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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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Stevan Aleksić: “La cremazione delle reliquie di San Sava, Niš, Museo Nazionale<br />

“I<br />

n un luogo chiamato Vračar, un sobborgo di Belgrado, fu preparata una<br />

pira. Sopra di essa fu posta la bara di legno con le sacre spoglie del<br />

santo. E qui, nell’aprile del 1595, il corpo di San Sava fu bruciato e ridotto in<br />

cenere. Prodigiosamente, una grande fiammata si alzò nel cielo ed illuminò<br />

tutta la città.<br />

La gioia degli Ottomani per questo evento fu di breve durata perché, man<br />

mano che le fiamme diminuivano, furono sopraffatti da un’enorme paura e<br />

corsero alle loro case, chiudendosi la porta alle spalle. A Vračar, invece, molti<br />

monaci s’inginocchiarono e guardarono la fiamma in lontananza, attendendo<br />

di prendere una manciata di sacre ceneri e riportarle a Mileševa. Ma lo spirito<br />

vivo del santo vigilava vittoriosamente sul fuoco dal mondo invisibile. In vita<br />

il desiderio di Sava era stato quello di farsi martire per amore di Cristo. Ora il<br />

suo desiderio si era avverato. Perciò, con un sorriso vittorioso, Sava perdonò il<br />

pascià Sinan e benedì il popolo serbo.<br />

“Con l’aiuto di Dio non avrò timore di ciò che un uomo potrebbe farmi” (Salmo<br />

117,6)”. <br />

(San Nikolaj Arcivescovo, Vita di San Sava)<br />

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