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Area 51_ La verita, senza censu - Annie Jacobsen

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Capitolo 21<br />

RIVELAZIONE 1<br />

Era il gennaio del 2001, nove mesi prima dell’attacco terroristico dell’11 settembre, e il<br />

direttore del centro antiterrorismo della CIA, Cofer Black, aveva un problema serio.<br />

L’agenzia stava valutando l’ipotesi di assassinare Osama bin <strong>La</strong>den con il Predator, ma<br />

fino a quel momento il veicolo <strong>senza</strong> pilota era stato impiegato solo per la ricognizione,<br />

non per eliminazioni autorizzate. Dal momento che era necessario unire le due tecnologie<br />

– il drone e il missile di precisione a guida laser – gli ingegneri e gli esperti di<br />

aerodinamica erano in difficoltà 2 . In particolare, erano preoccupati del fatto che la<br />

propulsione del missile mandasse fuori rotta il drone o il missile stesso; e la CIA aveva<br />

bisogno di un’arma ad altissima precisione con scarse probabilità di danni collaterali. Un<br />

conto era uccidere un terrorista, ma ammazzare altre persone nelle vicinanze sarebbe<br />

stato tutto un altro paio di maniche, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica. Questa<br />

nuova tecnologia di drone armato veniva testata all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong>; gli sviluppi del programma<br />

sono tuttora classificati. Dopo aver ottenuto risultati passabili, sia la CIA sia l’aeronautica<br />

erano fiduciose nel fatto che i missili lanciati dal drone sarebbero riusciti a raggiungere il<br />

bersaglio.<br />

Nel frattempo era sorta un’altra difficoltà, questa volta non nel deserto, ma a<br />

Washington. L’amministrazione appena eletta del presidente George W. Bush si era resa<br />

conto di non avere una strategia politica riguardo alle eliminazioni autorizzate di terroristi<br />

con i droni. Osama bin <strong>La</strong>den era noto per aver architettato gli attentati suicidi del 1988<br />

alle ambasciate americane in Kenya e in Tanzania, nei quali erano rimaste uccise 225<br />

persone, tra cui alcuni cittadini statunitensi. Era stato la mente dell’attacco suicida al<br />

cacciatorpediniere Cole e aveva dichiarato ufficialmente guerra agli Stati Uniti. Ma<br />

un’eliminazione autorizzata da parte di un’agenzia americana era un’azione illegale 3 ,<br />

secondo l’ordine esecutivo 12.333 del presidente Ronald Reagan, e dato che la situazione<br />

richiedeva una seria analisi, furono coinvolti i legali del dipartimento di stato.<br />

C’era un’unica via d’uscita possibile a sostegno dell’operazione, ed era il fatto che l’FBI<br />

aveva messo una taglia sulla testa dell’uomo. Nel febbraio del 2001 il dipartimento di<br />

stato diede il via libera all’operazione. Poi i legali del dipartimento avvisarono la CIA che<br />

c’era un altro problema, lo stesso che aveva spedito il drone all’<strong>Area</strong> <strong>51</strong> per i test sul<br />

campo, vale a dire i potenziali danni collaterali. Il dipartimento di stato aveva bisogno di<br />

sapere quanti membri della famiglia di bin <strong>La</strong>den e residenti al complesso di edifici che la<br />

CIA intendeva colpire potevano rimanere uccisi in un attacco portato da un drone. Il<br />

compound di bin <strong>La</strong>den si chiamava Tarnak Farm ed era noto che parecchi membri di

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