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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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maiali erano stati anestetizzati per evitare il dolore delle ustioni da radiazioni beta.<br />

L’esercito voleva stabilire quale stoffa avrebbe resistito meglio all’esplosione di una<br />

bomba atomica. Molto più arretrati, sdraiati in trincee, si trovavano cento soldati, che<br />

avrebbero preso parte a esperimenti scientifici della durata di ventiquattro ore. In<br />

documenti classificati che ho ottenuto, gli scienziati si riferivano a questi esperimenti<br />

chiamandoli progetto Indoctrination 37 . Una commissione sulle risorse umane conduceva<br />

questi test sui soldati per stabilire come avrebbero reagito psicologicamente di fronte<br />

all’esplosione di una bomba nucleare. <strong>La</strong> commissione 38 voleva studiare la “psicologia del<br />

panico” e poi mettere a punto “programmi di ingegneria emotiva” per i soldati da usare in<br />

futuro.<br />

Un secondo battaglione di 2.100 soldati era stato dispiegato in una posizione ancora<br />

più arretrata, all’<strong>Area</strong> 4 e all’<strong>Area</strong> 7, con il compito di simulare «un attacco da parte di<br />

forze nemiche 39 contro <strong>La</strong>s Vegas, della durata di quattro giorni». Un chilometro e mezzo<br />

a sud, 250 marines avrebbero eseguito esercitazioni combinate aria-terra usando un<br />

trattore anfibio chiamato LVTP5, evoluzione del veicolo da sbarco LVT impiegato nel<br />

Pacifico nel corso della Seconda guerra mondiale, un «mostro corazzato capace di portare<br />

i marines sulla spiaggia <strong>senza</strong> che si bagnassero i piedi». Partecipavano alle manovre<br />

anche decine di elicotteri. Erano presenti divisioni mediche, incaricate di studiare la<br />

“biologia dell’esplosione” per stabilire gli effetti primari e secondari di mattoni, legno e<br />

vetro scagliati in aria. Erano stati costruiti diversi tipi di edifici per capire quali avrebbero<br />

resistito meglio a una detonazione nucleare: legno o cartongesso; muratura o metallo;<br />

tegole di amianto o tetto catramato. <strong>La</strong> Federal Civilian Defense Administration<br />

(Amministrazione federale per la difesa civile) stava testando diversi tipi di rifugi e<br />

gallerie sotterranee. Una delle strutture misurava 27 metri per 27 e aveva una porta<br />

rinforzata pesante un centinaio di tonnellate montata su una rotaia.<br />

Richard Mingus era al posto di controllo quando la bomba Hood esplose con tutta la<br />

potenza dei suoi 74 chilotoni. Quasi subito dopo la detonazione, arrivò una chiamata per<br />

il capo di Mingus, il sergente May. C’era un grosso problema di sicurezza, dissero a May.<br />

L’Atomic Energy Commission si era dimenticata di far sorvegliare l’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> e May aveva<br />

bisogno che Mingus si recasse immediatamente all’installazione evacuata. «Quando il<br />

sergente May mise giù il telefono si girò verso di me e disse: “Vai al deposito<br />

antiradiazioni, prendi un contatore Geiger e raggiungi prima che puoi l’edificio 23”.»<br />

Mingus obbedì agli ordini. Saltò sul camion dell’Atomic Energy Commission e si diresse a<br />

tutta velocità verso l’edificio 23.<br />

A essere classificato non era solo il potenziale di Hood; lo era anche il fatto che,<br />

nonostante l’Atomic Energy Commission avesse dichiarato che non stava testando bombe<br />

termonucleari, Hood era una bomba all’idrogeno. Hood era sei volte più potente della<br />

bomba sganciata su Hiroshima e nel 2011 rimane l’ordigno più potente mai fatto<br />

esplodere sul territorio continentale degli Stati Uniti. Il lampo della detonazione fu visibile<br />

dal Canada al Messico e fino a 800 miglia dalla costa. «L’esplosione fu così potente che<br />

mentre illuminava l’oscurità che precede l’alba fu avvertita e vista nella maggior parte<br />

dell’Ovest degli Stati Uniti» riferì la United Press International. L’onda d’urto ci mise 25<br />

minuti ad arrivare a Los Angeles, 560 chilometri a ovest. Più o meno nel momento in cui

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