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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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modo i propri cittadini, ma l’America? Prima di allora non si era mai visto in maniera così<br />

chiara e indiscutibile questo genere di controllo delle masse.<br />

L’America non fu l’unico paese in cui i funzionari del governo rimasero impressionati<br />

dalla facilità con cui la gente poteva essere influenzata da una trasmissione radio. Anche<br />

Adolf Hitler prese nota 5 . Fece riferimento alla reazione isterica degli americani a <strong>La</strong><br />

guerra dei mondi in occasione di un discorso a Berlino, definendola «la prova della<br />

condizione di decadenza e corruzione della democrazia». Successivamente si scoprì che<br />

anche in Unione Sovietica Josif Stalin aveva prestato attenzione all’accaduto 6 . E il<br />

massimo consulente scientifico di Roosevelt, Vannevar Bush, giudicò gli effetti 7 della finta<br />

trasmissione con grande attenzione. <strong>La</strong> tendenza al panico dell’opinione pubblica lo aveva<br />

spaventato, avrebbe detto in seguito a W. Cameron Forbes, suo collega alla Carnegie<br />

Institution. Tre mesi dopo, le onde radio furono latrici di altre notizie allarmanti, ma<br />

questa volta era scienza pura, non fantascienza.<br />

Il 26 gennaio 1939 la Carnegie Institution sponsorizzò una conferenza stampa per<br />

annunciare al mondo la scoperta della fissione nucleare. Quando venne dichiarato che<br />

due scienziati di origine tedesca erano riusciti a rompere l’atomo, buona parte dei fisici<br />

presenti si precipitò letteralmente fuori dalla stanza. <strong>La</strong> consapevolezza della portata di<br />

quella scoperta era tanto profonda quanto devastante. Se gli scienziati erano riusciti a<br />

rompere un atomo, allora sicuramente sarebbero stati in grado di innescare una reazione<br />

a catena, il cui risultato sarebbe stato un enorme rilascio di energia. Tre mesi dopo, il<br />

«New York Times» riferì che i partecipanti a una conferenza erano stati sentiti discutere<br />

«della probabilità che qualche scienziato facesse saltare in aria una porzione significativa<br />

del pianeta con un pezzetto di uranio». Ecco la terrificante prospettiva con cui il mondo si<br />

trovava a dover fare i conti. <strong>La</strong> scienza scopre il vero Frankenstein 8 titolava un articolo<br />

del «Boston Herald» che continuava spiegando come adesso «un dittatore <strong>senza</strong> scrupoli,<br />

avido di conquiste, [potrebbe] cancellare dalla faccia della terra Boston, Worcester e<br />

Providence». Vannevar Bush era in disaccordo con la stampa popolare. Il “vero pericolo”<br />

nella scoperta della fissione, disse a Forbes, non era l’energia atomica in sé quanto la<br />

tendenza dell’opinione pubblica al panico nei confronti di cose che non comprende. Per<br />

sostenere il proprio punto di vista Bush prese come esempio la trasmissione de <strong>La</strong> guerra<br />

dei mondi 9 .<br />

Venne fuori che l’energia atomica era molto più potente di qualunque cosa creata in<br />

precedenza dall’uomo. Sei anni e sette mesi dopo l’annuncio della scoperta della fissione,<br />

l’America sganciò bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, spazzando via entrambe le<br />

città e 250.000 abitanti. Il presidente Roosevelt aveva nominato 10 Vannevar Bush a capo<br />

del gruppo che realizzò la bomba. Bush fu il direttore del progetto Manhattan, la prima<br />

vera operazione coperta del paese, e ricoprì quel ruolo esercitando un controllo<br />

totalitario.<br />

Quando l’impero del Sol Levante si arrese, Vannevar Bush non si rallegrò granché<br />

mentre ponderava la sua prossima mossa 11 . Per diciotto giorni rimase a osservare le<br />

truppe di Stalin che marciavano in Asia orientale, dispiegando i soldati dell’Armata Rossa<br />

in Cina, Manciuria, sull’isola di Sakhalin e nella Corea del Nord. Quando i combattimenti

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