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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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osservava in alto i piloti degli U-2 fare i loro ultimi voli di prova, accumulando quante più<br />

ore di volo possibili prima delle missioni vere. Presto quei piloti sarebbero stati mandati<br />

oltreoceano, assegnati a basi segrete per compiere missioni pericolose che tecnicamente<br />

non esistevano e di cui l’opinione pubblica non avrebbe saputo nulla per decenni.<br />

I dati ottenuti dal Progetto 57 confermarono al dipartimento della Difesa quello che già<br />

sapeva. «Il plutonio ha un’emivita di ventiquattromila anni. Non scompare.» Una volta<br />

infiltrato nel suolo, tende a rimanere dov’è. «Ci sono pochi esempi di riduzione del<br />

plutonio nel tempo. Esiste una scarsa tendenza a cambiare posizione (profondità) con il<br />

passare del tempo.» A patto che una persona non inali particelle di plutonio, e a patto<br />

che il plutonio non entri nella circolazione sanguigna o nelle ossa, una persona può<br />

attraversare un ambiente zeppo di plutonio e vivere fino a ottant’anni; Richard Mingus ne<br />

è un esempio.<br />

Dopo un anno dall’esplosione della bomba sporca, gli scienziati erano soddisfatti dei<br />

loro dati preliminari e il Progetto 57 si esaurì. <strong>La</strong> zona dell’<strong>Area</strong> 13 fu recintata con del<br />

semplice filo spinato. Sui paraurti e sui cofani dei veicoli dell’Atomic Energy Commission<br />

furono attaccati adesivi con scritto MATERIALI CONTAMINATI , dopodiché vennero seppelliti. Gli<br />

indumenti contaminati con «materiale che emette radiazioni alfa furono sigillati in sacchi<br />

di plastica e sotterrati nell’area contaminata». Eppure, nell’estate del 1958 il direttore del<br />

Progetto 57, il dottor James Shreve, firmò un rapporto molto preoccupante – uno di quelli<br />

classificati come segreto e riservato – notando che il gruppo addetto alle misurazioni<br />

aveva fatto un’osservazione potenzialmente letale: i vermi contaminati dal plutonio<br />

dell’<strong>Area</strong> 13, o gli uccelli che avevano mangiato quei vermi, a un certo punto del futuro<br />

sarebbero potuti arrivare in un giardino lungo la strada o sugli alberi di un altro campo.<br />

«L’idea di un progetto completamente separato sull’ecologia dell’<strong>Area</strong> 13 è venuta in<br />

mente a [nome illeggibile] nell’estate del 1957» scrisse Shreve «ma il gruppo AEP/UCLA che<br />

avrebbe potuto logicamente intraprendere questa ricerca era troppo impegnato con<br />

l’operazione Plumbbob per considerare di poterlo fare.» Le 29 bombe nucleari rimanenti<br />

del progetto Plumbbob avrebbero avuto la precedenza su qualunque genere di tentativo<br />

mirante a limitare i danni causati dalla prima serie di test. Nel deserto, uomini con uno<br />

straordinario potere e calendari punitivi lavoravano <strong>senza</strong> alcuna vera supervisione.<br />

Bisognò aspettare la fine del 1998 perché all’<strong>Area</strong> 13 fosse rimosso lo strato superficiale<br />

di terreno. A quel punto, i vermi della zona, e gli uccelli che quei vermi avevano<br />

mangiato, avevano trasportato il terreno contaminato dal plutonio a chissà quale distanza<br />

per oltre quarant’anni.<br />

Messo da parte il problema della contaminazione da plutonio, l’Armed Forces Special<br />

Weapons Project iniziò a darsi da fare con le rimanenti serie di test nucleari in atmosfera<br />

del 1957. Era una manna per l’economia di <strong>La</strong>s Vegas, poiché portava milioni di dollari in<br />

risorse e lavoro. Ciascun test costò circa tre milioni di dollari – che al cambio del 2011<br />

equivalgono a 76 milioni – sebbene sia impossibile sapere a che cosa si riferisse<br />

esattamente questa cifra.<br />

Durante l’operazione Plumbbob quasi settemila civili ricevettero autorizzazioni di<br />

sicurezza per lavorare al poligono, mentre un numero di impiegati del dipartimento della<br />

Difesa compreso tra 14.000 e 18.000 (le cifre ufficiali discordano) partecipò al progetto.

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