Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija
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Suonatore di gusle<br />
“C<br />
’erano diversi serbi nell’hotel, uomini veramente ben piazzati e forti. Uno di essi aveva un gusle (uno strumento<br />
musicale con una sola corda) e, su richiesta degli altri, iniziò a suonare il suo gusle e a cantare.<br />
Quello che si poteva ascoltare era un monotono accordo ansimante che cambiava solo alzandosi e abbassandosi,<br />
accelerando o rallentando. Il cantante, che all’inizio badava solo a suonare il suo strumento,<br />
improvvisamente iniziò una specie di energico richiamo, poi si arrestò, alzò la testa verso il cielo ed infine<br />
si scosse con un gemito<br />
e riprese il suo richiamo. Ed<br />
immediatamente egli mosse<br />
energicamente l’archetto<br />
per far sì che la corda suonasse<br />
e stridesse più forte.<br />
Dopodiché, dal petto del<br />
cantante la voce s’innalzò di<br />
tono, e il cantante lo mantenne<br />
a lungo mentre cantava,<br />
continuando fino a raggiungere<br />
un preciso pathos<br />
per poi smettere di nuovo e<br />
gemere soltanto.<br />
All’inizio cantò di Banović<br />
Strahinja, e quella canzone,<br />
senza interruzioni, durò per<br />
più di un’ora. Dopo questa<br />
canzone misero davanti al<br />
cantante mezzo litro di vino,<br />
lui se lo bevve, pensò per un<br />
momento e poi iniziò a cantare<br />
un’altra canzone. Cantò<br />
una canzone sull’imperatore<br />
Lazzaro e sua moglie,<br />
l’imperatrice Milica, sulla<br />
battaglia del Kosovo dove<br />
l’imperatore e molti eroi<br />
persero la vita.<br />
Il cantante aveva quasi<br />
finito: pronunciò due versi<br />
e poi trasformò la parola in<br />
lamento. Quando la canzone<br />
Risto Vukanović: “Suonatore cieco di gusle”<br />
arrivò al punto in cui si nominava<br />
Vuk Branković, che tradì l’imperatore nel Kosovo, il cantante cantò: “Che siano maledetti la sua tribù e<br />
tutti i suoi eredi!” e tutti gridarono “Maledetti!” e saltarono in piedi contemporaneamente, come per cercare<br />
il traditore dello spirito serbo”. <br />
(P. A. Rovinsky)<br />
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