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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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e cronache ungheresi dei tempi degli Arpadi riferisconono della presenza in Ungheria di monasteri “greci” ortodossi su<br />

“L entrambe le sponde del Danubio. Alla metà del XII secolo, l’Ungheria era, per così dire, governata dai Serbi: Jelena, figlia<br />

del Gran Župan Uroš (sovrano dell’intero paese) nonché regina e moglie di Bela II il Cieco e sorella di Beluš che fu ban (duca) di<br />

Croazia e conte palatino d’Ungheria. È un fatto storico che Beluš abbia fondato un monastero benedettino a Banoštira sul Danubio.<br />

Inoltre, una leggenda racconta come la regina Jelena avesse già fondato la chiesa serba ortodossa di Srpski Kovin, sull’<br />

isola di Čepelj vicino a Budapest, come monastero serbo ortodosso”. <br />

Milan Kašanin<br />

Češljar era considerato un eccellente pittore di ritratti. La serie<br />

di ritratti dei contemporanei di Češljar, non cospicua ma<br />

eseguita con stile e in modo impeccabile, è un contributo prezioso<br />

allo studio della ritrattistica della fine del XVIII secolo.<br />

Per la ritrattistica, Jakov Orfelin, nipote dell’allora famoso<br />

Zaharije Orfelin, non era certamente da meno. Come “residente<br />

di Karlovac” dedicò gran parte della sua creatività alla<br />

ritrattistica, ma divenne molto più famoso dipingendo figure<br />

sacre lievemente idealizzate, specialmente Cristo e la Madre<br />

di Dio. Le sue qualità artistiche e pittoriche non si sarebbero<br />

manifestate a tal punto se non avesse studiato proficuamente<br />

all’Accademia d’Arte di Vienna dal 1766 al 1770. Per quanto<br />

abbia dipinto iconostasi in centri<br />

minori delle regioni di Srem e<br />

Monastero<br />

del Banato, come nel monastero di Fenek<br />

di Bezdin (vicino ad Arad, in Romania),<br />

in realtà Orfelin diede il<br />

meglio di sé in pittura nel completamento<br />

dell’iconostasi della<br />

cattedrale a Sremski Karlovci (lavorando<br />

all’inizio con Kračun e<br />

poi continuando da solo).<br />

Durante il XVIII secolo, i centri<br />

artistici e culturali più vivaci<br />

erano, oltre a Budim all’estremo<br />

nord, Veliki Bečkerek (Zrenjanin),<br />

Novi Sad, Zemun, Pančevo,<br />

Modoš (oggi chiamata Jaša<br />

Tomić), Subotica e Sombor nel<br />

Nord, e Arad e Timisoara nel nordest<br />

del Banato. L’ultima ondata<br />

migratoria del XVIII secolo terminò<br />

con la caduta della frontiera<br />

di Koča in Serbia nel 1788. A<br />

quell’epoca, i Serbi che fuggivano<br />

nell’impero austroungarico si<br />

trovavano a sperimentare i principi<br />

dell’assolutismo illuminato<br />

200<br />

dell’imperatore Giuseppe II che, in confronto al crudele dispotismo<br />

ottomano, sembrava la più liberale delle democrazie:<br />

la schiavitù abolita, la dogana protettiva all’interno del paese<br />

soppressa, l’amministrazione centralizzata introdotta al posto<br />

di un governo basato sui ceti ed emanato il famoso “Editto di<br />

tolleranza (religiosa)”. I giovani cittadini accettarono le nuove<br />

idee con entusiasmo. I giovani borghesi furono mandati a<br />

studiare nelle università all’estero. Quei giovani intellettuali<br />

serbi erano ispirati da idee e valori che si richiamavano alle<br />

tradizioni delle antiche civiltà: il classicismo come stile artistico<br />

si diffuse ovunque, raggiungendo le zone più distanti e<br />

periferiche della sfera culturale europea occidentale, cui appartenevano<br />

anche i Balcani.<br />

Se c’è un secolo che può essere<br />

considerato “l’epoca d’oro”<br />

o il secolo della rinascita dei<br />

Serbi, quello è il XIX secolo. Per<br />

il lungimirante Njegoš questo<br />

era già chiaro anche prima di<br />

raggiungere la metà del secolo,<br />

quando affermò: “Che questo<br />

secolo sia il più orgoglioso di<br />

tutti i secoli” (Ghirlanda della<br />

montagna). Tutto ciò che i Serbi<br />

aspettavano da più di tre secoli<br />

e mezzo avvenne nel 1804.<br />

Karađorđe con la prima insurrezione<br />

serba ridestò il patriottismo<br />

e la devozione nei Serbi<br />

che vivevano al di là della Sava<br />

e del Danubio. Tutto avvenne<br />

proprio nel momento in cui il<br />

pensiero e lo spirito serbo, coltivati<br />

durante il XVIII secolo<br />

fra i Serbi in Vojvodina, dovevano<br />

essere impiegati al servizio<br />

della rinascita della Serbia.<br />

Il sentimento eroico, epico e

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