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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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finalmente cessarono, la risposta di Bush era ormai chiara. Avrebbe convinto il presidente<br />

Truman che dell’Unione Sovietica non ci si poteva fidare. Nell’affrontare il nuovo nemico<br />

dell’America, la nazione aveva bisogno di ancora più tecnologia avanzata per combattere<br />

future guerre. Il conflitto più recente poteva anche essere finito, ma la scienza doveva<br />

marciare in testa.<br />

Mentre l’America festeggiava la pace 12 (dopo l’atomica su Hiroshima e Nagasaki, i<br />

sondaggi dimostrarono che oltre l’85 per cento degli americani approvava il<br />

bombardamento), Vannevar Bush e i membri del dipartimento della Guerra iniziarono a<br />

progettare di usare di nuovo la bomba in un test reale: una specie di finta battaglia<br />

navale nucleare che speravano di poter realizzare l’estate successiva alle isole Marshall,<br />

nel Pacifico. Lì, in una profonda laguna nei pressi dell’atollo di Bikini, decine di navi da<br />

guerra giapponesi e tedesche catturate al nemico sarebbero state fatte saltare usando<br />

bombe nucleari vere. L’operazione avrebbe mostrato al mondo quanto fossero formidabili<br />

le nuove armi dell’America. Si sarebbe chiamata operazione Crossroads, “Crocevia”. Come<br />

diceva il nome, l’evento segnava un punto di svolta decisivo. L’America stava dicendo alla<br />

Russia di essere pronta a dar battaglia usando le bombe atomiche.<br />

Dopo meno di un anno, l’operazione Crossroads era in pieno svolgimento 13 sull’atollo di<br />

Bikini, un anello di corallo di 40 chilometri che circonda una limpida laguna blu.<br />

I 167 abitanti di Bikini erano governati da un re di nome Juda 14 , ma nel luglio del 1946<br />

nessuno di loro era più sull’atollo. <strong>La</strong> marina statunitense li aveva evacuati all’atollo di<br />

Rongerik 15 , duecento chilometri a est. <strong>La</strong> prevista serie di test atomici con tre bombe 16<br />

avrebbe reso l’isola pericolosa per un certo periodo, fu detto loro. Ma avrebbe contribuito<br />

a garantire la pace mondiale.<br />

Sulle rive dell’atollo, un giovane di nome Alfred O’Donnell 17 stava sdraiato nel suo<br />

capanno Quonset ascoltando l’ululato del vento e il rumore della pioggia che cadeva sul<br />

tetto di metallo rinforzato sopra di lui. Non riusciva a dormire. «Ero molto preoccupato»<br />

spiega O’Donnell, ricordando l’operazione Crossroads a oltre sessant’anni di distanza.<br />

«Era tutto a posto? <strong>La</strong> bomba avrebbe funzionato come previsto?» Ciò che impensieriva<br />

l’ingegnere specialista in armi, che all’epoca aveva ventiquattro anni, erano le creature<br />

marine della laguna. «E se una piovra avesse toccato uno dei fili della bomba? Cosa<br />

sarebbe successo? Cosa sarebbe accaduto se qualcosa fosse finito fuori posto?» I fili di cui<br />

parlava O’Donnell correvano da un bunker in cemento su Bikini, chiamato punto di<br />

controllo, fin dentro l’oceano, dove collegavano una bomba atomica da 23 chilotoni il cui<br />

nome in codice era Baker.<br />

In qualità di comandante degli uomini incaricati di cablare e innescare le bombe<br />

atomiche nel corso dell’operazione Crossroads, O’Donnell aveva una tremenda<br />

responsabilità, soprattutto per un uomo così giovane. «Cinque anni prima ero solo un<br />

ragazzino di Boston con una vita normale. L’unica cosa cui pensavo era la carriera come<br />

giocatore di baseball» ricorda O’Donnell. Poi arrivò la guerra e tutto cambiò. Sposò Ruth.<br />

Si arruolò in marina, dove imparò la tecnologia radio e l’elettronica. In breve tempo<br />

eccelse in entrambi i campi. Tornato a Boston dopo il conflitto, O’Donnell fu<br />

misteriosamente assunto per un lavoro con la Raytheon Production Corporation, una

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