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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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significativamente intitolato Sorpresa nello spazio, si sottolinea la vulnerabilità dei<br />

satelliti nel mondo contemporaneo. Secondo la definizione del Pentagono, «i problemi<br />

perversi sono problemi di grande complessità e ampiezza che non hanno alcuna<br />

formulazione definitiva […] e nessuna soluzione». Per loro stessa natura, questi problemi<br />

sono «sostanzialmente <strong>senza</strong> precedenti», il che significa che le loro conseguenze sono<br />

ignote dato che nessuno di essi è mai stato risolto prima. Peggio ancora, ha avvertito il<br />

Pentagono, i tentativi di risolvere problemi di questo genere di solito fanno sorgere una<br />

serie di problemi completamente nuovi. Le persone incaricate di fronteggiare i problemi<br />

perversi sono tecnici che devono essere preparati a essere colti di sorpresa ed essere in<br />

grado di gestire conseguenze impreviste, perché «giocare al gioco cambia il gioco» 26 .<br />

Dato che fa affidamento sui satelliti per combattere la guerra al terrore come pure<br />

molti dei conflitti prevedibili nell’immediato futuro, il problema perverso maggiore che si<br />

presenta al Pentagono nel ventunesimo secolo è la spada di Damocle della<br />

militarizzazione dello spazio. Armare lo spazio, così è portato a pensare il Pentagono,<br />

significherebbe salvaguardarlo preventivamente. Una guerra nello spazio per il controllo<br />

dei satelliti non è un conflitto che gli Stati Uniti vogliono per forza combattere, ma è di<br />

sicuro uno scontro che non sono disposti a perdere.<br />

«Oltre l’ottanta per cento delle comunicazioni satellitari usate nell’area di pertinenza<br />

del comando centrale degli Stati Uniti sono fornite da società commerciali» si legge nel<br />

rapporto sulle “sorprese nello spazio”. E quando nel 2007 i cinesi – <strong>senza</strong> preavviso e in<br />

modo inaspettato – abbatterono uno dei loro satelliti 27 con un missile, l’incidente aprì gli<br />

occhi al Pentagono su tutta una serie di potenziali scenari di problemi perversi nello<br />

spazio.<br />

Attorno alle cinque del mattino ora standard dell’Est (fuso orario UTC-5) un satellite<br />

cinese lungo 1,8 metri stava orbitando attorno alla Terra a una quota di 862 chilometri<br />

quando fu preso di mira e distrutto da un missile balistico cinese lanciato dalla base di<br />

Songlin, nella provincia del Sichuan, alimentato da carburante solido e accoppiato a un<br />

Kinetic Kill Vehicle, ovvero un veicolo a energia cinetica con una testata esplosiva. Il<br />

satellite viaggiava a circa 2.560 chilometri orari e il missile balistico a circa 2.880<br />

chilometri orari. Il colpo fu precisissimo. Per quanto radicale e impressionante, quella<br />

tecnologia non era tale da far scomporre gli esperti del Pentagono. <strong>La</strong> rilevanza<br />

dell’avvenimento consisteva invece nel fatto che con l’abbattimento del satellite cinese il<br />

mondo faceva un pericoloso passo avanti nella direzione del problema veramente<br />

perverso della militarizzazione dello spazio. Partecipare a questo gioco significa entrare<br />

nella spirale della follia della distruzione mutua assicurata che non si vedeva dal periodo<br />

peggiore della Guerra Fredda.<br />

I militari americani rispondono sempre, apertamente o in modo velato, ad azioni di<br />

questa portata, a maggior ragione se provengono da una superpotenza come la Cina, e la<br />

distruzione del satellite non fece eccezione. Sette mesi più tardi, nel febbraio del 2008,<br />

un missile SM-3 Raytheon fu lanciato dal ponte dell’incrociatore USS <strong>La</strong>ke Erie nel Pacifico<br />

settentrionale. Viaggiò per circa 245 chilometri in direzione dello spazio e colpì un<br />

satellite americano da 2.270 chilogrammi che aveva le dimensioni di un autobus e<br />

apparteneva al National Reconnaissance Office. <strong>La</strong> storia ufficiale del Pentagono 28 fu che

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