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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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conferenza di Potsdam Stalin stava già lavorando alla sua bomba atomica. Nonostante il<br />

leader russo e il presidente americano fingessero di essere alleati, nessuno dei due si<br />

fidava dell’altro. Al contrario, sia l’Unione Sovietica sia l’America stavano facendo piani<br />

per costruire un proprio arsenale atomico da usare in futuro. Quando, dodici mesi dopo le<br />

strette di mano a Potsdam, iniziò l’operazione Crossroads, le linee del fronte della Guerra<br />

Fredda erano già indelebilmente tracciate.<br />

Ne consegue che la montatura propagandistica di Stalin 5 – il disco volante con a bordo<br />

esseri somiglianti ad alieni che finì per precipitare nei pressi di Roswell – poteva essere<br />

stata la vendetta del dittatore sovietico per il tradimento di Truman con Crossroads.<br />

L’inganno doveva essere in preparazione già durante la conferenza di Potsdam, una<br />

replica metaforica di ciò che Hitler aveva fatto in occasione della firma del patto Molotov-<br />

Ribbentrop. Nel luglio del 1947 alla Russia mancavano ancora due anni prima di riuscire a<br />

testare con successo la sua bomba nucleare. Il disco volante di Roswell, dice l’ingegnere<br />

della EG&G, fu «un colpo d’avvertimento dritto in faccia a Truman» 6 . Stalin forse non<br />

aveva ancora la bomba atomica, però possedeva tecnologia all’avanguardia di volo<br />

antigravità rubata ai tedeschi e aveva lo stealth. Insieme, queste due tecnologie<br />

preoccuparono moltissimo i militari americani. Sconcertata dai movimenti del disco<br />

volante e dalla sua capacità di confondere il radar, l’aeronautica militare degli Stati Uniti<br />

fu lasciata a chiedersi cos’altro avesse Stalin nel suo arsenale di armi non convenzionali<br />

sottratte ai nazisti dopo la guerra.<br />

«Hitler ha inventato lo stealth» 7 dice Gene Poteat, il primo funzionario della CIA a<br />

essere assegnato al National Reconnaissance Office. Il compito di Poteat consisteva nel<br />

valutare le minacce radar sovietiche e nel farlo osservò molte prove di volo all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>.<br />

«Il bombardiere stealth di Hitler si chiamava Horten Ho 229» dice Poteat «detto anche<br />

ala volante “Horten”. Era ricoperto di vernice radar assorbente, carbone immerso nella<br />

colla. L’elevato contenuto di grafite produceva un risultato di “ghosting”, che rendeva<br />

difficile la rilevazione radar.»<br />

L’Horten Ho 229 di cui parla Poteat era frutto dell’ingegno di due giovani progettisti<br />

aeronautici che lavoravano per la Luftwaffe di Hitler, Walter e Reimar Horten, gli stessi<br />

due fratelli che nell’autunno del 1947 furono l’obiettivo della massiccia caccia all’uomo<br />

scatenata dall’intelligence militare americana nota come operazione Harass: la ricerca di<br />

un velivolo simile a un disco volante che si diceva potesse sia volare sia rimanere sospeso<br />

in aria.<br />

Che cos’era successo ai fratelli Horten 8 ? A differenza dei numerosi scienziati e ingegneri<br />

nazisti reclutati con l’operazione Paperclip, Walter e Reimar Horten all’inizio passarono<br />

inosservati. Dopo essere stati catturati dalla 9 a armata statunitense il 7 aprile 1945 9 nella<br />

loro officina di Göttingen, furono portati in un palazzo sorvegliato di Londra, nei pressi di<br />

Hyde Park 10 . Qui furono interrogati dal celebre fisico americano Theodore von Kármán 11 ,<br />

il quale stabilì che gli Horten non avevano molto da offrire all’esercito americano in<br />

materia di tecnologia aeronautica, almeno non con la loro ala volante. Dopo essere<br />

tornato in Germania, Reimar fuggì in Argentina dove si sistemò in una bellissima casa<br />

sulle sponde del lago di Villa Carlos Paz, grazie al presidente argentino Juan Perón, un<br />

ardente sostenitore del nazismo. Walter continuò a vivere in Germania, a Baden-Baden,

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