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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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cosa avesse mai visto in una base dell’aeronautica. Il metodo che la CIA usava per<br />

addestrare gli uomini a pilotare un U-2 era quanto di più radicale e non ortodosso 35 un<br />

pilota militare potesse immaginare. Alla base di Turner Bevacqua aveva imparato a<br />

pilotare gli F-84 nel modo in cui lo si faceva nell’aeronautica militare, il che significava<br />

studiare diligentemente i manuali dell’apparecchio, poi far pratica con un simulatore di<br />

volo, in seguito pilotare un aereo scuola e infine salire su un aeroplano insieme a un<br />

istruttore. All’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, non esistevano manuali dell’U-2, né simulatori di volo, aerei scuola<br />

o istruttori. «Gli U-2 originali avevano un solo posto e un unico motore, il che significava<br />

che l’istruttore della CIA ti faceva lezione con i piedi ben piantati per terra» dice Bevacqua.<br />

Si pilotava quel bizzarro aereo spia segreto <strong>senza</strong> alcuna procedura, per non parlare delle<br />

regole di base. «In sostanza, un pilota istruttore ti impartiva una lezione. Dopodiché ti<br />

davano un pezzo di cartone con una checklist sulla faccia anteriore e grafici del<br />

carburante e dell’ossigeno su quella posteriore. A quel punto decollavi. E questo era<br />

quanto.»<br />

Questo aspetto, unito ai protocolli di segretezza, rendeva l’esperienza dei piloti all’<strong>Area</strong><br />

<strong>51</strong> qualcosa di completamente fuori dell’ordinario. Nessuno tranne il suo vecchio collega<br />

della base di Turner, Francis Gary Powers, conosceva la reale identità di Tony Bevacqua.<br />

All’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> era identificato solo da un numero e dal nome di battesimo. <strong>La</strong> sua famiglia<br />

non aveva idea di dove fosse e per decenni non avrebbe saputo nulla delle sue missioni<br />

segrete. Pochissime persone erano al corrente della destinazione degli U-2: non veniva<br />

rivelata neppure ai piloti. Quello che invece tutti sapevano era che nel caso un pilota<br />

fosse stato abbattuto in territorio nemico sarebbe stato torturato per estorcergli<br />

informazioni. Il che significava che meno sapevi, meglio era per tutti quelli coinvolti nella<br />

missione.<br />

Bevacqua non vedeva l’ora di volare. Per quel piccolo gruppo di piloti – solo il<br />

venticinque per cento dei candidati passavano i test fisici – una missione sull’U-2 era<br />

investita della sacralità dell’orgoglio nazionale. Tony Bevacqua viveva il sogno americano<br />

e al tempo stesso lo proteggeva. Non era un uomo capace di dimenticare nemmeno per<br />

un momento quanto fosse fortunato. «Sfrutta sempre al massimo le tue occasioni» gli<br />

aveva detto suo padre quando era bambino. Tony Bevacqua aveva fatto proprio quello.<br />

Non avrebbe potuto chiedere un’occasione migliore. Era uno dei più importanti piloti di<br />

aerei spia dell’America. Stava dando una mano a salvare il mondo libero.<br />

Nell’inverno del 1957 il gruppo di Boston aveva messo a punto la vernice radarassorbente<br />

chiesta da Richard Bissell, il quale la diede agli ingegneri della Lockheed<br />

all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> e disse loro di verniciare la fusoliera di parecchi U-2. Bissell comprese perché<br />

Kelly Johnson disapprovasse quell’idea che, sosteneva, faceva assomigliare gli U-2 a “dirty<br />

birds” (uccelli sporchi). Ma le pressioni del presidente non gli consentivano di lasciar<br />

spazio a simili argomenti. Per valutare la capacità di sfuggire ai radar dei dirty birds,<br />

Bissell diede l’incarico di misurare gli echi radar a un’altra società, la EG&G.<br />

<strong>La</strong> EG&G è un enigma in sé. A partire dal 1947, era il contractor della difesa più potente<br />

della nazione di cui nessuno aveva mai sentito parlare. Per molti aspetti, ciò rimane vero<br />

ancora nel 2011. L’anonimato era intenzionale e fu coltivato perché fosse più facile

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