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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Ringraziamenti<br />

Molti mi hanno chiesto come sia nata l’idea di questo libro. Nel 2007 ero a una cena di<br />

Natale quando il marito della sorella della moglie dello zio di mio marito – un vivace fisico<br />

di nome Edward Lovick che all’epoca aveva ottantotto anni – si sporse verso di me e<br />

disse: «Ho una bella storia per te». Dato che faccio la giornalista investigativa, è una<br />

frase che mi sento ripetere spesso, ma quello che Lovick mi disse si rivelò una delle cose<br />

più sorprendenti e affascinanti di cui avessi sentito parlare. Fino a quel momento, sapevo<br />

che Lovick aveva trascorso la vita a progettare componenti di aeroplani. Ma quella sera<br />

scoprii che in realtà era un fisico e che aveva giocato un ruolo di primo piano nello<br />

sviluppo dello spionaggio dai cieli per conto della CIA. Il motivo per cui all’improvviso<br />

poteva parlarmi di quelle cose che aveva tenuto segrete per cinquant’anni era che la CIA<br />

le aveva appena declassificate. Quando mi disse che il suo lavoro clandestino si era<br />

svolto nella misteriosa e mitica <strong>Area</strong> <strong>51</strong>, nota anche come Groom <strong>La</strong>ke, sorrisi. Così,<br />

dopotutto, quel posto esisteva davvero. Scrissi all’ufficio del sottosegretario alla Difesa<br />

chiedendo di poter fare un tour ufficiale dell’area del Groom <strong>La</strong>ke: Lovick mi aveva detto<br />

che la CIA aveva ceduto il controllo del sito decenni prima. <strong>La</strong> mia richiesta fu<br />

formalmente respinta con una lettera su carta intestata del dipartimento della Difesa, ma<br />

stranamente le parole «area del Groom <strong>La</strong>ke» erano virgolettate in citazioni attribuite a<br />

me, in modo da chiarire la posizione ufficiale del Pentagono riguardo alla sua base in<br />

Nevada: “Quel toponimo può forse far parte del suo lessico” sembravano voler dire “ma<br />

sicuramente non del nostro”. Dato che di mestiere faccio la giornalista investigativa,<br />

cercai di scoprire il perché.<br />

Da quel momento molte più persone di quanto avrei mai potuto immaginare mi hanno<br />

generosamente raccontato le loro storie relative all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. Sono in debito con ciascuno<br />

di loro. <strong>La</strong> lista dei ringraziamenti comprende tutti coloro di cui parlo in cui questo libro: i<br />

soldati, le spie, gli scienziati e gli ingegneri leggendari – uomini che per la maggior parte<br />

non sono noti per parlare di sé. Il fatto che così tante persone si siano confidate con me –<br />

condividendo trionfi e tragedie, sofferenze e gioie – in modo che altri potessero capire è<br />

stata un’esperienza unica. <strong>La</strong> ragione per cui mi sono state rivelate informazioni negate a<br />

innumerevoli altre persone rimane per me un mistero. Un giornalista dipende dalle sue<br />

fonti primarie. Sulla base delle loro storie, e usando parole chiave quali ad esempio le<br />

denominazioni di copertura delle operazioni, sono riuscita a localizzare documenti a<br />

sostegno di quanto mi hanno detto, spesso sepolti negli archivi governativi. Senza il loro<br />

aiuto non avrei avuto idea di dove cercare, come spiego nelle note.<br />

T.D. Barnes è uno degli uomini più generosi che abbia mai conosciuto. Mi ha<br />

presentata a tantissime persone le quali a loro volta mi hanno messa in contatto con

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