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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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che saranno disponibili in gran numero in un prossimo futuro possono vanificare<br />

qualunque sforzo militare di un paese e annientarne le strutture sociali ed economiche.»<br />

In altre parole, avrebbe argomentato LeMay, l’America aveva bisogno di moltissime<br />

bombe di questo tipo. Il secondo punto era ancora più radicale: «Usandole insieme ad<br />

altre armi di distruzione di massa, è possibile spopolare vaste regioni della superficie<br />

terrestre, lasciando solo rovine dell’opera materiale dell’uomo». Ma fu il terzo punto a<br />

configurare in modo sostanziale la futura aeronautica militare americana, che sarebbe<br />

nata l’anno successivo: «<strong>La</strong> bomba atomica sottolinea la necessità di avere i mezzi più<br />

efficaci per usarla; dev’esserci la forza più efficace possibile per lanciare le bombe». Ciò<br />

che LeMay stava sostenendo era una massiccia flotta di bombardieri in grado di sganciare<br />

bombe nucleari.<br />

LeMay vide realizzarsi tutti e tre i suoi desideri. Tre anni più tardi, dopo che lui era<br />

stato promosso comandante dello Strategic Air Command, lo stato maggiore aumentò da<br />

30 a 130 il numero di bombe che potevano essere usate in un attacco preventivo contro i<br />

sovietici. LeMay fu anche uno dei più potenti sostenitori della realizzazione di una nuova<br />

bomba nucleare migliaia di volte più potente, la bomba a idrogeno, il cui progetto era<br />

diretto dal dottor Edward Teller. Nel corso dei 44 anni successivi, gli Stati Uniti<br />

costruirono 70.000 bombe nucleari. LeMay non era assolutamente interessato allo<br />

spionaggio dal cielo. Gli aerei spia non avevano armi e non potevano trasportare bombe.<br />

<strong>La</strong> potenza militare era il modo per rimanere superiori al nemico nell’era atomica. Era<br />

quella la strada per vincere le guerre.<br />

Molto lontano dall’America 30 , a Mosca, nella fortezza del Cremlino Josif Stalin vide<br />

l’operazione Crossroads con occhi completamente diversi. Prima esclusa e poi invitata ai<br />

test nucleari della marina sull’atollo di Bikini, l’Unione Sovietica aveva mandato due<br />

osservatori, un fisico e una spia. Il fisico era con il Radium Institute mentre la spia era un<br />

membro del Commissariato del popolo per gli affari interni, l’NKVD, l’antenato del KGB.<br />

Come copertura, la spia si spacciava per un giornalista della «Pravda».<br />

Secondo Josif Stalin i test di Bikini erano il modo con cui l’America segnalava al resto<br />

del mondo che la nazione non aveva finito con le bombe nucleari. Confermava inoltre al<br />

già paranoico Stalin che gli americani erano pronti a ingannarlo, proprio come aveva fatto<br />

Adolf Hitler sette anni prima quando lo aveva convinto a firmare il patto di non<br />

aggressione con la Germania nazista per poi sorprenderlo con un attacco a tradimento.<br />

Quello che gli americani ignoravano era che Stalin guardava Crossroads con fiducia,<br />

sapendo che il suo programma nucleare procedeva a gonfie vele. In soli cinque mesi, il<br />

primo reattore nucleare capace di innescare la reazione a catena avrebbe raggiunto il<br />

punto critico 31 , preparando la strada alla prima bomba atomica russa. Ma ciò che non si è<br />

mai saputo è che Josif Stalin stava sviluppando un’altra arma segreta 32 per il suo<br />

arsenale, diversa dalla bomba atomica. Derivava quasi direttamente dall’inganno radio de<br />

<strong>La</strong> guerra dei mondi, qualcosa che avrebbe seminato il terrore nel cuore dei paurosi<br />

imperialisti spingendo gli americani in preda al panico a correre per le strade.<br />

Passarono dieci mesi. Era la notte del 29 maggio 1947 sul Rio Grande e scienziati,

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