Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

furono inviati dei soldati messicani a presidiare il bordo del cratere. La missione, gli
uomini e il missile erano tutti classificati top-secret; nessuno poteva sapere alcun
dettaglio sulla faccenda. Gli investigatori misero a tacere i funzionari messicani ripulendo
il sito dell’impatto e pagando i danni. Ma a White Sands sistemare le cose non era
altrettanto facile. Il lavoro degli agenti dei servizi segreti fu reso difficilissimo dai sospetti
di sabotaggio 41 di cui furono accusati gli scienziati tedeschi responsabili del progetto topsecret.
All’epoca l’atteggiamento nei confronti degli ex scienziati del Terzo Reich che
adesso lavoravano per gli Stati Uniti si poteva distinguere in due categorie. C’era chi
sosteneva che «il passato è passato», una posizione sintetizzata dall’ufficiale responsabile
dell’operazione Paperclip, Bosquet Wev, il quale affermava che preoccuparsi di “dettagli
irrilevanti” relativi al comportamento passato degli scienziati tedeschi equivaleva a
un’inutile perdita di tempo 42 . La logica di tale atteggiamento era che un Terzo Reich
ormai dissolto non costituiva alcun pericolo per l’America, mentre lo stesso non poteva
dirsi dell’esercito sovietico in pieno sviluppo… e perdipiù, se i tedeschi lavoravano per noi,
non potevano lavorare per loro.
Altri non erano d’accordo, e tra loro anche Albert Einstein. Cinque mesi prima
dell’incidente di Juárez, Einstein e la neonata Federation of American Scientists
(Federazione degli scienziati americani) si erano rivolti al presidente Truman: «Riteniamo
questi individui potenzialmente pericolosi […]. Il passato di membri di spicco del partito
nazista solleva la questione della loro idoneità a divenire cittadini americani e a occupare
posizioni chiave nelle istituzioni industriali, scientifiche e educative degli Stati Uniti».
Secondo Einstein, avere a che fare con criminali di guerra era antidemocratico e
pericoloso.
Mentre il dibattito pubblico continuava, iniziarono le indagini interne. E l’attività a White
Sands andò avanti. Gli scienziati tedeschi avevano testato V2 per quattordici mesi e
mentre erano in corso le indagini sull’incidente di Juárez altri tre missili lanciati dal Test
Stand 33 si schiantarono oltre il perimetro della base: uno vicino ad Alamogordo, New
Mexico, e un altro nei pressi di Las Cruces, sempre in New Mexico. Un terzo finì di nuovo
nei dintorni di Juárez, in Messico. Gli scienziati tedeschi attribuirono quegli errori che
avrebbero potuto trasformarsi in tragedie ai vecchi componenti dei V2. L’acqua di mare
ne aveva corroso alcune parti durante il trasporto in nave dalla Germania. Ma in rapporti
scritti top-secret, gli agenti dei servizi segreti dell’esercito stavano montando un caso che
avrebbe attribuito la colpa agli scienziati tedeschi. L’unità di intelligence del dipartimento
della Guerra che li teneva d’occhio aveva definito alcuni di loro come «sospettati di
costituire un potenziale rischio per la sicurezza». Quando non lavoravano, gli uomini
erano confinati in una sezione della base. Il club degli ufficiali era off-limits per tutti i
tedeschi, inclusi i capi della squadra addetta ai razzi, Steinhoff e von Braun. Fu in
quest’atmosfera di prove fallite e di sfiducia che accadde un evento eccezionale, un
evento che a prima vista sembrava completamente slegato dai test missilistici.
Durante la prima settimana di luglio del 1947, gli ingegneri del genio segnalatori
iniziarono a tracciare due oggetti con notevoli capacità di volo che si muovevano sopra la
parte sudoccidentale degli Stati Uniti. Ciò che rendeva straordinari quegli apparecchi 43