Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
per collaudare in segreto i primi aerei spia americani del dopoguerra, continuano a essere<br />
costruiti nuovi velivoli dal design avveniristico e dagli scopi analoghi. Nonostante gli<br />
straordinari progressi scientifici e tecnologici, il bisogno primario di ricognizione rimane lo<br />
stesso di sempre.<br />
Velocità e flessibilità: le esigenze della sorveglianza del ventunesimo secolo significano<br />
che il futuro dello spionaggio dai cieli sta nei velivoli <strong>senza</strong> pilota, i droni. L’intelligence<br />
aerea un tempo fornita da piloti della CIA come Gary Powers, Ken Collins, Frank Murray e<br />
altri adesso è demandata a droni guidati a distanza. Le vecchie macchine fotografiche,<br />
che facevano affidamento su cieli <strong>senza</strong> nuvole, sono state sostituite da sistemi di<br />
visualizzazione all’avanguardia, messi a punto da Sandia e dalla Raytheon, chiamati radar<br />
ad apertura sintetica (SAR) 23 . Queste “telecamere” trasmettono immagini in tempo reale<br />
ottenute attraverso il fumo, la polvere e persino le nuvole, durante il giorno o nell’oscurità<br />
della notte. Ma per quanto i droni possano apparire onnipotenti e onniveggenti, esiste un<br />
fattore chiave che in genere sfugge al pubblico – ma certo non al Pentagono né alla CIA –<br />
quando si passa a considerare la vulnerabilità del velivolo più importante dell’aeronautica<br />
militare. I droni hanno bisogno di collegamenti satellitari.<br />
Far funzionare un drone richiede controllo dello spazio. Tutti i velivoli <strong>senza</strong> pilota<br />
hanno bisogno di satelliti per trasmettere e ricevere informazioni dai piloti che li guidano<br />
a distanza. Quando il Predator vola sul teatro di guerra in Medio Oriente, è controllato da<br />
un pilota seduto su una sedia cinquanta chilometri a sud dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> 24 , a Indian Springs.<br />
Il pilota è davanti allo schermo di un computer che fornisce la rappresentazione visiva di<br />
ciò che il Predator sta vedendo sul terreno dall’altra parte del pianeta. Accanto al pilota<br />
siedono due sensor operators, gli uomini responsabili delle telecamere, ovvero dei sensori<br />
ottici a bordo del drone, entrambi nel ruolo che in altri tempi sarebbe stato quello del<br />
copilota. Il pilota e i sensor operators sono affiancati da una squadra di cinquantacinque<br />
avieri che forniscono supporto operativo. Predator Primary Satellite Link è la<br />
denominazione del sistema che consente la comunicazione tra il drone e la squadra. Il<br />
drone ha bisogno di essere in contatto visivo con la stazione di controllo terrestre solo<br />
quando atterra; tutte le altre cose che può fare, dalla registrazione di immagini al lancio<br />
di missili, le fa grazie al collegamento satellitare.<br />
Indian Springs è la vecchia pista dove il dottor Edward Teller, il padre della bomba H, e<br />
tutti gli altri fisici nucleari atterravano quando andavano ad assistere all’esplosione delle<br />
loro creature atomiche nel corso dei test condotti dal 19<strong>51</strong> al 1992. Indian Springs è il<br />
luogo in cui i piloti venivano addestrati a volare attraverso il fungo atomico allo scopo di<br />
raccogliere campioni di radioattività. È il posto dove la EG&G costruì la sua prima<br />
installazione per le prove radar al Nevada Test and Training Range nel 1954. Indian<br />
Springs è dove Bob <strong>La</strong>zar disse di essere stato portato e interrogato dopo che l’avevano<br />
sorpreso a sconfinare sulla Groom <strong>La</strong>ke Road. E nel 2011 Indian Springs, che è stata<br />
ribattezzata base dell’aeronautica militare di Creech, è il luogo dove i piloti siedono<br />
davanti agli schermi e guidano i droni.<br />
Per il dipartimento della Difesa, la vulnerabilità dei satelliti al sabotaggio ha creato una<br />
nuova minaccia <strong>senza</strong> precedenti. Secondo uno studio del 2008 sui “problemi perversi”<br />
(wicked problems) * realizzato dal comitato scientifico della Difesa 25 , in un capitolo