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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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nascosto sotto gli occhi di tutti.<br />

Devo le informazioni sui fratelli Horten allo storico dell’aeronautica David Myhra il<br />

quale, nello studiare l’ala volante, rintracciò laboriosamente i fratelli Horten, andò a<br />

trovarli nei rispettivi paesi negli anni Ottanta e registrò su nastro centinaia di ore di<br />

conversazione con loro 12 .<br />

«Reimar volle che accettassi due condizioni 13 prima del mio viaggio in Sudamerica per<br />

intervistarlo» spiega Myhra. «Una era che non avrei dovuto fare domande su Hitler o sul<br />

Terzo Reich.» E la seconda «disse che non voleva parlare della CIA. Reimar sostenne che<br />

c’era quest’idea folle che lui avesse progettato una sorta di disco volante e che la CIA lo<br />

stesse cercando». Myhra racconta che Horten fu irremovibile a non voler parlare di nulla<br />

che avesse a che fare con la CIA. «L’argomento era off-limits per lui» spiega Myhra. <strong>La</strong><br />

conversazione con Reimar Horten avvenne nel decennio precedente la pubblicazione da<br />

parte dei servizi segreti dell’esercito del fascicolo di trecento pagine riguardante<br />

l’operazione Harass. Si tratta del documento che racconta la caccia ai fratelli Horten e al<br />

loro cosiddetto “disco volante” compiuta dagli Stati Uniti. Il fascicolo dell’operazione<br />

Harass chiarisce che qualcuno dei servizi segreti americani si mise in contatto con Reimar<br />

alla fine degli anni Quaranta per interrogarlo sul disco volante. Più di quarant’anni dopo<br />

Reimar Horten continuava a rifiutarsi di parlare di quello che venne detto. Una richiesta<br />

del 2010 basata sul Freedom of Information Act 14 al dipartimento dell’esercito, ufficio del<br />

consiglio generale, Pentagono, ha ottenuto un «nessuna risposta nei documenti». Anche<br />

un appello secondario è stato “negato”.<br />

Se Stalin ottenne davvero il disco volante dai fratelli Horten in persona oppure dai<br />

progetti che loro avevano disegnato, come riuscì a farlo volare in quel modo? Che cosa ne<br />

fu della tecnologia che permetteva al velivolo di stare fermo in volo, alimentato da<br />

qualche motore misterioso, anch’esso affannosamente cercato dagli agenti del<br />

controspionaggio durante l’operazione Harass? L’ingegnere della EG&G sostiene di non<br />

sapere quali ricerche furono condotte sull’“apparecchiatura” quando si trovava alla base<br />

di Wright-Patterson a partire dal 1947, però sa quali studi furono compiuti sull’“impianto<br />

di alimentazione” dopo che l’“apparecchiatura” fu mandata in Nevada nel 19<strong>51</strong>.<br />

«C’era un altro [importante] ingegnere 15 della EG&G» spiega. Quell’ingegnere fu<br />

incaricato di capire la tecnologia antigravità, «che era chiamata frequenza<br />

elettromagnetica o EMF». Questo ingegnere «passò un anno intero in una stanza <strong>senza</strong><br />

finestre» in un edificio della EG&G nel centro di <strong>La</strong>s Vegas cercando di capire come<br />

funzionasse la EMF. «Riuscimmo a scoprirlo» dice. «Abbiamo avuto la tecnologia<br />

antigravità per tutto questo tempo.»<br />

Chiesi all’ingegnere della EG&G di portarmi nel posto dove la tecnologia antigravità fu<br />

presumibilmente scoperta, e lui lo fece. Le foto d’archivio e i filmati dell’Atomic Energy<br />

Commission confermano che il sito una volta ospitava parecchi edifici gestiti dalla EG&G.<br />

Ora non più. Adesso l’installazione all’interno della quale gli ingegneri della EG&G<br />

svelarono uno dei segreti originari dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> all’inizio degli anni Cinquanta è un lotto<br />

vuoto di asfalto 16 ed erbacce circondato da una recinzione metallica. È lo stesso destino<br />

che aspetta l’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> di qui a sessant’anni? Anch’essa verrà spostata? Finirà sottoterra?<br />

Lo è già?

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