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Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija

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Il principe Lazzaro Hrebeljanović impose gradualmente<br />

la sua autorità nella parte settentrionali del vecchio impero,<br />

nel bacino dei tre fiumi che formano la Morava (Velika<br />

Morava, Zapadna e Južna Morava). Egli sposò Milica, discendente<br />

di Vukan, il figlio maggiore di Stefano Nemanja. Nel<br />

periodo fra la battaglia sul fiume Marica e la definitiva perdita<br />

dell’indipendenza, apparve un nuovo tipo di architettura<br />

nelle regioni di Pomoravlje e Podunavlje, nei pressi dei fiumi<br />

Morava e Danubio.<br />

Chiesa dedicata alla Presentazione della Vergine Maria<br />

al Tempio ed il monastero di Kalenić si devono Bogdan<br />

(Commissario del despota Stefano), l’inizio del XV secolo<br />

Le chiese di questo periodo sono a pianta trilobata, con una<br />

o cinque cupole e facciate di raffinata fattura decorativa; lo<br />

stile di queste opere è chiamato “stile della Morava” per la loro<br />

ubicazione nelle zone limitrofe a questo fiume.<br />

Le opere donate dal principe Lazzaro, dalla principessa<br />

Ljubica, dal despota Stefano Lazarević e da svariati membri<br />

130<br />

dell’alta nobiltà e dell’alto clero ricadono nella categoria dei<br />

monumenti nello stile della Morava. Uno dei primi edifici costruiti<br />

in questo stile fu la chiesa della Resurrezione nel monastero<br />

di Ravanica, destinata ad essere il mausoleo del principe<br />

Lazzaro. La costruzione della chiesa, che è a pianta cruciforme,<br />

detta anche pianta a croce quadrata, iniziò nel 1375.<br />

Le facciate, progettate e realizzate con cura, si distinguono<br />

per la decorazione dei rilievi in pietra, di squisita fattura, e per<br />

la regolare alternanza di pietra e mattoni. La chiesa fu, con<br />

tutta probabilità, affrescata in tre fasi ed ultimata nel 1387.<br />

Nel 1389, dopo la sua uccisione nella battaglia del Kosovo, il<br />

principe Lazzaro fu sepolto nella chiesa della Resurrezione di<br />

Priština. Nel 1392 le sue spoglie furono trasferite nella chiesa<br />

della Resurrezione di Ravanica, il suo mausoleo.<br />

A Kruševac, capitale a quell’epoca, il principe Lazzaro costruì<br />

una chiesa, oggi nota come Lazarica. Essa fu dedicata a<br />

Santo Stefano, santo patrono della dinastia Nemanjić. La costruzione<br />

iniziò verso il 1377-1378, alla nascita di suo figlio,<br />

nonché suo successore, Stefano Lazarević. I tratti distintivi di<br />

Lazarica sono le facciate policrome, costruite alternando file<br />

orizzontali di quadrati in pietra con sezioni di tre file di mattoni.<br />

Le decorazioni in rilievo e i colori delle facciate di Ravanica<br />

sono tipici della scuola della Morava.<br />

Il monastero di Ljubostinja, con la chiesa dedicata alla Dormitio<br />

Virginis, si deve alla donazione della principessa Milica,<br />

diventata in seguito suor Jevgenija. La sua edificazione fu ultimata<br />

entro il 1389, gli affreschi entro il 1405. La costruzione<br />

in muratura fu opera di Rade Borović, citato anche nei poemi<br />

epici come “Rade il Muratore”. Egli lasciò la sua firma sul gradino<br />

del portale che collega il nartece alla navata. La chiesa di<br />

Ljubostinja è dotata di una elaborata pianta trilobata cruciforme<br />

e di una cupola.<br />

Le facciate, costruite con blocchi di pietra, sono intonacate<br />

e coperte di affreschi. Gli artigiani usarono il rosso per dipingere<br />

le superfici intonacate delle facciate, imitando i mattoni<br />

e le pietre. Nastri intrecciati geometricamente e un motivo a<br />

gigli sono i tratti distintivi della decorazione scultorea di Ljubostinja.<br />

Il pittore Makarije, che giunse qui dalla Macedonia<br />

con i suoi aiutanti, iniziò a dipingere gli affreschi prima della<br />

battaglia del Kosovo e li ultimò fra il 1402 e il 1405. Oggi degli<br />

affreschi originari rimangono solo frammenti. La rappresentazione<br />

dei Benefattori comprende i ritratti del principe Lazzaro<br />

e della principessa Milica raffigurati su un lato, mentre<br />

il ritratto di Vuk Lazarević con il despota Stefano, che tiene<br />

in mano le insegne del sovrano, si trova sull’altro lato della<br />

il testo segue a pag. 136

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