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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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famiglie mediorientali di alto rango vi andavano in visita.<br />

Per determinare quali sarebbero stati i danni collaterali, la CIA e l’aeronautica si unirono<br />

per portare a termine un insolito progetto edile 4 ai margini dell’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> 5 . Costruirono un<br />

modello in scala reale del complesso di Osama bin <strong>La</strong>den in Afghanistan sul quale testare<br />

gli effetti di un attacco con un drone. Ma mentre i tecnici erano al lavoro, il direttore della<br />

CIA George Tenet decise 6 che uccidere Osama bin <strong>La</strong>den con un Predator armato di un<br />

missile Hellfire sarebbe stato un errore. Fu una decisione di cui la CIA si sarebbe pentita.<br />

Subito dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, il Pentagono si rese conto che<br />

aveva bisogno dei droni per combattere la guerra al terrore, il che significava che aveva<br />

bisogno dell’aiuto della CIA. Per decenni, l’aeronautica militare aveva storto il naso<br />

davanti agli aerei <strong>senza</strong> pilota. L’orgoglio dell’aviazione erano sempre stati i piloti, non i<br />

robot. Ma per tutto quel tempo la CIA aveva continuato a fare ricerche, a sviluppare e a<br />

far progredire la tecnologia dei droni all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>. A partire dal 1995, l’agenzia aveva<br />

portato a termine oltre seicento missioni di ricognizione durante il conflitto in Bosnia. Nel<br />

1999 i suoi droni avevano fornito informazioni di intelligence alle forze della NATO 7 nel<br />

corso della campagna aerea sul Kosovo, raccogliendo dati, individuando obiettivi e<br />

tenendo d’occhio i campi profughi dei kosovari albanesi. Il Predator della CIA aveva<br />

aiutato gli strateghi a interpretare il caos del campo di battaglia nel conflitto dei Balcani.<br />

Adesso l’aeronautica militare aveva bisogno dell’aiuto della CIA per entrare in Afghanistan<br />

con gli aerei <strong>senza</strong> pilota.<br />

<strong>La</strong> prima missione di ricognizione condotta mediante droni nella guerra al terrore 8 partì<br />

da Kabul, Afghanistan, soltanto una settimana dopo l’11 settembre, il 18 settembre 2001.<br />

Tre settimane più tardi, il primo Predator armato con un Hellfire volò sopra Kandahar. Le<br />

regole della guerra aerea erano cambiate dalla sera alla mattina. I bombardieri stealth<br />

dell’America non sarebbero mai stati mandati a localizzare Osama bin <strong>La</strong>den e i suoi<br />

comandanti in capo che si nascondevano nelle basi sulle montagne. Adesso il compito di<br />

scovare e uccidere l’uomo più ricercato del mondo spettava ai droni <strong>senza</strong> pilota.<br />

Sebbene i droni fossero stati sviluppati e collaudati all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>, all’<strong>Area</strong> 52 e a Indian<br />

Springs per quasi cinquant’anni, il mondo venne a sapere della loro esistenza solo nel<br />

novembre del 2002, quando un attacco in Yemen finì in apertura dei notiziari di tutto il<br />

mondo. Qaed Salim Sinan al-Harethi era un ricercato. Cittadino yemenita e ufficiale di<br />

alto grado di Al-Qaida, al-Harethi era stato una delle menti dell’attentato all’USS Cole di<br />

due anni prima. <strong>La</strong> mattina del 2 novembre 2002 al-Harethi e altri cinque uomini stavano<br />

attraversando in auto la grande estensione desertica della provincia di Marib, nella zona<br />

sudorientale del paese, ignari del fatto di essere osservati dal cielo da un Predator che<br />

volava parecchi chilometri sopra le loro teste.<br />

Il Predator lanciò il suo missile sul bersaglio e lo colpì in pieno. Gli uomini di Al-Qaida<br />

furono ridotti istantaneamente in un cumulo di metallo fumante. Era un assassinio che<br />

sembrava uscire dritto da un romanzo di Tom Clancy, salvo che fu così reale e così<br />

spettacolare – la prima dimostrazione visiva che i leader di Al-Qaida potevano essere<br />

individuati e uccisi – che il vicesegretario alla Difesa Paul Wolfowitz iniziò a vantarsene<br />

alla CNN. L’attacco del drone in Yemen è stato «un’operazione tattica di grande successo» 9<br />

disse. Peccato che sarebbe dovuto essere un assassinio nell’ombra, non confermato. <strong>La</strong>

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