Val D'agri
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Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Il fiume Agri<br />
(Akiris, Ακύρις in greco antico)<br />
è un importante fiume che scorre<br />
interamente in Basilicata, e<br />
che dà il nome alla valle omonima.<br />
È il 2° della regione per<br />
lunghezza dopo il Basento con<br />
136 km di corso, e per ampiezza<br />
di bacino dopo il Bradano, ma<br />
il primo per ricchezza d’acque.<br />
Anticamente era chiamato Aciris,<br />
Akiris o Kyris, che in lingua<br />
osca significava fiume navigabile:<br />
difatti tramanda Strabone<br />
che quando le sue sponde erano<br />
ricche di boschi il suo alveo<br />
era profondo e ciò rendeva il fiume<br />
navigabile. La sua sorgente<br />
si trova vicina a quella del fiume<br />
Basento, sul Monte Maruggio e<br />
sulla Serra di Calvello. Bagna subito<br />
il centro di Marsico Nuovo<br />
dove forma un piccolo lago artificiale,<br />
scorrendo per alcuni km<br />
parallelo alla strada statale 598.<br />
Nel territorio di Montemurro il<br />
fiume, dopo essersi arricchito<br />
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Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.
di svariati apporti minori sia da<br />
destra che da sinistra (da citare<br />
il fiume Maglia), viene sbarrato<br />
da una diga e forma il Lago di<br />
Pietra del Pertusillo, compreso<br />
altresì nei territori di Grumento<br />
Nova e Spinoso. Più a valle<br />
il fiume allarga il proprio letto<br />
ricevendo nuovamente svariati<br />
affluenti tra i quali i torrenti Trigella<br />
e Racanello provenienti da<br />
destra. Nei pressi del comune di<br />
Sant’Arcangelo il fiume amplia<br />
ancora il proprio letto scorrendo<br />
con andamento a canali intrecciati<br />
tipico delle fiumare del sud<br />
Italia e fungendo da confine tra<br />
la provincia di Potenza e la provincia<br />
di Matera. In breve riceve<br />
da sinistra il grosso torrente Sauro<br />
che gli incrementa notevolmente<br />
la portata d’acqua, scorrendo<br />
sempre tranquillo in un<br />
larghissimo greto ciottoloso e<br />
formando il piccolo bacino artificiale<br />
di Gannano. Pochi km e il<br />
fiume entra nella Piana di Metaponto<br />
dove, dopo aver sfiorato<br />
pigramente il centro di Policoro,<br />
va a sfociare nel Mar Ionio versandosi<br />
in un piccolo estuario.<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare. 3
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4 Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.
La <strong>Val</strong> d’Agri<br />
Nell’angolo nord ovest della Basilicata<br />
c’è una valle dall’atmosfera<br />
magica in cui i colori della<br />
terra, variopinti e suggestivi, si<br />
impastano e si fondono per creare<br />
il piacere di emozioni senza<br />
tempo. E’ la <strong>Val</strong>le dell’Agri,<br />
un’ampia e verdeggiante pianura<br />
attraversata dal fiume Agri,<br />
l’antico Akiris, nel cuore del giovane<br />
Parco Nazionale dell’Appennino<br />
Lucano <strong>Val</strong> d’Agri Lagonegrese.<br />
Una terra immersa<br />
in una serena tranquillità che si<br />
offre al visitatore nella bellezza<br />
della sua natura, delle rigogliose<br />
aree boschive e dei pascoli verdi;<br />
in cui l’acqua, protagonista<br />
indiscussa, sgorga copiosa da<br />
antichissime sorgenti tra rivoli e<br />
torrenti. E’ la terra della luce e<br />
del silenzio, dov’è ancora possibile<br />
ascoltare il suono del vento.<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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6 Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.
Marsico Nuovo<br />
Marsico è una delle cittadine<br />
che ha saputo meglio conservare<br />
la ricchezza artistica e il pregio<br />
delle sue costruzioni risalenti<br />
al periodo medievale, periodo<br />
del suo massimo splendore.<br />
A quest’epoca risalgono, infatti,<br />
gli incantevoli monumenti della<br />
“Civita”, la parte più alta del<br />
paese. Tra questi la maestosa<br />
Cattedrale di San Giorgio, del<br />
XIII secolo, collegata al palazzo<br />
vescovile e la Chiesa di San Gianuario,<br />
edificata nell’XI secolo,<br />
che presenta un bellissimo portale<br />
in pietra opera di Melchiorre<br />
da Montalbano. Nell’interno<br />
si trovano il mezzo busto di San<br />
Gianuario e il “giogo dei buoi”<br />
che portò il corpo del Santo, rinvenuto<br />
nel Bosco Arioso, davanti<br />
all’abazia. Per la sua preziosa<br />
storia la chiesa è stata dichiarata<br />
monumento nazionale.<br />
Una tappa d’obbligo è la Chiesa<br />
di San Michele, la più antica del<br />
paese, oggi sede del Museo di<br />
Arte Sacra che conserva pregevoli<br />
manufatti artistici, tra cui: alcune<br />
tele della scuola del Giordano,<br />
statue lignee e mezzi busti<br />
dal Rinascimento al Settecento,<br />
corredi liturgici in argento, resti<br />
di affreschi di epoca medievale<br />
e una sorprendente Ultima Cena<br />
di Giovanni Todisco da Abriola,<br />
compendio dei sapori della tavola<br />
del cinquecento lucano.<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Marsicovetere<br />
Dominato dall’imponente Monte<br />
Volturino conserva intatta la<br />
sua tipica struttura medievale<br />
fatta di case in pietre, splendidi<br />
archi litici e numerose e ripide<br />
scalinate. Con i suoi 1037 m<br />
il paese è uno dei più alti della<br />
Basilicata.<br />
Un documento del 1188 attesta<br />
che il primo insediamento<br />
urbano era costituito da un borgo<br />
nato intorno al castello, residenza<br />
del Signore Bartolomeo.<br />
Nel 1498 il paese fu donato a<br />
Giovanni Caracciolo col titolo di<br />
Principe. La Signoria dei Caracciolo<br />
perdurò fino al 1777 quando<br />
la comunità marsicovetrese<br />
riscattò il paese divenendo “Libera<br />
Università”. Dopo il 1860<br />
l’antico borgo fu funestato da<br />
ordate di briganti.<br />
Monumento simbolo di Marsicovetere<br />
è il castello che presenta<br />
una singolare torre, due<br />
porte di accesso alla fortezza e<br />
un antico mulino a vento. Tra i<br />
palazzi signorili ricordiamo il palazzo<br />
Piccininni, un tempo residenza<br />
dei Caracciolo, il palazzo<br />
Tranchitella e i palazzi Ziella e<br />
Pascale forniti di portali in pietra<br />
locale, opera di scalpellini marsicovetresi<br />
che un tempo animavano<br />
il borgo lavorando nelle<br />
numerose botteghe.<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Villa d’Agri<br />
Villa d’Agri fa parte del comune<br />
di Marsicovetere, in provincia di<br />
Potenza, nella regione Basilicata.<br />
La frazione o località di Villa d’Agri<br />
dista 1,97 chilometri dal medesimo<br />
comune di Marsicovetere<br />
di cui essa fa parte.<br />
Del comune di Marsicovetere<br />
fanno parte anche le frazioni o<br />
località di Arbusto (3,14 km),<br />
Arenara (1,93 km), Barricelle<br />
(2,31 km), Capizzo (3,37 km),<br />
Case sparse (-- km), Chiuppo<br />
(2,96 km), Cultura (2,52 km),<br />
Pedali Le Grotte I (2,94 km). Il<br />
numero in parentesi che segue<br />
ciascuna frazione o località indica<br />
la distanza in chilometri tra la<br />
stessa e il comune di Marsicovetere.<br />
La frazione o località di Villa d’Agri<br />
sorge a 610 metri sul livello<br />
del mare.<br />
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Paterno<br />
Dalle origini antichissime, in<br />
epoca romana vide sorgere nella<br />
sua bella e fresca pianura molteplici<br />
ville rustiche, di una di<br />
esse sono stati ritrovati i resti in<br />
località “Aggia”. Del passaggio<br />
dei romani si ha traccia anche a<br />
“<strong>Val</strong>le Romana” dove dagli anni<br />
Sessanta è stata condotta una<br />
fruttuosa campagna di scavi che<br />
ha portato alla luce numerosi reperti.<br />
Le orde saracene che, sul declinare<br />
del primo millennio, distrussero<br />
Grumentum, costrinsero<br />
gli abitanti di Paterno ad<br />
aggregarsi a quelli di Marsico<br />
Nuovo con i quali condivisero le<br />
vicissitudini storiche fino al 1973,<br />
quando ottennero l’indipendenza<br />
amministrativa. Durante il brigantaggio<br />
post-unitario alcuni<br />
dei suoi cittadini si diedero alla<br />
macchia, organizzandosi anche<br />
in bande. Tra questi ricordiamo<br />
il capobanda Federico Aliano<br />
e Michele Marsicovetere (alias<br />
Naca-Naca) che si dice trovasse<br />
rifugio nella “Grotta del Brigante”,<br />
nei pressi di Campo Rotondo,<br />
ancora oggi presente.<br />
La ricchezza di sorgenti d’acqua<br />
portò in epoca fascista alla realizzazione<br />
di un bellissimo complesso,<br />
in località “Sorgitora”,<br />
costituito da un caseggiato in<br />
stile razionalista, sede storica<br />
dell’Acquedotto Lucano, e da<br />
diverse fontana in pietra locale<br />
in cui l’acqua sgorga da puntuali<br />
bocche di leone.<br />
Numerose le testimonianze<br />
della sua storia agricola: fienili,<br />
masserie e i tradizionali silos<br />
punteggiano la cittadina, segnaliamo<br />
la Masseria e i silos appartenuti<br />
alla famiglia Navarra, la<br />
Masseria Rossi e il casino dei<br />
Rautis.<br />
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Tramutola<br />
Tramutola cela nel suo stesso<br />
nome - terra imbevuta d’acqua<br />
- i segni di quell’elemento che<br />
fortemente caratterizza l’intero<br />
territorio e che qui si manifesta<br />
in numerose sorgenti e fontane.<br />
Importante fu per la vita del paese<br />
la presenza fin dal X secolo<br />
dei benedettini. La Badia di San<br />
Pietro -oggi casa Fiatamoneluogo<br />
che li ospitò, conserva un<br />
loggiato con capitelli di stile romanico<br />
del XII secolo.<br />
I benedettini favorirono la coltura<br />
del gelso e l’allevamento del<br />
baco da seta, sviluppando per<br />
secoli una notevole produzione<br />
tessile. Le vie del paese sono<br />
costellate da portali e loggiati<br />
di antichi palazzi nobiliari, nel<br />
centro storico si fanno notare i<br />
palazzi gentilizi dei Magaldi, <strong>Val</strong>ente,<br />
Petruzzelli, Terzelli, Pecci<br />
e Rautis, famiglia di origine spagnola.<br />
Anche nelle architetture<br />
più modeste si palesano particolari<br />
raffinati come piccole testine<br />
femminili che sostengono<br />
balaustre, simbolo di fertilità.<br />
Da visitare la Chiesa Madre che<br />
conserva la statua lignea della<br />
Madonna dei Miracoli del XV<br />
secolo e un polittico del 1569<br />
opera di Antonio Stabile raffigurante<br />
la Deposizione con<br />
San Cataldo, San Giovanni e la<br />
Pentecoste. Di fronte la Chiesa<br />
del Rosario al cui interno è custodito<br />
un maestoso altare ligneo<br />
seicentesco raffigurante i<br />
15 misteri del rosario. Simbolo<br />
della comunità tramutolese è<br />
l’antico lavatoio comunale, un<br />
canale con acqua sorgiva in cui<br />
le donne s’inginocchiavano fino<br />
a pochi anni fa per lavare i panni.<br />
Sito in località “Capo d’Acqua”,<br />
costruito nel XVII sec. è<br />
delimitato da una bella fontana<br />
in pietra e un antico mulino, set<br />
di una delle scena più piacevoli<br />
di “Basilicata cost to cost”.<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Viggiano<br />
Posta a 1023 metri di quota nel<br />
massiccio del Volturino, vide nascere<br />
il primo agglomerato urbano<br />
intorno all’eremo di Santa<br />
Maria la Preta, del quale rimangono<br />
le rovine su un crostone di<br />
roccia. I monaci basiliani diffusero<br />
tra le genti lucane il culto mariano<br />
portato dall’oriente.<br />
Nello stemma comunale campeggiano<br />
le tre torri del castello<br />
angioino che dominava il paese<br />
e di cui restano pochi ruderi.<br />
Nella parte più antica il paese<br />
mostra ancora il suo cuore medievale<br />
tra vicoli stretti e appesi,<br />
con scale, archi e sottopassi<br />
e meravigliosi portali in pietra<br />
con chiavi di volta decorate da<br />
scalpellini locali, raffiguranti il<br />
mestiere del padrone di casa. Di<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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straordinario fascino la Villa Sanfelice<br />
appartenuta ai marchesi<br />
Sanfelice di Monteforte, Principi<br />
di Viggiano dal 1891, e da poco<br />
restaurata.<br />
Viggiano è la Patria della Madonna<br />
Nera, Regina e Madre<br />
delle genti lucane. La statua<br />
lignea, databile intorno al XI-<br />
I°-XIII° secolo, da settembre a<br />
maggio è custodita nella Chiesa<br />
di Santa Maria del Deposito,<br />
chiesa che, elevata da Paolo VI<br />
a Basilica Pontificia Minore, conserva<br />
al suo interno preziose<br />
opere d’arte. Nella prima domenica<br />
di maggio la Patrona delle<br />
Genti Lucane, con una suggestiva<br />
e affollatissima processione, è<br />
portata a spalle nel Santuario sul<br />
Sacro Monte a 1725 mt di quota,<br />
edificato nel XIV° secolo sul<br />
luogo in cui fu trovata da alcuni<br />
pastori la sacra immagine. Nella<br />
prima domenica di settembre<br />
tra ali supplicanti e festanti di fedeli<br />
provenienti da tutti i paesi<br />
lucani e da quelli del Cilento e<br />
dell’Alto Cosentino la venerata<br />
statua fa il suo trionfale ritorno<br />
in paese.<br />
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Moliterno<br />
Moliterno sorge arroccata su<br />
una rupe che domina dall’alto<br />
la vallata, in una cornice naturalistica<br />
d’indubbio fascino.<br />
Nata in seguito ai saccheggi di<br />
Grumentum da parte dei Saraceni,<br />
fu inizialmente feudo dei<br />
Sanseverino, poi dei Carafa. Nel<br />
1700 divenne particolarmente<br />
vivace sul piano delle arti e delle<br />
scienze, acquistando la fama<br />
di capitale culturale della <strong>Val</strong>le:<br />
fiorirono un’accademia di studi<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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e il teatro e nacque una scuola<br />
di medicina. La cittadina è dominata<br />
dal castello medievale,<br />
dichiarato monumento d’interesse<br />
nazionale, e dalla possente<br />
mole della Chiesa Matrice<br />
dell’Assunta, con un’imponente<br />
cupola alta 32 metri opera di<br />
Ignazio Iullis, allievo del Vanvitelli.<br />
Pregevoli anche la Chiesa<br />
di Santa Croce che conserva una<br />
Deposizione del Pietrafesa e la<br />
chiesa di San Biagio che custodisce<br />
la “Madonna con bambino<br />
tra San Giacomo e San Liborio”,<br />
opera di Paolo De Matteis, celebre<br />
allievo di Luca Giordano.<br />
Le pittoresche stradine di Moliterno,<br />
fatte di costruzioni semplici<br />
e lineari, fanno da palcoscenico<br />
agli eleganti palazzi<br />
gentilizi che si offrono, nella loro<br />
bellezza, allo sguardo del visitatore<br />
- Palazzo Lo Vito, Palazzo<br />
<strong>Val</strong>inoti, Palazzo Gilberti etc.<br />
una collezione di stampe, una<br />
pinacoteca con opere di pittori<br />
lucani e una videoteca con numerosi<br />
servizi televisivi dedicati<br />
alla Basilicata.<br />
Con l’oasi naturale della Faggeta,<br />
distante dall’abitato solo<br />
7 km e gestita dal WWF, Moliterno<br />
non si sottrae al fascino<br />
paesaggistico che domina tutta<br />
la valle e offre al visitatore escursioni<br />
geologiche, passeggiate in<br />
bicicletta e percorsi trekking. La<br />
Sagra del Canestrato, pecorino<br />
locale a marchio IGP stagionato<br />
nei fondaci dei palazzi gentilizi<br />
oggi accessibili al pubblico, è la<br />
festa più rappresentativa di questa<br />
cittadina; la prima edizione<br />
risale all’agosto del 1982 e da<br />
allora si ripete annualmente la<br />
prima domenica di agosto.<br />
Interessante è per il turista una<br />
visita alla “Casa Museo Domenico<br />
Aiello”, riproduzione filologica<br />
di una tipica abitazione lucana<br />
degli anni trenta che comprende<br />
al suo interno una biblioteca,<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Sarconi<br />
Collocato alle pendici del monte<br />
Sirino, tra due tributari del fiume<br />
Agri (Sciaura e Maglie), vide<br />
sorgere durante la dominazione<br />
romana numerose ville rustiche,<br />
dimore dei grumentini nei mesi<br />
estivi. Infeudato inizialmente dai<br />
normanni, nella cittadina si sono<br />
avvicendati diversi signori e solo<br />
dopo la fine del regime fascista,<br />
Sarconi, ha ottenuto autonomia<br />
amministrativa da Moliterno.<br />
Giungendo in paese lo sguardo<br />
è attratto dai resti dell’acquedotto<br />
Cavour costruito nel 1867<br />
su antichi ruderi romani. L’opera,<br />
in muratura e mattoni, che<br />
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si fonde armoniosamente con il<br />
verde interminabile della valle è<br />
stata il set per una delle scene<br />
del film “Basilicata coast to coast”.<br />
Il centro storico, di forma<br />
tondeggiante e con vicoli ad<br />
anelli concentrici, presenta nella<br />
piazzola l’antico convento di<br />
San Filippo con annessa chiesa<br />
di San Giacomo e i palazzi Amelina<br />
e Fruguglietti con portali in<br />
pietra decorati e balconi in ferro<br />
battuto. Da visitare la trecentesca<br />
Chiesetta di Santa Lucia che<br />
conserva un affresco raffigurante<br />
la Madonna con Bambino<br />
e un trittico con San Silvestro,<br />
Santa Lucia e Sant’Antonio Abate<br />
di autore ignoto e la Chiesa<br />
di Sant’Antonio del XVII secolo<br />
che è custode di affreschi e statue<br />
sacre d’innegabile valore artistico.<br />
Sarconi è circondato da una fiorente<br />
vegetazione e da suggestivi<br />
boschi: nel bosco Maglie<br />
sono presenti un rifugio e un’area<br />
attrezzata da cui si dipartono<br />
diverse piste forestali mentre<br />
nel bosco Farnie, caratterizzato<br />
da alberi ad alto fusto, vi è l’incantevole<br />
fontana Amelina meta<br />
di molti turisti nel periodo estivo.<br />
Caratteristica importantissima<br />
dell’economia del paese è<br />
la produzione di fagioli, di cui<br />
esistono diverse ed apprezzate<br />
qualità. I fagioli sono ottenuti<br />
dalla coltivazione di ecotipi<br />
tradizionali su terreni al di sopra<br />
dei 600 metri sul livello del<br />
mare, di origine alluvionale , con<br />
una buona capacità di ritenzione<br />
idrica e privi di calcare. Il fagiolo<br />
ha ottenuto il marchio IGP e nel<br />
periodo estivo è protagonista di<br />
una frequentatissima e rinomata<br />
sagra.<br />
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Gallicchio<br />
Situato su una collina nella valle<br />
del fiume Agri, Originariamente<br />
sorgeva sul territorio denominato<br />
Gallicchio Vetere. Distrutto<br />
dalle frequenti incursioni dei Saraceni<br />
fu ricostruito sulle rocce<br />
del Fosso dei Monaci,in un territorio<br />
impraticabile e circondato<br />
da grotte.<br />
Il paese nel periodo feudale<br />
appartenne prima alla famiglia<br />
Missanelli, poi ai Gattula ed infine<br />
ai baroni Attolini di cui ancor<br />
oggi si può ammirare l’imponente<br />
palazzo baronale.<br />
Da visitare è la chiesa madre<br />
dedicata alla Madonna del Carmine<br />
che conserva un dipinto<br />
raffigurante la Madonna del<br />
Carmine del 1613 ed un affresco<br />
raffigurante Sant’Anna e la<br />
Vergine Santissima. Il territorio<br />
circostante è ricco di vigneti e<br />
uliveti dai quali si ricava ottimo<br />
vino e olio di buona qualità.<br />
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Missanello<br />
Le prime notizie storiche circa le<br />
origini di Missanello risalgono<br />
al 1072. Nel corso dei secoli la<br />
cittadina è stata dominata da diversi<br />
feudatari fra cui Guglielmo<br />
Berengario, Roberto De Autresche,<br />
Coppola del Sangro, Pappacoda<br />
e Lentini. Del periodo<br />
feudale rimane il Castello situato<br />
nella parte alta del paese.<br />
Interessante è la chiesa Madre<br />
di San Nicola Magno, con un<br />
portale con cornice dentellata e<br />
nel cui interno sono conservati<br />
un polittico del XIV sec., raffigurante<br />
la Madonna, ed una statua<br />
trecentesca del Santo.<br />
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Aliano<br />
Non si hanno notizie certe circa<br />
le origini di Aliano. La presenza<br />
di alcune grotte, utilizzate prima<br />
come rifugi personali e poi dai<br />
monaci basiliani, testimonierebbe<br />
l’esistenza di un nucleo di<br />
abitanti sin dalla Preistoria. Alcuni<br />
scavi archeologici attestano<br />
la presenza di insediamenti di<br />
pastori nel periodo delle guerre<br />
di Pirro.<br />
Molti di questi reperti sono conservati<br />
nel museo della Siritide,<br />
ma i documenti più antichi che<br />
citano il paese di Aliano risalgono<br />
all’anno 1060: si tratta di una<br />
bolla papale che attestava il potere<br />
del vescovo di Tricarico sul<br />
territorio di Aliano.<br />
Ma questo piccolo paese è famoso<br />
per esser stato sede<br />
dell’esilio di Carlo Levi. Nel<br />
1935 lo scrittore dedicò la sua<br />
opera più importante al paese e<br />
la intitolò “Cristo si è fermato ad<br />
Eboli”, proprio per evidenziare<br />
l’arretratezza culturale, sociale<br />
ed economica di queste zone,<br />
dimenticate da tutti. Lo stesso<br />
Levi decise di farsi seppellire<br />
proprio ad Aliano, tra i contadini<br />
del posto. Allo scrittore è stato<br />
dedicato un museo in cui sono<br />
conservati documenti fotografici<br />
e pittorici dell’artista relativi al<br />
periodo dell’esilio.<br />
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42 Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.
Sant’Arcangelo<br />
Scarse sono le notizie sull’origine<br />
del centro urbano di Sant’Arcangelo,<br />
probabilmente le sue<br />
origini sono da ricercare all’epoca<br />
longobarda, dato il toponimo<br />
relativo al Santo venerato dai<br />
Longobardi, mentre il nome di<br />
San Brancato deriverebbe la sua<br />
origine da San Barbato, vescovo<br />
della capitale longobarda e principale<br />
fautore della conversione<br />
del suo popolo al cattolicesimo.<br />
Da San Brancato, provengono<br />
i rinvenimenti più antichi della<br />
zona, una necropoli con ricchi<br />
corredi e giocattoli in terracotta<br />
(conservati al museo della Siritide).<br />
Il borgo fiorisce con i Normanni,<br />
la famiglia più importante,<br />
fu quella dei Della Marra che<br />
governarono il feudo dal 1289.<br />
Proprio un esponente dei Della<br />
Marra, Eligio, si deve la costruzione<br />
nel 1474 del monastero<br />
di Santa Maria dell’Orsoleo, per<br />
i frati francescani, ampliando la<br />
Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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vecchia chiesa dell’Orsoleo. Il<br />
monastero è ricco di affreschi<br />
narranti storie evangeliche e<br />
francescane, alcuni di questi di<br />
Giovanni Todisco. Tra i vari dipinti<br />
presenti nel monastero,<br />
particolarmente interessante<br />
è un dipinto che raffigura un<br />
cavaliere nell’atto di uccidere<br />
un drago, infatti presso la cappella<br />
della chiesa era presenti<br />
due grosse mascelle ed una<br />
testa triangolare munita di corni<br />
e denti aguzzi, una specie di<br />
animale non prsente in queste<br />
zone, si racconta, appunto, che<br />
questi resti appartenessero ad<br />
un drago che dimorava in una<br />
grotta vicino al fiume nelle campagne<br />
di Gannano che uccideva<br />
i contadini.<br />
Poco distante dal monastero<br />
sorgono alcune torri: la Torre<br />
Molfese, costruita per difesa<br />
del monastero, del territorio e<br />
delle strade, fu costruita intorno<br />
al 1500, fu dotata anche di<br />
una cappella dedicata alla Santa<br />
Croce (poco distante). Oggi<br />
la torre ospita il Centro Regionale<br />
Lucano dell’Accademia di<br />
Storia dell’Arte Sanitaria. L’altra<br />
denominata La Cavallerizza, di<br />
cui rimangono alcuni ruderi, era<br />
un maestoso palazzo con numerose<br />
stanze, citato in numerose<br />
carte geografiche (Atlante di<br />
D.A. Magini, Carta Seicentesca<br />
di Terra di Bari e Basilicata, Carta<br />
della provincia di Basilicata e<br />
Terra di Bari).<br />
Dal 1517 al 1638, Sant’Arcangelo,<br />
fu di pertinenza dei principi<br />
Carafa, poi passò ai Colonna di<br />
Stigliano. Nel centro storico di<br />
Sant’Arcangelo si dislocano una<br />
serie di chiese, la Chiesa Madre,<br />
dedicata a San Nicola di Bari e<br />
che conserva affreschi del ‘700 e<br />
una fonte battesimale del ‘400 e<br />
una scultura lignea del XVI sec,<br />
la chiesa di San Rocco del XVI<br />
secolo, che è parte di un antico<br />
monastero di francescani, conserva<br />
un prezioso polittico su<br />
tela della metà del ‘600 di Battista<br />
Azzolino, tre tele di Pietro<br />
Antonio Fierro.<br />
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Lungo il fiume Agri. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Montalbano<br />
Jonico<br />
Il suo nome probabilmente deriva<br />
da “Mons Albanus”, in relazione<br />
all’antica città di Albano.<br />
La zona, a giudicare dai numerosi<br />
reperti ritrovati nelle aree limitrofe,<br />
è stata abitata sin dall’epoca<br />
ellenistica-romana.<br />
Nel centro del paese è visibile<br />
il bellissimo “Arco del Pubblico<br />
Orologio”, un’antica porta del<br />
XVII sec.<br />
Molto interessante è la chiesa<br />
madre di Santa Maria d’Episcopio<br />
e di San Maurizo, del cinquecento<br />
e ristrutturata in varie<br />
epoche.<br />
Il paese è noto per aver dato i<br />
natali a Melchiorre da Montalbano,<br />
architetto e scultore che<br />
operò nel XIII sec., autore della<br />
ricostruzione della chiesa di Rapolla.<br />
Il paese è ricordato anche per<br />
essere stato il paese di origine<br />
della famiglia di Nicola Romeo,<br />
fondatore della nota casa automobilistica<br />
Alfa Romeo.<br />
Il territorio ha un notevole sviluppo<br />
agricolo soprattutto nella<br />
zona dei “Giardini di Montalbano”,<br />
situata lungo le sponde<br />
del fiume Agri su cui si coltivano<br />
agrumeti, uliveti ed ortaggi.<br />
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Scanzano<br />
Jonico<br />
Originariamente il centro fu sotto<br />
il controllo dei monaci basiliani<br />
di Sant’Elia di Carbone ed in<br />
seguito passò al dominio di Pedro<br />
de Toledo, che fece erigere<br />
il palazzo baronale denominato<br />
comunemente Palazzaccio.<br />
Nelle vicinanze della spiaggia è<br />
situata una torre d’avvistamento,<br />
costruita nel periodo aragonese,<br />
mentre un’altra torre a forma<br />
cilindrica si può apprezzare<br />
in località “Terzo Madonna”.<br />
In località Termitito si trovano i<br />
resti di un importante insediamento<br />
di età micenea, occupato<br />
in seguito da coloni greci.<br />
Da visitare è la chiesa dell’Assunta,<br />
che conserva nel suo interno<br />
la corona d’argento di una<br />
statua della Madonna del 1715<br />
ed alcune sculture lignee del<br />
XVIII sec.<br />
Interessante è anche la masseria<br />
di Recoleta.<br />
Scanzano è un centro balneare<br />
in fase di evoluzione con spiagge<br />
molto ben curate, che sono<br />
meta ogni anno di un considerevole<br />
flusso turistico.<br />
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Sapori di Campagna di Izzo Giovanni<br />
via Nenni, 2 - San Brancato di Sant’Arcagnelo (Pz)<br />
Testi: Wikipedia; www.valdagriturismo.com<br />
Foto: www.basilicataturistica.com<br />
Finito di stampare nel mese di Maggio 2016<br />
per conto della MP s.r.l. - Senise (Pz) da:<br />
Vietata la riproduzione totale o parziale di loghi, testi e foto.<br />
Tutti i diritti sono riservati.<br />
Impaginazione e grafica a cura di:<br />
Marco Deodati - Arti Visive<br />
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