Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

misteriosamente scomparsi dall’archivio online del dipartimento dell’Energia. Neppure
andandoci di persona il personale riuscì a soddisfare la mia richiesta. A un punto morto e
in preda allo scoraggiamento, feci un giro nel vicino museo dedicato ai test atomici per
calmarmi. Con il taccuino in mano stavo fissando una fotografia del fungo atomico appesa
al muro quando la guardia del museo mi si avvicinò per salutarmi. Era Richard Mingus. Ci
eravamo già incontrati in occasione di una visita precedente. Con il suo tipico modo di
fare diretto, mi disse: «Be’, io ci ho lavorato a quel test. Che cosa le piacerebbe sapere?».
Scoprii che Mingus era stato una delle guardie della sicurezza ai primi tempi dell’Area 51.
Grazie a lui fu facile trovare i documenti “persi” del Progetto 57.
Alla National Archives and Records Administration, grazie a Timothy Nenninger, capo
del Textual Records Reference, Martha Murphy, capo dello Special Access and FOIA e Tom
Mills, specializzato in documenti della Seconda guerra mondiale; grazie a Rita Cann, del
National Personnel Records Center di St. Louis, Missouri; a Martha DeMarre del Nuclear
Testing Archive di Las Vegas; a Troy Wade della Nevada Test Site Historical Foundation;
al sergente Jennifer Lindsey dell’aeronautica militare; al sergente Alice Moore della base
aerea di Creech; al dottor David R. Williams della NASA; al dottor David Robarge, storico
della Central Intelligence Agency; a Tony Hiley, curatore e direttore del CIA Museum; a
Cheryl Moore della EEA CIA; a Jim Long del Laughlin Heritage Foundation Museum; a R.
Cargill Hall, storico emerito del National Reconnaissance Office; al dottor Craig Luther,
storico della base dell’aeronautica di Edwards; a S. Eugene Poteat, presidente
dell’Association of Former Intelligence Officers; a Melissa Dalton della Lockheed Martin
Aeronautics; al dottor Jeffrey Richelson dei National Security Archives; a David Myhra,
scrittore e storico dell’aviazione; a Fred Burton, ex agente speciale dell’US Diplomatic
Security Service; a Sherre Lovick, ex ingegnere degli Skunk Works della Lockheed; al
colonnello Adelbert W. “Buz” Carpenter, ex pilota di SR-71; a Charles “Chuck” Wilson, ex
pilota di U-2; ad Arthur Beidler, 67 th Reconnaissance Tactical Squadron, Giappone; a
Dennis Nordquist, ingegnere meccanico della Pratt & Whitney; a Tony Landis, fotografo
della NASA; a Michael Schmitz, fotografo di Roadrunners Internationale; a Joerg Arnu,
Norio Hayakawa e Peter Merlin di Dreamlandresort.com. Un ringraziamento speciale a
Doris Barnes, Barbara Slater, Stacy Slater Bernhardt, Stella Murray, Mary Martin e Mary
Jane Murphy. Grazie a Jeff King per avermi fatto una mappa così eccellente. Grazie a
Tommy Harron, Jerry Maybrook e Jeremy Wesley per il lavoro eccezionale sull’audiolibro.
Dopo aver completato la prima stesura del manoscritto, il mio editor, John Parsley, mi
ha aiutata a farlo diventare il libro che è. Quello che mi ha insegnato John sull’arte di
raccontare storie è impagabile. Grazie anche a Nicole Dewey, Geoff Shandler e Michael
Pietsch.
Ho un debito di gratitudine verso Jim Hornfischer, l’agente perfetto per una persona
come me, e al mio confidente Frank Morse. Grazie per i saggi consigli a Steve Younger,
David Willingham, Aron Ketchel, Erica Rayman e Karen Andrews.
Nulla al mondo mi rende più felice che essere la moglie di Kevin Jacobsen e la madre
dei nostri due figli. Mentre scrivevo questo libro, è stato Kevin a prepararmi innumerevoli
panini e tazze di caffè, e a permettermi di viaggiare per tutto il paese. Kevin ha ascoltato
tutte le stesure della bozza, di solito stando in piedi in cucina o in giardino. Le cose vanno