Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

pò anche la pittura di genere, con nature morte e paesaggi
idealizzati, che venivano dipinti sia come opere a sé sia sullo
sfondo dei ritratti.
Per i pittori serbi del periodo, Vienna rappresentava ancora
la metropoli culturale e artistica dell’Europa. Oltre alla
lingua materna, i Serbi studiavano tedesco e ungherese, e se
volevano far carriera, erano incoraggiati a usare queste lingue
straniere non solo con gli stranieri ma anche fra loro. Molto
spesso gli artisti firmavano le loro opere usando l’alfabeto latino
in trascrizione tedesca o ungherese.
Una delle discipline studiate all’Accademia d’Arte di Vienna,
istituita per valutare e misurare le capacità degli studenti,
era la copia di opere d’arte di famosi maestri del Rinascimento
e del Barocco come Raffaello, Correggio, Tiziano, Tintoretto,
Rubens, Velasquez, Murillo ecc.
Uno dei pittori serbi che riuscì benissimo in questa e in
altre discipline fu Dimitrije Avramović. Egli va menzionato
anche perché era un artista con una grande cultura, cosa
rara a quell’epoca. Egli si dedicò a ricercare l’eredità culturale
medievale e a tradurre libri su quell’argomento (scrisse
un libro sulla storia e l’arte del monte Athos e un altro sui
monasteri serbi medievali). Avramović si interessava di letteratura,
come anche di filosofia, storia, lingue straniere e
caricature, ma il suo interesse principale era la pittura. Nel
1840, l’ultimo anno di studi all’Accademia di Vienna, dipinse
due opere importantissime per la sua produzione, Apoteosi di
Lukijan Mušicki e Ritratto di Vuk Karadžić. Mentre il primo
ha contenuti e trattamento artistico classicisti, il ritratto di
Vuk Karadžić costituisce una vera innovazione perché contiene
chiare anticipazioni del Romanticismo imminente. Il suo
incontro con Vuk a Vienna lo portò in Serbia l’anno seguente,
nel 1841, questa volta non a Kragujevac (come prima nel caso
di Pavel Đurković), ma a Belgrado.
Per il principe Mihailo Obrenović, il giovane governante
serbo, la scelta del pittore che avrebbe decorato la cattedrale
appena costruita a Belgrado era chiara e senza dubbi: avendo
visto a Vienna il ritratto di Vuk fatto da Avramović (e con una
raccomandazione personale di Vuk per questo pittore venticinquenne
di Sant’Ivan Šajkaški), ordinò immediatamente
che al giovane Avramović venisse spedito un invito a venire
in Serbia. La nuova cattedrale ortodossa di Belgrado doveva
dimostrare che l’architettura sacra serba, e ancor più la pittura
e la scultura, avevano uno stile totalmente nuovo. Franz
Janke fu scelto come architetto della chiesa mentre Dimitrije
Avramović eseguì gli affreschi sulle pareti e l’intera iconostasi
in circa quattro anni. Il suo lavoro non fu né facile né semplice,
ma la verità è che di tutti i pittori del tempo solo Avramović
Monumento in onore di Jovan Jovanović Zmaj a Novi Sad
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