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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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20 Interviste a Al O’Donnell, Jim Freedman; sopralluogo terrestre pre-decontaminazione a Eniwetok, rilevamento delle<br />

radiazioni (Lynch, Gudiksen e Jones) n. 44.878; bozza revisionata il 14/5/73.<br />

21 Intervista a Meagan Stafford, pubbliche relazioni della EG&G/URS, Sard Verbinnen & Co., 16 luglio 2010.<br />

22 Intervista a un ingegnere della EG&G. Iniziativa di trasparenza del DOE (Dipartimento dell’energia), esperimenti<br />

radioattivi sull’uomo, EG&G Energy Measurements, <strong>La</strong>s Vegas, Nevada, descrizioni archivistiche, fallout radioattivo: «<strong>La</strong><br />

EG&G/EM ha giocato un ruolo importante nel monitorare la radiazione aerea rilasciata in seguito ai test di armi atomiche<br />

e ha tenuto parecchia documentazione al riguardo tra cui rapporti sui sistemi di tracciamento aereo del Nevada per gli<br />

anni Sessanta. <strong>La</strong> società ha sviluppato un inventario computerizzato della collezione che contiene circa 24.000<br />

documenti, film, diagrammi e altro materiale. Attualmente la società sta cercando di riorganizzare i propri archivi in una<br />

raccolta utilizzabile progettata per facilitare futuri lavori di ricerca. Il processo di smantellamento che era iniziato nel 1986<br />

è stato interrotto. Il CIC [Counter Intelligence Corps] terrà la documentazione relativa al fallout provocato dal programma<br />

di test in atmosfera. Tutta l’altra documentazione di ricerca originale, film, appunti e altri materiali relativi all’importante<br />

ruolo della EG&G/EM nel monitoraggio della radiazione aerea e dei test di armi, inclusi rapporti e mappe dell’analisi dei<br />

funghi atomici che ancora si trovano alla EM, rimarranno in possesso della EM. Il Classified Material Control [Controllo del<br />

materiale classificato] (CMC) contiene numerosi documenti sui test successivi e rapporti dei sistemi di tracciamento aereo<br />

per gli anni Sessanta. <strong>La</strong> società possiede anche dati originali di rilevazioni relativi al periodo antecedente il 1971, ma<br />

questo materiale non è stato catalogato. È in corso un tentativo di ottenere i fondi necessari per fare l’inventario e creare<br />

un database computerizzato per questi documenti».<br />

23 Intervista a un ingegnere della EG&G.<br />

24 Advisory Committee on Human Radiation Experiments Final Report, pp. 506-507.<br />

25 MCPHEE, The Curve of Binding Energy, p. 168.<br />

26 Ivi, p. 170.<br />

27 Ivi, p. 184.<br />

28 DEWAR, To the End of the Solar System, p. XIX.<br />

29 Intervista a Barnes. Sulle mappe ufficiali del Nevada Test Site queste montagne dell’<strong>Area</strong> 25 sono chiamate Calico<br />

Hills.<br />

30 Piano d’indagine per gli interventi di recupero dell’unità 165: Aree 25 e 26, Nevada Test Site, Nevada . DOE/NV-788,<br />

divisione per il recupero ambientale, National Nuclear Security Administration, 12 gennaio 2002.<br />

31 DOE/NV n. 1150, Ultima fermata per la Jackass & Western.<br />

32 DEWAR, To the End of the Solar System, p. 287.<br />

33 Ivi, appendice F, The Russian Nuclear Rocket Program. Dewar ha scritto: «I sovietici costruirono un’installazione<br />

vagamente simile a quella delle Jackass Flats».<br />

34 FINGER E ROBBINS, An Historical Perspective, p. 7.<br />

35 Intervista a Lee Davidson. <strong>La</strong> storia originale di Davidson degli anni Novanta proviene da «Deseret News», al quale<br />

lavorò come caporedattore della sede di Washington per ventotto anni. In quel periodo, Davidson fece servizi su parecchi<br />

test radioattivi segreti dell’AEC nello Utah, ai Dugway Proving Grounds. «Avevano un sacco di soldi da buttare» dice<br />

Davidson. «Nello Utah stavano cercando di capire che aspetto avrebbe avuto una fusione del nocciolo sotto molteplici<br />

aspetti. L’AEC ha rilasciato in Utah più radiazioni di quelle provocate dall’incidente di Three Mile Island.»<br />

36 DEWAR, To the End of the Solar System, p. 280.<br />

37 Ibid. È significativo che Dewar attribuisca a Los Alamos l’idea di far esplodere il reattore. Il laboratorio nucleare<br />

poteva anche aver avuto l’idea, ma Los Alamos prendeva ordini dall’Atomic Energy Commission e alla fine le due<br />

organizzazioni concordarono di andare avanti e far esplodere il reattore sulla base della considerazione che si trattava di<br />

un test di sicurezza. «Era importantissimo conoscere la quantità totale di energia rilasciata durante un’esplosione nonché<br />

la quantità e la modalità di dispersione della radioattività» ha scritto Dewar.<br />

38 Ivi, p. 281.<br />

39 Ivi, p. 282.<br />

40 Ivi, p. 281.<br />

41 Ivi, p. 280.<br />

42 Ivi, p. 285.<br />

43 Intervista a Harold Finger.

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