Scanzano Jonico - Web

Tra i briganti passati alla storia
che frequentavano il bosco del
Criminale di Scanzano il più
noto è Ninco Nanco (Giuseppe
Nicola Summa, originario
di Avigliano, amico e braccio
destro del brigante Crocco),
e la sua donna, la brigantessa
innamorata Maria la Pastora,
originaria di Pisticci, che lo seguiva
in tutte le sue avventure.
Maria la Pastora
Levi descrive questa bellissima
dea della Guerra Contadina,
alta di carnagione chiara, dalle
lunghe trecce nere sempre al
fianco del suo uomo, incurante
del pericolo, fino al 13 marzo
1863 quando Ninco Nanco fu
colpito a morte in un agguato
ad Avigliano. Maria La Pastora
riuscì a fuggire ritirandosi nei
boschi col suo cavallo. Qualcu-
no l’ha vista rientrare a Pisticci
un’ultima volta, tutta vestita di
nero, prima di sparire per sempre.
Col procedere del latifondo, il
bosco paludoso diventò riserva
di caccia per il barone e pascolo
per i bufali. In seguito venne
bonificato e, a partire dagli
anni Cinquanta, con le opere
di Riforma Fondiaria, fu in gran
parte espropriato e consegnato
in “poderi” o “quote” ai cosiddetti
“assegnatari” determinando
la nascita della piccola
proprietà contadina. Il territorio
si popolò di braccianti, ex
salariati e contadini provenienti
dall’interland lucano e dalle
regioni limitrofe, alla ricerca di
lavoro e stabilità socioeconomica,
l’operosità di tutti portò
uno straordinario sviluppo
agricolo. Scanzano era frazione
di Montalbano Jonico e solo
nel 1974 divenne comune autonomo,
nel 2003 il Ministro
dell’Interno concesse il titolo
di “Città”.
Sempre nel 2003 Scanzano Jonico
passò alla storia per la lotta
popolare contro un Decreto
del Governo che individuava
nella zona di Terzo Cavone il
sito unico di stoccaggio delle
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