Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

adar del suo aereo, il pilota collaudatore della Lockheed Robert Sieker 40 portò uno degli
U-2 verniciati di fresco nei cieli sopra il Groom Lake. Gli ordini erano di provare a quale
altitudine riusciva a portare l’aereo. Sieker decollò dall’Area 51 e volò per quasi
centocinquanta chilometri senza incidenti quando all’improvviso, in una valle nei pressi di
Pioche, la vernice del gruppo di Boston fece surriscaldare l’aereo, lo mandò in vite e infine
lo fece schiantare al suolo. Sieker era riuscito a eiettarsi ma rimase ucciso da un rottame
che lo colpì alla testa. Kelly Johnson aveva ragione: era una pessima idea cercare di
modificare l’U-2. Le squadre di ricerca della CIA ci misero quattro giorni a localizzare il
corpo di Sieker e i rottami dell’aeroplano. L’incidente aveva attirato l’occhio vigile della
stampa, e la storia di copertura, ovvero che si trattava di un velivolo per la ricerca
meteorologica, era un po’ logora. Il titolo del «Chicago Daily Tribune» recitava: Il segreto
avvolge il jet da alta quota; il Lockheed U-2 chiamato Super Ficcanaso.
Un pilota era morto e la vernice radar-assorbente aveva reso l’U-2 più pericoloso, non
più invisibile. Bissell sapeva di dover agire in fretta. Stava perdendo il controllo del
progetto dell’aereo spia e di tutto quello che aveva creato all’Area 51. La sua idea, in
parte geniale e in parte arrogante, fu di chiedere al presidente un aereo spia
completamente nuovo. La CIA aveva bisogno di un velivolo migliore, più veloce, più
avanzato tecnologicamente che superasse i limiti scientifici e ingannasse i radar sovietici
facendogli credere di non esistere. Il nuovo aereo spia che Bissell aveva in mente
avrebbe volato più alto di 21.000 metri e avrebbe avuto caratteristiche di invisibilità fin
dalla progettazione. Bissell stava facendo una grossa scommessa con la sua richiesta
miliardaria. Sottoporre all’attenzione del presidente un progetto di aereo spia segreto
completamente nuovo in un momento in cui il capo dello stato era sconvolto dai risultati
di quanto era stato fatto all’Area 51 fino a quel momento era pura follia o genio, a
seconda dei punti di vista. Ma Richard Bissell aveva appena iniziato a esporre al
presidente i suoi piani per l’ambizioso nuovo progetto quando il paese si ritrovò nel bel
mezzo di una crisi di sicurezza nazionale. Il 4 ottobre 1957 i sovietici lanciarono in orbita
il primo satellite della storia, una sfera argentata del peso di 85 chilogrammi chiamata
Sputnik 1. Ecco qual era il segreto a cui stava lavorando Sergej Korolëv all’NII-88.
Sulle prime, la Casa Bianca cercò di minimizzare il fatto che i sovietici avevano battuto
gli americani nella gara alla conquista dello spazio. Eisenhower, che si trovava nella sua
casa di campagna nel Connecticut per il fine settimana, non commentò subito
l’avvenimento. Ma la mattina successiva, il «New York Times» strillava un titolo a lettere
maiuscole a tutta pagina, una prima pagina in genere riservata alle dichiarazioni di
guerra.
I SOVIETICI MANDANO UN SATELLITE NELLO SPAZIO; ORBITA ATTORNO AL GLOBO A 28.800 CHILOMETRI
ORARI; LA SFERA INTERCETTATA IN QUATTRO PASSAGGI SOPRA L’AMERICA.
Il lancio di un satellite significava che i russi avevano un razzo dotato di propulsione
sufficiente a colpire un bersaglio in qualunque parte del mondo. Con tanti saluti alla
convinzione che Wernher von Braun e Ernst Steinhoff fossero gli scienziati più competenti
del mondo. «Mentre emetteva il suo segnale nello spazio 41 , lo Sputnik 1 provocò una crisi
di fiducia che travolse la nazione come un incendio alimentato dal vento» ricordò in