, tappezzerie, oltre a<br />

un approccio sensoriale legato<br />

Foto sopra:<br />

Mario Schifano, Corpo in moto e in<br />

equilibrio, 1963 (trittico). Acrilici su tela.<br />

© Mario Schifano, by SIAE <strong>2016</strong><br />

al piacere delle forme, dei colori<br />

e della poesia, con l’obiettivo di<br />

avvicinare il pubblico alla visione<br />

artistica di Chagall, quella di un<br />

universo riconciliato grazie alla<br />

vita, all’amore e all’arte.<br />

VENEZIA<br />

Museo Correr<br />

(San Marco 52)<br />

www.correr.visitmuve.it<br />

Ippolito Caffi 1809-1866. Tra<br />

Venezie e l’Oriente<br />

fino all’8 gennaio 2017<br />

A 150 anni dalla morte del grande<br />

artista bellunese, la Fondazione<br />

Musei Civici di Venezia espone per<br />

la prima volta l’intero corpus di dipinti<br />

di Ippolito Caffi, il più innovativo<br />

e originale vedutista dell’Ottocento<br />

italiano. Al Museo Correr<br />

è possibile visitare la più completa<br />

raccolta del percorso artistico<br />

di un pittore del XIX secolo, che<br />

fu viaggiatore instancabile per inquietudine<br />

personale e desiderio<br />

di conoscenza.<br />

Palazzo Mocenigo<br />

(Santa Croce 1992)<br />

http://mocenigo.visitmuve.it/<br />

Dialoghi inediti tra Vetro e<br />

Profumo<br />

fino al 25 settembre<br />

<strong>2016</strong><br />

Il museo di Palazzo<br />

Mocenigo – Centro<br />

Studi di Storia del Tessuto<br />

e del Costume,<br />

che racchiude nel<br />

suo itinerario espositivo<br />

un originale e<br />

ricercato percorso dedicato al<br />

profumo e alle essenze, è il fulcro<br />

di un progetto inedito e sfaccettato<br />

sulla storia delle manifatture<br />

del vetro e del profumo, oggi più<br />

che mai prodotti artistici che assurgono<br />

a matrici identitarie di<br />

Venezia. Una decina di pezzi unici<br />

da collezione, creati dai maestri<br />

vetrai e designers del vetro,<br />

“dialogheranno” con altrettante<br />

fragranze esclusive create ad hoc<br />

dai maestri profumieri di Mavive,<br />

in un’affascinante esposizione che<br />

racconterà quell’intensa relazione<br />

che ha legato attraverso i secoli le<br />

eccellenze artigianali e artistiche<br />

del vetro di Murano e del profumo<br />

a Venezia.<br />

Peggy Guggenheim Museum<br />

(Dorsoduro 704)<br />

http://www.guggenheim-venice.it/<br />

IMAGINE. Nuove immagini<br />

nell’arte italiana 1960-1969<br />

fino al 19 settembre <strong>2016</strong><br />

Un’inedita quanto originale lettura<br />

dell’arte italiana attraverso gli<br />

anni ’60, che intende analizzare<br />

la nascita della nuova immagine.<br />

Nell’Italia dei primi anni sessanta,<br />

al culmine del miracolo economico,<br />

le sperimentazioni artistiche<br />

si susseguono, si mescolano e si<br />

36 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


intrecciano con rapidità e intensità<br />

straordinarie. Proprio alla ricchezza<br />

propositiva ed eterogenea<br />

di questo decennio è dedicata<br />

questa mostra, che si offre come<br />

una possibile lettura della varietà<br />

degli aspetti di quella vitalità<br />

creativa. È infatti il tema dell’immagine<br />

il fil rouge di un percorso<br />

che si snoda attraverso sguardi e<br />

prospettive originali e che, prendendo<br />

avvio dal superamento del<br />

monocromo, analizza la nascita di<br />

un nuovo linguaggio rappresentativo<br />

di un momento meno noto e<br />

approfondito dell’arte italiana.<br />

Casa dei tre oci<br />

(Dorsoduro, 3488/U)<br />

www.treoci.org<br />

Helmut Newton. Fotografie<br />

(White women/Sleepless<br />

nights/Big Nudes)<br />

dal 7 aprile al 7 agosto <strong>2016</strong><br />

L’esposizione, curata da<br />

Matthias Harder e Denis<br />

Curti, organizzata da Civita<br />

Tre Venezie in collaborazione<br />

con la Helmut Newton<br />

Foundation, è frutto di un<br />

progetto, nato nel 2011 per<br />

volontà di June Newton, vedova<br />

del grande fotografo.<br />

La rassegna raccoglie le<br />

immagini di White Women,<br />

Sleepless Nights e Big Nudes,<br />

i primi tre libri di Newton<br />

pubblicati alla fine degli anni<br />

‘70, volumi oggi considerati<br />

leggendari e gli unici curati<br />

dallo stesso Newton.<br />

Nel selezionare le fotografie<br />

Newton mette in sequenza,<br />

l’uno accanto all’altro, gli scatti<br />

compiuti per committenza con<br />

quelli realizzati liberamente per<br />

se stesso, costruendo una narrazione<br />

in cui la ricerca dello stile, la<br />

scoperta del gesto elegante sottendono<br />

l’esistenza di una realtà<br />

ulteriore, di una vicenda che sta<br />

allo spettatore interpretare.<br />

Palazzo Fortuny<br />

(Campo S. Beneto, 3780)<br />

http://fortuny.visitmuve.it/<br />

Quand fondra la neige, où ira<br />

le blanc. Collezionismo Contemporaneo<br />

a Palazzo Fortuny<br />

fino al 10 ottobre <strong>2016</strong><br />

Un tema di grande attualità, che vede<br />

come primo protagonista Enea<br />

Righi, imprenditore bolognese che<br />

in trent’anni – guidato dalla volontà<br />

di sostenere la produzione artistica<br />

– ha plasmato una delle più importanti<br />

collezioni d’arte contemporanea<br />

presenti nel nostro paese. Eric<br />

Mézil e Lorenzo Paini, curatori della<br />

mostra, hanno selezionato un nucleo<br />

di opere della collezione Righi<br />

partendo dalle specificità degli spazi<br />

e dalla storia di Palazzo Fortuny,<br />

definendo alcuni dei temi più signi-<br />

Helmut Newton, Autoritratto<br />

con moglie e modelle, Parigi 1981<br />

Mostra alla Casa dei Tre Oci, Venezia.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 37


A sinistra:<br />

Vasilij Kandinskij, Curva dominante, 1936<br />

Mostra a Palazzo Strozzi, Firenze.<br />

ficativi tra quelli che s’intrecciano<br />

nella collezione.<br />

BASSANO DEL GRAPPA (VI)<br />

Museo Civico<br />

(piazza Garibaldi, 34)<br />

www.comune.bassano.vi.it<br />

Il magnifico guerriero<br />

fino al 19 gennaio 2017<br />

Di ritratti di Jacopo Bassano se ne<br />

conoscono pochi, tutti molto belli.<br />

“Il Magnifico Guerriero”, o più esattamente<br />

“Il ritratto di uomo in armi”<br />

rappresenta un affascinate nobiluomo<br />

dalla fulva, curatissima barba.<br />

Non un giovane ma un uomo<br />

maturo, certo aduso al comando<br />

ma soprattutto ad una vita raffinata<br />

lontano dai campi di battaglia.<br />

Indossa una preziosa corazza alla<br />

moda dell’epoca, che lo costringe,<br />

ma che non riesce ad ingabbiare<br />

la sua grazia e la sua flessibilità. Le<br />

lunghe dita, curate e perfette, non<br />

sembrano le più adatte a menar<br />

fendenti, così come il suo spadino<br />

di ferro e oro sembra più da parata<br />

che da battaglia.<br />

FIRENZE<br />

Palazzo Strozzi<br />

(piazza degli Strozzi)<br />

www.palazzostrozzi.org<br />

Da Kandinsky a Pollock. La<br />

grande arte dei Guggenheim<br />

dal 19 marzo al 24 luglio <strong>2016</strong><br />

Dedicare una mostra alle collezioni<br />

Guggenheim significa raccontare<br />

a ritmo serrato la nascita<br />

delle neoavanguardie del secondo<br />

dopoguerra in un fitto e costante<br />

dialogo tra artisti europei e americani.<br />

Realizzare questa straordinaria<br />

mostra a Firenze significa anche<br />

celebrare un legame speciale che<br />

riporta indietro nel tempo. Un<br />

eccezionale confronto tra opere<br />

fondamentali di maestri europei<br />

dell’arte moderna come Marcel<br />

Duchamp, Max Ernst, Man Ray<br />

e dei cosiddetti informali europei<br />

come Alberto Burri, Emilio Vedova,<br />

Jean Dubuffet, Lucio Fontana,<br />

insieme a grandi dipinti e sculture<br />

di alcune delle maggiori personalità<br />

dell’arte americana degli anni<br />

cinquanta e sessanta come Jackson<br />

Pollock, Mark Rothko, Willem de<br />

Kooning, Alexander Calder, Roy<br />

Lichtenstein, Cy Twombly.<br />

38 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


FAENZA (RA)<br />

MIC Museo Internazionale<br />

delle Ceramiche<br />

(viale Beccarini, 19)<br />

http://www.micfaenza.org/<br />

Stili di vita europei attraverso<br />

la ceramica. Dal Barocco ai<br />

giorni nostri<br />

dal 23 aprile all’11 settembre <strong>2016</strong><br />

Un’esplorazione della ceramica<br />

nel tempo, nei diversi contesti<br />

geografici storici e culturali, che<br />

evidenzia le grandi possibilità<br />

offerte dalla ceramica e i risultati<br />

da essa raggiunti in Europa.<br />

La mostra si prefigge obiettivi<br />

fondamentali: raccontare una<br />

storia di popoli e culture, attrarre<br />

l’attenzione di un pubblico<br />

sempre più vasto sulle tematiche<br />

della ceramica e offrire<br />

alla produzione attuale nuovi<br />

stimoli creativi.<br />

PERUGIA<br />

Palazzo Lippi Assandri<br />

(corso Vannucci, 39)<br />

www.fondazionecariperugiaarte.it/<br />

I Tesori della Fondazione Cassa<br />

di Risparmio di Perugia e il caravaggismo<br />

nelle collezioni di<br />

Perugia<br />

fino al 20 novembre <strong>2016</strong><br />

Si tratta di oltre 50 dipinti di grande<br />

rilievo, rappresentativi non so-<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 39


lo delle esperienze artistiche che<br />

si affermano in Umbria nell’arco di<br />

quattro secoli, dal Trecento al Settecento,<br />

ma anche di altri aspetti<br />

della cultura figurativa italiana dal<br />

Rinascimento al Barocco.<br />

ROMA<br />

Ara Pacis<br />

(Lungotevere in Augusta, ang. via Tomacelli)<br />

http://www.arapacis.it<br />

Domon Ken<br />

dal 27 maggio al 18 settembre <strong>2016</strong><br />

Monografica dedicata a uno dei<br />

fotografi più importanti della<br />

storia della fotografia moderna<br />

giapponese, che espone per la<br />

prima volta fuori dai confini del<br />

Giappone. Domon Ken (1909-<br />

1990) è considerato il maestro<br />

del realismo. In mostra circa 150<br />

fotografie, in bianco e nero e a<br />

colori, realizzate tra gli anni Venti<br />

e gli anni Settanta del ‘900, che<br />

raccontano il percorso di ricerca<br />

verso il realismo sociale.<br />

mante di ricchissime raccolte di<br />

grandi mecenati dell’epoca, personaggi<br />

di straordinario interesse,<br />

accomunati dalla passione per<br />

la pittura, imprenditori e uomini<br />

d’affari innamorati della bellezza,<br />

senza i quali oggi non avremmo<br />

potuto ammirare questi capolavori.<br />

Talvolta donate dagli autori<br />

stessi e più spesso acquistate per<br />

sostenere gli amici pittori in difficili<br />

momenti, queste opere - in<br />

grado di assecondare il piacere<br />

estetico e arricchire le più grandi<br />

quadrerie - sono diventate capolavori<br />

ricercati anche dai grandi<br />

intenditori d’arte dei nostri giorni.<br />

Santa Maria Antiqua<br />

(Foro Romano)<br />

www.archeoroma.beniculturali.it<br />

Santa Maria Antiqua. Tra Roma<br />

e Bisanzio<br />

fino all’11 settembre <strong>2016</strong><br />

Santa Maria Antiqua, la basilica nel<br />

Foro Romano scoperta nel 1900<br />

alle pendici del Palatino, dopo<br />

più di trent’anni è stata riaperta<br />

al pubblico. La chiesa conserva<br />

sulle sue pareti un patrimonio di<br />

pitture, databile dal VI al IX secolo,<br />

unico nel mondo cristiano del<br />

primo millennio. Resta un’eccezionale<br />

testimonianza nello sviluppo<br />

della pittura non solo romana, ma<br />

Chiostro del Bramante<br />

(via Arco della Pace 5)<br />

http://chiostrodelbramante.it<br />

I macchiaioli. Le collezioni svelate<br />

fino al 4 settembre <strong>2016</strong><br />

In mostra oltre 110 opere che<br />

rappresentano la punta di diadi<br />

tutto il mondo greco bizantino<br />

contemporaneo: l’iconoclastia<br />

cancellò infatti gran parte delle immagini<br />

sacre di quell’epoca. La riapertura<br />

della chiesa si accompagna<br />

alla mostra “Santa Maria Antiqua.<br />

Tra Roma e Bisanzio”, “mostra” del<br />

monumento stesso, perché gravita<br />

intorno al ruolo che l’edificio, con i<br />

suoi dipinti, ha giocato nell’area del<br />

Foro Romano post-classico cristianizzato<br />

e al rapporto con la Roma<br />

altomedioevale.<br />

NAPOLI<br />

Museo Archeologico Nazionale<br />

(piazza Museo, 19)<br />

Mito e Natura. Dalla Grecia a<br />

Pompei<br />

www.mostramitonatura.it/<br />

fino al 30 settembre <strong>2016</strong><br />

La mostra, rimodulata sui nuovi<br />

spazi che l’accolgono e impreziosita<br />

da ulteriori prestiti, racconta<br />

la natura nei suoi vari aspetti, in<br />

stretto rapporto con l’intervento<br />

dell’uomo. Comporre giardini era<br />

una vera arte, in stretto dialogo<br />

con le pareti affrescate e gli oggetti<br />

che arredavano gli ambienti.<br />

Vincenzo Cabianca, Le monachine.<br />

Mostra al Chiostro del Bramante, Roma.<br />

40 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 41


L’INFANZIA E I RACCONTI<br />

di Angelo Franchitto<br />

L<br />

o studio del pensiero<br />

narrativo nel bambino<br />

è un tema che affascina<br />

molti studiosi per<br />

l’importanza che ha, a livello di<br />

sviluppo cognitivo, un’attività solo<br />

apparentemente banale come<br />

ascoltare un racconto o (per i<br />

bambini più grandi) raccontare<br />

una storia.<br />

Secondo Bruner la narrazione<br />

è il primo mezzo che il bambino<br />

utilizza per interpretare la realtà<br />

e costruirsi una esperienza personale.<br />

In effetti, le esperienze<br />

umane non rielaborate attraverso<br />

il pensiero narrativo non producono<br />

conoscenza funzionale al vivere<br />

in un contesto socio-culturale,<br />

ma restano meri accadimenti e, di<br />

conseguenza, sono inevitabilmente<br />

destinate all’oblio.<br />

Il dispositivo narrativo risulta pertanto<br />

particolarmente efficace<br />

nella chiarificazione e comprensione<br />

di eventi, accadimenti, esperienze<br />

e situazioni umane con<br />

connotazioni di forte intenzionalità<br />

e nella messa a fuoco di unità di<br />

analisi particolarmente complesse,<br />

in cui giocano un ruolo centrale<br />

i soggetti umani, le loro storie, le<br />

opzioni culturali, l’etica ed i valori<br />

di cui sono portatori, le loro intenzioni,<br />

le motivazioni, le scelte<br />

e le relazioni intersoggettive che<br />

tessono, sia su un piano cognitivo/<br />

culturale che su un piano affettivo/<br />

relazionale. Per questo motivo la<br />

narrazione risulta estremamente<br />

funzionale alla comprensione delle<br />

diverse forme dell’agire umano (di<br />

cui l’agire educativo rappresenta<br />

una specifica declinazione) nonché<br />

alla comprensione delle diverse e<br />

differenti forme di conoscenza che<br />

ne scaturiscono. Tutte le forme di<br />

agire umano, essendo socio-culturalmente<br />

situate, sono inoltre sottoposte<br />

costantemente a processi<br />

decostruttivi e ricostruttivi, da cui<br />

scaturiscono nuovi e diversi elementi<br />

conoscitivi che andranno ad<br />

orientare l’agire futuro.<br />

Imparare a raccontare qualcosa<br />

di sé, ascoltare le storie raccontate<br />

dai genitori, dai nonni, da<br />

un’insegnante è un’esperienza<br />

importante per il bambino. Infatti<br />

attraverso il racconto prima e<br />

la narrazione poi, che il bambino<br />

avvia un processo di esplorazione<br />

delle proprie esperienze emozionali<br />

e impara a riconoscerle.<br />

In questo processo l’adulto, genitore<br />

o insegnante che sia, ha<br />

il ruolo importante di insegnare<br />

ai piccoli non solo a riconoscere<br />

le proprie emozioni, ma anche<br />

a leggere (in maniera empatica)<br />

quelle altrui.<br />

I genitori e gli altri educatori hanno<br />

il ruolo di facilitatori. Essi, cioè, diventano<br />

un riferimento importante<br />

per i bambini, diventano un modello<br />

da osservare, imitare e sono le<br />

persone a cui affidarsi quando non<br />

si sa in che modo comportarsi.<br />

Ai genitori spetta il compito non<br />

facile di riuscire, in qualche modo,<br />

ad entrare nel mondo privato<br />

del bambino, di essere sensibili ai<br />

cambiamenti di percezione, sentimenti<br />

e significati che fluiscono<br />

sul suo modo di vivere le emozioni:<br />

dalla rabbia alla tenerezza,<br />

dalla confusione all’insight.<br />

42 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 43


Studio Vangi<br />

commercialisti in Modugno<br />

via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />

www.studiovangi.it<br />

44 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


ANGURIA IN INSALATA<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 45


ANGURIA<br />

IN INSALATA<br />

di Ornella Mirelli<br />

“C<br />

hi ci potrà dare<br />

carne da mangiare?<br />

Ci ricordiamo<br />

dei pesci che mangiavamo<br />

in Egitto gratuitamente,<br />

dei cocomeri, dei meloni, dei porri,<br />

delle cipolle e dell’aglio.” (Nm. 11,4-<br />

6) E’ il lamento degli ebrei durante<br />

l’esodo dall’Egitto quando, nel<br />

deserto del Sinai, mormorano<br />

contro Mosè e Aronne per averli<br />

indotti a quella avventura, che<br />

ora li vede a stomaco vuoto col<br />

ricordo delle pietanze consumate<br />

in Egitto, compreso meloni e cocomeri,<br />

a rendere ancor più insostenibili<br />

la fame e la sete.<br />

Perché il cocomero (o anguria,<br />

come questo frutto viene più<br />

comunemente chiamato) è antico<br />

di almeno 5.000 anni, noto<br />

dall’età del bronzo e coltivata<br />

lungo il Nilo dagli egizi, che lo<br />

deponevano anche nelle tombe<br />

46 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


dei faraoni come mezzo di sostentamento<br />

durante il viaggio<br />

nell’aldilà. D’altra parte, col suo<br />

elevato contenuto di acqua (circa<br />

il 93% del totale) e di zuccheri,<br />

l’anguria è particolarmente<br />

indicata nei climi tropicali, dove<br />

funge da sorgente d’acqua per le<br />

popolazioni.<br />

Con suo basso contenuto calorico<br />

(appena 16 calorie per 100<br />

grammi) e la sua capacità diuretica<br />

l’anguria è la migliore componente<br />

delle diete ipocaloriche,<br />

grazie anche alla sensazione di<br />

sazietà che procura. Inoltre l’elevato<br />

livello di potassio e di sali<br />

minerali, il contenuto di sostanze<br />

antiossidanti e la presenza di un<br />

vasodilatatore come la citrullina<br />

rendono questo frutto particolarmente<br />

prezioso per l’alimentazione<br />

umana.<br />

Secondo una leggenda l’anguria,<br />

Continua la collaborazione<br />

con <strong>Orizzonte</strong> Magazine di<br />

Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />

blog di cucina del web.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 47


per la sua forma rotonda,<br />

costituiva un attrezzo di<br />

gioco per gli dei; oggi invece<br />

la sua forma ne rende problematico<br />

il trasporto, per<br />

cui qualcuno ha pensato di<br />

produrre angurie cubiche,<br />

più facili da immagazzinare<br />

e più stabili nel trasporto.<br />

Attualmente l’idea è ancora<br />

in fase sperimentale,<br />

ma tonde o quadrate che siano, le<br />

angurie restano comunque il simbolo<br />

dell’allegra convivialità, in particolare<br />

per i più piccoli, per i quali<br />

con l’anguria “si mangia, si beve e ci<br />

si lava la faccia”.<br />

Anguria in insalata<br />

Ingredienti:<br />

anguria<br />

caciocavallo podolico<br />

olio extravergine<br />

sale e pepe<br />

poche gocce di limone (solo se si<br />

abbina al pesce)<br />

Pulire e affettare sottilmente l’anguria<br />

e tenerla in frigo a marinare<br />

in un piatto, per circa 30 minuti,<br />

con sale, pepe e pochissimo olio<br />

extravergine. Affettare sottilmente<br />

il caciocavallo e unirlo all’anguria<br />

sgocciolata dalla marinatura.<br />

48 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Le riflessioni di Fabrizio Capra<br />

BENESSERE AL NATURALE<br />

LE PROPRIETA’ DELLA CANNELLA<br />

La cannella, tanto apprezzata come spezia, è invece<br />

poco conosciuta come rimedio per la salute<br />

grazie alle sue proprietà benefiche.<br />

Innanzi tutto ha proprietà “antisettiche”: la cannella,<br />

sotto forma di olio essenziale, è in grado<br />

di contrastare sindromi influenzali o da raffreddamento.<br />

Quindi influisce sull’apparato digerente,<br />

grazie alle sue proprietà antimicrobiche e astringenti.<br />

Essa rappresenta anche un importante<br />

La cannella è ottima per contrastare le infezioni<br />

locali, le stomatiti e la gengivite; infine favorisce<br />

l’ossidazione del grasso e quindi la perdita di<br />

peso. Al di là di mtutti questi aspetti positivi,<br />

è però necessario utilizzare la cannella sempre<br />

nei dosaggi consigliati per evitare possibili effetti<br />

collaterali.<br />

IL ROSMARINO, LA MENTA<br />

E LA... MEMORIA<br />

Soffriamo di mancanza di memoria? Il rosmarino<br />

e la tisana alla menta sono due rimedi naturali<br />

che esplicano effetti benefici per la memoria. È<br />

sollievo per le donne, dato che interviene anche<br />

nel regolare il flusso mestruale.<br />

I suoi effetti sono anche neuro-protettivi: studi<br />

recenti evidenziano la sua efficacia nel contrastare<br />

Alzheimer e altre forme neurodegenerative.<br />

Comporta poi benefici anche per i diabetici, poiché<br />

è efficace nella riduzione dei livelli di glucosio<br />

nel sangue (senza però tralasciare i trattamenti<br />

farmacologici).<br />

il risultato dello studio effettuato da ricercatori<br />

della Northumbria University.<br />

Secondo questa ricerca la tisana alla menta aiuterebbe<br />

a migliorare la memoria a lungo termine<br />

mentre il rosmarino sarebbe indicato per stimolare<br />

la capacità di ricordo da parte degli anziani.<br />

AFORISMA DEL MESE<br />

Si vive una volta sola, ma se lo si fa bene, è sufficiente.<br />

(Mae West)<br />

via S. Maria della Stella, 45 - 70010 Adelfia tel: 0804593669 www.vicodeifiori.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 49


AUTOREALIZZAZIONE<br />

E DIETA MACROBIOTICA<br />

di Assunta Ruscitto<br />

I<br />

l termine “macrobiotica”<br />

(dal greco macros<br />

che significa grande e<br />

bios che vuol dire vita)<br />

si riferisce ad una lunga vita e fu<br />

usato per la prima volta da George<br />

Ohsawa, filosofo e medico<br />

giapponese. La macrobiotica è<br />

l’applicazione dei principi della<br />

filosofia orientale, che da sempre<br />

ha sostenuto che il cibo non<br />

nutre solo il corpo ma è la base<br />

della salute e della felicità. Ohsawa<br />

nel libro Filosofia della medicina<br />

d’Estremo Oriente illustrò le<br />

regole alimentari da seguire per<br />

raggiungere la felicità eterna e l’amore<br />

universale ed essere anche<br />

in armonia con l’Universo. La malattia<br />

e l’infelicità, secondo questo<br />

autore, derivano da una condotta<br />

che viola l’ordine dell’Universo.<br />

Per la macrobiotica la salute e la<br />

serenità si raggiungono nell’equilibrio<br />

di due forze che governano<br />

l’universo, lo Yin e lo Yang. Sono<br />

due tendenze opposte ma nello<br />

stesso tempo complementari, di<br />

espansione verso l’alto e l’esterno<br />

(Yin) e di contrazione e tendenza<br />

verso il basso (Yang); possono<br />

anche essere associate ai due poli<br />

positivo e negativo, al caldo e al<br />

freddo, al giorno e alla notte, ecc.<br />

I cibi nell’alimentazione macrobiotica<br />

si classificano proprio in<br />

base alle caratteristiche yin o<br />

yang, perché, a seconda del metodo<br />

di cottura, si può sviluppare<br />

un’energia yin o, piuttosto, yang.<br />

Tale classificazione dei cibi così<br />

risultante può corrispondere, per<br />

alcuni aspetti, nella scienza occidentale,<br />

alla reazione acida o alcalina.<br />

Poiché il tasso di yin<br />

negli ortaggi è elevato<br />

occorre neutralizzarlo,<br />

sia consumandone<br />

piccole<br />

quantità sia con la<br />

cottura e il con-<br />

50 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


dimento. Ci sono diversi modi<br />

per “yanghizzare”: disidratazione,<br />

cottura in acqua, a vapore,<br />

a pressione, rosolare, friggere,<br />

grigliare, ecc. Ci sono anche metodi<br />

di “yinizzazione”:<br />

condire con aceto o limone,<br />

decomposizione<br />

naturale (tramite<br />

differenti microbi o<br />

enzimi), fisica o chimica,<br />

ecc.<br />

I cibi molto yin<br />

sono latte e derivati, frutta, tè,<br />

caffè, alcoolici. I cibi yang sono:<br />

sale, carne, pesce, uova, legumi. I<br />

cibi yin tendono a raffreddare il<br />

corpo, a rilassare i muscoli, a ridurre<br />

la tensione, a rallentare il<br />

movimento. Se si eccede in alimenti<br />

yin si otterrà stanchezza,<br />

anemia, rallentamento muscolare,<br />

ecc. I cibi yang riscaldano il corpo,<br />

provocano tensioni muscolari che<br />

accelerano i movimenti, fanno<br />

dormire di meno, ecc.<br />

Dal punto di vista psicologico i cibi<br />

yin producono paura, sospetto,<br />

sentimentalismo, ansia, preoccupazioni<br />

e risentimenti. I cibi yang<br />

favoriscono pensieri di ostilità, aggressività,<br />

crudeltà.<br />

Secondo la macrobiotica sono da<br />

preferire i cibi considerati naturalmente<br />

bilanciati come cereali, legumi<br />

e semi oleosi. La percentuale<br />

di sodio e potassio contenuta<br />

nei cibi determina la qualità yin o<br />

yang. La percentuale presente nei<br />

cereali integrali è uguale a quella<br />

presente nel sangue.<br />

La dieta macrobiotica ideale deve:<br />

• rispettare le seguenti percentuali:<br />

Cereali integrali 50-<br />

60%, verdure cotte 20-25%,<br />

verdure crude 5%, alghe 5%,<br />

legumi 1-2%, condimenti 5%,<br />

zuppa 5%;<br />

• eliminare: a) zucchero, prodotti<br />

di pasticceria, gelati, canditi,<br />

yogurt zuccherati, ecc.;<br />

b) patate, pomodori, melanzane,<br />

cetrioli, peperoni; c)<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 51


prodotti animali e derivati dal<br />

regno animale: carne, grasso,<br />

uova, d) latte e derivati; e) i<br />

prodotti industriali, chimici e<br />

tutti i conservanti artificiali;<br />

• masticare ogni boccone almeno<br />

cinquanta volte;<br />

• assumere: a) riso, miglio, mais,<br />

grano saraceno, fiocchi d’avena,<br />

frumento, orzo (tutti<br />

non raffinati), sia in grani sia<br />

in farina, fritti, tostati, soffiati;<br />

b) piccole quantità di ortaggi<br />

conditi con sale (cavoli, cipollotti,<br />

carote, zucca, ravanelli,<br />

crescione, indivia), cotti senza<br />

acqua, saltati o fritti;<br />

• usare solo oli vegetali e il tahin;<br />

• preferire alimenti provenienti<br />

dalla regione in cui si vive e<br />

verdure di stagione;<br />

George Ohsawa elencò sette<br />

condizioni per la vera salute e per<br />

la felicità:<br />

1. Non essere mai stanchi, non<br />

prendere mai un raffreddore;<br />

2. Avere un buon appetito, essere<br />

felici degli alimenti più<br />

semplici;<br />

3. Dormire profondamente. Addormentarsi<br />

in tre minuti e<br />

svegliarsi riposati;<br />

4. Avere buona memoria, non<br />

dimenticare mai niente;<br />

5. Essere di buon umore dalla<br />

mattina alla sera e apprezzare<br />

ogni cosa;<br />

6. Vivere con uno spirito altruistico<br />

e senza egoismi;<br />

7. Seguire l’Ordine dell’Universo,<br />

che si può anche chiamare<br />

Giustizia, che è la giustizia<br />

con la G maiuscola, è assoluta,<br />

non è la giustizia relativa,<br />

come quella legale o morale.<br />

Chi raggiunge questa condizione<br />

non dice mai bugie per<br />

proteggere se stesso, è puntuale<br />

e preciso, non incontra<br />

mai nessuno che gli sia antipatico,<br />

è felice quando ritrova<br />

l’ordine dell’universo nella<br />

vita quotidiana e nelle cose<br />

più piccole e insignificanti e<br />

trasmette agli altri il miracolo<br />

della vita, ossia l’Ordine<br />

dell’Universo.<br />

L’unico allenamento per realizzare<br />

i sette i punti, secondo Ohsawa,<br />

è applicare la macrobiotica: si<br />

comincia col migliorare l’alimentazione<br />

e si arriva alla realizzazione<br />

di se stessi, alla liberazione. E’ però<br />

consigliabile di non fare da sé<br />

ma di consultare il proprio medico<br />

o un nutrizionista, e di iniziare<br />

facendosi aiutare da un esperto.<br />

52 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 53


LO<br />

SAPEVATE<br />

CHE<br />

CORNIOLO COMUNE<br />

FAMIGLIA CORNACEE<br />

NOME SCENTIFICO:<br />

CORNUS MAS<br />

COMUNE IN TUTTA EUROPA<br />

IN ITALIA E ASIA MINORE<br />

di Angelo Ferri<br />

E’ un arbusto caducifoglio o, a<br />

1.<br />

volte piccolo albero alto da 1 a<br />

massimo 8 metri. E’ una specie<br />

abbastanza longeva, che può superare<br />

i 100 anni. Possiede corteccia<br />

bruna con crepe rossastre, rami numerosi,<br />

gemme avvolte da 2 squame acute ( 2 x 6 mm), carenate,<br />

pubescenti. Rami giovani 4 angolari. Foglie<br />

opposte, ellittico-acuminate (3-5 x 6-8 cm) con 3-5<br />

nervi. I fiori sono riuniti in ombrelle ascellari che<br />

si sviluppano prima delle foglie, avvolte da bratee<br />

cuoriformi-acuminate, gialle o più o meno arrossate.<br />

Petali gialli 3 mm ripiegati verso il basso. Il frutto<br />

è una drupa carnosa lunga fino a 2 cm,ovoidaleellittica,<br />

pendula, carnosa, lucida, rosso-scarlatta a<br />

maturità e di grato sapore acidulo. Fiorisce tra febbraio<br />

e aprile.<br />

54 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


I frutti del corniolo, sono delle drupe<br />

simili a piccole ciliegie dalla forma<br />

2.<br />

allungata, dapprima verdi e poi rosso<br />

scarlatte a maturità. Il sapore è<br />

un po’ acidulo ma quando il frutto è<br />

ben maturo diventa gradevole, rinfrescate e con leggera<br />

azione astringente. Oltre ad essere consumate fresche,<br />

le corniole sono molto ricercate, soprattutto nel Nord<br />

Italia, per la preparazione di ottime marmellate, gelatine,<br />

composte e per aromatizzare liquori. Vengono conservate<br />

anche sotto alcol (nello stesso modo delle ciliegie) e<br />

in salamoia, come avviene per le olive.<br />

E’ un frutto ricchissimo di vitamine, caroteni, pectine,<br />

tannini, mucillagini, fruttosio e acidi organici<br />

(acido malico, gallico e gliossalico). In particolare,<br />

le corniole presentano elevate quantità di vitamina<br />

C, più del doppio rispetto agli agrumi! E’ una delle<br />

prime piante a fiorire, nel pieno dell’inverno. I fiori<br />

gialli spiccano nel sottobosco già a metà febbraio. I<br />

frutti, però, maturano molto lentamente: impiegano<br />

almeno 7 mesi per giungere alla piena maturazione!<br />

Il legno, uno dei più duri in assoluto tra le specie<br />

europee, si leviga facilmente ed è ricercato nei lavori<br />

di tornitura, per la costruzione dei raggi delle ruote<br />

da carro e di utensili vari. Con esso gli antichi romani<br />

fabbricavano i famosi giavellotti.<br />

In Abruzzo il decotto della corteccia<br />

era ritenuto febbrifugo e<br />

3.<br />

quello dei fiori era somministrato<br />

in caso di diarrea.<br />

Etimologia: Il termine Cornus, da<br />

cui deriva anche la parola corno, si riferisce alla estrema<br />

durezza del legno della pianta, mentre l’epiteto<br />

specifico latino mas, significa maschile in contrapposizione<br />

al Sanguinello (Cornus sanguinea) che Plinio chiamava<br />

Cornus foemina, Corniolo femmina.<br />

ancora compatte e non troppo mature, ma nemmeno<br />

troppo acerbe. Per un giorno si lasciano seccare<br />

all’ombra poi si mescola in parti uguali aceto e vino<br />

cotto e si versa il composto sopra. Sarà bene aggiungervi<br />

un po’ di sale, perché non vi nascano vermi<br />

o altri piccoli animali. Ma si conservano meglio se si<br />

mescolano due parti di vino cotto con una di aceto).<br />

Salsa di corniole:<br />

5.<br />

Quale componente base serve<br />

mosto di uva bianca selezionata,<br />

ridotto, secondo tradizione, di<br />

2/3 dalla prolungata cottura. Prima<br />

di immettere nel paiolo le corniole, occorre non<br />

solo lavarle, ma eliminare pazientemente i noccioli,<br />

operazione che può essere agevolata da una breve<br />

sbollentatura del frutto. La polpa quindi si unisce al<br />

mosto con il relativo sciroppo di cottura e si lascia<br />

cucinare per circa mezz’ora, regolando di sale e pepe.<br />

Questa salsa più caratterizzata di ogni altra, è in<br />

grado di sostenere l’abbinamento con piatti di cacciagione<br />

da penna e con selvaggina da pelo.<br />

Salsa di corniole 2:<br />

Servono: 2 Kg e mezzo di corniole, 1 Kg di zucchero,<br />

1 limone non trattato, 1 litro di acqua. Una volta<br />

lavate e lasciate intere, le corniole si mettono a cucinare<br />

in una pentola, per un paio di ore, nell’acqua<br />

arricchita dalla scorza di limone sminuzzata. Conclusa<br />

questa fase le corniole si lasciano raffreddare e si<br />

passano al setaccio. La polpa ottenuta viene passata<br />

in una casseruola insieme ad una quantità di zucchero<br />

di metà peso (all’incirca 1 Kg). Tale composto<br />

viene fatto bollire per 5-6 minuti, indi lasciato raffreddare,<br />

viene invasato e brevemente sterilizzato<br />

nel modo consueto, per la conservazione. A tavola<br />

si propone con i bolliti.<br />

Ricetta storica<br />

4.<br />

“Corna et pruna condire. Corna,<br />

quibus pro olivis utantur, item pruna<br />

silvestria et pruna onychina adhuc<br />

solida nec maturrima legenda sunt,<br />

nec tamen nimium cruda; deinde uno die umbra siccanda;<br />

tum aequis partibus acetum et sapam vel defrutum<br />

misceatur et infundatur. Oportebit autem aliquid salis<br />

adicere; ne vermiculus aliudve animal innasci possit. Verum<br />

commodius servantur, si duae partes sapae cum<br />

aceti una parte misceantur”. (Colummella)<br />

(Conservazione delle corniole e delle prugne. Si raccolgono<br />

dunque le corniole, di sui ci serviamo come<br />

olive, e così le prugne selvatiche e quelle color onice,<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 55


56 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 57


L’ABBONAMENTO SOSTENITORE A<br />

ORIZZONTE MAGAZINE<br />

PERMETTE DI RICEVERE A CASA<br />

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E DI PUBBLICIZZARE LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />

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58 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


FASHION, BEAUTY, SHOOTING, PROJECTS & MORE<br />

Aspiranti fotomodelle<br />

QUANDO LA MODELLA<br />

E’ MINORENNE<br />

DIVA GIOIELLI<br />

COLLEZIONE WINDY<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 59


ASPIRANTI FOTOM<br />

QUANDO LA MODELLA È MINORE<br />

di Fabrizio Capra<br />

60 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


ODELLE<br />

NNE<br />

D<br />

a più parti (modelle,<br />

fotografi,<br />

genitori, ecc.) mi<br />

giungono richieste in merito<br />

al comportamento da tenere<br />

nel caso di fotomodelle<br />

minorenni.<br />

Avevamo già accennato<br />

qualcosa mesi fa, agli albori<br />

di questa rubrica, quando<br />

trattammo l’argomento “liberatoria”:<br />

ritengo pertanto<br />

utile rientrare sull’argomento<br />

trattandolo in modo specifico<br />

e approfondendo alcuni<br />

aspetti.<br />

Innanzitutto evidenziamo che<br />

non c’è nulla di “sconvolgente”<br />

o di “male” nel fotografare<br />

una ragazza minorenne<br />

o, mettendoci nei panni della<br />

ragazza, posare per fotografi:<br />

i concorsi di bellezza, che<br />

imperversano e si moltiplicano<br />

in tutta la penisola, sono<br />

sempre più frequentati da<br />

ragazze che non hanno ancora<br />

raggiunto la maggiore<br />

età; non c’è niente di male,<br />

almeno fino a quando tutto<br />

si svolge nel rispetto reciproco<br />

dei valori di correttezza e<br />

professionalità.<br />

Correttezza, serietà e professionalità<br />

sono condizioni<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 61


che devono sempre essere presenti in tutte le<br />

parti coinvolte: modella, fotografo e genitori.<br />

Aspirante Fotomodella<br />

Innanzi tutto l’aspirante fotomodella minorenne<br />

non deve barare sulla propria età: anche<br />

se oggi ci sono ragazzine quindicenni o<br />

sedicenni che dimostrano più anni di quelli<br />

che hanno realmente bisogna sempre dichiarare<br />

l’età giusta per evitare “grane” future.<br />

Dichiarare la propria età spetta alla ragazza<br />

e, nel caso di minore, anche ai genitori. Analizzando<br />

le fonti normative di riferimento si<br />

rileva che la richiesta della carta d’identità, o<br />

altro documento equipollente, quale mezzo<br />

di identificazione personale è riservata solo<br />

alle autorità di Pubblica Sicurezza, ai funzionari<br />

della Pubblica Amministrazione, a gestori<br />

ed esercenti di pubblici servizi e a pochi<br />

altri soggetti previsti dalla legge. Non è quindi<br />

previsto che altri soggetti (e i fotografi sono<br />

tra questi) possano richiedere l’esibizione<br />

della carta d’identità o di qualunque altro<br />

documento di riconoscimento; ne deriva che<br />

il fotografo non ha alcuno strumento a disposizione<br />

per verificare la veridicità di quanto<br />

afferma la ragazza, per cui è fondamentale la<br />

correttezza della ragazza e dei suoi genitori.<br />

In ogni caso ci si può sempre rifare all’articolo<br />

2702 del Codice Civile sull’efficacia della<br />

scrittura privata: la liberatoria può essere<br />

considerata a tutti gli effetti una scrittura<br />

privata, che fa piena prova, fino a querela di<br />

falso, circa la provenienza delle dichiarazioni<br />

riportate.<br />

Genitori<br />

I genitori della minorenne devono sempre<br />

garantire sul set la presenza di almeno uno<br />

di loro o, nel caso di loro impedimento, di<br />

una persona maggiorenne che li rappresenti.<br />

Il mio personale consiglio è che sia la madre,<br />

o comunque una figura femminile, ad accompagnare<br />

la ragazza in modo da generare nella<br />

aspirante fotomodella un minore imbarazzo.<br />

Fotografo<br />

Il fotografo, nel caso di fotomodella minorenne,<br />

deve pretendere la presenza sul<br />

set di almeno un genitore (o di qualcuno<br />

che ne faccia le veci) e non ostinarsi<br />

a restare soli sul set con la ragazza.<br />

Liberatoria<br />

Infine tutti e tre i soggetti coinvolti<br />

devono pretendere la sottoscrizione<br />

della liberatoria.<br />

Ma facciamo un passo indietro.<br />

Fotografare un minore non è<br />

un reato, il reato è pubblicare<br />

la foto senza le autorizzazioni<br />

dovute o, in assenza<br />

di quelle, senza gli accorgimenti<br />

utili a renderlo<br />

irriconoscibile.<br />

Pertanto se un<br />

fotografo scatta<br />

con una fotomodella<br />

minorenne<br />

senza disporre<br />

della liberatoria<br />

62 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


non può rendere pubblica nessuna foto.<br />

E facciamo attenzione a non confondere<br />

la liberatoria con l’autorizzazione: la liberatoria<br />

è finalizzata alla pubblicazione<br />

delle foto, l’autorizzazione, invece,<br />

alla realizzazione del servizio.<br />

A sottoscrivere la liberatoria devono<br />

essere i genitori, ovvero<br />

chi esercita la patria potestà<br />

sul minore. È bene che a<br />

firmare siano sempre entrambi<br />

i genitori tuttavia,<br />

entrando nel merito delle<br />

varie situazioni che si possono<br />

verificare, vediamo<br />

che talvolta può essere apposta<br />

anche una sola firma.<br />

Genitori legalmente sposati:<br />

in questo caso se c’è la firma di<br />

entrambi siamo all’optimum ma<br />

è sufficiente anche la sottoscrizione<br />

da parte di uno solo dei due genitori.<br />

Genitori legalmente separati o divorziati<br />

o conviventi senza aver contratto<br />

matrimonio civile: la firma sulla<br />

liberatoria deve essere<br />

apposta da entrambi<br />

i genitori.<br />

In questo<br />

caso la firma<br />

congiunta<br />

non è facoltativa<br />

ma obbligatoria.<br />

Non<br />

vale la frase<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 63


consueta “il mio ex marito o la mia ex moglie è d’accordo”.<br />

Se è stato invece nominato un tutore è questo soggetto che<br />

deve sottoscrivere la liberatoria.<br />

Nel caso che non siano i genitori ad accompagnare la fotomodella<br />

minorenne sul set, ma una loro delegato (fratello o<br />

sorella, altro parente, amico, ecc.) quest’ultimo non ha titolo a<br />

firmare la liberatoria, che deve essere sottoscritta anticipatamente.<br />

D’altra parte chi accompagna il minore è consigliabile<br />

che sia in possesso di una delega a rappresentare, sottoscritta<br />

dai genitori. In questo caso è anche opportuno che il fotografo<br />

si accerti preventivamente che la firma apposta sulla liberatoria<br />

sia proprio quella dei genitori; si tratta di situazioni delicate e<br />

una semplice telefonata può bastare a prevenire problemi, per<br />

il caso che l’idea di farsi fotografare sia una iniziativa autonoma<br />

della ragazza minorenne, all’insaputa dei genitori.<br />

Altra domanda che mi viene spesso sottoposta è: fino a che<br />

punto si può far posare una minorenne? Quali generi può fare?<br />

Per sgombrare il campo da ogni dubbio bisogna dire che qualsiasi<br />

forma di nudo o seminudo, o che possa riferirsi a questi generi,<br />

se realizzata con una ragazza minorenne rientra nel concetto<br />

di “pedopornografia”.<br />

Per questo reato sono perseguibili<br />

sia il fotografo che ha<br />

realizzato gli scatti (al di là del<br />

fatto che siano stati resi pubblici<br />

o meno) sia i genitori che<br />

hanno autorizzato la realizzazione<br />

del servizio o che non<br />

hanno vigilato sulla propria<br />

figlia. Pertanto la fotomodella<br />

minorenne (ma a volte anche<br />

i genitori) non deve insistere<br />

per realizzare questo genere<br />

di servizio, lo stesso vale<br />

per i fotografi, anche se con<br />

autorizzazione del genitore.<br />

Ricordiamo ancora una volta<br />

che la legge italiana esplicitamente<br />

lo vieta, e non c’è volontà<br />

dei genitori che tenga.<br />

Discorso differente è invece<br />

quello relativo all’intimo, che in<br />

versione fashion non ha nulla<br />

di volgare o di pornografico e<br />

non è assolutamente perseguibile,<br />

sempre che i genitori siano<br />

d’accordo. Personalmente non<br />

sono favorevole a consentire a<br />

una ragazza minorenne di realizzare<br />

servizi in intimo perché<br />

si tratta di una scelta che deve<br />

essere ben ponderata, e che<br />

va fatta solo quando la modella<br />

ne è pienamente e consapevolmente<br />

convinta.<br />

64 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


Associazione Culturale “Bensalem”<br />

Castel del Monte<br />

Il Tempio della Rosa<br />

a cura di Attilio Castronuovo<br />

Castel del Monte è uno dei misteri più affascinanti che, dalle nebbie del passato, siano giunti fino a noi.<br />

Adagiato su un poggio che domina la pianura, enigmatico per tutto ciò che attiene ai suoi scopi e alla sua<br />

funzionalità, sembra sfidare il visitatore desideroso di comprenderne il segreto. Si potrebbero affastellare<br />

all’infinito ipotesi su ipotesi nella speranza di giungere a qualche certezza, ma il castello sembra sottrarsi a<br />

questa ricerca, mostrandosi sempre più sfuggente, evanescente, irraggiungibile.<br />

di Daniela Gagliano<br />

edizionigagliano@gmail.com<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 65


DIVA GIOIELLI:<br />

LA COLLEZIONE WINDY<br />

È<br />

tutta dedicata al<br />

Brasile la capsule<br />

collection Windy<br />

Diva Gioielli, il paese più<br />

ventoso al mondo, dove<br />

windsurf e kitesurf sono gli<br />

sport più gettonati. E allora…<br />

al rientro dalla spiaggia,<br />

ancora con la pelle calda di<br />

sole, le piume leggere e le<br />

gocce colorate assecondano<br />

il movimento del vento.<br />

Il “dondolio” del rosa tenue,<br />

dell’azzurro, del verde e delle<br />

sfumature di viola crea<br />

quell’effetto ipnotico dal fascino<br />

irresistibile, in un anticipo<br />

di vacanza da indossare<br />

in un contesto urban, in attesa<br />

di spiagge infinite dove<br />

muoversi “Windy” e ballare<br />

liberamente…<br />

Nell’arte raffinata di una lavorazione<br />

a mano, tra materiali<br />

pregiati e forme leggere, Diva Gioielli<br />

offre la sua visione giocosa della cultura<br />

brasiliana. Come icona una piuma, antico<br />

simbolo della spiritualità estrema,<br />

che si lascia trascinare dalla brezza, tra<br />

gocce sfaccettate di quarzi idrotermali<br />

che richiamano gli ibiscus in fiore, il cielo<br />

turchese e le calde tonalità estive.<br />

Interpretati nella sua verve easy chic<br />

dalla creatività preziosa di Diva Gioielli,<br />

griffe Made in Friuli dell’eccellenza orafa<br />

italiana, la collana extra long, il bracciale<br />

rigido, l’orecchino che sfiora le spalle<br />

(singolo o in coppia) fanno della collezione<br />

“Windy” un must have duemilasedici.<br />

La capsule è composta da un orecchino<br />

maxi long che sfiora le spalle, da indossare<br />

singolo o accompagnato da un copriforo<br />

della stessa collezione sul lobo<br />

opposto. Esiste un altro modello con<br />

pendente più ricco, un bracciale rigido<br />

con ciuffo in movimento, una collana a<br />

due giri e una maxi long, che interpreta<br />

appieno la voglia di assoluta libertà.<br />

66 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 67


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68 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


OROSCOPO<br />

LUGLIO <strong>2016</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 69


ARIETE TORO GEMELLI<br />

Mercurio ti renderà irritabile per<br />

tutto il mese, ma la prima parte<br />

di luglio appare senz’altro come<br />

la migliore, grazie agli aspetti positivi<br />

di Venere e Marte. In famiglia<br />

non tutto girerà per il verso giusto.<br />

Qualcosa o qualcuno scatena<br />

il disaccordo e dovrai stare attento<br />

a non partire a testa bassa<br />

contro l’ostacolo.<br />

Fermati e rifletti, non essere impulsivo.<br />

I transiti non depongono<br />

a favore della quiete, ma con un<br />

atteggiamento più cauto eviterai<br />

di finire in problemi irrisolvibili.<br />

Occhio ai parenti serpenti e agli<br />

amici ipocriti.<br />

Mercurio sarà splendido per<br />

tutto il mese. Il pianeta transita<br />

nel segno del Cancro, dove<br />

passeggia anche Giove. Una<br />

bella combinazione se desideri<br />

partire per le vacanze, se vuoi<br />

goderti l’affetto di tuoi familiari<br />

o divertirti con gli amici. Qualche<br />

leggera incomprensione<br />

inaugura luglio, ma hai tutte le<br />

risorse necessarie per affrontare<br />

e risolvere qualsiasi tipo di<br />

questione. Preparati a sorprese<br />

speciali, molto positive, a partire<br />

da metà mese. Le stelle, il destino<br />

o il tuo impegno, ti faranno<br />

un bel regalo a fine luglio!<br />

Ti aspetta un mese sereno, appagante,<br />

dinamico. Avrai voglia di fare<br />

tantissime cose, di conoscere, di<br />

partire, esplorare. Buona parte di<br />

luglio non presenta problemi, contraddizioni,<br />

tensioni.<br />

In famiglia stranamente va tutto<br />

bene, e anche con gli amici non ci<br />

sono grandi difficoltà.<br />

Dal ventidue, con l’ingresso di<br />

Venere in Vergine affiora qualche<br />

leggera tensione. Ma si tratta di<br />

problemi affettivi che potrai affrontare<br />

con successo.<br />

Goditi l’estate, amico, e non ci<br />

pensare!<br />

CANCRO LEONE VERGINE<br />

Mercurio sarà nel tuo segno per<br />

tutto il mese, dove c’è anche<br />

Giove. Finalmente la ruota gira,<br />

caro Cancro, e finalmente potrai<br />

davvero voltare le spalle ai problemi,<br />

alle tensioni, a quello che<br />

non funziona nella tua vita!<br />

<strong>Luglio</strong> parte bene, ma finirà perfino<br />

meglio, visto che anche Marte<br />

e Venere ti appoggeranno.<br />

Se ci sono zone d’ombra ancora<br />

presenti, affrontale: chiariscile o<br />

buttale fuori senza pietà! È arrivato<br />

il momento di girare pagina<br />

e di godere di tutto quello che<br />

ti piace.<br />

Tutto sommato luglio sarà un<br />

mese abbastanza soddisfacente.<br />

Dovrai fare attenzione solo all’aspetto<br />

che si formerà tra Venere,<br />

nel tuo segno, e Saturno in Scorpione,<br />

attivo solo per le prime<br />

giornate del mese. Questa configurazione<br />

potrebbe farti vedere<br />

la realtà più nera di quella che<br />

non è, intristirti o farti sbottare a<br />

sproposito. È probabile però che<br />

queste emozioni si concentreranno<br />

negli affetti stretti, più che nelle<br />

amicizie o in famiglia. A parte<br />

questo, ti aspetta un ottimo mese<br />

per divertirti, partire e goderti la<br />

vita come preferisci!<br />

Mercurio sarà in Cancro per tutto<br />

il mese, segno dove c’è anche<br />

Giove da fine giugno. Questa situazione<br />

astrale indica che puoi<br />

risolvere problemi, allentare le<br />

tensioni, dimenticare quello che<br />

non funziona nella tua vita familiare<br />

o sociale.<br />

Ti aspetta un luglio favoloso, ottimo<br />

per viaggiare, partire, chiarire<br />

certe questioni in famiglia o<br />

allargare la cerchia delle tue amicizie.<br />

Occhio però fino al tredici:<br />

Marte è sempre rognoso, e cerca<br />

di seminare zizzania…<br />

Rimani vigile e non farti prendere<br />

dal nervosismo.<br />

70 • <strong>Orizzonte</strong> Magazine


BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

Mercurio ti renderà nervoso per<br />

tutto il mese. Se hai questioni in<br />

sospeso, tuttavia, cerca di affrontarle<br />

e risolvere entro le prime<br />

settimane. Infatti, la prima parte<br />

di luglio sarà migliore grazie agli<br />

aspetti positivi di Venere e Marte.<br />

Occhio ai parenti serpenti e agli<br />

amici ipocriti. In famiglia potrebbero<br />

esserci tensioni, polemiche,<br />

oppure imprevisti che non<br />

dipendono da nessuno e che ti<br />

toccherà affrontare.<br />

Sii prudente e smussa eventuali<br />

impulsività, soprattutto dopo il<br />

tredici.<br />

Mercurio sarà un grande alleato del<br />

divertimento e delle amicizie per<br />

tutto il mese. Il pianeta transita nel<br />

segno del Cancro, dove passeggia<br />

anche Giove.<br />

Questi transiti incoraggiano le prime<br />

partenze per le vacanze, favoriscono<br />

i rapporti familiari e quelli<br />

con gli amici. Venere minaccia qualche<br />

disaccordo a inizio luglio, ma hai<br />

tutte le possibilità per affrontare e<br />

risolvere qualsiasi tipo di questione.<br />

Sono in arrivo sorprese speciali,<br />

molto positive, a partire da metà<br />

mese.<br />

Marte, ancora nel segno dei Gemelli,<br />

ti renderà irritabile e teso fino<br />

al tredici. Forse sei scontento per la<br />

piega che ha preso una situazione<br />

familiare, discuti per gli spostamenti<br />

estivi o sei alle prese con un amico<br />

dal carattere complicato.<br />

Ad ogni modo, Venere sarà al tuo<br />

fianco fino al ventidue e smusserà<br />

eventuali tensioni.<br />

Ci sarà spazio per il divertimento<br />

e per realizzare alcuni progetti ai<br />

quali tieni molto.<br />

CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

Mercurio ti renderà irritabile<br />

per tutto il mese. Preparati ad<br />

affrontare noiosi battibecchi in<br />

famiglia, equivoci con gli amici,<br />

ritardi nei progetti.<br />

<strong>Luglio</strong> non sarà simpaticissimo,<br />

ma, contando sulle tue forze, potrai<br />

smussare le tensioni e sistemare<br />

parecchie questioni. Certo,<br />

ti mancherà l’aiuto della fortuna:<br />

ma non quello della tua forza di<br />

volontà.<br />

Ignora i pettegolezzi e prosegui<br />

per la tua strada: dritto, verso la<br />

cima dei tuoi propositi!<br />

Questo mese dovrai mettere in<br />

conto una certa oscillazione dell’umore.<br />

Marte ti renderà agguerrito<br />

e determinato, mentre Venere potrebbe<br />

esasperare alcune insoddisfazioni.<br />

È probabile tuttavia che queste tensioni<br />

dipendano solo dalla sfera affettiva<br />

e non da quella familiare, che<br />

risulterà problematica più verso<br />

fine mese che non al principio.<br />

Qualunque sia il problema evidenziato<br />

a inizio luglio, affrontalo con<br />

calma: ti aiuterà a vederci chiaro.<br />

Mercurio sarà in Cancro per tutto<br />

il mese, segno dove c’è anche<br />

Giove da fine giugno.<br />

Un quadro astrale davvero favoloso!<br />

Occhio però fino al tredici:<br />

Marte è sempre dispettoso, e potrebbe<br />

seminare zizzania in famiglia<br />

e con chi ti circonda.<br />

Discussioni per decidere come e<br />

con chi trascorrere le vacanze?<br />

Non farti prendere dal nervosismo.<br />

Riuscirai nei tuoi intenti!<br />

Gran divertimento, viaggi, gite e<br />

nuove amicizie in vista.<br />

<strong>Orizzonte</strong> Magazine • 71


<strong>Orizzonte</strong> pubblica tre periodici, leggibili gratuitamente sul web.<br />

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