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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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«Non avevo idea di come fosse l’aeroplano finché non lo vidi volare sopra di me» dice la<br />

guardia della sicurezza Richard Mingus.<br />

Mettere a punto l’U-2 fu un lavoro da sogno per l’audace pilota collaudatore Ray<br />

Goudey. «Avevo imparato a pilotare un aereo prima ancora di avere la patente» spiega<br />

Goudey. Da ragazzino, Goudey si era unito al circo volante e aveva volato con la celebre<br />

brigata di Sammy Mason. Dopo la guerra, entrò a far parte della temeraria squadra aerea<br />

degli Hollywood Hawks, dove diventò una leggenda grazie al suo avvitamento in volo<br />

rovescio che sfidava le leggi della fisica. Nel 1955 aveva 33 anni ed era pronto a calmarsi,<br />

in termini relativi ovviamente.<br />

Preparare per la CIA il nuovo aereo spia della Lockheed non era un compito poi così<br />

difficile per un pilota come Goudey. Eppure l’U-2 era un aereo insolito, con ali talmente<br />

lunghe che si incurvavano quando era parcheggiato sull’asfalto del Groom <strong>La</strong>ke. Per<br />

evitare che le ali piene di carburante strisciassero per terra durante il decollo, i meccanici<br />

erano costretti a corrergli a fianco mentre rullava, sollevando enormi nuvole di polvere<br />

dal fondo del lago e ricoprendo tutto quanto di sabbia finissima. L’involucro di alluminio<br />

dell’aereo era sottile come carta, spesso solo 0,05 centimetri, il che significava che il<br />

velivolo era fragile a terra e delicatissimo da pilotare. Se si volava troppo piano, l’aereo<br />

andava in stallo. Se lo si spingeva a velocità troppo elevata, le ali venivano letteralmente<br />

strappate via. A complicare le cose c’era il fatto che una velocità troppo bassa a una<br />

determinata altitudine diventava troppo elevata a una quota diversa. <strong>La</strong> stessa variabile<br />

entrava in gioco 18 quando il peso dell’U-2 cambiava per il consumo di carburante. Per<br />

queste ragioni, all’inizio i voli fatti dai collaudatori furono limitati a un raggio di 320<br />

chilometri dal centro del Groom <strong>La</strong>ke. Le probabilità di un incidente erano alte e la CIA<br />

aveva la necessità di tenere segreto qualunque rottame dell’U-2.<br />

«All’inizio, non facevamo altro che volare tutto il giorno» ricorda Goudey. «Dormivano,<br />

ci svegliavamo, mangiavamo e volavamo.» Presto la base si ampliò e arrivarono altre<br />

cento persone. Furono portati dei capanni Quonset della marina e furono scavati altri due<br />

pozzi per l’acqua. Il comandante Bob Yancey trovò un tavolo da biliardo e un proiettore<br />

da 16 millimetri a <strong>La</strong>s Vegas; adesso gli uomini potevano fare altro oltre che ammirare le<br />

stelle. A settembre, alla base c’erano duecento uomini appartenenti a tre diverse<br />

organizzazioni: un terzo erano della CIA, un terzo dell’aeronautica militare e un terzo della<br />

Lockheed. Ognuno di loro aveva in mente lo stesso obiettivo, ovvero far sì che l’U-2<br />

volasse a 21.000 metri di quota. Era un compito formidabile, qualcosa che nessuna<br />

aeronautica al mondo era riuscita a fare.<br />

Tutti i lunedì Ray Goudey volava da Burbank al Groom <strong>La</strong>ke insieme a Bob Murphy, un<br />

meccanico della Lockheed giovane ed entusiasta che stava seduto nel sedile del<br />

passeggero accanto a lui. Per tutta la settimana Murphy lavorava sul motore dell’U-2<br />

mentre Goudey e gli altri piloti collaudatori cercavano di raggiungere la quota stabilita. I<br />

piloti indossavano tute parzialmente pressurizzate progettate apposta, attillate come<br />

mute da sub, con la maggior parte dei collegamenti posti all’esterno; ci volevano due<br />

medici aeronautici per aiutare un pilota a indossare quella tuta. Era obbligatorio<br />

sottoporsi alla preparazione per respirare ossigeno puro, il che significava passare due<br />

ore sdraiati su una poltrona reclinabile 19 . Il procedimento serviva a eliminare l’azoto dal

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