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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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era il fatto che, nonostante volassero in avanti nel modo tradizionale, di tanto in tanto<br />

rimanevano sospesi in aria – ovunque si trovassero – prima di ricominciare ad avanzare.<br />

Quel tipo di tecnologia aerodinamica era assolutamente fuori della portata di qualunque<br />

progetto su cui stava lavorando l’aeronautica americana nell’estate del 1947. Quando<br />

molteplici fonti cominciarono a riferire le stesse cose, divenne chiaro che il radar non<br />

stava mostrando oggetti fantasma, bensì qualcosa di reale. <strong>La</strong> base dell’aeronautica<br />

militare di Kirtland, ubicata a nord del White Sands Proving Ground, intercettò gli oggetti<br />

volanti nelle sue vicinanze. Il comandante della base ordinò a un pilota decorato della<br />

Seconda guerra mondiale, Kenny Chandler, di decollare con un caccia 44 per localizzare e<br />

inseguire l’oggetto volante non identificato, un’evenienza mai rivelata prima d’ora.<br />

Chandler non vide mai ciò che gli era stato ordinato di cercare. Ma mentre Chandler<br />

perlustrava i cieli, uno degli oggetti volanti si schiantò vicino a Roswell, New Mexico.<br />

Immediatamente lo stato maggiore congiunto prese il comando e assunse il controllo<br />

della situazione, recuperando la carcassa del velivolo e parte del sistema di propulsione,<br />

incluso il sistema di alimentazione. Il velivolo non somigliava per niente a un aereo<br />

convenzionale 45 . Non aveva né coda né ali. <strong>La</strong> fusoliera era rotonda, con una cupola alla<br />

sommità. Nei memorandum dei servizi segreti militari declassificati nel 1994 veniva<br />

definito “disco volante”. <strong>La</strong> cosa più allarmante era un fatto rimasto segreto fino a oggi:<br />

all’interno del disco c’era un marchio molto terrestre, ossia la scrittura russa. Le<br />

maiuscole dell’alfabeto cirillico erano state stampate 46 , o incise in rilievo, in un anello che<br />

correva all’interno del veicolo.<br />

In un momento critico i militari americani videro prendere corpo le loro peggiori paure.<br />

L’esercito russo doveva aver messo le mani su ingegneri aerospaziali tedeschi più capaci<br />

di Ernst Steinhoff e Wernher von Braun, ingegneri che con ogni probabilità avevano<br />

messo a punto quei velivoli anni prima per la Luftwaffe. I russi semplicemente non<br />

potevano aver sviluppato da soli quella tecnologia così avanzata. Le riserve di armi<br />

dell’Unione Sovietica e la comunità di scienziati erano state decimate durante la guerra;<br />

la nazione aveva perso più di 20 milioni di uomini. <strong>La</strong> maggior parte degli scienziati russi<br />

ancora vivi avevano trascorso la guerra nei gulag. Ma i russi, al pari degli americani, degli<br />

inglesi e dei francesi, avevano preso come bottino di guerra gli scienziati migliori e più<br />

brillanti di Hitler, e se n’erano serviti per progredire nel periodo postbellico. E adesso, nel<br />

luglio del 1947, si scopriva con orrore che il leader supremo dell’Unione Sovietica era<br />

riuscito chissà come non solo a penetrare nello spazio aereo americano vicino al confine<br />

con l’Alaska 47 , ma a sorvolare parecchie delle installazioni militari più sensibili nella parte<br />

occidentale degli Stati Uniti. Stalin aveva ottenuto questo risultato con tecnologia<br />

straniera di cui l’aeronautica militare americana non sapeva nulla. Era un’incursione così<br />

plateale, così antitetica alla diffusa percezione di una sicurezza nazionale forte, che<br />

includeva la capacità dell’esercito di difendersi da attacchi aerei, che i massimi livelli<br />

dell’intelligence militare si attivarono e presero il controllo della situazione. <strong>La</strong> prima cosa<br />

che fecero fu iniziare a ritrattare l’originale comunicato stampa della base<br />

dell’aeronautica militare di Roswell, quello che affermava che un «oggetto volante […] è<br />

atterrato in un ranch nei pressi di Roswell», per poi sostituirlo con il secondo comunicato<br />

stampa, quello che diceva che a schiantarsi era stato un pallone meteorologico,

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