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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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meridionale, i test Plumbbob andarono avanti come previsto.<br />

Dopo il Progetto 57, la prima esplosione nucleare della serie a formare un fungo<br />

atomico fu denominata “Boltzmann” e avvenne il 28 maggio 1957. Aveva una potenzialità<br />

di 12 chilotoni, più o meno la stessa della bomba di Hiroshima, e causò l’evacuazione<br />

temporanea del personale dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> 36 , distante 17,5 chilometri. <strong>La</strong> bomba fu descritta<br />

in un comunicato stampa semplicemente come un «dispositivo del laboratorio scientifico<br />

di Los Alamos». Il 9 giugno 1957 il «New York Times» pubblicò il «programma parziale»<br />

dei test atomici dell’operazione Plumbbob in modo che i turisti desiderosi di vedere un<br />

fungo atomico potesse pianificare il proprio itinerario. «È il momento migliore della storia<br />

per il passatempo inedito ma nondimeno onorevole dell’osservazione della bomba<br />

atomica» disse il «New York Times». Secondo Richard Mingus, sembrava che gli ufficiali di<br />

grado elevato della CIA all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> non concordassero con l’affermazione dell’autorevole<br />

quotidiano. «Dopo che un’esplosione fece tremare davvero la zona, alcuni di loro<br />

saltarono su un aereo privato e se la filarono a tutta velocità.» Un rapporto declassificato<br />

nel 1993 riportava i danni: «L’esplosione ha deformato le porte degli hangar, ha mandato<br />

in frantumi le finestre nella sala mensa e ha rotto una griglia di ventilazione nel<br />

dormitorio». Il personale dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> fu evacuato di nuovo. Né Richard Bissell né la sua<br />

squadra erano preparati a simili effetti e di certo non li ritenevano normali. Se l’agenzia<br />

abbia protestato o si sia lamentata rimane classificato, ma gli U-2 furono spostati in fretta<br />

a nord, alla base di Edwards in California, e nascosti negli hangar. Nulla avrebbe fermato<br />

l’Atomic Energy Commission e i suoi test. L’operazione Plumbbob era in pieno<br />

svolgimento.<br />

Poi arrivò la bomba Hood.<br />

Era la notte del 5 luglio 1957. Richard Mingus si stava apprestando a raggiungere il<br />

poligono per prendere servizio, preparandosi per quello che sapeva sarebbe stato un<br />

giorno lunghissimo. L’esplosione era grossa; così grossa che la commissione aveva già<br />

evacuato tutti dall’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. Erano rimasti solo i guardiani. <strong>La</strong> mattina della bomba Hood,<br />

Mingus imboccò la Highway 95 e percorse gli oltre cento chilometri che lo separavano dal<br />

cancello principale di Camp Mercury, all’estremità meridionale del poligono. Era circa l’una<br />

e mezzo di mattina. <strong>La</strong> detonazione era prevista per il mattino presto, all’<strong>Area</strong> 9. Sul<br />

sedile accanto al suo Mingus aveva il pranzo, che Gloria gli preparava sempre mettendolo<br />

in un piccolo portavivande di legno. Dentro c’erano un sandwich, un apriscatole e una<br />

lattina del cibo preferito di Mingus: lo spezzatino di carne. Dopo aver oltrepassato i<br />

cancelli del poligono, Mingus parcheggiò e trasferì le sue cose su un camion dell’Atomic<br />

Energy Commission. Poi percorse la strada familiare che lo portava da Camp Mercury al<br />

punto di controllo. Prima si fermò al magazzino del ghiaccio, dove riempì d’acqua una<br />

tanica da venti litri aggiungendo un grosso pezzo di ghiaccio. «Le dimensioni della bomba<br />

Hood erano un’informazione classificata, ma tutti sapevano che sarebbe stata davvero<br />

grossa» spiega Mingus.<br />

Cinque chilometri a nord, all’<strong>Area</strong> 9, l’esercito avrebbe condotto centinaia di test<br />

durante e immediatamente dopo l’esplosione. Settanta maiali di razza Chester White con<br />

indosso uniformi militari furono chiusi in gabbie piazzate a poca distanza dal punto zero. I

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