Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen
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opporsi al progresso dell’Iraq.» Gli occhi dal cielo, di cui si sognava negli anni Quaranta,<br />
nel nuovo millennio si erano trasformati in spade dal cielo. Ricognizione e ritorsione erano<br />
diventate un tutt’uno.<br />
Contemporaneamente ai primi attacchi con i droni in Iraq, la CIA e l’aeronautica<br />
avevano iniziato a dirigere insieme un programma segreto per uccidere i capi di Al-Qaida<br />
e dei talebani nelle zone tribali del Pakistan nordorientale, al confine con l’Afghanistan,<br />
servendosi di droni. Per avviare il progetto e renderlo operativo era necessario un grosso<br />
sforzo, proprio com’era successo con l’U-2 e l’Oxcart. Uno stormo di droni, al pari di un<br />
distaccamento di U-2 o di una squadriglia di Oxcart, implicava la fabbricazione di Predator<br />
e Reaper, l’addestramento dei piloti, la creazione di uno stormo dell’aeronautica, la<br />
costruzione di basi segrete in Medio Oriente, la messa in orbita di satelliti e la risoluzione<br />
di altre questioni logistiche. Dal 2003 al 2007 il numero di attacchi con i droni crebbe<br />
poco a poco ogni anno, ma i droni divennero pienamente operativi solo nel 2008: in<br />
quell’anno ci furono 36 missioni in Pakistan, che secondo l’aeronautica militare uccisero<br />
268 membri di Al-Qaida e dei talebani. Nel 2009 gli attacchi arrivarono a 53 19 . Dal<br />
momento che l’aeronautica non rilascia cifre e che la CIA non fa commenti sul proprio<br />
coinvolgimento, questi numeri sono la migliore approssimazione possibile calcolata dai<br />
giornalisti e dai ricercatori sulla base dei resoconti locali. E poiché i giornalisti non sono<br />
ammessi in numerose aree delle zone tribali del Pakistan, non si conosce il numero reale<br />
di attacchi portati dai droni.<br />
Per quanto oggi i droni trovino ampio spazio sui mezzi d’informazione, nei cieli<br />
succedono molte più cose di quelle che il cittadino medio può immaginare. Secondo T.D.<br />
Barnes, «ci sono almeno 15 satelliti e un numero non dichiarato di velivoli<br />
dell’aeronautica “parcheggiati” sull’Iraq e sull’Afghanistan, che forniscono copertura aerea<br />
ventiquattr’ore su ventiquattro agli avieri e ai soldati sul terreno. L’aeronautica<br />
attualmente controlla la situazione impiegando U-2, Predator, MQ-9 Reaper e Global<br />
Hawk. E queste sono solo le cose che sappiamo 20 . Ci ho lavorato e mi aspetto che<br />
esistano dispositivi di sorveglianza di cui non sapremo nulla per anni.» <strong>La</strong> maggior parte<br />
di tali piattaforme, tutte classificate, vengono «con ogni probabilità» costruite e testate<br />
all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, aggiunge Barnes.<br />
Nell’aprile del 2009, i reporter di un giornale francese di aviazione pubblicarono i<br />
disegni di un drone da ricognizione avvistato nei cieli dell’Afghanistan. Con le sue lunghe<br />
ali, la mancanza della coda e due ruote sotto la pancia una dietro l’altra come in una<br />
bicicletta, ciò che il pubblico conosce come la “Bestia di Kandahar” 21 fa tornare in mente<br />
l’ala volante dei fratelli Horten. A quale scopo era stato costruito questo nuovo drone?<br />
Sembrava che non avesse un alloggiamento per le armi. Otto mesi dopo, nel dicembre<br />
del 2009, il dipartimento della Difesa confermò 22 l’esistenza del drone, che l’aeronautica<br />
militare chiama RQ-170 Sentinel. Fabbricato dagli Skunk Works della Lockheed e<br />
collaudato all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> e all’<strong>Area</strong> 52, sembra progettato unicamente per la ricognizione. In<br />
tal senso, segue le orme dell’U-2 e dell’A-12 Oxcart, sotto la supervisione congiunta<br />
dell’aeronautica e della CIA. Fatta eccezione per il nome, tutto quanto riguarda il Sentinel<br />
è classificato. Probabilmente vola nei cieli sopra territori proibiti come l’Iran, la Corea del<br />
Nord, la Cina e la Russia. Cinquantacinque anni dopo che Richard Bissell scelse l’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>